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LilyPond — Guida alla Notazione
Questo manuale costituisce la guida di riferimento per tutti gli aspetti relativi alla notazione musicale in LilyPond versione 2.23.82. Si presuppone che il lettore conosca il materiale esposto nel Manuale di Apprendimento. |
1. Notazione musicale | Notazione usata in quasi tutti i progetti. | |
2. Notazione specialistica | Notazione usata solo in contesti specifici. | |
3. Input e output | Informazioni generali su input e output. | |
4. Gestione dello spazio | Impaginazione della musica sul foglio. | |
5. Modifica delle impostazioni predefinite | Aggiustamento dell’output. | |
Appendici | ||
---|---|---|
A. Tabelle del manuale della notazione | Tabelle e diagrammi. | |
B. Schema riassuntivo | Sommario della sintassi di LilyPond. | |
C. GNU Free Documentation License | Licenza di questo documento. | |
D. Indice dei comandi di LilyPond | ||
E. Indice di LilyPond |
Questo manuale è disponibile in altri formati ed è integrato col resto della documentazione. Maggiori informazioni in Manuali. La documentazione completa si trova all’indirizzo https://lilypond.org/. |
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1. Notazione musicale
Questo capitolo spiega come creare la notazione musicale.
1.1 Altezze | Scrittura e aspetto delle altezze delle note. | |
1.2 Ritmi | Scrittura e aspetto delle durate delle note. | |
1.3 Segni di espressione | Aggiungere espressione alle note. | |
1.4 Ripetizioni | Ripetere la musica. | |
1.5 Note simultanee | Più di una nota in contemporanea. | |
1.6 Notazione del rigo | Aspetto del rigo. | |
1.7 Note editoriali | Notazione speciale per aumentare la leggibilità. | |
1.8 Testo | Aggiungere testo alle partiture. |
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1.1 Altezze
Questa sezione tratta il modo in cui si determina l’altezza delle note. Occorre considerare tre aspetti: input, modifica e output.
1.1.1 Inserimento delle altezze | ||
1.1.2 Modifica di più altezze | ||
1.1.3 Aspetto delle altezze | ||
1.1.4 Teste di nota |
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1.1.1 Inserimento delle altezze
Questa sezione spiega come indicare l’altezza delle note. Ci sono due modi di collocare le note in una determinata ottava: il modo assoluto e il modo relativo. Nella maggioranza dei casi il modo relativo è più funzionale.
Ottava assoluta | ||
Ottava relativa | ||
Alterazioni | ||
Nomi delle note in altre lingue |
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[ < Inserimento delle altezze ] | [ Su : Inserimento delle altezze ] | [ Ottava relativa > ] |
Ottava assoluta
Le altezze, se non si adotta una lingua diversa, sono scritte in
notazione olandese, che usa le lettere minuscole dalla a
(La)
alla g
(Sol). Le note c
(Do) e b
(Si) vengono scritte
un’ottava sotto il Do centrale.
{ \clef bass c4 d e f g4 a b c d4 e f g }
Si possono indicare altre ottave con l’apice singolo ('
)
o la virgola (,
). Ogni '
alza l’altezza di
un’ottava; ogni ,
abbassa l’altezza di un’ottava.
{ \clef treble c'4 e' g' c'' c'4 g b c' \clef bass c,4 e, g, c c,4 g,, b,, c, }
I normali segni di ottava possono essere inseriti una sola volta se si
imposta un’altezza di riferimento dopo \fixed
e prima della musica.
Le altezze inserite in un blocco \fixed
hanno bisogno dei segni '
o ,
solo quando si trovano sopra o sotto l’ottava dell’altezza di
riferimento.
{ \fixed c' { \clef treble c4 e g c' c4 g, b, c } \clef bass \fixed c, { c4 e g c' c4 g, b, c } }
Le altezze dell’espressione musicale che segue \fixed
non cambiano
se racchiuse da un blocco \relative
, che vedremo tra poco.
Vedi anche
Glossario musicale: Nomi delle altezze.
Frammenti di codice: Altezze.
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Ottava relativa
L’inserimento delle note con l’ottava assoluta costringe a specificare l’ottava di ogni singola nota. Al contrario, se si usa l’ottava relativa, ogni ottava è determinata dall’ultima nota: se si cambia l’ottava di una nota, cambieranno anche le ottave di tutte le note successive.
La modalità relativa deve essere impostata in modo esplicito col
comando \relative
:
\relative altezza_di_riferimento espressione_musicale
In modalità relativa ogni nota è collocata il più vicino
possibile a quella precedente. Questo significa che l’ottava
di ogni altezza all’interno di espressione_musicale
viene
calcolata nel modo seguente:
- In assenza di segni di cambiamento d’ottava, l’ottava di un’altezza viene calcolata in modo che l’intervallo con la nota precedente sia inferiore a una quinta. Tale intervallo è determinato senza considerare gli accidenti.
-
Si può aggiungere un segno di cambiamento d’ottava
'
o,
per collocare l’altezza di una nota all’ottava superiore o inferiore a quella di riferimento. -
È possibile usare più di un segno di cambiamento d’ottava. Per esempio,
''
e,,
modificano l’altezza di due ottave. -
L’altezza della prima nota è relativa a
altezza_di_riferimento
.altezza_di_riferimento
è specificato nel modo di ottava assoluta. Quale di queste opzioni è la più conveniente?- un’ottava del
c
Identificare il Do centrale con
c'
è molto semplice, quindi trovare le ottave delc
(Do) sarà altrettanto semplice. Se la musica inizia congis
soprac'''
, si scriverà qualcosa simile a\relative { gis''' … }
- un’ottava della prima nota
Scrivere
\relative { gis''' … }
è un modo semplice per determinare l’altezza assoluta della prima nota dell’espressione musicale.- nessuna altezza di riferimento esplicita
La forma
\relative {gis''' … }
è una versione compatta dell’opzione precedente: la prima nota dentro l’espressione musicale è scritta come altezza assoluta. In questo caso equivale a sceglieref
come altezza di riferimento.
La documentazione di solito usa l’ultima opzione.
- un’ottava del
Ecco il modo relativo in azione:
\relative { \clef bass c d e f g a b c d e f g }
I segni di cambiamento d’ottava si impiegano per gli intervalli più ampi di quello di quarta:
\relative { c'' g c f, c' a, e'' c }
Una sequenza di note senza segni di ottava può tuttavia comprendere intervalli di grande estensione:
\relative { c f b e a d g c }
Nel caso di blocchi \relative
annidati, il blocco \relative
più
interno inizia con la propria altezza di riferimento, indipendentemente dal
\relative
più esterno.
\relative { c' d e f \relative { c'' d e f } }
\relative
non ha effetto sui blocchi \chordmode
.
\new Staff { \relative c''' { \chordmode { c1 } } \chordmode { c1 } }
\relative
non può essere inserito all’interno dei blocchi \chordmode
.
La musica all’interno di un blocco \transpose
è considerata in
notazione d’ottava assoluta, a meno che non sia incluso il
blocco \relative
.
\relative { d' e \transpose f g { d e \relative { d' e } } }
Se l’elemento precedente è un accordo, il posizionamento dell’ottava della
nota o dell’accordo che segue è riferito alla prima nota dell’accordo
stesso. All’interno degli accordi la nota successiva è sempre relativa a
quella precedente. Esaminate con attenzione l’esempio seguente, e in
particolare le note c
.
\relative { c' <c e g> <c' e g'> <c, e, g''> }
Come spiegato sopra, il riferimento delle altezze a un’ottava è calcolato in base ai soli nomi delle note, senza considerare le alterazioni. Dunque un Mi doppio diesis che segue un Si verrà posizionato sopra, mentre un Fa doppio bemolle sarà posizionato sotto. In altre parole, un intervallo di quarta aumentata due volte viene considerato più piccolo di una quinta diminuita due volte, indipendentemente dal numero di semitoni contenuto in ogni intervallo.
\relative { c''2 fis c2 ges b2 eisis b2 feses }
In situazioni complesse, può essere utile cambiare l’altezza di riferimento senza
tener conto di ciò che è successo prima, usando \resetRelativeOctave
:
\relative { << { c''2 d } \\ { e,,2 f } >> \resetRelativeOctave c'' c2 }
Vedi anche
Glossario musicale: quinta, intervallo, Nomi delle altezze.
Guida alla notazione: Controlli di ottava.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: RelativeOctaveMusic.
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Alterazioni
Nota: I nuovi utenti sono talvolta confusi dalla gestione delle
alterazioni e delle armature di chiave. In LilyPond i nomi delle
note specificano le altezze; le armature e le chiavi determinano
come queste altezze debbano essere rappresentate.
Una nota non alterata come c
significa ‘Do naturale’,
indipendentemente dall’armatura o dalla chiave. Per maggiori informazioni
si veda
Altezze e armature di chiave.
Nella modalità di notazione predefinita un diesis si ottiene aggiungendo is
al nome della nota, un bemolle aggiungendo es
. Come potete
immaginare, un doppio diesis o doppio bemolle
si ottengono aggiungendo isis
o eses
. Questa sintassi è
desunta dalla notazione olandese. Per usare altri nomi
per le alterazioni, si veda Nomi delle note in altre lingue.
\relative c'' { ais1 aes aisis aeses }
Un’altezza naturale è indicata con il semplice nome della nota; non è richiesto alcun suffisso. Un segno di bequadro apparirà automaticamente quando occorre cancellare l’armatura di chiave o l’effetto di un’alterazione precedente.
\relative c'' { a4 aes a2 }
È possibile indicare alterazioni di quarti di tono. Ecco una serie di Do con altezza crescente:
\relative c'' { ceseh1 ces ceh c cih cis cisih }
Di norma le alterazioni vengono mostrate automaticamente, ma è
possibile anche inserirle manualmente. Si può forzare l’inserimento di
un’alterazione di sicurezza aggiungendo il punto esclamativo !
dopo l’altezza. Un’alterazione di cortesia (ovvero un’alterazione compresa
tra parentesi) si ottiene aggiungendo il punto interrogativo ?
dopo
l’altezza.
\relative c'' { cis cis cis! cis? c c c! c? }
Se una nota è prolungata attraverso una legatura di valore, l’alterazione viene ripetuta solo all’inizio di un nuovo sistema:
\relative c'' { cis1~ 1~ \break cis }
Frammenti di codice selezionati
Nascondere le alterazioni delle note con legatura di valore
all’inizio di un nuovo sistema
Questo frammento mostra come nascondere le alterazioni delle note unite alla figura precedente mediante una legatura di valore all’inizio di un nuovo sistema
\relative c'' { \override Accidental.hide-tied-accidental-after-break = ##t cis1~ cis~ \break cis }
Impedire l’inserimento automatico dei bequadri supplementari
Secondo le norme tipografiche tradizionali, un segno di bequadro viene
inserito prima di un diesis o di un bemolle se un precedente doppio diesis o
bemolle sulla stessa nota è cancellato. Per cambiare questo comportamento
e seguire la pratica contemporanea, si imposta la proprietà extraNatural
su f
(falso) nel contesto Staff
.
\relative c'' { aeses4 aes ais a \set Staff.extraNatural = ##f aeses4 aes ais a }
Vedi anche
Glossario musicale: diesis, bemolle, doppio diesis, doppio bemolle, Nomi delle altezze, quarto di tono.
Manuale di apprendimento: Altezze e armature di chiave.
Guida alla notazione: Alterazioni automatiche, Alterazioni suggerite (musica ficta), Nomi delle note in altre lingue.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Accidental_engraver, Accidental, AccidentalCautionary, accidental-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Poiché non esistono standard universalmente accettati per indicare le alterazioni di quarto di tono, i simboli impiegati da LilyPond non si riferiscono ad alcuno standard.
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Nomi delle note in altre lingue
LilyPond comprende insiemi predefiniti di nomi di note e alterazioni in altre lingue. La scelta della lingua si fa solitamente all’inizio del file; l’esempio seguente è scritto in notazione italiana:
\language "italiano" \relative { do' re mi sib }
Le lingue disponibili e i tipi di notazione che definiscono sono:
Lingua
Nomi delle note
nederlands
c
d
e
f
g
a
bes
b
català
o
catalan
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
deutsch
c
d
e
f
g
a
b
h
english
c
d
e
f
g
a
bf
/b-flat
b
español
o
espanol
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
français
do
ré
/re
mi
fa
sol
la
sib
si
italiano
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
norsk
c
d
e
f
g
a
b
h
português
o
portugues
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
suomi
c
d
e
f
g
a
b
h
svenska
c
d
e
f
g
a
b
h
vlaams
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
Oltre ai nomi delle note, anche i suffissi per le alterazioni possono variare a seconda della lingua adottata:
Lingua
diesis
bemolle
doppio diesis
doppio bemolle
nederlands
is
es
isis
eses
català
o
catalan
d
/s
b
dd
/ss
bb
deutsch
is
es
isis
eses
english
s
/-sharp
f
/-flat
ss
/x
/-sharpsharp
ff
/-flatflat
español
o
espanol
s
b
ss
/x
bb
français
d
b
dd
/x
bb
italiano
d
b
dd
bb
norsk
iss
/is
ess
/es
ississ
/isis
essess
/eses
português
o
portugues
s
b
ss
bb
suomi
is
es
isis
eses
svenska
iss
ess
ississ
essess
vlaams
k
b
kk
bb
In olandese, norvegese e finlandese aes
viene contratto in as
;
in olandese e norvegese, tuttavia, entrambe le forme sono accettate da
LilyPond. Lo stesso vale per es
e ees
, aeses
e
ases
, e infine eeses
e eses
.
In tedesco e finlandese, LilyPond fornisce anche la forma più frequente
asas
per ases
.
\relative c'' { a2 as e es a ases e eses }
In alcune forme musicali vengono usati i microtoni, le cui alterazioni sono frazioni di un ‘normale’ diesis o bemolle. La seguente tabella elenca i nomi delle note per le alterazioni di un quarto di tono; i prefissi semi- e sesqui- significano rispettivamente ‘metà’ e ‘uno e mezzo’.
Lingua
semi-diesis
semi-bemolle
sesqui-diesis
sesqui-bemolle
nederlands
ih
eh
isih
eseh
català
o
catalan
qd
/qs
qb
tqd
/tqs
tqb
deutsch
ih
eh
isih
eseh
english
qs
qf
tqs
tqf
español
o
espanol
cs
cb
tcs
tcb
français
sd
sb
dsd
bsb
italiano
sd
sb
dsd
bsb
norsk
ih
eh
issih
/isih
esseh
/eseh
português
o
portugues
sqt
bqt
stqt
btqt
suomi
ih
eh
isih
eseh
svenska
ih
eh
issih
esseh
vlaams
hk
hb
khk
bhb
In tedesco, esistono simili contrazioni dei nomi per i microtoni così come nelle normali altezze descritte sopra.
\language "deutsch" \relative c'' { asah2 eh aih eisih }
Gran parte delle lingue presentate qui sono comunemente associate alla musica classica occidentale, nota anche come Common Practice Period. Sono tuttavia supportati anche altezze e sistemi di accordatura alternativi: si veda Notazione comune per la musica non occidentale.
Vedi anche
Glossario musicale: Nomi delle altezze, Periodo di pratica comune.
Guida alla notazione: Notazione comune per la musica non occidentale.
File installati: ‘scm/define-note-names.scm’.
Frammenti di codice: Altezze.
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1.1.2 Modifica di più altezze
Questa sezione tratta il modo di modificare le altezze delle note.
Controlli di ottava | ||
Trasposizione | ||
Inversione | ||
Retrogradazione | ||
Trasposizioni modali |
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Controlli di ottava
In modalità relativa è facile dimenticare un segno di cambiamento d’ottava. I controlli di ottava permettono di rilevare questi errori più facilmente: infatti, generano un avviso e correggono l’ottava se una nota si trova in un’ottava diversa dal previsto.
Per controllare l’ottava di una nota, occorre specificare l’ottava assoluta
dopo il simbolo =
. Questo esempio genererà un avviso
(e cambierà l’altezza) perché la seconda nota è l’ottava assoluta
d''
invece di d'
, come indicato dalla correzione di ottava.
\relative { c''2 d=' e2 f }
L’ottava in cui si trovano le note può essere controllata anche col
comando \octaveCheck altezza_di_controllo
.
L’altezza_di_controllo
è specificata in modo assoluto. Questo
comando controlla che l’intervallo tra la nota precedente e
l’altezza_di_controllo
sia compresa in una quinta (ovvero secondo
il normale calcolo della modalità relativa). Se il controllo fallisce, compare
un avviso. Benché la nota precedente non sia modificata, le note successive
sono relative al valore corretto.
\relative { c''2 d \octaveCheck c' e2 f }
Nelle due battute che seguono, il primo e il terzo \octaveCheck
falliscono, mentre il secondo non fallisce.
\relative { c''4 f g f c4 \octaveCheck c' f \octaveCheck c' g \octaveCheck c' f }
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: RelativeOctaveCheck.
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Trasposizione
Un’espressione musicale può essere trasposta con \transpose
. La
sintassi è
\transpose altezza_di_partenza altezza_di_arrivo espressione_musicale
Significa che espressione_musicale
viene trasposto
dell’intervallo compreso tra le altezze altezza_di_partenza
e
altezza_di_arrivo
: qualsiasi nota che presenti un’altezza
corrispondente all’altezza_di_partenza
viene modificata
in altezza_di_arrivo
, e qualsiasi altra nota viene
trasposta dello stesso intervallo. Entrambe le altezze sono inserite
in modalità assoluta.
Nota: La musica all’interno di un blocco \transpose
è assoluta
a meno che il blocco non includa un \relative
.
Prendiamo come esempio un brano scritto in Re maggiore. Possiamo trasportarlo in Mi maggiore; si noti come anche l’armatura di chiave venga trasposta automaticamente.
\transpose d e { \relative { \key d \major d'4 fis a d } }
Se una parte scritta in Do (l’intonazione reale abituale) deve essere suonata su un clarinetto in La (per il quale un La viene rappresentato da un Do e dunque suona una terza minore più basso), la trasposizione sarà ottenuta con:
\transpose a c' { \relative { \key c \major c'4 d e g } }
Si noti che \key c \major
è specificato esplicitamente. Se
non si specifica un’armatura di chiave, le note verranno trasposte ma
non apparirà alcuna armatura.
\transpose
fa distinzione tra altezze enarmoniche: sia
\transpose c cis
che \transpose c des
traspongono
un brano di un semitono più alto. La prima versione mostrerà i diesis e
le note rimarranno sullo stesso grado della scala, mentre la seconda
versione mostrerà i bemolle sul grado superiore della scala.
music = \relative { c' d e f } \new Staff { \transpose c cis { \music } \transpose c des { \music } }
\transpose
può essere usato anche in un altro modo, ovvero
per inserire note scritte per uno strumento traspositore. Gli esempi
precedenti mostrano come inserire altezze in Do (o intonazione reale)
e mostrare le note di uno strumento traspositore, ma è possibile anche
il contrario: per esempio, se da un insieme di parti strumentali
si volesse ricavare una partitura per il direttore. Così, per inserire
la parte per una tromba in Si bemolle che inizia con un Mi (intonazione reale
Re), si può scrivere:
musicInBflat = { e4 … } \transpose c bes, \musicInBflat
Per stampare questa musica in Fa (ad esempio per riarrangiarla per corno) si
può avvolgere la musica esistente in un altro \transpose
:
musicInBflat = { e4 … } \transpose f c' { \transpose c bes, \musicInBflat }
Per maggiori informazioni sugli strumenti traspositori, si veda Trasporto strumentale.
Frammenti di codice selezionati
Trasposizione delle altezze con numero minimo di alterazioni
Questo esempio usa del codice Scheme per imporre delle modifiche enarmoniche alle note che permettano di avere il numero minimo di alterazioni. In questo caso si applica la seguente regola:
Le doppie alterazioni devono essere eliminate
Si diesis -> Do
Mi diesis -> Fa
Do bemolle -> Si
Fa bemolle -> Mi
In questo modo vengono scelti i suoni enarmonici più semplici.
#(define (naturalize-pitch p) (let ((o (ly:pitch-octave p)) (a (* 4 (ly:pitch-alteration p))) ;; alteration, a, in quarter tone steps, ;; for historical reasons (n (ly:pitch-notename p))) (cond ((and (> a 1) (or (eqv? n 6) (eqv? n 2))) (set! a (- a 2)) (set! n (+ n 1))) ((and (< a -1) (or (eqv? n 0) (eqv? n 3))) (set! a (+ a 2)) (set! n (- n 1)))) (cond ((> a 2) (set! a (- a 4)) (set! n (+ n 1))) ((< a -2) (set! a (+ a 4)) (set! n (- n 1)))) (if (< n 0) (begin (set! o (- o 1)) (set! n (+ n 7)))) (if (> n 6) (begin (set! o (+ o 1)) (set! n (- n 7)))) (ly:make-pitch o n (/ a 4)))) #(define (naturalize music) (let ((es (ly:music-property music 'elements)) (e (ly:music-property music 'element)) (p (ly:music-property music 'pitch))) (if (pair? es) (ly:music-set-property! music 'elements (map naturalize es))) (if (ly:music? e) (ly:music-set-property! music 'element (naturalize e))) (if (ly:pitch? p) (begin (set! p (naturalize-pitch p)) (ly:music-set-property! music 'pitch p))) music)) naturalizeMusic = #(define-music-function (m) (ly:music?) (naturalize m)) music = \relative c' { c4 d e g } \score { \new Staff { \transpose c ais { \music } \naturalizeMusic \transpose c ais { \music } \transpose c deses { \music } \naturalizeMusic \transpose c deses { \music } } \layout { } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Trasporto strumentale, Inversione, Trasposizioni modali, Ottava relativa, Retrogradazione.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: TransposedMusic.
Problemi noti e avvertimenti
La conversione relativa non avrà effetto sulle sezioni \transpose
,
\chordmode
e \relative
comprese all’interno di un
blocco \relative
. Per usare la modalità relativa all’interno
di musica trasposta, occorre inserire un ulteriore blocco \relative
all’interno di \transpose
.
Il comando \transpose
impedisce di stampare le alterazioni triple. Le
sostituisce con un’altezza ‘enarmonicamente equivalente’ (per esempio,
Re bemolle al posto di Mi triplo bemolle).
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Inversione
Un’espressione musicale può essere invertita e trasposta in una singola operazione con:
\inversion altezza-di-riferimento altezza-di-arrivo espressione_musicale
L’espressione_musicale
viene invertita intervallo per intervallo
intorno all’altezza-di-riferimento
e poi trasposta in modo che
ci sia una corrispondenza tra altezza-di-riferimento
e
altezza-di-arrivo
.
music = \relative { c' d e f } \new Staff { \music \inversion d' d' \music \inversion d' ees' \music }
Nota: I motivi da invertire devono essere scritti in forma assoluta
oppure devono essere prima convertiti in forma assoluta racchiudendoli
in un blocco \relative
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Trasposizioni modali, Retrogradazione, Trasposizione.
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Retrogradazione
Un’espressione musicale può essere invertita in modo da produrre il proprio retrogrado:
music = \relative { c'8. ees16( fis8. a16 b8.) gis16 f8. d16 } \new Staff { \music \retrograde \music }
Problemi noti e avvertimenti
\retrograde
è uno strumento piuttosto semplice. Dato che molti eventi
sono ‘riflessi’ (come in uno specchio) invece che scambiati, le modifiche
manuali e i modificatori direzionali per gli estensori di apertura devono essere
aggiunti ai corrispondenti estensori di chiusura: ^(
deve essere terminato
da ^)
, ogni \<
o \cresc
deve essere terminato da \!
o \endcr
, ogni \>
o \decr
deve essere terminato da
\enddecr
. Comandi e modifiche che cambiano le proprietà con un effetto
duraturo causeranno facilmente delle sorprese.
Vedi anche
Guida alla notazione: Inversione, Trasposizioni modali, Trasposizione.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Trasposizioni modali
In una composizione musicale basata su una scala, un motivo viene frequentemente trasportato in differenti modi. Può essere trasposto per iniziare in punti diversi della scala o può essere invertito rispetto a un punto cardine della scala. Può anche essere rovesciato per produrre il retrogrado, si veda Retrogradazione.
Nota: Le note che non si trovano all’interno della scala definita non vengono trasformate.
Trasposizione modale
Un motivo può essere trasposto entro una certa scala con:
\modalTranspose altezza-di-partenza altezza-di-arrivo scala motif
Le note di motif vengono spostate, se all’interno della scala, del numero di gradi della scala dati dall’intervallo tra altezza-di-arrivo e altezza-di-partenza:
diatonicScale = \relative { c' d e f g a b } motif = \relative { c'8 d e f g a b c } \new Staff { \motif \modalTranspose c f \diatonicScale \motif \modalTranspose c b, \diatonicScale \motif }
È possibile indicare una scala ascendente di qualsiasi lunghezza e con qualsiasi intervallo:
pentatonicScale = \relative { ges aes bes des ees } motif = \relative { ees'8 des ges,4 <ges' bes,> <ges bes,> } \new Staff { \motif \modalTranspose ges ees' \pentatonicScale \motif }
Se usato con una scala cromatica, \modalTranspose
ha un
effetto simile a \transpose
, con in più la possibilità
di specificare i nomi delle note da usare:
chromaticScale = \relative { c' cis d dis e f fis g gis a ais b } motif = \relative { c'8 d e f g a b c } \new Staff { \motif \transpose c f \motif \modalTranspose c f \chromaticScale \motif }
Inversione modale
Una sequenza di note può essere invertita all’interno di una data scala intorno a una determinata nota cardine e quindi trasposto, in un’unica operazione, con:
\modalInversion altezza-cardine altezza-di-arrivo scala motif
Le note di motif vengono spostate dello stesso numero di gradi dalla nota dell’altezza-cardine all’interno della scala, ma nella direzione opposta, e il risultato viene poi spostato all’interno della scala per il numero di gradi dato dall’intervallo tra altezza-di-arrivo e altezza-cardine.
Dunque, per invertire intorno a una particolare nota della scala, è necessario usare il medesimo valore per altezza-cardine e altezza-di-arrivo:
octatonicScale = \relative { ees' f fis gis a b c d } motif = \relative { c'8. ees16 fis8. a16 b8. gis16 f8. d16 } \new Staff { \motif \modalInversion fis' fis' \octatonicScale \motif }
Per invertire intorno a una nota cardine posta tra altre due note, si inverte intorno a una della note e poi si traspone di un grado della scala. Le due note specificate possono essere interpretate come parentesi del punto cardine:
scale = \relative { c' g' } motive = \relative { c' c g' c, } \new Staff { \motive \modalInversion c' g' \scale \motive }
L’operazione combinata di inversione e retrogradazione produce la retrogradazione inversa:
octatonicScale = \relative { ees' f fis gis a b c d } motif = \relative { c'8. ees16 fis8. a16 b8. gis16 f8. d16 } \new Staff { \motif \retrograde \modalInversion c' c' \octatonicScale \motif }
Vedi anche
Guida alla notazione: Inversione, Retrogradazione, Trasposizione.
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1.1.3 Aspetto delle altezze
Questa sezione tratta il modo di modificare l’aspetto delle altezze delle note.
Chiave | ||
Armatura di chiave | ||
Segni di ottavazione | ||
Trasporto strumentale | ||
Alterazioni automatiche | ||
Glifi di alterazione alternativi | ||
Ambitus |
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Chiave
Senza un comando esplicito, la chiave predefinita in LilyPond è la chiave di violino (o di Sol).
c'2 c'
Per cambiare la chiave si usa il comando \clef
seguito dal nome della
chiave. In tutti gli esempi seguenti viene mostrato il Do centrale.
\clef treble c'2 c' \clef alto c'2 c' \clef tenor c'2 c' \clef bass c'2 c'
L’elenco completo di tutti i nomi di chiave possibili si trova in Stili della chiave. Chiavi speciali, come quelle usate nella musica antica, sono descritte in Chiavi mensurali e Chiavi gregoriane. La musica che utilizza le chiavi dell’intavolatura è discussa in Intavolature predefinite e Intavolature personalizzate.
Per mischiare le chiavi quando si usano le notine, leggere come si usano i
comandi \cueClef
e \cueDuringWithClef
descritti in
Formattazione delle notine.
Aggiungendo _8
o ^8
al nome della chiave, la sua
adozione comporta il trasporto all’ottava rispettivamente inferiore o
superiore, mentre _15
e ^15
traspongono di due ottave.
È possibile usare altri numeri interi, se necessario. I nomi di chiave
contenenti caratteri non alfabetici devono essere racchiusi tra virgolette
\clef treble c'2 c' \clef "treble_8" c'2 c' \clef "bass^15" c'2 c' \clef "alto_2" c'2 c' \clef "G_8" c'2 c' \clef "F^5" c'2 c'
L’ottavazione opzionale si può ottenere racchiudendo l’argomento numerico tra parentesi tonde o quadre:
\clef "treble_(8)" c'2 c' \clef "bass^[15]" c'2 c'
Le altezze vengono mostrate come se l’argomento numerico fosse inserito senza parentesi.
Se c’è un cambio di chiave quando si interrompe la linea, il simbolo della nuova chiave viene ripetuto alla fine della linea precedente, come chiave di avviso, e all’inizio di quella successiva. Tale chiave di precauzione può essere soppressa.
\clef treble { c'2 c' } \break \clef bass { c'2 c' } \break \clef alto \set Staff.explicitClefVisibility = #end-of-line-invisible { c'2 c' } \break \unset Staff.explicitClefVisibility \clef bass { c'2 c' } \break
Una chiave che è già stata visualizzata non viene ristampata se viene
ripetuto lo stesso comando \clef
e verrà quindi ignorata.
Si può cambiare tale comportamento predefinito col comando
\set Staff.forceClef = ##t
.
\clef treble c'1 \clef treble c'1 \set Staff.forceClef = ##t c'1 \clef treble c'1
Per essere più precisi, non è proprio il comando \clef
a stampare
la chiave. Questo comando imposta o cambia una proprietà dell’incisore
Clef_engraver
, cui spetta la decisione se stampare o meno una chiave
nel rigo attuale. La proprietà forceClef
scavalca questa decisione
localmente in modo da ristampare la chiave una volta.
Quando c’è un cambio di chiave manuale, il glifo della chiave cambiata sarà più piccolo del normale. Tale comportamento può essere modificato.
\clef "treble" c'1 \clef "bass" c'1 \clef "treble" c'1 \override Staff.Clef.full-size-change = ##t \clef "bass" c'1 \clef "treble" c'1 \revert Staff.Clef.full-size-change \clef "bass" c'1 \clef "treble" c'1
Frammenti di codice selezionati
Modifiche manuali della proprietà della chiave
Cambiando il glifo della chiave, la sua posizione o l’ottavazione non
cambia la posizione delle note successive nel rigo. Per far sì che
le armature di chiave si trovino sulle linee del rigo corrette, bisogna
specificare anche middleCPosition
, con valori positivi o negativi
che spostano il Do centrale
rispettivamente su o giù in senso
relativo alla linea centrale del rigo.
Per esempio, \clef "treble_8"
equivale a impostare
clefGlyph
, clefPosition
(che regola la posizione
verticale della chiave), middleCPosition
e
clefTransposition
. Viene stampata una chiave quando cambia una
di queste proprietà, eccetto middleCPosition
.
Gli esempi seguenti mostrano le possibilità date dall’impostazione manuale di tali proprietà. Sulla prima linea le modifiche manuali preservano il posizionamento relativo standard di chiavi e note, mentre sulla seconda linea non lo fanno.
{ % The default treble clef \key f \major c'1 % The standard bass clef \set Staff.clefGlyph = #"clefs.F" \set Staff.clefPosition = #2 \set Staff.middleCPosition = #6 \set Staff.middleCClefPosition = #6 \key g \major c'1 % The baritone clef \set Staff.clefGlyph = #"clefs.C" \set Staff.clefPosition = #4 \set Staff.middleCPosition = #4 \set Staff.middleCClefPosition = #4 \key f \major c'1 % The standard choral tenor clef \set Staff.clefGlyph = #"clefs.G" \set Staff.clefPosition = #-2 \set Staff.clefTransposition = #-7 \set Staff.middleCPosition = #1 \set Staff.middleCClefPosition = #1 \key f \major c'1 % A non-standard clef \set Staff.clefPosition = #0 \set Staff.clefTransposition = #0 \set Staff.middleCPosition = #-4 \set Staff.middleCClefPosition = #-4 \key g \major c'1 \break % The following clef changes do not preserve % the normal relationship between notes, key signatures % and clefs: \set Staff.clefGlyph = #"clefs.F" \set Staff.clefPosition = #2 c'1 \set Staff.clefGlyph = #"clefs.G" c'1 \set Staff.clefGlyph = #"clefs.C" c'1 \set Staff.clefTransposition = #7 c'1 \set Staff.clefTransposition = #0 \set Staff.clefPosition = #0 c'1 % Return to the normal clef: \set Staff.middleCPosition = #0 c'1 }
Vedi anche
Guida alla notazione: Chiavi mensurali, Chiavi gregoriane, Intavolature predefinite, Intavolature personalizzate, Formattazione delle notine.
File installati: ‘scm/parser-clef.scm’.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Clef_engraver, Clef, ClefModifier, clef-interface.
Problemi noti e avvertimenti
I numeri di ottavazione assegnati alle chiavi sono trattati come oggetti grafici
separati. Quindi qualsiasi \override
all’oggetto Clef dovrà essere
applicato, con un altro \override
, all’oggetto ClefModifier.
\new Staff \with { \override Clef.color = #(universal-color 'blue) \override ClefModifier.color = #(universal-color 'vermillion) } \clef "treble_8" c'4
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Armatura di chiave
Nota: I nuovi utenti sono talvolta confusi dalla gestione delle
alterazioni e delle armature di chiave. In LilyPond i nomi delle
note costituiscono l’input grezzo; le armature e le chiavi determinano
come questo venga mostrato. Una nota non alterata come c
significa ‘Do naturale’, indipendentemente dall’armatura o dalla
chiave. Per maggiori informazioni si veda
Altezze e armature di chiave.
L’armatura di chiave indica la tonalità di un brano. È costituita da un insieme di alterazioni (bemolle o diesis) all’inizio del rigo. L’armatura di chiave può essere modificata:
\key altezza modo
modo
deve essere \major
o \minor
per ottenere rispettivamente un’armatura di altezza
-maggiore o
altezza
-minore. È anche possibile usare i nomi tradizionali
dei modi, chiamati anche modi ecclesiastici:
\ionian
, \dorian
, \phrygian
, \lydian
,
\mixolydian
, \aeolian
e \locrian
.
\relative { \key g \major fis''1 f fis }
Si possono definire ulteriori modi elencando le alterazioni per ogni grado della scala quando il modo inizia col Do.
freygish = #`((0 . ,NATURAL) (1 . ,FLAT) (2 . ,NATURAL) (3 . ,NATURAL) (4 . ,NATURAL) (5 . ,FLAT) (6 . ,FLAT)) \relative { \key c \freygish c'4 des e f \bar "||" \key d \freygish d es fis g }
Le alterazioni dell’armatura di chiave possono essere collocate in
posizioni diverse da quelle tradizionali o anche in più di un’ottava, usando
le proprietà flat-positions
e sharp-positions
di KeySignature
. I valori di queste proprietà specificano
l’estensione delle posizioni del rigo in cui potranno comparire
le alterazioni. Se viene specificata una sola posizione, le
alterazioni vengono collocate entro l’ottava che finisce in quella
posizione del rigo.
\override Staff.KeySignature.flat-positions = #'((-5 . 5)) \override Staff.KeyCancellation.flat-positions = #'((-5 . 5)) \clef bass \key es \major es g bes d' \clef treble \bar "||" \key es \major es' g' bes' d'' \override Staff.KeySignature.sharp-positions = #'(2) \bar "||" \key b \major b' fis' b'2
Frammenti di codice selezionati
Impedire l’inserimento dei segni di bequadro quando cambia l’armatura di chiave
Quando l’armatura di chiave cambia, vengono inseriti automaticamente i
segni di bequadro per annulare le alterazioni di precedenti armature. Si
può evitare questo comportamento impostando su f
(falso) la proprietà
printKeyCancellation
nel contesto Staff
.
\relative c' { \key d \major a4 b cis d \key g \minor a4 bes c d \set Staff.printKeyCancellation = ##f \key d \major a4 b cis d \key g \minor a4 bes c d }
Armature di chiave non tradizionali
Il comando \key
comunemente usato imposta la proprietà
keyAlterations
del contesto Staff
.
Per creare armature di chiave non standard, tale proprietà va
impostata esplicitamente.
Il formato di questo comando è una lista:
\set Staff.keyAlterations = #`(((ottava . grado) . alterazione) ((ottava
. grado) . alterazione) ...)
dove, per ogni elemento della lista, ottava
indica l’ottava (0 è
l’ottava dal Do centrale al Si precedente), grado
indica la nota
all’interno dell’ottava (0 significa Do e 6 significa Si) e alterazione
può essere ,SHARP ,FLAT ,DOUBLE-SHARP
etc.
Altrimenti, usando il formato breve per ogni elemento della lista,
(grado . alterazione)
, ciò indica che la stessa alterazione deve
essere presente in tutte le ottave. Per le scale microtonalidove un
“diesis” non è 100 centesimi, alterazione
si riferisce alla
proporzione di un duecentesimo di tono intero.
\include "arabic.ly" \relative do' { \set Staff.keyAlterations = #`((0 . ,SEMI-FLAT) (1 . ,SEMI-FLAT) (2 . ,FLAT) (5 . ,FLAT) (6 . ,SEMI-FLAT)) %\set Staff.extraNatural = ##f re reb \dwn reb resd dod dob dosd \dwn dob | dobsb dodsd do do | }
Vedi anche
Glossario musicale: church mode, scordatura.
Manuale di apprendimento: Altezze e armature di chiave.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: KeyChangeEvent, Key_engraver, Key_performer, KeyCancellation, KeySignature, key-signature-interface.
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Segni di ottavazione
I segni di ottavazione introducono un’ulteriore trasposizione di ottava nel rigo:
\relative c'' { a2 b \ottava #-2 a2 b \ottava #-1 a2 b \ottava #0 a2 b \ottava #1 a2 b \ottava #2 a2 b }
Per impostazione predefinita, viene stampato solo un numero all’inizio della parentesi. Questa impostazione può essere cambiata in modo che includa un numero ordinale abbreviato, come apice o come lettere normali (le ultime venivano un tempo usate come predefinite); si può cambiare anche il peso del font grassetto predefinito, come è spiegato in Scelta del tipo di carattere e della dimensione.
L’esempio seguente mostra varie opzioni, e anche come ritornare al comportamento predefinito corrente:
\relative c'' { \ottava #1 a'2 b \ottava #2 a'2 b \bar "||" \set Staff.ottavationMarkups = #ottavation-ordinals \ottava #1 a,2 b \ottava #2 a'2 b \bar "||" \override Staff.OttavaBracket.font-series = #'medium \set Staff.ottavationMarkups = #ottavation-simple-ordinals \ottava #1 a,2 b \ottava #2 a'2 b \bar "||" \revert Staff.OttavaBracket.font-series \set Staff.ottavationMarkups = #ottavation-numbers \ottava #1 a,2 b \ottava #2 a'2 b }
Frammenti di codice selezionati
Changing ottava text
Internally, \ottava
sets the properties ottavation
(for
example, to 8va
or 8vb
) and middleCPosition
. To
override the text of the bracket, set ottavation
after invoking
\ottava
.
Short text is especially useful when a brief ottava is used.
{ c'2 \ottava #1 \set Staff.ottavation = #"8" c''2 \ottava #0 c'1 \ottava #1 \set Staff.ottavation = #"Text" c''1 }
Aggiungere un segno di ottava a una sola voce
Se il rigo ha più di una voce, l’ottavazione in una voce trasporrà
la posizione delle note in tutte le voci per la durata della parentesi
dell’ottava. Se si intende applicare l’ottavazione a una sola voce,
occorre spostare l’incisore Ottava_spanner_engraver
nel
contesto Voice
.
\layout { \context { \Staff \remove Ottava_spanner_engraver } \context { \Voice \consists Ottava_spanner_engraver } } { \clef bass << { <g d'>1~ q2 <c' e'> } \\ { r2. \ottava -1 <b,,, b,,>4 ~ | q2 \ottava 0 <c e>2 } >> }
Modificare l’inclinazione dell’estensore dell’ottava
È possibile cambiare l’inclinazione dell’estensore dell’ottava.
\relative c'' { \override Staff.OttavaBracket.stencil = #ly:line-spanner::print \override Staff.OttavaBracket.bound-details = #`((left . ((Y . 0) (attach-dir . ,LEFT) (padding . 0) (stencil-align-dir-y . ,CENTER))) (right . ((Y . 5.0) ; Change the number here (padding . 0) (attach-dir . ,RIGHT) (text . ,(make-draw-dashed-line-markup (cons 0 -1.2)))))) \override Staff.OttavaBracket.left-bound-info = #ly:horizontal-line-spanner::calc-left-bound-info-and-text \override Staff.OttavaBracket.right-bound-info = #ly:horizontal-line-spanner::calc-right-bound-info \ottava #1 c1 c'''1 }
Vedi anche
Glossario musicale: ottavazione.
Guida alla notazione: Scelta del tipo di carattere e della dimensione.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Ottava_spanner_engraver, OttavaBracket, ottava-bracket-interface.
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Trasporto strumentale
Quando si scrivono partiture che comprendono strumenti traspositori, alcune parti possono essere scritte a un’altezza diversa dall’intonazione reale. In questi casi, è necessario specificare la chiave dello strumento traspositore, altrimenti l’output MIDI e le citazioni in altre parti produrranno altezze errate. Per maggiori informazioni sulle citazioni, si veda Citare altre voci.
\transposition altezza
L’altezza da usare per \transposition
deve corrispondere al suono
effettivamente prodotto quando un c'
scritto sul rigo viene
suonato dallo strumento traspositore. Tale altezza viene inserita in
modalità assoluta; dunque, uno strumento che produce un suono reale un
tono sopra la notazione deve usare \transposition d'
.
\transposition
va usato soltanto se le altezze non
sono scritte in intonazione reale.
Ecco un frammento per violino e clarinetto in Si bemolle, le cui parti sono inserite usando le note e l’armatura di chiave che appaiono nei rispettivi righi sulla partitura del direttore. I due strumenti suonano all’unisono.
\new GrandStaff << \new Staff = "violin" \with { instrumentName = "Vln" midiInstrument = "violin" } \relative c'' { % non strettamente necessario, ma meglio ricordarlo \transposition c' \key c \major g4( c8) r c r c4 } \new Staff = "clarinet" \with { instrumentName = \markup { Cl (B\flat) } midiInstrument = "clarinet" } \relative c'' { \transposition bes \key d \major a4( d8) r d r d4 } >>
\transposition
può essere modificato nel corso di un brano. Ad
esempio, un clarinettista potrebbe essere costretto a passare da un
clarinetto in La a uno in Si bemolle.
flute = \relative c'' { \key f \major \cueDuring "clarinet" #DOWN { R1 _\markup\tiny "clarinet" c4 f e d R1 _\markup\tiny "clarinet" } } clarinet = \relative c'' { \key aes \major \transposition a aes4 bes c des R1^\markup { muta in B\flat } \key g \major \transposition bes d2 g, } \addQuote "clarinet" \clarinet << \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \flute \new Staff \with { instrumentName = "Cl (A)" } \clarinet >>
Vedi anche
Glossario musicale: intonazione reale, strumento traspositore.
Guida alla notazione: Citare altre voci, Trasposizione.
Frammenti di codice: Altezze.
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Alterazioni automatiche
Esistono diverse convenzioni sul modo di scrivere le alterazioni. LilyPond ha una funzione per specificare lo stile di gestione delle alterazioni adottato. Questa funzione viene richiamata nel modo seguente:
\new Staff << \accidentalStyle voice { … } >>
La gestione delle alterazioni si applica di norma all’attuale Staff
(con
l’eccezione degli stili choral
piano
e piano-cautionary
, che sono
spiegati dopo). Questa funzione accetta un secondo argomento opzionale che
determina in quale ambito debba essere cambiato lo stile. Ad esempio, per
usare lo stesso stile in tutti i righi dell’attuale StaffGroup
, si usa:
\accidentalStyle StaffGroup.voice
Sono supportati i seguenti modi di gestire le alterazioni. Il seguente esempio mostra tutti gli stili:
musicA = { << \relative { cis''8 fis, bes4 <a cis>8 f bis4 | cis2. <c, g'>4 | } \\ \relative { ais'2 cis, | fis8 b a4 cis2 | } >> } musicB = { \clef bass \new Voice { \voiceTwo \relative { <fis a cis>8[ <fis a cis> \change Staff = up cis' cis \change Staff = down <fis, a> <fis a>] \showStaffSwitch \change Staff = up dis'4 | \change Staff = down <fis, a cis>4 gis <f a d>2 | } } } \new PianoStaff { << \new Staff = "up" { \accidentalStyle default \musicA } \new Staff = "down" { \accidentalStyle default \musicB } >> }
Si noti che le ultime linee di questo esempio possono essere sostituite dal seguente frammento, se si vuole usare lo stesso stile in entrambi i righi.
\new PianoStaff { << \new Staff = "up" { %%% change the next line as desired: \accidentalStyle Score.default \musicA } \new Staff = "down" { \musicB } >> }
-
default
-
Questo è il comportamento predefinito del compositore tipografico. Corrisponde alla pratica comunemente impiegata dal diciottesimo secolo: le alterazioni vengono ricordate fino alla fine della misura in cui si trovano, limitatamente all’ottava di appartenenza. Quindi, nell’esempio seguente non compare alcun segno di bequadro prima del
b
nella seconda misura o prima dell’ultimoc
: -
voice
-
Normalmente le alterazioni mantengono la propria validità a livello di
Staff
. Tuttavia in questo stile le alterazioni vengono gestite individualmente per ogni voce. Al di fuori di quest’aspetto, lo stile è analogo adefault
.Di conseguenza, le alterazioni relative a una voce non vengono cancellate nelle altre voci. Un risultato spesso non desiderabile: nell’esempio seguente è difficile capire se il secondo
a
sia naturale o diesis. L’opzionevoice
deve essere quindi usata solo se ogni voce è destinata a un esecutore diverso. Se la partitura deve essere letta da un unico musicista (come nel caso della partitura del direttore, o di uno spartito per pianoforte), allora è preferibile usaremodern
omodern-cautionary
. -
modern
-
Questa regola corrisponde alla pratica comune del ventesimo secolo. Omette i segni di bequadro supplementari che in passato erano di norma anteposti al diesis che segue un doppio diesis o a un bemolle che segue un doppio bemolle. La regola
modern
presenta le stesse alterazioni didefault
, con due aggiunte che servono a evitare ambiguità: i segni di annullamento delle alterazioni temporanee sono anteposti alle note sulla stessa ottava della misura successiva e alle note in ottave diverse nella stessa misura. In questo esempio, dunque, i bequadri delb
e delc
nella seconda misura del rigo superiore: -
modern-cautionary
-
Questa regola è simile a
modern
, ma le alterazioni ‘supplementari’ sono segnate come alterazioni di precauzione (con parentesi). La loro dimensione può essere cambiata attraverso la proprietàfont-size
diAccidentalCautionary
. -
modern-voice
-
Questa regola viene usata per le alterazioni su più voci destinate sia agli esecutori che suonano una singola voce sia a quelli che suonano tutte le voci. Le alterazioni sono mostrate su tutte le voci, ma sono annullate su ogni voce dello stesso rigo (
Staff
). Quindi, l’alterazione dell’a
nell’ultima misura viene annullata perché l’annullamento precedente si trovava in una voce diversa, mentre quella deld
nel rigo inferiore viene annullata a causa dell’alterazione in un’altra voce della misura precedente: -
modern-voice-cautionary
-
Questa regola è analoga a
modern-voice
, ma con le alterazioni supplementari (quelle non mostrate davoice
) segnate come alterazioni di precauzione. Tutte le alterazioni mostrate dadefault
sono mostrate con questa regola, ma alcune di esse sono indicate come alterazioni di precauzione. -
piano
-
Questa regola riflette la pratica del ventesimo secolo per la notazione per pianoforte. Il suo comportamento è molto simile allo stile
modern
, ma in questo caso le alterazioni vengono annullate in tutti i righi che si trovano nello stessoGrandStaff
oPianoStaff
, dunque tutte gli annullamenti delle note finali.È lo stile che si applica agli attuali
GrandStaff
ePianoStaff
a meno che non sia qualificato con un secondo argomento. -
piano-cautionary
-
È uguale a
piano
ma con le alterazioni supplementari mostrate come alterazioni di precauzione. -
choral
-
Questa regola è una combinazione degli stili
modern-voice
epiano
. Mostra tutte le alterazioni richieste dai cantanti che seguono solo la propria voce, e mostra anche le ulteriori alterazioni per tutti i lettori che seguono tutte le voci di un interoChoirStaff
contemporaneamente.Questo stile di alterazioni si applica al
ChoirStaff
corrente a meno che non sia qualificato con un secondo argomento. -
choral-cautionary
-
Questo stile è identico a
choral
ma con le alterazioni extra in forma di alterazioni di cortesia. -
neo-modern
-
Questa regola si riferisce a una pratica tipica della musica contemporanea: le alterazioni sono mostrate come in
modern
, ma vengono ripetute se la stessa nota appare in seguito nella stessa misura – a meno che la seconda occorrenza non segua direttamente la prima. -
neo-modern-cautionary
-
Questa regola è simile a
neo-modern
, ma le alterazioni ‘supplementari’ sono mostrate come alterazioni di precauzione (con parentesi). La loro dimensione può essere modificata attraverso la proprietàfont-size
diAccidentalCautionary
. -
neo-modern-voice
-
Questa regola viene usata per le alterazioni su più di una voce che devono essere lette sia da musicisti che suonano una singola voce sia da musicisti che suonano tutte le voci. Le alterazioni per ogni voce sono mostrate come nello stile
neo-modern
, ma vengono annullate attraverso le voci nello stesso rigo (Staff
). -
neo-modern-voice-cautionary
-
Questa regola è simile a
neo-modern-voice
, ma le alterazioni supplementari sono indicate come alterazioni di precauzione. -
dodecaphonic
-
Questa regola riflette una regola introdotta dai compositori all’inizio del ventesimo secolo nel tentativo di abolire la gerarchia tra suoni naturali e non naturali. Con questo stile, ogni nota presenta un segno di alterazione, anche i suoni naturali.
-
dodecaphonic-no-repeat
-
Come nello stile delle alterazioni dodecafonico ogni nota ha un segno di alterazione, ma le alterazioni sono soppresse per tutte le altezze ripetute immediatamente nello stesso rigo.
-
dodecaphonic-first
-
In modo analogo allo stile delle alterazioni dodecafonico ogni altezza ha un segno di alterazione, ma solo la prima volta che si incontra in una misura. Le alterazioni vengono ricordate solo per l’ottava corrente ma in tutte le voci.
-
teaching
-
Questa regola è pensata per gli studenti: permette di generare facilmente degli spartiti di scale con le alterazioni di precauzione inserite in modo automatico. Alle alterazioni, indicate come nello stile
modern
, vengono aggiunte ulteriori segni di precauzione per tutti i diesis e bemolle specificati dall’armatura di chiave, fuorché nel caso di ripetizioni immediatamente successive di una stessa nota. -
no-reset
-
È identico a
default
, ma le alterazioni mantengono la propria validità ‘per sempre’, non solo all’interno della singola misura: -
forget
-
È il contrario di
no-reset
: le alterazioni non vengono ricordate affatto – pertanto, tutte le alterazioni si riferiscono all’armatura di chiave, indipendentemente dal materiale musicale precedente.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Accidental, Accidental_engraver, GrandStaff, PianoStaff, Staff, AccidentalSuggestion, AccidentalPlacement, accidental-suggestion-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Le note simultanee non vengono considerate nell’individuazione
automatica delle alterazioni; vengono prese come riferimento solo
le note precedenti e l’armatura di chiave. Se la stessa nota
occorre simultaneamente con alterazioni diverse, può essere necessario
forzare le alterazioni con !
o ?
: ‘<f! fis!>’.
Nei finali alternativi, l’annullamento di precauzione dovrebbe basarsi sulla precedente misura eseguita, ma si basa sulla precedente misura stampata. Nell’esempio seguente il Do naturale della seconda volta non richiede il segno di bequadro:
Si può usare il seguente espediente: si definisce una funzione che
imposti localmente lo stile delle alterazioni su forget
:
forget = #(define-music-function (music) (ly:music?) #{ \accidentalStyle forget #music \accidentalStyle modern #}) { \accidentalStyle modern \time 2/4 \repeat volta 2 { c'2 } \alternative { \volta 1 { cis' } \volta 2 { \forget c' } } }
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Glifi di alterazione alternativi
I sistemi di notazione non occidentali e antici hanno le loro alterazioni.
I glifi sono regolati dalla proprietà alterationGlyphs
del
contesto Staff
e da tipi di contesto simili.
I valori predefiniti di questa proprietà sono elencati in
Gruppi di glifi di alterazione.
\layout { \context { \Staff alterationGlyphs = #alteration-vaticana-glyph-name-alist } } { ces' c' cis' }
La proprietà può essere impostata anche su una lista associativa personalizzata che associa le alterazioni ai nomi dei glifi. Le alterazioni si specificano come frazioni in toni. I glifi sono elencati in Glifi delle alterazioni.
\layout { \context { \Staff alterationGlyphs = #'((-1/2 . "accidentals.flat.arrowdown") (0 . "accidentals.natural.arrowup") (1/2 . "accidentals.sharp.arrowup")) } } { ces' c' cis' }
La proprietà padding-pairs
degli oggetti KeySignature
e
KeyCancellation
è una lista associativa che mappa coppie di
glifi al padding che deve essere aggiunto tra questi glifi nelle
armature di chiave.
\layout { \context { \Staff alterationGlyphs = #'((-1/2 . "accidentals.flat.arrowdown") (0 . "accidentals.natural.arrowup") (1/2 . "accidentals.sharp.arrowup")) \override KeySignature.padding-pairs = #'((("accidentals.sharp.arrowup" . "accidentals.sharp.arrowup") . 0.25) (("accidentals.flat.arrowdown" . "accidentals.flat.arrowdown") . 0.3)) \override KeyCancellation.padding-pairs = #'((("accidentals.natural.arrowup" . "accidentals.natural.arrowup") . 0.7)) } } { \key cis \major ces' c' \key ces \major cis' }
Vedi anche
Guida alla notazione: Gruppi di glifi di alterazione, Glifi delle alterazioni.
Guida al funzionamento interno: accidental-switch-interface, Alteration_glyph_engraver, key-signature-interface.
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Ambitus
Il termine ambitus (pl. ambitus) indica l’ambito di altezze di una determinata voce all’interno di una composizione musicale. Può indicare anche l’estensione di uno strumento musicale, ovvero l’intera gamma di suoni che può produrre. L’ambitus viene usato nelle parti vocali in modo che gli esecutori possano capire facilmente se siano adeguate alle loro possibilità.
L’ambitus viene indicato all’inizio del brano, prima della chiave iniziale. L’intervallo è individuato graficamente da due teste di nota che rappresentano l’altezza più bassa e più alta. Le alterazioni sono mostrate solo se non fanno parte dell’armatura di chiave.
\layout { \context { \Voice \consists Ambitus_engraver } } \relative { aes' c e2 cis,1 }
Frammenti di codice selezionati
Un ambitus per voce
L’ambitus può essere specificato per voce. In tal caso occorre spostarlo manualmente per evitare collisioni.
\new Staff << \new Voice \with { \consists "Ambitus_engraver" } \relative c'' { \override Ambitus.X-offset = #2.0 \voiceOne c4 a d e f1 } \new Voice \with { \consists "Ambitus_engraver" } \relative c' { \voiceTwo es4 f g as b1 } >>
Ambitus su più voci
Se si aggiunge l’incisore Ambitus_engraver
al contesto Staff
viene
creato un solo ambitus per il rigo, anche nel caso di righi che hanno più
voci.
\new Staff \with { \consists "Ambitus_engraver" } << \new Voice \relative c'' { \voiceOne c4 a d e f1 } \new Voice \relative c' { \voiceTwo es4 f g as b1 } >>
Modifica dell’intervallo dell’ambitus
È possibile cambiare le impostazioni predefinite dell’intervallo tra le teste di nota dell’ambitus e la linea che le collega.
\layout { \context { \Voice \consists "Ambitus_engraver" } } \new Staff { \time 2/4 % Default setting c'4 g'' } \new Staff { \time 2/4 \override AmbitusLine.gap = #0 c'4 g'' } \new Staff { \time 2/4 \override AmbitusLine.gap = #1 c'4 g'' } \new Staff { \time 2/4 \override AmbitusLine.gap = #1.5 c'4 g'' }
Ambitus dopo armatura di chiave
Per impostazione predefinita, gli ambitus sono posizionati a sinistra della chiave. La
funzione \ambitusAfter
permette di cambiare questo posizionamento.
La sintassi è \ambitusAfter grob-interface
(vedi
Graphical Object Interfaces per un elenco dei possibili valori per
grob-interface
.)
Un caso d’uso comune è il posizionamento dell’ambitus tra l’armatura di chiave e l’indicazione di tempo.
\new Staff \with { \consists Ambitus_engraver } \relative { \ambitusAfter key-signature \key d \major es'8 g bes cis d2 }
Vedi anche
Glossario musicale: ambitus.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Ambitus_engraver, Voice, Staff, Ambitus, AmbitusAccidental, AmbitusLine, AmbitusNoteHead, ambitus-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Le collisioni non vengono gestite in presenza di un ambitus multiplo su più di una voce.
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1.1.4 Teste di nota
Questa sezione suggerisce i modi in cui modificare la testa di una nota.
Teste di nota speciali | ||
Testa di nota con nome della nota | ||
Teste di nota a forma variabile | ||
Improvvisazione |
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Teste di nota speciali
L’aspetto delle teste delle note può essere modificato:
\relative c'' { c4 b \override NoteHead.style = #'cross c4 b \revert NoteHead.style a b \override NoteHead.style = #'harmonic a b \revert NoteHead.style c4 d e f }
L’elenco di tutti gli stili per le teste di nota è in Stili delle teste di nota.
Lo stile barrato (cross
) viene usato per rappresentare varie
intenzioni musicali. I seguenti comandi generici predefiniti modificano
la testa della nota nei contesti del rigo e dell’intavolatura e possono
essere usati per rappresentare qualsiasi significato musicale:
\relative { c''4 b \xNotesOn a b c4 b \xNotesOff c4 d }
Questo comando può essere usato all’interno e all’esterno degli accordi per generare teste barrate sia nel contesto del rigo che in quello dell’intavolatura:
\relative { c''4 b \xNote { e f } c b < g \xNote c f > b }
Potete utilizzare, al posto di \xNote
, \xNotesOn
e
\xNotesOff
, i comandi \deadNote
, \deadNotesOn
e
\deadNotesOff
. Il termine dead note è di uso comune
tra i chitarristi.
Esiste anche una scorciatoia simile per le forme a diamante:
\relative c'' { <c f\harmonic>2 <d a'\harmonic>4 <c g'\harmonic> f\harmonic }
Comandi predefiniti
\harmonic
,
\xNotesOn
,
\xNotesOff
,
\xNote
.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida alla notazione: Stili delle teste di nota, Note in un accordo, Indicazione di armonici e note smorzate.
Guida al funzionamento interno: note-event, Note_heads_engraver, Ledger_line_engraver, NoteHead, LedgerLineSpanner, note-head-interface, ledger-line-spanner-interface.
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Testa di nota con nome della nota
La nota ‘easy play’ inserisce il nome della nota dentro la testa. Viene usata nella musica per principianti. Per rendere le lettere leggibili, occorrerebbe usare un carattere più grande. A questo proposito si veda Impostare la dimensione del rigo.
#(set-global-staff-size 26) \relative c' { \easyHeadsOn c2 e4 f g1 \easyHeadsOff c,1 }
Comandi predefiniti
\easyHeadsOn
,
\easyHeadsOff
.
Frammenti di codice selezionati
Numeri dentro le teste di nota
Le teste di nota con nome della nota usano la proprietà note-names
dell’oggetto NoteHead
per determinare cosa appaia
all’interno della testa. È possibile sovrascrivere questa proprietà
e mostrare numeri corrispondenti ai gradi della scala.
Si può creare un semplice incisore che faccia questo per ogni oggetto testa di nota che incontra.
#(define Ez_numbers_engraver (make-engraver (acknowledgers ((note-head-interface engraver grob source-engraver) (let* ((context (ly:translator-context engraver)) (tonic-pitch (ly:context-property context 'tonic)) (tonic-name (ly:pitch-notename tonic-pitch)) (grob-pitch (ly:event-property (event-cause grob) 'pitch)) (grob-name (ly:pitch-notename grob-pitch)) (delta (modulo (- grob-name tonic-name) 7)) (note-names (make-vector 7 (number->string (1+ delta))))) (ly:grob-set-property! grob 'note-names note-names)))))) #(set-global-staff-size 26) \layout { ragged-right = ##t \context { \Voice \consists \Ez_numbers_engraver } } \relative c' { \easyHeadsOn c4 d e f g4 a b c \break \key a \major a,4 b cis d e4 fis gis a \break \key d \dorian d,4 e f g a4 b c d }
Vedi anche
Guida alla notazione: Impostare la dimensione del rigo.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: note-event, Note_heads_engraver, NoteHead, note-head-interface.
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Teste di nota a forma variabile
In alcune notazioni, la forma della testa della nota corrisponde alla funzione armonica di una nota nella scala. Questa notazione era comune nei canzonieri americani del diciannovesimo secolo. Gli stili possibili sono Sacred Harp, Southern Harmony, Funk (Harmonia Sacra), Walker e Aiken (Christian Harmony):
\relative c'' { \aikenHeads c, d e f g2 a b1 c \break \aikenThinHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \sacredHarpHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \southernHarmonyHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \funkHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \walkerHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break }
Le forme variano in base al grado della scala; la
scala è determinata dal comando \key
. Se si scrive in
tonalità minore, il grado della scala può essere determinato
in base alla relativa maggiore:
\relative c'' { \key a \minor \aikenHeads a b c d e2 f g1 a \break \aikenHeadsMinor a,4 b c d e2 f g1 a \break \aikenThinHeadsMinor a,4 b c d e2 f g1 a \break \sacredHarpHeadsMinor a,2 b c d \break \southernHarmonyHeadsMinor a2 b c d \break \funkHeadsMinor a2 b c d \break \walkerHeadsMinor a2 b c d \break }
Comandi predefiniti
\aikenHeads
,
\aikenHeadsMinor
,
\aikenThinHeads
,
\aikenThinHeadsMinor
,
\funkHeads
,
\funkHeadsMinor
,
\sacredHarpHeads
,
\sacredHarpHeadsMinor
,
\southernHarmonyHeads
,
\southernHarmonyHeadsMinor
,
\walkerHeads
,
\walkerHeadsMinor
.
Frammenti di codice selezionati
Teste di nota Aiken variante sottile
Le teste di nota Aiken bianche sono più difficili da leggere a dimensioni del rigo più piccole, specialmente coi tagli addizionali. Perdendo lo spazio bianco interno le fa apparire come note di un quarto.
\score { { \aikenHeads c''2 a' c' a % Switch to thin-variant noteheads \set shapeNoteStyles = ##(doThin reThin miThin faThin sol laThin tiThin) c'' a' c' a } }
Applicazione degli stili delle teste di nota in base al grado della scala
La proprietà shapeNoteStyles
può essere usata per definire vari
stili di teste di nota per ogni grado della scala (definita dall’armatura
di chiave o dalla proprietà tonic
). Questa proprietà richiede un
insieme di simboli, che può essere puramente arbitrario (sono permesse
espressioni geometriche come triangle
, cross
e xcircle
)
o basato sull’antica tradizione tipografica americana (sono consentiti
anche alcuni nomi di nota latini).
Detto questo, per imitare gli antichi canzionieri americani, ci sono vari
stili predefiniti disponibili attraverso dei comodi comandi come
\aikenHeads
o \sacredHarpHeads
.
Questo esempio mostra modi diversi di ottenere teste di nota di varie forme e illustra la possibilità di trasporre una melodia senza perdere la corrispondenza tra le funzioni armoniche e gli stili delle teste.
fragment = { \key c \major c2 d e2 f g2 a b2 c } \new Staff { \transpose c d \relative c' { \set shapeNoteStyles = ##(do re mi fa #f la ti) \fragment } \break \relative c' { \set shapeNoteStyles = ##(cross triangle fa #f mensural xcircle diamond) \fragment } }
La lista completa di tutti gli stili delle teste si trova in Stili delle teste di nota.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida alla notazione: Stili delle teste di nota.
Guida al funzionamento interno: note-event, Note_heads_engraver, NoteHead, note-head-interface.
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Improvvisazione
L’improvvisazione viene talvolta indicata con teste tagliate: l’esecutore può scegliere qualsiasi nota ma deve seguire il ritmo indicato. Si possono creare queste teste:
\new Voice \with { \consists Pitch_squash_engraver } \relative { e''8 e g a a16( bes) a8 g \improvisationOn e8 ~ 2 ~ 8 f4 f8 ~ 2 \improvisationOff a16( bes) a8 g e }
Comandi predefiniti
\improvisationOn
,
\improvisationOff
.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Pitch_squash_engraver, Voice, RhythmicStaff.
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1.2 Ritmi
Questa sezione tratta i ritmi, le pause, le durate, la disposizione delle travature e le battute.
1.2.1 Inserimento delle durate | ||
1.2.2 Inserimento delle pause | ||
1.2.3 Aspetto dei ritmi | ||
1.2.4 Travature | ||
1.2.5 Battute | ||
1.2.6 Questioni ritmiche particolari |
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1.2.1 Inserimento delle durate
Durata | ||
Gruppi irregolari | ||
Scalare le durate | ||
Legature di valore |
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Durata
Le durate delle note si inseriscono usando numeri e punti. Il numero è basato
sul valore reciproco della lunghezza della nota. Per esempio, una nota di un
quarto si indica col valore numerico di 4
perché il suo valore è 1/4,
mentre una minima si indica col 2
, la croma con l’8
e così via.
La minor durata esprimibile per una nota indipendente è di 128
; è
possibile inserire anche valori inferiori, ma solo all’interno di travature.
Vedi anche Travature.
Per le note più lunghe di un intero si usano i comandi \longa
(due volte
una breve) e \breve
. Solo nella notazione per musica antica è possibile
specificare una nota che dura quattro volte una breve, attraverso il comando
\maxima
. Vedi Notazione antica.
\relative { \time 8/1 c''\longa c\breve c1 c2 c4 c8 c16 c32 c64 c128 c128 }
Ecco gli stessi valori con la disposizione automatica delle travature disabilitata.
\relative { \time 8/1 \autoBeamOff c''\longa c\breve c1 c2 c4 c8 c16 c32 c64 c128 c128 }
Le durate isolate, ovvero le durate prive di altezza, in una sequenza musicale prenderanno la loro altezza dalla nota o accordo precedenti.
\relative { a' a a2 a a4 a a1 a }
Le durate isolate prendono l’altezza dalla nota o accordo precedenti.
\relative { \time 8/1 c'' \longa \breve 1 2 4 8 16 32 64 128 128 }
Le altezze isolate, ovvero le altezze prive di durata, in una sequenza musicale
prenderanno la loro durata dalla nota o accordo precedenti. Se non c’è alcuna
durata precedente, il valore predefinito è sempre 4
, una nota di
un quarto.
\relative { a' a a2 a a4 a a1 a }
Inserire un punto (.
) dopo la durata per ottenere note “puntate”. Le
figure con doppio punto si indicano aggiungendo due punti, e così via.
\relative { a'4 b c4. b8 a4. b4.. c8. }
Per evitare collisioni con le linee del rigo, di norma i punti delle note sono spostati in su. Tuttavia all’interno di passaggi polifonici possono essere posizionati manualmente, sopra o sotto il rigo a seconda delle necessità. Vedi Direzione e posizionamento.
Alcune durate non possono essere rappresentate usando solo durate e punti ma soltanto tramite legature di valore tra due o più note. Vedi Legature di valore.
Per sapere come specificare durate che allineino le sillabe del testo alle note, si veda Musica vocale.
Le note possono essere distanziate in modo proporzionale alla loro durata. Vedi Notazione proporzionale.
Comandi predefiniti
\autoBeamOn
,
\autoBeamOff
,
\dotsUp
,
\dotsDown
,
\dotsNeutral
.
Frammenti di codice selezionati
Note brevi alternative
Le note brevi sono disponibili anche con due linee verticali su ciascun lato della testa invece di una sola e in stile barocco.
\relative c'' { \time 4/2 c\breve | \override Staff.NoteHead.style = #'altdefault b\breve \override Staff.NoteHead.style = #'baroque b\breve \revert Staff.NoteHead.style a\breve }
Modifica del numero di punti di aumentazione per nota
Il numero di punti di aumentazione su una singola nota può essere modificato in modo indipendente dai punti posizionati dopo la nota.
\relative c' { c4.. a16 r2 | \override Dots.dot-count = #4 c4.. a16 r2 | \override Dots.dot-count = #0 c4.. a16 r2 | \revert Dots.dot-count c4.. a16 r2 | }
Vedi anche
Glossario musicale: breve, longa, maxima, durata, Nomi di durata delle note e delle pause.
Guida alla notazione: Travature, Legature di valore, Gambi, Inserimento delle durate, Inserimento delle pause, Musica vocale, Notazione antica, Notazione proporzionale.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Dots, DotColumn.
Problemi noti e avvertimenti
Non c’è un limite massimo o minimo alla durata di una pausa, ma è
il numero dei glifi ad essere limitato, dunque si possono indicare
pause comprese tra 128
e \maxima
.
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Gruppi irregolari
I gruppi irregolari sono costituiti da un’espressione musicale
introdotta dal comando \tuplet
, che moltiplica la velocità
dell’espressione musicale per una frazione:
\tuplet frazione { musica }
Il numeratore della frazione apparirà sopra o sotto le note; eventualmente, con l’aggiunta opzionale di una parentesi quadra. Il gruppo irregolare più comune è la terzina, in cui 3 note hanno la durata di 2:
\relative { a'2 \tuplet 3/2 { b4 b b } c4 c \tuplet 3/2 { b4 a g } }
In caso di lunghi passaggi di gruppi irregolari, dover scrivere
un comando \tuplet
per ogni gruppo è scomodo. È possibile
specificare direttamente la durata di un gruppo irregolare prima
della musica per far sì che i gruppi siano suddivisi automaticamente:
\relative { g'2 r8 \tuplet 3/2 8 { cis16 d e e f g g f e } }
Le parentesi dei gruppi irregolari si possono posizionare manualmente sopra o sotto il rigo:
\relative { \tupletUp \tuplet 3/2 { c''8 d e } \tupletNeutral \tuplet 3/2 { c8 d e } \tupletDown \tuplet 3/2 { f,8 g a } \tupletNeutral \tuplet 3/2 { f8 g a } }
È possibile annidare i gruppi irregolari:
\relative { \autoBeamOff c''4 \tuplet 5/4 { f8 e f \tuplet 3/2 { e[ f g] } } f4 }
La modifica di gruppi irregolari annidati che iniziano simultaneamente
richiede l’uso di \tweak
.
Per modificare la durata delle note senza che appaia la parentesi quadra del gruppo irregolare, si veda Scalare le durate.
Comandi predefiniti
\tupletUp
,
\tupletDown
,
\tupletNeutral
.
Frammenti di codice selezionati
Inserire vari gruppi irregolari usando una sola volta il comando tuplet
La proprietà tupletSpannerDuration
imposta la durata di ognuno dei
gruppi irregolari compresi tra parentesi dopo il comando \tuplet
.
In questo modo si possono inserire molti gruppi irregolari consecutivi
all’interno di una singola espressione \tuplet
, risparmiando così
tempo e spazio.
Ci sono vari modi per impostare tupletSpannerDuration
. Il
comando \tupletSpan
la imposta su una certa durata e poi
la annulla quando invece di una durata viene specificato
\default
. Altrimenti si può usare un argomento
opzionale con \tuplet
.
\relative c' { \time 2/4 \tupletSpan 4 \tuplet 3/2 { c8^"\\tupletSpan 4" c c c c c } \tupletSpan \default \tuplet 3/2 { c8^"\\tupletSpan \\default" c c c c c } \tuplet 3/2 4 { c8^"\\tuplet 3/2 4 {...}" c c c c c } }
Modifica del numero del gruppo irregolare
Di norma compare sulla parentesi del gruppo irregolare solo il
numeratore del numero del gruppo irregolare, ovvero il numeratore
dell’argomento del comando \tuplet
. Ma è possibile
mostrare la frazione num:den del numero del gruppo irregolare
oppure nascondere del tutto il numero.
\relative c'' { \tuplet 3/2 { c8 c c } \tuplet 3/2 { c8 c c } \override TupletNumber.text = #tuplet-number::calc-fraction-text \tuplet 3/2 { c8 c c } \omit TupletNumber \tuplet 3/2 { c8 c c } }
Numeri non predefiniti per i gruppi irregolari
LilyPond fornisce anche funzioni di formattazione che permettono di creare numeri di gruppi irregolari diversi dalla frazione vera e propria, così come di aggiungere un valore di nota al numero o alla frazione di un gruppo irregolare.
\relative c'' { \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::non-default-tuplet-denominator-text 7) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::non-default-tuplet-fraction-text 12 7) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::append-note-wrapper (tuplet-number::non-default-tuplet-fraction-text 12 7) (ly:make-duration 3 0)) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::append-note-wrapper tuplet-number::calc-denominator-text (ly:make-duration 2 0)) \tuplet 3/2 { c8 c8 c8 c8 c8 c8 } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::append-note-wrapper tuplet-number::calc-fraction-text (ly:make-duration 2 0)) \tuplet 3/2 { c8 c8 c8 c8 c8 c8 } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::fraction-with-notes (ly:make-duration 2 1) (ly:make-duration 3 0)) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::non-default-fraction-with-notes 12 (ly:make-duration 3 0) 4 (ly:make-duration 2 0)) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } }
Controllare la visibilità della parentesi del gruppo irregolare
Il comportamento predefinito relativo alla visibilità della parentesi quadra del gruppo irregolare è di mostrare una parentesi a meno che non ci sia una travatura della stessa lunghezza del gruppo.
Per controllare la visibilità di tale parentesi, si imposta la proprietà
'bracket-visibility
su #t
(mostra sempre la parentesi),
#'if-no-beam
(mostra la parentesi solo se non c’è una travatura,
che è il comportamento predefinito) o #f
(non mostrare mai la parentesi).
L’ultima opzione equivale a omettere l’oggetto @code{TupletBracket}
dall’output.
music = \relative c'' { \tuplet 3/2 { c16[ d e } f8] \tuplet 3/2 { c8 d e } \tuplet 3/2 { c4 d e } } \new Voice { \relative c' { \override Score.TextMark.non-musical = ##f \textMark "default" \music \override TupletBracket.bracket-visibility = #'if-no-beam \textMark \markup \typewriter "'if-no-beam" \music \override TupletBracket.bracket-visibility = ##t \textMark \markup \typewriter "#t" \music \override TupletBracket.bracket-visibility = ##f \textMark \markup \typewriter "#f" \music \omit TupletBracket \textMark \markup \typewriter "omit" \music } }
Consentire l’interruzione del rigo all’interno di gruppi irregolari con travature
Questo esempio artificioso mostra come permettere interruzioni del rigo sia manuali che automatiche all’interno di un gruppo irregolare con travature. Si noti che le travature di questi gruppi irregolari fuori dal ritmo devono essere disposte manualmente.
\layout { \context { \Voice % Permit line breaks within tuplets \remove "Forbid_line_break_engraver" % Allow beams to be broken at line breaks \override Beam.breakable = ##t } } \relative c'' { a8 \repeat unfold 5 { \tuplet 3/2 { c[ b a] } } % Insert a manual line break within a tuplet \tuplet 3/2 { c[ b \bar "" \break a] } \repeat unfold 5 { \tuplet 3/2 { c[ b a] } } c8 }
Vedi anche
Glossario musicale: terzina, gruppo irregolare, polimetrico.
Manuale di apprendimento: Metodi di modifica.
Guida alla notazione:
Direzione e posizionamento,
Gestione del tempo,
Scalare le durate,
Il comando \tweak
,
Notazione polimetrica.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: TupletBracket, TupletNumber, TimeScaledMusic.
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Scalare le durate
La durata di singole note, pause o accordi può essere moltiplicata
per una frazione N/M
aggiungendo *N/M
(o *N
se M
è 1). Questo non cambierà l’aspetto delle note o delle pause, ma
la durata così alterata verrà utilizzata per calcolare la posizione
all’interno della misura e per impostare la durata nel file MIDI.
Si possono combinare molteplici fattori, come *L*M/N
. I fattori
fanno parte della durata: quindi se non si specifica una durata per
le note successive, la durata ripresa dalla nota precedente
includerà il fattore di scalatura.
Nell’esempio seguente le prime tre note occupano esattamente due tempi, ma non sono indicate come gruppo irregolare.
\relative { \time 2/4 % Trasforma le durate in terzine a'4*2/3 gis a % Durate normali a4 a % Raddoppia la durata dell'accordo <a d>4*2 % Durata di un quarto, ma appare come un sedicesimo b16*4 c4 }
Anche la durata delle pause spaziatrici può essere modificata
con un moltiplicatore. Può essere utile per saltare molte misure; per
esempio s1*23
.
Frammenti musicali più lunghi possono essere compressi secondo la stessa proporzione, come moltiplicando ogni nota, accordo o pausa per una medesima frazione. In questo modo, l’aspetto della musica non cambia ma la durata interna delle note viene moltiplicata per la frazione num/den. Ecco un esempio che mostra come la musica possa essere compressa e espansa:
\relative { \time 2/4 % Durate normali <c'' a>4 c8 a % Scala la musica di *2/3 \scaleDurations 2/3 { <c a f>4. c8 a f } % Scala la musica di *2 \scaleDurations 2/1 { <c' a>4 c8 b } }
Questo comando torna utile nella notazione polimetrica, si veda Notazione polimetrica.
Vedi anche
Guida alla notazione: Gruppi irregolari, Pause invisibili, Notazione polimetrica.
Frammenti di codice: Rhythms.
Problemi noti e avvertimenti
Il calcolo della posizione in una misura deve considerare tutti i fattori di dimensionamento applicati alle note di quella misura e gli esigui residui delle misure precedenti. Questo calcolo viene fatto con numeri razionali. Se un numeratore o un denominatore intermedi in quel calcolo eccedono di 2^30, l’esecuzione e la composizione tipografica si arresteranno in quel punto senza indicare un errore.
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Legature di valore
Una legatura di valore connette le teste di due note della stessa altezza successive. Dunque, la legatura di valore prolunga la durata di una nota.
Nota: Le legature di valore non devono essere confuse con le legature di portamento, che articolano un passaggio, o con le legature di frase, che delimitano una frase musicale. Una legatura di valore serve semplicemente a prolungare la durata di una nota, in modo analogo al punto di valore.
La legatura di valore si inserisce aggiungendo il simbolo tilde (~
)
alla prima di ogni coppia di note legate. Esso indica che la nota deve
essere legata alla nota successiva, che deve essere della stessa altezza.
{ a'2~ 4~ 16 r r8 }
Le legature di valore possono avvantaggiarsi dell’interpretazione dell’ ‘ultima altezza esplicita’ per le durate isolate:
{ a'2~ 4~ 16 r r8 }
Le legature di valore si usano per unire due note a cavallo di una stanghetta di battuta, oppure quando non si possono usare i punti per esprimere una particolare durata. Le legature si dovrebbero usare anche per unire note dalle durate superiori all’unità di suddivisione della misura:
\relative { r8 c'4.~ 4 r4 | r8^"non" c2~ 8 r4 }
Per legare una successione di note la cui durata si prolunga per più misure intere, è più semplice ricorrere alla suddivisione automatica delle note, come è spiegato in Divisione automatica delle note. Questo metodo divide automaticamente le note lunghe e le connette da misura a misura.
Quando si applica una legatura di valore a degli accordi, vengono legate tutte le teste delle note della stessa altezza. In assenza di altezze corrispondenti, non verrà creata alcuna legatura. Singoli suoni degli accordi possono essere legati inserendo la legatura all’interno dell’accordo stesso.
\relative c' { <c e g>2~ 2 | <c e g>4~ <c e g c> <c~ e g~ b> <c e g b> | }
Quando la battuta della "seconda volta" di un ritornello inizia con una nota legata a quella precedente, occorre indicare la legatura nel modo seguente:
\relative { \repeat volta 2 { c g <c e>2~ } \alternative { % Prima volta: la nota seguente viene legata in modo normale { <c e>2. r4 } % Seconda volta: la nota seguente ha una legatura ripetuta { <c e>2\repeatTie d4 c } } }
Le legature L.v. (laissez vibrer) indicano che le note non devono essere terminate nettamente. Si usa nella notazione per pianoforte, arpa e altri strumenti a corda e a percussione. Si inseriscono così:
<c' f' g'>1\laissezVibrer
Le legature di valore possono essere impostate manualmente per avere la curva in su o in giù, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Le legature di valore possono essere tratteggiate, punteggiate, oppure tracciate secondo una successione di tratti continui e tratti interrotti.
\relative c' { \tieDotted c2~ 2 \tieDashed c2~ 2 \tieHalfDashed c2~ 2 \tieHalfSolid c2~ 2 \tieSolid c2~ 2 }
Si possono specificare modelli di tratteggiatura personalizzati:
\relative c' { \tieDashPattern #0.3 #0.75 c2~ 2 \tieDashPattern #0.7 #1.5 c2~ 2 \tieSolid c2~ 2 }
Le definizioni dei modelli di tratteggiatura delle legature di valore hanno la stessa struttura di quelle per le legature di portamento. I dettagli relativi ai modelli complessi di tratteggiatura sono trattati in Legature di portamento.
Sovrascrivere le proprietà di formattazione whiteout e layer degli oggetti che devono creare uno spazio vuoto tra le legature di valore.
\relative { \override Tie.layer = #-2 \override Staff.TimeSignature.layer = #-1 \override Staff.KeySignature.layer = #-1 \override Staff.TimeSignature.whiteout = ##t \override Staff.KeySignature.whiteout = ##t b'2 b~ \time 3/4 \key a \major b r4 }
Comandi predefiniti
\tieUp
,
\tieDown
,
\tieNeutral
,
\tieDotted
,
\tieDashed
,
\tieDashPattern
,
\tieHalfDashed
,
\tieHalfSolid
,
\tieSolid
.
Frammenti di codice selezionati
Usare le legature di valore con un arpeggio
Le legature di valore vengono usate talvolta per scrivere un arpeggio. In questo
caso, le due note da legare devono non essere consecutive. Per ottenere tale risultato
occorre impostare la proprietà tieWaitForNote
su #t
. Questa
funzionalità serve anche a legare un tremolo a un accordo e in generale
qualsiasi coppia di note consecutive.
\relative c' { \set tieWaitForNote = ##t \grace { c16[ ~ e ~ g] ~ } <c, e g>2 \repeat tremolo 8 { c32 ~ c' ~ } <c c,>1 e8 ~ c ~ a ~ f ~ <e' c a f>2 \tieUp c8 ~ a \tieDown \tieDotted g8 ~ c g2 }
Disegnare manualmente le legature di valore
Le legature di valore possono essere disegnate a mano cambiando la
proprietà tie-configuration
dell’oggetto TieColumn
. Il
primo numero indica la distanza dal centro del rigo nell’unità di
metà spazio rigo, mentre il secondo numero indica la
direzione (1 = su, -1 = giù).
Si noti che LilyPond fa una distinzione tra valori precisi e imprecisi
per il primo numero. Se si usa un valore preciso (ovvero un intero o
una frazione come (/ 4 5)
), il valore serve come posizione verticale
approssimata che viene ulteriormente aggiustata da LilyPond per far sì che
la legatura di valore eviti le linee del rigo. Se si usa un valore impreciso,
come una virgola mobile, viene usato per la posizione verticale senza ulteriori
regolazioni.
\relative c' { <c e g>2~ <c e g> \override TieColumn.tie-configuration = #'((0.0 . 1) (-2.0 . 1) (-4.0 . 1)) <c e g>2~ <c e g> \override TieColumn.tie-configuration = #'((0 . 1) (-2 . 1) (-4 . 1)) <c e g>2~ <c e g> }
Vedi anche
Glossario musicale: legatura di valore, laissez vibrer.
Guida alla notazione: Legature di portamento, Divisione automatica delle note.
Frammenti di codice: Expressive marks, Rhythms.
Guida al funzionamento interno: LaissezVibrerTie, LaissezVibrerTieColumn, TieColumn, Tie.
Problemi noti e avvertimenti
Cambiare rigo mentre una legatura di valore è attiva non produce una legatura obliqua.
Il cambio di chiave o di ottava durante una legatura di valore non è una situazione ben definita. In questi casi è preferibile usare una legatura di portamento.
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1.2.2 Inserimento delle pause
Le pause si inseriscono insieme alla musica contenuta nelle espressioni musicali.
Pause | ||
Pause invisibili | ||
Pause d’intero |
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Pause
Le pause si inseriscono allo stesso modo delle note, ma con il carattere r
.
Le durate più lunghe di un intero usano i seguenti comandi predefiniti:
\new Staff { % Queste due linee servono solo ad abbellire questo esempio \time 16/1 \omit Staff.TimeSignature % Mostra una pausa di maxima, equivalente a quattro brevi r\maxima % Mostra una pausa di longa, equivalente a due brevi r\longa % Mostra una pausa di breve r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 }
Le pause d’intero, poste al centro della misura, devono essere inserite come pause multiple. Si possono usare sia per una sola misura sia su più misure, come è spiegato in Pause d’intero.
Per indicare esplicitamente la posizione verticale di una pausa, si scrive
la nota corrispondente seguita da \rest
. Una pausa della durata della
nota verrà collocata nella posizione della nota sul rigo. Questo
permette una precisa formattazione manuale della musica polifonica, dato che
il formattatore automatico che gestisce le collisioni tra pause non interviene su
questo tipo di pause.
\relative { a'4\rest d4\rest }
Frammenti di codice selezionati
Stili di pausa
Esistono vari stili di pausa.
\new Staff \relative c { \omit Score.TimeSignature \cadenzaOn \override Staff.Rest.style = #'mensural r\maxima^\markup \typewriter { mensural } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 s32 s64 s128 s128 \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'neomensural r\maxima^\markup \typewriter { neomensural } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 s32 s64 s128 s128 \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'classical r\maxima^\markup \typewriter { classical } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 s128 \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'z r\maxima^\markup \typewriter { z-style } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 s128 \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'default r\maxima^\markup \typewriter { default } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 s128 }
Vedi anche
Glossario musicale: breve, longa, maxima.
Guida alla notazione: Pause d’intero.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Rest.
Problemi noti e avvertimenti
Non c’è un limite massimo o minimo alla durata di una pausa, ma è il numero dei glifi ad essere limitato: si possono indicare pause da un centoventottesimo fino alla maxima (otto volte una semibreve).
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Pause invisibili
Una pausa invisibile (chiamata anche ‘pausa spaziatrice’) si inserisce come
come una nota col nome s
:
\relative c'' { c4 c s c | s2 c | }
Le pause spaziatrici possono essere usate soltanto nella modalità note e
nella modalità accordi. In altre situazioni, ad esempio quando si inserisce
il testo vocale, si usa il comando \skip
per saltare un valore musicale.
\skip
richiede una durata esplicita, ma questo requisito viene ignorato
se il testo desume le proprie durate dalle note presenti in una melodia ad esso
associata attraverso \addlyrics
o \lyricsto
.
<< { a'2 \skip2 a'2 a'2 } \new Lyrics { \lyricmode { foo2 \skip 1 bla2 } } >>
Dato che \skip
è un comando, non modifica la durata predefinita delle
note che seguono, diversamente da s
.
<< { \repeat unfold 8 { a'4 } } { a'4 \skip 2 a' | s2 a' } >>
Una pausa spaziatrice crea implicitamente i contesti Staff
e Voice
se non esistono già, proprio come accade per le note e le pause:
{ s1 s s }
\skip
si limita a saltare un valore musicale, non crea nessun tipo di
output.
% Questo input è corretto, ma non produce niente \skip 1 \skip1 \skip 1
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti.
Guida alla notazione: Note nascoste, Visibilità degli oggetti.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: SkipMusic.
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Pause d’intero
Le pause per una o più misure d’intero si inseriscono, come le note, col
carattere maiuscolo R
:
% L'insieme delle misure di pausa vengono riportate in una sola misura \compressMMRests { R1*4 R1*24 R1*4 b'2^"Tutti" b'4 a'4 }
La durata delle pause multiple è identica alla notazione di durata usata per le note e deve essere sempre un numero intero di misure/lunghezze, quindi occorre spesso usare dei punti di aumentazione o delle frazioni:
\compressMMRests { \time 2/4 R1 | R2 | \time 3/4 R2. | R2.*2 | \time 13/8 R1*13/8 | R1*13/8*12 | \time 10/8 R4*5*4 | }
Una pausa d’intero appare al centro della misura con la durata di una semibreve o di una breve, in base all’indicazione di tempo.
\time 4/4 R1 | \time 6/4 R1*3/2 | \time 8/4 R1*2 |
Di norma una pausa multipla viene scorporata sul pentagramma in modo da mostrare esplicitamente tutte le misure per cui si prolunga. Altrimenti, è possibile indicarla collocando in una sola misura un simbolo di pausa multipla, col numero di misure per cui la pausa si prolunga posto al di sopra della misura stessa:
% Comportamento predefinito \time 3/4 r2. | R2.*2 | \time 2/4 R2 | \time 4/4 % Tutte le misure di pausa sono riportate in una singola misura \compressMMRests { r1 | R1*17 | R1*4 | } % Le misure della pausa multipla sono scorporate di nuovo \time 3/4 R2.*2 |
Si possono aggiungere delle annotazioni alle pause multiple.
\compressMMRests { \time 3/4 R2.*10^\markup { \italic "ad lib." } }
Quando una pausa multipla segue immediatamente un comando \partial
, potrebbero
non apparire i relativi avvertimenti del controllo battuta.
Comandi predefiniti
\textLengthOn
,
\textLengthOff
,
\compressMMRests
,
Frammenti di codice selezionati
Regolazione della lunghezza delle pause multiple
Le pause multiple hanno una lunghezza che dipende dalla loro durata totale
e tale lunghezza è regolata da MultiMeasureRest.space-increment
. Nota
che il valore predefinito è 2.0
.
\relative c' { \compressEmptyMeasures R1*2 R1*4 R1*64 R1*16 \override Staff.MultiMeasureRest.space-increment = 2.5 R1*2 R1*4 R1*64 R1*16 }
Modificare la forma delle pause multiple
Se la pausa multipla dura dieci misure o un numero inferiore a dieci, nel rigo
apparirà una serie di pause di longa e di breve (chiamate in tedesco “Kirchenpausen”
- pause ecclesiastiche); altrimenti apparirà una semplice linea. Il numero
predefinito di dieci può essere cambiato sovrascrivendo la proprietà
expand-limit
..
\relative c'' { \compressMMRests { R1*2 | R1*5 | R1*9 \override MultiMeasureRest.expand-limit = #3 R1*2 | R1*5 | R1*9 } }
Posizionamento delle pause multiple
Diversamente dalle pause normali, non esiste un comando predefinito per cambiare la posizione sul rigo di un simbolo di pausa multipla di qualsiasi tipo connettendolo a una nota. Tuttavia, nella musica polifonica le pause multiple nelle voci dispari e pari sono separate verticalmente. Il posizionamento delle pause multiple si controlla nel modo seguente:
\relative c'' { % Multi-measure rests by default are set under the fourth line R1 % They can be moved using an override \override MultiMeasureRest.staff-position = #-2 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #0 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #2 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #3 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #6 R1 \revert MultiMeasureRest.staff-position \break % In two Voices, odd-numbered voices are under the top line << { R1 } \\ { a1 } >> % Even-numbered voices are under the bottom line << { a1 } \\ { R1 } >> % Multi-measure rests in both voices remain separate << { R1 } \\ { R1 } >> % Separating multi-measure rests in more than two voices % requires an override << { R1 } \\ { R1 } \\ \once \override MultiMeasureRest.staff-position = #0 { R1 } >> % Using compressed bars in multiple voices requires another override % in all voices to avoid multiple instances being printed \compressMMRests << \revert MultiMeasureRest.direction { R1*3 } \\ \revert MultiMeasureRest.direction { R1*3 } >> }
Testo a margine delle pause multiple
Il testo a margine di una pausa multipla viene centrato sopra o sotto di essa. Se il testo è lungo, la misura non si espanderà. Per espandere la pausa multipla in modo che si allinei col testo, conviene usare un accordo vuoto con del testo attaccato prima della pausa multipla.
Il testo così attaccato a una nota spaziatrice viene allineato a sinistra della posizione in cui la nota sarebbe posta nella misura, ma se la lunghezza della misura è determinata dalla lunghezza del testo, il testo verrà centrato.
\relative c' { \compressMMRests { \textLengthOn <>^\markup { [MAJOR GENERAL] } R1*19 <>_\markup { \italic { Cue: ... it is yours } } <>^\markup { A } R1*30^\markup { [MABEL] } \textLengthOff c4^\markup { CHORUS } d f c } }
Vedi anche
Glossario musicale: pausa multipla.
Guida alla notazione: Durata, Testo, Formattazione del testo, Scritte.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: MultiMeasureRest, MultiMeasureRestNumber, MultiMeasureRestScript, MultiMeasureRestText.
Problemi noti e avvertimenti
Se una diteggiatura viene posta su una pausa multipla (ad esempio
R1*10-4
), il numero della diteggiatura può collidere col numero
del contatore delle battute.
Non è possibile condensare automaticamente molteplici pause normali in in una singola pausa multipla.
Le pause multiple non considerano le collisioni di pausa.
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1.2.3 Aspetto dei ritmi
Indicazione di tempo | ||
Indicazioni metronomiche | ||
Anacrusi | ||
Musica in tempo libero | ||
Notazione polimetrica | ||
Divisione automatica delle note | ||
Mostrare i ritmi della melodia |
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Indicazione di tempo
L’indicazione di tempo si imposta così:
\time 2/4 c''2 \time 3/4 c''2.
I cambi di indicazione di tempo a metà misura sono trattati in Anacrusi.
Le indicazioni di tempo appaiono all’inizio di un brano e ogni volta che l’indicazione cambia. Se il cambio ha luogo alla fine di un rigo, appare un’indicazione di tempo di precauzione. Si può modificare questo comportamento predefinito, come è spiegato in Visibilità degli oggetti.
\relative c'' { \time 2/4 c2 c \break c c \break \time 4/4 c c c c }
Il simbolo di indicazione di tempo usato nei tempi 2/2 e 4/4 può essere sostituito da un numero:
\relative c'' { % Stile predefinito \time 4/4 c1 \time 2/2 c1 % Passaggio allo stile numerico \numericTimeSignature \time 4/4 c1 \time 2/2 c1 % Ritorno allo stile predefinito \defaultTimeSignature \time 4/4 c1 \time 2/2 c1 }
Le indicazioni di tempo mensurali sono trattate in Indicazioni di tempo mensurali.
Oltre a impostare l’indicazione di tempo che appare nel pentagramma, il comando
\time
imposta anche i valori delle proprietà basate sull’indicazione di
tempo, ovvero baseMoment
, beatStructure
e beamExceptions
.
I valori predefiniti di queste proprietà si trovano in
‘scm/time-signature-settings.scm’.
Si può sovrascrivere il valore predefinito di beatStructure
nel comando
\time
stesso specificandolo come primo argomento opzionale:
\score { \new Staff { \relative { \time 2,2,3 7/8 \repeat unfold 7 { c'8 } | \time 3,2,2 7/8 \repeat unfold 7 { c8 } | } } }
Oppure si possono impostare tutti i valori predefiniti di queste variabili relative
all’indicazione di tempo, incluse baseMoment
e beamExceptions
.
I valori possono essere impostati in modo indipendente per diverse indicazioni
di tempo. I nuovi valori hanno effetto appena viene eseguito un nuovo
comando \time
che abbia lo stesso valore dell’indicazione di tempo
specificata nelle nuove impostazioni:
\score { \new Staff { \relative c' { \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 3,1 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 { c8 } | } } }
\overrideTimeSignatureSettings
prende quattro argomenti:
-
timeSignatureFraction
, una frazione che indica l’indicazione di tempo a cui questi valori si riferiscono. -
baseMomentFraction
, una frazione che contiene il numeratore e il denominatore dell’unità di tempo. -
beatStructure
, una lista Scheme che indica la struttura dei battiti nella misura, nell’unità dibaseMomentFraction
. -
beamExceptions
, una lista di associazione (alist) che contiene regole di disposizione delle travature che vanno oltre la fine ad ogni battito, come descritto in Impostare il comportamento delle travature automatiche.
I valori modificati delle proprietà predefinite dell’indicazione di tempo possono essere ripristinati ai valori originali:
\score { \relative { \repeat unfold 8 { c'8 } | \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 3,1 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 { c8 } | \revertTimeSignatureSettings 4/4 \time 4/4 \repeat unfold 8 { c8 } | } }
Si possono stabilire valori diversi delle proprietà predefinite dell’indicazione
di tempo per righi diversi spostando Timing_translator
e
Default_bar_line_engraver
dal contesto Score
al contesto
Staff
.
\score { \new StaffGroup << \new Staff { \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 3,1 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 {c''8} } \new Staff { \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 1,3 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 {c''8} } >> \layout { \context { \Score \remove Timing_translator } \context { \Staff \consists Timing_translator } } }
Un ulteriore metodo per modificare queste variabili relative all’indicazione di tempo, che evita di mostrare di nuovo l’indicazione di tempo al momento del cambio, è descritto in Impostare il comportamento delle travature automatiche.
Comandi predefiniti
\numericTimeSignature
,
\defaultTimeSignature
.
Frammenti di codice selezionati
Indicazione di tempo che mostra solo il numeratore (invece della frazione)
Talvolta un’indicazione di tempo non deve mostrare la frazione intera (ad esempio
7/4), ma solo il numeratore (numero 7 in questo caso). Si può ottenere
facilmente con \override Staff.TimeSignature.style = #'single-digit
,
che cambia lo stile in modo permanente. Con \revert
Staff.TimeSignature.style
, questa impostazione può essere annullata. Per
applicare lo stile a cifra singola (single-digit
) a una sola indicazione
di tempo, si usa il comando \override
preceduto da \once
.
\relative c'' { \time 3/4 c4 c c % Change the style permanently \override Staff.TimeSignature.style = #'single-digit \time 2/4 c4 c \time 3/4 c4 c c % Revert to default style: \revert Staff.TimeSignature.style \time 2/4 c4 c % single-digit style only for the next time signature \once \override Staff.TimeSignature.style = #'single-digit \time 5/4 c4 c c c c \time 2/4 c4 c }
Vedi anche
Glossario musicale: indicazione di tempo
Guida alla notazione: Indicazioni di tempo mensurali, Impostare il comportamento delle travature automatiche, Gestione del tempo.
File installati: ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: TimeSignature, Timing_translator.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Indicazioni metronomiche
Un’indicazione metronomica è semplice da scrivere:
\relative { \tempo 4 = 120 c'2 d e4. d8 c2 }
Le indicazioni metronomiche si possono rappresentare anche come una gamma di due numeri:
\relative { \tempo 4 = 40 - 46 c'4. e8 a4 g b,2 d4 r }
Al loro posto si possono usare delle indicazioni di tempo testuali:
\relative { \tempo "Allegretto" c''4 e d c b4. a16 b c4 r4 }
Un’indicazione metronomica, se combinata con del testo, viene posta automaticamente tra parentesi:
\relative { \tempo "Allegro" 4 = 160 g'4 c d e d4 b g2 }
In generale, il testo può essere qualsiasi oggetto di tipo testuale:
\relative { \tempo \markup { \italic Faster } 4 = 132 a'8-. r8 b-. r gis-. r a-. r }
È possibile scrivere un’indicazione metronomica tra parentesi e senza testo includendo una stringa vuota nell’input:
\relative { \tempo "" 8 = 96 d''4 g e c }
In una parte per uno strumento che ha lunghi periodi pieni di pause,
le indicazioni di tempo sono talvolta molto ravvicinate. Il comando
\markLengthOn
aggiunge dello spazio orizzontale per impedire
che le indicazioni di tempo si sovrappongano; \markLengthOff
ripristina il comportamento predefinito, per cui le indicazioni di
tempo non sono tenute in considerazione ai fini della spaziatura
orizzontale.
\compressMMRests { \markLengthOn \tempo "Molto vivace" R1*12 \tempo "Meno mosso" R1*16 \markLengthOff \tempo "Tranquillo" R1*20 }
Frammenti di codice selezionati
Posizionare il metronomo e i numeri di chiamata sotto il rigo
Di norma, il metronomo e i numeri di chiamata vengono posizionati sopra il
rigo. Per metterli sotto il rigo basta impostare correttamente la proprietà
direction
di MetronomeMark
o RehearsalMark
.
\layout { indent = 0 ragged-right = ##f } { % Metronome marks below the staff \override Score.MetronomeMark.direction = #DOWN \tempo 8. = 120 c''1 % Rehearsal marks below the staff \override Score.RehearsalMark.direction = #DOWN \mark \default c''1 }
Modificare il tempo senza mostrare l’indicazione metronomica
Per cambiare il tempo del file MIDI senza che appaia l’indicazione metronomica, basta renderla invisibile.
\score { \new Staff \relative c' { \tempo 4 = 160 c4 e g b c4 b d c \set Score.tempoHideNote = ##t \tempo 4 = 96 d,4 fis a cis d4 cis e d } \layout { } \midi { } }
Creare indicazioni metronomiche in modalità testuale
Si possono creare nuove indicazioni metronomiche in modalità testuale, ma non modificheranno il tempo del file MIDI.
\relative c' { \tempo \markup { \concat { ( \smaller \general-align #Y #DOWN \note {16.} #1 " = " \smaller \general-align #Y #DOWN \note {8} #1 ) } } c1 c4 c' c,2 }
I dettagli si trovano in Formattazione del testo.
Vedi anche
Glossario musicale: metronomo, indicazione di tempo, indicazione metronomica.
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Creazione dell’output MIDI.
Frammenti di codice: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: MetronomeMark.
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Anacrusi
Le misure parziali, come l’anacrusi o la battuta
in levare, si inseriscono col comando \partial
:
\partial durata
Quando si usa \partial
all’inizio di una partitura, la
durata
è la lunghezza della musica che precede la
prima battuta.
\relative { \time 3/4 \partial 4. r4 e'8 | a4 c8 b c4 | }
Quando si usa \partial
dopo l’inizio di una partitura, la
durata è la lunghezza rimanente della misura corrente.
Non crea una battuta con un nuovo numero.
\relative { \set Score.barNumberVisibility = #all-bar-numbers-visible \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \time 9/8 d''4.~ 4 d8 d( c) b | c4.~ 4. \bar "||" \time 12/8 \partial 4. c8( d) e | f2.~ 4 f8 a,( c) f | }
Il comando \partial
è obbligatorio quando l’indicazione
di tempo cambia in mezzo a una misura, ma si può usare anche da solo.
\relative { \set Score.barNumberVisibility = #all-bar-numbers-visible \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \time 6/8 \partial 8 e'8 | a4 c8 b[ c b] | \partial 4 r8 e,8 | a4 \bar "||" \partial 4 r8 e8 | a4 c8 b[ c b] | }
Il comando \partial
imposta la proprietà Timing.measurePosition
,
che è un numero razionale che indica quanto tempo della misura è trascorsa.
Vedi anche
Glossario musicale: anacrusi.
Guida alla notazione: Abbellimenti.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Timing_translator.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Musica in tempo libero
Nella musica in un tempo determinato l’inserimento delle stanghette e dei numeri di
battuta è calcolato automaticamente. Nella musica in tempo libero (per esempio,
la cadenza), un simile comportamento non è desiderabile, e può essere
‘disabilitato’ col comando \cadenzaOn
e poi ‘riabilitato’
quando necessario con \cadenzaOff
.
\relative c'' { c4 d e d \cadenzaOn c4 c d8[ d d] f4 g4. \cadenzaOff \bar "|" d4 e d c }
La numerazione delle battute riprende dopo la cadenza.
\relative c'' { % Mostra tutti i numeri di battuta \override Score.BarNumber.break-visibility = #all-visible c4 d e d \cadenzaOn c4 c d8[ d d] f4 g4. \cadenzaOff \bar "|" d4 e d c }
Se si inserisce un comando \bar
dentro una cadenza non viene iniziata
una nuova misura, anche se appare una stanghetta nell’output. Quindi qualsiasi
alterazione, che di solito si considera sempre attiva fino alla fine della
misura, sarà ancora valida dopo la stanghetta stampata da \bar
. Se si
desidera che le alterazioni successive appaiano, si dovranno inserire
manualmente delle alterazioni forzate o di precauzione, come è spiegato
in Alterazioni.
\relative c'' { c4 d e d \cadenzaOn cis4 d cis d \bar "|" % Il primo cis viene stampato senza alterazione anche se si trova dopo \bar cis4 d cis! d \cadenzaOff \bar "|" }
La disposizione automatica delle travature viene disabilitata da
\cadenzaOn
. Quindi tutte le travature nelle cadenze devono
essere inserite manualmente. Si veda Travature manuali.
\relative { \repeat unfold 8 { c''8 } \cadenzaOn cis8 c c c c \bar"|" c8 c c \cadenzaOff \repeat unfold 8 { c8 } }
Questi comandi predefiniti hanno effetto su tutti i righi di una partitura, anche
quando inseriti in un solo contesto Voice
. Per modificare questo comportamento,
si sposta Timing_translator
dal contesto Score
al contesto
Staff
. Si veda Notazione polimetrica.
Comandi predefiniti
\cadenzaOn
,
\cadenzaOff
.
Vedi anche
Glossario musicale: cadenza.
Guida alla notazione: Visibilità degli oggetti, Notazione polimetrica, Travature manuali, Alterazioni.
Frammenti di codice: Rhythms.
Problemi noti e avvertimenti
Le interruzioni automatiche di linea e di pagina possono aver luogo solo dopo una stanghetta di battuta; quindi, per consentire delle interruzioni nei lunghi passaggi di musica in tempo libero è necessario inserire manualmente delle stanghette ‘invisibili’:
\bar ""
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Notazione polimetrica
La notazione polimetrica è supportata esplicitamente o tramite la modifica manuale del simbolo d’indicazione di tempo (e la trasformazione della durata delle note).
Diverse indicazioni di tempo con misure di uguale lunghezza
Si sceglie una normale indicazione di tempo per ogni rigo e si imposta
timeSignatureFraction
sulla frazione desiderata. Quindi si usa
la funzione \scaleDurations
per scalare la durata delle note di
ogni rigo in modo che rientrino nella comune indicazione di tempo.
L’esempio seguente presenta simultaneamente musica con indicazioni di tempo di 3/4, 9/8 e 10/8. Nel secondo rigo le durate appaiono come moltiplicate per 2/3 (perché 2/3 * 9/8 = 3/4), mentre nel terzo rigo le durate appaiono come moltiplicate per 3/5 (perché 3/5 * 10/8 = 3/4). È possibile che si debbano inserire a mano le travature, perché la scalatura delle durate influenzerà le regole della disposizione automatica delle travature.
\relative << \new Staff { \time 3/4 c'4 c c | c4 c c | } \new Staff { \time 3/4 \set Staff.timeSignatureFraction = 9/8 \scaleDurations 2/3 { \repeat unfold 3 { c8[ c c] } \repeat unfold 3 { c4 c8 } } } \new Staff { \time 3/4 \set Staff.timeSignatureFraction = 10/8 \scaleDurations 3/5 { \repeat unfold 2 { c8[ c c] } \repeat unfold 2 { c8[ c] } | c4. c \tuplet 3/2 { c8[ c c] } c4 } } >>
Diverse indicazioni di tempo con misure di lunghezza differenti
Si può dare a ogni rigo la sua indicazione di tempo indipendente spostando
Timing_translator
e Default_bar_line_engraver
nel contesto
Staff
.
\layout { \context { \Score \remove Timing_translator } \context { \Staff \consists Timing_translator } } % Ora ogni rigo ha la sua indicazione di tempo. \relative << \new Staff { \time 3/4 c'4 c c | c4 c c | } \new Staff { \time 2/4 c4 c | c4 c | c4 c | } \new Staff { \time 3/8 c4. | c8 c c | c4. | c8 c c | } >>
Indicazioni di tempo composto
Si creano con la funzione \compoundMeter
. La sintassi è:
\compoundMeter #'(lista di liste)
La struttura più semplice è una singola lista, dove l’ultimo numero indica il numero inferiore dell’indicazione di tempo e i numeri precedenti indicano i numeri superiori del segno di tempo.
\relative { \compoundMeter #'((2 2 2 8)) \repeat unfold 6 c'8 \repeat unfold 12 c16 }
Si possono costruire tempi più complessi tramite ulteriori liste. Le modalità di disposizione automatica delle travature varieranno a seconda di questi valori.
\relative { \compoundMeter #'((1 4) (3 8)) \repeat unfold 5 c'8 \repeat unfold 10 c16 } \relative { \compoundMeter #'((1 2 3 8) (3 4)) \repeat unfold 12 c'8 }
Vedi anche
Glossario musicale: polimetrico, indicazione di tempo polimetrico, tempo.
Guida alla notazione: Travature automatiche, Travature manuali, Indicazione di tempo, Scalare le durate.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: TimeSignature, Timing_translator, Staff.
Problemi noti e avvertimenti
Sebbene le note che si presentano nello stesso momento in ciascuno dei vari righi siano poste nello stesso punto orizzontale, le stanghette (in ciascun rigo) potrebbero causare una spaziatura difforme in ciascuna delle diverse indicazioni di tempo.
L’uso di un blocco midi
con notazione polimetrica potrebbe causare
avvertimenti indesiderati di controllo di battuta. In questo caso, spostare
Timing_translator
dal contesto Score
al contesto Staff
all’interno del blocco midi
.
\midi { \context { \Score \remove Timing_translator } \context { \Staff \consists Timing_translator } }
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Divisione automatica delle note
Le note le cui durate eccedono il valore della battuta possono essere convertite
automaticamente in note con legature di valore a cavallo delle stanghette sostituendo l’incisore Note_heads_engraver
con Completion_heads_engraver
. Analogalmente, le pause le cui durate
eccedono il valore della battuta possono essere divise automaticamente
sostituendo Rest_engraver
con Completion_rest_engraver
. Nell’esempio
seguente, le note e le pause che eccedono la durata di battuta vengono divise e
le note sono anche connesse con legature di valore a cavallo della stanghetta.
\new Voice \with { \remove Note_heads_engraver \consists Completion_heads_engraver \remove Rest_engraver \consists Completion_rest_engraver } \relative { c'2. c8 d4 e f g a b c8 c2 b4 a g16 f4 e d c8. c2 r1*2 }
Questi incisori dividono tutte le note e le pause in corrispondenza della stanghetta e inseriscono le legature di valore. Uno dei suoi usi possibili è la verifica di partiture complesse: se le misure non sono riempite interamente, le legature di valore mostrano esattamente di quanto è ecceduta ogni misura.
La proprietà completionUnit
imposta la durata preferita per le note
divise.
\new Voice \with { \remove Note_heads_engraver \consists Completion_heads_engraver } \relative { \time 9/8 g\breve. d''4. \bar "||" \set completionUnit = #(ly:make-moment 3 8) g\breve. d4. }
Questi incisori dividono le note che hanno una durata ridimensionata, come quelle dei gruppi irregolari, in note con lo stesso fattore di ridimensionamento della nota di input.
\new Voice \with { \remove Note_heads_engraver \consists Completion_heads_engraver } \relative { \time 2/4 r4 \tuplet 3/2 {g'4 a b} \scaleDurations 2/3 {g a b} g4*2/3 a b \tuplet 3/2 {g4 a b} r4 }
Vedi anche
Glossario musicale: legatura di valore
Manuale di apprendimento: Gli incisori, Aggiungere e togliere gli incisori.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Note_heads_engraver, Completion_heads_engraver, Rest_engraver, Completion_rest_engraver, Forbid_line_break_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
In accordo col comportamento precedente, note e pause la cui durata è
più lunga di una misura, come c1*2
, sono divise in note prive
di fattore di ridimensionamento, { c1 c1 }
. La proprietà
completionFactor
controlla questo comportamento e impostandola
su #f
fa sì che le note e le pause divise abbiano il fattore di
ridimensionamento delle durate di input.
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Mostrare i ritmi della melodia
È possibile mostrare soltanto il ritmo di una melodia usando il rigo ritmico. Tutte le altezze delle note su tale rigo sono appiattite e il rigo stesso ha una sola linea
<< \new RhythmicStaff { \new Voice = "myRhythm" \relative { \time 4/4 c'4 e8 f g2 r4 g g f g1 } } \new Lyrics { \lyricsto "myRhythm" { This is my song I like to sing } } >>
I diagrammi degli accordi per chitarra di solito mostrano i ritmi di
accompagnamento. Si possono visualizzare usando l’incisore
Pitch_squash_engraver
e il comando \improvisationOn
.
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 f g c } } \new Voice \with { \consists Pitch_squash_engraver } \relative c'' { \improvisationOn c4 c8 c c4 c8 c f4 f8 f f4 f8 f g4 g8 g g4 g8 g c4 c8 c c4 c8 c } >>
La musica contenente accordi può essere usata anche come input per
RhythmicStaff
e per essere usata con l’incisore
Pitch_squash_engraver
se gli accordi vengono prima ridotti
a note singole con la funzione musicale \reduceChords
:
\new RhythmicStaff { \time 4/4 \reduceChords { <c>2 <e>2 <c e g>2 <c e g>4 <c e g>4 } }
Comandi predefiniti
\improvisationOn
,
\improvisationOff
,
\reduceChords
.
Frammenti di codice selezionati
Ritmi di accompagnamento per chitarra
Per la musica per chitarra, è possibile mostrare i ritmi di accompagnamento, insieme alle note della melodia e ai nomi e ai diagrammi degli accordi.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" << \new ChordNames { \chordmode { c1 | f | g | c } } \new FretBoards { \chordmode { c1 | f | g | c } } \new Voice \with { \consists "Pitch_squash_engraver" } { \relative c'' { \improvisationOn c4 c8 c c4 c8 c f4 f8 f f4 f8 f g4 g8 g g4 g8 g c4 c8 c c4 c8 c } } \new Voice = "melody" { \relative c'' { c2 e4 e4 f2. r4 g2. a4 e4 c2. } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { This is my song. I like to sing. } } >>
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: RhythmicStaff, Pitch_squash_engraver.
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1.2.4 Travature
Travature automatiche | ||
Impostare il comportamento delle travature automatiche | ||
Travature manuali | ||
Travature a raggiera |
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Travature automatiche
Le travature sono inserite automaticamente:
\relative c'' { \time 2/4 c8 c c c \time 6/8 c8 c c c8. c16 c8 }
Se queste impostazioni automatiche non sono soddisfacenti, si può definire esplicitamente la disposizione delle travature, come è spiegato in Travature manuali. Le travature devono essere inserite manualmente se devono estendersi oltre le pause.
La disposizione automatica delle travature, se non necessaria, può essere
disabilitata con \autoBeamOff
e riabilitata con \autoBeamOn
:
\relative c' { c4 c8 c8. c16 c8. c16 c8 \autoBeamOff c4 c8 c8. c16 c8. \autoBeamOn c16 c8 }
Nota: Se si usano le travature per indicare i melismi nelle parti vocali, occorre
disabilitare la disposizione automatica delle travature con \autoBeamOff
e le travature devono essere indicate manualmente. L’uso di \partCombine
insieme a \autoBeamOff
può produrre risultati imprevisti. Si vedano i
frammenti di codice per avere maggiori informazioni.
Si possono creare dei modelli di disposizione delle travature diversi da quelli automatici predefiniti, come è spiegato in Impostare il comportamento delle travature automatiche.
Comandi predefiniti
\autoBeamOff
,
\autoBeamOn
.
Frammenti di codice selezionati
Travature che attraversano le interruzioni di linea
Le interruzioni di linea sono di norma proibite quando le travature attraversano la stanghetta di una battuta. Si può cambiare questo comportamento nel modo seguente:
\relative c'' { \override Beam.breakable = ##t c8 c[ c] c[ c] c[ c] c[ \break c8] c[ c] c[ c] c[ c] c }
Modificare la distanza delle travature angolari
Le travature angolari vengono inserite automaticamente quando viene
rilevata un’ampia distanza tra le teste di nota. Questo comportamento
può essere regolato attraverso la proprietà auto-knee-gap
. Viene
disegnata una travatura angolare se la distanza è più grande del valore
di auto-knee-gap
più la larghezza della travatura (che dipende dalla
durata delle note e dall’inclinazione della travatura). Il valore predefinito
di auto-knee-gap
è 5.5 spazi rigo.
{ f8 f''8 f8 f''8 \override Beam.auto-knee-gap = #6 f8 f''8 f8 f''8 }
PartCombine e autoBeamOff
La funzione \autoBeamOff
, se usata insieme a
\partCombine
, può essere difficile da comprendere.
È preferibile usare invece
\set Staff.autoBeaming = ##f
per assicurarsi che la disposizione delle travature sia disabilitata per tutto il rigo.
\partCombine
funziona con 3 voci – gambo in su singolo,
gambo in giù singolo, gambo in su unito.
L’uso di \autoBeamOff
all’interno del primo argomento di partCombine
ha effetto sulla voce che è attiva al momento in cui la funzione viene elaborata,
ovvero sul gambo in su singolo o sul gambo in giù unito. L’uso di \autoBeamOff
nel secondo argomento avrà effetto sulla voce che ha il gambo in giù singolo.
Per poter usare \autoBeamOff
per impedire tutte le disposizioni automatiche
delle travature, se usato con \partCombine
, è necessario richiamare
tre volte la funzione \autoBeamOff
.
{ %\set Staff.autoBeaming = ##f % turns off all autobeaming \partCombine { \autoBeamOff % applies to split up stems \repeat unfold 4 a'16 %\autoBeamOff % applies to combined up stems \repeat unfold 4 a'8 \repeat unfold 4 a'16 } { \autoBeamOff % applies to down stems \repeat unfold 4 f'8 \repeat unfold 8 f'16 | } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Travature manuali, Impostare il comportamento delle travature automatiche.
File installati: ‘scm/auto-beam.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Auto_beam_engraver, Beam_engraver, Beam, BeamEvent, BeamForbidEvent, beam-interface, unbreakable-spanner-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Le proprietà di una travatura sono determinate all’inizio della sua costruzione e qualsiasi ulteriore modifica alle sue proprietà che venga fatta prima che la travatura sia stata completata non avrà effetto finché non inizia la successiva, nuova travatura.
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Impostare il comportamento delle travature automatiche
Quando la disposizione automatica delle travature è abilitata, la disposizione
delle travature è determinata da tre proprietà di contesto:
baseMoment
, beatStructure
e beamExceptions
.
I valori predefiniti di queste variabili possono essere sovrascritti, come
vedremo tra breve, oppure si possono anche cambiare i valori predefiniti stessi,
come è spiegato in Indicazione di tempo.
Se è definita una regola beamExceptions
per l’indicazione di
tempo corrente, tale regola soltanto determina la
disposizione delle travature; i valori di baseMoment
e
beatStructure
vengono ignorati. Se non è definita
alcuna regola beamExceptions
per l’indicazione di tempo
corrente, la disposizione delle travature è determinata dai
valori di baseMoment
e beatStructure
.
Disposizione delle travature basata su baseMoment
e beatStructure
Dato che le indicazioni di tempo più comuni hanno delle regole beamExceptions
già definite, occorre disabilitarle se la disposizione automatica deve basarsi
su baseMoment
e beatStructure
. Le regole beamExceptions
si
disabilitano con questo comando
\set Timing.beamExceptions = #'()
Quando beamExceptions
è impostato su #'()
, o per
impostazione esplicita o perché non sono state definite internamente
le beamExceptions
per l’indicazione di tempo corrente, le
estremità delle travature si trovano sulle suddivisioni come specificato
dalle proprietà di contesto baseMoment
e
beatStructure
. beatStructure
è una lista Scheme
che definisce la lunghezza di ogni suddivisione in rapporto alla misura in unità
di baseMoment
. Per impostazione predefinita, baseMoment
è uno fratto il denominatore dell’indicazione di tempo e ogni unità
di baseMoment
corrisponde a una singola suddivisione.
Per ogni indicazione di tempo esistono valori separati per beatStructure
e baseMoment
. Le modifiche di queste variabili hanno effetto solo
sulle indicazioni di tempo attive, dunque tali modifiche devono essere
poste dopo il comando \time
che inizia una nuova indicazione di
tempo, non prima. I nuovi valori assegnati a una certa indicazione di
tempo sono mantenuti e reintrodotti ogni volta che quell’indicazione di
tempo viene ristabilita.
\relative c''{ \time 5/16 c16^"predefinito" c c c c | % È improbabile che per un tempo di 5/16 sia stata definita beamExceptions, % ma disabilitiamola lo stesso per sicurezza \set Timing.beamExceptions = #'() \set Timing.beatStructure = 2,3 c16^"(2+3)" c c c c | \set Timing.beatStructure = 3,2 c16^"(3+2)" c c c c | }
\relative { \time 4/4 a'8^"predefinito" a a a a a a a % Disabilita beamExceptions perché è senz'altro definita % per il tempo 4/4 \set Timing.beamExceptions = #'() \set Timing.baseMoment = #(ly:make-moment 1/4) \set Timing.beatStructure = 1,1,1,1 a8^"cambiato" a a a a a a a }
Le modifiche alle impostazioni delle travature possono essere limitate a contesti specifici. Se non si specifica alcuna impostazione in un contesto di livello più basso, verrà applicata l’impostazione del contesto che lo contiene.
\new Staff { \time 7/8 % Nessun bisogno di disabilitare beamExceptions perché non è definita per il tempo 7/8 \set Staff.beatStructure = 2,3,2 << \new Voice = one { \relative { a'8 a a a a a a } } \new Voice = two { \relative { \voiceTwo \set Voice.beatStructure = 1,3,3 f'8 f f f f f f } } >> }
Quando si usano più voci, occorre specificare il contesto Staff
se
si vuole applicare la disposizione delle travature a tutte le voci del
rigo:
\time 7/8 % ritmo 3-1-1-2 % Se non si specifica il contesto, la modifica viene applicata a Voice e quindi non funziona correttamente % Dato che le voci sono autogenerate, tutto il ritmo avrà come baseMoment (1 . 8) \set beatStructure = 3,1,1,2 << \relative {a'8 a a a16 a a a a8 a} \\ \relative {f'4. f8 f f f} >> % Funziona correttamente se si specifica il contesto Staff \set Staff.beatStructure = 3,1,1,2 << \relative {a'8 a a a16 a a a a8 a} \\ \relative {f'4. f8 f f f} >>
Il valore di baseMoment
può essere regolato in modo da
cambiare il comportamento delle travature, se si vuole. In questo caso
occorre cambiare anche il valore di beatStructure
così che sia
compatibile col nuovo valore di baseMoment
.
\time 5/8 % Nessun bisogno di disabilitare beamExceptions perché non è definita per il tempo 5/8 \set Timing.baseMoment = #(ly:make-moment 1/16) \set Timing.beatStructure = 7,3 \repeat unfold 10 { a16 }
baseMoment
è un momento, ovvero un’unità della durata musicale. Una
quantità di tipo moment viene creata dalla funzione Scheme
ly:make-moment
. Per maggiori informazioni su questa funzione, si
veda Gestione del tempo.
Per impostazione predefinita, baseMoment
ha un valore di uno fratto il
denominatore dell’indicazione di tempo. Le eccezioni a questa regola si
trovano in ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Disposizione delle travature con beamExceptions
Le regole speciali di disposizione automatica delle travature (diverse da quelle
che determinano la corrispondenza della travatura alla suddivisione) sono definite
nella proprietà beamExceptions
.
Il valore di beamExceptions
, una struttura dati Scheme piuttosto
complessa, è più facile da generare con la funzione \beamExceptions
.
A tale funzione viene passato uno o più schemi ritmici della misura,
specificati con travature manuali. Le misure devono essere separate da
un controllo di battuta |
dato che la funzione non ha altro
modo per determinare la lunghezza della misura. Ecco un semplice esempio:
\relative c'' { \time 3/16 \set Timing.beatStructure = 2,1 \set Timing.beamExceptions = \beamExceptions { 32[ 32] 32[ 32] 32[ 32] } c16 c c | \repeat unfold 6 { c32 } | }
Nota: Il valore di beamExceptions
deve essere una lista completa
di eccezioni, ovvero bisogna includere tutte le eccezioni che si vogliono
applicare. Non è possibile aggiungere, rimuovere o modificare soltanto
una eccezione. Anche se questo può sembrare scomodo, significa anche che
non c’è bisogno di conoscere le attuali impostazioni delle travature per
poter specificare un nuovo modello di disposizione delle travature.
Quando cambia l’indicazione di tempo, vengono impostati i valori predefiniti
di Timing.baseMoment
, Timing.beatStructure
e
Timing.beamExceptions
. L’impostazione dell’indicazione di tempo
ripristina le impostazioni automatiche delle travature del contesto Timing
ai valori predefiniti.
\relative a' { \time 6/8 \repeat unfold 6 { a8 } % raggruppamento (4 + 2) \set Timing.beatStructure = 4,2 \repeat unfold 6 { a8 } % ritorno al comportamento predefinito \time 6/8 \repeat unfold 6 { a8 } }
Le impostazioni predefinite della disposizione automatica delle travature per ogni tempo sono definite in ‘scm/time-signature-settings.scm’. La loro modifica è descritta in Indicazione di tempo.
Molte impostazioni di travature automatiche per le indicazioni di tempo hanno
un elemento beamExceptions
. Ad esempio, il tempo 4/4 cerca di creare
due travature nella misura se ci sono solo note di un ottavo. La regola
beamExceptions
può sovrascrivere l’impostazione di beatStructure
se beamExceptions
non viene annullato.
\time 4/4 \set Timing.baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set Timing.beatStructure = 3,3,2 % Le travature non saranno raggruppate in (3 3 2) a causa di beamExceptions \repeat unfold 8 {c8} | % Il raggruppamento delle travature è (3 3 2) perché abbiamo tolto le impostazioni predefinite di beamExceptions \set Timing.beamExceptions = #'() \repeat unfold 8 {c8}
Analogalmente, le note di un ottavo in un tempo 3/4 sono raggruppate in
un’unica travatura. Per raggrupparle secondo le suddivisioni, azzera beamExceptions
.
\time 3/4 % il comportamento predefinito è un gruppo di (6) a causa di beamExceptions \repeat unfold 6 {a8} | % Le travature saranno raggruppate in (1 1 1) a causa dei valori predefiniti di baseMoment e beatStructure \set Timing.beamExceptions = #'() \repeat unfold 6 {a8}
Spesso, nelle partiture di età classica e romantica, le travature
iniziano a metà della misura in un tempo 3/4; ma la pratica moderna
preferisce evitare l’impressione ingannevole di un tempo 6/8 (vedi Gould, p. 153).
Situazioni simili si incontrano anche per il tempo 3/8. Questo comportamento è
controllato dalla proprietà di contesto beamHalfMeasure
, che ha effetto
soltanto sulle indicazioni di tempo che hanno 3 come numeratore:
\relative a' { \time 3/4 r4. a8 a a | \set Timing.beamHalfMeasure = ##f r4. a8 a a | }
Come funziona la disposizione automatica delle travature
Quando la disposizione automatica delle travature è abilitata, la disposizione
delle travature è determinata dalle proprietà di contesto
baseMoment
, beatStructure
e beamExceptions
.
Nel determinare l’aspetto delle travature vengono applicate le seguenti regole, in ordine di priorità:
-
Se si specifica una travatura manuale con
[…]
imposta la travatura in quel modo, altrimenti -
se è definita una regola di fine della travatura in
beamExceptions
per il tipo di travatura in questione, la usa per determinare i punti corretti in cui le travature possono terminare, altrimenti -
se è definita una regola di fine della travatura in
beamExceptions
per un tipo di travatura più lunga, la usa per determinare i punti corretti in cui le travature possono terminare, altrimenti -
usa i valori di
baseMoment
ebeatStructure
per determinare l’estensione delle suddivisioni della misura e terminare le travature alla fine delle suddivisioni.
Nelle regole precedenti, il tipo di travatura è la durata della nota più corta nel gruppo della travatura.
Le regole predefinite per le travature si trovano in ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Frammenti di codice selezionati
Suddividere le travature
Le travature di note consecutive di un sedicesimo (o più brevi) non
vengono suddivise, ovvero i tre (o più) tratti della travatura si
estendono, senza spezzarsi, sugli interi gruppi di note.
Questo comportamento può essere modificato in modo da suddividere le
travature in sottogruppi attraverso la proprietà
subdivideBeams
. Se impostata, le travature che comprendono più
sottogruppi verranno suddivise a intervalli definiti dal
valore attuale di baseMoment
, riducendo le travature multiple
al numero di travature che indica il valore metrico della suddivisione.
Se il gruppo successivo alla suddivisione è più breve del valore
metrico corrente (di solito perché la travatura è incompleta), il
numero di travature riflette il gruppo di suddivisione più lungo
possibile. Tuttavia, se rimane una sola nota dopo la divisione, questa
restrizione non viene applicata.
Si noti che baseMoment
, se non impostata
esplicitamente, equivale a uno fratto il denominatore dell’attuale
indicazione di tempo. Deve quindi essere impostata su una frazione
che stabilisca la durata del sottogruppo di travature; lo si può fare
usando la funzione ly:make-moment
, come è mostrato in questo
frammento di codice. Inoltre quando baseMoment
cambia, anche
beatStructure
deve essere modificato per accordarsi con
baseMoment
:
\relative c'' { c32[ c c c c c c c] \set subdivideBeams = ##t c32[ c c c c c c c] % Set beam sub-group length to an eighth note \set baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set beatStructure = 2,2,2,2 c32[ c c c c c c c] % Set beam sub-group length to a sixteenth note \set baseMoment = #(ly:make-moment 1/16) \set beatStructure = 4,4,4,4 c32[ c c c c c c c] % Shorten beam by 1/32 \set baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set beatStructure = 2,2,2,2 c32[ c c c c c c] r32 % Shorten beam by 3/32 \set baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set beatStructure = 2,2,2,2 c32[ c c c c] r16. r2 }
Travatura che segue strettamente il battito
Si possono impostare i tratti di suddivisione della travatura in modo che siano rivolti verso la relativa pulsazione. La prima travatura fa sì che non spuntino i tratti di suddivisione (comportamento predefinito); la seconda travatura è orientata verso la pulsazione.
\relative c'' { \time 6/8 a8. a16 a a \set strictBeatBeaming = ##t a8. a16 a a }
Segni per la conduzione, segni di raggruppamento della misura
Il raggruppamento delle pulsazioni all’interno della misura è regolato dalla
proprietà di contesto beatStructure
. I valori di beatStructure
per
varie indicazioni di tempo vengono stabiliti in scm/time-signature-settings.scm
.
Questi valori possono essere impostati o modificati con \set
. Altrimenti, si
può usare \time
per impostare sia l’indicazione di tempo che la struttura
delle pulsazioni. Per farlo si specifica il raggruppamento interno delle pulsazioni in
una misura in una lista di numeri (nella sintassi di Scheme) prima dell’indicazione
di tempo.
\time
agisce nel contesto Timing
, dunque non reimposterà i
i valori di beatStructure
e baseMoment
che sono impostati in
altri contesti di più basso livello, come Voice
.
Se si include l’incisore Measure_grouping_engraver
in uno dei
contesti che regolano l’aspetto, appariranno i segni di raggruppamento
della misura. Tali segni facilitano la lettura di musica moderna ritmicamente
complessa.
Nell’esempio la misura di 9/8 è raggruppata in due diversi schemi usando
due metodi differenti, mentre la misura di 5/8 è raggruppata in base alle
impostazioni predefinite in scm/time-signature-settings.scm
:
\score { \new Voice \relative c'' { \time 9/8 g8 g d d g g a( bes g) | \set Timing.beatStructure = 2,2,2,3 g8 g d d g g a( bes g) | \time 4,5 9/8 g8 g d d g g a( bes g) | \time 5/8 a4. g4 | } \layout { \context { \Staff \consists "Measure_grouping_engraver" } } }
Estremità delle travature nel contesto Score
Le regole relative alle estremità delle travature definite nel contesto Score
si applicano a tutti i righi, ma possono essere modificate anche ai livelli
Staff
e Voice
:
\relative c'' { \time 5/4 % Set default beaming for all staves \set Score.baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set Score.beatStructure = 3,4,3 << \new Staff { c8 c c c c c c c c c } \new Staff { % Modify beaming for just this staff \set Staff.beatStructure = 6,4 c8 c c c c c c c c c } \new Staff { % Inherit beaming from Score context << { \voiceOne c8 c c c c c c c c c } % Modify beaming for this voice only \new Voice { \voiceTwo \set Voice.beatStructure = 6,4 a8 a a a a a a a a a } >> } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Indicazione di tempo.
File installati: ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Auto_beam_engraver, Beam, BeamForbidEvent, beam-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Se una partitura finisce prima del termine di una travatura automatica, cui
mancano ancora delle note, quest’ultima travatura non apparirà.
Lo stesso vale per le voci polifoniche, inserite con
<< … \\ … >>
. Una voce polifonica non apparirà se termina
quando una travatura automatica è ancora in attesa di note.
Per aggirare questi problemi occorre impostare manualmente l’ultima travatura
della voce o della partitura.
Timing
è un alias del contesto Score
. Questo significa che
la modifica della disposizione delle travature in un rigo avrà effetto anche
sugli altri righi.
Quindi un’impostazione di tempo in un rigo successivo reimposterà la disposizione
personalizzata delle travature definita in un rigo precedente.
Per evitare questo problema si può impostare l’indicazione di tempo su
un solo rigo.
<< \new Staff { \time 3/4 \set Timing.baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set Timing.beatStructure = 1,5 \set Timing.beamExceptions = #'() \repeat unfold 6 { a'8 } } \new Staff { \repeat unfold 6 { a'8 } } >>
Si possono cambiare anche le impostazioni predefinite delle travature, in modo che sia usata sempre la disposizione delle travature desiderata. Le modifiche nelle impostazioni della travatura automatica per le indicazioni di tempo sono descritte in Indicazione di tempo.
<< \new Staff { \overrideTimeSignatureSettings 3/4 % timeSignatureFraction 1/8 % baseMomentFraction 1,5 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 3/4 \repeat unfold 6 { a'8 } } \new Staff { \time 3/4 \repeat unfold 6 { a'8 } } >>
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Travature manuali
In alcuni casi potrebbe essere necessario scavalcare l’algoritmo di
disposizione automatica delle travature. Ad esempio, questo algoritmo
non inserirà delle travature tra le pause o tra le stanghette; e nelle
partiture corali la disposizione delle travature è spesso determinato dall’articolazione
del testo piuttosto che da quella musicale. Tali travature possono essere
specificate manualmente indicandone l’inizio e la fine con
[
e ]
.
\relative { r4 r8[ g' a r] r g[ | a] r }
La direzione delle travature può essere impostata manualmente attraverso gli indicatori di direzione:
\relative { c''8^[ d e] c,_[ d e f g] }
Le note individuali possono essere contrassegnate con \noBeam
per impedire
che vengano inserite in una travatura:
\relative { \time 2/4 c''8 c\noBeam c c }
Le travature degli abbellimenti e quelle delle note normali possono coesistere simultaneamente. Gli abbellimenti privi di travatura non vengono inseriti nella travatura delle note normali.
\relative { c''4 d8[ \grace { e32 d c d } e8] e[ e \grace { f16 } e8 e] }
Si può ottenere un controllo manuale delle travature ancora più preciso agendo sulle
proprietà stemLeftBeamCount
e stemRightBeamCount
, che specificano
il numero di travature da creare a sinistra e a destra della nota successiva.
Se una di queste proprietà viene impostata, il suo valore verrà usato una volta
sola, e la proprietà sarà poi cancellata. In questo esempio, l’ultima nota f
ha una
sola travatura a sinistra: la travatura corrispondente alla sottodivisione di un ottavo
all’interno dell’intero raggruppamento.
\relative a' { a8[ r16 f g a] a8[ r16 \set stemLeftBeamCount = #2 \set stemRightBeamCount = #1 f16 \set stemLeftBeamCount = #1 g16 a] }
Comandi predefiniti
\noBeam
.
Frammenti di codice selezionati
Code e punte delle travature
È possibile ottenere delle codette su note isolate e dei tratti di suddivisione all’estremità
della travatura con una combinazione di stemLeftBeamCount
,
stemRightBeamCount
e una coppia di indicatori della travatura []
.
Per ottenere delle codette rivolte a destra, si usa la coppia di indicatori
[]
e si imposta stemLeftBeamCount
a zero (vedi Example 1).
Per ottenere delle codette rivolte a sinistra, si imposta invece
stemRightBeamCount
(Example 2).
Perché i tratti di suddivisione alla fine di un gruppo di note unite da
travatura siano rivolti a destra, si imposta stemRightBeamCount
su un
valore positivo. Perché i tratti di suddivisione all’inizio di un gruppo di note
unite da travatura siano rivolti a sinistra, si imposta invece
stemLeftBeamCount
(Example 3).
Talvolta, ad esempio per una nota isolata circondata da pause, ha senso
avere una coda che punti sia a destra che a sinistra. Lo si può fare con
una coppia di indicatori di travatura []
da soli (Example 4).
(Nota che \set stemLeftBeamCount
è sempre equivalente a
\once \set
. In altre parole, le impostazioni che definiscono
il conteggio delle travature non “permangono”, quindi la coppia di code
attaccate al 16[]
solitario nell’ultimo esempio non hanno nulla a
che fare con l’impostazione \set
di due note prima.)
\score { << % Example 1 \new RhythmicStaff { \set stemLeftBeamCount = #0 c16[] r8. } % Example 2 \new RhythmicStaff { r8. \set stemRightBeamCount = #0 16[] } % Example 3 \new RhythmicStaff { 16 16 \set stemRightBeamCount = #2 16 r r \set stemLeftBeamCount = #2 16 16 16 } % Example 4 \new RhythmicStaff { 16 16 \set stemRightBeamCount = #2 16 r16 16[] r16 \set stemLeftBeamCount = #2 16 16 } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Abbellimenti.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Beam, BeamEvent, Beam_engraver, beam-interface, Stem_engraver.
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Travature a raggiera
Le travature a raggiera servono a indicare che un gruppo di note determinato
deve essere eseguito a un tempo progressivamente accelerato (o rallentato), senza
cambiare l’andamento complessivo del brano. L’estensione della
travatura a raggiera deve essere indicato a mano con [
e
]
, e la convergenza o divergenza delle travature si determina specificando la
la direzione della proprietà Beam
di grow-direction
.
Perché il ritardando o l’accelerando indicati dalla
travatura a raggiera trovino riscontro nella disposizione delle note e
nell’esecuzione del file MIDI, le note devono essere raggruppate in un’espressione
musicale delimitata da parentesi graffe e preceduta dal comando
featherDurations
, che specifica il rapporto tra le durate
delle prime e delle ultime note del gruppo.
Le parentesi quadre indicano l’estensione della travatura, mentre quelle graffe indicano quali note devono avere una durata modificata. Di norma queste parentesi delimitano lo stesso gruppo di note, ma questo non è tassativo: i due comandi sono indipendenti.
Nell’esempio seguente le otto note da un sedicesimo occupano esattamente lo stesso tempo di una nota di due quarti, ma la prima nota dura la metà dell’ultima e le note intermedie si allungano gradualmente. Le prime quattro note da un trentaduesimo sono progressivamente più veloci, mentre le ultime quattro presentano lo stesso tempo.
\relative c' { \override Beam.grow-direction = #LEFT \featherDurations 2/1 { c16[ c c c c c c c] } \override Beam.grow-direction = #RIGHT \featherDurations 2/3 { c32[ d e f] } % ripristina le travature normali \override Beam.grow-direction = #'() { g32[ a b c] } }
La spaziatura rappresenta la durata effettiva delle note solo in modo approssimato, mentre il tempo nel file MIDI è esatto.
Comandi predefiniti
\featherDurations
.
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
Problemi noti e avvertimenti
Il comando \featherDurations
funziona solamente con frammenti di
musica molto brevi e quando i numeri della frazione sono piccoli.
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1.2.5 Battute
Stanghette | ||
Numeri di battuta | ||
Controlli di battuta e del numero di battuta | ||
Segni di chiamata |
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Stanghette
Le stanghette delimitano le misure e sono usate anche per indicare i ritornelli. Di norma, le stanghette semplici sono inserite automaticamente in base all’indicazione di tempo.
Si possono inserire altri tipi di stanghette col comando \bar
. Ad
esempio, di solito si usa una stanghetta finale al termine di un brano:
\relative { e'4 d c2 \bar "|." }
Se l’ultima nota di una misura non termina entro la stanghetta inserita automaticamente, non viene segnalato un errore: si presuppone che la nota continui nella misura successiva. Ma se ci sono tante misure simili in sequenza, la musica potrebbe apparire compressa oppure scorrere fuori dalla pagina. Questo accade perché le interruzioni di linea automatiche si verificano solo al termine di misure complete, ovvero quando tutte le note terminano prima dell’inizio di una misura.
Nota: Una durata errata può impedire un’interruzione di linea, causando una linea di musica altamente compressa oppure a musica che prosegue fuori dalla pagina.
Le interruzioni di linea sono permesse anche in caso si stanghette inserite a mano anche all’interno di misure incomplete. Per permettere un’interruzione di linea senza che appaia una stanghetta si usa:
\bar ""
Questo comando inserirà una stanghetta invisibile e consentirà (senza però forzarla) un’interruzione di linea in questo punto. Il conteggio dei numeri di battuta non incrementa. Per forzare un’interruzione di linea si veda Interruzioni di linea.
Si possono inserire questa e altre stanghette speciali in qualsiasi punto. Quando coincidono con la fine di una misura, sostituiscono la stanghetta semplice che sarebbe stata posta automaticamente. Quando non coincidono con la fine di una misura, la stanghetta specificata viene inserita in quel punto.
Si noti che le stanghette manuali hanno una funzione puramente visiva. Non hanno alcun effetto sulle proprietà di una normale stanghetta, come i numeri della misura, le alterazioni, le interruzioni di linea, etc. Non influiscono nemmeno sul conteggio e sulla posizione delle stanghette automatiche successive. Quando una stanghetta manuale è posta nel punto in cui si trova già una normale stanghetta, le caratteristiche della stanghetta originale non sono alterate.
Sono disponibili per l’inserimento manuale due tipi di stanghette semplici e cinque tipi di stanghette doppie:
\relative { f'1 \bar "|" f1 \bar "." g1 \bar "||" a1 \bar ".|" b1 \bar ".." c1 \bar "|.|" d1 \bar "|." e1 }
oltre alle stanghette puntate e tratteggiate:
\relative { f'1 \bar ";" g1 \bar "!" a1 }
e a nove tipi di stanghette per le ripetizioni:
\relative { f'1 \bar ".|:" g1 \bar ":..:" a1 \bar ":|.|:" b1 \bar ":|.:" c1 \bar ":.|.:" d1 \bar "[|:" e1 \bar ":|][|:" f1 \bar ":|]" g1 \bar ":|." a1 }
Inoltre, una stanghetta può apparire come un semplice segno di spunta:
f'1 \bar "'" g'1
Tuttavia,dato che questi segni di spunta sono tipicamente usati nella notazione
gregoriana, è preferibile usare \divisioMinima
, come è descritto
nella sezione Divisiones della parte dedicata al canto gregoriano.
LilyPond supporta la notazione gregoriana russa e fornisce una stanghetta speciale per questo tipo di notazione:
f'1 \bar "k"
I dettagli di questo tipo di notazione sono spiegati in Scrivere in notazione quadrata di Kiev.
Per i segni di tipo segno interni al rigo, ci sono tre tipi di stanghette che differiscono nel comportamento quando incontrano un’interruzione di linea:
\fixed c' { c4 4 4 4 \bar "S" d4 4 4 4 \break \bar "S" e4 4 4 4 \bar "S-|" f4 4 4 4 \break \bar "S-|" g4 4 4 4 \bar "S-||" a4 4 4 4 \break \bar "S-||" b4 4 4 4 \bar "S-S" c'4 4 4 4 \break \bar "S-S" d'1 }
Sebbene LilyPond preveda l’inserimento manuale delle stanghette che indicano i ritornelli, ciò non consente il riconoscimento della musica come una sezione da ripetere. Tali sezioni devono essere inserite con i vari comandi di ripetizione (vedi Ripetizioni), che creano automaticamente le stanghette appropriate.
Inoltre si può specificare ".|:-||"
, che è equivalente a
".|:"
tranne in presenza di un’interruzione di linea, dove
crea una doppia stanghetta alla fine della linea e una stanghetta
di inizio ripetizione all’inizio della linea successiva.
\fixed c' { c4 4 4 4 \bar ".|:" d4 4 4 4 \break \bar ".|:" e4 4 4 4 \bar ".|:-|" f4 4 4 4 \break \bar ".|:-|" g4 4 4 4 \bar ".|:-||" a4 4 4 4 \break \bar ".|:-||" b4 4 4 4 \bar ".|:-|." c'4 4 4 4 \break \bar ".|:-|." d'4 4 4 4 }
Esistono sei diverse combinazioni di ripetizioni e indicazioni di segno:
\fixed c' { g,4 4 4 4 \bar ":|.S" a,4 4 4 4 \break \bar ":|.S" b,4 4 4 4 \bar ":|.S-S" c4 4 4 4 \break \bar ":|.S-S" d4 4 4 4 \bar "S.|:-S" e4 4 4 4 \break \bar "S.|:-S" f4 4 4 4 \bar "S.|:" g4 4 4 4 \break \bar "S.|:" a4 4 4 4 \bar "S.|:-|" b4 4 4 4 \break \bar "S.|:-|" c'4 4 4 4 \bar "S.|:-||" d'4 4 4 4 \break \bar "S.|:-||" e'4 4 4 4 \bar ":|.S.|:" f'4 4 4 4 \break \bar ":|.S.|:" g'4 4 4 4 \bar ":|.S.|:-S" a'4 4 4 4 \break \bar ":|.S.|:-S" b'1 }
Esiste inoltre un comando \inStaffSegno
che crea una stanghetta
con segno in congiunzione con un’appropriata stanghetta di ripetizione se
usata con un comando \repeat volta
, vedi Ripetizioni normali..
Si possono definire nuovi tipi di stanghette con \defineBarLine
:
\defineBarLine tipo-stanghetta #'(fine inizio span)
Le variabili di \defineBarLine
possono includere la stringa
‘vuota’ ""
,che è equivalente a una stanghetta invisibile.
Oppure possono essere impostate su #f
, che fa sì che non
appaia alcuna stanghetta.
Dopo averla definita, si può richiamare la nuova stanghetta col comando
\bar
tipo-stanghetta.
Attualmente sono disponibile dieci tipi di stanghetta:
\defineBarLine ":" #'("" ":" "") \defineBarLine "=" #'("=" "" "") \defineBarLine "[" #'("" "[" "") \defineBarLine "]" #'("]" "" "") \new Staff { s1 \bar "|" s1 \bar "." s1 \bar "!" s1 \bar ";" s1 \bar ":" s1 \bar "k" s1 \bar "S" s1 \bar "=" s1 \bar "[" s1 \bar "]" s1 \bar "" }
La stanghetta "="
crea una stanghetta doppia da combinare con il
il segno. Non va usata per creare una stanghetta doppia indipendente; in questo caso è preferibile usare \bar
"||".
Il segno "-"
introduce le annotazioni alle stanghette che
servono a distinguere quelle che hanno aspetto identico ma
un diverso comportamento in corrispondenza delle interruzioni di linea e/o
un diverso modo di connettere le stanghette tra i righi.
La parte che segue il segno "-"
non viene usato per costruire
la stanghetta.
\defineBarLine "||-dashedSpan" #'("||" "" "!!") \new StaffGroup << \new Staff \relative c'' { c1 \bar "||" c1 \bar "||-dashedSpan" c1 } \new Staff \relative c'' { c1 c1 c1 } >>
Inoltre, lo spazio " "
fa da spaziatore e fa sì che le stanghette tra i
righi siano allineate correttamente alle stanghette principali:
\defineBarLine ":|.-sbagliata" #'(":|." "" "|.") \defineBarLine ":|.-giusta" #'(":|." "" " |.") \new StaffGroup << \new Staff { c1 \bar ":|.-sbagliata" c1 \bar ":|.-giusta" c1 } \new Staff { c1 c1 c1 } >>
Se servono ulteriori elementi, LilyPond fornisce un modo semplice per definirli. Maggiori informazioni sulla modifica e l’aggiunta delle stanghette sono presenti nel file ‘scm/bar-line.scm’.
Nelle partiture con molti righi, un comando \bar
inserito
in un rigo viene applicato automaticamente a tutti i righi.
Le stanghette risultanti sono connesse tra i diversi righi
di un StaffGroup
, PianoStaff
o GrandStaff
.
<< \new StaffGroup << \new Staff \relative { e'4 d \bar "||" f4 e } \new Staff \relative { \clef bass c'4 g e g } >> \new Staff \relative { \clef bass c'2 c2 } >>
Il comando ‘\bar tipo-stanghetta’ è una scorciatoia di
‘\set Timing.whichBar = tipo-stanghetta’. Una stanghetta
viene creata ogni volta che si imposta la proprietà whichBar
.
Il tipo di stanghetta predefinita per le stanghette inserite automaticamente
è "|"
. Si può modificare in qualsiasi momento con
‘\set Timing.measureBarType = tipo-stanghetta’.
Vedi anche
Guida alla notazione: Interruzioni di linea, Ripetizioni, Raggruppare i righi.
File installati: ‘scm/bar-line.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno:
BarLine (creata al livello Staff
),
SpanBar (tra i righi),
Timing_translator (per le proprietà di Timing).
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Numeri di battuta
I numeri di battuta appaiono all’inizio di ogni linea tranne la prima.
Il numero viene salvato nella proprietà currentBarNumber
, che
viene aggiornata automaticamente per ogni misura. Può anche essere
impostata a mano:
\relative c' { c1 c c c \break \set Score.currentBarNumber = #50 c1 c c c }
I numeri di battuta possono essere mostrati a intervalli regolari
anziché solo all’inizio di ogni linea. Per farlo occorre
sovrascrivere il comportamento predefinito e permettere ai
numeri di battuta di apparire anche in punti diversi dall’inizio
della linea. Questo comportamento è regolato dalla proprietà
break-visibility
di BarNumber
, che considera tre
valori impostabili su #t
o #f
, i quali indicano se
il numero di battuta corrispondente debba essere visibile
o no. L’ordine dei tre valori è end of line visible
, middle of
line visible
, beginning of line visible
. Nell’esempio seguente
i numeri di battuta compaiono in tutti i punti possibili:
\relative c' { \override Score.BarNumber.break-visibility = ##(#t #t #t) \set Score.currentBarNumber = #11 % Permette la visualizzazione del primo numero di battuta \bar "" c1 | c | c | c \break c1 | c | c | c }
Frammenti di codice selezionati
Mostrare il numero di battuta nella prima misura
Il primo numero di battuta di una partitura viene soppresso se è inferiore
o uguale a ‘1’. Se si imposta barNumberVisibility
su
all-bar-numbers-visible
, verrà mostrato il numero di battuta della
prima misura e di tutte quelle successive. Si noti che perché funzioni è
necessario inserire una stanghetta invisibile prima della prima nota.
\layout { indent = 0 ragged-right = ##t } \relative c' { \set Score.barNumberVisibility = #all-bar-numbers-visible c1 | d | e | f \break g1 | e | d | c }
Mostrare i numeri di battuta a intervalli regolari
Impostando la proprietà barNumberVisibility
si possono far apparire
i numeri di battuta a intervalli regolari. In questo esempio vengono
mostrati ogni due misure eccetto alla fine della linea.
\relative c' { \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \set Score.currentBarNumber = #11 % Print a bar number every second measure \set Score.barNumberVisibility = #(every-nth-bar-number-visible 2) c1 | c | c | c | c \break c1 | c | c | c | c }
Stampare i numeri di battuta a intervalli regolari variabili
Tramite la funzione di contesto {set-bar-number-visibility}
si possono modificare gli intervalli dei numeri di battuta.
\relative c' { \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \context Score \applyContext #(set-bar-number-visibility 4) \repeat unfold 10 c'1 \context Score \applyContext #(set-bar-number-visibility 2) \repeat unfold 10 c }
Numeri di battuta racchiusi in rettangoli o cerchi
I numeri di battuta possono apparire anche all’interno di rettangoli o cerchi.
\relative c' { % Prevent bar numbers at the end of a line and permit them elsewhere \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \set Score.barNumberVisibility = #(every-nth-bar-number-visible 4) % Increase the size of the bar number by 2 \override Score.BarNumber.font-size = #2 % Draw a box round the following bar number(s) \override Score.BarNumber.stencil = #(make-stencil-boxer 0.1 0.25 ly:text-interface::print) \repeat unfold 5 { c1 } % Draw a circle round the following bar number(s) \override Score.BarNumber.stencil = #(make-stencil-circler 0.1 0.25 ly:text-interface::print) \repeat unfold 4 { c1 } \bar "|." }
Numeri di battuta alternativi
Si possono impostare due metodi alternativi di numerazione della battuta, utili specialmente per le ripetizioni.
\relative c'{ \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers \repeat volta 3 { c4 d e f | } \alternative { { c4 d e f | c2 d \break } { f4 g a b | f4 g a b | f2 a | \break } { c4 d e f | c2 d } } c1 \break \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers-with-letters \repeat volta 3 { c,4 d e f | } \alternative { { c4 d e f | c2 d \break } { f4 g a b | f4 g a b | f2 a | \break } { c4 d e f | c2 d } } c1 }
Allineare i numeri di battuta
Per impostazione predefinita i numeri di battuta sono allineati a destra rispetto al loro oggetto genitore. Di solito si tratta del margine sinistro della linea oppure, se i numeri appaiono all’interno della linea, del lato sinistro della stanghetta. I numeri possono essere posizionati anche direttamente sopra la stanghetta oppure allineati a sinistra della stanghetta.
\relative c' { \set Score.currentBarNumber = #111 \override Score.BarNumber.break-visibility = #all-visible % Increase the size of the bar number by 2 \override Score.BarNumber.font-size = #2 % Print a bar number every second measure \set Score.barNumberVisibility = #(every-nth-bar-number-visible 2) c1 | c1 % Center-align bar numbers \override Score.BarNumber.self-alignment-X = #CENTER c1 | c1 % Left-align bar numbers \override Score.BarNumber.self-alignment-X = #LEFT c1 | c1 }
Togliere i numeri di battuta da uno spartito
I numeri di battuta possono essere tolti rimuovendo l’incisore
Bar_number_engraver
dal contesto Score
.
\layout { \context { \Score \omit BarNumber % or: %\remove "Bar_number_engraver" } } \relative c'' { c4 c c c \break c4 c c c }
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: BarNumber, Bar_number_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
I numeri di battuta possono collidere con la parte superiore della parentesi quadra di
StaffGroup
, se presente. Per evitare la collisione, si può usare la
proprietà padding
di BarNumber
per posizionare correttamente
il numero. Si veda
StaffGroup e
BarNumber per
maggiori informazioni.
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Controlli di battuta e del numero di battuta
I controlli di battuta aiutano a rilevare gli errori di durata. Il controllo
di battuta si inserisce col simbolo della barra verticale, |
, in un qualsiasi
punto in cui è previsto l’inserimento di una stanghetta. Se vengono trovati controlli
di battuta in punti diversi, viene creata una lista di avvisi nel file di log
che mostra i numeri di linea e le linee in cui il controllo è fallito. Nell’esempio
seguente il secondo controllo di battuta segnalerà un errore.
\time 3/4 c2 e4 | g2 |
Una durata non corretta può generare uno spartito completamente alterato, specialmente nel caso di brani polifonici. Quindi il primo passo da compiere per correggere l’input è la verifica dei controlli di battuta e delle durate errate.
Se i controlli di battuta successivi sono spostati dello stesso intervallo musicale, viene mostrato solo il primo messaggio di avviso. Così l’avvertimento si concentra sulla causa dell’errore di tempo.
I controlli di battuta possono essere usati anche all’interno del testo vocale:
\lyricmode { \time 2/4 Twin -- kle | Twin -- kle | }
Attenzione: i segni di controllo di ottava nel testo vocale sono elaborati nel momento musicale in cui la sillaba che segue il segno di controllo viene elaborata. Se il testo è associato alle note di una voce che ha una pausa all’inizio di una battuta, non è possibile individuare alcuna sillaba all’inizio di quella battuta e apparirà un avvertimento se viene posto un controllo di battuta in quel punto del testo vocale.
È anche possibile ridefinire l’azione da prendere quando si incontra
un controllo di battuta o simbolo di barra verticale, |
, nell’input,
in modo che avvenga qualcosa di diverso dal controllo di battuta. Si può
fare assegnando un’espressione musicale a "|"
.
Nell’esempio seguente |
, invece di controllare la fine di una
battuta, viene usato per inserire una stanghetta doppia ovunque appaia
nell’input.
"|" = \bar "||" { c'2 c' | c'2 c' c'2 | c' c'2 c' }
Quando si copiano brani di una certa ampiezza, può essere d’aiuto verificare che i
numeri di battuta di LilyPond corrispondano all’originale a partire dal quale
si sta scrivendo il brano. Si può abilitare con \barNumberCheck
, ad
esempio,
\barNumberCheck #123
genererà un avvertimento se currentBarNumber
non è 123
nel momento in cui viene elaborato.
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
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Segni di chiamata
Per creare un segno di chiamata si usa il comando \mark
.
\relative c'' { c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark \default }
Il segno viene incrementato automaticamente se si usa \mark
\default
, ma è possibile usare anche un numero intero come argomento in
modo da impostare il segno manualmente. Il valore da usare viene salvato
nella proprietà rehearsalMark
.
\relative c'' { c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark #8 c1 \mark \default c1 \mark \default }
La lettera ‘I’ viene saltata, come vuole la tradizione tipografica. Se si desidera includere la lettera ‘I’, si può usare uno dei seguenti comandi, a seconda dello stile che si vuole (solo lettere, lettere in un quadrato o lettere in un cerchio).
\set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-alphabet \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-box-alphabet \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-circle-alphabet
\relative c'' { \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-box-alphabet c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark #8 c1 \mark \default c1 \mark \default }
Lo stile viene definito dalla proprietà rehearsalMarkFormatter
. È una
funzione che accoglie come argomenti il segno corrente (un numero intero) e
il contesto corrente. Dovrebbe restituire un oggetto testuale. Nell’esempio
seguente, rehearsalMarkFormatter
viene prima impostato su una procedura
predefinita e dopo alcune misure su una procedura che produce un
numero racchiuso in un quadrato.
\relative c'' { \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-numbers c1 \mark \default c1 \mark \default \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-box-numbers c1 \mark \default \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-circle-numbers c1 \mark \default \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-circle-letters c1 }
Il file ‘scm/translation-functions.scm’ contiene le
definizioni di format-mark-letters
(il formato predefinito),
format-mark-box-letters
, format-mark-numbers
e
format-mark-box-numbers
. Possono essere usate come fonte
di ispirazione per creare altre funzioni di formattazione.
Si possono usare format-mark-barnumbers
,
format-mark-box-barnumbers
e
format-mark-circle-barnumbers
per ottenere i numeri di battuta
invece di numeri o lettere crescenti.
Si possono specificare manualmente altri stili di segni di chiamata:
\mark "A1"
Si noti che Score.rehearsalMarkFormatter
non ha effetto sui segni specificati
in questo modo. Tuttavia, è possibile applicare un \markup
alla
stringa.
\mark \markup { \box A1 }
I glifi musicali (come il Segno) possono essere posti dentro il
comando \mark
\relative c' { c1 \mark \markup { \musicglyph "scripts.segno" } c1 \mark \markup { \musicglyph "scripts.coda" } c1 \mark \markup { \musicglyph "scripts.ufermata" } c1 }
L’elenco dei simboli che possono essere prodotti con \musicglyph
si
trova in Il font Emmentaler.
Per le più comuni modifiche relative al posizionamento dei segni di chiamata, si
veda Formattazione del testo. Per ottenere un controllo più preciso si consiglia
di studiare il funzionamento della proprietà break-alignable-interface
descritta in Allineamento degli oggetti.
Il file ‘scm/translation-functions.scm’ contiene le
definizioni di format-mark-numbers
e
format-mark-letters
, che possono essere usate come fonte di
ispirazione per creare altre funzioni di formattazione.
Vedi anche
Guida alla notazione: Il font Emmentaler, Formattazione del testo, Allineamento degli oggetti.
File installati: ‘scm/translation-functions.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: MarkEvent, Mark_engraver, RehearsalMark.
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1.2.6 Questioni ritmiche particolari
Abbellimenti | ||
Allineamento sulle cadenze | ||
Gestione del tempo |
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Abbellimenti
Gli abbellimenti sono degli ornamenti musicali che hanno un carattere in corpo più piccolo e non alterano la durata della misura.
\relative { c''4 \grace b16 a4( \grace { b16 c16 } a2) }
Esistono altri tre tipi di abbellimenti possibili; l’acciaccatura – un
abbellimento in tempo libero indicato da una nota con legatura di portamento
e un gambo barrato – e l’appoggiatura, che sottrae un valore determinato
della nota principale a cui corrisponde e ha un gambo non barrato. È anche
possibile creare un abbellimento con gambo barrato, come l’acciaccatura, ma
privo di legatura di portamento, in modo da collocarla tra note
già poste sotto una legatura: si usa il comando \slashedGrace
.
\relative { \acciaccatura d''8 c4 \appoggiatura e8 d4 \acciaccatura { g16 f } e2 \slashedGrace a,8 g4 \slashedGrace b16 a4( \slashedGrace b8 a2) }
Il posizionamento degli abbellimenti è sincronizzato sui diversi righi. Nell’esempio seguente, ci sono due abbellimenti da un sedicesimo ogni abbellimento da un ottavo
<< \new Staff \relative { e''2 \grace { c16 d e f } e2 } \new Staff \relative { c''2 \grace { g8 b } c2 } >>
Se si desidera risolvere una nota su un abbellimento, si usa il
comando \afterGrace
. Considera due argomenti: la nota principale e
gli abbellimenti che la seguono.
\relative { c''1 \afterGrace d1 { c16[ d] } c1 }
In questo modo, gli abbellimenti sono collocati dopo l’inizio della nota principale. Il momento temporale in cui sono posti gli abbellimenti è una certa frazione della durata della nota principale. L’impostazione predefinita di
afterGraceFraction = 3/4
può essere ridefinita nel livello superiore. Ma è anche possibile specificare
la frazione per ogni singolo comando \afterGrace
.
L’esempio seguente mostra le diverse spaziature che si ottengono con la frazione
predefinita, impostandola a 15/16
e infine a 1/2
della nota
principale.
<< \new Staff \relative { c''1 \afterGrace d1 { c16[ d] } c1 } \new Staff \relative { c''1 \afterGrace 15/16 d1 { c16[ d] } c1 } \new Staff \relative { c''1 \afterGrace 1/2 d1 { c16[ d] } c1 } >>
Lo spazio tra la nota principale e l’abbellimento può essere definito anche attraverso delle pause spaziatrici. L’esempio seguente sposta l’abbellimento di uno spazio equivalente ai 7/8 della nota principale.
\new Voice \relative { << { d''1^\trill_( } { s2 s4. \grace { c16 d } } >> c1) }
L’espressione musicale introdotta dal comando \grace
avrà delle
impostazioni tipografiche speciali; per esempio, per rimpicciolire il
tipo di carattere e impostare le direzioni. Dunque le modifiche che
sovrascrivono tali impostazioni speciali devono essere poste all’interno
del blocco \grace
. Lo stesso vale per le modifiche che ripristinano
i valori predefiniti. Nell’esempio seguente la direzione predefinita del
gambo viene prima sovrascritta e poi ripristinata.
\new Voice \relative { \acciaccatura { \stemDown f''16-> \stemNeutral } g4 e c2 }
Frammenti di codice selezionati
Usare il gambo barrato degli abbellimenti con le teste normali
Il gambo barrato presente nelle acciaccature può essere applicato in altre situazioni.
\relative c'' { \override Flag.stroke-style = #"grace" c8( d2) e8( f4) }
Modificare l’aspetto degli abbellimenti di un intero brano
L’aspetto di tutte le espressioni contenute nei blocchi \grace
di un
brano può essere modificato con le funzioni add-grace-property
e
remove-grace-property
. L’esempio seguente toglie la definizione
della direzione di Stem
nell’abbellimento, in modo che gli abbellimenti
non siano sempre rivolti in su, e barra le teste di nota.
\relative c'' { \new Staff { $(remove-grace-property 'Voice 'Stem 'direction) $(add-grace-property 'Voice 'NoteHead 'style 'cross) \new Voice { \acciaccatura { f16 } g4 \grace { d16 e } f4 \appoggiatura { f,32 g a } e2 } } }
Ridefinire le impostazioni predefinite globali degli abbellimenti
Le impostazioni globali predefinite degli abbellimenti sono salvate ni seguenti identificatori:
startGraceMusic stopGraceMusic startAcciaccaturaMusic stopAcciaccaturaMusic startAppoggiaturaMusic stopAppoggiaturaMusic
Sono definiti nel file ly/grace-init.ly
. Ridefinendoli si
possono ottenere effetti diversi.
startAcciaccaturaMusic = { <>( \override Flag.stroke-style = #"grace" \slurDashed } stopAcciaccaturaMusic = { \revert Flag.stroke-style \slurSolid <>) } \relative c'' { \acciaccatura d8 c1 }
Posizionare gli abbellimenti con dello spazio fluttuante
Se si imposta la proprietà 'strict-grace-spacing
, le colonne musicali
degli abbellimenti ’fluttuano’, ovvero si scollegano dalle note normali:
prima vengono spaziate le note normali, poi le colonne musicali degli
abbellimenti vengono messe a sinistra delle colonne delle note principali.
\relative c'' { << \override Score.SpacingSpanner.strict-grace-spacing = ##t \new Staff \new Voice { \afterGrace c4 { c16[ c8 c16] } c8[ \grace { b16 d } c8] c4 r } \new Staff { c16 c c c c c c c c4 r } >> }
Vedi anche
Glossario musicale: acciaccatura, acciaccatura, appoggiatura.
Guida alla notazione: Scalare le durate, Travature manuali.
File installati: ‘ly/grace-init.ly’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: GraceMusic, Grace_beam_engraver, Grace_auto_beam_engraver, Grace_engraver, Grace_spacing_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Una acciaccatura con molte note raggruppate sotto una travatura è priva della barra trasversale e ha il medesimo aspetto di una appoggiatura composta da varie note raggruppate sotto una travatura.
La sincronizzazione degli abbellimenti può nascondere delle sorprese, perché vengono sincronizzati anche altri elementi della notazione del rigo, come le armature di chiave, le stanghette, etc. Fai attenzione quando metti insieme righi che hanno degli abbellimenti con righi che non ne hanno. Ad esempio
<< \new Staff \relative { e''4 \section \grace c16 d2. } \new Staff \relative { c''4 \section d2. } >>
Si può ovviare a questo problema inserendo degli abbellimenti della durata corrispondente negli altri righi. Riprendendo l’esempio precedente
<< \new Staff \relative { e''4 \section \grace c16 d2. } \new Staff \relative { c''4 \section \grace s16 d2. } >>
L’uso del comando \grace
nella parte con le pause spaziatrici è
obbligatorio, anche se la parte visibile usa \acciaccatura
o
\appoggiatura
, perché altrimenti apparirà un orribile frammento
di legatura di portamento che connette la nota di abbellimento invisibile
alla nota seguente.
Le sezioni con abbellimenti devono essere usate solamente all’interno di espressioni musicali sequenziali. Non è permesso annidare o affiancare gruppi di abbellimenti; potrebbero verificarsi blocchi del programma o altri errori se non si rispetta questa limitazione.
Ogni abbellimento generato nell’output MIDI ha una durata di 1/4 della sua
vera durata. Se la durata complessiva degli abbellimenti è maggiore della
durata della nota che li precede, verrà generato l’errore
“Going back in MIDI time
”. A meno che non si diminuisca la durata degli
abbellimenti, ad esempio:
c'8 \acciaccatura { c'8[ d' e' f' g'] }
diventa:
c'8 \acciaccatura { c'16[ d' e' f' g'] }
Oppure si cambia esplicitamente la durata musicale:
c'8 \acciaccatura { \scaleDurations 1/2 { c'8[ d' e' f' g'] } }
Vedi Scalare le durate.
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Allineamento sulle cadenze
Nell’ambito di una partitura per orchestra, le cadenze presentano un problema peculiare: quando si scrive una partitura che include una cadenza o un altro passaggio solistico, tutti gli altri strumenti devono saltare esattamente la durata complessiva delle note del passaggio, altrimenti inizieranno troppo presto o troppo tardi.
Una possibile soluzione a questo problema consiste nell’uso delle funzioni
mmrest-of-length
e skip-of-length
. Queste funzioni Scheme
prendono come argomento una sezione di musica salvata in una variabile e generano
una pausa multipla o \skip
della lunghezza esatta del brano.
MyCadenza = \relative { c'4 d8 e f g g4 f2 g4 g } \new GrandStaff << \new Staff { \MyCadenza c'1 \MyCadenza c'1 } \new Staff { #(mmrest-of-length MyCadenza) c'1 #(skip-of-length MyCadenza) c'1 } >>
Vedi anche
Glossario musicale: cadenza.
Frammenti di codice: Rhythms.
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Gestione del tempo
Il tempo è gestito da Timing_translator
, che si trova
nel contesto Score
. Un suo alias,
Timing
, viene aggiunto nel contesto nel quale si
trova Timing_translator
. Per assicurarsi che l’alias
Timing
sia disponibile, occorre istanziare esplicitamente
il contesto che lo contiene (come Voice
o
Staff
).
Si usano le seguenti proprietà di Timing
per tenere traccia
del tempo in una partitura.
-
currentBarNumber
Il numero di battuta corrente. Un esempio che mostra l’uso di questa proprietà si trova in Numeri di battuta.
-
measureLength
La durata delle misure nel tempo corrente. Per un tempo di 4/4 è 1, per un tempo di 6/8 è 3/4. Il suo valore determina quando debbano essere inserite le stanghette e come debbano essere generate le travature automatiche.
-
measurePosition
Il punto della misura in cui ci si trova. Questa quantità viene reimpostata sottraendo
measureLength
ogni volta chemeasureLength
viene raggiunto o superato. Quando questo accade,currentBarNumber
viene incrementato.-
timing
Se impostato su
#t
, le variabili precedenti sono aggiornate ad ogni momento temporale. Se impostato su#f
, l’incisore rimane nella misura corrente per un tempo indefinito.
Si può cambiare il tempo impostando esplicitamente una qualsiasi di
queste variabili. Nel prossimo esempio, viene visualizzata l’indicazione
di tempo predefinita di 4/4, ma measureLength
è impostato su 5/4.
A 4/8 della terza misura, measurePosition
si sposta in avanti
di 1/8 fino a 5/8, diminuendo quella misura di 1/8.
Quindi la stanghetta successiva si troverà a 9/8 invece che a 5/4.
\new Voice \relative { \set Timing.measureLength = #(ly:make-moment 5/4) c'1 c4 | c1 c4 | c4 c \set Timing.measurePosition = #(ly:make-moment 5/8) b4 b b8 | c4 c1 | }
Come mostra l’esempio, ly:make-moment n/m
definisce una durata
di n/m della nota intera. Ad esempio, ly:make-moment 1/8
corrisponde
alla durata di un ottavo mentre ly:make-moment 7/16
a quella di sette
sedicesimi.
Vedi anche
Guida alla notazione: Numeri di battuta, Musica in tempo libero.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Timing_translator, Score.
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1.3 Segni di espressione
Questa sezione elenca vari segni di espressione che si possono usare in una partitura.
1.3.1 Segni di espressione collegati alle note | ||
1.3.2 Indicazioni espressive curvilinee | ||
1.3.3 Indicazioni espressive lineari |
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1.3.1 Segni di espressione collegati alle note
Questa sezione spiega come creare segni di espressione collegati alle note: articolazioni, abbellimenti e dinamiche. Sono trattati anche i metodi per creare nuove indicazioni dinamiche.
Articolazioni e abbellimenti | ||
Dinamiche | ||
Nuove indicazioni dinamiche |
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Articolazioni e abbellimenti
I diversi simboli che rappresentano articolazioni, ornamenti e altre indicazioni esecutive possono essere collegati a una nota con questa sintassi:
nota\nome
I valori possibili per nome
sono elencati in
Elenco delle articolazioni. Ad esempio:
\relative { c''4\staccato c\mordent b2\turn c1\fermata }
Alcune di queste articolazioni hanno delle abbreviazioni che ne semplificano
l’inserimento. Le abbreviazioni sono attaccate al nome della nota e la
loro sintassi è composta da un trattino -
seguito da un simbolo
che indica l’articolazione. Esistono abbreviazioni predefinite per
marcato, chiuso, tenuto, staccatissimo,
accento, staccato e portato.
L’output corrispondente è:
\relative { c''4-^ c-+ c-- c-! c4-> c-. c2-_ }
Le regole per il posizionamento predefinito delle articolazioni sono definite in ‘scm/script.scm’. Articolazioni e ornamenti possono essere posizionati manualmente sopra o sotto il rigo; si veda Direzione e posizionamento.
Le articolazioni sono oggetti Script
. Le loro proprietà sono
descritte in dettaglio in
Script.
Le articolazioni possono essere attaccate alle pause normali, alle pause
multiple e alle note. Attaccando un’articolazione a una pausa multipla
si crea un oggetto MultiMeasureRestScript
.
\override Script.color = #red \override MultiMeasureRestScript.color = #blue a'2\fermata r\fermata R1\fermata
Oltre alle articolazioni, si può attaccare alle note anche un testo,
posto tra virgolette o in un blocco \markup{}
. Si veda Scritte.
Ulteriori informazioni sull’ordine degli oggetti Script e TextScript collegati alle note si trovano in Posizionamento degli oggetti.
Frammenti di codice selezionati
Modificare i valori predefiniti per le abbreviazioni delle articolazioni
Le abbreviazioni sono definite in ‘ly/script-init.ly’, dove sono
assegnati valori predefiniti alle variabili dashHat
, dashPlus
,
dashDash
, dashBang
, dashLarger
, dashDot
e
dashUnderscore
. Questi valori predefiniti possono essere
modificati. Ad esempio, per associare l’abbreviazione -+
(dashPlus
)
al simbolo del trillo invece che al simbolo + predefinito, si assegna il
valore trill
alla variabile dashPlus
:
\relative c'' { c1-+ } dashPlus = \trill \relative c'' { c1-+ }
Controllo dell’ordine verticale degli script
L’ordine verticale degli script è determinato dalla proprietà
'script-priority
. Più il numero è piccolo, più sarà posto
vicino alla nota. In questo esempio, il simbolo di diesis (oggetto
TextScript
) ha prima la priorità più bassa, dunque è posto più
in basso nel primo esempio. Nel secondo, il trillo (oggetto Script
) ha
la priorità più bassa, quindi si trova all’interno. Quando due oggetti hanno
la stessa priorità, l’ordine in cui sono inseriti determina quale viene
prima.
\relative c''' { \once \override TextScript.script-priority = #-100 a2^\prall^\markup { \sharp } \once \override Script.script-priority = #-100 a2^\prall^\markup { \sharp } }
Creare un gruppetto ritardato
Creare un gruppetto ritardato, dove la nota più bassa del gruppetto usa
l’alterazione, richiede vari \override. La proprietà
outside-staff-priority
deve essere impostata su #f
, perché
altrimenti questa avrebbe la precedenza sulla proprietà avoid-slur
.
Cambiando la frazione 2/3
si aggiusta la posizione orizzontale.
\relative c'' { \after 2*2/3 \turn c2( d4) r | \after 4 \turn c4.( d8) \after 4 { \once \set suggestAccidentals = ##t \once \override AccidentalSuggestion.outside-staff-priority = ##f \once \override AccidentalSuggestion.avoid-slur = #'inside \once \override AccidentalSuggestion.font-size = -3 \once \override AccidentalSuggestion.script-priority = -1 \once \hideNotes cis8\turn \noBeam } d4.( e8) }
Vedi anche
Glossario Musicale: tenuto, accento, staccato, portato.
Manuale di apprendimento: Posizionamento degli oggetti.
Guida alla notazione: Scritte, Direzione e posizionamento, Elenco delle articolazioni, Trilli.
File installati: ‘scm/script.scm’.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Script, TextScript.
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Dinamiche
Le indicazioni dinamiche assolute si indicano con un comando che segue una
nota, come ad esempio c4\ff
. Le indicazioni dinamiche disponibili
sono \ppppp
, \pppp
, \ppp
, \pp
, \p
,
\mp
, \mf
, \f
, \ff
, \fff
,
\ffff
, \fffff
, \fp
, \sf
, \sff
,
\sp
, \spp
, \sfz
, \rfz
e \n
. Le indicazioni
dinamiche possono essere posizionate manualmente sopra o sotto il
rigo, come è spiegato in dettaglio in Direzione e posizionamento.
\relative c'' { c2\ppp c\mp c2\rfz c^\mf c2_\spp c^\ff }
Un’indicazione di crescendo inizia con \<
e termina
con \!
, un’indicazione dinamica assoluta o un’ulteriore indicazione
di crescendo o decrescendo. Un’indicazione di decrescendo inizia
con \>
e termina nello stesso modo, ovvero con \!
, un’indicazione
dinamica assoluta oppure un altro segno di crescendo o decrescendo.
Si possono usare \cr
e \decr
al posto di \<
e
\>
; si possono usare \endcr
e \enddecr
al posto di
\!
per terminare unindicazione di crescendo o decrescendo,
rispettivamente. Le forcelle vengono create con questa notazione.
\relative c'' { c2\< c\! d2\< d\f e2\< e\> f2\> f\! e2\> e\mp d2\> d\> c1\! }
Una forcella che termina con \!
si estenderà fino al margine
destro della nota a cui è assegnato \!
. Nel caso in cui sia
terminata con l’inizio di un altro segno di crescendo o
decrescendo, si estenderà fino al centro della nota a
cui è assegnato il successivo \<
o \>
. La forcella
successiva partirà dal margine destro della stessa nota invece che
dal margine sinistro, come accade quando si termina con \!
.
Una forcella che termina sul battere si fermerà alla stanghetta
precedente.
\relative { c''1\< | c4 a c\< a | c4 a c\! a\< | c4 a c a\! }
Le forcelle terminate con indicazioni dinamiche assolute invece che da
\!
avranno un aspetto simile. Tuttavia, la lunghezza dell’indicazione
dinamica assoluta stessa può cambiare il punto in cui finisce la
forcella precedente.
\relative { c''1\< | c4 a c\mf a | c1\< | c4 a c\ffff a }
Segni come crescendo o decrescendo devono spesso
iniziare o terminare nel corso di una nota sostenuta. Lo si può fare
con \after
, che può essere usato anche per creare articolazioni
o scritte testuali differite:
<< \relative { \after 2 \< c'1 d4\f\> e f g \after 2. \pp c,1 \after 2. \fermata e \after 2. ^"Fine." f } \relative { \repeat unfold 12 c'4 c c c c\fermata c c c c } >>
Si può usare ripetutamente \after
per attaccare più di un’indicazione a
una nota. Questo è utile soprattutto quando si aggiungono un crescendo e un
decrescendo alla stessa nota:
\relative { c''4\< d\! e\> c\! \after 4 \< \after 2\> \after 2. \! f1 \textLengthOn \after 4 \> \after 2. ^"hush!" c1 g4\pp }
Se il primo di tale sequenza di segni su una nota coincide con l’attacco
della nota, conviene attaccarlo a un accordo vuoto <>
. In questo
modo tutti i segni possono essere inseriti nel loro ordine visivo naturale:
{ <>\< \after 4 \> \after 2 \! c'1 % più facile da leggere e scrivere di: \after 4 \> \after 2 \! c'1\< }
Il comando \espressivo
può essere usato anche per indicare un crescendo
e un decrescendo sulla stessa nota. Tuttavia, si tenga presente che
viene implementato come articolazione, non come dinamica.
\relative { c''2 b4 a g1\espressivo \after 2. \espressivo c }
Le indicazioni di crescendo testuali iniziano con \cresc
, quelle di
decrescendo con \decresc
o \dim
.
Le linee di estensione sono aggiunte automaticamente.
\relative { g'8\cresc a b c b c d e\mf | f8\decresc e d c e\> d c b | a1\dim ~ | a2. r4\! | }
Le indicazioni testuali per i cambi di dinamica possono essere impiegate anche per sostituire le forcelle:
\relative c'' { \crescTextCresc c4\< d e f\! | \dimTextDecresc g4\> e d c\! | \dimTextDecr e4\> d c b\! | \dimTextDim d4\> c b a\! | \crescHairpin \dimHairpin c4\< d\! e\> d\! | }
Per creare nuove indicazioni dinamiche assolute o testi da allineare alle dinamiche, si veda Nuove indicazioni dinamiche.
Il posizionamento verticale della dinamica è gestito da DynamicLineSpanner.
Esiste un contesto Dynamics
che permette di posizionare le indicazioni
dinamiche su un’apposita linea orizzontale. Si usano le pause spaziatrici
per indicarne la collocazione temporale (le note in un contesto Dynamics
occupano
infatti il rispettivo valore musicale, ma senza comparire sul rigo).
Il contesto Dynamics
può contenere altri elementi utili come
indicazioni testuali, estensori del testo e indicazioni di pedalizzazione del pianoforte.
<< \new Staff \relative { c'2 d4 e | c4 e e,2 | g'4 a g a | c1 | } \new Dynamics { s1\< | s1\f | s2\dim s2-"rit." | s1\p | } >>
Comandi predefiniti
\dynamicUp
,
\dynamicDown
,
\dynamicNeutral
,
\crescTextCresc
,
\dimTextDim
,
\dimTextDecr
,
\dimTextDecresc
,
\crescHairpin
,
\dimHairpin
.
Frammenti di codice selezionati
Impostare il comportamento delle forcelle sulle stanghette
Se la nota che termina una forcella si trova sul primo battito di una
battuta, la forcella si ferma prima della stanghetta che precede la
nota. Si può controllare questo comportamento modificando la
proprietà 'to-barline
.
\relative c'' { e4\< e2. e1\! \override Hairpin.to-barline = ##f e4\< e2. e1\! }
Impostare la lunghezza minima delle forcelle
Se le forcelle sono troppo corte, possono essere allungate modificando
la proprietà minimum-length
dell’oggetto Hairpin
.
<< { \after 4 \< \after 2 \> \after 2. \! f'1 \override Hairpin.minimum-length = #8 \after 4 \< \after 2 \> \after 2. \! f'1 } { \repeat unfold 8 c'4 } >>
Allineare le estremità delle forcelle alle direzioni di NoteColumn
Le estremità delle forcelle possono essere allineate alle direzioni LEFT
,
CENTER
o RIGHT
dei grob NoteColumn
modificando la
proprietà endpoint-alignments
, che è costituita da una coppia di
numeri che rappresentano le estremità sinistra e destra della forcella.
endpoint-alignments
devono essere direzioni (-1, 0 o 1). Valori
diversi verranno trasformati emettendo un avviso. Non ha effetto quando
l’estremità destra di una forcella termina su una pausa; in questo caso termina
sempre sul margine sinistro della pausa.
{ c'2\< <c' d'>\! | \override Hairpin.endpoint-alignments = #'(1 . -1) c'2\< <c' d'>\! | \override Hairpin.endpoint-alignments = #`(,LEFT . ,CENTER) c'2\< <c' d'>\! | }
Spostare le estremità delle forcelle
Le estremità delle forcelle possono essere spostate in modo relativo alla
loro posizione predefinita (offset) impostando la proprietà shorten-pair
dell’oggetto Hairpin
. Valori positivi spostano le estremità a
destra, valori negativi le spostano a sinistra. Diversamente dalla
proprietà minimum-length
, questa proprietà modifica solo l’aspetto
della forcella; non cambia la spaziatura orizzontale (inclusa la posizione
delle dinamiche confinanti). Questo metodo è quindi utile per ritoccare
una forcella entro lo spazio ad essa allocato.
{ c'1~\< c'2~ c'\! \once \override Hairpin.shorten-pair = #'(2 . 2) c'1~\< c'2~ c'\! \once \override Hairpin.shorten-pair = #'(-2 . -2) c'1~\< c'2~ c'\! c'1~\p-\tweak shorten-pair #'(2 . 0)\< c'2~ c'\ffff }
Forcelle con notazione al niente
Le forcelle di dinamica possono essere rappresentate con ua punta
tonda (notazione “al niente”) impostando la proprietà circled-tip
dell’oggetto Hairpin
su #t
.
\relative c'' { \override Hairpin.circled-tip = ##t c2\< c\! c4\> c\< c2\! }
Stampare le forcelle in vari stili
Il segno di dinamica della forcella può avere diversi stili
\relative c'' { \override Hairpin.stencil = #flared-hairpin a4\< a a a\f a4\p\< a a a\ff a4\sfz\< a a a\! \override Hairpin.stencil = #constante-hairpin a4\< a a a\f a4\p\< a a a\ff a4\sfz\< a a a\! \override Hairpin.stencil = #flared-hairpin a4\> a a a\f a4\p\> a a a\ff a4\sfz\> a a a\! \override Hairpin.stencil = #constante-hairpin a4\> a a a\f a4\p\> a a a\ff a4\sfz\> a a a\! }
Dinamiche e segni testuali allineati verticalmente
Tutti gli oggetti DynamicLineSpanner
(forcelle e testi di dinamica)
sono posti a una distanza minima dal rigo determinata da 'staff-padding
.
Se si imposta 'staff-padding
su un valore abbastanza grande,
le dinamiche saranno allineate.
music = \relative c' { a'2\p b\f e4\p f\f\> g, b\p c2^\markup { \huge gorgeous } c^\markup { \huge fantastic } } { \music \break \override DynamicLineSpanner.staff-padding = #3 \textLengthOn \override TextScript.staff-padding = #1 \music }
Nascondere la linea di estensione per le dinamiche testuali
I cambi di dinamica in stile testuale (come cresc. e dim.) appaiono con una linea tratteggiata che mostra la loro estensione. Questa linea può essere soppressa nel modo seguente:
\relative c'' { \override DynamicTextSpanner.style = #'none \crescTextCresc c1\< | d | b | c\! }
Nascondere la linea di estensione per le dinamiche testuali
Il testo usato per i crescendo e i decrescendo può essere cambiato
modificando le proprietà di contesto crescendoText
e
decrescendoText
.
Lo stile della linea dell’estensore può essere cambiato modificando la
proprietà 'style
di DynamicTextSpanner
. Il valore predefinito
è 'dashed-line
; gli altri valori possibili sono 'line
,
'dotted-line
e 'none
.
\relative c'' { \set crescendoText = \markup { \italic { cresc. poco } } \set crescendoSpanner = #'text \override DynamicTextSpanner.style = #'dotted-line a2\< a a2 a a2 a a2 a\mf }
Vedi anche
Glossario Musicale: al niente, crescendo, decrescendo, forcella. Manuale di apprendimento: Articolazioni e dinamiche.
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Nuove indicazioni dinamiche, Miglioramento dell’output MIDI, Gestione delle dinamiche nel MIDI.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: DynamicText, Hairpin, DynamicLineSpanner, Dynamics.
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Nuove indicazioni dinamiche
Il modo più semplice per creare indicazioni dinamiche è usare
gli oggetti \markup
.
moltoF = \markup { molto \dynamic f } \relative { <d' e>16_\moltoF <d e> <d e>2.. }
In modalità markup, si possono creare dinamiche editoriali (racchiuse tra parentesi normali o quadrate). La sintassi della modalità markup è descritta in Formattazione del testo.
roundF = \markup { \center-align \concat { \bold { \italic ( } \dynamic f \bold { \italic ) } } } boxF = \markup { \bracket { \dynamic f } } \relative { c'1_\roundF c1_\boxF }
È possibile creare semplicemente indicazioni dinamiche centrate verticalmente con la
funzione make-dynamic-script
.
sfzp = #(make-dynamic-script "sfzp") \relative { c'4 c c\sfzp c }
In generale, make-dynamic-script
assume come argomento qualsiasi
oggetto markup. Il tipo di carattere per la dinamica contiene solo i
caratteri f,m,p,r,s
e z
; dunque, se si desidera creare un’indicazione
dinamica che contenga testo semplice e simboli di punteggiatura, occorre
usare dei comandi markup che ripristinino la famiglia e la codifica del tipo
di carattere per il testo normale, ad esempio \normal-text
. Il
vantaggio nell’uso di make-dynamic-script
al posto di un normale
markup è l’allineamento verticale degli oggetti markup e delle forcelle
collegate alla stessa testa di nota.
roundF = \markup { \center-align \concat { \normal-text { \bold { \italic ( } } \dynamic f \normal-text { \bold { \italic ) } } } } boxF = \markup { \bracket { \dynamic f } } mfEspress = \markup { \center-align \line { \hspace #3.7 mf \normal-text \italic espress. } } roundFdynamic = #(make-dynamic-script roundF) boxFdynamic = #(make-dynamic-script boxF) mfEspressDynamic = #(make-dynamic-script mfEspress) \relative { c'4_\roundFdynamic\< d e f g,1~_\boxFdynamic\> g1 g'1~\mfEspressDynamic g1 }
Si può usare anche la forma Scheme della modalità markup. La sintassi è spiegata in Markup construction in Scheme.
moltoF = #(make-dynamic-script (markup #:normal-text "molto" #:dynamic "f")) \relative { <d' e>16 <d e> <d e>2..\moltoF }
Per allineare a sinistra il testo di dinamica invece di centrarlo su una
nota, si usa un \tweak
:
moltoF = \tweak DynamicText.self-alignment-X #LEFT #(make-dynamic-script (markup #:normal-text "molto" #:dynamic "f")) \relative { <d' e>16 <d e> <d e>2..\moltoF <d e>1 }
Le impostazioni dei tipi di carattere in modalità markup sono descritti in Scelta del tipo di carattere e della dimensione.
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Scelta del tipo di carattere e della dimensione, Miglioramento dell’output MIDI, Gestione delle dinamiche nel MIDI.
Extending LilyPond: Markup construction in Scheme.
Frammenti: Expressive marks.
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1.3.2 Indicazioni espressive curvilinee
Questa sezione spiega come creare varie indicazioni espressive con forma curvilinea: legature di portamento, legature di frase, respiri, portamenti indeterminati discendenti (cadute) o ascendenti.
Legature di portamento | ||
Legature di frase | ||
Respiri | ||
Portamenti indeterminati discendenti (cadute) e ascendenti |
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Legature di portamento
Le legature di portamento si inseriscono con delle parentesi:
Nota: Nella musica polifonica, una legatura di portamento deve terminare nella stessa voce in cui è iniziata.
\relative { f''4( g a) a8 b( a4 g2 f4) <c e>2( <b d>2) }
Le legature di portamento possono essere posizionate manualmente sopra o sotto il rigo, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Tracciare due legature di portamento simultanee o sovrapposte richiede una
particolare attenzione. Di solito le legature di portamento più esterne
indicano in realtà una legatura di frase e le legature di frase possono essere
sovrapposte a una normale legatura, vedi Legature di frase. Quando invece
si vogliono usare molteplici legature di portamento normali in una sola
voce, l’inizio e la fine di ogni legatura devono essere preceduti da un
\=
seguito da una chiave identificativa (un simbolo o un numero intero
non negativo).
\fixed c' { <c~ f\=1( g\=2( >2 <c e\=1) a\=2) > }
Le legature di portamento possono essere continue, punteggiate o tratteggiate. Lo stile predefinito è quello continuo:
\relative { c'4( e g2) \slurDashed g4( e c2) \slurDotted c4( e g2) \slurSolid g4( e c2) }
Le legature di portamento possono essere anche semitratteggiate (half-dashed), ovvero con la prima metà tratteggiata e la seconda continua; oppure semicontinue (half-solid), ovvero con la prima metà continua e la seconda tratteggiata:
\relative { c'4( e g2) \slurHalfDashed g4( e c2) \slurHalfSolid c4( e g2) \slurSolid g4( e c2) }
Si possono definire modelli di tratteggio personalizzati per le legature di portamento:
\relative { c'4( e g2) \slurDashPattern #0.7 #0.75 g4( e c2) \slurDashPattern #0.5 #2.0 c4( e g2) \slurSolid g4( e c2) }
Comandi predefiniti
\slurUp
,
\slurDown
,
\slurNeutral
,
\slurDashed
,
\slurDotted
,
\slurHalfDashed
,
\slurHalfSolid
,
\slurDashPattern
,
\slurSolid
.
Frammenti di codice selezionati
Uso delle doppie legature di portamento per gli accordi legati
Alcuni compositori scrivono due legature di portamento per indicare gli
accordi legati. Si può ottenere questo risultato impostando doubleSlurs
.
\relative c' { \set doubleSlurs = ##t <c e>4( <d f> <c e> <d f>) }
Posizionare il testo a margine dentro le legature di portamento
I testi a margine devono avere la proprietà outside-staff-priority
impostata su false per poter apparire dentro le legature di portamento.
\relative c'' { \override TextScript.avoid-slur = #'inside \override TextScript.outside-staff-priority = ##f c2(^\markup { \halign #-10 \natural } d4.) c8 }
Legature di portamento con complesse strutture di tratteggio
Le legature di portamento possono avere schemi di tratteggio complessi
definendo la proprietà dash-definition
. dash-definition
è
una lista di dash-elements
. Un dash-element
è una lista
di parametri che definiscono il comportamento del tratteggio per un
segmento della legatura.
La legatura di portamento è definita come il parametro t della curva di
bezier che va da 0 sul margine sinistro della legatura fino a 1 su quello
destro. dash-element
è una lista di (inizio-t fine-t frazione-trattino
punto-trattino)
. La regione della legatura di portamento che va da inizio-t
a
fine-t
avrà una frazione frazione-trattino
di ogni
punto-trattino
nero. punto-trattino
viene definito in spazi
rigo. frazione-trattino
è impostato su 1 per una legatura di portamento
continua.
\relative c' { \once \override Slur.dash-definition = #'((0 0.3 0.1 0.75) (0.3 0.6 1 1) (0.65 1.0 0.4 0.75)) c4( d e f) \once \override Slur.dash-definition = #'((0 0.25 1 1) (0.3 0.7 0.4 0.75) (0.75 1.0 1 1)) c4( d e f) }
Vedi anche
Glossario Musicale: legatura di portamento.
Manuale di apprendimento: Sul non annidamento di parentesi e legature di valore.
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Legature di frase.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Slur.
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Legature di frase
Le legature di frase, che indicano una frase musicale, si
scrivono con i comandi \(
e \)
:
\relative { c''4\( d( e) f( e2) d\) }
A livello tipografico, una legatura di frase si comporta in modo pressoché
identico a una normale legatura di portamento. Sono però trattate
come oggetti diversi; ad esempio, \slurUp
non ha effetto su una
legatura di frase. Le legature di frase possono essere posizionate
sopra o sotto il rigo, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Per inserire più legature di frase simultanee o sovrapposte si usa \=
,
come per le normali legature di portamento (vedi Legature di portamento).
Le legature di frase possono essere continue, puntate o tratteggiate. Lo stile predefinito è quello continuo:
\relative { c'4\( e g2\) \phrasingSlurDashed g4\( e c2\) \phrasingSlurDotted c4\( e g2\) \phrasingSlurSolid g4\( e c2\) }
Le legature di frase possono essere anche semitratteggiate (la prima metà tratteggiata, la seconda continua) o semicontinue (la prima metà continua, la seconda tratteggiata):
\relative { c'4\( e g2\) \phrasingSlurHalfDashed g4\( e c2\) \phrasingSlurHalfSolid c4\( e g2\) \phrasingSlurSolid g4\( e c2\) }
Si possono definire modelli di tratteggio personalizzati anche per le legature di frase:
\relative { c'4\( e g2\) \phrasingSlurDashPattern #0.7 #0.75 g4\( e c2\) \phrasingSlurDashPattern #0.5 #2.0 c4\( e g2\) \phrasingSlurSolid g4\( e c2\) }
Le definizioni dei modelli di tratteggio per le legature di frase hanno la stessa struttura di quelle per le legature di portamento. Per maggiori informazioni sui modelli complessi di tratteggio si consultino i frammenti in Legature di portamento.
Comandi predefiniti
\phrasingSlurUp
,
\phrasingSlurDown
,
\phrasingSlurNeutral
,
\phrasingSlurDashed
,
\phrasingSlurDotted
,
\phrasingSlurHalfDashed
,
\phrasingSlurHalfSolid
,
\phrasingSlurDashPattern
,
\phrasingSlurSolid
.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Sul non annidamento di parentesi e legature di valore.
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Legature di portamento.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: PhrasingSlur.
Respiri
I respiri si inseriscono col comando \breathe
:
{ c''2. \breathe d''4 }
Diversamente da altri segni di espressione, il respiro non è associato
alla nota precedente ma è un evento musicale separato. Dunque tutti i
segni espressivi attaccati alla nota precedente, tutte le parentesi quadre
che indicano le travature manuali e le parentesi che indicano le legature
di portamento e di frase devono essere poste prima di \breathe
.
Un respiro termina una travatura automatica; per evitare questo comportamento, si veda Travature manuali.
\relative { c''8 \breathe d e f g2 }
È supportata la divisio, indicatore del respiro nella musica antica. Maggiori dettagli in Divisiones.
Frammenti di codice selezionati
Cambiare il simbolo del segno di respiro
Il glifo del respiro può essere modificato sovrascrivendo la proprietà
text
dell’oggetto di formattazione BreathingSign
con
qualsiasi testo incluso in un blocco markup.
\relative c'' { c2 \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \breathe d2 }
Usare un segno di spunta come simbolo di respiro
La musica vocale e per fiati usa frequentemente il segno di spunta come segno di respiro. Questo indica un respiro che sottrae un po’ di tempo alla nota precedente invece di prendere una piccola pausa, indicata dal segno di respiro rappresentato dalla virgola. Il segno può essere spostato un po’ su per allontanarlo dal rigo.
\relative c'' { c2 \breathe d2 \override BreathingSign.Y-offset = #2.6 \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.tickmark" } c2 \breathe d2 }
Inserire una cesura
I segni di cesura possono essere creati sovrascrivendo la proprietà 'text
dell’oggetto BreathingSign
. È disponibile anche un segno di cesura
curvo.
\relative c'' { \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.caesura.straight" } c8 e4. \breathe g8. e16 c4 \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.caesura.curved" } g8 e'4. \breathe g8. e16 c4 }
Vedi anche
Glossario Musicale: cesura.
Guida alla notazione: Divisiones.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: BreathingEvent, BreathingSign, Breathing_sign_engraver.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Portamenti indeterminati discendenti (cadute) e ascendenti
I portamenti indeterminati verso il basso (cadute) e verso l’alto possono
essere aggiunti alle note col comando \bendAfter
. La direzione del
portamento è indicata con un più o un meno (su o giù). Il numero indica
l’intervallo per cui il portamento si estenderà oltre la nota principale.
\relative c'' { c2\bendAfter #+4 c2\bendAfter #-4 c2\bendAfter #+6.5 c2\bendAfter #-6.5 c2\bendAfter #+8 c2\bendAfter #-8 }
Frammenti di codice selezionati
Cambiare la forma dei portamenti indeterminati verso il basso o verso l’alto
La proprietà shortest-duration-space
può essere modificata per cambiare
la forma dei portamenti indeterminati verso il basso o verso l’alto.
\relative c'' { \override Score.SpacingSpanner.shortest-duration-space = #4.0 c2-\bendAfter #5 c2-\bendAfter #-4.75 c2-\bendAfter #8.5 c2-\bendAfter #-6 }
Vedi anche
Glossario Musicale: portamento indeterminato verso il basso, portamento indeterminato verso l’alto.
Frammenti: Expressive marks.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Portamenti indeterminati discendenti (cadute) e ascendenti ] | [ Su : Segni di espressione ] | [ Glissando > ] |
1.3.3 Indicazioni espressive lineari
Questa sezione spiega come creare varie indicazioni espressive che seguono una traiettoria lineare: glissandi, arpeggi e trilli.
Glissando | ||
Arpeggio | ||
Trilli |
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Indicazioni espressive lineari ] | [ Su : Indicazioni espressive lineari ] | [ Arpeggio > ] |
Glissando
Un glissando si crea attaccando \glissando
a una nota:
\relative { g'2\glissando g' c2\glissando c, \afterGrace f,1\glissando f'16 }
Un glissando può collegare note appartenenti a righi diversi:
\new PianoStaff << \new Staff = "right" { e'''2\glissando \change Staff = "left" a,,4\glissando \change Staff = "right" b''8 r | } \new Staff = "left" { \clef bass s1 } >>
Un glissando può collegare le note negli accordi. Se è necessario qualcosa
di diverso dal normale abbinamento uno a uno delle note, si possono definire
le connessioni tra le note impostando \glissandoMap
su una lista Scheme.
Gli elementi sono coppie di numeri interi; ciascuna coppia (x . y) crea
una linea di glissando dalla nota x del primo accordo alla nota y
del secondo accordo. Le note sono numerate a partire da zero nell’ordine
in cui appaiono nel file di input ‘.ly’. Non tutte le note devono
far parte di un glissando.
\relative { <c' e>2\glissando g' <c, e>\glissando <g' b> \break \set glissandoMap = #'((0 . 1) (1 . 0)) <c, g'>\glissando <d a'> \set glissandoMap = #'((0 . 0) (0 . 1) (0 . 2)) c\glissando <d f a> \set glissandoMap = #'((2 . 2) (0 . 0)) <f d a'>\glissando <c f c'> }
Si possono adottare diversi stili di glissando. Maggiori dettagli in Stili della linea.
Frammenti di codice selezionati
Glissando contemporaneo
Un glissando contemporaneo senza una nota finale può essere creato usando una nota nascosta e un tempo di cadenza.
\relative c'' { \time 3/4 \override Glissando.style = #'zigzag c4 c \cadenzaOn c4\glissando \hideNotes c,,4 \unHideNotes \cadenzaOff \bar "|" }
Aggiungere i segni di tempo per i glissandi lunghi
I battiti saltati nei glissandi molto lunghi vengono talvolta segnalati con delle indicazioni di tempo, che consistono solitamente in dei gambi privi di teste di nota. Questi gambi possono essere usati anche per contenere segni di espressione intermedi.
Se i gambi non si allineano bene al glissando, può essere necessario riposizionarli leggermente.
glissandoSkipOn = { \override NoteColumn.glissando-skip = ##t \hide NoteHead \override NoteHead.no-ledgers = ##t } glissandoSkipOff = { \revert NoteColumn.glissando-skip \undo \hide NoteHead \revert NoteHead.no-ledgers } \relative c'' { r8 f8\glissando \glissandoSkipOn f4 g a a8\noBeam \glissandoSkipOff a8 r8 f8\glissando \glissandoSkipOn g4 a8 \glissandoSkipOff a8 | r4 f\glissando \< \glissandoSkipOn a4\f \> \glissandoSkipOff b8\! r | }
Lasciare che i glissandi vadano a capo
Per permettere a un glissando di andare a capo se capita su un’interruzione di
riga, si impostano le proprietà breakable
e after-line-breaking
su #t
:
glissandoSkipOn = { \override NoteColumn.glissando-skip = ##t \hide NoteHead \override NoteHead.no-ledgers = ##t } \relative c'' { \override Glissando.breakable = ##t \override Glissando.after-line-breaking = ##t f1\glissando | \break a4 r2. | f1\glissando \once \glissandoSkipOn \break a2 a4 r4 | }
Estendere i glissandi sulle volte delle ripetizioni
Un glissando che si estende in vari blocchi \alternative
può
essere simulato aggiungendo all’inizio di ogni blocco \alternative
una nota di abbellimento nascosta da cui inizia un glissando. La nota di
abbellimento deve avere la stessa altezza della nota da cui parte il
glissando iniziale. In questo frammento si usa una funzione musicale
che prende come argomento l’altezza della nota di abbellimento.
Attenzione: nella musica polifonica la nota di abbellimento deve avere una nota di abbellimento corrispondente in tutte le altre voci.
repeatGliss = #(define-music-function (grace) (ly:pitch?) #{ % the next two lines ensure the glissando is long enough % to be visible \once \override Glissando.springs-and-rods = #ly:spanner::set-spacing-rods \once \override Glissando.minimum-length = #3.5 \once \hideNotes \grace $grace \glissando #}) \score { \relative c'' { \repeat volta 3 { c4 d e f\glissando } \alternative { { g2 d } { \repeatGliss f g2 e } { \repeatGliss f e2 d } } } } music = \relative c' { \voiceOne \repeat volta 2 { g a b c\glissando } \alternative { { d1 } { \repeatGliss c \once \omit StringNumber e1\2 } } } \score { \new StaffGroup << \new Staff << \new Voice { \clef "G_8" \music } >> \new TabStaff << \new TabVoice { \clef "moderntab" \music } >> >> }
Vedi anche
Glossario Musicale: glissando.
Guida alla notazione: Stili della linea.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Glissando.
Problemi noti e avvertimenti
Non è supportato il testo lungo la linea del glissando (ad esempio gliss.).
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Glissando ] | [ Su : Indicazioni espressive lineari ] | [ Trilli > ] |
Arpeggio
Un arpeggio su un accordo (detto anche accordo spezzato)
si ottiene aggiungendo \arpeggio
all’accordo:
\relative { <c' e g c>1\arpeggio }
Si possono scrivere vari tipi di arpeggio.
\arpeggioNormal
ripristina l’arpeggio normale:
\relative { <c' e g c>2\arpeggio \arpeggioArrowUp <c e g c>2\arpeggio \arpeggioArrowDown <c e g c>2\arpeggio \arpeggioNormal <c e g c>2\arpeggio }
Questi comandi predefiniti modificano la proprietà 'arpeggio-direction
;
si può leggere la loro completa definizione nel file ‘ly/property-init.ly’.
Si possono creare simboli di arpeggio speciali in forma di parentesi:
\relative { <c' e g c>2 \arpeggioBracket <c e g c>2\arpeggio \arpeggioParenthesis <c e g c>2\arpeggio \arpeggioParenthesisDashed <c e g c>2\arpeggio \arpeggioNormal <c e g c>2\arpeggio }
Questi comandi predefiniti sovrascrivono la proprietà 'stencil
dell’oggetto Arpeggio
e possono anche adattare il suo
'X-extent
(ovvero, la dimensione orizzontale necessaria
per non entrare in collisione con altri oggetti).
Le proprietà del tratteggio della parentesi dell’arpeggio sono regolate
dalla proprietà 'dash-definition
, descritta in Legature di portamento.
Gli arpeggi possono essere scritti in modo esplicito con le legature di valore. Per maggiori dettagli si veda Legature di valore.
Comandi predefiniti
\arpeggio
,
\arpeggioArrowUp
,
\arpeggioArrowDown
,
\arpeggioNormal
,
\arpeggioBracket
,
\arpeggioParenthesis
,
\arpeggioParenthesisDashed
.
Frammenti di codice selezionati
Creare degli arpeggi che attraversano il rigo del pianoforte
In un rigo per pianoforte (PianoStaff
), è possibile far sì che un
arpeggio attraversi i righi impostando la proprietà PianoStaff.connectArpeggios
.
\new PianoStaff \relative c'' << \set PianoStaff.connectArpeggios = ##t \new Staff { <c e g c>4\arpeggio <g c e g>4\arpeggio <e g c e>4\arpeggio <c e g c>4\arpeggio } \new Staff { \clef bass \repeat unfold 4 { <c,, e g c>4\arpeggio } } >>
Creare degli arpeggi che attraversano i righi in altri contesti
Si possono creare arpeggi che attraversano i righi in contesti diversi da
GrandStaff
, PianoStaff
e StaffGroup
se l’incisore
Span_arpeggio_engraver
è incluso nel contesto Score
.
\score { \new ChoirStaff { \set Score.connectArpeggios = ##t << \new Voice \relative c' { <c e>2\arpeggio <d f>2\arpeggio <c e>1\arpeggio } \new Voice \relative c { \clef bass <c g'>2\arpeggio <b g'>2\arpeggio <c g'>1\arpeggio } >> } \layout { \context { \Score \consists "Span_arpeggio_engraver" } } }
Creare degli arpeggi che attraversano note appartenenti a voci diverse
Si può disegnare un arpeggio che attraversa delle note in voci diverse
dello stesso rigo se si aggiunge l’incisore Span_arpeggio_engraver
nel
contesto Staff
:
\new Staff \with { \consists "Span_arpeggio_engraver" } \relative c' { \set Staff.connectArpeggios = ##t << { <e' g>4\arpeggio <d f> <d f>2 } \\ { <d, f>2\arpeggio <g b>2 } >> }
Vedi anche
Glossario Musicale: arpeggio.
Guida alla notazione: Legature di portamento, Legature di valore.
File installati: ‘ly/property-init.ly’.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Arpeggio, Slur, PianoStaff.
Problemi noti e avvertimenti
I comandi predefiniti come \arpeggioArrowUp
si applicano soltanto
al contesto corrente e dunque non hanno effetto sugli arpeggi che
attraversano varie voci o righi. In tali casi questi comandi devono
essere usati in un blocco \context
all’interno di \layout
o
in un blocco \with
, come è spiegato in
Modifica delle impostazioni predefinite di un contesto.
Altrimenti, invece di usare i comandi predefiniti, potrebbe convenire
sovrascrivere direttamente le proprietà interessate per l’oggetto
Arpeggio
nel contesto appropriato, per esempio:
\override Staff.Arpeggio.stencil = #ly:arpeggio::brew-chord-bracket
per far sì che le parentesi dell’arpeggio attraversino le voci al livello
del rigo (Staff
), oppure
\override PianoStaff.Arpeggio.arpeggio-direction = #UP
per ottenere arpeggi che attraversano il rigo e con la freccia che punta in sù
in un contesto PianoStaff
.
Non è possibile mostrare simultaneamente arpeggi connessi e non connessi in un
PianoStaff
.
L’arpeggio in forma di parentesi non può essere impostato con facilità negli arpeggi che attraversano i righi; occorre ricorrere a metodi più complessi descritti in Gambi trasversali ai righi.
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Trilli
I trilli senza linea di estensione si ottengono col comando
\trill
; si veda Articolazioni e abbellimenti.
I trilli con linea di estensione si ottengono con
\startTrillSpan
e \stopTrillSpan
:
\relative { d''1\startTrillSpan d1 c2\stopTrillSpan r2 }
Un estensore del trillo che va a capo ricomincerà esattamente sopra la prima nota della nuova riga.
\relative { d''1\startTrillSpan \break d1 c2\stopTrillSpan r2 }
È possibile tracciare trilli consecutivi senza dover esplicitare i comandi
\stopTrillSpan
, perché il trillo successivo diventerà
automaticamente il limite destro di quello precedente.
\relative { d''1\startTrillSpan d1 b1\startTrillSpan d2\stopTrillSpan r2 }
I trilli possono essere anche combinati con le note di abbellimento. La sintassi di questo costrutto e il metodo per posizionare in modo preciso gli abbellimenti sono descritti in Abbellimenti.
\relative { d''1~\afterGrace d1\startTrillSpan { c32[ d]\stopTrillSpan } c2 r2 }
I trilli che richiedono una nota ausiliaria dall’altezza esplicita si
ottengono col comando \pitchedTrill
. Il primo argomento è la nota
principale e il secondo è la nota trillata, che appare come una testa
di nota senza gambo e racchiusa tra parentesi.
\relative { \pitchedTrill d''2\startTrillSpan fis d2 c2\stopTrillSpan r2 }
L’alterazione del primo trillo con notina in una misura viene sempre visualizzata, anche per i bequadri.
{ \key d \major \pitchedTrill d'2\startTrillSpan cis d\stopTrillSpan \pitchedTrill d2\startTrillSpan c d\stopTrillSpan \pitchedTrill d2\startTrillSpan e d\stopTrillSpan }
Alterazioni successive (della stessa nota nella stessa misura) devono essere aggiunte manualmente.
\relative { \pitchedTrill eis''4\startTrillSpan fis eis4\stopTrillSpan \pitchedTrill eis4\startTrillSpan cis eis4\stopTrillSpan \pitchedTrill eis4\startTrillSpan fis eis4\stopTrillSpan \pitchedTrill eis4\startTrillSpan fis! eis4\stopTrillSpan }
Comandi predefiniti
\startTrillSpan
,
\stopTrillSpan
.
Vedi anche
Glossario Musicale: trillo.
Guida alla notazione: Articolazioni e abbellimenti, Abbellimenti.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: TrillSpanner, TrillPitchHead, TrillPitchAccidental, TrillPitchParentheses, TrillPitchGroup, Pitched_trill_engraver.
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1.4 Ripetizioni
La ripetizione è un concetto chiave in musica e può essere resa con varie forme di notazione. LilyPond supporta i seguenti tipi di ripetizioni:
-
volta
La musica ripetuta non viene scritta per intero ma racchiusa tra barre di ripetizione. Se la ripetizione si trova all’inizio di un brano, la stanghetta di ritornello è posta soltanto alla fine della ripetizione. I finali alternativi (volte) appaiono da sinistra a destra e sono evidenziati da delle parentesi. Questa è la notazione standard per le ripetizioni con finali alternativi.
-
unfold
La musica ripetuta viene scritta per intero, tante volte quante sono specificate dal
numero-ripetizioni
. È utile quando si scrive musica ripetitiva.-
percent
Si tratta di ripetizioni del singolo tempo (battito) o della battuta. Hanno l’aspetto di una barra obliqua o di segni di percentuale.
-
tremolo
Si usa per scrivere travature a tremolo.
1.4.1 Ripetizioni lunghe | ||
1.4.2 Ripetizioni brevi |
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1.4.1 Ripetizioni lunghe
Questa sezione spiega come inserire ripetizioni lunghe (solitamente di più battute). Tali ripetizioni possono essere in due forme: racchiuse tra segni di ritornello oppure ricopiate interamente (adatte a scrivere musica ripetitiva). Si possono anche controllare manualmente i segni di ripetizione.
Ripetizioni normali | ||
Indicazioni di ripetizione manuali | ||
Ripetizioni ricopiate |
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Ripetizioni normali
La sintassi per una normale ripetizione è
\repeat volta numero-di-ripetizioni espressione-musicale
dove espressione-musicale
è la musica da ripetere.
Un’unica ripetizione senza finale alternativo:
\relative { \repeat volta 2 { c''4 d e f } c2 d \repeat volta 2 { d4 e f g } }
Il segno di inizio della ripetizione, per impostazione predefinita, non
appare nella prima misura. È tuttavia possibile aggiungerlo inserendo
a mano la battuta \bar ".|:"
prima della prima nota.
\relative { \repeat volta 2 { \bar ".|:" c''4 d e f } c2 d \repeat volta 2 { d4 e f g } }
I finali alternativi si ottengono con \alternative
. Ogni gruppo
di alternative deve essere a sua volta racchiuso tra parentesi.
\repeat volta numero-di-ripetizioni espressione-musicale \alternative { { espressione-musicale } }
dove espressione-musicale
è la musica.
Se il numero di ripetizioni è superiore a quello dei finali alternativi, alle prime ripetizioni viene assegnata la prima alternativa.
Una singola ripetizione con un finale alternativo:
\relative { \repeat volta 2 { c''4 d e f | } \alternative { { c2 e | } { f2 g | } } c1 }
Molteplici ripetizioni con un finale alternativo:
\relative { \repeat volta 4 { c''4 d e f | } \alternative { { c2 e | } { f2 g | } } c1 }
Molteplici ripetizioni con più di un finale alternativo:
\relative { \repeat volta 3 { c''4 d e f | } \alternative { { c2 e | } { f2 g | } { a2 g | } } c1 }
Nota: Se ci sono due o più finali alternativi, non ci deve essere
niente tra la parentesi di chiusura di uno e quella di apertura di
quello successivo all’interno di un blocco \alternative
,
altrimenti non si otterrà il numero atteso di finali.
Nota: Se si usa \relative
dentro a un blocco
\repeat
senza istanziare esplicitamente il
contesto Voice
, appare un rigo in più (non desiderato). Vedi
Appare un rigo in più.
Se una ripetizione che non ha finali alternativi inizia in mezzo a una
misura, solitamente termina in un punto corrispondente nel mezzo di una
misura successiva (così che tra le due estremità ci sia una misura
completa). In questo caso i segni di ripetizione non sono delle “vere”
e proprie stanghette, dunque né i controlli di battuta né i comandi
\partial
devono essere messi lì:
\relative { c'4 e g \repeat volta 4 { e4 | c2 e | g4 g g } g4 | a2 a | g1 | }
Se una ripetizione senza finali alternativi inizia con una misura parziale,
si applicano gli stessi principi dell’esempio precedente, a parte il fatto
che è richiesto un comando \partial
all’inizio della misura:
\partial 4 \repeat volta 4 { e'4 | c2 e | g4 g g } g4 | a2 a | g1 |
Si possono aggiungere delle legature di valore a un secondo finale:
\relative { c''1 \repeat volta 2 { c4 d e f~ } \alternative { { f2 d } { f2\repeatTie f, } } }
Il comando \inStaffSegno
può essere usato per generare una stanghetta
composita che incorpora il simbolo di segno nella stanghetta di ripetizione
appropriata se usato col comando \repeat volta
. Il tipo corretto di
stanghetta di ripetizione, ovvero inizio della ripetizione, fine della
ripetizione e doppia ripetizione, viene selezionato automaticamente. Il
corrispondente segno “D.S.” deve essere agiunto manualmente.
Lontano da una ripetizione:
\relative { e'1 \inStaffSegno f2 g a b c1_"D.S." \bar "|." }
All’inizio di una ripetizione:
\relative { e'1 \repeat volta 2 { \inStaffSegno % inizio ripetizione f2 g a b } c1_"D.S." \bar "|." }
Alla fine di una ripetizione:
\relative { e'1 \repeat volta 2 { f2 g a b \inStaffSegno % fine ripetizione } f2 g a b c1_"D.S." \bar "|." }
Tra due ripetizioni:
\relative { e'1 \repeat volta 2 { f2 g a b } \inStaffSegno % doppia ripetizione \repeat volta 2 { f2 g a b } c1_"D.S." \bar "|." }
Si possono impostare simboli alternativi delle stanghette modificando nel
contesto Score le proprietà segnoBarType
, startRepeatSegnoBarType
,
endRepeatSegnoBarType
o doubleRepeatSegnoBarType
per il tipo di
stanghetta richiesto. I tipi di stanghetta alternativi devono essere
selezionati dai tipi predefiniti o dai tipi precedentemente definiti col
comando \defineBarLine
(vedi Stanghette).
\defineBarLine ":|.S[" #'(":|." "S[" "") \defineBarLine "]" #'("]" "" "") \relative { e'1 \repeat volta 2 { f2 g a b \once \set Score.endRepeatSegnoBarType = ":|.S[" \inStaffSegno } f2 g \bar "]" a b c1_"D.S." \bar "|." }
Frammenti di codice selezionati
Accorciare le parentesi delle volte
Per impostazione predefinita, le parentesi delle volte si estendono per
tutta l’alternativa, ma si possono accorciare impostando
voltaSpannerDuration
. Nell’esempio seguente, la parentesi dura
una misura, che ha una durata di 3/4.
\relative c'' { \time 3/4 c4 c c \set Score.voltaSpannerDuration = #(ly:make-moment 3/4) \repeat volta 5 { d4 d d } \alternative { { e4 e e f4 f f } { g4 g g } } }
Aggiungere le parentesi delle volte a altri righi
L’incisore Volta_engraver
risiede nel contesto Score
, quindi
le parentesi delle ripetizioni appaiono di norma soltanto sul rigo superiore.
Questo comportamento può essere modificato aggiungendo l’incisore
Volta_engraver
al contesto Staff
in cui si desidera
far apparire le parentesi; si veda anche il frammento “Volta multirigo”.
<< \new Staff { \repeat volta 2 { c'1 } \alternative { c' } } \new Staff { \repeat volta 2 { c'1 } \alternative { c' } } \new Staff \with { \consists "Volta_engraver" } { c'2 g' e' a' } \new Staff { \repeat volta 2 { c'1 } \alternative { c' } } >>
Impostare la doppia ripetizione predefinita per le volte
Esistono tre diversi stili di doppie ripetizioni per le volte, che si
possono impostare con doubleRepeatBarType
.
\relative c'' { \repeat volta 2 { c1 } \set Score.doubleRepeatBarType = #":..:" \repeat volta 2 { c1 } \set Score.doubleRepeatBarType = #":|.|:" \repeat volta 2 { c1 } \set Score.doubleRepeatBarType = #":|.:" \repeat volta 2 { c1 } }
Numeri di battuta alternativi
Si possono impostare due metodi alternativi di numerazione della battuta, utili specialmente per le ripetizioni.
\relative c'{ \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers \repeat volta 3 { c4 d e f | } \alternative { { c4 d e f | c2 d \break } { f4 g a b | f4 g a b | f2 a | \break } { c4 d e f | c2 d } } c1 \break \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers-with-letters \repeat volta 3 { c,4 d e f | } \alternative { { c4 d e f | c2 d \break } { f4 g a b | f4 g a b | f2 a | \break } { c4 d e f | c2 d } } c1 }
Vedi anche
Glossario Musicale: ripetizione, volta.
Guida alla notazione: Stanghette, Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto, Modifica di legature di valore e di portamento, Gestione del tempo.
File installati: ‘ly/engraver-init.ly’.
Frammenti: Repeats.
Guida al funzionamento interno: VoltaBracket, RepeatedMusic, VoltaRepeatedMusic, UnfoldedRepeatedMusic.
Problemi noti e avvertimenti
Le legature di portamento che si estendono da un blocco \repeat
verso
un blocco \alternative
funzioneranno solo nel primo finale
alternativo. L’aspetto grafico di una legatura di portamento che
continua negli altri finali alternativi può essere simulato
con \repeatTie
se la legatura si estende solo su una nota
del blocco dell’alternativa, sebbene questo metodo non funzioni
in TabStaff
. Altri metodi che si possono adattare per indicare
legature di portamento che continuano su varie note dei blocchi di
alternativa, e che funzionano anche nei contesti TabStaff
,
sono presentati in Modifica di legature di valore e di portamento.
Inoltre le legature di portamento non possono ricollegarsi dalla fine di un’alternativa all’inizio della ripetizione.
I glissandi che si estendono da un blocco \repeat
in un blocco
\alternative
funzioneranno soltanto per il primo finale
alternativo. L’aspetto grafico di un glissando che continua negli
altri finali alternativi può essere indicato creando un
glissando che inizia su una nota di abbellimento nascosta. Vedere ad
esempio il frammento “Estendere i glissandi attraverso le ripetizioni” nei
Frammenti Selezionati in Glissando.
Se una ripetizione che inizia con una misura incompleta ha un blocco
\alternative
che contiene modifiche alla proprietà
measureLength
, l’uso di \unfoldRepeats
causerà
l’erroneo posizionamento delle stanghette e degli avvisi di controllo
di battuta.
Una ripetizione annidata come la seguente
\repeat … \repeat … \alternative
è ambigua, perché non è chiaro a quale \repeat
appartenga il
blocco \alternative
. Questa ambiguità si risolve facendo in
modo che \alternative
appartenga sempre al blocco \repeat
interno. Per chiarezza, si consiglia di usare le parentesi in queste
situazioni.
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Indicazioni di ripetizione manuali
Nota: Questi metodi vengono usati solo per mostrare tipi di ripetizioni
inusuali, e potrebbero causare un comportamento inaspettato. Nella
maggior parte dei casi, le ripetizioni devono essere create col
comando standard \repeat
oppure stampando le stanghette
opportune. Maggiori informazioni in Stanghette.
La proprietà repeatCommands
permette di controllare la formattazione
delle ripetizioni. Il suo valore è una lista Scheme dei comandi di ripetizione.
-
start-repeat
Stampa una stanghetta
.|:
.\relative { c''1 \set Score.repeatCommands = #'(start-repeat) d4 e f g c1 }
Come vuole la pratica comune di incisione, i segni di ripetizione non vengono stampati all’inizio di un brano.
-
end-repeat
Stampa una stanghetta
:|.
:\relative { c''1 d4 e f g \set Score.repeatCommands = #'(end-repeat) c1 }
-
(volta numero) … (volta #f)
Crea una nuova volta col numero specificato. La parentesi della volta deve essere terminata esplicitamente, altrimenti non sarà stampata.
\relative { f''4 g a b \set Score.repeatCommands = #'((volta "2")) g4 a g a \set Score.repeatCommands = #'((volta #f)) c1 }
Comandi di ripetizione multipli possono trovarsi nello stesso punto:
\relative { f''4 g a b \set Score.repeatCommands = #'((volta "2, 5") end-repeat) g4 a g a c1 \set Score.repeatCommands = #'((volta #f) (volta "95") end-repeat) b1 \set Score.repeatCommands = #'((volta #f)) }
Si può includere del testo nella parentesi della volta. Il testo può consistere di un numero, di più numeri o di un’indicazione testuale, si veda Formattazione del testo. Il modo più semplice per usare del testo è definirlo prima e poi includerlo nella lista Scheme,
voltaAdLib = \markup { 1. 2. 3... \text \italic { ad lib. } } \relative { c''1 \set Score.repeatCommands = #(list(list 'volta voltaAdLib) 'start-repeat) c4 b d e \set Score.repeatCommands = #'((volta #f) (volta "4.") end-repeat) f1 \set Score.repeatCommands = #'((volta #f)) }
Vedi anche
Guida alla notazione: Stanghette, Formattazione del testo.
Frammenti: Repeats.
Guida al funzionamento interno: VoltaBracket, RepeatedMusic, VoltaRepeatedMusic.
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Ripetizioni ricopiate
Col comando unfold
, le ripetizioni possono servire a semplificare
la scrittura di musica ripetitiva. La sintassi è
\repeat unfold numero-di-ripetizioni espressione-musicale
dove espressione-musicale
è la musica e
numero-di-ripetizioni
è il numero di volte per
cui è ripetuta espressione-musicale
.
\relative { \repeat unfold 2 { c''4 d e f } c1 }
In alcuni casi, specialmente in un contesto \relative
, la funzione
\repeat unfold
non equivale a riscrivere l’espressione
musicale più volte. Ad esempio
\repeat unfold 2 { a'4 b c }
non equivale a
a'4 b c | a'4 b c
Le ripetizioni dispiegate (unfold) possono avere dei finali alternativi.
\relative { \repeat unfold 2 { c''4 d e f } \alternative { { c2 g' } { c,2 b } } c1 }
Se il numero di ripetizioni è maggiore del numero di finali alternativi, la prima alternativa viene applicata più volte, finché le alternative rimaste non esauriscono il numero totale delle ripetizioni.
\relative { \repeat unfold 4 { c''4 d e f } \alternative { { c2 g' } { c,2 b } { e2 d } } c1 }
Se il numero di finali alternativi è maggiore del numero di ripetizioni, solo le prime alternative vengono applicate. Le alternative rimanenti saranno ignorate e non verranno stampate.
\relative { \repeat unfold 2 { c''4 d e f } \alternative { { c2 g' } { c,2 b } { e2 d } } c1 }
È anche possibile annidare molteplici funzioni unfold
(con o
senza finali alternativi).
\relative { \repeat unfold 2 { \repeat unfold 2 { c''4 d e f } \alternative { { c2 g' } { c,2 b } } } c1 }
Gli accordi si ripetono col simbolo di ripetizione dell’accordo
q
. Vedi Ripetizione di un accordo.
Nota: Se si usa \relative
dentro a un blocco \repeat
senza istanziare esplicitamente il contesto Voice
, appare un rigo
in più (non desiderato). Vedi
Appare un rigo in più.
Vedi anche
Guida alla notazione: Ripetizione di un accordo.
Frammenti: Repeats.
Guida al funzionamento interno: RepeatedMusic, UnfoldedRepeatedMusic.
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1.4.2 Ripetizioni brevi
Questa sezione tratta il modo in cui inserire brevi ripetizioni. Le ripetizioni brevi possono avere due forme: segni di tratto obliquo o percentuale per rappresentare le ripetizioni di una singola nota, di una singola misura o di due misure; tremolo negli altri casi.
Ripetizioni con percentuale | ||
Ripetizioni con tremolo |
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Ripetizioni con percentuale
Brevi sezioni ripetute vengono stampate la prima volta volta e le ripetizioni vengono sostituite da un apposito segno.
La sintassi è
\repeat percent numero espressione-musicale
dove espressione-musicale
è l’espressione musicale da ripetere.
Fraseggi più brevi di una misura vengono sostituiti dal tratto obliquo.
\relative c'' { \repeat percent 4 { c128 d e f } \repeat percent 4 { c64 d e f } \repeat percent 5 { c32 d e f } \repeat percent 4 { c16 d e f } \repeat percent 4 { c8 d } \repeat percent 4 { c4 } \repeat percent 2 { c2 } }
Fraseggi di una o due misure vengono sostituiti da simboli simili alla percentuale.
\relative c'' { \repeat percent 2 { c4 d e f } \repeat percent 2 { c2 d } \repeat percent 2 { c1 } }
\relative { \repeat percent 3 { c''4 d e f | c2 g' } }
Fraseggi più brevi di una misura ma con durate miste adottano un simbolo di doppia percentuale.
\relative { \repeat percent 4 { c''8. <d f>16 } \repeat percent 2 { \tuplet 3/2 { r8 c d } e4 } }
Frammenti di codice selezionati
Contatore della ripetizione con segno percentuale
Le ripetizioni di misura che hanno più di due ripetizioni possono avere un contatore se si cambia la proprietà opportuna, come mostra questo esempio:
\relative c'' { \set countPercentRepeats = ##t \repeat percent 4 { c1 } }
Visibilità del conto della ripetizione con segno percentuale
I contatori della ripetizione con segno percentuale possono essere mostrati a
intervalli regolari impostando la proprietà di contesto repeatCountVisibility
.
\relative c'' { \set countPercentRepeats = ##t \set repeatCountVisibility = #(every-nth-repeat-count-visible 5) \repeat percent 10 { c1 } \break \set repeatCountVisibility = #(every-nth-repeat-count-visible 2) \repeat percent 6 { c1 d1 } }
Ripetizioni con segni di percentuale isolati
Si possono stampare anche segni di percentuale isolati.
makePercent = #(define-music-function (note) (ly:music?) "Make a percent repeat the same length as NOTE." (make-music 'PercentEvent 'length (ly:music-length note))) \relative c'' { \makePercent s1 }
Vedi anche
Glossario Musicale: percent repeat, simile.
Frammenti: Repeats.
Guida al funzionamento interno: RepeatSlash, RepeatSlashEvent, DoubleRepeatSlash, PercentRepeat, PercentRepeatCounter, PercentRepeatedMusic, Percent_repeat_engraver, DoublePercentEvent, DoublePercentRepeat, DoublePercentRepeatCounter, Double_percent_repeat_engraver, Slash_repeat_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Le ripetizioni con percentuale non contengono nient’altro che il segno di percentuale; in particolare, i cambi di tempo non saranno ripetuti.
\repeat percent 3 { \time 5/4 c2. 2 \time 4/4 2 2 }
Qualsiasi cambio di tempo o comando \partial
devono trovarsi in
passaggi paralleli esterni a qualsiasi ripetizione con percentuale,
per esempio su una traccia di tempo separata.
<< \repeat percent 3 { c2. 2 2 2 } \repeat unfold 3 { \time 5/4 s4*5 \time 4/4 s1 } >>
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Ripetizioni con tremolo
I tremoli possono avere due forme: alternanza tra due note, o due accordi, e rapida ripetizione di una singola nota o accordo. I tremoli costituiti da un’alternanza si indicano con delle travature che collegano le note o gli accordi che si alternano, mentre i tremoli che consistono in una rapida ripetizione di una nota singola si indicano aggiungendo delle travature o dei tratti di suddivisione obliqui alla singola nota.
Per inserire i segni del tremolo tra le note, si usa \repeat
con
lo stile tremolo:
\relative c'' { \repeat tremolo 8 { c16 d } \repeat tremolo 6 { c16 d } \repeat tremolo 2 { c16 d } }
La sintassi di \repeat tremolo
prevede specificamente che
all’interno delle parentesi siano indicate due note, e che il numero di ripetizioni corrisponda
a un valore espresso in durate di note normali o puntate.
Dunque \repeat tremolo 7
è valido e produce una nota doppiamente puntata,
mentre \repeat tremolo 9
non è valido.
La durata del tremolo equivale alla durata dell’espressione musicale tra
parentesi moltiplicata per il numero di ripetizioni:
\repeat tremolo 8 { c16 d16 }
corrisponde a un tremolo di una semibreve,
rappresentata come due semibrevi unite dalle travature del tremolo.
Ci sono due modi di inserire dei segni di tremolo su una singola nota. Anche
in questo caso si usa la sintassi \repeat tremolo
, ma la nota non deve
essere racchiusa tra parentesi:
\repeat tremolo 4 c'16
Si può ottenere lo stesso output aggiungendo :N
dopo
la nota, dove N
indica la durata della suddivisione
(deve essere almeno 8). Se N
è 8, viene aggiunta una
travatura al gambo della nota. Se N
è omesso, viene
usato l’ultimo valore:
\relative { c''2:8 c:32 c: c: }
Frammenti di codice selezionati
Tremoli attraverso i righi
Dato che \repeat tremolo
si aspetta esattamente due argomenti musicali per
i tremoli di accordi, la nota o l’accordo che cambiano rigo in un tremolo che
attraversa i righi devono essere posti tra parentesi graffe insieme al
comando \change Staff
.
\new PianoStaff << \new Staff = "up" \relative c'' { \key a \major \time 3/8 s4. } \new Staff = "down" \relative c'' { \key a \major \time 3/8 \voiceOne \repeat tremolo 6 { <a e'>32 { \change Staff = "up" \voiceTwo <cis a' dis>32 } } } >>
Vedi anche
Frammenti: Repeats.
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1.5 Note simultanee
La polifonia in musica si riferisce alla coesistenza simultanea di più di una voce in un brano musicale. In LilyPond la polifonia si riferisce alla coesistenza di più voci sullo stesso rigo.
1.5.1 Una voce | ||
1.5.2 Più voci |
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1.5.1 Una voce
In questa sezione vengono spiegate le note simultanee che fanno parte di un’unica voce.
Note in un accordo | ||
Ripetizione di un accordo | ||
Espressioni simultanee | ||
Cluster |
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Note in un accordo
Un accordo si forma racchiudendo una serie di altezze tra <
e >
e può essere seguito da una durata, come accade per le
semplici note.
\relative { <a' c e>1 <a c e>2 <f a c e>4 <a c>8. <g c e>16 }
Proprio come per le note, si possono specificare le articolazioni da riferire all’accordo.
\relative { <a' c e>1\fermata <a c e>2-> <f a c e>4\prall <a c>8.^! <g c e>16-. }
Si possono specificare abbellimenti e articolazioni per ogni nota che fa parte dell’accordo.
\relative { <a' c\prall e>1 <a-> c-^ e>2 <f-. a c-. e-.>4 <a-+ c-->8. <g\fermata c e\turn>16 }
Tuttavia, alcuni elementi della notazione, come le dinamiche e le forcelle, devono essere attaccate all’accordo invece che alle sue singole note, altrimenti non appariranno. Altri elementi della notazione, come le diteggiature e le legature di portamento, saranno posizionate in modo nettamente diverso se attaccate alle note di un accordo invece che a un accordo intero o a singole note.
\relative { <a'\f c( e>1 <a c) e>\f <a\< c e>( <a\! c e>) <a c e>\< <a c e> <a c e>\! }
Un accordo si comporta semplicemente come un contenitore di note, articolazioni e altri elementi. Di conseguenza, un accordo privo di note non ha una durata. Qualsiasi articolazione attaccata a un accordo vuoto si troverà nel momento musicale della nota o accordo seguenti e si combinerà con questi (possibilità più complesse di combinazione sono spiegate in Espressioni simultanee):
\relative { \grace { g'8( a b } <> ) \p \< -. -\markup \italic "sempre staccato" \repeat unfold 4 { c4 e } c1\f }
Si può usare la modalità relativa per indicare l’altezza degli accordi. La prima nota di ogni accordo è sempre relativa alla prima nota dell’accordo che lo precede oppure, se non c’è un accordo precedente, è relativa all’altezza dell’ultima nota che precede l’accordo. Le altezze di tutte le altre note dell’accordo sono relative alla nota che le precede all’interno dell’accordo.
\relative { <a' c e>1 <f a c> <a c e> <f' a c> <b, e b,> }
Maggiori informazioni sugli accordi si trovano in Notazione per accordi.
Vedi anche
Glossario Musicale: accordo.
Manuale d’apprendimento: Combinare le note negli accordi.
Guida alla notazione: Notazione per accordi, Articolazioni e abbellimenti, Ottava relativa, Più voci.
Frammenti: Simultaneous notes.
Problemi noti e avvertimenti
Gli accordi che contengono più di due altezze in uno spazio del rigo, come ad esempio ‘<e f! fis!>’, presentano le teste di tali note sovrapposte. A seconda della situazione, si può migliorare l’aspetto con
- l’uso temporaneo di Più voci, ‘<< f! \\ <e fis!> >>’,
- la trascrizione enarmonica di una o più altezze, ‘<e f ges>’, oppure
- i Cluster.
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Ripetizione di un accordo
Per inserire la musica più rapidamente, si può usare una scorciatoia che ripete
l’accordo precedente. Il simbolo di ripetizione dell’accordo è q
:
\relative { <a' c e>1 q <f a c>2 q }
Come nel caso dei normali accordi, il simbolo di ripetzione dell’accordo si può usare con le durate, le articolazioni, i testi a margine, le legature di portamento, le travature, etc. dato che solo le altezze dell’accordo precedente vengono duplicate.
\relative { <a' c e>1\p^"text" q2\<( q8)[-! q8.]\! q16-1-2-3 q8\prall }
Il simbolo di ripetizione dell’accordo ricorda sempre l’ultimo accordo inserito, quindi è possibile inserire l’accordo più recente anche se nel frattempo sono state inserite altre note (senza accordi) o pause.
\relative { <a' c e>1 c'4 q2 r8 q8 | q2 c, | }
Tuttavia questo simbolo non conserva le dinamiche, le articolazioni o gli abbellimenti dell’accordo precedente.
\relative { <a'-. c\prall e>1\sfz c'4 q2 r8 q8 | q2 c, | }
Per far sì che alcuni elementi siano conservati, si può invocare esplicitamente
la funzione \chordRepeats
con un’ulteriore argomento che indica una
lista di tipi di evento da mantenere, a meno che eventi di quel tipo non
siano già presenti nell’accordo q
stesso.
\relative { \chordRepeats #'(articulation-event) { <a'-. c\prall e>1\sfz c'4 q2 r8 q8-. } | q2 c, | }
In questo esempio l’uso di \chordRepeats
all’interno di un blocco
\relative
produce risultati indesiderati: gli eventi di un accordo,
una volta espansi, non si distinguono più per essere stati inseriti
come accordi normali, quindi \relative
assegna un’ottava basata
sul contesto corrente.
Dato che \relative
annidati non si influenzano l’un l’altro, si può
usare un altro \relative
dentro \chordRepeats
per stabilire
le relazioni di ottava prima di espandere gli accordi ripetuti. In questo
caso l’intero contenuto del \relative
più interno non influenza
quello esterno; ecco perché in questo esempio la nota finale è stata
specificata con un’ottava diversa.
\new Voice \relative c'' { \chordRepeats #'(articulation-event) \relative { <a'-. c\prall e>1\sfz c'4 q2 r8 q8-. } | q2 c | }
Le interazioni con \relative
si verificano solo con chiamate esplicite
di \chordRepeats
: l’espansione implicita all’inizio della creazione
della partitura viene fatta in un momento in cui tutti i \relative
sono
stati già elaborati.
Vedi anche
Guida alla notazione: Notazione per accordi, Articolazioni e abbellimenti.
File installati: ‘ly/chord-repetition-init.ly’.
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Espressioni simultanee
Una o più espressioni musicali racchiuse tra due coppie di parentesi uncinate sono considerate simultanee. Se la prima espressione inizia con una nota singola o se l’intera espressione simultanea appare esplicitamente all’interno di una voce, sarà posta in un solo rigo; altrimenti gli elementi dell’espressione simultanea saranno messi in righi separati.
Gli esempi seguenti mostrano espressioni simultanee su un rigo:
\new Voice { % voce singola esplicita << \relative { a'4 b g2 } \relative { d'4 g c,2 } >> }
\relative { % prima nota singola a' << \relative { a'4 b g } \relative { d'4 g c, } >> }
Questo può essere utile se le sezioni simultanee hanno durate identiche, ma i tentativi di collegare note con durate diverse allo stesso gambo causerà degli errori. Le note, le articolazioni e le modifiche delle proprietà in una singola voce (‘Voice’) sono raccolte e create secondo l’ordine della musica:
\relative { <a' c>4-. <>-. << c a >> << { c-. <c a> } { a s-. } >> }
Per poter inserire gambi o travature multiple e variare le durate o altre proprietà di note riferibili allo stesso momento musicale, occorre usare più voci.
L’esempio seguente mostra come le espressioni simultanee possano generare implicitamente righi multipli:
% nessuna singola nota precede l'espressione simultanea << \relative { a'4 b g2 } \relative { d'4 g2 c,4 } >>
In questo caso le durate diverse non causano problemi perché sono interpretate in voci diverse.
Problemi noti e avvertimenti
Se le note appartenenti a due o più voci, senza che sia stato specificato uno spostamento, hanno i gambi nella stessa direzione, il messaggio
attenzione: questa voce ha bisogno di un'impostazione \voiceXx o \shiftXx
apparirà durante la compilazione del file. Si può evitare con:
\override NoteColumn.ignore-collision = ##t
Tuttavia, questo comando non si limita a eliminare l’avvertimento, ma impedisce qualsiasi risoluzione delle collisioni, e potrebbe comportare altri effetti indesiderati (vedi anche i Problemi noti in Risoluzione delle collisioni).
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Cluster
Un cluster prescrive l’esecuzione simultanea di tutti i suoni compresi in un determinato intervallo. Può
essere rappresentato come un involucro che contiene le note che ne fanno parte. Si
inserisce applicando la funzione \makeClusters
a una sequenza
di accordi, ad esempio:
\relative \makeClusters { <g' b>2 <c g'> }
Si possono inserire insieme sullo stesso rigo le normali note e i cluster, anche contemporaneamente. In tal caso non viene fatto alcun tentativo di evitare automaticamente collisioni tra le note normali e i cluster.
Vedi anche
Glossario Musicale: cluster.
Frammenti: Simultaneous notes.
Guida al funzionamento interno: ClusterSpanner, ClusterSpannerBeacon, Cluster_spanner_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
I cluster hanno un buon aspetto solo se durano almeno per due accordi; altrimenti appaiono troppo stretti.
I cluster non hanno un gambo e non possono indicare delle durate da soli, ma la lunghezza del cluster è determinata dalle durate degli accordi che lo definiscono. Più cluster distinti devono essere separati da una pausa.
I cluster non generano output MIDI.
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1.5.2 Più voci
Questa sezione presenta le note simultanee in più voci o più righi.
Polifonia su un solo rigo | ||
Stili di voce | ||
Risoluzione delle collisioni | ||
Accorpare le pause | ||
Combinazione automatica delle parti | ||
Scrivere la musica in parallelo |
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Polifonia su un solo rigo
Istanziare esplicitamente le voci
La struttura di base necessaria per ottenere più voci indipendenti in un solo rigo è illustrata nell’esempio seguente:
\new Staff << \new Voice = "prima" \relative { \voiceOne r8 r16 g'' e8. f16 g8[ c,] f e16 d } \new Voice= "seconda" \relative { \voiceTwo d''16 c d8~ 16 b c8~ 16 b c8~ 16 b8. } >>
Le voci sono istanziate esplicitamente e vengono contrassegnate da dei nomi. I
comandi \voiceOne
… \voiceFour
impostano le voci in
modo che la prima e terza voce abbiano i gambi in su, la seconda e la quarta
voce i gambi in giù, le teste di nota della terza e quarta voce siano
spostate orizzontalmente e le pause in ciascuna voce siano spostate
automaticamente per evitare collisioni. Il comando \oneVoice
ripristina tutte le impostazioni della voce alle direzioni neutrali
predefinite.
Passaggi polifonici temporanei
Un passaggio polifonico temporaneo si può creare col seguente costrutto:
<< { \voiceOne … } \new Voice { \voiceTwo … } >> \oneVoice
In questo esempio la prima espressione all’interno di un passaggio polifonico
temporaneo è posta nel contesto Voice
che era in uso immediatamente
prima del passaggio polifonico e quello stesso contesto Voice
continua
dopo la sezione temporanea. Le altre espressioni comprese nelle parentesi
uncinate vengono assegnate a voci temporanee distinte. Questo permette di
assegnare il testo a una voce che continua prima, durante e dopo una sezione
polifonica:
\relative << \new Voice = "melody" { a'4 << { \voiceOne g f } \new Voice { \voiceTwo d2 } >> \oneVoice e4 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { This is my song. } >>
I comandi \voiceOne
e \voiceTwo
sono necessari per
definire le impostazioni di ogni voce.
Il costrutto con la doppia barra inversa (backslash)
Il costrutto << {…} \\ {…} >>
, in cui due (o
più) espressioni sono separate da due barre inverse (backslash), si
comporta diversamente dal costrutto simile privo delle due barre:
tutte le espressioni in questo costrutto vengono assegnate
a nuovi contesti Voice
. Questi nuovi contesti Voice
vengono creati implicitamente e ad essi vengono assegnati dei nomi
prestabiliti "1"
, "2"
, etc.
Il primo esempio potrebbe essere riscritto nel modo seguente:
<< \relative { r8 r16 g'' e8. f16 g8[ c,] f e16 d } \\ \relative { d''16 c d8~ 16 b c8~ 16 b c8~ 16 b8. } >>
Questa sintassi si usa quando non importa che le voci temporanee siano
create e poi eliminate. A queste voci create implicitamente vengono
assegnate le impostazioni equivalenti all’uso dei comandi
\voiceOne
… \voiceFour
, nell’ordine in cui
appaiono nell’input.
Nell’esempio seguente, la voce intermedia ha i gambi in su, dunque viene inserita in terza posizione in modo che diventi la terza voce, che ha i gambi in su. Si usano le pause spaziatrici per evitare il raddoppio delle pause ordinarie.
<< \relative { r8 g'' g g g f16 ees f8 d } \\ \relative { ees'8 r ees r d r d r } \\ \relative { d''8 s c s bes s a s } >>
In tutti i brani, a eccezione di quelli più semplici, è consigliabile creare contesti
Voice
espliciti come è spiegato in
Contesti e incisori e
Definire esplicitamente le voci.
Ordine delle voci
Quando si inseriscono più voci nel file di input, conviene usare il seguente ordine:
Voce 1: la più alta Voce 2: la più bassa Voce 3: la seconda più alta Voce 4: la seconda più bassa Voce 5: la terza più alta Voce 6: la terza più bassa etc.
Sebbene possa sembrare controintuitivo, ciò semplifica il processo automatico di formattazione. Si noti che le voci con numero dispari hanno i gambi in su, quelle con numero pari hanno i gambi in giù:
\new Staff << \time 2/4 { f''2 } % 1: la più alta \\ { c'2 } % 2: la più bassa \\ { d''2 } % 3: seconda più alta \\ { e'2 } % 4: seconda più bassa \\ { b'2 } % 5: terza più alta \\ { g'2 } % 6: terza più bassa >>
Quando si desidera inserire le voci in un ordine diverso, conviene usare
il comando \voices
:
\new Staff \voices 1,3,5,6,4,2 << \time 2/4 { f''2 } % 1: la più alta \\ { d''2 } % 3: seconda più alta \\ { b'2 } % 5: terza più alta \\ { g'2 } % 6: terza più bassa \\ { e'2 } % 4: seconda più bassa \\ { c'2 } % 2: la più bassa >>
Nota: Il testo e gli estensori (come le legature di portamento e di valore, le forcelle, etc.) non possono ‘attraversare’ le voci.
Durate identiche
Nel caso speciale in cui si desideri inserire sezioni musicali parallele
con il medesimo ritmo, si possono combinare in un unico contesto
Voice
, formando dunque degli accordi. Per farlo, vanno racchiuse
in un semplice costrutto musicale simultaneo all’interno di una
voce esplicita:
\new Voice << \relative { e''4 f8 d e16 f g8 d4 } \relative { c''4 d8 b c16 d e8 b4 } >>
Questo metodo produce strane travature e avvertimenti se le sezioni musicali non hanno lo stesso ritmo.
Comandi predefiniti
\voiceOne
,
\voiceTwo
,
\voiceThree
,
\voiceFour
,
\oneVoice
.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Le voci contengono la musica, Definire esplicitamente le voci.
Guida alla notazione: Righi delle percussioni, Pause invisibili, Gambi.
Frammenti: Simultaneous notes.
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Stili di voce
Si possono assegnare colori e forme diverse a ciascuna voce per facilitarne l’identificazione:
<< \relative { \voiceOneStyle d''4 c2 b4 } \\ \relative { \voiceTwoStyle e'2 e } \\ \relative { \voiceThreeStyle b2. c4 } \\ \relative { \voiceFourStyle g'2 g } >>
Il comando \voiceNeutralStyle
permette di ripristinare l’aspetto
predefinito.
Comandi predefiniti
\voiceOneStyle
,
\voiceTwoStyle
,
\voiceThreeStyle
,
\voiceFourStyle
,
\voiceNeutralStyle
.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Sento le Voci, Altre fonti di informazione.
Frammenti: Simultaneous notes.
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Risoluzione delle collisioni
Le teste di note che si trovano in voci diverse ma hanno stessa altezza, stessa testa e direzione del gambo opposta vengono unite automaticamente; invece, le note che hanno la stessa testa o la stessa direzione del gambo non vengono unite. Le pause opposte a un gambo in una voce diversa vengono spostate verticalmente. L’esempio seguente mostra tre diverse circostanze, sul primo e terzo movimento della prima battuta e sul primo movimento della seconda battuta, in cui l’unione automatica delle teste di nota non funziona.
<< \relative { c''8 d e d c d c4 g'2 fis } \\ \relative { c''2 c8. b16 c4 e,2 r } \\ \relative { \oneVoice s1 e'8 a b c d2 } >>
Note con teste diverse possono essere unite come è mostrato sotto. In questo esempio le teste delle note nel primo battito della prima battuta sono unite:
<< \relative { \mergeDifferentlyHeadedOn c''8 d e d c d c4 g'2 fis } \\ \relative { c''2 c8. b16 c4 e,2 r } \\ \relative { \oneVoice s1 e'8 a b c d2 } >>
Le minime e le semiminime, invece, non sono unite, perché sarebbe difficile distinguerle.
Anche le teste di note con diversi punti, come nel terzo movimento della prima battuta, possono essere unite:
<< \relative { \mergeDifferentlyHeadedOn \mergeDifferentlyDottedOn c''8 d e d c d c4 g'2 fis } \\ \relative { c''2 c8. b16 c4 e,2 r } \\ \relative { \oneVoice s1 e'8 a b c d2 } >>
La minima e la croma all’inizio della seconda misura sono unite
per errore, perché l’unione automatica non riesce a completare
correttamente l’unione quando tre o più note sono allineate sulla
stessa colonna di note: in questo caso la testa di nota unita non
è corretta. Per far sì che l’unione selezioni la testa di nota
corretta, occorre applicare il comando \shift
alla nota
che non deve essere unita. In questo esempio si usa \shiftOn
per
spostare il Sol superiore (g) fuori dalla colonna e di
conseguenza \mergeDifferentlyHeadedOn
funziona correttamente.
<< \relative { \mergeDifferentlyHeadedOn \mergeDifferentlyDottedOn c''8 d e d c d c4 \shiftOn g'2 fis } \\ \relative { c''2 c8. b16 c4 e,2 r } \\ \relative { \oneVoice s1 e'8 a b c d2 } >>
Il comando \shiftOn
permette (senza forzare) lo spostamento delle note
in una voce. Quando si applica \shiftOn
a una voce, una nota o
accordo in quella voce vengono spostati solo se il suo gambo altrimenti entrerebbe
in collisione col gambo di un’altra voce, e solo se i gambi
che collidono puntano nella stessa direzione. Il comando \shiftOff
impedisce che si verifichi questo tipo di spostamento.
Per impostazione predefinita, le voci più esterne (solitamente la prima e
la seconda voce) hanno specificato \shiftOff
, mentre le voci più
interne (terza e successive) hanno specificato \shiftOn
. Quando si
applica uno spostamento, le voci con i gambi in su (voci dispari)
vengono spostate a destra, e le voci con i gambi in giù (voci pari)
vengono spostate a sinistra.
Ecco un esempio che aiuta a visualizzare come un’espressione simultanea abbreviata viene espansa internamente.
Nota: Attenzione: con tre o più voci, l’ordine verticale delle voci nel file di input non deve essere lo stesso dell’ordine verticale delle voci del rigo!
\new Staff \relative { %% inserimento abbreviato << { f''2 } % 1: più alta \\ { g,2 } % 2: più bassa \\ { d'2 } % 3: più alta centrale \\ { b2 } % 4: più bassa centrale >> %% espansione interna dell'input precedente << \new Voice = "1" { \voiceOne \shiftOff f'2 } \new Voice = "2" { \voiceTwo \shiftOff g,2 } \new Voice = "3" { \voiceThree \shiftOn d'2 } % sposta a destra \new Voice = "4" { \voiceFour \shiftOn b2 } % sposta a sinistra >> }
Due ulteriori comandi, \shiftOnn
e \shiftOnnn
,
mettono a disposizione altri livelli di spostamento che possono
essere specificati in modo temporaneo per risolvere delle collisioni
in situazioni complesse – vedi
Esempio musicale.
Le note vengono unite solo se presentano opposta direzione dei gambi (come accade, ad esempio, nella prima o seconda voce o quando i gambi sono impostati esplicitamente in direzioni opposte).
Comandi predefiniti
\mergeDifferentlyDottedOn
,
\mergeDifferentlyDottedOff
,
\mergeDifferentlyHeadedOn
,
\mergeDifferentlyHeadedOff
.
\shiftOn
,
\shiftOnn
,
\shiftOnnn
,
\shiftOff
.
Frammenti di codice selezionati
Voci ulteriori per evitare le collisioni
In alcuni casi di musica polifonica complessa sono necessarie delle voci
ulteriori per evitare le collisioni tra note. Se servono più di
quattro voci parallele, si possono aggiungere altre voci definendo
una variabile con la funzione Scheme function context-spec-music
.
voiceFive = #(context-spec-music (make-voice-props-set 4) 'Voice) \relative c'' { \time 3/4 \key d \minor \partial 2 << \new Voice { \voiceOne a4. a8 e'4 e4. e8 f4 d4. c8 } \new Voice { \voiceTwo d,2 d4 cis2 d4 bes2 } \new Voice { \voiceThree f'2 bes4 a2 a4 s2 } \new Voice { \voiceFive s2 g4 g2 f4 f2 } >> }
Spostare le note puntate in polifonia
Quando una nota puntata della voce più alta viene spostata per evitare una
collisione con una nota di un’altra voce, il comportamento predefinito è
spostare la nota più alta a destra. Tale comportamento può essere
modificato tramite la proprietà prefer-dotted-right
di
NoteCollision
.
\new Staff \relative c' << { f2. f4 \override Staff.NoteCollision.prefer-dotted-right = ##f f2. f4 \override Staff.NoteCollision.prefer-dotted-right = ##t f2. f4 } \\ { e4 e e e e e e e e e e e } >>
Forzare lo spostamento orizzonatale delle note
Quando il motore tipografico non riesce a risolvere una situazione, si può usare la sintassi che sovrascrive le decisioni tipografiche. L’unità di misura usata è lo spazio del rigo.
\relative c' << { <d g>2 <d g> } \\ { <b f'>2 \once \override NoteColumn.force-hshift = #1.7 <b f'>2 } >>
Vedi anche
Glossario Musicale: polifonia.
Manuale d’apprendimento: Note simultanee, Le voci contengono la musica, Esempio musicale.
Frammenti: Simultaneous notes.
Guida al funzionamento interno: NoteColumn, NoteCollision, RestCollision.
Problemi noti e avvertimenti
Se si usa \override NoteColumn.ignore-collision = ##t
,
le note con teste diverse che si trovano in voci
diverse saranno unite in modo non corretto.
\mergeDifferentlyHeadedOn << \relative { c'16 a' b a } \\ \relative { c'2 } >> \override NoteColumn.ignore-collision = ##t << \relative { c'16 a' b a } \\ \relative { c'2 } >>
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Accorpare le pause
In caso di voci multiple, di solito si accorpano le pause che capitano in
entrambe. Per farlo si usa l’incisore Merge_rests_engraver
.
voiceA = \relative { d''4 r d2 | R1 | } voiceB = \relative { fis'4 r g2 | R1 | } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "non accorpato" } << \new Voice { \voiceOne \voiceA } \new Voice { \voiceTwo \voiceB } >> \new Staff \with { instrumentName = "accorpato" \consists Merge_rests_engraver } << \new Voice { \voiceOne \voiceA } \new Voice { \voiceTwo \voiceB } >> >> }
Impostando la proprietà di contesto suspendRestMerging
su ##t
è
possibile disattivare temporaneamente l’accorpamento delle pause.
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Combinazione automatica delle parti
La combinazione automatica delle parti si usa per combinare in un unico rigo due parti musicali separate. Ciò è utile soprattutto quando si scrivono partiture orchestrali. Viene stampata una sola voce se le due parti musicali sono identiche, ma nei punti in cui sono diverse viene aggiunta una seconda voce. Le direzioni dei gambi sono impostate in su e in giù in base alla voce di appartenenza, mentre le sezioni solistiche e a due sono a loro volta identificate e contrassegnate.
La sintassi per la combinazione automatica delle parti è:
\partCombine espressione-musicale1 espressione-musicale2
L’esempio seguente illustra il funzionamento di base: le parti sono poste su un unico rigo in modo polifonico e le direzioni dei gambi sono regolate di conseguenza. Si usano le stesse variabili per le parti indipendenti e il rigo combinato.
instrumentOne = \relative { c'4 d e f | R1 | d'4 c b a | b4 g2 f4 | e1 | } instrumentTwo = \relative { R1 | g'4 a b c | d4 c b a | g4 f( e) d | e1 | } << \new Staff \instrumentOne \new Staff \instrumentTwo \new Staff \partCombine \instrumentOne \instrumentTwo >>
Entrambe le parti hanno note identiche nella terza misura, dunque viene
stampata una sola nota. Le direzioni dei gambi e delle legature di portamento e
di valore sono impostate automaticamente, a seconda che l’esecuzione delle parti sia
solistica o all’unisono. Quando si rende necessario, in
caso di polifonia, la prima parte (nel contesto one
) ha i gambi
in “su”, mentre la seconda (nel contesto two
) ha sempre i
gambi in “giù”. In caso di parti solistiche, la prima e seconda
parte sono contrassegnate rispettivamente con “Solo” e “Solo II”.
Le parti (a due) all’unisono sono contrassegnate con la
scritta “a2”.
Il comportamento predefinito del combinatore delle parti è
quello di unire due note della stessa altezza in una nota a due,
combinare in un accordo note della stessa durata e separate da un intervallo
inferiore alla nona e separare in voci distinte le note con un intervallo
superiore alla nona (o quando le voci collidono). Tale comportamento può
essere modificato con un argomento opzionale di una coppia di numeri dopo
il comando \partCombine
: il primo indica l’intervallo in cui le note
iniziano a essere combinate (il valore predefinito è zero) e il secondo
dove le note vengono divise in note distinte. Impostando il secondo argomento
su zero, il combinatore delle parti divide le note che hanno un intervallo
di una seconda o più; impostandolo su uno, divide le note di una terza o
più, e così via.
instrumentOne = \relative { a4 b c d | e f g a | b c d e | } instrumentTwo = \relative { c'4 c c c | c c c c | c c c c | } << \new Staff \partCombine \instrumentOne \instrumentTwo \new Staff \partCombine #'(2 . 3) \instrumentOne \instrumentTwo >>
Entrambi gli argomenti di \partCombine
sono interpretati come
contesti Voice
separati, dunque se la musica viene inserita in
modo relativo entrambe le parti devono contenere una funzione
\relative
, ovvero:
\partCombine \relative … espressione-musicale1 \relative … espressione-musicale2
Un blocco \relative
che racchiude un \partCombine
non ha
effetto sulle altezze di espressione-musicale1
e
espressione-musicale2
.
Nelle partiture professionali, spesso le voci sono tenute separate per
lunghi passaggi anche se alcune note sono le stesse in entrambe le voci
e potrebbero essere stampate come unisono. Combinare le note in un
accordo o mostrare una voce come solista, dunque, non è la scelta
ideale, perché la funzione \partCombine
considera ogni nota
individualmente. In questo caso si può sovrascrivere la funzione
\partCombine
con uno dei comandi elencati sotto. Tutti i comandi
devono essere preceduti da \once
per applicarli soltanto alla
nota successiva dell’espressione musicale.
-
\partCombineApart
mantiene le note su due voci distinte, anche se potrebbero essere combinate in un accordo o in un unisono. -
\partCombineChords
unisce le note in un accordo. -
\partCombineUnisono
unisce entrambe le voci come “unisono”. -
\partCombineSoloI
stampa soltanto la prima voce e la contrassegna come un “Solo”. -
\partCombineSoloII
stampa soltanto la seconda voce e la contrassegna come un “Solo”. -
\partCombineAutomatic
termina le funzioni dei comandi precedenti e ripristina il funzionamento predefinito di\partCombine
.
instrumentOne = \relative c' { \partCombineApart c2^"separato" e | \partCombineAutomatic e2^"automatico" e | \partCombineChords e'2^"accordo" e | \partCombineAutomatic c2^"automatico" c | \partCombineApart c2^"separato" \once \partCombineChords e^"accordo una volta sola" | c2 c | } instrumentTwo = \relative { c'2 c | e2 e | a,2 c | c2 c' | c2 c | c2 c | } << \new Staff { \instrumentOne } \new Staff { \instrumentTwo } \new Staff { \partCombine \instrumentOne \instrumentTwo } >>
Uso di \partCombine col testo vocale
Il comando \partCombine
non è progettato per funzionare col
testo vocale; al punto che se una delle voci è nominata in modo
esplicito per poterle assegnare del testo, l’unione delle parti
smette di funzionare. Tuttavia, questo risultato si può ottenere
usando un contesto NullVoice
. Vedi Polifonia con testo in comune.
Frammenti di codice selezionati
Combinare due parti sullo stesso rigo
Lo strumento di unione delle parti (il comando \partCombine
) permette
di combinare varie parti sullo stesso rigo. Indicazioni testuali come
“solo” e “a2” sono aggiunte automaticamente; per toglierele basta
impostare la proprietà printPartCombineTexts
su f
.
Per le partiture vocali (inni), non c’è bisogno di aggiungere i testi
“solo/a2”, quindi dovrebbero essere disattivati. Tuttavia potrebbe
convenire non usarlo se c’è una qualche parte solista, perché non
verrebbe indicata. In tali casi è preferibile usare la notazione
polifonica normale.
Questo frammento illustra i tre modi con cui due parti possono essere stampate
su uno stesso rigo: normale polifonia, \partCombine
senza testo e
\partCombine
con testo.
%% Combining pedal notes with clef changes musicUp = \relative c'' { \time 4/4 a4 c4.( g8) a4 | g4 e' g,( a8 b) | c b a2. } musicDown = \relative c'' { g4 e4.( d8) c4 | r2 g'4( f8 e) | d2 \stemDown a } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "Standard polyphony" } << \musicUp \\ \musicDown >> \new Staff \with { instrumentName = "PartCombine without text" printPartCombineTexts = ##f } \partCombine \musicUp \musicDown \new Staff \with { instrumentName = "PartCombine with text" } \partCombine \musicUp \musicDown >> \layout { indent = 6.0\cm \context { \Score \override SystemStartBar.collapse-height = #30 } } }
Modificare le indicazioni testuali di partCombine
Quando si usa la funzionalità di combinazione automatica delle parti, si può modificare il testo delle sezioni soliste e dell’unisono:
\new Staff << \set Staff.soloText = #"girl" \set Staff.soloIIText = #"boy" \set Staff.aDueText = #"together" \partCombine \relative c'' { g4 g r r a2 g } \relative c'' { r4 r a( b) a2 g } >>
Vedi anche
Glossario Musicale: a due, parte.
Guida alla notazione: Scrittura delle parti.
Frammenti: Simultaneous notes.
Guida al funzionamento interno: PartCombineMusic, Voice.
Problemi noti e avvertimenti
Tutte le funzioni \partCombine…
possono accettare soltanto due
voci.
Le funzioni \partCombine…
non possono essere inserite all’interno
di un blocco \tuplet
o \relative
.
Se printPartCombineTexts
è attivo e le due voci eseguono le stesse
note “in modo discontinuo” nella stessa misura, potrebbe apparire
il testo a2
più di una volta in quella misura.
\partCombine
sa soltanto quando una nota inizia in una voce
(Voice
); non può, ad esempio, ricordare se una nota in una
voce è già iniziata quando combina le note già iniziate nell’altra
voce. Questo può portare a vari problemi inattesi, tra cui la stampa
non corretta dei segni “Solo” e “Unisono”.
\partCombine
tiene tutti gli estensori (legature di portamento e
di valore, forcelle, etc.) nella stessa voce, quindi se uno di questi
estensori inizia o termina in una voce diversa potrebbe essere
stampato incorrettamente o non essere stampato affatto.
Se la funzione \partCombine
non riesce a combinare le due espressioni
musicali (ovvero quando le due voci hanno durate diverse), assegnerà alle
voci, internamente, nomi personalizzati: rispettivamente one
e
two
. Ciò significa che se c’è un “passaggio” a un contesto
Voice
nominato diversamente, gli eventi in quel contesto verranno
ignorati.
Consultare i Problemi noti e avvertimenti in Intavolature predefinite
se si usa \partCombine
con l’intavolatura, e la Nota in
Travature automatiche se si usa la disposizione automatica delle travature.
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Scrivere la musica in parallelo
La musica che contiene parti diverse può essere messa in parallelo nel codice
di input. La funzione \parallelMusic
accetta una lista contenente
i nomi di un insieme di variabili da creare e un’espressione musicale. Il
contenuto delle misure alternate nell’espressione diventa il valore delle
rispettive variabili, in modo che possano essere usate successivamente per
stampare la musica.
Nota: L’uso dei controlli di battuta |
è obbligatorio e le misure
devono avere la stessa durata.
\parallelMusic voiceA,voiceB,voiceC { % Battuta 1 r8 g'16 c'' e'' g' c'' e'' r8 g'16 c'' e'' g' c'' e'' | r16 e'8.~ 4 r16 e'8.~ 4 | c'2 c'2 | % Battuta 2 r8 a'16 d'' f'' a' d'' f'' r8 a'16 d'' f'' a' d'' f'' | r16 d'8.~ 4 r16 d'8.~ 4 | c'2 c'2 | } \new StaffGroup << \new Staff << \voiceA \\ \voiceB >> \new Staff { \clef bass \voiceC } >>
L’uso del modo relativo è permesso. Attenzione: il comando \relative
non deve essere messo dentro \parallelMusic
. Le note sono relative
alla nota precedente della voce, non a quella precedente nell’input. In altre
parole, le note relative di voiceA
ignorano le note in voiceB
.
\parallelMusic voiceA,voiceB,voiceC { % Battuta 1 r8 g16 c e g, c e r8 g,16 c e g, c e | r16 e8.~ 4 r16 e8.~ 4 | c2 c | % Battuta 2 r8 a,16 d f a, d f r8 a,16 d f a, d f | r16 d8.~ 4 r16 d8.~ 4 | c2 c | } \new StaffGroup << \new Staff << \relative c'' \voiceA \\ \relative c' \voiceB >> \new Staff \relative c' { \clef bass \voiceC } >>
Questo è molto utile nella musica per pianoforte. Questo esempio combina sezioni di quattro battute consecutive con quattro variabili:
global = { \key g \major \time 2/4 } \parallelMusic voiceA,voiceB,voiceC,voiceD { % Battuta 1 a8 b c d | d4 e | c16 d e fis d e fis g | a4 a | % Battuta 2 e8 fis g a | fis4 g | e16 fis g a fis g a b | a4 a | % Bar 3 ... } \score { \new PianoStaff << \new Staff { \global << \relative c'' \voiceA \\ \relative c' \voiceB >> } \new Staff { \global \clef bass << \relative c \voiceC \\ \relative c \voiceD >> } >> }
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Organizzare i brani con le variabili.
Frammenti: Simultaneous notes.
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1.6 Notazione del rigo
Questa sezione spiega come modificare l’aspetto del rigo, come stampare partiture multirigo e come aggiungere indicazioni di tempo e citazioni in corpo più piccolo nel rigo.
1.6.1 Aspetto del rigo | ||
1.6.2 Modificare singoli righi | ||
1.6.3 Scrittura delle parti |
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1.6.1 Aspetto del rigo
Questa sezione presenta i diversi metodi per creare e raggruppare i righi.
Istanziare nuovi righi | ||
Raggruppare i righi | ||
Gruppi di righi annidati | ||
Separare i sistemi |
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Istanziare nuovi righi
Il rigo musicale si crea con i comandi \new
o
\context
. Ulteriori dettagli in Creazione e citazione di un contesto.
Il contesto di base del rigo è Staff
:
\new Staff \relative { c''4 d e f }
Il contesto DrumStaff
crea un rigo di cinque linee impostato
per una tipica batteria. Ogni strumento viene mostrato con un
simbolo diverso. Gli strumenti si inseriscono nella modalità percussioni,
che si attiva col comando \drummode
: ogni strumento viene indicato
con un nome. Ulteriori dettagli in Righi delle percussioni.
\new DrumStaff { \drummode { cymc hh ss tomh } }
RhythmicStaff
crea un rigo con una sola linea che mostra
soltanto i valori ritmici dell’input. Le durate reali vengono
mantenute. Ulteriori dettagli in Mostrare i ritmi della melodia.
\new RhythmicStaff { c4 d e f }
TabStaff
crea un’intavolatura (o tablatura) con sei corde
nell’accordatura standard per chitarra. Ulteriori dettagli
in Intavolature predefinite.
\new TabStaff \relative { c''4 d e f }
Ci sono due contesti del rigo specifici per la notazione di musica
antica, MensuralStaff
e VaticanaStaff
, descritti
in Contesti predefiniti.
Il contesto GregorianTranscriptionStaff
crea un rigo per
il canto gregoriano moderno. Non mostra le stanghette delle battute.
\new GregorianTranscriptionStaff \relative { c''4 d e f e d }
Si possono creare nuovi contesti per un singolo rigo, come è spiegato dettagliatamente in Definizione di nuovi contesti.
Vedi anche
Glossario musicale: rigo,
Guida alla notazione: Creazione e citazione di un contesto, Righi delle percussioni, Mostrare i ritmi della melodia, Intavolature predefinite, Contesti predefiniti, Simbolo del rigo, Contesti del canto gregoriano, Contesti mensurali, Definizione di nuovi contesti.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: Staff, DrumStaff, GregorianTranscriptionStaff, RhythmicStaff, TabStaff, MensuralStaff, VaticanaStaff, StaffSymbol.
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Raggruppare i righi
Esistono vari contesti per raggruppare insieme singoli righi in modo da formare sistemi multirigo. Ogni contesto di raggruppamento imposta il comportamento delle stanghette e lo stile del segno che delimita l’inizio del sistema.
Se non si specifica alcun contesto, vengono usate le proprietà predefinite: il gruppo inizia con una linea verticale e le stanghette non sono collegate.
<< \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { c''1 c } >>
Nel contesto StaffGroup
, il gruppo inizia con una parentesi quadra e le
stanghette attraversano tutti i righi.
\new StaffGroup << \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { c''1 c } >>
Nel contesto ChoirStaff
, il gruppo inizia con una parentesi quadra, ma le
stanghette non sono collegate.
\new ChoirStaff << \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { c''1 c } >>
Nel contesto GrandStaff
, il gruppo inizia con una parentesi graffa e
le stanghette sono collegate da rigo a rigo.
\new GrandStaff << \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { c''1 c } >>
Il contesto PianoStaff
è identico a GrandStaff
, con l’unica
differenza che permette di mostrare il nome dello strumento direttamente. Ulteriori
dettagli in Nomi degli strumenti.
\new PianoStaff \with { instrumentName = "Piano" } << \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { \clef bass c1 c } >>
Ogni contesto per il gruppo di righi imposta la proprietà
systemStartDelimiter
su uno dei seguenti valori:
SystemStartBar
, SystemStartBrace
o
SystemStartBracket
. È presente anche un quarto delimitatore,
SystemStartSquare
, ma deve essere indicato esplicitamente.
Si possono definire nuovi contesti di gruppi di rigo. I dettagli sono spiegati in Definizione di nuovi contesti.
Frammenti di codice selezionati
Usare una parentesi quadra all’inizio di un gruppo di righi
Si può usare il segno SystemStartSquare
(uno dei segni che delimitano
l’inizio del sistema) impostandolo esplicitamente in un contesto
StaffGroup
o ChoirStaff
.
\score { \new StaffGroup { << \set StaffGroup.systemStartDelimiter = #'SystemStartSquare \new Staff { c'4 d' e' f' } \new Staff { c'4 d' e' f' } >> } }
Mostrare la parentesi anche se c’è un solo rigo nel sistema
Se c’è un solo rigo in uno dei tipi di rigo ChoirStaff
o
StaffGroup
, la parentesi e la stanghetta iniziale non
appaiono. Si può modificare questo comportamento predefinito
sovrascrivendo collapse-height
e impostando un valore
inferiore al numero di linee del rigo.
Nei contesti PianoStaff
e GrandStaff
, dove i sistemi
iniziano con una parentesi graffa invece di una parentesi quadra,
occorre impostare un’altra proprietà, come si vede nel secondo
sistema dell’esempio.
\score { \new StaffGroup << % Must be lower than the actual number of staff lines \override StaffGroup.SystemStartBracket.collapse-height = #4 \override Score.SystemStartBar.collapse-height = #4 \new Staff { c'1 } >> } \score { \new PianoStaff << \override PianoStaff.SystemStartBrace.collapse-height = #4 \override Score.SystemStartBar.collapse-height = #4 \new Staff { c'1 } >> }
Formattazione mensurale (stanghette tra i righi)
La formattazione mensurale, in cui le stanghette non appaiono sui righi ma
nello spazio tra i righi, si può ottenere usando StaffGroup
al posto
di ChoirStaff
. La stanghetta sui righi viene nascosta con
\hide
.
\layout { \context { \Staff measureBarType = "-span|" } } music = \fixed c'' { c1 d2 \section e2 f1 \fine } \new StaffGroup << \new Staff \music \new Staff \music >>
Vedi anche
Glossario musicale: graffa, parentesi quadra, accollatura.
Guida alla notazione: Nomi degli strumenti, Definizione di nuovi contesti.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: Staff, StaffGroup, ChoirStaff, GrandStaff, PianoStaff, SystemStartBar, SystemStartBrace, SystemStartBracket, SystemStartSquare.
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Gruppi di righi annidati
I contesti dei gruppi di righi possono essere annidati fino a qualsiasi livello. In questo caso, ogni contesto inferiore crea una nuova parentesi accanto alla parentesi del gruppo superiore.
\new StaffGroup << \new Staff \relative { c''2 c | c2 c } \new StaffGroup << \new Staff \relative { g'2 g | g2 g } \new StaffGroup \with { systemStartDelimiter = #'SystemStartSquare } << \new Staff \relative { e'2 e | e2 e } \new Staff \relative { c'2 c | c2 c } >> >> >>
Si possono definire nuovi gruppi di righi annidati. Ulteriori dettagli in Definizione di nuovi contesti.
Frammenti di codice selezionati
Annidare i righi
Si può usare la proprietà systemStartDelimiterHierarchy
per creare
gruppi di righi annidati più complessi. Il comando \set
StaffGroup.systemStartDelimiterHierarchy
prende come argomento una lista
alfabetica dell’insieme di righi prodotti. Prima di ogni rigo si può
assegnare un delimitatore di inizio del sistema. Deve essere racchiuso
tra parentesi e collega tutti i righi compresi tra le parentesi. Gli
elementi nella lista possono essere omessi, ma la prima parentesi quadra
collega sempre tutti i righi. Le possibilità sono SystemStartBar
,
SystemStartBracket
, SystemStartBrace
e
SystemStartSquare
.
\new StaffGroup \relative c'' << \override StaffGroup.SystemStartSquare.collapse-height = #4 \set StaffGroup.systemStartDelimiterHierarchy = #'(SystemStartSquare (SystemStartBrace (SystemStartBracket a (SystemStartSquare b) ) c ) d) \new Staff { c1 } \new Staff { c1 } \new Staff { c1 } \new Staff { c1 } \new Staff { c1 } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Raggruppare i righi, Nomi degli strumenti, Definizione di nuovi contesti.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: StaffGroup, ChoirStaff, SystemStartBar, SystemStartBrace, SystemStartBracket, SystemStartSquare.
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Separare i sistemi
Se il numero di sistemi per pagina cambia di pagina in pagina, è consuetudine
separare i sistemi con un segno separatore. Per impostazione predefinita
questo segno è disattivo, ma può essere attivato con un’opzione
in \paper
.
\book { \score { \new StaffGroup << \new Staff { \relative { c''4 c c c \break c4 c c c } } \new Staff { \relative { c''4 c c c \break c4 c c c } } >> } \paper { system-separator-markup = \slashSeparator % i seguenti comandi servono soltanto alla formattazione di questa documentazione paper-width = 100\mm paper-height = 100\mm tagline = ##f } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione della pagina.
Frammenti: Staff notation.
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1.6.2 Modificare singoli righi
Questa sezione spiega come modificare gli attributi specifici di un rigo, per esempio il numero di linee o la dimensione del rigo. Vengono descritti anche i metodi per iniziare e finire un rigo e per impostare le sezioni ossia.
Simbolo del rigo | ||
Righi ossia | ||
Nascondere i righi |
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Simbolo del rigo
I comandi \stopStaff
e \startStaff
servono a fermare o
(ri)avviare le linee del rigo, per impedire che appaiano in un punto
della partitura.
\relative { \stopStaff f''4 d \startStaff g, e f'4 d \stopStaff g, e f'4 d \startStaff g, e }
Comandi predefiniti
\startStaff
,
\stopStaff
.
Le linee di un rigo appartengono all’oggetto StaffSymbol
(che comprende
i tagli addizionali) e si possono modificare tramite le proprietà di
StaffSymbol
; però queste modifiche devono essere fatte prima che
il rigo sia (ri)avviato.
Si può cambiare il numero di linee del rigo:
\relative { f''4 d \stopStaff \override Staff.StaffSymbol.line-count = #2 \startStaff g, e | f'4 d \stopStaff \revert Staff.StaffSymbol.line-count \startStaff g, e | }
Si può cambiare anche la posizione di ogni linea del rigo. Un elenco di
numeri definisce la posizione di ogni linea. I valori consueti sono
0
per la linea centrale e (-4 -2 0 2 4)
per le altre. La linea del rigo appare solo se è presente il suo valore,
quindi questo comando permette di variare anche il numero delle linee,
oltre alla loro posizione.
\relative { f''4 d \stopStaff \override Staff.StaffSymbol.line-positions = #'(1 3 5 -1 -3) \startStaff g, e | f'4 d \stopStaff \override Staff.StaffSymbol.line-positions = #'(8 6.5 -6 -8 -0.5) \startStaff g, e | }
Per conservare le tipiche direzioni dei gambi (nella metà inferiore del rigo i gambi puntano in su, mentre in quella superiore sono rivolti in giù), occorre allineare la linea centrale (o lo spazio) del rigo personalizzato alla posizione della linea centrale normale (0). Potrà essere necessario regolare la posizione della chiave e del Do centrale per adattarsi alle nuove linee. Si veda Chiave.
Si può modificare lo spessore della linea del rigo. Per impostazione predefinita, questa modifica ha effetto anche sui tagli addizionali e sui gambi.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.thickness = #3 } \relative { f''4 d g, e }
È anche possibile impostare lo spessore dei tagli addizionali in modo indipendente dalle linee del rigo.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.thickness = #2 \override StaffSymbol.ledger-line-thickness = #'(0.5 . 0.4) } \relative { f'''4 a, a,, f }
Il primo valore viene moltiplicato per lo spessore della linea del rigo, il secondo per la spaziatura del rigo; la somma dei due valori definisce il nuovo valore dello spessore del taglio addizionale.
Si possono modificare le posizioni verticali dei tagli addizionali:
\new Staff \with { \override StaffSymbol.ledger-positions = #'(-3 -2 -1 2 5 6) } \relative { f'''4 a, a,, f }
Si possono far apparire ulteriori tagli addizionali sopra o sotto le teste delle note, a seconda della posizione corrente relativa alle altre teste, anch’esse con i propri tagli addizionali.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.ledger-extra = #4 } \relative { f'''4 a, d, f, }
Si possono far apparire i tagli addizionali anche dentro il rigo quando servono
delle linee personalizzate. L’esempio mostra la posizione predefinita dei
tagli addizionali quando la proprietà ledger-position
è impostata e
quando non lo è. Nell’esempio il comando \stopStaff
serve ad annullare
il comando \override
per l’oggetto StaffSymbol
.
\relative d' { \override Staff.StaffSymbol.line-positions = #'(-8 0 2 4) d4 e f g \stopStaff \startStaff \override Staff.StaffSymbol.ledger-positions = #'(-8 -6 (-4 -2) 0) d4 e f g }
Si può cambiare la distanza tra le linee del rigo. Tale modifica ha effetto anche sulla spaziatura della linea.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.staff-space = #1.5 } \relative { f'''4 d, g, e, }
Frammenti di codice selezionati
Rendere alcune linee del rigo più spesse delle altre
In ambito didattico può essere utile rendere più spesso una linea del
rigo (per esempio, la linea centrale, o per sottolineare la linea
della chiave di Sol). Per farlo si possono aggiungere altre linee
e posizionarle molto vicino alla linea che deve essere evidenziata,
usando la proprietà line-positions
dell’oggetto StaffSymbol
.
{ \override Staff.StaffSymbol.line-positions = #'(-4 -2 -0.2 0 0.2 2 4) d'4 e' f' g' }
Vedi anche
Glossario musicale: linea, taglio addizionale, rigo (o pentagramma).
Guida alla notazione: Chiave.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: StaffSymbol, staff-symbol-interface.
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Righi ossia
I righi ossia si possono creare aggiungendo un nuovo rigo simultaneo nel punto giusto:
\new Staff \relative { c''4 b d c << { c4 b d c } \new Staff { e4 d f e } >> c4 b c2 }
Tuttavia, questo esempio non produce quel che normalmente si desidera. Per creare righi ossia che siano sopra il rigo originale, non abbiano indicazione di tempo né chiave e abbiano un tipo di carattere più piccolo, sono necessarie delle modifiche manuali. Il Manuale d’apprendimento descrive una tecnica specifica per ottenere questo risultato, a partire da Annidare le espressioni musicali.
L’esempio seguente usa la proprietà alignAboveContext
per allineare
il rigo ossia. Questo metodo conviene quando sono necessari solo pochi
righi ossia.
\new Staff = "main" \relative { c''4 b d c << { c4 b d c } \new Staff \with { \remove Time_signature_engraver alignAboveContext = "main" \magnifyStaff #2/3 firstClef = ##f } { e4 d f e } >> c4 b c2 }
Se si hanno molti righi ossia isolati, è meglio creare un contesto
Staff
vuoto con un identificativo del contesto specifico; i righi
ossia possono essere creati chiamando questo contesto e usando
\startStaff
e \stopStaff
nei punti richiesti. I vantaggi
di questo metodo sono più evidenti se il brano è più lungo del seguente
esempio.
<< \new Staff = "ossia" \with { \remove Time_signature_engraver \hide Clef \magnifyStaff #2/3 } { \stopStaff s1*6 } \new Staff \relative { c'4 b c2 << { e4 f e2 } \context Staff = "ossia" { \startStaff e4 g8 f e2 \stopStaff } >> g4 a g2 \break c4 b c2 << { g4 a g2 } \context Staff = "ossia" { \startStaff g4 e8 f g2 \stopStaff } >> e4 d c2 } >>
Altrimenti si può usare il comando \RemoveAllEmptyStaves
per creare i righi ossia. Questo metodo conviene quando i righi ossia
si trovano subito dopo un’interruzione di linea. Ulteriori informazioni
su \RemoveAllEmptyStaves
si trovano in Nascondere i righi.
<< \new Staff = "ossia" \with { \remove Time_signature_engraver \hide Clef \magnifyStaff #2/3 \RemoveAllEmptyStaves } \relative { R1*3 c''4 e8 d c2 } \new Staff \relative { c'4 b c2 e4 f e2 g4 a g2 \break c4 b c2 g4 a g2 e4 d c2 } >>
Frammenti di codice selezionati
Allineare verticalmente gli ossia e il testo vocale
Questo frammento mostra come usare le proprietà di contesto
alignBelowContext
e alignAboveContext
per
controllare il posizionamento del testo vocale e degli ossia.
\paper { ragged-right = ##t } \relative c' << \new Staff = "1" { c4 c s2 } \new Staff = "2" { c4 c s2 } \new Staff = "3" { c4 c s2 } { \skip 2 << \lyrics { \set alignBelowContext = #"1" lyrics4 below } \new Staff \with { alignAboveContext = #"3" fontSize = #-2 \override StaffSymbol.staff-space = #(magstep -2) \remove "Time_signature_engraver" } { \tuplet 6/4 { \override TextScript.padding = #3 c8[^"ossia above" d e d e f] } } >> } >>
Vedi anche
Glossario musicale: ossia, rigo (pentagramma), rigo temporaneo.
Manuale d’apprendimento: Annidare le espressioni musicali, Dimensione degli oggetti, Lunghezza e spessore degli oggetti.
Guida alla notazione: Nascondere i righi.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: StaffSymbol.
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Nascondere i righi
Le linee del rigo si possono nascondere togliendo l’incisore
Staff_symbol_engraver
dal contesto Staff
. Altrimenti
si può usare \stopStaff
.
\new Staff \with { \remove Staff_symbol_engraver } \relative { a''8 f e16 d c b a2 }
I righi vuoti si possono nascondere (per la cosiddetta ‘partitura alla francese’)
applicando il comando \RemoveEmptyStaves
a un contesto, che può
essere fatto globalmente (in un blocco \layout
) oppure soltanto per
righi specifici (in un blocco \with
). Questo comando toglie tutti i
righi vuoti di una partitura eccetto quelli nel primo sistema. Per nascondere
anche quelli del primo sistema usare il comando \RemoveAllEmptyStaves
.
I contesti supportati sono Staff
, RhythmicStaff
e
VaticanaStaff
.
Nota: Un rigo viene considerato vuoto quando contiene soltanto pause multiple, pause, salti, pause spaziatrici o una combinazione di questi elementi.
\layout { \context { \Staff \RemoveEmptyStaves } } \relative << \new Staff { e'4 f g a \break b1 \break a4 b c2 } \new Staff { c,4 d e f \break R1 \break f4 g c,2 } >>
\RemoveAllEmptyStaves
si può usare anche per creare sezioni ossia
per un rigo. I dettagli si trovano in Righi ossia.
Comandi predefiniti
\RemoveEmptyStaves
,
\RemoveAllEmptyStaves
.
Vedi anche
Glossario musicale: rigo temporaneo.
Manuale d’apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti.
Guida alla notazione: Modifica delle impostazioni predefinite di un contesto, Simbolo del rigo, Righi ossia, Note nascoste, Pause invisibili, Visibilità degli oggetti.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: ChordNames, FiguredBass, Lyrics, Staff, VerticalAxisGroup, Staff_symbol_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Se si toglie l’incisore Staff_symbol_engraver
vengono nascoste
anche le stanghette. Se si forza la visibilità delle stanghette,
potrebbero verificarsi degli errori di formattazione. In questo caso,
conviene usare i seguenti comandi invece di togliere l’incisore:
\omit StaffSymbol \override NoteHead.no-ledgers = ##t
Per i problemi noti e gli avvertimenti relativi a
\Staff \RemoveEmptyStaves
si veda
Modifica delle impostazioni predefinite di un contesto.
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1.6.3 Scrittura delle parti
Questa sezione spiega come inserire in una partitura le indicazioni di tempo e i nomi degli strumenti. Mostra anche come citare altre voci e come formattare le citazioni in corpo più piccolo.
Nomi degli strumenti | ||
Citare altre voci | ||
Formattazione delle notine | ||
Compressione delle misure vuote |
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Nomi degli strumenti
I nomi degli strumenti possono essere fatti apparire, alla sinistra dei righi,
nei contesti Staff
, PianoStaff
, StaffGroup
, GrandStaff
e ChoirStaff
. Il valore di instrumentName
viene usato per il
primo rigo e quello di shortInstrumentName
per tutti i righi successivi.
\new Staff \with { instrumentName = "Violin " shortInstrumentName = "Vln. " } \relative { c'4.. g'16 c4.. g'16 \break | c1 | }
Si può usare \markup
per creare nomi più complessi:
\new Staff \with { instrumentName = \markup { \column { "Clarinetti" \line { "in B" \smaller \flat } } } } \relative { c''4 c,16 d e f g2 }
Se due o più contesti del rigo sono raggruppati insieme, i nomi degli strumenti,
sia quello normale che quello abbreviato, vengono centrati automaticamente.
Per allineare al centro i nomi degli strumenti che vanno a capo, occorre
usare \center-column
:
<< \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \relative { f''2 g4 f } \new Staff \with { instrumentName = \markup { \center-column { "Clarinet" \line { "in B" \smaller \flat } } } } \relative { c''4 b c2 } >>
Tuttavia, se i nomi degli strumenti sono lunghi, potranno essere centrati
solo aumentando i valori di indent
e short-indent
.
Ulteriori dettagli su queste impostazioni si trovano in
Variabili \paper
per spostamenti e indentazioni.
<< \new Staff \with { instrumentName = "Alto Flute in G" shortInstrumentName = "Flt." } \relative { f''2 g4 f \break g4 f g2 } \new Staff \with { instrumentName = "Clarinet" shortInstrumentName = "Clar." } \relative { c''4 b c2 \break c2 b4 c } >> \layout { indent = 3.0\cm short-indent = 1.5\cm }
Per impostare i nomi degli strumenti in altri contesti (come ChordNames
o
FiguredBass
), si deve aggiungere l’incisore Instrument_name_engraver
a quel contesto. Ulteriori dettagli in Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto.
shortInstrumentName
può essere cambiato all’interno di un brano, insieme
a altre impostazioni necessarie al nuovo strumento. Tuttavia, di
instrumentName
apparirà solo la prima definizione e le modifiche
successive saranno ignorate:
prepPiccolo = <>^\markup \italic { muta in Piccolo } prepFlute = <>^\markup \italic { muta in Flauto } setPiccolo = { <>^\markup \bold { Piccolo } \transposition c'' } setFlute = { <>^\markup \bold { Flute } \transposition c' } \new Staff \with { instrumentName = "Flute" shortInstrumentName = "Flt." } \relative { g'1 g g g \break g1 g \prepPiccolo R R \break \set Staff.instrumentName = "Piccolo" \set Staff.shortInstrumentName = "Picc." \setPiccolo g1 g g g \break g1 g \prepFlute R R \break \set Staff.instrumentName = "Flute" \set Staff.shortInstrumentName = "Flt." \setFlute g1 g g g }
Vedi anche
Guida alla notazione:
Variabili \paper
per spostamenti e indentazioni,
Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: InstrumentName, PianoStaff, Staff.
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Citare altre voci
È molto comune che una voce usi le stesse note di un’altra voce. Per esempio, il primo e il secondo violino che suonano la stessa frase durante un particolare passaggio del brano. Per evitare di reinserire la musica di nuovo per la seconda voce, si può far sì che una voce citi l’altra.
Il comando \addQuote
, usato nell’ambito di più alto livello, definisce
un flusso musicale da cui poter citare i frammenti.
Il comando \quoteDuring
serve a indicare il punto in cui inizia la
citazione. È seguito da due argomenti: il nome della voce citata, come è
definito da \addQuote
, e un’espressione musicale per la durata
della citazione.
fluteNotes = \relative { a'4 gis g gis | b4^"quoted" r8 ais\p a4( f) } oboeNotes = \relative { c''4 cis c b \quoteDuring "flute" { s1 } } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \fluteNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe" } \oboeNotes >> }
Se l’espressione musicale usata in \quoteDuring
contiene note invece
di pause spaziatrici o multiple, la citazione apparirà in forma polifonica
e potrebbe causare risultati indesiderati.
fluteNotes = \relative { a'4 gis g gis | b4^"quoted" r8 ais\p a4( f) } oboeNotes = \relative { c''4 cis c b \quoteDuring "flute" { e4 r8 ais b4 a } } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \fluteNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe" } \oboeNotes >> }
Se un comando \unfoldRepeats
in un’espressione musicale deve essere
stampato quando si usa \quoteDuring
, allora anch’esso deve contenere
il suo comando \unfoldRepeats
;
fluteNotes = \relative { \repeat volta 2 { a'4 gis g gis } } oboeNotesDW = \relative { \repeat volta 2 \quoteDuring "incorrect" { s1 } } oboeNotesW = \relative { \repeat volta 2 \quoteDuring "correct" { s1 } } \addQuote "incorrect" { \fluteNotes } \addQuote "correct" { \unfoldRepeats \fluteNotes } \score { \unfoldRepeats << \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \fluteNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe (incorrect)" } \oboeNotesDW \new Staff \with { instrumentName = "Oboe (correct)" } \oboeNotesW >> }
Il comando \quoteDuring
usa le impostazioni \transposition
sia
della parte citata sia di quella che cita per produrre delle note per la parte
che cita che abbiano la stessa altezza di quelle nella parte citata.
clarinetNotes = \relative c'' { \transposition bes \key d \major b4 ais a ais | cis4^"quoted" r8 bis\p b4( f) } oboeNotes = \relative { c''4 cis c b \quoteDuring "clarinet" { s1 } } \addQuote "clarinet" { \clarinetNotes } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "Clarinet" } \clarinetNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe" } \oboeNotes >> }
La musica citata include tutte le articolazioni, dinamiche, annotazioni, etc.
presenti nel frammento citato. È possibile scegliere quali di questi oggetti
far apparire usando la proprietà di contesto quotedEventTypes
.
fluteNotes = \relative { a'2 g2 | b4\<^"quoted" r8 ais a4\f( c->) } oboeNotes = \relative { c''2. b4 | \quoteDuring "flute" { s1 } } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \score { << \set Score.quotedEventTypes = #'(note-event articulation-event crescendo-event rest-event slur-event dynamic-event) \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \fluteNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe" } \oboeNotes >> }
Le citazioni possono anche essere contrassegnate; si veda Uso delle etichette.
Vedi anche
Guida alla notazione: Trasporto strumentale, Uso delle etichette.
File installati: ‘scm/define-event-classes.scm’.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: Music classes, QuoteMusic, Voice.
Problemi noti e avvertimenti
Solo il contenuto della prima voce in un comando \addQuote
sarà preso in considerazione per la citazione; quindi se l’espressione
musicale contiene comandi \new
o \context Voice
, il loro
contenuto non verrà citato. La citazione degli abbellimenti non è
supportata e potrebbe causare il crash di LilyPond; la citazione di
terzine annidate potrebbe produrre una notazione mediocre.
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Formattazione delle notine
Il modo più semplice per formattare le notine è creare esplicitamente un
contesto CueVoice
all’interno della parte.
\relative { R1 << { e'2\rest r4. e8 } \new CueVoice { \stemUp d'8^"flute" c d e fis2 } >> d,4 r a r }
Si può usare il comando \cueClef
all’interno di un contesto
CueVoice
esplicito se è richiesto un cambiamento di chiave; in
questo modo la chiave apparirà nella dimensione giusta per le notine.
Si può poi usare il comando \cueClefUnset
per tornare alla chiave
originale, di nuovo nella dimensione giusta.
\relative { \clef "bass" R1 << { e'2\rest r4. \cueClefUnset e,8 } \new CueVoice { \cueClef "treble" \stemUp d''8^"flute" c d e fis2 } >> d,,4 r a r }
I comandi \cueClef
e \cueClefUnset
si possono usare anche
senza un esplicito contesto CueVoice
.
\relative { \clef "bass" R1 \cueClef "treble" d''8^"flute" c d e fis2 \cueClefUnset d,,4 r a r }
Per posizionamenti complessi delle notine, per esempio includere la
trasposizione o inserire delle notine da varie sorgenti musicali, si
possono usare i comandi \cueDuring
o \cueDuringWithClef
. Questi
sono delle varianti più specializzate di \quoteDuring
, introdotto in Citare altre voci
nella sezione precedente.
La sintassi è:
\cueDuring nomecitazione #direzione musica
e
\cueDuringWithClef nomecitazione #direzione #chiave musica
La musica delle misure che corrispondono a nomecitazione
viene aggiunta in un contesto CueVoice
e si colloca in simultanea
con musica
, creando quindi una situazione polifonica. La
direzione
prende l’argomento UP
o DOWN
, e
corrisponde alla prima e alla seconda voce rispettivamente, determinando
come le notine appaiono in relazione all’altra voce.
fluteNotes = \relative { r2. c''4 | d8 c d e fis2 | g2 d | } oboeNotes = \relative c'' { R1 <>^\markup \tiny { flute } \cueDuring "flute" #UP { R1 } g2 c, } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \new Staff { \oboeNotes }
È possibile controllare quali aspetti della musica vengono citati con
\cueDuring
impostando la proprietà quotedCueEventTypes
. Il
suo valore predefinito è '(note-event rest-event
tie-event beam-event tuplet-span-event)
, che significa che vengono citati
solo note, pause, legature di valore, travature e gruppi irregolari, ma
non le articolazioni, le indicazioni dinamiche, il testo a margine, etc.
Nota: Quando una voce inizia con \cueDuring
, come
nell’esempio seguente, il contesto Voice
deve essere dichiarato
esplicitamente, altrimenti l’intera espressione musicale appartiene al
contesto CueVoice
.
oboeNotes = \relative { r2 r8 d''16(\f f e g f a) g8 g16 g g2. } \addQuote "oboe" { \oboeNotes } \new Voice \relative c'' { \set Score.quotedCueEventTypes = #'(note-event rest-event tie-event beam-event tuplet-span-event dynamic-event slur-event) \cueDuring "oboe" #UP { R1 } g2 c, }
Si può usare il comando \markup
per mostrare il nome dello strumento
citato. Se le citazioni in corpo più piccolo richiedono un cambio di chiave, si
può fare manualmente, ma anche il ripristino della chiave originale dovrà essere
fatto manualmente al termine delle citazioni.
fluteNotes = \relative { r2. c''4 d8 c d e fis2 g2 d2 } bassoonNotes = \relative c { \clef bass R1 \clef treble <>^\markup \tiny { flute } \cueDuring "flute" #UP { R1 } \clef bass g4. b8 d2 } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \new Staff { \bassoonNotes }
Altrimenti si può usare la funzione \cueDuringWithClef
. Questo comando
prende un ulteriore argomento per specificare il cambio di chiave da usare
per le citazioni in corpo più piccolo ma mostrerà automaticamente la chiave originale appena le
citazioni sono finite.
fluteNotes = \relative { r2. c''4 d8 c d e fis2 g2 d2 } bassoonNotes = \relative c { \clef bass R1 <>^\markup { \tiny "flute" } \cueDuringWithClef "flute" #UP "treble" { R1 } g4. b8 d2 } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \new Staff { \bassoonNotes }
Come \quoteDuring
, \cueDuring
prende in considerazione la
trasposizione degli strumenti. Le citazioni in corpo più piccolo vengono mostrate nelle altezze
necessarie allo strumento che riprende la citazione per riprodurre gli
stessi suoni dello strumento citato.
Per trasporre le citazioni in corpo più piccolo in modo diverso, si usa
\transposedCueDuring
. Questo comando prende un ulteriore
argomento per specificare (in modalità assoluta) l’altezza da usare nella partitura
per rappresentare il Do centrale in intonazione reale. È utile nel caso di citazioni
da uno strumento che ha un registro completamente diverso.
piccoloNotes = \relative { \clef "treble^8" R1 c'''8 c c e g2 c4 g g2 } bassClarinetNotes = \relative c' { \key d \major \transposition bes, d4 r a r \transposedCueDuring "piccolo" #UP d { R1 } d4 r a r } \addQuote "piccolo" { \piccoloNotes } << \new Staff \piccoloNotes \new Staff \bassClarinetNotes >>
Il comando \killCues
toglie le citazioni in corpo più piccolo da un’espressione
musicale, in modo che la stessa espressione musicale possa essere
usata per produrre sia la parte strumentale con le citazioni in corpo più piccolo sia l’intera
partitura. Il comando \killCues
toglie soltanto le note e gli
eventi citati da \cueDuring
. Altre annotazioni relative alle citazioni in corpo più piccolo,
come i cambi di chiave e il nome che identifica lo strumento sorgente,
possono essere contrassegnate per includerle in modo selettivo nella
partitura; si veda Uso delle etichette.
fluteNotes = \relative { r2. c''4 d8 c d e fis2 g2 d2 } bassoonNotes = \relative c { \clef bass R1 \tag #'part { \clef treble <>^\markup { \tiny "flute" } } \cueDuring "flute" #UP { R1 } \tag #'part \clef bass g4. b8 d2 } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \new Staff { \bassoonNotes } \new StaffGroup << \new Staff { \fluteNotes } \new Staff { \removeWithTag #'part { \killCues { \bassoonNotes } } } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Citare altre voci, Trasporto strumentale, Nomi degli strumenti, Chiave, Suggerimenti musicali, Uso delle etichette.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: CueVoice, Voice.
Problemi noti e avvertimenti
Quando si usa \cueDuring
, si possono verificare delle collisioni tra
le pause nel contesto Voice
e quelle in CueVoice
. Quando si usa
\cueDuringWithClef
o \transposedCueDuring
, l’argomento ulteriore
richiesto da entrambi deve venire dopo la citazione e la direzione.
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Compressione delle misure vuote
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1.7 Note editoriali
Questa sezione tratta dei vari modi con cui cambiare l’aspetto delle note e aggiungere un’analisi o un accento didattico.
1.7.1 Interne al rigo | ||
1.7.2 Esterne al rigo |
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[ < Note editoriali ] | [ Su : Note editoriali ] | [ Scelta della dimensione del tipo di carattere > ] |
1.7.1 Interne al rigo
Questa sezione spiega come aggiungere enfasi agli elementi interni al rigo.
Scelta della dimensione del tipo di carattere | ||
Indicazioni di diteggiatura | ||
Dita che scivolano | ||
Note nascoste | ||
Colorare gli oggetti | ||
Parentesi | ||
Gambi |
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Scelta della dimensione del tipo di carattere
Nota:
Per le dimensioni del testo, leggere Scelta del tipo di carattere e della dimensione.
Per la dimensione del rigo, leggere Impostare la dimensione del rigo.
Per le citazioni in corpo piccolo, leggere Formattazione delle notine.
Per i righi ossia, leggere Righi ossia.
Per modificare la dimensione di un elemento della notazione senza cambiare
anche la dimensione del rigo, si può specificare un fattore di ingrandimento
col comando \magnifyMusic
:
\new Staff << \new Voice \relative { \voiceOne <e' e'>4 <f f'>8. <g g'>16 <f f'>8 <e e'>4 r8 } \new Voice \relative { \voiceTwo \magnifyMusic 0.63 { \override Score.SpacingSpanner.spacing-increment = #(* 1.2 0.63) r32 c'' a c a c a c r c a c a c a c r c a c a c a c a c a c a c a c } } >>
L’\override
in questo esempio serve a eludere un difetto del programma,
spiegato in “Known issues and warnings” alla fine di questa sezione.
Se la testa di una nota di dimensione normale è accorpata con una più piccola, potrebbe essere necessario ripristinare la dimensione della nota più piccola (con ‘\once \normalsize’) in modo che i gambi e le alterazioni siano allineati correttamente:
\new Staff << \key fis \minor \mergeDifferentlyDottedOn \new Voice \relative { \voiceOne \magnifyMusic 0.63 { \override Score.SpacingSpanner.spacing-increment = #(* 1.2 0.63) \once \normalsize cis'32( cis' gis b a fis \once \normalsize d d' \once \normalsize cis, cis' gis b a gis \once \normalsize fis fis' \once \normalsize fis, fis' ais, cis b gis \once \normalsize eis eis' \once \normalsize a, a' bis, d cis b \once \normalsize gis gis') } } \new Voice \relative { \voiceTwo cis'8. d16 cis8. fis16 fis8. eis16 a8. gis16 } >>
Il comando \magnifyMusic
non è adatto per le citazioni in corpo
piccolo, gli abbellimenti o i righi ossia, per i quali esistono
metodi di inserimento più appropriati. È invece utile quando la
dimensione della notazione cambia in una singola parte strumentale
su un rigo e quando gli abbellimenti non sono la scelta appropriata,
come nei passaggi di tipo cadenza o in casi simili agli esempi
precedenti. Impostando il valore di \magnifyMusic
su 0.63
si duplicano le dimensioni del contesto CueVoice
.
Nota: Il comando \magnifyMusic
non deve essere
usato quando si ridimensiona anche il rigo. Maggiori informazioni
in Impostare la dimensione del rigo.
Ridimensionare oggetti della formattazione individualmente
Un singolo oggetto della formattazione può essere ridimensionato
coi comandi \tweak
o \override
per regolare la sua
proprietà font-size
:
\relative { % ridimensiona una testa di nota <f' \tweak font-size -4 b e>-5 % ridimensiona una diteggiatura bes-\tweak font-size 0 -3 % ridimensiona un'alterazione \once \override Accidental.font-size = -4 bes!-^ % ridimensiona un'articolazione \once \override Script.font-size = 4 bes!-^ }
Il valore predefinito di font-size
per ogni oggetto della
formattazione è elencato nella Guida al funzionamento interno. La
proprietà font-size
può essere impostata solo per quegli
oggetti che supportano l’interfaccia di formattazione font-interface
.
Se font-size
non è specificato nella lista ‘Standard settings’
dell’oggetto, il suo valore è 0. Si veda
All layout objects.
Capire la proprietà fontSize
La proprietà di contesto fontSize
regola la dimensione relativa di
tutti gli elementi della notazione basati su un glifo in un contesto:
\relative { \time 3/4 d''4---5 c8( b a g) | \set fontSize = -6 e'4-- c!8-4( b a g) | \set fontSize = 0 fis4---3 e8( d) fis4 | g2. }
Il valore di fontSize
è un numero che indica la dimensione
relativa alla dimensione standard dell’altezza del rigo corrente.
Il valore predefinito di fontSize
è 0; aggiungendo 6 a qualsiasi
valore di fontSize
si raddoppia la dimensione dei glifi e
togliendo 6 si dimezza. Ogni punto aumenta la dimensione di circa
il 12%.
Dato che le unità logaritmiche della proprietà font-size
non sono
del tutto intuitive, viene fornita per comodità la funzione Scheme
magnification->font-size
. Per esempio, per ridurre la notazione
musicale al 75% della dimensione predefinita si usa:
\set fontSize = #(magnification->font-size 0.75)
La funzione Scheme magstep
fa l’opposto: converte un valore
di font-size
in un fattore di ingrandimento.
La proprietà fontSize
avrà effetto soltanto sugli elementi
della notazione che sono disegnati con glifi, come le teste di
nota, le alterazioni, i segni, etc. Non modificherà la dimensione
del rigo stesso né ridimensionerà proporzionalmente gambi, travature
o la spaziatura orizzontale. Per ridimensionare gambi, travature
e spaziatura orizzontale insieme alla dimensione degli elementi della
notazione (senza cambiare la dimensione del rigo), si usa il comando
\magnifyMusic
presentato prima. Per ridimensionare tutto,
compreso il rigo, leggere Impostare la dimensione del rigo.
Ogni volta che la proprietà di contesto fontSize
è impostata, il
suo valore viene aggiunto al valore della proprietà del grob font-size
per i singoli oggetti di formattazione, prima che siano stampati i glifi.
Ciò può creare confusione quando si impostano individualmente le proprietà
font-size
mentre è impostato anche fontSize
:
% il valore predefinito di font-size per NoteHead è 0 % il valore predefinito di font-size per Fingering è -5 c''4-3 \set fontSize = -3 % la dimensione effettiva per NoteHead è ora -3 % la dimensione effettiva per Fingering è ora -8 c''4-3 \override Fingering.font-size = 0 % la dimensione effettiva per Fingering è ora -3 c''4-3
Sono anche disponibili le seguenti scorciatoie:
Comando | Equivalente a | Dimensione relativa |
\teeny | \set fontSize = -3 | 71% |
\tiny | \set fontSize = -2 | 79% |
\small | \set fontSize = -1 | 89% |
\normalsize | \set fontSize = 0 | 100% |
\large | \set fontSize = 1 | 112% |
\huge | \set fontSize = 2 | 126% |
\relative c'' { \teeny c4.-> d8---3 \tiny c4.-> d8---3 \small c4.-> d8---3 \normalsize c4.-> d8---3 \large c4.-> d8---3 \huge c4.-> d8---3 }
La modifica della dimensione del tipo di carattere si ottiene ridimensionando
la dimensione, tra quelle predefinite, più vicina a quella desiderata. La
dimensione standard (per font-size = 0
) dipende dall’altezza
standard del rigo: per un rigo di 20pt, viene scelto un tipo di carattere
di 11pt.
Comandi predefiniti
\magnifyMusic
,
\teeny
,
\tiny
,
\small
,
\normalsize
,
\large
,
\huge
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Scelta del tipo di carattere e della dimensione, Impostare la dimensione del rigo, Formattazione delle notine, Righi ossia.
File installati: ‘ly/music-functions-init.ly’, ‘ly/property-init.ly’.
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: font-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Attualmente ci sono due bug che impediscono una corretta spaziatura
orizzontale quando si usa \magnifyMusic
. C’è un solo modo
per eludere questi bug e non funziona in tutte le circostanze.
Nell’esempio seguente, sostituire la variabile mag con un
valore a piacere. Si può provare anche a togliere uno o entrambi
i comandi \newSpacingSection
e/o i comandi \override
e \revert
:
\magnifyMusic mag { \newSpacingSection \override Score.SpacingSpanner.spacing-increment = #(* 1.2 mag) [music] \newSpacingSection \revert Score.SpacingSpanner.spacing-increment }
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Indicazioni di diteggiatura
Le indicazioni di diteggiatura si inseriscono con ‘nota-numero’:
\relative { c''4-1 d-2 f-4 e-3 }
Si può usare il testo incluso dentro \markup
o tra virgolette per
indicare un cambio di dito.
\relative { c''4-1 d-2 f\finger \markup \tied-lyric "4~3" c\finger "2 - 3" }
Si può aggiungere la diteggiatura del pollice per indicare che una nota deve essere suonata col pollice (ad esempio, nella musica per violoncello).
\relative { <a'_\thumb a'-3>2 <b_\thumb b'-3> }
È possibile indicare la diteggiatura di ogni singola nota di un accordo specificandola dopo ciascuna altezza.
\relative { <c''-1 e-2 g-3 b-5>2 <d-1 f-2 a-3 c-5> }
Le indicazioni di diteggiatura possono essere poste sopra o sotto il rigo, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Frammenti di codice selezionati
Controllare il posizionamento delle diteggiature di un accordo
Il posizionamento dei numeri della diteggiatura può essere regolato in modo preciso. Perché l’orientamento funzioni, occorre usare il costrutto per gli accordi <> anche per le note singole. Si può impostare in modo simile l’orientamento dei numeri di corda e delle diteggiature della mano destra.
\relative c' { \set fingeringOrientations = #'(left) <c-1 e-3 a-5>4 \set fingeringOrientations = #'(down) <c-1 e-3 a-5>4 \set fingeringOrientations = #'(down right up) <c-1 e-3 a-5>4 \set fingeringOrientations = #'(up) <c-1 e-3 a-5>4 \set fingeringOrientations = #'(left) <c-1>2 \set fingeringOrientations = #'(down) <e-3>2 \set stringNumberOrientations = #'(up left down) <f\3 a\2 c\1>1 \set strokeFingerOrientations = #'(down right up) <c\rightHandFinger #1 e\rightHandFinger #2 c'\rightHandFinger #4 > }
Far sì che la diteggiatura appaia dentro il rigo
Per impostazione predefinita, le diteggiature orientate verticalmente sono poste fuori dal rigo; questo comportamento tuttavia può essere disabilitato. Occorre fare attenzione alle situazioni in cui le diteggiature e i gambi sono rivolti nella stessa direzione: normalmente le diteggiature evitano soltanto i gambi con travature. Questa impostazione predefinita può essere cambiata in modo da evitare tutti i gambi oppure nessuno. L’esempio seguente mostra queste due opzioni, così come tornare al comportamento predefinito.
\relative c' { <c-1 e-2 g-3 b-5>2 \override Fingering.staff-padding = #'() <c-1 e-2 g-3 b-5>4 g'-0 a8[-1 b]-2 g-0 r \override Fingering.add-stem-support = ##f a[-1 b]-2 g-0 r \override Fingering.add-stem-support = ##t a[-1 b]-2 g-0 r \override Fingering.add-stem-support = #only-if-beamed a[-1 b]-2 g-0 r }
Vedi anche
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento.
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: FingeringEvent, fingering-event, Fingering_engraver, New_fingering_engraver, Fingering.
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Dita che scivolano
Negli strumenti a corda un dito che scivola viene indicato solitamente da una
linea che connette lo stesso dito da usare per note suonate in posizioni
diverse sulla stessa corda.
Questa linea inizia inserendo \\glide
prima di una diteggiatura
(Fingering
) e termina quando si riusa lo stesso dito.
La linea può apparire in vari stili.
mus = { \set fingeringOrientations = #'(right) <a'\glide-1>2. \set fingeringOrientations = #'(left) <d'-1>4 } { <>^"line" \mus <>^"stub-left" \override FingerGlideSpanner.style = #'stub-left \mus <>^"stub-right" \override FingerGlideSpanner.style = #'stub-right \mus <>^"stub-both" \override FingerGlideSpanner.style = #'stub-both \mus <>^"dashed-line" \override FingerGlideSpanner.style = #'dashed-line \mus \break <>^"dotted-line" \override FingerGlideSpanner.style = #'dotted-line \mus <>^"bow" \override FingerGlideSpanner.style = #'bow \mus <>^"trill" \override FingerGlideSpanner.style = #'trill \mus <>^"zigzag" \override FingerGlideSpanner.style = #'zigzag \mus }
Se style
viene impostato su 'bow
(arco), la direzione dell’arco
può essere regolata attraverso i modificatori della direzione.
{ \override FingerGlideSpanner.style = #'bow \set fingeringOrientations = #'(down) <b\glide-1>4 <d'-1> \set fingeringOrientations = #'(up) <e''\glide-2> <c''-2> \set fingeringOrientations = #'(down) <b^\glide-1>4 <d'-1> \set fingeringOrientations = #'(up) <e''^\glide-2> <c''-2> \set fingeringOrientations = #'(down) <b_\glide-1>4 <d'-1> \set fingeringOrientations = #'(up) <e''_\glide-2> <c''-2> }
Se si sposta l’incisore Finger_glide_engraver
nel contesto Staff
,
i grob Fingering
che appartengono a contesti Voice
diversi
possono essere connessi.
\score { \new Staff << \new Voice { \voiceOne \set fingeringOrientations = #'(right) <e''-3>2 \set fingeringOrientations = #'(left) <d''-\tweak bound-details.left.padding #2.5 \glide-2> <c''-2> \bar "||" } \new Voice { \voiceTwo \set fingeringOrientations = #'(right) <c''\glide-2> \set fingeringOrientations = #'(left) <b'-\tweak bound-details.left.padding #2.5 \glide-4> <a'-4> } >> \layout { ragged-right = ##f \context { \Voice \remove "Finger_glide_engraver" } \context { \Staff \consists "Finger_glide_engraver" } } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento.
Guida al funzionamento interno: FingeringGlideEvent, fingering-glide-event, Finger_glide_engraver, finger-glide-interface, FingerGlideSpanner.
Problemi noti e avvertimenti
Molteplici legature con lo stesso dito non sono supportate e producono
risultati imprevisti.
Un espediente consiste nell’usare dita diverse e \tweak text
.
{ \clef "G_8" <a\glide-1 cis'\glide-1>2 <bes-1 d'-1> <a\glide-1 cis'\glide-\tweak text "1"-2>2 <bes-1 d'-\tweak text "1"-2> }
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Note nascoste
Le note nascoste (o invisibili o trasparenti) possono essere utili nella preparazione di esercizi di teoria e composizione.
\relative { c''4 d \hideNotes e4 f \unHideNotes g a \hideNotes b \unHideNotes c }
Questo comando rende invisibili le teste, i gambi e le code delle note, e le pause. Le travature sono invisibili se iniziano su una nota nascosta. Mentre gli oggetti attaccati a note invisibili sono comunque visibili.
\relative c'' { e8(\p f g a)-- \hideNotes e8(\p f g a)-- }
Comandi predefiniti
\hideNotes
,
\unHideNotes
.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti.
Guida alla notazione: Pause invisibili, Visibilità degli oggetti, Nascondere i righi.
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Note_spacing_engraver, NoteSpacing.
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Colorare gli oggetti
Si possono assegnare dei colori a ciascun oggetto. I nomi dei colori validi sono elencati nell’Elenco dei colori.
\override NoteHead.color = #red c''4 c'' \override NoteHead.color = #(x11-color 'LimeGreen) d'' \override Stem.color = "deepskyblue" e''
Oltre a un insieme limitato di colori semplici disponibili come variabili
predefinite (vedi “Colori normali” in Elenco dei colori), si può
inserire qualsiasi colore come una stringa.
Questa stringa può essere un nome colore definito in stile
CSS oppure un codice colore
esadecimale preceduto dal carattere #
(dentro le virgolette doppie):
\override NoteHead.color = "lightsalmon" \override Flag.color = "#E30074" \override Beam.color = "#5e45ad" \override Rest.color = "#3058" g'8 \huge r4 a'16 f'
Il codice colore può avere un canale alfa per la semitrasparenza usando un codice a otto caratteri "#RRGGBBAA" o la sua forma abbreviata "#RGBA".
In un modo diverso, si può accedere all’intera gamma di colori
definita per X11 con
la funzione Scheme x11-color
. La funzione prende un argomento,
che può essere un simbolo, come 'DarkSeaGreen4
, o una
stringa, come "DarkSeaGreen4"
. La prima forma è più
veloce da scrivere e un po’ più efficiente. Tuttavia, la seconda forma
permette di specificare colori X11 anche attraverso più parole:
in questo esempio, "dark sea green 4"
.
La funzione x11-color
, se non riesce a comprendere il parametro,
restituisce il colore nero.
\new Staff \with { instrumentName = \markup { \with-color #(x11-color 'red) "Clarinet" } } \relative c'' { \override Staff.StaffSymbol.color = #(x11-color 'SlateBlue2) gis8 a \override Beam.color = #(x11-color "medium turquoise") gis a \override Accidental.color = #(x11-color 'DarkRed) gis a \override NoteHead.color = #(x11-color "LimeGreen") gis a % this is deliberate nonsense; note that the stems remain black \override Stem.color = #(x11-color 'Boggle) b2 cis }
I colori RGB esatti si specificano con la funzione Scheme rgb-color
.
Questa funzione prende tre argomenti, usati rispettivamente per i canali
red (rosso), green (verde) e blue (blu), e un numero
alfa opzionale per la semitrasparenza. (Tutti i valori devono essere
numeri compresi tra 0 e 1.)
La semitrasparenza è supportata nell’output SVG, mentre per l’output PS
e PDF è supportata solo se si una versione di Ghostscript uguale o superiore
a 9.53. Nel frammento seguente la chiave del rigo appare semitrasparente
se elaborato secondo le condizioni menzionate sopra.
\new Staff \with { instrumentName = \markup { \with-color #(x11-color 'red) "Clarinetto" } \override Clef.color = #(rgb-color 0 0 0 0.5) } \relative c'' { \override Staff.StaffSymbol.color = #(x11-color 'SlateBlue2) \override Stem.color = #(rgb-color 0 0 0) gis8 a \override Stem.color = #(rgb-color 1 1 1) gis8 a \override Stem.color = #(rgb-color 0 0 0.5) gis4 a }
Vedi anche
Guida alla notazione:
Elenco dei colori, Il comando \tweak
.
Frammenti: Editorial annotations.
Problemi noti e avvertimenti
Un colore X11 non ha necessariamente la stessa identica tonalità di un normale colore dal nome simile.
Non tutti i colori X11 sono distinguibili in un browser web. Per esempio,
un browser potrebbe non mostrare alcuna differenza tra LimeGreen
e ForestGreen
. Per il web si consiglia di usare i colori CSS,
come è spiegato in Elenco dei colori.
Le note in un accordo non possono essere colorate separatamente con un
\override
; al suo posto si usa \tweak
o l’equivalente
\single\override
, vedi Il comando \tweak
.
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Parentesi
Gli oggetti possono essere messi tra parentesi se si usa il comando \parenthesize
prima dell’evento musicale. Se precede un accordo, viene messa tra parentesi
ogni nota dell’accordo. Si possono mettere tra parentesi anche singole note
di un accordo.
\relative { c''2 \parenthesize d c2 \parenthesize <c e g> c2 <c \parenthesize e g> }
Si possono mettere tra parentesi anche oggetti diversi dalle note. Per le
articolazioni è necessario usare un trattino prima del comando \parenthesize
.
\relative { c''2-\parenthesize -. d c2 \parenthesize r }
Quando \parenthesize
si applica a un accordo, tutte le sue note
vengono racchiuse tra parentesi.
Per racchiudere tra parentesi solo alcune note di un accordo, usare un costrutto
per la musica parallela << … >>
.
Una forma alternativa del comando \parenthesize
prevede un percorso
al grob: \parenthesize NomeContesto.NomeGrob
o semplicemente \parenthesize NomeGrob
(l’ultimo sottintende
il contesto al livello più basso, normalmente Voice
). Bisogna
inserirlo prima del momento musicale, come un \once \override
.
Questa forma permette di racchiudere tra parentesi grob che sono causati
solo indirettamente dagli eventi.
\new Staff \relative << { \parenthesize NoteHead c'1 } \new CueVoice { s2 \voiceOne \once \override Staff.Parentheses.font-size = 3 \parenthesize Staff.CueClef \cueClef treble e'8 f a g } >>
Vedi anche
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Parenthesis_engraver, Parentheses, parentheses-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Attualmente, la proprietà font-size
del grob Parentheses
deve
essere modificata manualmente per ottenere parentesi dalle dimensioni corrette
per gli accordi e alcuni altri oggetti.
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Gambi
Per ogni nota viene creato automaticamente un oggetto Stem
(gambo).
Vale anche per le semibrevi e le pause, anche se i loro gambi sono resi
invisibili.
I gambi si possono posizionare sopra o sotto, vedi Direzione e posizionamento.
Comandi predefiniti
\stemUp
,
\stemDown
,
\stemNeutral
.
Frammenti di codice selezionati
Direzione predefinita dei gambi sulla linea centrale del rigo
La direzione predefinita dei gambi sulla linea centrale del rigo si
imposta con la proprietà neutral-direction
dell’oggetto Stem
.
\relative c'' { a4 b c b \override Stem.neutral-direction = #up a4 b c b \override Stem.neutral-direction = #down a4 b c b }
Cambiare automaticamente la direzione del gambo della nota centrale in base alla melodia
LilyPond può modificare la direzione del gambo della nota centrale di un
rigo in modo che segua la melodia: occorre aggiungere l’incisore
Melody_engraver
al contesto Voice
.
La proprietà di contesto suspendMelodyDecisions
può essere usata
per disattivare questo comportamento localmente.
\relative c'' { \time 3/4 a8 b g f b g | \set suspendMelodyDecisions = ##t a b g f b g | \unset suspendMelodyDecisions c b d c b c | } \layout { \context { \Voice \consists "Melody_engraver" \autoBeamOff } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento.
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Stem_engraver, Stem, stem-interface.
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1.7.2 Esterne al rigo
Questa sezione spiega come dare risalto agli elementi nel rigo attraverso delle note esterne al rigo.
Nomi delle note | ||
Nuvoletta di aiuto | ||
Linee della griglia | ||
Parentesi analitiche |
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Nomi delle note
È possibile mostrare i nomi delle note come testo usando il contesto
NoteNames
. Se usato in contemporanea con un rigo normale,
si può sincronizzare ogni nota col suo nome, posto sopra o sotto
il rigo.
\language "italiano" melody = \relative do'' { fad2 si,8 dod re mi fad4. re8 fad2 } << \new NoteNames { \melody } \new Staff { \key si \minor \melody } \new NoteNames { \set printNotesLanguage = "deutsch" \set printAccidentalNames = ##f \melody } >>
I nomi delle note appaiono nella stessa lingua usata per inserirle, ma la
proprietà printNotesLanguage
permette di selezionare qualsiasi altra
lingua disponibile (vedi Nomi delle note in altre lingue). Le
alterazioni possono essere mostrate oppure no attraverso la
proprietà printAccidentalNames
.
Impostando questa proprietà su un simbolo e printOctaveNames
su
##t
, si possono ottenere nomi delle note che assomigliano molto
alla sintassi di LilyPond.
Se si desidera un risultato più generico, si possono avere anche i nomi
“scientifici” delle ottave.
melody = \relative c'' { fis2 b,8 cis d e fis4. d8 fis2 } << \new NoteNames { \set printOctaveNames = ##t \set printAccidentalNames = #'lily \melody } \new Staff { \key b \minor \melody } \new NoteNames { \set printOctaveNames = #'scientific \melody } >>
La proprietà noteNameSeparator
definisce come debbano apparire
gli accordi. Si possono definire altre funzioni di formattazione
come noteNameFunction
; tale funzione si aspetta come argomenti
un’altezza e un contesto, anche se uno di questi può essere ignorato.
somechords = \relative c' { <b d fis>2 <b cis e g> <b d fis> q } << \new NoteNames { \set noteNameSeparator = "+" \somechords } \new Staff { \key b \minor \somechords } \new NoteNames { \set noteNameFunction = #(lambda (pitch ctx) (alteration->text-accidental-markup (ly:pitch-alteration pitch))) \somechords } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Nomi delle note in altre lingue.
Guida al funzionamento interno: NoteName, NoteNames, Note_name_engraver.
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Nuvoletta di aiuto
Si possono contrassegnare e nominare gli elementi della notazione tramite una nuvoletta quadrata. La sua funzione principale è spiegare la notazione.
\relative c'' { \new Voice \with { \consists Balloon_engraver } { \balloonGrobText #'Stem #'(3 . 4) \markup { "Sono un gambo" } a8 \balloonGrobText #'Rest #'(-4 . -4) \markup { "Sono una pausa" } r <c, g'-\balloonText #'(-2 . -2) \markup { "Sono la testa di una nota" } c>2. } }
Ci sono due funzioni musicali, balloonGrobText
e
balloonText
; la prima si usa nella forma
\once \override
per attaccare del testo a un qualsiasi
oggetto grafico (grob), mentre la seconda viene usata come
\tweak
, solitamente all’interno degli accordi, per
attaccare del testo a una singola nota.
Il testo nella nuvoletta influenza la spaziatura delle note, ma è possibile modificare questo comportamento:
\relative c'' { \new Voice \with { \consists Balloon_engraver } { \balloonGrobText #'Stem #'(3 . 4) \markup { "Sono un gambo" } a8 \balloonGrobText #'Rest #'(-4 . -4) \markup { "Sono una pausa" } r \balloonLengthOn <c, g'-\balloonText #'(-2 . -2) \markup { "Sono la testa di una nota" } c>2. } }
Comandi predefiniti
\balloonLengthOn
,
\balloonLengthOff
.
Vedi anche
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Balloon_engraver, BalloonText, balloon-interface.
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Linee della griglia
Si possono disegnare delle linee verticali tra i righi sincronizzate con le note.
Si deve usare l’incisore Grid_point_engraver
per creare le
estremità delle linee, mentre l’incisore Grid_line_span_engraver
serve
a disegnare le linee. Per impostazione predefinita, le linee della griglia sono
allineate orizzontalmente sotto e sul lato sinistro delle teste di nota.
Le linee si estendono a partire dalle linee centrali di ciascun rigo.
gridInterval
deve specificare la durata che separa le linee.
\layout { \context { \Staff \consists Grid_point_engraver gridInterval = #(ly:make-moment 1/4) } \context { \Score \consists Grid_line_span_engraver } } \score { \new ChoirStaff << \new Staff \relative { \stemUp c''4. d8 e8 f g4 } \new Staff \relative { \clef bass \stemDown c4 g' f e } >> }
Frammenti di codice selezionati
Modificare l’aspetto delle linee della griglia
L’aspetto delle linee della griglia può essere modificato sovrascrivendo alcune delle loro proprietà.
\score { \new ChoirStaff << \new Staff { \relative c'' { \stemUp c'4. d8 e8 f g4 } } \new Staff { \relative c { % this moves them up one staff space from the default position \override Score.GridLine.extra-offset = #'(0.0 . 1.0) \stemDown \clef bass \once \override Score.GridLine.thickness = #5.0 c4 \once \override Score.GridLine.thickness = #1.0 g'4 \once \override Score.GridLine.thickness = #3.0 f4 \once \override Score.GridLine.thickness = #5.0 e4 } } >> \layout { \context { \Staff % set up grids \consists "Grid_point_engraver" % set the grid interval to one quarter note gridInterval = #(ly:make-moment 1/4) } \context { \Score \consists "Grid_line_span_engraver" % this moves them to the right half a staff space \override NoteColumn.X-offset = #-0.5 } } }
Vedi anche
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Grid_line_span_engraver, Grid_point_engraver, GridLine, GridPoint, grid-line-interface, grid-point-interface.
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Parentesi analitiche
Nell’analisi musicale si usano le parentesi per indicare la struttura dei brani musicali. Sono supportate delle semplici parentesi orizzontali.
\layout { \context { \Voice \consists Horizontal_bracket_engraver } } \relative { c''2\startGroup d\stopGroup }
Le parentesi analitiche si possono annidare.
\layout { \context { \Voice \consists Horizontal_bracket_engraver } } \relative { c''4\startGroup\startGroup d4\stopGroup e4\startGroup d4\stopGroup\stopGroup }
Frammenti di codice selezionati
Parentesi analitiche sopra il rigo
Delle semplici parentesi analitiche orizzontali vengono aggiunte, per impostazione predefinita, sotto il rigo. L’esempio seguente mostra un modo per posizionarle sopra il rigo.
\layout { \context { \Voice \consists "Horizontal_bracket_engraver" } } \relative c'' { \once \override HorizontalBracket.direction = #UP c2\startGroup d2\stopGroup }
Parentesi analitiche con etichette
Si può aggiungere del testo alle parentesi analitiche tramite la proprietà
text
del grob HorizontalBracketText
. L’aggiunta di vari frammenti
di testo alle parentesi che iniziano nello stesso momento musicale richiede
l’uso del comando \tweak
.
Dopo un’interruzione di linea il testo viene messo tra parentesi.
\paper { tagline = ##f } \layout { \context { \Voice \consists "Horizontal_bracket_engraver" \override HorizontalBracket.direction = #UP } } { \once\override HorizontalBracketText.text = "a" c''\startGroup d''\stopGroup \once\override HorizontalBracketText.text = "a'" e''\startGroup d''\stopGroup | c''-\tweak HorizontalBracketText.text \markup \bold \huge "b" \startGroup -\tweak HorizontalBracketText.text "a" \startGroup d''\stopGroup e''-\tweak HorizontalBracketText.text "a'" \startGroup d''\stopGroup\stopGroup | c''-\tweak HorizontalBracketText.text foo \startGroup d'' e'' f'' | \break g'' a'' b'' c'''\stopGroup }
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: Horizontal_bracket_engraver, HorizontalBracket, horizontal-bracket-interface, HorizontalBracketText, horizontal-bracket-text-interface, Measure_spanner_engraver, MeasureSpanner, measure-spanner-interface, Staff.
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1.8 Testo
Questa sezione spiega come includere del testo (con vari tipi di formattazione) nelle partiture musicali.
Alcuni elementi testuali che non sono trattati qui sono discussi in altre sezioni specifiche: Musica vocale, Titoli e intestazioni.
1.8.1 Inserimento del testo | ||
1.8.2 Formattazione del testo | ||
1.8.3 Tipi di carattere |
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[ < Testo ] | [ Su : Testo ] | [ Scritte > ] |
1.8.1 Inserimento del testo
Questa sezione presenta vari modi di aggiungere del testo a una partitura.
Nota: Per scrivere caratteri accentati e speciali (come quelli di altre lingue), basta inserire semplicemente i caratteri nel file LilyPond, purché il file sia salvato in formato UTF-8. Ulteriori informazioni in Codifica del testo.
Scritte | ||
Estensori del testo | ||
Indicazioni testuali | ||
Testo separato |
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Scritte
Si possono aggiungere a una partitura delle semplici indicazioni con del “testo tra virgolette”, come mostrato nell’esempio seguente. Tali indicazioni possono essere posizionate sopra o sotto il rigo, usando la sintassi descritta in Direzione e posizionamento.
\relative { a'8^"pizz." g f e a4-"scherz." f }
In realtà questa sintassi è una scorciatoia; si può specificare una formattazione
del testo più complessa usando in modo esplicito un blocco \markup
, come
è spiegato in Formattazione del testo.
\relative { a'8^\markup { \italic pizz. } g f e a4_\markup { \tiny scherz. \bold molto } f }
Le indicazioni testuali, di norma, non influenzano la spaziatura delle note. Ma è possibile far sì che la loro larghezza venga presa in considerazione: nell’esempio seguente la prima stringa di testo non influenza la spaziatura, mentre la seconda sì.
\relative { a'8^"pizz." g f e \textLengthOn a4_"scherzando" f }
Oltre alle scritte, si possono attaccare alle note anche le articolazioni. Ulteriori informazioni in Articolazioni e abbellimenti.
Per maggiori informazioni sull’ordinamento relativo delle scritte e delle articolazioni si veda Posizionamento degli oggetti.
Comandi predefiniti
\textLengthOn
,
\textLengthOff
.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Posizionamento degli oggetti.
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Direzione e posizionamento, Articolazioni e abbellimenti.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
Problemi noti e avvertimenti
Per verificare che le scritte e il testo vocale siano entro i margini occorrono ulteriori calcoli. Nei casi in cui è richiesta un’esecuzione leggermente più veloce, usare
\override Score.PaperColumn.keep-inside-line = ##f
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Estensori del testo
Alcune indicazioni esecutive, per esempio rallentando o accelerando, appaiono in forma testuale e vengono estese lungo molteplici note con delle linee punteggiate. Tali oggetti, chiamati “estensori” (spanner), si creano collegando due note con la seguente sintassi:
\relative { \override TextSpanner.bound-details.left.text = "rit." b'1\startTextSpan e,\stopTextSpan }
La stringa testuale da stampare viene impostata attraverso le proprietà
dell’oggetto. Per impostazione predefinita, appare in corsivo, ma si
può ottenere una formattazione diversa tramite i blocchi \markup
, come
è spiegato in Formattazione del testo.
\relative { \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup { \upright "rit." } b'1\startTextSpan c e,\stopTextSpan }
Lo stile della linea, così come la stringa testuale, può essere definito come una proprietà dell’oggetto. Questa sintassi è descritta in Stili della linea.
Comandi predefiniti
\textSpannerUp
,
\textSpannerDown
,
\textSpannerNeutral
.
Problemi noti e avvertimenti
LilyPond è capace di gestire un solo estensore del testo per ogni voce.
Frammenti di codice selezionati
Estensore testuale della dinamica personalizzato
Si possono definire estensori testuali personalizzati che fanno uso delle
forcine e dei crescendo testuali. \<
e \>
generano le
forcine, \cresc
etc. generano gli estensori testuali.
% Some sample text dynamic spanners, to be used as postfix operators crpoco = #(make-music 'CrescendoEvent 'span-direction START 'span-type 'text 'span-text "cresc. poco a poco") \relative c' { c4\cresc d4 e4 f4 | g4 a4\! b4\crpoco c4 | c4 d4 e4 f4 | g4 a4\! b4\< c4 | g4\dim a4 b4\decresc c4\! }
Estensore testuale della dinamica personalizzato
Funzioni postfix per estensori testuali personalizzati del crescendo. Gli
estensori devono iniziare sulla prima nota della misura; e bisogna usare
-\mycresc
, altrimenti l’inizio dell’estensore viene assegnato alla
nota successiva.
% Two functions for (de)crescendo spanners where you can explicitly % give the spanner text. mycresc = #(define-music-function (mymarkup) (markup?) (make-music 'CrescendoEvent 'span-direction START 'span-type 'text 'span-text mymarkup)) mydecresc = #(define-music-function (mymarkup) (markup?) (make-music 'DecrescendoEvent 'span-direction START 'span-type 'text 'span-text mymarkup)) \relative c' { c4-\mycresc "custom cresc" c4 c4 c4 | c4 c4 c4 c4 | c4-\mydecresc "custom decresc" c4 c4 c4 | c4 c4\! c4 c4 }
Vedi anche
Guida alla notazione: Stili della linea, Dinamiche, Formattazione del testo.
Frammenti: Text, Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: TextSpanner.
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Indicazioni testuali
Si possono aggiungere vari elementi testuali a una partitura tramite la sintassi descritta in Segni di chiamata:
\relative { \mark "Verse" c'2 g' \bar "||" \mark "Chorus" g2 c, \bar "|." }
Questa sintassi permette di porre del testo sopra una stanghetta;
una formattazione del testo più complessa è possibile grazie al
blocco \markup
, come è spiegato in Formattazione del testo:
\relative { <c' e>1 \mark \markup { \italic { colla parte } } <d f>2 <e g> <c f aes>1 }
Questa sintassi permette anche di stampare segni speciali, come coda, segno o corona, se si specifica il nome appropriato del simbolo, come è spiegato in Notazione musicale nel blocco markup:
\relative { <bes' f>2 <aes d> \mark \markup { \musicglyph "scripts.ufermata" } <e g>1 }
Tali oggetti vengono posizionati soltanto sopra il rigo superiore della partitura; a seconda che siano inseriti alla fine o a metà di una battuta, possono trovarsi sopra la stanghetta o tra le note. Se inserito prima di un’interruzione di linea, l’indicazione apparirà all’inizio della linea successiva.
\relative c'' { \mark "Allegro" c1 c \mark "assai" \break c c }
Comandi predefiniti
\markLengthOn
,
\markLengthOff
.
Frammenti di codice selezionati
Stampare le indicazioni su ogni rigo
Sebbene le indicazioni testuali siano di norma collocate solo sopra il rigo più alto, è possibile farle apparire su ogni rigo.
\score { << \new Staff { \mark \default c''1 \textMark "molto" c'' } \new Staff { \mark \default c'1 \textMark "molto" c' } >> \layout { \context { \Score \remove Mark_engraver \remove Text_mark_engraver \remove Staff_collecting_engraver } \context { \Staff \consists Mark_engraver \consists Text_mark_engraver \consists Staff_collecting_engraver } } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Segni di chiamata, Formattazione del testo, Notazione musicale nel blocco markup, Il font Emmentaler.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: MarkEvent, Mark_engraver, RehearsalMark.
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Testo separato
Un blocco \markup
può esistere di per sé, fuori da qualsiasi
blocco \score
, come un’ “espressione di livello superiore”. Questa
sintassi è descritta in Struttura del file.
\markup { Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow... }
Ciò permette di stampare il testo in modo autonomo dalla musica, ed è utile soprattutto quando il file di input contiene vari brani musicali, come è spiegato in Molteplici partiture in un libro.
\score { c'1 } \markup { Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow... } \score { c'1 }
Blocchi di testo separati possono essere estesi per molte pagine, rendendo possibile la realizzazione di documenti o libri interamente con LilyPond. Questa funzionalità, e la sintassi specifica che richiede, è descritta in Testo formattato su più pagine.
Comandi predefiniti
\markup
,
\markuplist
.
Frammenti di codice selezionati
Testo separato su due colonne
Il testo separato può essere disposto su varie colonne con i comandi di
\markup
:
\markup { \fill-line { \hspace #1 \column { \line { O sacrum convivium } \line { in quo Christus sumitur, } \line { recolitur memoria passionis ejus, } \line { mens impletur gratia, } \line { futurae gloriae nobis pignus datur. } \line { Amen. } } \hspace #2 \column \italic { \line { O sacred feast } \line { in which Christ is received, } \line { the memory of His Passion is renewed, } \line { the mind is filled with grace, } \line { and a pledge of future glory is given to us. } \line { Amen. } } \hspace #1 } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Struttura del file, Molteplici partiture in un libro, Testo formattato su più pagine.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
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1.8.2 Formattazione del testo
Questa sezione presenta la formattazione del testo basilare e quella avanzata,
usando la sintassi specifica della modalità \markup
.
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Introduzione al testo a margine
Un blocco \markup
permette di comporre del testo con un’ampia
sintassi chiamata “modalità markup”.
La sintassi di markup è simile alla solita sintassi di LilyPond: un’espressione
\markup
viene racchiusa tra parentesi graffe {… }
. Una
singola parola viene considerata un’espressione minima, e quindi non è
necessario racchiuderla tra parentesi.
Diversamente dalle indicazioni testuali “tra virgolette”, i blocchi
\markup
possono contenere espressioni o comandi di markup annidati,
inseriti col carattere di barra inversa \
. Tali comandi hanno
effetto solo sulla prima espressione che segue.
\relative { a'1-\markup intenso a2^\markup { poco \italic più forte } c e1 d2_\markup { \italic "string. assai" } e b1^\markup { \bold { molto \italic agitato } } c }
Un blocco \markup
può contenere anche stringhe di testo tra
virgolette. Tali stringhe vengono trattate come espressioni testuali
minime, e quindi qualsiasi comando di markup o carattere speciale
(come \
e #
) apparirà alla lettera senza influenzare
la formattazione del testo. Le stesse doppie virgolette possono essere
stampate facendole precedere da una barra inversa.
\relative { a'1^"\italic markup..." a_\markup { \italic "... prints \"italic\" letters!" } a a }
Perché sia trattata come un’espressione distinta, una lista di parole deve
essere racchiusa tra virgolette doppie o preceduta da un comando. Il modo
in cui le espressioni musicali sono definite influenza il modo in cui
saranno sistemate, centrate e allineate; nell’esempio seguente, la seconda
espressione di \markup
viene trattata nello stesso modo della prima:
\relative c'' { c1^\markup { \center-column { a bbb c } } c1^\markup { \center-column { a { bbb c } } } c1^\markup { \center-column { a \line { bbb c } } } c1^\markup { \center-column { a "bbb c" } } }
I markup possono essere salvati in delle variabili, che possono poi essere attaccate direttamente alle note:
allegro = \markup { \bold \large Allegro } { d''8.^\allegro d'16 d'4 r2 }
Una lista completa dei comandi specifici di \markup
si trova in
Comandi per markup.
Vedi anche
Guida alla notazione: Comandi per markup.
Frammenti: Text.
File installati: ‘scm/markup.scm’.
Problemi noti e avvertimenti
I messaggi di errore di sintassi relativi alla modalità markup possono essere poco chiari.
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Scelta del tipo di carattere e della dimensione
La modalità markup permette di cambiare il tipo di carattere:
\relative { d''1^\markup { \bold { Più mosso } \italic { non troppo \underline Vivo } } r2 r4 r8 d,_\markup { \italic quasi \smallCaps Tromba } f1 d2 r }
Si può modificare la dimensione del tipo di carattere, rispetto alla dimensione globale del rigo, in vari modi.
Si può impostare su una dimensione predefinita.
\relative b' { b1_\markup { \huge Sinfonia } b1^\markup { \teeny da } b1-\markup { \normalsize camera } }
oppure in modo proporzionale rispetto al valore precedente.
\relative b' { b1_\markup { \larger Sinfonia } b1^\markup { \smaller da } b1-\markup { \magnify #0.6 camera } }
Può essere aumentata o diminuita rispetto al valore impostato per la dimensione globale del rigo.
\relative b' { b1_\markup { \fontsize #-2 Sinfonia } b1^\markup { \fontsize #1 da } b1-\markup { \fontsize #3 camera } }
Si può impostare anche su una dimensione fissa (in punti), indipendentemente dalla dimensione globale del rigo.
\relative b' { b1_\markup { \abs-fontsize #20 Sinfonia } b1^\markup { \abs-fontsize #8 da } b1-\markup { \abs-fontsize #14 camera } }
Se il testo contiene degli spazi, è meglio racchiuderlo tutto tra virgolette, in modo che la dimensione di ciascun spazio sia adatta alla dimensione degli altri caratteri.
\markup \fontsize #6 \bold { Sinfonia da camera } \markup \fontsize #6 \bold { "Sinfonia da camera" }
È possibile stampare il testo come pedice o apice. Per impostazione predefinita, questo appaiono in corpo più piccolo, ma si può usare anche un corpo normale:
\markup { \column { \line { 1 \super st movement } \line { 1 \normal-size-super st movement \sub { (part two) } } } }
La modalità di markup fornisce un modo semplice per scegliere famiglie di caratteri diverse. Se non specificato altrimenti, viene scelto automaticamente il carattere tipografico con grazie (il tipo romano); nell’ultima linea dell’esempio seguente non c’è differenza tra la prima e la seconda parola.
\markup { \column { \line { Act \number 1 } \line { \sans { Scene I. } } \line { \typewriter { Verona. An open place. } } \line { Enter \roman Valentine and Proteus. } } }
Alcune di queste famiglie di caratteri, usate per elementi specifici come i numeri o le dinamiche, non forniscono tutti i caratteri, come accennato in Nuove indicazioni dinamiche e Indicazioni di ripetizione manuali.
Se usati all’interno di una parola, alcuni comandi che cambiano il tipo di carattere o la formattazione potrebbero produrre uno spazio vuoto indesiderato. Si può facilmente risolvere concatenando insieme gli elementi testuali:
\markup { \column { \line { \concat { 1 \super st } movement } \line { \concat { \dynamic p , } \italic { con dolce espressione } } } }
Una lista completa dei comandi per cambiare il tipo di carattere o per usare tipi di carattere personalizzati si trova in Font.
È possibile anche definire i propri gruppi di tipi di carattere, come è spiegato in Tipi di carattere.
Comandi predefiniti
\teeny
,
\tiny
,
\small
,
\normalsize
,
\large
,
\huge
,
\smaller
,
\larger
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Font, Nuove indicazioni dinamiche, Indicazioni di ripetizione manuali, Tipi di carattere.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
Problemi noti e avvertimenti
L’uso dei comandi di dimensionamento dei caratteri \teeny
, \tiny
,
\small
, \normalsize
, \large
e \huge
produce
una spaziatura della linea imprevedibile rispetto all’uso di \fontsize
.
Allineamento del testo
Questa sottosezione spiega come posizionare il testo nella modalità markup. Gli oggetti markup possono anche essere spostati interamente tramite la sintassi descritta in Spostare gli oggetti.
Gli oggetti di markup possono essere allineati in vari modi. Per impostazione predefinita, l’indicazione testuale è allineata rispetto al suo margine sinistro: nell’esempio seguente, non c’è differenza tra il primo e il secondo markup.
\relative { d''1-\markup { poco } f d-\markup { \left-align poco } f d-\markup { \center-align { poco } } f d-\markup { \right-align poco } }
L’allineamento orizzontale può essere ritoccato usando un valore numerico:
\relative { a'1-\markup { \halign #-1 poco } e' a,-\markup { \halign #0 poco } e' a,-\markup { \halign #0.5 poco } e' a,-\markup { \halign #2 poco } }
Alcuni oggetti possono avere proprie procedure di allineamento, e dunque non sono influenzate da questi comandi. È possibile spostare tali oggetti di markup tutti insieme, come mostrato ad esempio in Indicazioni testuali.
L’allineamento verticale è un po’ più complesso. Come si è detto prima, gli oggetti di markup possono essere spostati tutti insieme; tuttavia è anche possibile spostare elementi specifici all’interno di un blocco markup. In questo caso l’elemento da spostare deve essere preceduto da un punto di riferimento, che può essere un altro elemento markup o un oggetto invisibile. L’esempio seguente illustra queste due possibilità; l’ultimo markup in questo esempio non ha un punto di riferimento e di conseguenza non si muove.
\relative { d'2^\markup { Acte I \raise #2 { Scène 1 } } a' g_\markup { \null \lower #4 \bold { Très modéré } } a d,^\markup { \raise #4 \italic { Une forêt. } } a'4 a g2 a }
Alcuni comandi possono cambiare l’allineamento sia orizzontale che verticale degli oggetti testuali in modalità markup. Qualsiasi oggetto interessato da questi comandi deve essere preceduto da un punto di riferimento:
\relative { d'2^\markup { Acte I \translate #'(-1 . 2) "Scène 1" } a' g_\markup { \null \general-align #Y #3.2 \bold "Très modéré" } a d,^\markup { \null \translate-scaled #'(-1 . 2) \teeny "Une forêt." } a'4 a g2 a }
Un oggetto markup può includere varie linee di testo. Nell’esempio seguente, ogni elemento o espressione viene posizionato sulla sua linea, allineato a sinistra o centrato:
\markup { \column { a "b c" \line { d e f } } \hspace #10 \center-column { a "b c" \line { d e f } } }
Analogalmente, una lista di elementi o espressioni può essere distesa per riempire l’intera larghezza orizzontale della linea (se c’è un solo elemento, verrà centrato sulla pagina). Queste espressioni possono a loro volta includere del testo multilinea o una qualsiasi altra espressione di markup:
\markup { \fill-line { \line { William S. Gilbert } \center-column { \huge \smallCaps "The Mikado" or \smallCaps "The Town of Titipu" } \line { Sir Arthur Sullivan } } } \markup { \fill-line { 1885 } }
Indicazioni testuali lunghe possono andare a capo automaticamente in base alla larghezza della linea specificata. Possono essere allineate a sinistra o giustificate, come mostra l’esempio seguente.
\markup { \column { \line \smallCaps { La vida breve } \line \bold { Acto I } \wordwrap \italic { (La escena representa el corral de una casa de gitanos en el Albaicín de Granada. Al fondo una puerta por la que se ve el negro interior de una Fragua, iluminado por los rojos resplandores del fuego.) } \hspace #0 \line \bold { Acto II } \override #'(line-width . 50) \justify \italic { (Calle de Granada. Fachada de la casa de Carmela y su hermano Manuel con grandes ventanas abiertas a través de las que se ve el patio donde se celebra una alegre fiesta) } } }
Una lista completa dei comandi di allineamento del testo si trova in Align.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Spostare gli oggetti.
Guida alla notazione: Align, Indicazioni testuali.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
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Notazione grafica nel blocco markup
Si possono aggiungere vari oggetti grafici a una partitura attraverso i comandi di markup.
Alcuni comandi di markup consentono di decorare gli elementi testuali con degli elementi grafici, come è illustrato nell’esempio seguente.
\markup \fill-line { \center-column { \circle Jack \box "in the box" \null \line { Erik Satie \hspace #3 \bracket "1866 - 1925" } \null \rounded-box \bold Prelude } }
Alcuni comandi possono richiedere un aumento del padding intorno al testo; per farlo si usano dei comandi di markup, descritti in modo esaustivo in Align.
\markup \fill-line { \center-column { \box "Charles Ives (1874 - 1954)" \null \box \pad-markup #2 "THE UNANSWERED QUESTION" \box \pad-x #8 "A Cosmic Landscape" \null } } \markup \column { \line { \hspace #10 \box \pad-to-box #'(-5 . 20) #'(0 . 5) \bold "Largo to Presto" } \pad-around #3 "String quartet keeps very even time, Flute quartet keeps very uneven time." }
Si possono produrre altri elementi grafici o simboli che non richiedono alcun testo. Come con qualsiasi espressione di markup, tali oggetti possono essere combinati.
\markup { \combine \draw-circle #4 #0.4 ##f \filled-box #'(-4 . 4) #'(-0.5 . 0.5) #1 \hspace #5 \center-column { \triangle ##t \combine \draw-line #'(0 . 4) \arrow-head #Y #DOWN ##f } }
Le funzionalità grafiche avanzate comprendono la possibilità di includere file di immagini convertite nel formato Encapsulated PostScript (eps), oppure di inserire la grafica direttamente nel file di input, usando del codice PostScript nativo. In tal caso, può essere utile specificare esplicitamente la dimensione del disegno, come è mostrato sotto:
c'1^\markup { \combine \epsfile #X #10 "./context-example.eps" \with-dimensions #'(0 . 6) #'(0 . 10) \postscript " -2 3 translate 2.7 2 scale newpath 2 -1 moveto 4 -2 4 1 1 arct 4 2 3 3 1 arct 0 4 0 3 1 arct 0 0 1 -1 1 arct closepath stroke" } c'
Una lista completa dei comandi specifici per la grafica si trova in Graphic.
Vedi anche
Guida alla notazione: Align, Dimensioni, Note editoriali, Graphic.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’, ‘scm/stencil.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
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Notazione musicale nel blocco markup
Si possono aggiungere vari elementi della notazione musicale dentro un oggetto markup.
Per le note e le alterazioni esistono dei comandi markup appositi:
a'2 a'^\markup { \note {4} #1 = \note-by-number #1 #1 #1.5 } b'1_\markup { \natural \semiflat \flat \sesquiflat \doubleflat } \glissando a'1_\markup { \natural \semisharp \sharp \sesquisharp \doublesharp } \glissando b'
Anche altri oggetti della notazione possono essere stampati in modalità markup:
\relative { g1 bes ees\finger \markup \tied-lyric "4~1" fis_\markup { \dynamic rf } bes^\markup { \beam #8 #0.1 #0.5 } cis d-\markup { \markalphabet #8 \markletter #8 } }
Più in generale, qualsiasi simbolo musicale disponibile può essere incluso separatamente in un oggetto markup, come è illustrato sotto. Una lista completa di questi simboli e dei loro nomi si trova in Il font Emmentaler.
\relative { c''2 c'^\markup { \musicglyph "eight" } c,4 c,8._\markup { \musicglyph "clefs.G_change" } c16 c2^\markup { \musicglyph "timesig.neomensural94" } }
Un altro modo per stampare glifi non testuali è descritto in Tipi di carattere in dettaglio. È utile per stampare parentesi di varie dimensioni.
La modalità markup supporta anche i diagrammi per strumenti specifici:
\relative { c''1^\markup { \fret-diagram-terse "x;x;o;2;3;2;" } c^\markup { \harp-pedal "^-v|--ov^" } c c^\markup { \combine \musicglyph "accordion.discant" \combine \raise #0.5 \musicglyph "accordion.dot" \raise #1.5 \musicglyph "accordion.dot" } }
Questi diagrammi sono documentati in Instrument Specific Markup.
È possibile annidare perfino un’intera partitura in un oggetto markup:
\relative { c'4 d^\markup { \score { \relative { c'4 d e f } } } e f | c d e f }
Una lista completa dei comandi relativi alla notazione musicale si trova in Music.
Vedi anche
Guida alla notazione: Music, Il font Emmentaler, Tipi di carattere in dettaglio.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’, ‘scm/fret-diagrams.scm’, ‘scm/harp-pedals.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
Problemi noti e avvertimenti
La spaziatura verticale di un blocco \score
interno a un oggetto markup
è regolata da baseline-skip
. Le impostazioni in \paper
vengono
ignorate.
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Testo formattato su più pagine
Sebbene gli oggetti di markup standard non possano avere interruzioni, una specifica sintassi permette di inserire linee di testo che possono estendersi per varie pagine:
\markuplist { \justified-lines { Un testo molto lungo di linee giustificate. ... } \wordwrap-lines { Un altro paragrafo molto lungo. ... } ... }
Questa sintassi accetta una lista di oggetti di markup, che possono essere
- il risultato di un comando \markuplist,
- una lista di markup,
- una lista di \markuplists.
Una lista completa dei comandi che si possono usare con \markuplist si trova in Comandi per una lista di markup.
Vedi anche
Guida alla notazione: Comandi per una lista di markup.
Estendere LilyPond: New markup list command definition.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
Comandi predefiniti
\markuplist
.
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1.8.3 Tipi di carattere
Questa sezione presenta il modo in cui sono gestiti i tipi di carattere e come possono essere modificati nelle partiture.
Tipi di carattere in dettaglio | ||
Tipi di carattere per singolo oggetto | ||
Tipi di carattere per l’intero documento |
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Tipi di carattere in dettaglio
I tipi di carattere vengono gestiti attraverso varie librerie. FontConfig rileva i tipi di carattere disponibili nel sistema; i tipi selezionati sono riprodotti con Pango.
I tipi di carattere della notazione musicale possono essere descritti come un insieme di glifi specifici, ordinati in varie famiglie. La seguente sintassi permette di usare vari glifi Feta di LilyPond direttamente nella modalità markup:
a'1^\markup { \vcenter { \override #'(font-encoding . fetaBraces) \lookup "brace120" \override #'(font-encoding . fetaText) \column { 1 3 sf } \override #'(font-encoding . fetaMusic) \lookup "noteheads.s0petrucci" } }
Tuttavia, tutti questi glifi, ad eccezione delle graffe di varie
dimensioni contenute in fetaBraces
, sono già utilizzabili
con la sintassi ben più semplice descritta in Notazione musicale nel blocco markup.
Quando si usano i glifi contenuti in fetaBraces
, la dimensione
della graffa viene specificata dalla parte numerica del nome del glifo,
in unità arbitrarie. Può essere specificato qualsiasi numero intero da
0
a 575
compresi, dove 0
corrisponde alla graffa
più piccola. Il valore ottimale deve essere determinato per tentativi.
Questi glifi sono tutte graffe sinistre; le graffe destre si possono
ottenere con la rotazione, vedi Rotazione degli oggetti.
Sono disponibili tre famiglie di font: il font roman (con grazie), il font sans (senza grazie) e il font monospaziato typewriter.
Per il backend svg
:
Famiglia | Font predefinito |
---|---|
roman | serif |
sans | sans-serif |
typewriter | monospace |
serif
, sans-serif
, e monospace
sono
generic-family
(famiglie generiche) nelle specifiche
SVG e CSS.
Per gli altri backend:
Famiglia | Font predefinito (alias) | Elenchi di definizione di alias |
---|---|---|
roman | LilyPond Serif | TeX Gyre Schola, C059, Century SchoolBook URW, Century Schoolbook L, DejaVu Serif, ..., serif |
sans | LilyPond Sans Serif | TeX Gyre Heros, Nimbus Sans, Nimbus Sans L, DejaVu Sans, ..., sans-serif |
typewriter | LilyPond Monospace | TeX Gyre Cursor, Nimbus Mono PS, Nimbus Mono, Nimbus Mono L, DejaVu Sans Mono, ..., monospace |
LilyPond Serif
, LilyPond Sans Serif
,
e LilyPond Monospace
sono font alias definiti
nel file di configurazione FontConfig specifico per LilyPond
00-lilypond-fonts.conf
.
Se un carattere non esiste nel primo font elencato, il font successivo
dell’elenco verrà usato al suo posto per quel carattere.
I dettagli delle definizioni degli alias si trovano nel file
00-lilypond-fonts.conf
all’interno della directory
di installazione.
Ogni famiglia può avere forme e serie differenti. L’esempio seguente
illustra la possibilità di scegliere famiglie, forme, serie e
dimensioni alternative. Il valore specificato per font-size
è
la modifica relativa alla dimensione predefinita.
\override Score.RehearsalMark.font-family = #'typewriter \mark \markup "Ouverture" \override Voice.TextScript.font-shape = #'italic \override Voice.TextScript.font-series = #'bold d''2.^\markup "Allegro" \override Voice.TextScript.font-size = #-3 c''4^smaller
Una sintassi simile si usa nella modalità markup; tuttavia in questo caso è preferibile usare la sintassi più semplice spiegata in Scelta del tipo di carattere e della dimensione:
\markup { \column { \line { \override #'((font-shape . italic) (font-size . 4)) Idomeneo, } \line { \override #'(font-family . typewriter) { \override #'(font-series . bold) re di } \override #'(font-family . sans) Creta } } }
Quando si usano i font OpenType, sono disponibili le funzionalità dei font. Nota bene: non tutti i font OpenType hanno a disposizione tutte le funzioni. Se si richiede una funzionalità che non esiste nel font scelto, tale funzionalità viene semplicemente ignorata.
% Maiuscoletto vero \markup { Stile normale: Hello HELLO } \markup { \caps { Maiuscoletto: Hello } } \markup { \override #'(font-features . ("smcp")) { Maiuscoletto vero: Hello } } % Stili numerici \markup { Stile numerico normale: 0123456789 } \markup { \override #'(font-features . ("onum")) { Stile numerico vecchio: 0123456789 } } % Alternative stilistiche \markup { \override #'(font-features . ("salt 0")) { Alternative stilistiche 0: εφπρθ } } \markup { \override #'(font-features . ("salt 1")) { Alternative stilistiche 1: εφπρθ } } % Funzionalità multiple \markup { \override #'(font-features . ("onum" "smcp" "salt 1")) { Funzionalità multiple: Hello 0123456789 εφπρθ } }
L’elenco completo delle funzionalità del font OpenType è consultabile qui: https://www.microsoft.com/typography/otspec/featurelist.htm
Per identificare le funzionalità dei font OpenType leggere qui: https://lists.gnu.org/archive/html/lilypond-devel/2017-08/msg00004.html
Sebbene sia semplice passare a un tipo di carattere preconfigurato, è anche possibile usare altri tipi, come viene spiegato nelle sezioni successive: Tipi di carattere per singolo oggetto e Tipi di carattere per l’intero documento.
Vedi anche
Guida alla notazione: Il font Emmentaler, Notazione musicale nel blocco markup, Rotazione degli oggetti, Scelta del tipo di carattere e della dimensione, Font.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Tipi di carattere in dettaglio ] | [ Su : Tipi di carattere ] | [ Tipi di carattere per l'intero documento > ] |
Tipi di carattere per singolo oggetto
Si può usare nella partitura qualsiasi tipo di carattere che sia installato nel sistema operativo e riconosciuto da FontConfig, usando la seguente sintassi:
\override Staff.TimeSignature.font-name = "Bitstream Charter" \override Staff.TimeSignature.font-size = #2 \time 3/4 a'1_\markup { \override #'(font-name . "Bitstream Vera Sans,sans-serif, Oblique Bold") { Vera Oblique Bold } }
font-name può essere definito da una lista separata da virgola di ‘font’ e una lista separata da spazi di ‘stili’. Se il ‘font’ nella lista è installato e contiene il glifo richiesto, verrà usato, altrimenti sarà usato al suo posto il font successivo.
Lanciando lilypond con la seguente opzione si ottiene un elenco di tutti i tipi di carattere disponibili nel sistema operativo:
lilypond -dshow-available-fonts
Vedi anche
Guida alla notazione: Tipi di carattere in dettaglio, Tipi di carattere per l’intero documento.
Frammenti: Text.
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[ < Tipi di carattere per singolo oggetto ] | [ Su : Tipi di carattere ] | [ Notazione specialistica > ] |
Tipi di carattere per l’intero documento
È possibile modificare i tipi di carattere usati come tipi predefiniti nelle famiglie roman, sans e typewriter specificandoli, in questo ordine, come è mostrato nell’esempio seguente, che ridimensiona automaticamente i caratteri col valore impostato per la dimensione globale del rigo. In modo analogo a Tipi di carattere per singolo oggetto, si può indicare con una lista separata da virgole di ‘font’. Gli ‘stili’ dei font, invece, non possono essere definiti. I tipi di carattere sono spiegati in Tipi di carattere in dettaglio.
\paper { #(define fonts (make-pango-font-tree "Linux Libertine O" "Nimbus Sans, Nimbus Sans L" "DejaVu Sans Mono" (/ staff-height pt 20))) } \relative c'{ c1-\markup { roman, \sans sans, \typewriter typewriter. } }
Nota: make-pango-font-tree
reimposta i font della notazione sui
predefiniti Emmentaler.
La sintassi seguente permette di cambiare font specifici, lasciando gli
altri ai valori predefiniti. L’esempio seguente produce lo stesso risultato
dell’esempio precedente di make-pango-font-tree
.
Come con make-pango-font-tree
, è possibile specificare un elenco
separato da virgola di “font” per le categorie roman
, sans
e typewriter
.
Se non si cambia la dimensione del rigo dal valore predefinito di 20 pt,
#:factor (/ staff-height pt 20)
non è necessario.
\paper { #(define fonts (set-global-fonts #:roman "Linux Libertine O" #:sans "Nimbus Sans, Nimbus Sans L" #:typewriter "DejaVu Sans Mono" #:factor (/ staff-height pt 20) ; non necessario se la dimensione del rigo è predefinita )) }
È possibile specificare anche i font della notazione. Il prossimo esempio ha anch’esso lo stesso risultato degli esempi precedenti, perché imposta i font della notazione predefiniti. Maggiori informazioni in Cambiare il tipo di carattere della notazione.
\paper { #(define fonts (set-global-fonts #:music "emmentaler" ; predefinito #:brace "emmentaler" ; predefinito #:roman "Linux Libertine O" #:sans "Nimbus Sans, Nimbus Sans L" #:typewriter "DejaVu Sans Mono" #:factor (/ staff-height pt 20) ; non necessario se la dimensione del rigo è predefinita )) }
Nota: ogni chiamata della funzione set-global-fonts
reimposta completamente
i font sia della notazione principale che del testo. Se una categoria non è
specificata, allora verrà usato il font predefinito per quella categoria.
Ogni chiamata di set-global-fonts
cambia i font di ciascun blocco
\book
che la segue.
Se ci sono molteplici blocchi \book
e si vogliono usare font diversi
per ciascuno, basta ripetere set-global-fonts
, in questo modo:
\paper { #(define fonts (set-global-fonts … )) } \book { … } \paper { #(define fonts (set-global-fonts … )) } \book { … }
Vedi anche
Guida alla notazione: Tipi di carattere in dettaglio, Tipi di carattere per singolo oggetto, Scelta del tipo di carattere e della dimensione, Font, Cambiare il tipo di carattere della notazione.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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2. Notazione specialistica
Questo capitolo spiega come creare la notazione musicale per particolari tipi di strumento o per stili specifici.
La musica d’orchestra e di insieme non è trattata in una sezione separata, ma si possono trovare varie nozioni usate comunemente nelle partiture orchestrali in Riferimenti per opera e musical.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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2.1 Musica vocale
Questa sezione spiega come scrivere la musica vocale e assicurarsi che il testo sia allineato con le note della melodia.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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2.1.1 Notazione comune per la musica vocale
Questa sezione tratta le questioni relative alla maggior parte delle tipologie di musica vocale.
Riferimenti per la musica vocale
Questa sezione indica dove trovare informazioni dettagliate sulle questioni comuni a qualsiasi tipo di musica vocale.
- La maggior parte degli stili di musica vocale usa il testo semplice per le parti vocali. Un’introduzione a questo tipo di notazione è disponibile in Impostare canzoni semplici.
-
La musica vocale richiede solitamente l’uso della modalità
markup
, sia per il testo musicale che per altri elementi testuali (i nomi dei personaggi, etc.). Questa sintassi è spiegata in Introduzione al testo a margine. - L’Ambitus può essere aggiunto all’inizio dei righi per la voce, come è spiegato in Ambitus.
- Le indicazioni dinamiche sono di norma posizionate sotto il rigo, ma nella musica corale sono posizionate solitamente sopra il rigo per evitare il testo, come è spiegato in Struttura di una partitura corale.
Vedi anche
Glossario musicale: ambitus.
Manuale di apprendimento: Impostare canzoni semplici.
Guida alla notazione: Introduzione al testo a margine, Ambitus, Struttura di una partitura corale.
Frammenti: Vocal music.
Inserimento del testo vocale
Il testo vocale viene inserito in una speciale modalità di input, che
può essere introdotta dai comandi \lyricmode
, \addlyrics
o
\lyricsto
. In questa speciale modalità, l’input d
non
viene analizzato come l’altezza Re, ma come una sillaba di
una lettera. In altre parole, le sillabe si inseriscono come le note,
ma le altezze sono sostituite dal testo.
Per esempio:
\lyricmode { Three4 blind mice,2 three4 blind mice2 }
Ci sono due metodi principali per determinare il posizionamento
orizzontale delle sillabe. Si può indicare la durata di ogni
sillaba esplicitamente, come nell’esempio precedente; oppure
si può lasciare che il testo sia allineato automaticamente a
una melodia o a un’altra voce del brano, usando \addlyrics
o
\lyricsto
. Il primo metodo è descritto sotto in
Durate manuali delle sillabe; il secondo in
Durate automatiche delle sillabe.
Una parola o sillaba del testo inizia con un carattere alfabetico (seguito da altri caratteri, vedi dopo) ed è terminata da uno spazio bianco o da un numero. I caratteri successivi al primo nella sillaba possono essere un qualsiasi carattere che non sia un numero o uno spazio bianco.
Dato che qualsiasi carattere che non sia un numero o uno spazio
viene considerato come parte della sillaba, una parola è valida
anche se finisce con }
, causando spesso il seguente errore:
\lyricmode { lah lah lah}
In questo esempio, la parentesi }
è inclusa nella sillaba finale,
dunque
la parentesi iniziale non viene chiusa e la compilazione del file
probabilmente non riuscirà. Le parentesi devono quindi essere
sempre circondate da uno spazio:
\lyricmode { lah lah lah }
La punteggiatura, i caratteri accentati, quelli di lingue diverse dall’inglese e i caratteri speciali (come il simbolo del cuore o le virgolette oblique) possono essere inseriti direttamente nel file di input, purché sia salvato nella codifica UTF-8. Ulteriori informazioni in Caratteri speciali.
\relative { d''8 c16 a bes8 f e' d c4 } \addlyrics { „Schad’ um das schö -- ne grü -- ne Band, }
Le virgolette normali possono essere usate nel testo vocale, ma devono essere precedute da un carattere di barra inversa e l’intera sillaba deve essere racchiusa tra altre virgolette. Per esempio,
\relative { \time 3/4 e'4 e4. e8 d4 e d c2. } \addlyrics { "\"I" am so lone -- "ly,\"" said she }
La definizione completa di come può iniziare una parola nella modalità
testo è un po’ più complessa. Può iniziare con un carattere alfabetico,
_
, ?
, !
, :
, '
, i caratteri di controllo
^A
fino a ^F
, ^Q
fino a ^W
, ^Y
,
^^
, qualsiasi carattere a 8-bit con un codice ASCII superiore a
127 oppure una combinazione a due caratteri di una barra inversa
seguita da `
, '
, "
o ^
.
Per avere un maggior controllo sull’aspetto del testo si può usare
\markup
all’interno del testo. Per una spiegazione delle
molte opzioni disponibili leggere Formattazione del testo.
Frammenti di codice selezionati
Formattazione delle sillabe del testo vocale
La modalità markup può essere usata per formattare le singole sillabe del testo vocale.
mel = \relative c'' { c4 c c c } lyr = \lyricmode { Lyrics \markup { \italic can } \markup { \with-color #red contain } \markup { \fontsize #8 \bold Markup! } } << \new Voice = melody \mel \new Lyrics \lyricsto melody \lyr >>
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Canzoni.
Guida alla notazione: Durate automatiche delle sillabe, Tipi di carattere, Formattazione del testo, Modalità di inserimento, Durate manuali delle sillabe, Caratteri speciali.
Guida al funzionamento interno: LyricText.
Frammenti: Text.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Inserimento del testo vocale ] | [ Su : Notazione comune per la musica vocale ] | [ Durate automatiche delle sillabe > ] |
Allineamento del testo alla melodia
Il testo vocale viene interpretato in \lyricmode
e stampato in un
contesto Lyrics
, vedi Tutto sui contesti.
\new Lyrics \lyricmode { … }
Due varianti di \lyricmode
impostano un contesto associato
usato per sincronizzare le sillabe del testo con la musica. Il più
comodo \addlyrics
segue immediatamente il contenuto musicale
del contesto della voce con cui deve essere sincronizzato, creando
implicitamente un contesto Lyrics. Il più versatile \lyricsto
richiede sia di specificare il contesto della voce associata con un
nome sia di creare esplicitamente un contesto Lyrics che contenga il
testo. Maggiori dettagli in Durate automatiche delle sillabe.
Ci sono due modi per allineare il testo a una melodia:
-
Il testo può essere allineato automaticamente in modo che le
durate delle sillabe siano prese da un’altra voce o (in
circostanze speciali) da una melodia associata, usando
\addlyrics
,\lyricsto
o impostando la proprietàassociatedVoice
. Ulteriori informazioni in Durate automatiche delle sillabe.<< \new Staff << \time 2/4 \new Voice = "one" \relative { \voiceOne c''4 b8. a16 g4. r8 a4 ( b ) c2 } \new Voice = "two" \relative { \voiceTwo s2 s4. f'8 e4 d c2 } >> % prende le durate e l'allineamento dalle note in "one" \new Lyrics \lyricsto "one" { Life is __ _ love, live __ life. } % prende le durate e l'allineamento dalle note in "one" inizialmente % poi passa a "two" \new Lyrics \lyricsto "one" { No more let \set associatedVoice = "two" % deve essere impostato prima della sillaba sins and sor -- rows grow. } >>
La prima strofa mostra il modo normale di inserire il testo.
La seconda strofa mostra come cambiare la voce da cui prendere le durate per le sillabe del testo. Ciò è utile se le parole di strofe diverse si distribuiscono lungo le note in modo differente e tutte le durate sono disponibili nei contesti della voce. Ulteriori dettagli in Strofe.
-
Il testo può essere allineato indipendentemente dalla durata
delle note se le durate delle sillabe vengono specificate esplicitamente
e inserite con
\lyricmode
.<< \new Voice = "one" \relative { \time 2/4 c''4 b8. a16 g4. f8 e4 d c2 } % usa la durata esplicita precedente di 2; \new Lyrics \lyricmode { Joy to the earth! } % durate esplicite, impostate su un ritmo diverso \new Lyrics \lyricmode { Life4 is love,2. live4 life.2 } >>
La prima strofa non è allineata con le note perché le durate non sono state specificate, e il valore precedente di 2 viene usato per ogni parola.
La seconda strofa mostra come le parole possano essere allineate in modo del tutto indipendente dalle note. Ciò è utile se le parole di strofe diverse si distribuiscono lungo le note in modo differente e le durate necessarie non sono disponibili in un contesto musicale. Ulteriori dettagli in Durate manuali delle sillabe. Questa tecnica è utile anche quando si imposta un dialogo sopra una musica, come si può vedere negli esempi in Dialogo sopra la musica.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Allineare il testo alla melodia.
Guida alla notazione: Tutto sui contesti, Durate automatiche delle sillabe, Strofe, Durate manuali delle sillabe, Dialogo sopra la musica, Durate manuali delle sillabe.
Guida al funzionamento interno: Lyrics.
Durate automatiche delle sillabe
Il testo vocale può essere allineato automaticamente alle note di una melodia in tre modi:
-
specificando il nome del contesto Voice contenente la melodia
con
\lyricsto
, -
introducendo il testo con
\addlyrics
e inserendolo subito dopo il contesto Voice contenente la melodia, -
impostando la proprietà
associatedVoice
, l’allineamento del testo può essere cambiato su un contesto Voice con un nome diverso in qualsiasi momento musicale.
In tutti questi tre metodi è possibile disegnare dei trattini tra le sillabe di una parola e delle linee di estensione oltre la fine di una parola. Maggiori dettagli in Estensori e trattini.
Il contesto Voice
contenente la melodia al quale il testo si
deve allineare non deve essere “morto”, altrimenti
il testo successivo a quel punto verrà perduto. Questo può accadere
se ci sono dei momenti in cui quella voce non ha nulla da fare.
Metodi per mantenere attivi i contesti sono descritti in
Conservazione di un contesto.
Uso di \lyricsto
Il testo vocale può essere allineato a una melodia automaticamente
specificando il nome del contesto voce con \lyricsto
:
<< \new Voice = "melody" \relative { a'1 a4. a8 a2 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { These are the words } >>
In questo modo il testo viene allineato alle note del contesto Voice
con quel nome, che deve già esistere. Ecco perché di solito il contesto
Voice
viene indicato prima, seguito dal contesto Lyrics
.
Il testo segue il comando \lyricsto
. Il comando \lyricsto
invoca la modalità testo automaticamente. Per impostazione predefinita,
il testo viene posizionato sotto le note. Altri posizionamenti sono
descritti in Posizionamento verticale del testo.
Uso di \addlyrics
Il comando \addlyrics
è solo una comoda scorciatoia da usare
per evitare di impostare il testo tramite una struttura più complessa.
{ MUSICA } \addlyrics { TESTO VOCALE }
equivale a
\new Voice = "blah" { MUSICA } \new Lyrics \lyricsto "blah" { TESTO VOCALE }
Ecco un esempio,
{ \time 3/4 \relative { c'2 e4 g2. } \addlyrics { play the game } }
Si possono aggiungere più strofe aggiungendo più sezioni
\addlyrics
:
{ \time 3/4 \relative { c'2 e4 g2. } \addlyrics { play the game } \addlyrics { speel het spel } \addlyrics { joue le jeu } }
Il comando \addlyrics
non può gestire le impostazioni
polifoniche. Inoltre non può essere usato per associare il
testo alla voce per intavolatura (TabVoice
).
In questi casi bisogna usare \lyricsto
.
Uso di associatedVoice
La melodia a cui allineare il testo vocale può essere cambiata
impostando la proprietà associatedVoice
,
\set associatedVoice = "lala"
Il valore della proprietà (qui: "lala"
) deve essere il nome
di un contesto Voice
. Per ragioni tecniche, il comando \set
deve essere posizionato una sillaba prima prima di quella alla quale
si riferisce il cambio di voce.
Ecco un esempio che ne dimostra l’utilizzo:
<< \new Staff << \time 2/4 \new Voice = "one" \relative { \voiceOne c''4 b8. a16 g4. r8 a4 ( b ) c2 } \new Voice = "two" \relative { \voiceTwo s2 s4. f'8 e8 d4. c2 } >> % inizialmente prende le note e le durate da "one" % poi passa a "two" \new Lyrics \lyricsto "one" { No more let \set associatedVoice = "two" % must be set one syllable early sins and sor -- rows grow. } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Estensori e trattini, Conservazione di un contesto, Posizionamento verticale del testo.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Durate manuali delle sillabe
In alcune musiche vocali complesse, si potrebbe voler posizionare
il testo in modo totalmente indipendente dalle note. In tali casi
non bisogna usare \lyricsto
o \addlyrics
e nemmeno
impostare associatedVoice
. Le sillabe verranno invece
inserite come se fossero note, ma col testo al posto delle altezze,
e la durata di ogni sillaba sarà indicata esplicitamente dopo la
sillaba.
Si possono mostrare le linee tratteggiate tra le sillabe come sempre, mentre le linee di estensione non appaiono se non c’è una voce associata.
Ecco due esempi:
<< \new Voice = "melody" \relative { c''2 a f f e e } \new Lyrics \lyricmode { c4. -- a -- f -- f -- e2. -- e } >>
<< \new Staff { \relative { c''2 c2 d1 } } \new Lyrics { \lyricmode { I2 like4. my8 cat!1 } } \new Staff { \relative { c'8 c c c c c c c c8 c c c c c c c } } >>
Questa tecnica è utile quando si scrivono dialoghi , vedi Dialogo sopra la musica.
Per cambiare l’allineamento delle sillabe, basta impostare la
proprietà self-alignment-X
:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 c'2 e4 g2 f } \new Lyrics \lyricmode { \override LyricText.self-alignment-X = #LEFT play1 a4 game4 } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Dialogo sopra la musica.
Guida al funzionamento interno: Lyrics, Voice.
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Più sillabe in una nota
Per assegnare più di una sillaba a una singola nota mantenendo uno
spazio tra le sillabe, occorre mettere la frase tra virgolette o
usare il carattere _
. Altrimenti si può usare il simbolo
tilde (~
) per ottenere una legatura di valore per il testo.
{ \relative { \autoBeamOff r8 b' c fis, fis c' b e, } \addlyrics { % Assicurarsi che i trattini siano visibili \override LyricHyphen.minimum-distance = #1.0 Che_in ques -- ta_e_in quel -- l'al -- tr'on -- da } \addlyrics { "Che in" ques -- "ta e in" quel -- l'al -- tr'on -- da } \addlyrics { Che~in ques -- ta~e~in quel -- l'al -- tr'on -- da } }
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: LyricCombineMusic.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Più note in una sillaba
Talvolta, in particolare nella musica medievale e barocca, molte note vengono cantate in una sillaba; si chiama melisma (vedi melisma). La sillaba di un melisma viene solitamente allineata a sinistra della prima nota del melisma.
Quando un melisma si trova su una sillaba diversa dall’ultima in
una parola, quella sillaba di solito viene collegata a quella successiva
con una linea tratteggiata. Ciò si indica inserendo un doppio
trattino --
, subito dopo la sillaba.
Altrimenti, se un melisma si trova sull’ultima o unica sillaba in
una parola, solitamente appare una linea di estensione dalla fine
della sillaba all’ultima nota del melisma. Ciò si indica inserendo
un doppio trattino basso, __
, subito dopo la parola.
Esistono cinque modi per indicare i melismi:
-
I melismi vengono creati automaticamente sulle note legate insieme:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 f''4 g2 ~ | 4 e2 ~ | 8 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e __ } >>
-
I melismi possono essere creati automaticamente dalla musica inserendo
delle legature di portamento sulle note di ogni melisma. Questo è
il modo più comune di inserire il testo:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 f''4 g8 ( f e f ) e8 ( d e2 ) } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e __ } >>
Attenzione: le legature di frase non causano la creazione di melismi.
-
Le note sono considerate un melisma se le loro travature sono
disposte manualmente, purché la travatura automatica sia disabilitata.
Vedi Impostare il comportamento delle travature automatiche.
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 \autoBeamOff f''4 g8[ f e f] e2. } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e } >>
Ovviamente ciò non è adatto ai melismi su note più lunghe degli ottavi.
-
Un gruppo di note privo di legature sarà trattato come un melisma
se sono comprese tra
\melisma
\melismaEnd
.<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 f''4 g8 \melisma f e f \melismaEnd e2. } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e } >>
-
Un melisma può essere definito interamente nel testo inserendo un
solo trattino basso,
_
, per ogni nota ulteriore da aggiungere al melisma.<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 f''4 g8 f e f e8 d e2 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- _ _ _ e __ _ _ } >>
È possibile avere legature di portamento e di valore e travature manuali
nella melodia senza che indichino i melismi. Per farlo si imposta
melismaBusyProperties
:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 \set melismaBusyProperties = #'() c'4 d ( e ) g8 [ f ] f4 ~ 4 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e e -- le -- i -- son } >>
Altre impostazioni di melismaBusyProperties
possono essere
usate per includere o escludere selettivamente legature di valore
e di portamento e travature dal rilevamento automatico del melisma;
consultare melismaBusyProperties
in
Tunable context properties.
Altrimenti, se si vuole ignorare tutte le indicazioni di melisma, basta
impostare ignoreMelismata
su vero; vedi Strofe con ritmi diversi.
Se un melisma è necessario in un passaggio in cui melismaBusyProperties
è attivo, lo si può indicare inserendo un singolo trattino basso nel testo
per ogni nota che debba essere inclusa nel melisma:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 \set melismaBusyProperties = #'() c'4 d ( e ) g8 [ f ] ~ f4 ~ 4 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- _ e __ _ _ _ } >>
Comandi predefiniti
\autoBeamOff
,
\autoBeamOn
,
\melisma
,
\melismaEnd
.
Vedi anche
Glossario musicale: melisma.
Manuale di apprendimento: Allineare il testo alla melodia.
Guida alla notazione: Allineamento del testo alla melodia, Durate automatiche delle sillabe, Impostare il comportamento delle travature automatiche, Strofe con ritmi diversi.
Guida al funzionamento interno: Tunable context properties.
Problemi noti e avvertimenti
Le linee di estensione sotto i melismi non vengono creati automaticamente; devono essere inseriti a mano con un doppio trattino basso.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Estensori e trattini
Nell’ultima sillaba di una parola, i melismi sono talvolta indicati con una lunga linea orizzontale che inizia dalla sillaba del melisma e termina in quella successiva. Tale linea viene chiamata linea di estensione e si inserisce con ‘ __ ’ (notare gli spazi prima e dopo i due caratteri).
Nota: I melismi appaiono nella partitura come linee di estensione, che si inseriscono con un doppio trattino basso; ma i melismi brevi si possono inserire anche saltando note singole but short melismata can also be entered by skipping individual notes, which are entered as single underscore characters; these do not make an extender line to be typeset by default.
Il trattino centrato si inserisce con ‘ -- ’ tra le sillabe di una stessa parola (notare gli spazi prima e dopo i due caratteri). Il trattino sarà centrato tra le sillabe e la sua lunghezza sarà regolata a seconda dello spazio tra le sillabe.
Nelle partiture compresse i trattini possono essere eliminati.
Questo comportamento è controllato da due proprietà di LyricHyphen
:
minimum-distance
(distanza minima tra le due sillabe) e
minimum-length
(soglia sotto la quale i trattini vengono rimossi).
Per impostazione predefinita, un trattino non viene ripetuto dopo un a capo
quando la linea successiva inizia con una nuova sillaba. Per far sì che il
trattino appaia in tali situazioni si deve impostare la proprietà
after-line-breaking
su #t
.
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: LyricExtender, LyricHyphen.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Estensori e trattini ] | [ Su : Notazione comune per la musica vocale ] | [ Tecniche specifiche per il testo vocale > ] |
Cambi graduali di vocale
Le transizioni vocali (cambi graduali delle vocali o consonante
sostenuta), che possono essere indicate da frecce tra le sillabe,
si inseriscono col comando \vowelTransition
(vedi
Gould pp. 452–453). La freccia indica la lunghezza della
transizione, e per impostazione predefinita viene sempre disegnata
(viene aggiunto dello spazio se necessario). Le legature di valore
tra note di altezza invariata o le legature di portamento mostrano
che non ci sono nuove articolazioni, nonostante un cambio di vocale.
La lunghezza minima delle frecce si può regolare con la proprietà
minimum-length
di VowelTransition
.
{ c'2 c' \set melismaBusyProperties = #'() c'2 ~ c' \time 3/2 d'4( e' f' e' f'2 e'2.) } \addlyrics { Ah \vowelTransition oh, ah \vowelTransition oh, ah \vowelTransition _ _ _ _ oh. }
Vedi anche
Glossario musicale: vowel transition.
Guida al funzionamento interno: VowelTransition.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Cambi graduali di vocale ] | [ Su : Musica vocale ] | [ Lavorare con testo e variabili > ] |
2.1.2 Tecniche specifiche per il testo vocale
Lavorare con testo e variabili | ||
Posizionamento verticale del testo | ||
Posizionamento orizzontale delle sillabe | ||
Testo e ripetizioni | ||
Testi alternati | ||
Polifonia con testo in comune |
Lavorare con testo e variabili
Si possono creare delle variabili contenenti il testo vocale, ma questo deve essere inserito in modalità testo vocale:
musicOne = \relative { c''4 b8. a16 g4. f8 e4 d c2 } verseOne = \lyricmode { Joy to the world, the Lord is come. } \score { << \new Voice = "one" { \time 2/4 \musicOne } \new Lyrics \lyricsto "one" { \verseOne } >> }
Non è necessario aggiungere le durate se la variabile viene richiamata
con \addlyrics
o \lyricsto
.
Se la musica ha un ordine diverso e più complesso, conviene definire
prima le variabili che contengono la musica e il testo, poi impostare
la gerarchia di righi e testo, omettendo il testo stesso, e infine
aggiungere il testo all’interno di un blocco \context
. Ciò
garantisce che le voci richiamate da \lyricsto
siano sempre
state definite prima. Per esempio:
sopranoMusic = \relative { c''4 c c c } contraltoMusic = \relative { a'4 a a a } sopranoWords = \lyricmode { Sop -- ra -- no words } contraltoWords = \lyricmode { Con -- tral -- to words } \score { \new ChoirStaff << \new Staff { \new Voice = "sopranos" { \sopranoMusic } } \new Lyrics = "sopranos" \new Lyrics = "contraltos" \new Staff { \new Voice = "contraltos" { \contraltoMusic } } \context Lyrics = "sopranos" { \lyricsto "sopranos" { \sopranoWords } } \context Lyrics = "contraltos" { \lyricsto "contraltos" { \contraltoWords } } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Posizionamento verticale del testo.
Guida al funzionamento interno: LyricCombineMusic, Lyrics.
Posizionamento verticale del testo
A seconda del tipo di musica, il testo può trovarsi sopra o sotto
il rigo oppure tra i righi. Posizionare il testo sotto il rigo
associato è il modo più semplice, infatti basta definire il
contesto Lyrics
sotto il contesto Staff
;
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { c''4 c c c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Here are the words } } >> }
Per posizionare il testo sopra il rigo ci sono due metodi. Il metodo più semplice (e preferito) consiste nell’usare la stessa sintassi precedente e indicare in modo esplicito la posizione del testo:
\score { << \new Staff = "staff" { \new Voice = "melody" { \relative { c''4 c c c } } } \new Lyrics \with { alignAboveContext = "staff" } { \lyricsto "melody" { Here are the words } } >> }
Altrimenti si possono usare due passaggi. Prima si dichiara il
contesto Lyrics (privo di contenuto) prima dei contesti Staff e
Voice, poi il comando \lyricsto
viene posizionato dopo la
voce a cui si riferisce tramite \context
. Ecco un esempio:
\score { << \new Lyrics = "lyrics" \with { % il testo sopra un rigo deve avere questo override \override VerticalAxisGroup.staff-affinity = #DOWN } \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { c''4 c c c } } } \context Lyrics = "lyrics" { \lyricsto "melody" { Here are the words } } >> }
Quando ci sono due voci in righi separati, si può posizionare il testo tra i righi usando uno di questi metodi. Ecco un esempio del secondo metodo:
\score { \new ChoirStaff << \new Staff { \new Voice = "sopranos" { \relative { c''4 c c c } } } \new Lyrics = "sopranos" \new Lyrics = "contraltos" \with { % il testo sopra un rigo deve avere questo override \override VerticalAxisGroup.staff-affinity = #DOWN } \new Staff { \new Voice = "contraltos" { \relative { a'4 a a a } } } \context Lyrics = "sopranos" { \lyricsto "sopranos" { Sop -- ra -- no words } } \context Lyrics = "contraltos" { \lyricsto "contraltos" { Con -- tral -- to words } } >> }
Si possono generare altre combinazioni di testo e righi a partire da questi esempi oppure studiando i modelli nel Manuale di apprendimento, vedi Modelli per gruppi vocali.
Frammenti di codice selezionati
Ottenere la spaziatura del testo della vecchia versione 2.12
Il motore di spaziatura verticale è cambiato a partire dalla versione 2.14. Ciò può far sì che il testo vocale abbia un posizionamento diverso.
È possibile impostare delle proprietà dei contesti Lyric
e Staff
che facciano sì che il motore di spaziatura si comporti come nella versione 2.12.
global = { \key d \major \time 3/4 } sopMusic = \relative c' { % VERSE ONE fis4 fis fis | \break fis4. e8 e4 } altoMusic = \relative c' { % VERSE ONE d4 d d | d4. b8 b4 | } tenorMusic = \relative c' { a4 a a | b4. g8 g4 | } bassMusic = \relative c { d4 d d | g,4. g8 g4 | } words = \lyricmode { Great is Thy faith -- ful -- ness, } \score { \new ChoirStaff << \new Lyrics = sopranos \new Staff = women << \new Voice = "sopranos" { \voiceOne \global \sopMusic } \new Voice = "altos" { \voiceTwo \global \altoMusic } >> \new Lyrics = "altos" \new Lyrics = "tenors" \new Staff = men << \clef bass \new Voice = "tenors" { \voiceOne \global \tenorMusic } \new Voice = "basses" { \voiceTwo \global \bassMusic } >> \new Lyrics = basses \context Lyrics = sopranos \lyricsto sopranos \words \context Lyrics = altos \lyricsto altos \words \context Lyrics = tenors \lyricsto tenors \words \context Lyrics = basses \lyricsto basses \words >> \layout { \context { \Lyrics \override VerticalAxisGroup.staff-affinity = ##f \override VerticalAxisGroup.staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 0) (minimum-distance . 2) (padding . 2)) } \context { \Staff \override VerticalAxisGroup.staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 0) (minimum-distance . 2) (padding . 2)) } } }
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Modelli per gruppi vocali.
Guida alla notazione: Ordine di disposizione dei contesti, Creazione e citazione di un contesto.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Posizionamento verticale del testo ] | [ Su : Tecniche specifiche per il testo vocale ] | [ Testo e ripetizioni > ] |
Posizionamento orizzontale delle sillabe
Per aumentare lo spazio tra le righe del testo, si imposta la proprietà
minimum-distance
di LyricSpace
.
\relative c' { c c c c \override Lyrics.LyricSpace.minimum-distance = #1.0 c c c c } \addlyrics { longtext longtext longtext longtext longtext longtext longtext longtext }
Per applicare questa modifica a tutti i testi della partitura, impostare la
proprietà nel blocco \layout
.
\score { \relative { c' c c c c c c c } \addlyrics { longtext longtext longtext longtext longtext longtext longtext longtext } \layout { \context { \Lyrics \override LyricSpace.minimum-distance = #1.0 } } }
Frammenti di codice selezionati
Allineamento del testo vocale
L’allineamento orizzontale del testo vocale si imposta attraverso la
proprietà self-alignment-X
dell’oggetto LyricText
.
#-1
è sinistra, #0
è centro e #1
è destra;
si possono usare anche #LEFT
, #CENTER
e #RIGHT
.
\layout { ragged-right = ##f } \relative c'' { c1 c1 c1 } \addlyrics { \once \override LyricText.self-alignment-X = #LEFT "This is left-aligned" \once \override LyricText.self-alignment-X = #CENTER "This is centered" \once \override LyricText.self-alignment-X = #1 "This is right-aligned" }
Problemi noti e avvertimenti
Verificare che le annotazioni testuali e il testo vocale stiano dentro i margini richiede ulteriori calcoli. Se si desidera velocizzare un po’ l’elaborazione, tale funzionalità può essere disabilitata:
\override Score.PaperColumn.keep-inside-line = ##f
Per far sì che il testo eviti anche le stanghette, usare
\layout { \context { \Lyrics \consists Bar_engraver \consists Separating_line_group_engraver \hide BarLine } }
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Posizionamento orizzontale delle sillabe ] | [ Su : Tecniche specifiche per il testo vocale ] | [ Testi alternati > ] |
Testo e ripetizioni
Ripetizioni semplici
Le ripetizioni in musica sono trattate in un’altra sezione: Ripetizioni. Questa sezione spiega come aggiungere del testo vocale a delle parti musicali ripetute.
Il testo che si riferisce a una sezione musicale ripetuta deve avere lo stesso costrutto di ripetizione della musica, se le parole non sono modificate.
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 2 { b4 b b b } } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. \repeat volta 2 { Ri -- petu -- to due. } } } >> }
Le parole verranno poi espanse correttamente se le ripetizioni sono ripetute.
\score { \unfoldRepeats { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 2 { b4 b b b } } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. \repeat volta 2 { Ri -- petu -- to due. } } } >> } }
Se la sezione ripetuta deve essere ripetuta di nuovo con parole diverse, è sufficiente inserire tutte le parole:
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat unfold 2 { b4 b b b } } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. Parole della prima volta. Parole della seconda volta. } } >> }
Quando le parole che si riferiscono a una ripetizione sono diverse,
le parole di ogni ripetizione devono essere inserite in contesti
Lyrics
separati, annidati correttamente in sezioni parallele:
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 2 { b4 b b b } } } } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. << { Parole della prima volta. } \new Lyrics { \set associatedVoice = "melody" Parole della seconda volta. } >> } >> }
Si possono aggiungere più strofe in modo analogo:
\score { << \new Staff { \new Voice = "singleVoice" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 3 { b4 b b b } c4 c c c } } } \new Lyrics \lyricsto "singleVoice" { Non ri -- petu -- to. << { Parole della prima volta. } \new Lyrics { \set associatedVoice = "singleVoice" Parole della seconda volta. } \new Lyrics { \set associatedVoice = "singleVoice" Parole della terza volta. } >> La sezione fi -- nale. } >> }
Tuttavia, se questo costrutto si trova all’interno di un contesto
multirigo come ChoirStaff
, il testo della seconda e terza
strofa apparirà sotto il rigo inferiore.
Per posizionarli correttamente usare alignBelowContext
:
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 3 { b4 b b b } c4 c c c } } } \new Lyrics = "firstVerse" \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. << { Parole della prima volta. } \new Lyrics = "secondVerse" \with { alignBelowContext = "firstVerse" } { \set associatedVoice = "melody" Parole della seconda volta. } \new Lyrics = "thirdVerse" \with { alignBelowContext = "secondVerse" } { \set associatedVoice = "melody" Parole della terza volta.. } >> La sezione fi -- nale. } \new Voice = "harmony" { \relative { f'4 f f f \repeat volta 2 { g8 g g4 g2 } a4 a8. a16 a2 } } >> }
Ripetizioni con finali alternativi
Se le parole della sezione ripetuta sono le stesse, e nessuno dei finali
alternativi inizia con una pausa, si può usare la stessa identica struttura sia
per il testo che per la musica. Ciò comporta il vantaggio che
unfoldRepeats
espanderà correttamente sia la musica che il testo vocale.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 2 { b4 b } \alternative { \volta 1 { b b } \volta 2 { b c } } } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. \repeat volta 2 { Ripe -- tu -- } \alternative { \volta 1 { to due. } \volta 2 { to due. } } } } >> }
Ma quando la sezione ripetuta ha parole diverse o uno dei blocchi
\alternative
inizia con una pausa, non si può usare il costrutto della
ripetizione per le parole e bisogna inserire manualmente i comandi \skip
per le note delle sezioni alternative prive di un testo corrispondente.
Attenzione: non usare il trattino basso, _
, per saltare le note,
perché il trattino basso indica un melisma e fa sì che la sillaba
precedente sia allineata a sinistra.
Nota: Il comando \skip
deve essere seguito da un numero,
ma questo numero viene ignorato se nel testo vocale la durata delle
sillabe deriva dalla durata delle note in una melodia associata attraverso
\addlyrics
o \lyricsto
. Ogni \skip
salta una
singola nota di un qualsiasi valore, senza tener conto del valore del
numero che segue.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { \repeat volta 2 { b'4 b } \alternative { \volta 1 { b b } \volta 2 { b c } } c4 c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Parole della prima volta. \repeat unfold 2 { \skip 1 } Termina qui. } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Pa -- role \repeat unfold 2 { \skip 1 } seconda volta. } } >> }
Quando una nota è legata verso uno o più finali alternativi, si usa
una legatura di valore per portare quella nota nel primo finale
alternativo e \repeatTie
per portarla nel secondo e nei successivi.
Questa struttura comporta dei problemi di difficile allineamento quando
è presente il testo; si può ottenere un risultato più accettabile
aumentando la lunghezza delle sezioni alternative in modo che le note
legate siano contenute interamente al loro interno.
La legatura crea un melisma nella prima alternativa, ma non nella seconda e nelle successive, dunque per allineare il testo correttamente occorre disabilitare la creazione automatica dei melismi dopo la sezione delle volte e inserire dei salti manuali.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { \set melismaBusyProperties = #'() \repeat volta 2 { b'4 b ~} \alternative { \volta 1 { b b } \volta 2 { b \repeatTie c } } \unset melismaBusyProperties c4 c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { \repeat volta 2 { Ecco una __ } \alternative { \volta 1 { \skip 1 strofa } \volta 2 { \skip 1 sec } } onda strofa. } } >> }
Se \unfoldRepeats
precede una sezione contenente \repeatTie
,
bisogna togliere \repeatTie
per evitare che appaiano entrambi i
tipi di legatura.
Quando la sezione ripetuta ha parola diverse, non si può mettere il
testo in un blocco \repeat
e bisogna inserire manualmente i
comandi \skip
, come si è visto prima.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { \repeat volta 2 { b'4 b ~} \alternative { \volta 1 { b b } \volta 2 { b \repeatTie c } } c4 c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Ecco una __ strofa. \repeat unfold 2 { \skip 1 } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Eccone un' \repeat unfold 2 { \skip 1 } altra da cantare. } } >> }
Se si desidera mostrare gli estensori e i trattini subito prima o dopo un finale alternativo, questi vanno inseriti a mano.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { \repeat volta 2 { b'4 b ~} \alternative { \volta 1 { b b } \volta 2 { b \repeatTie c } } c4 c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Ecco una __ strofa. \repeat unfold 2 { \skip 1 } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Ecco "una_" \skip 1 "_" sec -- onda strofa. } } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Conservazione di un contesto, Ripetizioni.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Testo e ripetizioni ] | [ Su : Tecniche specifiche per il testo vocale ] | [ Polifonia con testo in comune > ] |
Testi alternati
Quando solo le parole e le durate di due parti differiscono mentre le altezze sono le stesse, conviene disabilitare temporaneamente la rilevazione automatica dei melismi e indicare il melisma nel testo cantato:
\score { << \new Voice = "melody" { \relative c' { \set melismaBusyProperties = #'() \slurDown \slurDashed e4 e8 ( e ) c4 c | \unset melismaBusyProperties c } } \new Lyrics \lyricsto "melody" { They shall not o -- ver -- come } \new Lyrics \lyricsto "melody" { We will _ } >> }
Quando sia la musica che le parole differiscono, è meglio nominare i contesti della voce in cui musica e testo sono diversi e assegnare il testo a quei contesti specifici:
\score { << \new Voice = "melody" { \relative { << { \voiceOne e'4 e8 e } \new Voice = "splitpart" { \voiceTwo c4 c } >> \oneVoice c4 c | c } } \new Lyrics \lyricsto "melody" { They shall not o -- ver -- come } \new Lyrics \lyricsto "splitpart" { We will } >> }
Nella musica corale è comune avere una voce divisa in varie
misure. Il costrutto << {…} \\ {…} >>
,
in cui due (o più) espressioni musicali sono separate dalla
doppia barra inversa, potrebbe sembrare il modo giusto di
impostare le voci divise. Tuttavia questo costrutto assegna
tutte le espressioni al suo interno a
NUOVI contesti Voice, dunque nessun testo cantato
sarà impostato per esse perché il testo si collegherà al contesto
della voce originale. Di norma, non è ciò che si desidera.
Il costrutto adatto in questa situazione è il passaggio polifonico
temporaneo, spiegato nella sezione Passaggi polifonici temporanei
in Polifonia su un solo rigo.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Testi alternati ] | [ Su : Tecniche specifiche per il testo vocale ] | [ Strofe > ] |
Polifonia con testo in comune
Quando due voci contenenti durate diverse condividono lo stesso testo cantato, allineare il testo a una delle voci può creare dei problemi nell’altra voce. Per esempio, il secondo estensore del testo nell’esempio seguente è troppo corto, perché il testo è allineato solo alla voce superiore:
soprano = \relative { b'8( c d c) d2 } alto = \relative { g'2 b8( a g a) } words = \lyricmode { la __ la __ } \new Staff << \new Voice = "sopranoVoice" { \voiceOne \soprano } \new Voice { \voiceTwo \alto } \new Lyrics \lyricsto "sopranoVoice" \words >>
Per ottenere il risultato desiderato, si allinea il testo a un
nuovo contesto NullVoice
contenente una giusta combinazione
delle due voci. Le note del contesto NullVoice
non appaiono
nello spartito, ma servono soltanto ad allineare il testo nel
modo corretto:
soprano = \relative { b'8( c d c) d2 } alto = \relative { g'2 b8( a g a) } aligner = \relative { b'8( c d c) b( a g a) } words = \lyricmode { la __ la __ } \new Staff << \new Voice { \voiceOne \soprano } \new Voice { \voiceTwo \alto } \new NullVoice = "aligner" \aligner \new Lyrics \lyricsto "aligner" \words >>
Questo metodo si può usare anche con la funzione \partCombine
,
che di per sé non accetta il testo cantato:
soprano = \relative { b'8( c d c) d2 } alto = \relative { g'2 b8( a g a) } aligner = \relative { b'8( c d c) b( a g a) } words = \lyricmode { la __ la __ } \new Staff << \new Voice \partCombine \soprano \alto \new NullVoice = "aligner" \aligner \new Lyrics \lyricsto "aligner" \words >>
Problemi noti e avvertimenti
La funzione \addlyrics
funziona solo con testi vocali collegati
a contesti Voice
e non può essere usata con NullVoice
.
La funzione \partCombine
è descritta in
Combinazione automatica delle parti.
Infine, si può usare questo metodo anche quando le voci si trovano su righi diversi e non è limitata a due sole voci:
soprano = \relative { b'8( c d c) d2 } altoOne = \relative { g'2 b8( a b4) } altoTwo = \relative { d'2 g4( fis8 g) } aligner = \relative { b'8( c d c) d( d d d) } words = \lyricmode { la __ la __ } \new ChoirStaff \with {\accepts NullVoice } << \new Staff << \soprano \new NullVoice = "aligner" \aligner >> \new Lyrics \lyricsto "aligner" \words \new Staff \partCombine \altoOne \altoTwo >>
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[ < Polifonia con testo in comune ] | [ Su : Musica vocale ] | [ Aggiungere i numeri di strofa > ] |
2.1.3 Strofe
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Strofe ] | [ Su : Strofe ] | [ Aggiungere le dinamiche alle strofe > ] |
Aggiungere i numeri di strofa
I numeri di strofa si aggiungono impostando stanza
:
\new Voice \relative { \time 3/4 g'2 e4 a2 f4 g2. } \addlyrics { \set stanza = "1. " Hi, my name is Bert. } \addlyrics { \set stanza = "2. " Oh, ché -- ri, je t'aime }
Questi numeri appaiono prima dell’inizio della prima sillaba. Due linee di una strofa possono anche essere raggruppate insieme, per esempio in caso di una ripetizione con testo diverso:
leftbrace = \markup { \override #'(font-encoding . fetaBraces) \lookup "brace80" } stanzaOneOne = \lyricmode { \set stanza = \markup { \column { \vspace #.33 "1. "} \leftbrace } Child, you’re mine and I love you. Lend thine ear to what I say. } stanzaOneThree = \lyricmode { Child, I have no great -- er joy Than to have you walk in truth. } \new Voice { \repeat volta 2 { c'8 c' c' c' c' c' c'4 c'8 c' c' c' c' c' c'4 } } \addlyrics { \stanzaOneOne } \addlyrics { \stanzaOneThree }
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Aggiungere i numeri di strofa ] | [ Su : Strofe ] | [ Aggiungere i nomi dei cantanti alle strofe > ] |
Aggiungere le dinamiche alle strofe
Le strofe che hanno un volume diverso possono essere indicate con un
segno di dinamica all’inizio di ogni strofa. In LilyPond, tutto ciò
che si trova di fronte a una strofa va nell’oggetto StanzaNumber
;
lo stesso vale per i segni di dinamica. Per ragioni tecniche, bisogna
impostare la strofa fuori da \lyricmode
:
text = { \set stanza = \markup { \dynamic "ff" "1. " } \lyricmode { Big bang } } << \new Voice = "tune" { \time 3/4 g'4 c'2 } \new Lyrics \lyricsto "tune" \text >>
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Aggiungere le dinamiche alle strofe ] | [ Su : Strofe ] | [ Strofe con ritmi diversi > ] |
Aggiungere i nomi dei cantanti alle strofe
Si possono aggiungere anche i nomi dei cantanti. Appariranno
all’inizio del rigo, proprio come per i nomi degli strumenti.
Si creano impostando vocalName
. Una versione abbreviata
si inserisce con shortVocalName
.
\new Voice \relative { \time 3/4 g'2 e4 a2 f4 g2. } \addlyrics { \set vocalName = "Bert " Hi, my name is Bert. } \addlyrics { \set vocalName = "Ernie " Oh, ché -- ri, je t'aime }
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Aggiungere i nomi dei cantanti alle strofe ] | [ Su : Strofe ] | [ Stampare le strofe alla fine > ] |
Strofe con ritmi diversi
Spesso, strofe diverse di una canzone sono collegate a una melodia in
modi leggermente diversi. Tali variazioni possono essere colte con
\lyricsto
.
Ignorare i melismi
Può capitare ad esempio che il testo abbia un melisma in una strofa,
ma varie sillabe in un’altra. Una possibile soluzione consiste
nel far sì che la voce più veloce ignori il melisma, impostando
ignoreMelismata
nel contesto Lyrics.
<< \relative \new Voice = "lahlah" { \set Staff.autoBeaming = ##f c'4 \slurDotted f8.[( g16]) a4 } \new Lyrics \lyricsto "lahlah" { più len -- ta } \new Lyrics \lyricsto "lahlah" { più \set ignoreMelismata = ##t velo -- ce \unset ignoreMelismata ancora } >>
Problemi noti e avvertimenti
Diversamente dalla maggior parte dei comandi \set
,
\set ignoreMelismata
non funziona se preceduto da \once
.
Bisogna usare \set
e \unset
per contrassegnare il testo
in cui il melisma deve essere ignorato.
Aggiungere le sillabe agli abbellimenti
Per impostazione predefinita, gli abbellimenti (ovvero le note inserite
con \grace
) non sono assegnati alle sillabe quando si usa
\lyricsto
, ma tale comportamento può essere modificato:
<< \new Voice = melody \relative { f'4 \appoggiatura a32 b4 \grace { f16 a16 } b2 \afterGrace b2 { f16[ a16] } \appoggiatura a32 b4 \acciaccatura a8 b4 } \new Lyrics \lyricsto melody { normal \set includeGraceNotes = ##t case, gra -- ce case, after -- grace case, \set ignoreMelismata = ##t app. case, acc. case. } >>
Problemi noti e avvertimenti
Come per associatedVoice
, includeGraceNotes
deve essere
impostato al più tardi una sillaba prima di quella da mettere sotto
un abbellimento. In caso di un abbellimento proprio all’inizio
di un brano, si consiglia di usare un blocco \with
o un blocco
\context
all’interno di \layout
:
<< \new Voice = melody \relative c' { \grace { c16( d e f } g1) f } \new Lyrics \with { includeGraceNotes = ##t } \lyricsto melody { Ah __ fa } >>
Passare a una melodia alternativa
Sono possibili variazioni più complesse nell’impostare testo e musica.
La melodia su cui è impostato il testo può essere modificata all’interno
del contesto del testo impostando la proprietà associatedVoice
:
<< \relative \new Voice = "lahlah" { \set Staff.autoBeaming = ##f c'4 << \new Voice = "alternative" { \voiceOne \tuplet 3/2 { % mostra chiaramente le associazioni. \override NoteColumn.force-hshift = #-3 f8 f g } } { \voiceTwo f8.[ g16] \oneVoice } >> a8( b) c } \new Lyrics \lyricsto "lahlah" { Ju -- ras -- sic Park } \new Lyrics \lyricsto "lahlah" { % Complicato: bisogna impostare associatedVoice % una sillaba prima di quella cui si applica! \set associatedVoice = "alternative" % si applica a "ran" Ty -- ran -- no -- \set associatedVoice = "lahlah" % si applica a "rus" sau -- rus Rex } >>
Il testo per la prima strofa viene impostato sulla melodia
‘lahlah’ nel solito modo, ma la seconda strofa è impostata
inizialmente sul contesto lahlah
e passa poi alla melodia
alternative
per le sillabe da ‘ran’ a ‘sau’:
\set associatedVoice = "alternative" % si applica a "ran" Ty -- ran -- no -- \set associatedVoice = "lahlah" % si applica a "rus" sau -- rus Rex
In questo esempio alternative
è il nome del contesto Voice
contenente la terzina.
Attenzione al posizionamento del comando \set associatedVoice
: appare
una sillaba troppo presto, ma ciò è corretto.
Nota: Il comando \set associatedVoice
deve essere inserito
una sillaba prima di quella in cui deve verificarsi il passaggio
alla nuova voce. In altre parole, il passaggio alla voce associata
accade una sillaba dopo quella che ci si aspetterebbe. Ciò è dovuto
a ragioni tecniche e non è un difetto di LilyPond.
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Stampare le strofe alla fine
Talvolta si allinea una sola strofa alla musica e le strofe
rimanenti appaiono in forma di versi alla fine del brano.
Per ottenere ciò si aggiungono le strofe ulteriori in un
blocco \markup
esterno al blocco della partitura.
Esistono vari modi di forzare le interruzioni di linea in
un blocco \markup
. Per inserire una stringa intera
si può usare \string-lines
con \n
inseriti
manualmente oppure interruzioni di linea automatiche così
come si scrivono oppure \wordwrap-string
. Se si
usa la formattazione all’interno, è consigliata una combinazione
di \line
e \column
.
melody = \relative { e' d c d | e e e e | d d e d | c1 | } text = \lyricmode { \set stanza = "1." Ma- ry had a lit- tle lamb, its fleece was white as snow. } \score { << \new Voice = "one" { \melody } \new Lyrics \lyricsto "one" \text >> \layout { } } \markup { \column { \string-lines "Verse 2. \n Everywhere that Mary went \n The lamb was sure to go." } } \markup { \column { \string-lines "Verse 3. All the children laughed and played, To see a lamb at school." } } \markup { \column { \line \italic { Verse 4. } \line { And so the teacher turned it out, } \line { But still it lingered near. } } } \markup { \wordwrap-string " Verse 5. Mary took it home again, It was against the rule." }
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[ < Stampare le strofe alla fine ] | [ Su : Strofe ] | [ Canzoni > ] |
Stampare le strofe alla fine in molteplici colonne
Quando un brano ha molte strofe, queste sono spesso stampate in molteplici colonne lungo la pagina. Un numero di strofa rientrato spesso introduce ciascuna strofa. L’esempio seguente mostra come riprodurre questo output in LilyPond.
melody = \relative { c'4 c c c | d d d d } text = \lyricmode { \set stanza = "1." This is verse one. It has two lines. } \score { << \new Voice = "one" { \melody } \new Lyrics \lyricsto "one" \text >> \layout { } } \markup { \fill-line { % sposta la colonna in avanti rispetto al margine sinistro; % può essere tolto se lo spazio nella pagina è stretto \hspace #0.1 \column { \line { \bold "2." \column { "This is verse two." "It has two lines." } } % aggiunge spazio verticale tra le strofe \combine \null \vspace #0.1 \line { \bold "3." \column { "This is verse three." "It has two lines." } } } % aggiunge spazio orizzontale tra le colonne \hspace #0.1 \column { \line { \bold "4." \column { "This is verse four." "It has two lines." } } % aggiunge spazio verticale tra le strofe \combine \null \vspace #0.1 \line { \bold "5." \column { "This is verse five." "It has two lines." } } } % dà ulteriore spazio sul margine destro % può essere tolto se lo spazio nella pagina è stretto \hspace #0.1 } }
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: LyricText, StanzaNumber.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Stampare le strofe alla fine in molteplici colonne ] | [ Su : Musica vocale ] | [ Riferimenti per canzoni > ] |
2.1.4 Canzoni
Riferimenti per canzoni | ||
Canzonieri |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Canzoni ] | [ Su : Canzoni ] | [ Canzonieri > ] |
Riferimenti per canzoni
Le canzoni si scrivono solitamente su tre righi: la melodia per il cantante nel rigo superiore e due righi per l’accompagnamento di pianoforte in basso. Il testo della prima strofa appare immediatamente sotto il rigo superiore. Se ci sono solo poche altre strofe, queste possono essere poste subito sotto la prima; ma se ci sono più strofe di quante ne possano essere contenute lì la seconda strofa e le successive vengono stampate dopo la musica come testo separato.
Tutti gli elementi della notazione necessari per scrivere canzoni sono descritti dettagliatamente in altre parti della documentazione:
- Per costruire la struttura del rigo: Aspetto del rigo.
- Per scrivere la musica per pianoforte: Tastiera e altri strumenti multirigo.
- Per scrivere il testo da associare a una linea melodica: Notazione comune per la musica vocale.
- Per posizionare il testo: Posizionamento verticale del testo.
- Per inserire le strofe: Strofe.
- Le canzoni hanno spesso i nomi degli accordi che appaiono sopra i righi. Questo argomento è trattato in Visualizzazione accordi.
- Per stampare i diagrammi degli accordi per l’accompagnamento per chitarra o altri strumenti a tasti: “Fret diagram markups” in Notazione comune per strumenti a corde con tasti.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Canzoni.
Guida alla notazione: Notazione comune per la musica vocale, Visualizzazione accordi, Aspetto del rigo, Tastiera e altri strumenti multirigo, Posizionamento verticale del testo, Strofe.
Frammenti: Vocal music.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Riferimenti per canzoni ] | [ Su : Canzoni ] | [ Musica corale > ] |
Canzonieri
I canzonieri (in inglese lead sheet) si ottengono combinando le parti vocali con la ‘modalità per accordi’; la sintassi è spiegata in Notazione per accordi.
Frammenti di codice selezionati
Canzoniere semplice
Mettendo insieme nomi degli accordi, melodia e testo si ottiene un canzoniere (in inglese “lead sheet”):
<< \chords { c2 g:sus4 f e } \new Staff \relative c'' { a4 e c8 e r4 b2 c4( d) } \addlyrics { One day this shall be free __ } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Notazione per accordi.
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2.1.5 Musica corale
Questa sezione tratta le questioni che hanno a che fare più direttamente con la musica corale, compresi inni, cori polifonici, oratori, etc.
Riferimenti per musica corale | ||
Struttura di una partitura corale |
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Riferimenti per musica corale
La musica corale viene solitamente rappresentata con due, tre o quattro
righi in un gruppo ChoirStaff
. L’accompagnamento, se richiesto,
è posto sotto in un gruppo PianoStaff
, che viene solitamente
rimpicciolito per le prove di opere corali a cappella. Le note
di ogni parte vocale sono inserite in un contesto Voice
e a ogni
rigo viene assegnato una sola parta vocale (ovvero un contesto Voice
) o
una coppia di parti vocali (due contesti Voice
).
Le parole vengono poste nei contesti Lyrics
, o sotto ciascun rigo
musicale corrispondente oppure una strofa sopra e una sotto il rigo musicale
se questo contiene musica per due parti.
Vari argomenti comuni nella musica corale sono trattati dettagliatamente in altre sezioni della documentazione:
- Un’introduzione alla creazione di una partitura vocale SATB si trova nel manuale di apprendimento: Partitura vocale a quattro parti SATB. È disponibile anche un modello integrato che semplifica la scrittura di musica vocale SATB: Modelli integrati.
- Vari modelli adatti per vari stili di musica corale si trovano anche nel manuale di apprendimento: Modelli per gruppi vocali.
-
Le informazioni relative a
ChoirStaff
ePianoStaff
si trovano in Raggruppare i righi. - Le teste di nota a forma variabile, come quelle usate nello stile Sacred Harp e notazione simile, sono descritte in Teste di nota a forma variabile.
-
Quando due parti vocali si trovano su uno stesso rigo, i gambi, le
legature, etc. della parte più alta sono dirette in su e quelle della
parte più bassa sono rivolte in giù. Per farlo si usa
\voiceOne
e\voiceTwo
, come è spiegato in Polifonia su un solo rigo. - Quando una parte vocale si divide temporaneamente, si devono usare i passaggi polifonici temporanei (vedi Polifonia su un solo rigo).
Comandi predefiniti
\oneVoice
,
\voiceOne
,
\voiceTwo
.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Partitura vocale a quattro parti SATB, Modelli per gruppi vocali.
Guida alla notazione: Ordine di disposizione dei contesti, Raggruppare i righi, Teste di nota a forma variabile, Polifonia su un solo rigo.
Frammenti: Vocal music.
Guida al funzionamento interno: ChoirStaff, Lyrics, PianoStaff.
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Struttura di una partitura corale
La musica corale contenente quattro righi, con o senza accompagnamento del pianoforte, viene solitamente disposta in due sistemi per pagina. A seconda della dimensione della pagina, ottenere ciò può richiedere modifiche a varie impostazioni predefinite. Occorre considerare le seguenti impostazioni:
- La dimensione globale del rigo può essere modificata per cambiare la dimensione degli elementi della partitura. Vedi Impostare la dimensione del rigo.
- Le distanze tra i sistemi, i righi e il testo cantato possono essere tutte regolate in modo indipendente. Vedi Spaziatura verticale.
- Le dimensioni delle variabili di disposizione verticale possono essere mostrate per facilitare la regolazione della spaziatura verticale. Questa e altre possibilità per far entrare la musica in meno pagine sono descritte in Riduzione del numero di pagine di una partitura.
- Se il numero dei sistemi per pagina cambia da uno a due, è uso comune indicare ciò con un separatore di sistema tra i due sistemi. Vedi Separare i sistemi.
- Per maggiori informazioni sulle proprietà di formattazione della pagina, leggere Formattazione della pagina.
Le indicazioni dinamiche sono poste, per impostazione predefinita, sotto
il rigo, ma nella musica corale sono poste solitamente sopra il rigo per
evitare il testo cantato. Il comando predefinito \dynamicUp
permette
di ottenere ciò per le indicazioni dinamiche in un singolo contesto Voice
.
Se ci sono molti contesti Voice
, questo comando dovrebbe essere posto
in ciascuno di essi. Ma esiste la possibilità di usare una sola volta la
sua forma estesa, che sposta tutte le indicazioni dinamiche dell’intera
partitura sopra i loro rispettivi righi, come mostrato in questo esempio:
\score { \new ChoirStaff << \new Staff { \new Voice { \relative { g'4\f g g g } } } \new Staff { \new Voice { \relative { d'4 d d\p d } } } >> \layout { \context { \Score \override DynamicText.direction = #UP \override DynamicLineSpanner.direction = #UP } } }
Comandi predefiniti
\dynamicUp
, \dynamicDown
, \dynamicNeutral
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Modificare la spaziatura, Visualizzare la spaziatura, Riduzione del numero di pagine di una partitura, Formattazione della pagina, Formattazione della partitura, Separare i sistemi, Impostare la dimensione del rigo, Interruzioni, Spaziatura verticale.
Guida al funzionamento interno: VerticalAxisGroup, StaffGrouper.
Frammenti di codice selezionati
Usare arpeggioBracket per rendere i divisi più visibili
Si può usare arpeggioBracket
per indicare la divisione delle
voci quando non ci sono gambi che forniscano questa informazione. Questo
caso è frequente nella musica corale.
\include "english.ly" \score { \relative c'' { \key a \major \time 2/2 << \new Voice = "upper" << { \voiceOne \arpeggioBracket a2( b2 <b d>1\arpeggio) <cs e>\arpeggio ~ <cs e>4 } \addlyrics { \lyricmode { A -- men. } } >> \new Voice = "lower" { \voiceTwo a1 ~ a a ~ a4 \bar "|." } >> } \layout { ragged-right = ##t } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Indicazioni espressive lineari.
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2.1.6 Opera e musical
La musica, il testo cantato e i dialoghi delle opere e dei musical sono di solito impostati in una o più delle seguenti forme:
- Una partitura del direttore contenente l’intera partitura orchestrale e le parti vocali, insieme a un libretto con le battute d’entrata se ci sono dei passaggi parlati.
- Le parti orchestrali contenenti la musica degli strumenti individuali dell’orchestra o della band.
- Una partitura vocale contenente tutte le parti vocali con accompagnamento del pianoforte. L’accompagnamento di solito è una riduzione orchestrale e in questo caso il nome dello strumento orchestrale originale viene spesso indicato. Le partiture vocali talvolta hanno anche le didascalie e il libretto con le battute d’entrata.
- Un libro vocale contenente soltanto le parti vocali (nessun accompagnamento), talvolta insieme al libretto.
- Un libretto contenente i passaggi estesi dei dialoghi parlati solitamente presenti nei musical, insieme alle parole delle parti cantate. Le didascalie sono solitamente incluse. È possibile usare LilyPond per creare i libretti, ma dato che non contengono musica è preferibile usare altri metodi.
Le sezioni della documentazione di LilyPond che trattano gli argomenti necessari per creare partiture negli stili più comuni nell’opera e nei musical sono indicati nei riferimenti seguenti. A questi seguono sezioni che trattano le tecniche specifiche che sono peculiari per le partiture di opera e musical.
Riferimenti per opera e musical | ||
Nomi dei personaggi | ||
Suggerimenti musicali | ||
Musica parlata | ||
Dialogo sopra la musica |
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Riferimenti per opera e musical
Oltre che ai gruppi vocali e teatrali, la maggior parte delle seguenti nozioni si applica a quasi qualsiasi musica d’orchestra e di insieme:
- La partitura di un direttore d’orchestra contiene molti righi e testi vocali raggruppati. I modi per raggruppare i righi sono mostrati in Raggruppare i righi. Per annidare gruppi di righi leggere Gruppi di righi annidati.
- La stampa di righi vuoti nelle partiture musicali e vocali dei direttori è solitamente soppressa. Per creare tale partitura leggere Nascondere i righi.
- La scrittura di parti orchestrali è trattata in Scrittura delle parti. Altre sezioni del capitolo Notazione specialistica potrebbero essere rilevanti, a seconda dell’orchestrazione usata. Molti strumenti sono strumenti traspositori, vedi Trasporto strumentale.
- Se il numero di sistemi per pagina cambia da pagina a pagina, è di uso comune separare i sistemi con un segno separatore di sistemi. Vedi Separare i sistemi.
- Per maggiori informazioni sulle proprietà di formattazione della pagina leggere Formattazione della pagina.
-
Si possono inserire suggerimenti di dialogo, didascalie e note a pié di
pagina, vedi Creazione di note a piè di pagina e Testo. Didascalie estese
possono essere aggiunte anche con una sezione di markup indipendenti
tra i due blocchi
\score
, vedi Testo separato.
Vedi anche
Glossario musicale: Partitura senza righi vuoti, Rigo temporaneo, Strumento traspositore.
Guida alla notazione: Creazione di note a piè di pagina, Raggruppare i righi, Nascondere i righi, Trasporto strumentale, Gruppi di righi annidati, Formattazione della pagina, Separare i sistemi, Trasposizione, Scrittura delle parti, Inserimento del testo.
Frammenti: Vocal music.
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Nomi dei personaggi
I nomi dei personaggi sono solitamente mostrati a sinistra del rigo quando il rigo è dedicato a quel personaggio soltanto:
\score { << \new Staff { \set Staff.vocalName = \markup \smallCaps Kaspar \set Staff.shortVocalName = \markup \smallCaps Kas. \relative { \clef "G_8" c'4 c c c \break c4 c c c } } \new Staff { \set Staff.vocalName = \markup \smallCaps Melchior \set Staff.shortVocalName = \markup \smallCaps Mel \clef "bass" \relative { a4 a a a a4 a a a } } >> }
Quando due o più personaggi condividono lo stesso rigo, il nome del personaggio è solitamente collocato sopra il rigo all’inizio di ogni sezione appartenente a quel personaggio. È possibile fare ciò con i markup. Spesso si usa un tipo di carattere preciso a questo scopo.
\relative c' { \clef "G_8" c4^\markup \fontsize #1 \smallCaps Kaspar c c c \clef "bass" a4^\markup \fontsize #1 \smallCaps Melchior a a a \clef "G_8" c4^\markup \fontsize #1 \smallCaps Kaspar c c c }
Altrimenti, se ci sono molti cambi di personaggi, è più semplice impostare una variabile per salvare le definizioni di ogni personaggio, in modo che il cambio di personaggio possa essere indicato in modo facile e conciso.
kaspar = { \clef "G_8" \set Staff.shortVocalName = "Kas." \set Staff.midiInstrument = "voice oohs" <>^\markup \smallCaps "Kaspar" } melchior = { \clef "bass" \set Staff.shortVocalName = "Mel." \set Staff.midiInstrument = "choir aahs" <>^\markup \smallCaps "Melchior" } \relative c' { \kaspar c4 c c c \melchior a4 a a a \kaspar c4 c c c }
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Organizzare i brani con le variabili.
Guida alla notazione: Testo, Comandi per markup.
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Suggerimenti musicali
I suggerimenti musicali possono essere inseriti nelle pariture vocali, nei libri vocali e nelle parti orchestrali per indicare quale musica in un’altra parte precede immediatamente un’entrata. I suggerimenti sono spesso inseriti anche nella riduzione per pianoforte nelle partiture vocali per indicare cosa sta suonando ogni strumento dell’orchestra. Ciò aiuta il direttore quando non è disponibile la partitura completa.
Il meccanismo di base per inserire i suggerimenti è spiegato dettagliatamente in Citare altre voci e Formattazione delle notine. Ma quando si devono inserire molti suggerimenti, per esempio per aiutare il direttore in una partitura vocale, il nome dello strumento deve essere posizionato attentamente proprio prima dell’inizio delle citazioni in corpo più piccolo (“cue notes”). L’esempio seguente mostra come si fa.
flute = \relative { s4 s4 e'' g } \addQuote "flute" { \flute } pianoRH = \relative { c''4. g8 % posiziona il nome dello strumento citato proprio prima delle citazioni in corpo piccolo, % e sopra il rigo <>^\markup { \right-align { \tiny "Flute" } } \cueDuring "flute" #UP { g4 bes4 } } pianoLH = \relative { c4 <c' e> e, <g c> } \score { \new PianoStaff << \new Staff { \pianoRH } \new Staff { \clef "bass" \pianoLH } >> }
Se viene citato uno strumento traspositore, la parte strumentale deve
specificare la sua armatura di chiave in modo che la conversione delle
sue notine sia fatta automaticamente. Il prossimo esempio mostra questa
trasposizioone per un clarinetto in Si bemolle. Le note in questo esempio
si trovano in basso nel rigo, quindi viene specificato DOWN
in
\cueDuring
(in modo che i gambi vadano giù) e il nome dello strumento
è posizionato sotto il rigo.
clarinet = \relative c' { \transposition bes fis4 d d c } \addQuote "clarinet" { \clarinet } pianoRH = \relative c'' { \transposition c' % posiziona il nome dello strumento citato sotto il rigo <>_\markup { \right-align { \tiny "Clar." } } \cueDuring "clarinet" #DOWN { c4. g8 } g4 bes4 } pianoLH = \relative { c4 <c' e> e, <g c> } \score { << \new PianoStaff << \new Staff { \new Voice { \pianoRH } } \new Staff { \clef "bass" \pianoLH } >> >> }
Da questi due esempi è evidente che inserire molte citazioni in corpo piccolo in una partitura vocale sarebbe noioso, e le note della parte per pianoforte sarebbero confuse. Tuttavia, come mostra il frammento seguente, è possibile definire una funzione musicale per ridurre l’input e rendere più chiare le note per pianoforte.
Frammenti di codice selezionati
Aggiungere citazioni orchestrali a una partitura vocale
L’esempio seguente mostra un approccio per simplificare l’aggiunta di
citazioni orchestrali a una riduzione per pianoforte di una partitura
vocale. La funzione musicale \cueWhile
prende quattro argomenti:
la musica da cui prendere la citazione, come è definita da \addQuote
,
il nome da inserire prima delle notine, poi o #UP
o #DOWN
per
specificare o \voiceOne
col nome sopra il rigo o \voiceTwo
col nome sotto il rigo, e infine la musica per pianoforte che deve apparire
in parallelo alle notine. Il nome dello strumento citato è posto a sinistra
delle notine. Molti passaggi possono essere citati, ma non possono
sovrapporsi l’un l’altro nel tempo.
cueWhile = #(define-music-function (instrument name dir music) (string? string? ly:dir? ly:music?) #{ \cueDuring $instrument #dir { \once \override TextScript.self-alignment-X = #RIGHT \once \override TextScript.direction = $dir <>-\markup { \tiny #name } $music } #}) flute = \relative c'' { \transposition c' s4 s4 e g } \addQuote "flute" { \flute } clarinet = \relative c' { \transposition bes fis4 d d c } \addQuote "clarinet" { \clarinet } singer = \relative c'' { c4. g8 g4 bes4 } words = \lyricmode { here's the lyr -- ics } pianoRH = \relative c'' { \transposition c' \cueWhile "clarinet" "Clar." #DOWN { c4. g8 } \cueWhile "flute" "Flute" #UP { g4 bes4 } } pianoLH = \relative c { c4 <c' e> e, <g c> } \score { << \new Staff { \new Voice = "singer" { \singer } } \new Lyrics { \lyricsto "singer" \words } \new PianoStaff << \new Staff { \new Voice { \pianoRH } } \new Staff { \clef "bass" \pianoLH } >> >> }
Vedi anche
Glossario musicale: Notine o Citazioni in corpo più piccolo.
Guida alla notazione: Allineamento degli oggetti, Direzione e posizionamento, Formattazione delle notine, Citare altre voci, Uso delle funzioni musicali.
Frammenti: Vocal music.
Guida al funzionamento interno: CueVoice.
Problemi noti e avvertimenti
\cueDuring
inserisce automaticamente un contesto CueVoice
e
tutte le notine sono poste in quel contesto. Ciò significa che non è
possibile avere due sequenze sovrapposte di notine con questa tecnica.
Si possono inserire sequenze sovrapposte solo dichiarando esplicitamente
contesti CueVoice
distinti e usando \quoteDuring
per estrarre
e inserire le notine.
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Musica parlata
Effetti come il ‘parlato’ o ‘Sprechgesang’ chiedono all’esecutore di parlare senza intonare note ma andando comunque a ritmo; tali effetti si indicano con teste di nota barrate, come è illustrato in Teste di nota speciali.
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Dialogo sopra la musica
Il dialogo parallelo alla musica appare solitamente sopra i righi in corsivo, con l’inizio di ogni frase collegato a un momento musicale ben preciso.
In caso di brevi intromissioni può bastare un semplice \markup
.
\relative { a'4^\markup { \smallCaps { Alex - } \italic { He's gone } } a a a a4 a a^\markup { \smallCaps { Bethan - } \italic Where? } a a4 a a a }
In caso di frasi più lunghe può essere necessario espandere la musica per poter far entrare le parole. Non c’è modo di fare ciò del tutto automaticamente in LilyPond e sarà necessario anche qualche intervento manuale per formattare la pagina.
In caso di frasi lunghe o di passaggi con molti dialoghi serrati, l’uso di un contesto Lyrics darà risultati migliori. Il contesto Lyrics non deve essere associato a una voce musicale; occorre invece assegnare a ogni parte del dialogo una durata esplicita. Se c’è un vuoto nel dialogo, la parola finale deve essere separata dal resto e la durata divisa tra le due così che la musica sottostante abbia spazio sufficiente.
Se il dialogo si estende per più di un rigo sarà necessario inserire
manualmente dei \break
e aggiustare il posizionamento del dialogo
per evitare di entrare nel margine destro. La parola finale dell’ultima
misura di un rigo deve anche essere separata, come mostrato prima.
Ecco un esempio che illustra come fare.
music = \relative { \repeat unfold 3 { a'4 a a a } } dialogue = \lyricmode { \markup { \fontsize #1 \upright \smallCaps Abe: "Say this over measures one and" }4*7 "two"4 | \break "and this over measure"4*3 "three"4 | } \score { << \new Lyrics \with { \override LyricText.font-shape = #'italic \override LyricText.self-alignment-X = #LEFT } { \dialogue } \new Staff { \new Voice { \music } } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Durate manuali delle sillabe, Testo.
Internal Reference: LyricText.
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2.1.7 Canti salmi e inni
La musica e le parole per canti, sali e inni di solito segue un formato ben definito in ciascuna chiesa. Sebbene i formati possano differire da chiesa a chiesa, i problemi tipografici che si possono incontrare sono generalmente simili e sono trattati in questa sezione.
Riferimenti per canti e salmi | ||
Impostare un canto | ||
Salmi | ||
Misure parziali nei motivi degli inni |
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Riferimenti per canti e salmi
La composizione tipografica dei canti gregoriani in vari stili di notazione antica è descritta in Notazione antica.
Vedi anche
Guida alla notazione: Notazione antica.
Frammenti: Vocal music.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Impostare un canto
Le impostazioni per il canto moderno usano la notazione moderna insieme ad alcuni elementi della notazione antica. Alcuni di questi elementi e metodi sono mostrati in questa sezione.
I canti usano spesso note di un quarto senza gambi per indicare l’altezza, mentre le durate vengono dal ritmo parlato delle parole.
stemOff = { \hide Staff.Stem } \relative c' { \stemOff a'4 b c2 | }
Nei canti le stanghette sono spesso omesse oppure si usano delle stanghette più brevi o punteggiate per indicare le pause nella musica. Per omettere tutte le stanghette da tutti i righi si disattiva l’incisore delle stanghette:
\score { \new StaffGroup << \new Staff { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } \new Staff { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } >> \layout { \context { \Staff \remove Bar_engraver } } }
Le stanghette possono anche essere tolte solo in certi righi:
\score { \new ChoirStaff << \new Staff \with { \remove Bar_engraver } { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } \new Staff { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } >> }
Per togliere le stanghette da una sezione musicale soltanto basta
trattarla come una cadenza. Se la sezione è lunga potrebbe essere
necessario inserire delle stanghette fittizie con \bar ""
per
mostrare dove si deve interrompere la linea.
\relative a' { a4 b c2 | \cadenzaOn a4 b c2 a4 b c2 \bar "" a4 b c2 a4 b c2 \cadenzaOff a4 b c2 | a4 b c2 | }
Nei canti le pause si indicano con stanghette modificate.
\relative a' { a4 \cadenzaOn b c2 a4 b c2 \bar "'" a4 b c2 a4 b c2 \bar ";" a4 b c2 \bar "!" a4 b c2 \bar "||" }
Altrimenti, talvolta si usa la notazione usata nel canto gregoriano per
le pause anche se il resto della notazione è moderna. Nell’esempio
seguente si usa un segno \breathe
modificato:
divisioMinima = { \once \override BreathingSign.stencil = #ly:breathing-sign::divisio-minima \once \override BreathingSign.Y-offset = #0 \breathe } divisioMaior = { \once \override BreathingSign.stencil = #ly:breathing-sign::divisio-maior \once \override BreathingSign.Y-offset = #0 \breathe } divisioMaxima = { \once \override BreathingSign.stencil = #ly:breathing-sign::divisio-maxima \once \override BreathingSign.Y-offset = #0 \breathe } finalis = { \once \override BreathingSign.stencil = #ly:breathing-sign::finalis \once \override BreathingSign.Y-offset = #0 \breathe } \score { \relative { g'2 a4 g \divisioMinima g2 a4 g \divisioMaior g2 a4 g \divisioMaxima g2 a4 g \finalis } \layout { \context { \Staff \remove Bar_engraver } } }
Nei canti viene solitamente omessa l’indicazione di tempo e spesso anche la chiave.
\score { \new Staff { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } \layout { \context { \Staff \remove Bar_engraver \remove Time_signature_engraver \remove Clef_engraver } } }
I canti per salmi della tradizione anglicana sono solitamente o singoli, con 7 battute musicali, oppure doppi, con due gruppi di 7 battute. Ogni gruppo di 7 battute è diviso a metà, che corrispondono alle metà di ciascun verso, di solito separato da una doppia stanghetta. Si usano solo semibrevi e minime. La prima battuta di ogni metà contiene sempre un solo accordo di semibrevi, che viene chiamato la “nota recitativa”. I canti sono centrati sulla pagina.
SopranoMusic = \relative { g'1 | c2 b | a1 | \bar "||" a1 | d2 c | c b | c1 | \bar "||" } AltoMusic = \relative { e'1 | g2 g | f1 | f1 | f2 e | d d | e1 | } TenorMusic = \relative { c'1 | c2 c | c1 | d1 | g,2 g | g g | g1 | } BassMusic = \relative { c1 | e2 e | f1 | d1 | b2 c | g' g | c,1 | } global = { \time 2/2 } % Si usa un blocco markup per centrare il canto sulla pagina \markup { \fill-line { \score { % centered << \new ChoirStaff << \new Staff << \global \clef "treble" \new Voice = "Soprano" << \voiceOne \SopranoMusic >> \new Voice = "Alto" << \voiceTwo \AltoMusic >> >> \new Staff << \clef "bass" \global \new Voice = "Tenor" << \voiceOne \TenorMusic >> \new Voice = "Bass" << \voiceTwo \BassMusic >> >> >> >> \layout { \context { \Score \override SpacingSpanner.base-shortest-duration = #(ly:make-moment 1/2) } \context { \Staff \remove Time_signature_engraver } } } % End score } } % End markup
Altri approcci per impostare un canto simile sono illustrati nel primo dei seguenti frammenti.
Frammenti di codice selezionati
Notazione per canti e salmi
Questa forma di notazione è utilizzata per i salmi, dove i versi non sono sempre della stessa lunghezza.
stemOff = \hide Staff.Stem stemOn = \undo \stemOff \score { \new Staff \with { \remove "Time_signature_engraver" } { \key g \minor \cadenzaOn \stemOff a'\breve bes'4 g'4 \stemOn a'2 \section \stemOff a'\breve g'4 a'4 \stemOn f'2 \section \stemOff a'\breve^\markup { \italic flexe } \stemOn g'2 \fine } }
I cantici e altri testi liturgici possono essere impostati in modo più libero e possono usare elementi della notazione della musica antica. Le parole sono spesso mostrate sotto e allineate con le note. In questo caso le note sono spaziate in base alle sillabe invece che alle durate delle note.
Modello per notazione antica – trascrizione moderna di musica gregoriana
Questo esempio mostra come realizzare una trascrizione moderna di musica gregoriana. La musica gregoriana non presenta la suddivisione in misure né gambi; impiega soltanto le teste della minima e della semiminima, e dei segni appositi che indicano pause di diversa lunghezza.
\include "gregorian.ly" chant = \relative c' { \set Score.timing = ##f f4 a2 \divisioMinima g4 b a2 f2 \divisioMaior g4( f) f( g) a2 \finalis } verba = \lyricmode { Lo -- rem ip -- sum do -- lor sit a -- met } \score { \new GregorianTranscriptionStaff << \new GregorianTranscriptionVoice = "melody" \chant \new GregorianTranscriptionLyrics = "one" \lyricsto melody \verba >> }
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti, Modelli per gruppi vocali.
Guida alla notazione: Notazione antica, Stanghette, Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto, Scrivere il canto gregoriano, Musica in tempo libero, Visibilità degli oggetti.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Impostare un canto ] | [ Su : Canti salmi e inni ] | [ Misure parziali nei motivi degli inni > ] |
Salmi
Le parole di un salmo anglicano sono solitamente stampate in versi separati centrati sotto il canto.
I canti singoli (7 battute) si ripetono per ogni verso. I canti doppi (con 14 battute) si ripetono per ogni coppia di versi. Sono inseriti dei segni nelle parole per mostrare come si combinano col canto. Ogni verso è diviso a metà e tale divisione è indicata solitamente dai due punti, che corrispondono alla doppia stanghetta in musica. Le parole che precedono i due punti sono cantate insieme alle prime tre battute della musica; quelle successive insieme alle restanti quattro battute.
Stanghette singole (o in alcuni libri di salmi una virgola inversa
o segno simile) sono inserite tra le parole per indicare dove
cadono le stanghette nella musica. In modalità markup una stanghetta
singola può essere inserita usando il simbolo di controllo battuta
|
.
\markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { O come let us sing | unto the | Lord : let } \line { us heartily rejoice in the | strength of | our } \line { sal- | -vation. } } } } }
Altri simboli potrebbero richiedere i glifi dei tipi di carattere fetaMusic
.
Maggiori informazioni in Tipi di carattere.
tick = \markup { \raise #1 \fontsize #-5 \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { O come let us sing \tick unto the \tick Lord : let } \line { us heartily rejoice in the \tick strength of \tick our } \line { sal \tick vation. } } } } }
Se c’è una semibreve in una battuta, tutte le parole che si riferiscono a quella battuta sono recitate su quella nota singola col ritmo del parlato. Dove ci sono due note in una battuta ci saranno solo una o due sillabe corrispondenti. Se ci sono più di due sillabe, si inserisce solitamente un punto per indicare dove si trova il cambio di nota.
dot = \markup { \raise #0.7 \musicglyph "dots.dot" } tick = \markup { \raise #1 \fontsize #-5 \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { O come let us sing \tick unto \dot the \tick Lord : let } \line { us heartily rejoice in the \tick strength of \tick our } \line { sal \tick vation. } } } } }
In alcuni libri di salmi si usa un asterisco, al posto di una virgola, per indicare una pausa in una sezione recitata, mentre le sillabe accentate o leggermente allungate sono indicate in grassetto.
dot = \markup { \raise #0.7 \musicglyph "dots.dot" } tick = \markup { \raise #1 \fontsize #-5 \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { Today if ye will hear his voice * } \line { \concat { \bold hard en } | not your | hearts : as in the pro- } \line { vocation * and as in the \bold day of tempt- | } \line { -ation | in the | wilderness. } } } } }
In altri libri di salmi si usa un simbolo di accento sopra la sillaba per indicare l’accento.
tick = \markup { \raise #2 \fontsize #-5 \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { O come let us \concat { si \combine \tick ng } | unto the | Lord : let } \line { us heartily \concat { rejo \combine \tick ice } in the | strength of | our } \line { sal- | -vation. } } } } }
L’uso di \markup
per centrare il testo e disporre le linee in
colonne è descritto in Formattazione del testo.
La maggior parte di questi elementi sono mostrati in uno dei due versi del modello Salmi.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Salmi, Modelli per gruppi vocali.
Guida alla notazione: Tipi di carattere, Formattazione del testo.
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[ < Salmi ] | [ Su : Canti salmi e inni ] | [ Musica vocale antica > ] |
Misure parziali nei motivi degli inni
Le melodie degli inni spesso iniziano e terminano ogni rigo musicale
con misure parziali, così che ciascun rigo musicale corrisponda
esattamente a un rigo di testo. Per fare ciò è necessario un comando
\partial
all’inizio della musica e dei comandi \bar "|"
o
\bar "||"
alla fine di ogni linea.
Modello per inno
Il codice seguente presenta un modo di impostare un inno in cui ogni verso inizia e finisce con una misura parziale. Mostra anche come aggiungere delle strofe come testo separato sotto la musica.
Timeline = { \time 4/4 \tempo 4=96 \partial 2 s2 | s1 | s2 \breathe s2 | s1 | s2 \caesura \break s2 | s1 | s2 \breathe s2 | s1 | s2 \fine } SopranoMusic = \relative g' { g4 g | g g g g | g g g g | g g g g | g2 g4 g | g g g g | g g g g | g g g g | g2 } AltoMusic = \relative c' { d4 d | d d d d | d d d d | d d d d | d2 d4 d | d d d d | d d d d | d d d d | d2 } TenorMusic = \relative a { b4 b | b b b b | b b b b | b b b b | b2 b4 b | b b b b | b b b b | b b b b | b2 } BassMusic = \relative g { g4 g | g g g g | g g g g | g g g g | g2 g4 g | g g g g | g g g g | g g g g | g2 } global = { \key g \major } \score { % Start score << \new PianoStaff << % Start pianostaff \new Staff << % Start Staff = RH \global \clef "treble" \new Voice = "Soprano" << % Start Voice = "Soprano" \Timeline \voiceOne \SopranoMusic >> % End Voice = "Soprano" \new Voice = "Alto" << % Start Voice = "Alto" \Timeline \voiceTwo \AltoMusic >> % End Voice = "Alto" >> % End Staff = RH \new Staff << % Start Staff = LH \global \clef "bass" \new Voice = "Tenor" << % Start Voice = "Tenor" \Timeline \voiceOne \TenorMusic >> % End Voice = "Tenor" \new Voice = "Bass" << % Start Voice = "Bass" \Timeline \voiceTwo \BassMusic >> % End Voice = "Bass" >> % End Staff = LH >> % End pianostaff >> } % End score \markup { \fill-line { "" { \column { \left-align { "This is line one of the first verse" "This is line two of the same" "And here's line three of the first verse" "And the last line of the same" } } } "" } } \layout { \context { \Score caesuraType = #'((bar-line . "||")) fineBarType = "||" } } \paper { % Start paper block indent = 0 % don't indent first system line-width = 130 % shorten line length to suit music } % End paper block
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2.1.8 Musica vocale antica
È supportata la musica vocale antica, come spiegato in Notazione antica.
Vedi anche
Guida alla notazione: Notazione antica.
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[ < Musica vocale antica ] | [ Su : Notazione specialistica ] | [ Notazione comune per tastiere > ] |
2.2 Tastiera e altri strumenti multirigo
Questa sezione tratta vari aspetti della notazione musicale che sono specifici degli strumenti a tastiera e di altri strumenti che vengono scritti su molti righi, come arpe e vibrafoni. Ai fini di questa sezione, questo gruppo di strumenti multirigo viene chiamato “tastiere” per brevità, anche se alcuni di questi strumenti non hanno una tastiera.
2.2.1 Notazione comune per tastiere | ||
2.2.2 Pianoforte | ||
2.2.3 Fisarmonica | ||
2.2.4 Arpa |
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[ < Tastiera e altri strumenti multirigo ] | [ Su : Tastiera e altri strumenti multirigo ] | [ Riferimenti per tastiere > ] |
2.2.1 Notazione comune per tastiere
Questa sezione tratta le questioni di notazione che riguardano la maggior parte degli strumenti a tastiera.
Riferimenti per tastiere | ||
Modifica manuale del rigo | ||
Modifica automatica del rigo | ||
Linee del cambio rigo |
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[ < Notazione comune per tastiere ] | [ Su : Notazione comune per tastiere ] | [ Modifica manuale del rigo > ] |
Riferimenti per tastiere
Gli strumenti a tastiera vengono rappresentati solitamente con righi per
pianoforte, ovvero due o più righi normali raggruppati da una parentesi
graffa. La stessa notazione viene usata anche per altri strumenti dotati
di tasti. La musica per organo viene scritta normalmente con due righi
all’interno di un gruppo PianoStaff
più un terzo rigo normale
per i pedali.
I righi nella musica per tastiera sono molto indipendenti, ma talvolta le voci possono attraversare i due righi. Questa sezione tratta tecniche di notazione specifiche della musica per tastiera.
Varie questioni comuni della musica per tastiera sono discusse altrove:
- La musica per tastiera contiene solitamente varie voci, il cui numero può cambiare regolarmente, come è descritto in Risoluzione delle collisioni.
- La musica per tastiera può essere scritta in parallelo, come è descritto in Scrivere la musica in parallelo.
- Le dinamiche possono essere poste in un contesto
Dynamics
, tra i due contestiStaff
, per allineare le indicazioni dinamiche su una linea orizzontale centrata tra i righi; vedi Dinamiche. - Le diteggiature sono indicate con Indicazioni di diteggiatura.
- Le indicazioni per i pedali dell’organo sono inserite come articolazioni, vedi Elenco delle articolazioni.
- Le linee della griglia verticali possono essere mostrate con le Linee della griglia.
- La musica per tastiera contiene spesso legature di valore Laissez vibrer così come legature di valore su arpeggi e tremoli, descritti in Legature di valore.
- Il posizionamento di arpeggi attraverso molteplici voci e righi è trattato in Arpeggio.
- I segni di tremolo sono descritti in Ripetizioni con tremolo.
- Varie modifiche manuali che possono rendersi necessarie nella musica per tastiera sono illustrati in Esempio musicale.
- Si possono usare le note nascoste per produrre delle legature di valore che attraversano le voci, come mostrato in Altri usi delle modifiche con tweak.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Esempio musicale, Altri usi delle modifiche con tweak.
Guida alla notazione: Raggruppare i righi, Nomi degli strumenti, Risoluzione delle collisioni, Scrivere la musica in parallelo, Indicazioni di diteggiatura, Elenco delle articolazioni, Linee della griglia, Legature di valore, Arpeggio, Ripetizioni con tremolo.
Guida al funzionamento interno: PianoStaff.
Frammenti: Keyboards.
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Modifica manuale del rigo
Le voci possono essere passate a un altro rigo manualmente, usando il comando
\change Staff = nomerigo
La stringa nomerigo è il nome del rigo. Fa passare la voce corrente
dal suo rigo corrente al rigo chiamato nomerigo. Valori tipici di
nomerigo sono "su"
e "giù"
o "MD"
(mano destra)
e "MS"
(mano sinistra).
Il rigo a cui viene passata la voce deve esistere nel momento dello
scambio. Se necessario, i righi devono essere “conservati”,
vedi Conservazione di un contesto, o istanziati esplicitamente,
per esempio usando l’accordo vuoto, <>
, vedi
Note in un accordo.
\new PianoStaff << \new Staff = "up" { % forza la creazione di tutti i contesti in questo momento <> \change Staff = "down" c2 \change Staff = "up" c'2 } \new Staff = "down" { \clef bass % conserva il rigo s1 } >>
Le note trasversali al rigo hanno la travatura automatica:
\new PianoStaff << \new Staff = "su" { <e' c'>8 \change Staff = "giù" g8 fis g \change Staff = "su" <g'' c''>8 \change Staff = "giù" e8 dis e \change Staff = "su" } \new Staff = "giù" { \clef bass % conserva il contesto s1 } >>
Se la disposizione delle travature deve essere modificata, modificare prima le direzioni dei gambi. Le posizioni delle travature vengono quindi misurate dal centro del rigo che è più vicino alla travatura. Un semplice esempio di modifica manuale della travatura è descritto in Correggere elementi della notazione sovrapposti.
Alcuni elementi della notazione potranno sovrapporsi quando le voci sono trasversali ai righi:
\new PianoStaff << \new Staff = "su" { \voiceOne % Fai spazio alla diteggiatura nella voce trasversale ai righi \once\override DynamicLineSpanner.staff-padding = #4 e''2\p\< d''\> c''1\! } \new Staff = "giù" << { \clef bass s4. e,8\rest g,2\rest c1 } \\ { c8\( g c' \change Staff = "su" e' g' b'-3 a' g'\) f'1 } >> >>
Il gambo e la legatura di portamento si sovrappongono alla linea intermedia della dinamica, perché la risoluzione automatica delle collisioni è sospesa per travature, legature di portamento e altri estensori che collegano note di righi diversi, così come per gambi e articolazioni se il loro posizionamento è influenzato da un estensore trasversale ai righi. Le collisioni risultanti devono essere risolte manualmente, laddove necessario, usando i metodi descritti in Correggere elementi della notazione sovrapposti.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Correggere elementi della notazione sovrapposti.
Guida alla notazione: Gambi, Travature automatiche, Conservazione di un contesto.
Frammenti: Keyboards.
Guida al funzionamento interno: Beam, ContextChange.
Problemi noti e avvertimenti
Non è possibile evitare la collisione delle travature per le travature automatiche che terminano appena prima di un cambio di rigo. In questo caso occorre usare le travature manuali.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Modifica manuale del rigo ] | [ Su : Notazione comune per tastiere ] | [ Linee del cambio rigo > ] |
Modifica automatica del rigo
È possibile scambiare automaticamente le voci tra rigo superiore e inferiore. La sintassi è la seguente:
\autoChange …musica…
Ciò creerà due righi dentro il gruppo di righi corrente
(solitamente un PianoStaff
), chiamati "up"
(su) e
"down"
(giù). Il rigo più basso sarà in chiave di basso.
La funzione di scambio automatico entra in azione in base all’altezza
(il Do centrale è il punto di svolta), e guarda in avanti saltando
le pause per poter scambiare in anticipo.
\new PianoStaff { \autoChange { g4 a b c' d'4 r a g } }
Si possono specificare altre altezze per il punto di svolta. Se i righi non sono istanziati esplicitamente, si possono usare altre chiavi.
music = { g8 b a c' b8 d' c'8 e' d'8 r f' g' a'2 } \autoChange d' \music \autoChange b \with { \clef soprano } \music \autoChange d' \with { \clef alto } \with { \clef tenor } \music
Una sezione \relative
che si trova fuori da \autoChange
non ha effetto sulle altezze della musica. Dunque, se necessario, mettere
\relative
dentro \autoChange
.
Se è richiesto ulteriore controllo sui righi individuali, possono essere
creati manualmente coi nomi "up"
e "down"
. Il comando
\autoChange
scambierà allora la sua voce tra i righi esistenti.
Nota: Se i righi sono creati manualmente, devono chiamarsi
"up"
e "down"
.
Per esempio, i righi devono essere creati manualmente per posizionare un’armatura di chiave nel rigo inferiore:
\new PianoStaff << \new Staff = "up" { \new Voice = "melOne" { \key g \major \autoChange \relative { g8 b a c b d c e d8 r fis, g a2 } } } \new Staff = "down" { \key g \major \clef bass } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Modifica manuale del rigo.
Frammenti: Keyboards.
Guida al funzionamento interno: AutoChangeMusic.
Problemi noti e avvertimenti
Gli scambi di rigo potrebbero finire in posizioni non ottimali. Per ottenere un risultato di alta qualità, i cambi di rigo devono essere specificati manualmente.
Gli accordi non vengono divisi tra i righi; vengono assegnati a un rigo in base alla prima nota nominata nel costrutto dell’accordo.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Modifica automatica del rigo ] | [ Su : Notazione comune per tastiere ] | [ Pianoforte > ] |
Linee del cambio rigo
Quando una voce passa a un altro rigo, è possibile stampare automaticamente una linea connettiva:
\new PianoStaff << \new Staff = "uno" { \showStaffSwitch c'1 \change Staff = "due" b2 a } \new Staff = "due" { \clef bass s1*2 } >>
Una linea di cambio rigo tra accordi collega le “ultime note” degli accordi come sono scritte nel file sorgente; ciò può essere utile per regolare velocemente le posizioni verticali di inizio e fine della linea.
\new PianoStaff << \new Staff = "uno" { <c' e' g'>1 \showStaffSwitch \change Staff = "due" <a c' f>1 \hideStaffSwitch \change Staff = "uno" <e' g' c'>1 \showStaffSwitch \change Staff = "due" <f a c'>1 } \new Staff = "due" { \clef bass s1*4 } >>
Comandi predefiniti
\showStaffSwitch
,
\hideStaffSwitch
.
Vedi anche
Frammenti: Keyboards.
Guida al funzionamento interno: Note_head_line_engraver, VoiceFollower.
Frammenti di codice selezionati
Cross staff stems
This snippet shows the use of the Span_stem_engraver
and
\crossStaff
to connect stems across staves automatically.
The stem length need not be specified, as the variable distance between noteheads and staves is calculated automatically.
\layout { \context { \PianoStaff \consists "Span_stem_engraver" } } { \new PianoStaff << \new Staff { <b d'>4 r d'16\> e'8. g8 r\! e'8 f' g'4 e'2 } \new Staff { \clef bass \voiceOne \autoBeamOff \crossStaff { <e g>4 e, g16 a8. c8} d \autoBeamOn g8 f g4 c2 } >> }
Indicare accordi trasversali al rigo con la parentesi quadrata dell’arpeggio
Una parentesi quadrata dell’arpeggio può indicare che delle note su due righi
diversi devono essere suonate con la stessa mano. Per farlo, bisogna far sì che
PianoStaff
accetti gli arpeggi trasversali ai righi e gli arpeggi siano
impostati nella forma della parentesi quadrata nel contesto PianoStaff
.
(Debussy, Les collines d’Anacapri, m. 65)
\new PianoStaff << \set PianoStaff.connectArpeggios = ##t \override PianoStaff.Arpeggio.stencil = #ly:arpeggio::brew-chord-bracket \new Staff { \relative c' { \key b \major \time 6/8 b8-.(\arpeggio fis'-.\> cis-. e-. gis-. b-.)\!\fermata^\laissezVibrer \bar "||" } } \new Staff { \relative c' { \clef bass \key b \major << { <a e cis>2.\arpeggio } \\ { <a, e a,>2. } >> } } >>
Vedi anche
Frammenti: Keyboards.
Guida al funzionamento interno: Stem.
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2.2.2 Pianoforte
Questa sezione tratta le questioni di notazione che hanno a che fare più direttamente col pianoforte.
Pedali del pianoforte |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Pianoforte ] | [ Su : Pianoforte ] | [ Fisarmonica > ] |
Pedali del pianoforte
I pianoforti hanno generalmente tre pedali che alterano il modo in cui il suono viene prodotto: risonanza, tonale o sostenuto (sos.) e una corda (U.C.). I pedali di risonanza si trovano anche nei vibrafoni e nelle celeste.
\relative { c''4\sustainOn d e g <c, f a>1\sustainOff c4\sostenutoOn e g c, <bes d f>1\sostenutoOff c4\unaCorda d e g <d fis a>1\treCorde }
Ci sono tre stili per indicare i pedali: text
(testo),
bracket
(parentesi quadra) e mixed
(misto).
Il pedale di risonanza e il pedale una corda usano il testo come
stile predefinito, mentre il pedale tonale usa lo stile misto.
\relative { c''4\sustainOn g c2\sustainOff \set Staff.pedalSustainStyle = #'mixed c4\sustainOn g c d d\sustainOff\sustainOn g, c2\sustainOff \set Staff.pedalSustainStyle = #'bracket c4\sustainOn g c d d\sustainOff\sustainOn g, c2 \bar "|." }
Il posizionamento dei comandi del pedale corrisponde ai movimenti fisici del pedale di risonanza durante l’esecuzione musicale. Per indicare che il pedale è attivo fino alla stanghetta finale si omette il comando finale che disattiva il pedale.
Le indicazioni del pedale possono essere poste in un contesto Dynamics
,
che le allinea su una linea orizzontale.
Vedi anche
Guida alla notazione: Legature di valore.
Frammenti: Keyboards.
Guida al funzionamento interno: SustainPedal, SustainPedalLineSpanner, SustainEvent, SostenutoPedal, SostenutoPedalLineSpanner, SostenutoEvent, UnaCordaPedal, UnaCordaPedalLineSpanner, UnaCordaEvent, PianoPedalBracket, Piano_pedal_engraver.
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2.2.3 Fisarmonica
Questa sezione tratta la notazione specifica della fisarmonica.
Simboli di discanto |
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[ < Fisarmonica ] | [ Su : Fisarmonica ] | [ Arpa > ] |
Simboli di discanto
Le fisarmoniche sono spesso costruite con più di un insieme di ance che possono essere all’unisono, un’ottava sopra o un’ottava sotto rispetto all’altezza scritta. Ogni costruttore di fisarmoniche ha nomi diversi per i registri che selezionano le varie combinazioni di ance, come oboe, musette o bandoneon. È stato quindi ideato un sistema di simboli per semplificare le istruzioni di esecuzione.
Un elenco completo di tutti i registri per fisarmonica disponibili si trova in Accordion Registers.
Frammenti di codice selezionati
Simboli di registro della fisarmonica
I simboli di registro della fisarmonica sono disponibili sia come \markup
sia come eventi musicali autonomi (perché i cambi di registro capitano
solitamente tra reali eventi musicali). I registri bassi non sono troppo
standardizzati. I comandi disponibili si trovano nella sezione
«Registri della fisarmonica» della Guida alla notazione.
#(use-modules (lily accreg)) \new PianoStaff << \new Staff \relative { \clef treble \discant "10" r8 s32 f'[ bes f] s e[ a e] s d[ g d] s16 e32[ a] << { r16 <f bes> r <e a> r <d g> } \\ { d r a r bes r } >> | <cis e a>1 } \new Staff \relative { \clef treble \freeBass "1" r8 d'32 s16. c32 s16. bes32 s16. a32[ cis] s16 \clef bass \stdBass "Master" << { r16 <f, bes d>^"b" r <e a c>^"am" r <d g bes>^"gm" | <e a cis>1^"a" } \\ { d8_"D" c_"C" bes_"B" | a1_"A" } >> } >>
Vedi anche
Frammenti: Keyboards.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Simboli di discanto ] | [ Su : Tastiera e altri strumenti multirigo ] | [ Riferimenti per arpe > ] |
2.2.4 Arpa
Questa sezione tratta le questioni di notazione specifiche dell’arpa.
Riferimenti per arpe | ||
Pedali dell’arpa |
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[ < Arpa ] | [ Su : Arpa ] | [ Pedali dell'arpa > ] |
Riferimenti per arpe
Alcune caratteristiche comuni della musica per arpa sono trattate altrove:
- Il glissando è la tecnica più caratteristica dell’arpa, vedi Glissando.
- Un bisbigliando è scritto come un tremolo, vedi Ripetizioni con tremolo.
- Gli armonici naturali sono trattati in Armonici.
- Per arpeggi direzionali e non-arpeggi, vedere Arpeggio.
Vedi anche
Guida alla notazione: Ripetizioni con tremolo, Glissando, Arpeggio, Armonici.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Riferimenti per arpe ] | [ Su : Arpa ] | [ Strumenti a corde senza tasti > ] |
Pedali dell’arpa
Le arpe hanno sette corde per ottava che possono risuonare all’altezza naturale, bemolle o diesis. Nelle arpe con leva, ogni corda viene regolata individualmente, ma nelle arpe a pedale ogni corda con la stessa altezza è regolata da un unico pedale. I pedali, da sinistra a destra rispetto all’esecutore, sono D, C e B a sinistra e E, F, G e A a destra. La posizione dei pedali può essere indicata con dei segni testuali:
\textLengthOn cis''1_\markup \concat \vcenter { [D \flat C \sharp B|E \sharp F \sharp G A \flat] } c''!1_\markup \concat \vcenter { [ C \natural ] }
o con dei diagrammi dei pedali:
\textLengthOn cis''1_\markup { \harp-pedal "^v-|vv-^" } c''!1_\markup { \harp-pedal "^o--|vv-^" }
Il comando \harp-pedal
accetta una stringa di caratteri, dove
^
è la posizione più alta del pedale (altezza bemolle), -
è
la posizione centrale del pedale (altezza naturale), v
è la
posizione più bassa del pedale (altezza diesis) e |
è il divisore.
o
posto prima di un simbolo produrrà un cerchio intorno al simbolo di
pedale.
Vedi anche
Guida alla notazione: Scritte, Instrument Specific Markup.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Pedali dell'arpa ] | [ Su : Notazione specialistica ] | [ Notazione comune per strumenti a corde senza tasti > ] |
2.3 Strumenti a corde senza tasti
Questa sezione fornisce informazioni e riferimenti utili per scrivere musica per strumenti a corde senza tasti, principalmente archi da orchestra.
2.3.1 Notazione comune per strumenti a corde senza tasti |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Strumenti a corde senza tasti ] | [ Su : Strumenti a corde senza tasti ] | [ Riferimenti per archi senza tasti > ] |
2.3.1 Notazione comune per strumenti a corde senza tasti
La notazione specialistica per strumenti a corde senza tasti è esigua. La musica viene scritta su un solo rigo e di solito è richiesta una sola voce. Due voci potrebbero essere necessarie solo per alcuni passaggi a doppia corda o i divisi.
Riferimenti per archi senza tasti | ||
Indicazioni di arcata | ||
Armonici | ||
Pizzicato alla Bartók |
Riferimenti per archi senza tasti
La maggior parte della notazione utile per gli archi da orchestra e altri strumenti ad arco è trattata altrove:
- Le indicazioni testuali come “pizz.” e “arco” sono inserite come testo semplice, vedi Scritte.
- Le diteggiature, incluse le indicazioni per il pollice, sono descritte in Indicazioni di diteggiatura.
- I numeri di corda si inseriscono (generalmente in numeri romani per gli strumenti ad arco) come è spiegato in Indicazioni di numero di corda.
- La doppia corda viene normalmente indicata scrivendo un accordo, vedi Note in un accordo. Si possono inserire delle direttive su come eseguire gli accordi, vedi Arpeggio.
- I modelli per i quartetti d’archi si trovano in Modelli per quartetto d'archi. Altri sono illustrati nei frammenti.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Modelli per quartetto d'archi.
Guida alla notazione: Scritte, Indicazioni di diteggiatura, Note in un accordo, Arpeggio.
Frammenti: Unfretted strings.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Riferimenti per archi senza tasti ] | [ Su : Notazione comune per strumenti a corde senza tasti ] | [ Armonici > ] |
Indicazioni di arcata
Le indicazioni di arcata vengono create come articolazioni, descritte in Articolazioni e abbellimenti.
I comandi di arcata, \upbow
(su) e \downbow
(giù), vengono usati
con le legature di portamento nel seguente modo:
\relative { c''4(\downbow d) e(\upbow f) }
Si possono usare i numeri romani come numeri di corda (al posto dei numeri arabi racchiusi in un cerchio), come è spiegato in Indicazioni di numero di corda.
Altrimenti, le indicazioni di corda possono essere mostrate anche tramite comandi markup; le articolazioni possono indicare anche corde vuote.
a'4 \open \romanStringNumbers a'\2 a'2^\markup { \small "sul A" }
Comandi predefiniti
\downbow
,
\upbow
,
\open
,
\romanStringNumbers
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Articolazioni e abbellimenti, Indicazioni di numero di corda, Legature di portamento.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Indicazioni di arcata ] | [ Su : Notazione comune per strumenti a corde senza tasti ] | [ Pizzicato alla Bartok > ] |
Armonici
Armonici naturali
Gli armonici naturali possono essere rappresentati in vari modi. Una testa di nota romboidale indica generalmente che bisogna toccare la corda dove si prenderebbe la nota se questa non fosse romboidale.
\relative d'' { d4 e4. \harmonicsOn d8 e e d4 e4. \harmonicsOff d8 e e }
Altrimenti si può mostrare una testa di nota normale all’altezza da riprodurre insieme a un piccolo cerchio che indica che deve essere suonata come armonico:
d''2^\flageolet d''_\flageolet
Si può creare anche un cerchio più piccolo, vedi l’elenco di frammenti in Riferimenti per archi senza tasti.
Armonici artificiali
Gli armonici artificiali sono rappresentati da due note, una con una testa normale per indicare la posizione in cui sfiorare la corda e un’altra con una testa romboidale vuota per indicare la posizione dell’armonico.
Gli armonici artificial indicati con \harmonic
non mostrano i
punti. Occorre impostare la proprietà di contesto harmonicDots
per
far apparire i punti.
\relative e' { <e a\harmonic>2. <c g'\harmonic>4 \set harmonicDots = ##t <e a\harmonic>2. <c g'\harmonic>4 }
Vedi anche
Glossario musicale: armonici.
Guida alla notazione: Teste di nota speciali, Riferimenti per archi senza tasti.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Pizzicato alla Bartók
Il pizzicato alla Bartók, in inglese “snap pizzicato” (pizzicato a schiocco), è un tipo di pizzicato in cui la corda viene deliberatamente pizzicata verticalmente (invece che di lato) in modo che sbatta sulla tastiera.
\relative { c'4\snappizzicato <c' e g>4\snappizzicato <c' e g>4^\snappizzicato <c, e g>4_\snappizzicato }
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2.4 Strumenti a corde con tasti
Questa sezione tratta vari aspetti della notazione musicale che riguardano esclusivamente gli strumenti a corde con tasti.
2.4.1 Notazione comune per strumenti a corde con tasti | ||
2.4.2 Chitarra | ||
2.4.3 Banjo | ||
2.4.4 Liuto |
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2.4.1 Notazione comune per strumenti a corde con tasti
Questa sezione presenta la notazione comune che riguarda esclusivamente gli strumenti a corde con tasti.
Riferimenti per strumenti a corde con tasti
La musica per strumenti a corde con tasti viene normalmente scritta
su un rigo singolo, o nella notazione musicale tradizionale o in
intavolatura. Talvolta i due tipi sono combinati; nella musica
popolare è molto comune usare i diagrammi degli accordi sopra un
rigo di notazione tradizionale.
La chitarra e il banjo sono strumenti traspositori, che suonano
un’ottava più bassa di quella in cui vengono scritti. Le partiture
per questi strumenti devono usare la chiave "treble_8"
(per ottenere l’output MIDI corretto usare \transposition c
).
Altri elementi relativi agli strumenti a corde con tasti sono
trattati altrove:
- Le diteggiature vengono indicate come spiegato in Indicazioni di diteggiatura.
- Istruzioni per le legature di valore Laissez vibrer così come per le legature di valore su arpeggi e tremoli si trovano in Legature di valore.
- Istruzioni su come gestire voci multiple si trovano in Risoluzione delle collisioni.
- Istruzioni per indicare gli armonici si trovano in Armonici.
Vedi anche
Guida alla notazione: Indicazioni di diteggiatura, Legature di valore, Risoluzione delle collisioni, Nomi degli strumenti, Scrivere la musica in parallelo, Arpeggio, Elenco delle articolazioni, Chiave, Trasporto strumentale.
Indicazioni di numero di corda
La corda sulla quale suonare una nota può essere indicata aggiungendo
\numero
a una nota.
\clef "treble_8" c4\5 e\4 g2\3 <c\5 e\4 g\3>1
Se si usano insieme diteggiature e indicazioni di corda, il loro posizionamento è regolato dall’ordine in cui i due elementi appaiono nel codice solo se si trovano all’interno di un accordo esplicito: se applicate a un intero accordo o a singole note fuori da un accordo, le diteggiature vengono posizionate con un meccanismo diverso.
\clef "treble_8" g4\3-0 g-0\3 <g\3-0> <g-0\3>
I numeri di corda possono anche essere rappresentati da numeri romani, come è abituale con gli strumenti a corde senza tasti, e posizionati sotto il rigo invece che sopra.
\clef "treble_8" c'2\2 a\3 \romanStringNumbers c'\2 \set stringNumberOrientations = #'(down) a\3 \arabicStringNumbers g1\4
Frammenti di codice selezionati
La maggior parte dei comportamenti relativi alle indicazioni di numero
di corda (oggetto StringNumber
), incluso il loro posizionamento,
possono essere impostati nello stesso modo valido per le diteggiature:
vedi Indicazioni di diteggiatura.
Comandi predefiniti
\arabicStringNumbers
,
\romanStringNumbers
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Indicazioni di diteggiatura.
Frammenti: Fretted strings.
Guida al funzionamento interno: StringNumber, Fingering.
Intavolature predefinite
La musica per gli strumenti a corde pizzicate si scrive con un
sistema di notazione basato sulle dita/tocco ovvero l’intavolatura
(o tablatura). Diversamente dalla notazione tradizionale, le
altezze non sono rappresentate da teste di nota, ma da numeri
(o da simboli simili a lettere nell’intavolatura antica).
Le linee del rigo nell’intavolatura indicano la corda su cui
suonare la nota, mentre un numero posto su una linea del rigo
indica il tasto su cui premere la corda corrispondente.
Le note da suonare simultaneamente sono allineate verticalmente.
Per impostazione predefinita, la corda 1 è la corda più alta e
corrisponde alla linea più alta del rigo dell’intavolatura
(TabStaff
). L’accordatura predefinita delle corde di
TabStaff
è l’accordatura standard per chitarra (a sei corde).
Le note appaiono in intavolatura, usando i contesti TabStaff
e TabVoice
. Viene aggiunta automaticamente una chiave
calligrafica per l’intavolatura.
\new TabStaff \relative { a,8 a' <c e> a d,8 a' <d f> a }
L’aspetto predefinito per le intavolature non prevede alcun simbolo di durata né altri simboli musicali, come per esempio i segni di espressione.
symbols = { \time 3/4 c4-.^"Allegro" d( e) f4-.\f g a^\fermata \mark \default c8_.\<\( c16 c~ 2\! c'2.\prall\) } \score { << \new Staff { \clef "G_8" \symbols } \new TabStaff { \symbols } >> }
Se si desidera che tutti i simboli usati nella notazione tradizionale
appaiano anche nell’intavolatura, occorre applicare il comando
\tabFullNotation
in un contesto TabStaff
.
Tenere presente che nell’intavolatura le note da due quarti hanno
un doppio gambo per distinguerle dalle note di un quarto.
symbols = { \time 3/4 c4-.^"Allegro" d( e) f4-.\f g a^\fermata \mark \default c8_.\<\( c16 c~ 2\! c'2.\prall\) } \score { \new TabStaff { \tabFullNotation \symbols } }
Di norma le altezze vengono assegnate alla posizione più bassa della tastiera (prima posizione). Viene data priorità alle corde a vuoto. Per far sì che una certa altezza venga suonata su una corda specifica, aggiungere un’indicazione di numero di corda al nome dell’altezza. Per nascondere le indicazioni di numero di corda nella notazione tradizionale, sovrascrivere lo stampo (stencil) corrispondente.
Spesso è più comodo definire la posizione sulla tastiera modificando
la proprietà minimumFret
, il cui valore predefinito è 0.
Anche quando minimumFret
è impostato esplicitamente, vengono
usate le corde a vuoto ogni volta che è possibile. È possibile
modificare questo comportamento impostando restrainOpenStrings
su #t
.
\layout { \omit Voice.StringNumber } \new StaffGroup << \new Staff \relative { \clef "treble_8" \time 2/4 c16 d e f g4 c,16\5 d\5 e\4 f\4 g4\4 c,16 d e f g4 } \new TabStaff \relative { c16 d e f g4 c,16\5 d\5 e\4 f\4 g4\4 \set TabStaff.minimumFret = #5 \set TabStaff.restrainOpenStrings = ##t c,16 d e f g4 } >>
Gli accordi possono essere ripetuti col simbolo di ripetizione
accordo q
, che però rimuove i numeri di corda e le
diteggiature. Se usato nelle intavolature, può quindi creare
problemi. Converrà quindi eseguire il comando
\chordRepeats #'(string-number-event fingering-event)
esplicitamente sulle espressioni musicali dell’intavolatura che usano
la Ripetizione di un accordo. Questo comando è così comune che è
disponibile come \tabChordRepeats
.
guitar = \relative { r8 <gis-2 cis-3 b-0>~ q4 q8~ 8 q4 } \new StaffGroup << \new Staff { \clef "treble_8" \guitar } \new TabStaff { \tabChordRepeats \guitar } >>
Le legature di valore spezzate da un a capo appaiono tra parentesi. Lo stesso vale per la seconda alternativa di una ripetizione.
ties = \relative { \repeat volta 2 { e'2. f4~ 2 g2~ } \alternative { \volta 1 { g4 f2. } \volta 2 { g4\repeatTie c,2. } } b1~ \break b1 \bar "|." } \score { << \new StaffGroup << \new Staff { \clef "treble_8" \ties } \new TabStaff { \ties } >> >> \layout { indent = #0 ragged-right = ##t } }
Il comando \hideSplitTiedTabNotes
annulla il comportamento di
racchiudere i numeri di tasto tra parentesi:
ties = \relative { \repeat volta 2 { e'2. f4~ 2 g2~ } \alternative { \volta 1 { g4 f2. } \volta 2 { g4\repeatTie c,2. } } b1~ \break b1 \bar "|." } \score { << \new StaffGroup << \new Staff { \clef "treble_8" \ties } \new TabStaff { \hideSplitTiedTabNotes \ties } >> >> \layout { indent = #0 ragged-right = ##t } }
Gli armonici possono essere inseriti in un’intavolatura nelle altezze in cui suonano:
\layout { \omit Voice.StringNumber } firstHarmonic = { d'4\4\harmonic g'4\3\harmonic b'2\2\harmonic } \score { << \new Staff { \clef "treble_8" \firstHarmonic } \new TabStaff { \firstHarmonic } >> }
Il comando \harmonic
deve essere sempre attaccato a note singole
(possibilmente dentro a un costrutto per accordo) invece che ad accordi
interi. Ha senso usarlo solo per gli armonici sul dodicesimo tasto.
Tutti gli altri armonici devono essere calcolati da LilyPond.
Ciò si ottiene indicando il tasto in cui il dito della mano che preme
i tasti debba toccare una corda.
fretHarmonics = { \harmonicByFret #5 d16\4 \harmonicByFret #4 d16\4 \harmonicByFret #3 d8\4 \harmonicByFret #5 <g\3 b\2>2. } \score { << \new Staff { \clef "treble_8" \fretHarmonics } \new TabStaff { \fretHarmonics } >> }
Gli armonici possono essere calcolati anche definendo il rapporto delle lunghezze della corda sopra e sotto la diteggiatura dell’armonico.
ratioHarmonics = { \harmonicByRatio #1/2 <g\3 b\2 e'\1>4 \harmonicByRatio #1/3 <g\3 b\2 e'\1>4 \harmonicByRatio #1/4 { g8\3 b8\2 e'4\1 } } \score { << \new Staff { \clef "treble_8" \ratioHarmonics } \new TabStaff { \ratioHarmonics } >> }
I “bending” degli strumenti a corda sono supportati nell’intavolatura.
Un bending – letteralmente, “piegatura” – viene introdotto aggiungendo
\^
alla nota o accordo da piegare; termina automaticamente alla nota
o accordo successivi.
Sono disponibili i seguenti stili: quello predefinito produce una curva con
una punta di freccia rivolta verso l’alto o verso il basso, 'hold
una linea orizzontale tratteggiata, 'pre-bend
una linea verticale
con una punta di freccia e 'pre-bend-hold
una linea verticale con
una punta di freccia seguita da una linea tratteggiata.
bend-styles = { <>^"predefinito" f'4\^ g'4\^ f'2 <>^"'hold" \grace f'4\^ g'1\bendHold \^ g'1 <>^"'pre-bend" \grace f'4\preBend \^ g'1\bendHold \^ g'1 <>^"'pre-bend-hold" \grace f'4\preBendHold \^ g'1\bendHold \^ g'1\^ f' \bar "|." } \score { \new StaffGroup << \new Staff { \override TextScript.font-size = -2 \clef "G_8" \bend-styles } \new TabStaff \bend-styles >> \layout { \context { \Voice \omit StringNumber } \context { \TabStaff minimumFret = #5 } \context { \TabVoice \consists "Bend_spanner_engraver" } } }
I bending generalmente non si applicano alle corde vuote. Per piegarle occorre
impostare la proprietà 'bend-me
su #t
. Per evitare che altre
note siano piegate impostarla su #f
.
mus = { <>^"predefinito" <a b f'>4\^ <ais b fis'>\^ <a b f'>2 <>^"piega le corde vuote" <a \tweak bend-me ##t b f'>4\^ <ais \tweak bend-me ##t bis fis'>\^ <a b f'>2 <>^"escludi altre corde" <g \tweak bend-me ##f b\3 d'>4\^ <a e'\2 >\^ <g \tweak bend-me ##f b\3 d'>2 \bar "|." } \score { \new StaffGroup << \new Staff { \override TextScript.font-size = -2 \clef "G_8" \mus } \new TabStaff \mus >> \layout { \context { \Voice \omit StringNumber } \context { \TabVoice \consists "Bend_spanner_engraver" } } }
Per i bending consecutivi il bending iniziale potrebbe aver bisogno di
un’impostazione appropriata per details.successive-level
. Per
comodità c’è la funzione bendStartLevel
, che prende un numero
intero.
printNext = -\tweak details.target-visibility ##t \etc mus = { c'4\3\^ cis'\3 \^ d'2\3 \grace bes4\3\preBendHold \bendStartLevel 2 \printNext \^ d'4\3\bendHold \^ d'2\3\^ des'4\3 \^ c'1\3 \bar "|." } \score { \new StaffGroup << \new Staff { \override TextScript.font-size = -2 \clef "G_8" \mus } \new TabStaff \mus >> \layout { \context { \Voice \omit StringNumber } \context { \TabVoice \consists "Bend_spanner_engraver" } } }
Per impostazione predefinita l’oggetto BendSpanner
termina alla nota o
accordo successivi anche se connesso con legatura di valore alla nota o
accordo iniziali. Si può saltare una singola “colonna di note”
(NoteColumn
) tramite \skipNC
. Si può saltare anche un gruppo
di oggetti NoteColumn
usando \skipNCs
all’inizio e
\endSkipNCs
alla fine.
bends-with-ties-and-skips = { a'4~\^ \skipNC a'4~ \skipNC a'4 b'4 a'4~ a'4~\^ \skipNC a'4 b'4 a'4~ a'4~ a'4\^ b'4 c'2\^ d'~ \bendHold \^ \skipNC d'~ d'\^ c' \grace { c'8-\preBendHold \^ } \skipNCs d'2~ d'2~ \endSkipNCs d'\^ c'2 \bar "|." } \score { \new StaffGroup << \new Staff { \clef "G_8" \bends-with-ties-and-skips } \new TabVoice \bends-with-ties-and-skips >> \layout { \context { \Voice \omit StringNumber } \context { \TabStaff minimumFret = #3 restrainOpenStrings = ##t } \context { \TabVoice \consists "Bend_spanner_engraver" } } }
Comandi predefiniti
\skipNCs
,
\skipNC
,
\endSkipNCs
.
Frammenti di codice selezionati
Comportamento di gambi e travature in intavolatura
La direzione dei gambi nell’intavolatura è regolata nello stesso modo della notazione tradizionale. Le travature possono essere rese orizzontali, come illustrato in questo esempio.
\new TabStaff { \relative c { \tabFullNotation g16 b d g b d g b \stemDown \override Beam.concaveness = #10000 g,,16 b d g b d g b } }
Polifonia in intavolatura
La polifonia in TabStaff
funziona proprio come nel rigo normale.
upper = \relative c' { \time 12/8 \key e \minor \voiceOne r4. r8 e, fis g16 b g e e' b c b a g fis e } lower = \relative c { \key e \minor \voiceTwo r16 e d c b a g4 fis8 e fis g a b c } \score { << \new StaffGroup = "tab with traditional" << \new Staff = "guitar traditional" << \clef "treble_8" \new Voice = "upper" \upper \new Voice = "lower" \lower >> \new TabStaff = "guitar tab" << \new TabVoice = "upper" \upper \new TabVoice = "lower" \lower >> >> >> }
Armonici su corde a vuoto in intavolatura
Questo frammento mostra come scrivere armonici su corde a vuoto.
openStringHarmonics = { \textSpannerDown \override TextSpanner.staff-padding = #3 \override TextSpanner.dash-fraction = #0.3 \override TextSpanner.dash-period = #1 %first harmonic \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup\small "1st harm. " \harmonicByFret #12 e,2\6\startTextSpan \harmonicByRatio #1/2 e,\6\stopTextSpan %second harmonic \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup\small "2nd harm. " \harmonicByFret #7 e,\6\startTextSpan \harmonicByRatio #1/3 e,\6 \harmonicByFret #19 e,\6 \harmonicByRatio #2/3 e,\6\stopTextSpan %\harmonicByFret #19 < e,\6 a,\5 d\4 > %\harmonicByRatio #2/3 < e,\6 a,\5 d\4 > %third harmonic \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup\small "3rd harm. " \harmonicByFret #5 e,\6\startTextSpan \harmonicByRatio #1/4 e,\6 \harmonicByFret #24 e,\6 \harmonicByRatio #3/4 e,\6\stopTextSpan \break %fourth harmonic \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup\small "4th harm. " \harmonicByFret #4 e,\6\startTextSpan \harmonicByRatio #1/5 e,\6 \harmonicByFret #9 e,\6 \harmonicByRatio #2/5 e,\6 \harmonicByFret #16 e,\6 \harmonicByRatio #3/5 e,\6\stopTextSpan %fifth harmonic \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup\small "5th harm. " \harmonicByFret #3 e,\6\startTextSpan \harmonicByRatio #1/6 e,\6\stopTextSpan \break %sixth harmonic \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup\small "6th harm. " \harmonicByFret #2.7 e,\6\startTextSpan \harmonicByRatio #1/7 e,\6\stopTextSpan %seventh harmonic \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup\small "7th harm. " \harmonicByFret #2.3 e,\6\startTextSpan \harmonicByRatio #1/8 e,\6\stopTextSpan %eighth harmonic \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup\small "8th harm. " \harmonicByFret #2 e,\6\startTextSpan \harmonicByRatio #1/9 e,\6\stopTextSpan } \score { << \new Staff \with { \omit StringNumber } { \new Voice { \clef "treble_8" \openStringHarmonics } } \new TabStaff { \new TabVoice { \openStringHarmonics } } >> }
Armonici su corde premute in intavolatura
Questo frammento mostra come scrivere su intavolatura armonici su corde premute.
pinchedHarmonics = { \textSpannerDown \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup {\halign #-0.5 \teeny "PH" } \override TextSpanner.style = #'dashed-line \override TextSpanner.dash-period = #0.6 \override TextSpanner.bound-details.right.attach-dir = #1 \override TextSpanner.bound-details.right.text = \markup { \draw-line #'(0 . 1) } \override TextSpanner.bound-details.right.padding = #-0.5 } harmonics = { %artificial harmonics (AH) \textLengthOn <\parenthesize b b'\harmonic>4_\markup { \teeny "AH 16" } <\parenthesize g g'\harmonic>4_\markup { \teeny "AH 17" } <\parenthesize d' d''\harmonic>2_\markup { \teeny "AH 19" } %pinched harmonics (PH) \pinchedHarmonics <a'\harmonic>2\startTextSpan <d''\harmonic>4 <e'\harmonic>4\stopTextSpan %tapped harmonics (TH) <\parenthesize g\4 g'\harmonic>4_\markup { \teeny "TH 17" } <\parenthesize a\4 a'\harmonic>4_\markup { \teeny "TH 19" } <\parenthesize c'\3 c''\harmonic>2_\markup { \teeny "TH 17" } %touch harmonics (TCH) a4( <e''\harmonic>2. )_\markup { \teeny "TCH" } } frettedStrings = { %artificial harmonics (AH) \harmonicByFret #4 g4\3 \harmonicByFret #5 d4\4 \harmonicByFret #7 g2\3 %pinched harmonics (PH) \harmonicByFret #7 d2\4 \harmonicByFret #5 d4\4 \harmonicByFret #7 a4\5 %tapped harmonics (TH) \harmonicByFret #5 d4\4 \harmonicByFret #7 d4\4 \harmonicByFret #5 g2\3 %touch harmonics (TCH) a4 \harmonicByFret #9 g2.\3 } \score { << \new Staff \with { \omit StringNumber } { \new Voice { \clef "treble_8" \harmonics } } \new TabStaff { \new TabVoice { \frettedStrings } } >> }
Slides in tablature
Slides can be typeset in both Staff
and TabStaff
contexts:
slides = { c'8\3(\glissando d'8\3) c'8\3\glissando d'8\3 \hideNotes \grace { g16\glissando } \unHideNotes c'4\3 \afterGrace d'4\3\glissando { \stemDown \hideNotes g16 } \unHideNotes } \score { << \new Staff { \clef "treble_8" \slides } \new TabStaff { \slides } >> \layout { \context { \Score \override Glissando.minimum-length = #4 \override Glissando.springs-and-rods = #ly:spanner::set-spacing-rods \override Glissando.thickness = #2 \omit StringNumber % or: %\override StringNumber.stencil = ##f } } }
Glissando di accordi in intavolatura
I glissati (o slide) di accordi vengono indicati sia nel rigo (contesto
Staff
) sia nell’intavolatura (contesto TabStaff
). I numeri
di corda sono necessari per TabStaff
, perché i calcoli automatici
della corda sono diversi per gli accordi e per le note singole.
myMusic = \relative c' { <c e g>1 \glissando <f a c> } \score { << \new Staff { \clef "treble_8" \myMusic } \new TabStaff \myMusic >> } \score { << \new Staff { \clef "treble_8" \myMusic } \new TabStaff \with { \override Glissando.style = #'none } { \myMusic } >> }
Martellato e strappato
Il martellato (hammer on) e lo strappato (pull off) si possono ottenere con le legature di portamento.
\new TabStaff { \relative c' { d4( e\2) a( g) } }
Martellato e strappato usando le voci
L’arco del martellato o dello strappato è rivolto in alto nella prima e terza voce, mentre è rivolto in basso nella seconda e quarta voce.
\new TabStaff { \relative c' { << { \voiceOne g2( a) } \\ { \voiceTwo a,( b) } >> \oneVoice } }
Martellato e strappato usando accordi
Quando il martellato o lo strappato si applicano a delle note in un accordo, viene disegnato
un solo arco. Ma è possibile avere un “doppio arco” impostando la proprietà
doubleSlurs
su #t
.
\new TabStaff { \relative c' { % chord hammer-on and pull-off \set doubleSlurs = ##t <g' b>8( <a c> <g b>) } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Ripetizione di un accordo, Glissando, Armonici, Gambi, Ripetizioni ricopiate.
Frammenti: Fretted strings.
Guida al funzionamento interno: TabNoteHead, TabStaff, TabVoice, Beam.
Problemi noti e avvertimenti
Gli accordi non sono gestiti in un modo specifico, dunque il selettore automatico delle corde potrebbe selezionare la stessa corda per due note di un accordo.
Per poter gestire \partCombine
, un rigo TabStaff
deve usare
voci create appositamente:
melodia = \partCombine { e4 g g g } { e4 e e e } << \new TabStaff << \new TabVoice = "one" s1 \new TabVoice = "two" s1 \new TabVoice = "shared" s1 \new TabVoice = "solo" s1 { \melodia } >> >>
Gli effetti speciali per chitarra sono limitati ad armonici e slide (glissati).
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Intavolature personalizzate
L’intavolatura di LilyPond calcola automaticamente il tasto per
una nota in base alla corda a cui è assegnata. Per far ciò, deve
essere specificata l’accordatura usando la proprietà
stringTunings
.
LilyPond ha accordature predefinite per banjo, mandolino, chitarra, basso, ukulele, violino, viola, violoncello e contrabbasso. LilyPond imposta automaticamente la corretta trasposizione per le accordature predefinite. L’esempio seguente è per basso, che suona un’ottava più bassa di come è scritto.
<< \new Voice \with { \omit StringNumber } { \clef "bass_8" \relative { c,4 d e f } } \new TabStaff \with { stringTunings = #bass-tuning } { \relative { c,4 d e f } } >>
L’accordatura predefinita è guitar-tuning
, ovvero
l’accordatura standard EADGBE. Altre accordature predefinite
sono guitar-open-g-tuning
, mandolin-tuning
e
banjo-open-g-tuning
. Tutte le accordature predefinite
si trovano in ‘ly/string-tunings-init.ly’.
Si può definire qualsiasi accordatura tramite la funzione
\stringTuning
, che imposta la proprietà
stringTunings
per il contesto corrente.
Prende come argomento un accordo che definisce le altezze
di ciascuna corda dell’accordatura. Le note dell’accordo
sono in modalità di ottava assoluta, vedi
Ottava assoluta. La corda col numero più
alto (generalmente la corda più grave) deve apparire
per prima nell’accordo. Per esempio, possiamo definire
un’accordatura per uno strumento a quattro corde con
le altezze a''
, d''
, g'
e c'
:
mynotes = { c'4 e' g' c'' | e''4 g'' b'' c''' } << \new Staff { \clef treble \mynotes } \new TabStaff { \set Staff.stringTunings = \stringTuning <c' g' d'' a''> \mynotes } >>
La proprietà stringTunings
viene utilizzata anche da
FretBoards
per calcolare i diagrammi automatici dei tasti.
Le accordature vengono usate per calcolare i diagrammi dei tasti predefiniti (vedi Diagrammi dei tasti predefiniti).
L’esempio precedente può essere scritto anche così:
custom-tuning = \stringTuning <c' g' d'' a''> mynotes = { c'4 e' g' c'' | e''4 g'' b'' c''' } << \new Staff { \clef treble \mynotes } \new TabStaff { \set TabStaff.stringTunings = #custom-tuning \mynotes } >>
Internamente un’accordatura è una lista Scheme di altezze, una per ciascuna corda, ordinata da un numero di corda che va da 1 a N, dove la corda 1 è in cima al rigo dell’intavolatura e la corda N è in fondo. Normalmente ciò significa che l’ordine va dall’altezza più alta a quella più bassa, con l’eccezione di alcuni strumenti (come l’ukulele) che non hanno corde ordinate per altezza.
Un’altezza in una lista per accordatura, nella terminologia di
LilyPond, è un oggetto altezza, creato dalla funzione Scheme
ly:make-pitch
(vedi
Scheme functions).
\stringTuning
crea tale oggetto a partire da un accordo.
LilyPond calcola automaticamente il numero di linee del rigo
dell’intavolatura (TabStaff
) e il numero di corde in una
tastiera (FretBoard
) calcolata automaticamente in base
al numero di elementi in stringTunings
.
Per far sì che tutti i contesti TabStaff usino la stessa accordatura personalizzata, si può usare
\layout { \context { \TabStaff stringTunings = \stringTuning <c' g' d'' a''> } }
Si può usare anche una chiave moderna per l’intavolatura.
\new TabStaff { \clef moderntab <a, e a>1 \break \clef tab <a, e a>1 }
La chiave moderna per l’intavolatura supporta tablature da 4 a 7 corde.
TabStaff
supporta i microtoni come i quarti di tono, che possono
essere suonati piegando le corde (bending). Occorre impostare
supportNonIntegerFret = ##t
nel contesto Score
. I microtoni
tuttavia non sono supportati nel contesto FretBoards
.
\layout { \context { \Score supportNonIntegerFret = ##t } } custom-tuning = \stringTuning <e, a, d ges beh eeh'> mus = \relative { eeses'4 eeseh ees eeh e eih eis eisih eisis } << \new Staff << \clef "G_8" \mus >> \new TabStaff \with { stringTunings = \custom-tuning } \mus >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Ottava assoluta, Diagrammi dei tasti predefiniti.
File installati: ‘ly/string-tunings-init.ly’, ‘scm/tablature.scm’.
Frammenti: Fretted strings.
Guida al funzionamento interno: Tab_note_heads_engraver, Scheme functions.
Problemi noti e avvertimenti
I calcoli automatici dell’intavolatura non funzionano correttamente nella maggior parte dei casi per strumenti (come l’ukulele) in cui le altezze delle corde non variano in modo uniforme col numero di corda.
Diagrammi dei tasti
I diagrammi dei tasti possono essere collegati alla musica come testo (markup) attaccato alla nota desiderata. Il testo contiene l’informazione sul diagramma dei tasti desiderato. Esistono tre diverse interfacce per inserire un diagramma dei tasti (fret-diagram): standard, conciso (terse) e ridondante (verbose). Le tre interfacce producono testi graficamente equivalenti, ma hanno diverse quantità di informazioni nella stringa di testo. I dettagli sulla sintassi delle diverse stringhe di markup usate per definire i diagrammi dei tasti si trovano in Instrument Specific Markup.
Il comando per il diagramma dei tasti standard, \fret-diagram
, richiede
il numero di corda e il numero di tasto per ogni punto da posizionare sulla
corda. Per esempio 5-3
indica che la quinta corda è premuta sul terzo
tasto. Si possono indicare anche corde a vuoto o non suonate (mute) attaccando
rispettivamente -o
e -x
al numero di corda.
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 d:m } } \new Staff { \clef "treble_8" <c e g c' e'>1^\markup { \fret-diagram "6-x;5-3;4-2;3-o;2-1;1-o;" } <d a d' f'>1^\markup { \fret-diagram "6-x;5-x;4-o;3-2;2-3;1-1;" } } >>
Con fret-diagram si possono aggiungere indicazioni di barré al diagramma
inserendo all’inizio della stringa, per esempio, c:4-1-3
, che
indica che il barré va dalla quarta alla prima corda e si trova sul
terzo tasto.
<< \new ChordNames { \chordmode { f1 g } } \new Staff { \clef "treble_8" <f, c f a c' f'>1^\markup { \fret-diagram "c:6-1-1;6-1;5-3;4-3;3-2;2-1;1-1;" } <g, d g b d' g'>1^\markup { \fret-diagram "c:6-1-3;6-3;5-5;4-5;3-4;2-3;1-3;" } } >>
La dimensione del diagramma dei tasti si può variare col
modificatore s:
. Un numero superiore a 1 aumenterà la
dimensione predefinita, mentre uno inferiore a 1 la ridurrà.
Il numero dei tasti del diagramma può essere cambiato col
modificatore h:
seguito dal numero di tasti desiderato.
<< \new ChordNames { \chordmode { f1 g } } \new Staff { \clef "treble_8" <f, c f a c' f'>1^\markup { \fret-diagram "s:1.5;c:6-1-1;6-1;5-3;4-3;3-2;2-1;1-1;" } <g, b, d g b g'>1^\markup { \fret-diagram "h:6;6-3;5-2;4-o;3-o;2-o;1-3;" } } >>
Il numero di corde in un diagramma creato con \fret-diagram
può
essere cambiato per adattarsi a diversi strumenti come banjo e ukulele.
Il modificatore è w:
seguito dal numero di corde desiderato.
<< \new ChordNames { \chordmode { a1 } } \new Staff { % An 'A' chord for ukulele a'1^\markup { \fret-diagram "w:4;4-2-2;3-1-1;2-o;1-o;" } } >>
Si possono aggiungere indicazioni di diteggiatura appendendo un terzo
numero, dopo quelli della corda e del tasto. La posizione delle diteggiature
è controllata dal modificatore f:
, che può prendere due valori: 1, per
mostrare i numeri di diteggiatura sul tasto; 2 per mostrarli alla base della
rispettiva corda (posizione predefinita).
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 d:m } } \new Staff { \clef "treble_8" <c e g c' e'>1^\markup { \fret-diagram "f:1;6-x;5-3-3;4-2-2;3-o;2-1-1;1-o;" } <d a d' f'>1^\markup { \fret-diagram "f:2;6-x;5-x;4-o;3-2-2;2-3-3;1-1-1;" } } >>
Il comando fret-diagram
consente anche di modificare il raggio
del punto (modificatore d:
) e la sua posizione rispetto al
tasto (modificatore p:
).
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 d:m } } \new Staff { \clef "treble_8" <c e g c' e'>1^\markup { \fret-diagram "d:0.35;6-x;5-3;4-2;3-o;2-1;1-o;" } <d a d' f'>1^\markup { \fret-diagram "p:0.2;6-x;5-x;4-o;3-2;2-3;1-1;" } } >>
I diagrammi dei tasti possono essere adattati per i mancini
\markup \center-column { "C" "(left-handed)" \override #`(fret-diagram-details . ((handedness . ,LEFT))) \fret-diagram "6-x;5-3-3;4-2-2;3-o;2-1;1-o;" }
Il comando markup \fret-diagram-terse
ha un formato più conciso perché
omette i numeri di corda, che sono calcolati implicitamente in base al punto
e virgola che separa ciascuna corda. Il primo punto e virgola corrisponde
al numero di corda più alto e l’ultimo punto e virgola corrisponde alla
prima corda. Si possono indicare anche corde a vuoto, mute e con tasto
premuto, come visto prima.
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 d:m } } \new Staff { \clef "treble_8" <c e g c' e'>1^\markup { \fret-diagram-terse "x;3;2;o;1;o;" } <d a d' f'>1^\markup { \fret-diagram-terse "x;x;o;2;3;1;" } } >>
Nella stringa di \fret-diagram-terse
si possono inserire indicazioni di
barré:
<< \new ChordNames { \chordmode { f1 g } } \new Staff { \clef "treble_8" <f, c f a c' f'>1^\markup { \fret-diagram-terse "1-(;3;3;2;1;1-);" } <g, d g b d' g'>1^\markup { \fret-diagram-terse "3-(;5;5;4;3;3-);" } } >>
\fret-diagram-terse
accetta anche indicazioni di diteggiatura, che
si troveranno in seconda posizione, dopo il numero del tasto.
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 d:m } } \new Staff { \override Voice.TextScript.fret-diagram-details.finger-code = #'below-string \clef "treble_8" <c e g c' e'>1^\markup { \fret-diagram-terse "x;3-3;2-2;o;1-1;o;" } <d a d' f'>1^\markup { \fret-diagram-terse "x;x;o;2-2;3-3;1-1;" } } >>
Quando si usa \fret-diagram-terse
, altre proprietà del diagramma dei tasti
possono essere regolate usando \override
.
Solo un’indicazione per corda può essere inclusa in un markup fret-diagram-terse. Per avere indicazioni multiple per corda, usare una diagramma dei tasti o un markup fret-diagram-verbose.
Il comando \fret-diagram-verbose
prende come argomento una lista Scheme.
Ciascun elemento della lista indica un elemento da posizionare sul diagramma.
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 d:m } } \new Staff { \clef "treble_8" <c e g c' e'>1^\markup { \fret-diagram-verbose #'( (mute 6) (place-fret 5 3) (place-fret 4 2) (open 3) (place-fret 2 1) (open 1) ) } <d a d' f'>1^\markup { \fret-diagram-verbose #'( (mute 6) (mute 5) (open 4) (place-fret 3 2) (place-fret 2 3) (place-fret 1 1) ) } } >>
Nella lista di fret-diagram-verbose si possono inserire indicazioni di diteggiatura e barré. Solo in questa interfaccia è possibile inserire un’indicazione di capotasto per il diagramma. L’indicazione di capotasto è una barra spessa che copre tutte le corde. Il tasto col capotasto sarà il tasto più basso del diagramma.
I punti con le diteggiature possono essere colorati o racchiusi da parentesi; il colore delle parentesi può essere modificato in modo indipendente.
Si può anche inserire del testo di tipo markup dentro i punti.
<< \new ChordNames { \chordmode { f1 g c c b } } \new Staff { \clef "treble_8" \override Voice.TextScript.fret-diagram-details.finger-code = #'below-string <f, c f a c' f'>1^\markup { \fret-diagram-verbose #'( (place-fret 6 1) (place-fret 5 3) (place-fret 4 3) (place-fret 3 2) (place-fret 2 1) (place-fret 1 1) (barre 6 1 1) ) } <g, b, d g b g'>1^\markup { \fret-diagram-verbose #'( (place-fret 6 3 2) (place-fret 5 2 1) (open 4) (open 3) (open 2) (place-fret 1 3 3) ) } <c g c' e' g'>1^\markup { \fret-diagram-verbose #'( (capo 3) (mute 6) (place-fret 4 5 1) (place-fret 3 5 2) (place-fret 2 5 3) ) } \override Voice.TextScript.size = 1.4 <c g c' e' g'>1^\markup { \fret-diagram-verbose #'( (place-fret 6 3 1 red parenthesized default-paren-color) (place-fret 5 3 1 inverted) (place-fret 4 5 2 blue parenthesized) (place-fret 3 5 3 blue) (place-fret 2 5 4 blue) (place-fret 1 3 1 inverted) ) } \override Voice.TextScript.size = 1.5 <b, fis b dis' fis'>1^\markup \override #'(fret-diagram-details . ((finger-code . in-dot))) \fret-diagram-verbose #`( (place-fret 5 2 1) (place-fret 4 4 "fis" red) (place-fret 3 4 "b" red) (place-fret 2 4 ,#{ \markup \concat { \vcenter "d" \fontsize #-5 \musicglyph "accidentals.sharp"} #} red) (place-fret 1 2 1) ) } >>
Anche in questa interfaccia è possibile modificare tutte le altre proprietà
del diagramma dei tasti tramite \override
.
L’aspetto grafico di un diagramma dei tasti può essere personalizzato
secondo le proprie preferenze attraverso le proprietà dell’interfaccia
fret-diagram-interface
. Tutti i dettagli si trovano in
fret-diagram-interface. Per un diagramma dei tasti di
tipo markup, le proprietà dell’interfaccia appartengono a Voice.TextScript
.
Frammenti di codice selezionati
Cambiare l’orientamento della tastiera
I diagrammi dei tasti possono essere orientati in tre modi.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" << \chords { c1 c1 c1 } \new FretBoards { \chordmode { c1 \override FretBoard.fret-diagram-details.orientation = #'landscape c1 \override FretBoard.fret-diagram-details.orientation = #'opposing-landscape c1 } } \new Voice { c'1 c'1 c' } >>
Personalizzare il diagramma dei tasti di tipo markup
Le proprietà del diagramma dei tasti si possono impostare tramite
'fret-diagram-details
. Per diagrammi di tipo markup, gli
override possono essere applicati all’oggetto Voice.TextScript
o
direttamente al markup.
<< \chords { c1 | c | c | d } \new Voice = "mel" { \textLengthOn % Set global properties of fret diagram \override TextScript.size = #'1.2 \override TextScript.fret-diagram-details.finger-code = #'in-dot \override TextScript.fret-diagram-details.dot-color = #'white %% C major for guitar, no barre, using defaults % terse style c'1^\markup { \fret-diagram-terse "x;3-3;2-2;o;1-1;o;" } %% C major for guitar, barred on third fret % verbose style % size 1.0 % roman fret label, finger labels below string, straight barre c'1^\markup { % standard size \override #'(size . 1.0) { \override #'(fret-diagram-details . ( (number-type . roman-lower) (finger-code . in-dot) (barre-type . straight))) { \fret-diagram-verbose #'((mute 6) (place-fret 5 3 1) (place-fret 4 5 2) (place-fret 3 5 3) (place-fret 2 5 4) (place-fret 1 3 1) (barre 5 1 3)) } } } %% C major for guitar, barred on third fret % verbose style % landscape orientation, arabic numbers, M for mute string % no barre, fret label down or left, small mute label font c'1^\markup { \override #'(fret-diagram-details . ( (finger-code . below-string) (number-type . arabic) (label-dir . -1) (mute-string . "M") (orientation . landscape) (barre-type . none) (xo-font-magnification . 0.4) (xo-padding . 0.3))) { \fret-diagram-verbose #'((mute 6) (place-fret 5 3 1) (place-fret 4 5 2) (place-fret 3 5 3) (place-fret 2 5 4) (place-fret 1 3 1) (barre 5 1 3)) } } %% simple D chord % terse style % larger dots, centered dots, fewer frets % label below string d'1^\markup { \override #'(fret-diagram-details . ( (finger-code . below-string) (dot-radius . 0.35) (dot-position . 0.5) (fret-count . 3))) { \fret-diagram-terse "x;x;o;2-1;3-2;2-3;" } } } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Instrument Specific Markup.
Frammenti: Fretted strings.
Guida al funzionamento interno: fret-diagram-interface.
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Diagrammi dei tasti predefiniti
I diagrammi dei tasti possono essere visualizzati attraverso il contesto
FretBoards
. Per impostazione predefinita, il contesto FretBoards
mostrerà i diagrammi dei tasti salvati in una tabella dati:
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" \new FretBoards { \chordmode { c1 d } }
I diagrammi dei tasti predefiniti sono contenuti nel file
‘predefined-guitar-fretboards.ly’. Si basano sulle altezze
di un accordo e sul valore di stringTunings
in uso.
‘predefined-guitar-fretboards.ly’ contiene i diagrammi dei tasti
predefiniti solo per l’accordatura standard per chitarra (guitar-tuning
).
Si possono aggiungere diagrammi predefiniti per altri strumenti o accordature
seguendo l’esempio in ‘predefined-guitar-fretboards.ly’.
I diagrammi dei tasti per ukulele sono contenuti nel file ‘predefined-ukulele-fretboards.ly’.
\include "predefined-ukulele-fretboards.ly" myChords = \chordmode { a1 a:m a:aug } \new ChordNames { \myChords } \new FretBoards { \set Staff.stringTunings = #ukulele-tuning \myChords }
I diagrammi dei tasti per mandolino sono contenuti nel file
‘predefined-mandolin-fretboards.ly’.
\include "predefined-mandolin-fretboards.ly" myChords = \chordmode { c1 c:m7.5- c:aug } \new ChordNames { \myChords } \new FretBoards { \set Staff.stringTunings = #mandolin-tuning \myChords }
Le altezze degli accordi possono essere inserite sia come musica simultanea sia usando la modalità per accordi (vedi Panoramica sulla modalità accordo).
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" \new FretBoards { \chordmode { c1 } <c' e' g'>1 }
Di solito i nomi degli accordi e i diagrammi dei tasti appaiono insieme.
Per farlo si pone un contesto ChordNames
in parallelo con un
contesto FretBoards
assegnando a entrambi la stessa musica.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" mychords = \chordmode { c1 f g } << \new ChordNames { \mychords } \new FretBoards { \mychords } >>
I diagrammi dei tasti predefiniti possono essere trasposti, purché un diagramma per l’accordo trasposto sia salvato nella tabella del diagramma.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" mychords = \chordmode { c1 f g } mychordlist = { \mychords \transpose c e { \mychords } } << \new ChordNames { \mychordlist } \new FretBoards { \mychordlist } >>
La tabella dei diagrammi dei tasti predefiniti per chitarra contiene otto accordi (maggiore, minore, aumentato, diminuito, settima dominante, settima maggiore, settima minore, nona dominante) per ognuna delle 17 tonalità.
La tabella dei diagrammi dei tasti per ukulele contiene questi accordi più ulteriori tre accordi (sesta maggiore, seconda sospesa e quarta sospesa). Un elenco completo dei diagrammi dei tasti predefiniti si trova in Diagrammi degli accordi predefiniti. Se nella tabella non esiste una voce per un accordo, l’incisore FretBoards calcolerà un diagramma usando la funzionalità automatica descritta in Diagrammi dei tasti automatici.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" mychords = \chordmode{ c1 c:maj9 } << \new ChordNames { \mychords } \new FretBoards { \mychords } >>
Si possono aggiungere diagrammi dei tasti alla tabella. Basta specificare la tabella del diagramma, l’accordo, l’accordatura e una definizione del diagramma. Di solito la tabella di riferimento sarà default-fret-table. La definizione di diagramma può essere una stringa di fret-diagram-terse o un elenco di fret-diagram-verbose.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" \storePredefinedDiagram #default-fret-table \chordmode { c:maj9 } #guitar-tuning "x;3-2;o;o;o;o;" mychords = \chordmode { c1 c:maj9 } << \new ChordNames { \mychords } \new FretBoards { \mychords } >>
Diagrammi diversi per accordi con lo stesso nome possono essere salvati usando un’altezza con unn’ottava diversa. L’ottava diversa deve essere almeno due ottave sopra o sotto l’ottava predefinita, perché le ottave sopra e sotto sono usate per trasporre le tastiere.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" \storePredefinedDiagram #default-fret-table \chordmode { c'' } #guitar-tuning #(offset-fret 2 (chord-shape 'bes guitar-tuning)) mychords = \chordmode { c1 c'' } << \new ChordNames { \mychords } \new FretBoards { \mychords } >>
Oltre ai diagrammi dei tasti, LilyPond contiene un elenco interno di forme di accordo. Queste forme sono diagrammi dei tasti che possono essere spostati lungo il manico in diverse posizioni per fornire diversi accordi. Si possono aggiungere nuove forme di accordo all’elenco interno e poi usarle per definire diagrammi dei tasti predefiniti. Dato che possono essere spostate in varie posizioni sul manico, le forme di un accordo normalmente non contengono corde a vuoto. Come per i diagrammi dei tasti, le forme possono essere inserite come stringhe di fret-diagram-terse o come elenchi di fret-diagram-verbose.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" % Add a new chord shape \addChordShape #'powerf #guitar-tuning "1-1;3-3;3-4;x;x;x;" % add some new chords based on the power chord shape \storePredefinedDiagram #default-fret-table \chordmode { f'' } #guitar-tuning #(chord-shape 'powerf guitar-tuning) \storePredefinedDiagram #default-fret-table \chordmode { g'' } #guitar-tuning #(offset-fret 2 (chord-shape 'powerf guitar-tuning)) mychords = \chordmode { f1 f'' g g'' } << \new ChordNames { \mychords } \new FretBoards { \mychords } >>
L’aspetto grafico di un diagramma dei tasti può essere personalizzato in
base alle proprie preferenze attraverso le proprietà dell’interfaccia
fret-diagram-interface
. I dettagli si trovano in
fret-diagram-interface. Per un diagramma dei tasti predefinito,
le proprietà dell’interfaccia appartengono a FretBoards.FretBoard
.
Frammenti di codice selezionati
Personalizzare la tastiera del diagramma dei tasti
Le proprietà del diagramma dei tasti possono essere impostate tramite
'fret-diagram-details
. Per i diagrammi dell’oggetto FretBoard,
gli override vengono applicati all’oggetto FretBoards.FretBoard
.
Come Voice
, FretBoards
è un contesto di basso livello,
dunque può essere omesso negli override delle proprietà.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" \storePredefinedDiagram #default-fret-table \chordmode { c' } #guitar-tuning #"x;1-1-(;3-2;3-3;3-4;1-1-);" % shorthand oo = #(define-music-function (grob-path value) (list? scheme?) #{ \once \override $grob-path = #value #}) << \new ChordNames { \chordmode { c1 | c | c | d } } \new FretBoards { % Set global properties of fret diagram \override FretBoards.FretBoard.size = #'1.2 \override FretBoard.fret-diagram-details.finger-code = #'in-dot \override FretBoard.fret-diagram-details.dot-color = #'white \chordmode { c \oo FretBoard.size #'1.0 \oo FretBoard.fret-diagram-details.barre-type #'straight \oo FretBoard.fret-diagram-details.dot-color #'black \oo FretBoard.fret-diagram-details.finger-code #'below-string c' \oo FretBoard.fret-diagram-details.barre-type #'none \oo FretBoard.fret-diagram-details.number-type #'arabic \oo FretBoard.fret-diagram-details.orientation #'landscape \oo FretBoard.fret-diagram-details.mute-string #"M" \oo FretBoard.fret-diagram-details.label-dir #LEFT \oo FretBoard.fret-diagram-details.dot-color #'black c' \oo FretBoard.fret-diagram-details.finger-code #'below-string \oo FretBoard.fret-diagram-details.dot-radius #0.35 \oo FretBoard.fret-diagram-details.dot-position #0.5 \oo FretBoard.fret-diagram-details.fret-count #3 d } } \new Voice { c'1 | c' | c' | d' } >>
Definire diagrammi dei tasti predefiniti per altri strumenti
Si possono aggiungere diagrammi dei tasti predefiniti per nuovi strumenti oltre a quelli standard per chitarra. Questo frammento mostra come farlo definendo una nuova accordatura e alcuni diagrammi predefiniti per il quatro venezuelano.
Mostra anche come includere le diteggiature negli accordi usati come punti
di riferimento per la consultazione degli accordi e come mostrarle nel
diagramma dei tasti e in TabStaff
, ma non nella musica.
Questi diagrammi non sono trasponibili perché contengono informazioni sulle corde. È prevista una correzione in futuro.
% add FretBoards for the Cuatro % Note: This section could be put into a separate file % predefined-cuatro-fretboards.ly % and \included into each of your compositions cuatroTuning = #`(,(ly:make-pitch 0 6 0) ,(ly:make-pitch 1 3 SHARP) ,(ly:make-pitch 1 1 0) ,(ly:make-pitch 0 5 0)) dSix = { <a\4 b\1 d\3 fis\2> } dMajor = { <a\4 d\1 d\3 fis \2> } aMajSeven = { <a\4 cis\1 e\3 g\2> } dMajSeven = { <a\4 c\1 d\3 fis\2> } gMajor = { <b\4 b\1 d\3 g\2> } \storePredefinedDiagram #default-fret-table \dSix #cuatroTuning #"o;o;o;o;" \storePredefinedDiagram #default-fret-table \dMajor #cuatroTuning #"o;o;o;3-3;" \storePredefinedDiagram #default-fret-table \aMajSeven #cuatroTuning #"o;2-2;1-1;2-3;" \storePredefinedDiagram #default-fret-table \dMajSeven #cuatroTuning #"o;o;o;1-1;" \storePredefinedDiagram #default-fret-table \gMajor #cuatroTuning #"2-2;o;1-1;o;" % end of potential include file /predefined-cuatro-fretboards.ly #(set-global-staff-size 16) primerosNames = \chordmode { d:6 d a:maj7 d:maj7 g } primeros = { \dSix \dMajor \aMajSeven \dMajSeven \gMajor } \score { << \new ChordNames { \set chordChanges = ##t \primerosNames } \new Staff { \new Voice \with { \remove "New_fingering_engraver" } \relative c'' { \primeros } } \new FretBoards { \set Staff.stringTunings = #cuatroTuning % \override FretBoard % #'(fret-diagram-details string-count) = 4 \override FretBoard.fret-diagram-details.finger-code = #'in-dot \primeros } \new TabStaff \relative c'' { \set TabStaff.stringTunings = #cuatroTuning \primeros } >> \layout { \context { \Score \override SpacingSpanner.base-shortest-duration = #(ly:make-moment 1 16) } } \midi { } }
Cambi di accordo nei diagrammi dei tasti
Si può impostare il contesto FretBoards in modo che mostri il diagramma solo quando l’accordo cambia o all’inizio di una nuova linea.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" myChords = \chordmode { c1 c1 \break \set chordChanges = ##t c1 c1 \break c1 c1 } << \new ChordNames { \myChords } \new FretBoards { \myChords } \new Staff { \myChords } >>
Tabelle alternative per i diagrammi dei tasti
Si possono creare tabelle alternative per i diagrammi dei tasti. Queste possono essere usate per avere diagrammi alternativi per uno stesso accordo.
Per poter usare una tabella alternativa, deve prima essere creata. Quindi si aggiungono i diagrammi alla tabella.
La tabella può essere vuota oppure ricopiata da una tabella esistente.
La tabella da usare nel mostrare i diagrammi predefiniti viene selezionata
dalla proprietà \predefinedDiagramTable
.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" % Make a blank new fretboard table #(define custom-fretboard-table-one (make-fretboard-table)) % Make a new fretboard table as a copy of default-fret-table #(define custom-fretboard-table-two (make-fretboard-table default-fret-table)) % Add a chord to custom-fretboard-table-one \storePredefinedDiagram #custom-fretboard-table-one \chordmode {c} #guitar-tuning "3-(;3;5;5;5;3-);" % Add a chord to custom-fretboard-table-two \storePredefinedDiagram #custom-fretboard-table-two \chordmode {c} #guitar-tuning "x;3;5;5;5;o;" << \chords { c1 | d1 | c1 | d1 | c1 | d1 | } \new FretBoards { \chordmode { \set predefinedDiagramTable = #default-fret-table c1 | d1 | \set predefinedDiagramTable = #custom-fretboard-table-one c1 | d1 | \set predefinedDiagramTable = #custom-fretboard-table-two c1 | d1 | } } \new Staff { \clef "treble_8" << \chordmode { c1 | d1 | c1 | d1 | c1 | d1 | } { s1_\markup "Default table" | s1 | s1_\markup \column {"New table" "from empty"} | s1 | s1_\markup \column {"New table" "from default"} | s1 | } >> } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Intavolature personalizzate, Diagrammi dei tasti automatici, Panoramica sulla modalità accordo, Diagrammi degli accordi predefiniti.
File installati:
‘ly/predefined-guitar-fretboards.ly’,
‘ly/predefined-guitar-ninth-fretboards.ly’,
‘ly/predefined-ukulele-fretboards.ly’,
‘ly/predefined-mandolin-fretboards.ly’.
Frammenti: Fretted strings.
Guida al funzionamento interno: fret-diagram-interface.
Diagrammi dei tasti automatici
I diagrammi dei tasti possono essere creati automaticamente dalle note
inserite usando il contesto FretBoards
. Se non è disponibile un
diagramma predefinito per le note inserite nell’accordatura (stringTunings
)
attiva, questo contesto calcola le corde e i tasti che possono essere usati
per suonare le note.
<< \new ChordNames { \chordmode { f1 g } } \new FretBoards { <f, c f a c' f'>1 <g,\6 b, d g b g'>1 } \new Staff { \clef "treble_8" <f, c f a c' f'>1 <g, b, d g b' g'>1 } >>
Dato che nessun diagramma predefinito viene caricato senza impostarlo esplicitamente, il calcolo automatico dei diagrammi è il comportamento predefinito. Quando i diagrammi predefiniti vengono caricati, il calcolo automatico può essere abilitato e disabilitato con dei comandi predefiniti:
\storePredefinedDiagram #default-fret-table <c e g c' e'> #guitar-tuning "x;3-1-(;5-2;5-3;5-4;3-1-1-);" << \new ChordNames { \chordmode { c1 c c } } \new FretBoards { <c e g c' e'>1 \predefinedFretboardsOff <c e g c' e'>1 \predefinedFretboardsOn <c e g c' e'>1 } \new Staff { \clef "treble_8" <c e g c' e'>1 <c e g c' e'>1 <c e g c' e'>1 } >>
Talvolta il calcolatore dei diagrammi non sarà in grado di trovare un
diagramma accettabile. Di solito il rimedio consiste nell’assegnare manualmente
una nota a una corda. In molti casi, solo una nota deve essere posta
esplicitamente su una corda; tutte le altre note verranno posizionate
correttamente dal contesto FretBoards
.
Si possono aggiungere le diteggiture ai diagrammi dei tasti dell’oggetto FretBoard.
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 d:m } } \new FretBoards { <c-3 e-2 g c'-1 e'>1 <d a-2 d'-3 f'-1>1 } \new Staff { \clef "treble_8" <c e g c' e'>1 <d a d' f'>1 } >>
Il tasto minimo da usare per calcolare le corde e i tasti per il contesto
FretBoard si può impostare con la proprietà minimumFret
.
<< \new ChordNames { \chordmode { d1:m d:m } } \new FretBoards { <d a d' f'>1 \set FretBoards.minimumFret = #5 <d a d' f'>1 } \new Staff { \clef "treble_8" <d a d' f'>1 <d a d' f'>1 } >>
Le corde e i tasti per il contesto FretBoards
dipendono dalla proprietà
stringTunings
, che funziona proprio come nel contesto TabStaff.
Si rimanda a Intavolature personalizzate per informazioni sulla
proprietà stringTunings
.
L’aspetto grafico di un diagramma dei tasti può essere personalizzato secondo
le proprie preferenze tramite le proprietà dell’interfaccia
fret-diagram-interface
. I dettagli si trovano in
fret-diagram-interface. Per un diagramma dei tasti del contesto
FretBoards
, le proprietà dell’interfaccia appartengono a
FretBoards.FretBoard
.
Comandi predefiniti
\predefinedFretboardsOff
,
\predefinedFretboardsOn
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Intavolature personalizzate.
Frammenti: Fretted strings.
Guida al funzionamento interno: fret-diagram-interface.
Problemi noti e avvertimenti
I calcoli automatici dei tasti non funzionano correttamente per gli strumenti con accordature non monotoniche.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Diagrammi dei tasti automatici ] | [ Su : Notazione comune per strumenti a corde con tasti ] | [ Chitarra > ] |
Diteggiature della mano destra
Le diteggiature della mano destra p-i-m-a si inseriscono col comando
\rightHandFinger
seguito da un numero.
Nota: Se si inserisce il numero in notazione Scheme, ricordarsi di
aggiungere uno spazio prima del >
di chiusura o simili.
\clef "treble_8" c4\rightHandFinger #1 e\rightHandFinger #2 g\rightHandFinger #3 c'\rightHandFinger #4 <c\rightHandFinger #1 e\rightHandFinger #2 g\rightHandFinger #3 c'\rightHandFinger #4 >1
Per comodità, si può abbreviare \rightHandFinger
in un comando più
breve, per esempio RH
, aggiungendo la definizione nel livello più
alto del file sorgente:
RH = \rightHandFinger \etc
La maggior parte dei comportamenti delle diteggiature della mano destra (oggetto
StrokeFinger
) si impostano nello stesso modo delle normali diteggiature:
vedi Indicazioni di diteggiatura.
Frammenti di codice selezionati
Posizionamento delle diteggiature della mano destra
È possibile avere un maggior controllo sul posizionamento delle diteggiature della mano destra impostando una specifica proprietà, come illustrato nell’esempio seguente.
#(define RH rightHandFinger) \relative c { \clef "treble_8" \set strokeFingerOrientations = #'(up down) <c\RH #1 e\RH #2 g\RH #3 c\RH #4 >4 \set strokeFingerOrientations = #'(up right down) <c\RH #1 e\RH #2 g\RH #3 c\RH #4 >4 \set strokeFingerOrientations = #'(left) <c\RH #1 e\RH #2 g\RH #3 c\RH #4 >2 \set strokeFingerOrientations = #'(right) c\RH #1 }
Diteggiature, indicazioni di corda e diteggiature della mano destra
Questo esempio combina la diteggiatura per la mano sinistra, le indicazioni di stringa e la diteggiatura della mano destra.
#(define RH rightHandFinger) \relative c { \clef "treble_8" <c-3\5\RH #1 >4 <e-2\4\RH #2 >4 <g-0\3\RH #3 >4 <c-1\2\RH #4 >4 }
Vedi anche
Guida alla notazione: Indicazioni di diteggiatura.
Frammenti: Fretted strings.
Guida al funzionamento interno: StrokeFinger.
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[ < Diteggiature della mano destra ] | [ Su : Strumenti a corde con tasti ] | [ Indicazione di posizione e barre > ] |
2.4.2 Chitarra
La maggior parte delle questioni relative alla musica per chitarra sono trattate nella sezione generale sugli strumenti a corde con tasti, ma ce ne sono altre che è meglio spiegare qui. Talvolta gli utenti desiderano creare dei canzonieri, ovvero dei documenti che hanno solo il testo e le indicazioni di accordo sopra di esso. Dal momento che LilyPond è un compositore tipografico musicale, non è consigliato per documenti che non contengono notazione musicale. Migliori alternative sono un programma di videoscrittura, un editor di testo oppure, per utenti esperti, un compositore tipografico come GuitarTeX.
Indicazione di posizione e barré | ||
Indicazione di armonici e note smorzate | ||
Indicazione di power chord |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Chitarra ] | [ Su : Chitarra ] | [ Indicazione di armonici e note smorzate > ] |
Indicazione di posizione e barré
Questo esempio illustra come mostrare la posizione sulla chitarra e le indicazioni di barré.
\relative { \clef "treble_8" b,16 d g b e \textSpannerDown \override TextSpanner.bound-details.left.text = "XII " g16\startTextSpan b16 e g e b g\stopTextSpan e16 b g d }
Vedi anche
Guida alla notazione: Estensori del testo.
Frammenti: Fretted strings, Expressive marks.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Indicazione di posizione e barre ] | [ Su : Chitarra ] | [ Indicazione di power chord > ] |
Indicazione di armonici e note smorzate
Si possono usare teste di nota speciali per indicare note smorzate o armonici. Gli armonici sono solitamente accompagnati da testo esplicativo.
\relative { \clef "treble_8" \override NoteHead.style = #'harmonic-mixed d'8^\markup { \italic \fontsize #-2 "harm. 12" } <g b>4 }
Le note smorzate (chiamate anche dead note) sono supportate sia sul rigo normale che sull’intavolatura:
music = \relative { < a\3 \deadNote c\2 a'\1 >4 < b\3 \deadNote d\2 b'\1 > < c\3 \deadNote e\2 c'\1 > \deadNotesOn \tuplet 3/2 { g8 b e } \deadNotesOff < a,\3 c\2 e\1 >1 } \new StaffGroup << \new Staff { \clef "treble_8" \music } \new TabStaff { \music } >>
Un’altra tecnica esecutiva (usata specialmente nella chitarra elettrica) è il palm mute, in cui la corda viene parzialmente silenziata dal palmo della mano che la colpisce (da qui il nome). LilyPond supporta la notazione delle note in stile palm mute cambiando la testa della nota in una forma triangolare.
\new Voice { % Attenzione: la creazione esplicita di una Voice è % necessaria per far sì che palmMuteOff funzioni correttamente % quando palmMuteOn si trova all'inizio del brano. \relative c, { \clef "G_8" \palmMuteOn e8^\markup { \musicglyph "noteheads.s2do" = palm mute } < e b' e > e \palmMuteOff e e \palmMute e e e | e8 \palmMute { e e e } e e e e | < \palmMute e b' e >8 \palmMute { e e e } < \palmMute e b' e >2 } }
Vedi anche
Frammenti: Fretted strings.
Guida alla notazione: Teste di nota speciali, Stili delle teste di nota.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Indicazione di armonici e note smorzate ] | [ Su : Chitarra ] | [ Banjo > ] |
Indicazione di power chord
I “power chord” e i loro simboli possono essere inseriti in modalità accordo o come costrutti di accordo. In via eccezionale, nei nomi di questi accordi viene specificato il quinto grado, che è solitamente omesso negli altri accordi (per esempio, le triadi maggiori o minori:
ChordsAndSymbols = { \chordmode { e,,1:5 a,,:5.8 \set TabStaff.restrainOpenStrings = ##t \set minimumFret = #8 c,:5 f,:5.8 } \set minimumFret = #2 \set restrainOpenStrings = ##f <a, e> <a cis' e'> <g d' g'> } \score { << \new ChordNames { \ChordsAndSymbols } \new Staff { \clef "treble_8" \ChordsAndSymbols } \new TabStaff { \ChordsAndSymbols } >> }
Vedi anche
Glossario musicale: power chord.
Guida alla notazione: Accordi estesi e alterati, Stampa dei nomi degli accordi.
Frammenti: Fretted strings.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Indicazione di power chord ] | [ Su : Strumenti a corde con tasti ] | [ Intavolature per banjo > ] |
2.4.3 Banjo
Intavolature per banjo |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Banjo ] | [ Su : Banjo ] | [ Liuto > ] |
Intavolature per banjo
LilyPond ha un supporto basilare per il banjo a cinque corde. Quando si scrivono intavolature per banjo a cinque corde, usare la funzione di formattazione dell’intavolatura per banjo per ottenere i numeri di tasto corretti per la quinta corda:
music = { g8 d' g'\5 a b g e d' | g4 d''8\5 b' a'\2 g'\5 e'\2 d' | g4 } << \new Staff \with { \omit StringNumber } { \clef "treble_8" \music } \new TabStaff \with { tablatureFormat = #fret-number-tablature-format-banjo stringTunings = #banjo-open-g-tuning } { \music } >>
Sono disponibili varie accordature comuni per banjo a cinque corde:
banjo-open-g-tuning
(gDGBD), banjo-c-tuning
(gCGBD), banjo-modal-tuning
(gDGCD),
banjo-open-d-tuning
(aDF#AD), banjo-open-dm-tuning
(aDFAD), banjo-double-c-tuning
(gCGCD) e
banjo-double-d-tuning
(aDGDE).
Queste possono essere convertite in accordature a quattro corde usando
la funzione four-string-banjo
:
\set TabStaff.stringTunings = #(four-string-banjo banjo-c-tuning)
Vedi anche
File installati: ‘ly/string-tunings-init.ly’.
Frammenti: Fretted strings.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Intavolature per banjo ] | [ Su : Strumenti a corde con tasti ] | [ Intavolature per liuto > ] |
2.4.4 Liuto
Intavolature per liuto |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Liuto ] | [ Su : Liuto ] | [ Percussioni > ] |
Intavolature per liuto
LilyPond supporta l’intavolatura per liuto.
Per aggiungere altre corde basse usare additionalBassStrings
, dove si
impostano le altezze di queste corde. Appariranno sotto la linea più bassa
come: a, /a, //a, ///a, 4, 5, etc.
Occorre assegnare fret-letter-tablature-format
a tablatureFormat
e probabilmente usare anche fretLabels
per ulteriori personalizzazioni.
m = { f'4 d' a f d a, g, fis, e, d, c, \bar "|." } \score { << \new Staff { \clef bass \cadenzaOn \m } \new TabStaff \m >> \layout { \context { \Score tablatureFormat = #fret-letter-tablature-format } \context { \TabStaff stringTunings = \stringTuning <a, d f a d' f'> additionalBassStrings = \stringTuning <c, d, e, fis, g,> fretLabels = #'("a" "b" "r" "d" "e" "f" "g" "h" "i" "k") } } }
Problemi noti e avvertimenti
L’uso di FretBoards
insieme a additionalBassStrings
non è
supportato e produrrà risultati insoddisfacenti.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Intavolature per liuto ] | [ Su : Notazione specialistica ] | [ Notazione comune per le percussioni > ] |
2.5 Percussioni
2.5.1 Notazione comune per le percussioni |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Percussioni ] | [ Su : Percussioni ] | [ Riferimenti per percussioni > ] |
2.5.1 Notazione comune per le percussioni
La musica ritmica viene usata principalmente per la notazione di strumenti percussivi, ma può essere usata anche per mostrare i ritmi delle melodie.
Riferimenti per percussioni | ||
Notazione di base per percussioni | ||
Rulli di tamburo | ||
Percussioni a suono determinato | ||
Righi delle percussioni | ||
Righi delle percussioni personalizzati | ||
Ghost note |
Riferimenti per percussioni
- Alcune percussioni possono essere scritte su un rigo ritmico; questo argomento è trattato in Mostrare i ritmi della melodia e Istanziare nuovi righi.
- l’output MIDI è trattato in un’altra sezione, vedi Creazione dell’output MIDI.
Vedi anche
Guida alla notazione: Mostrare i ritmi della melodia, Istanziare nuovi righi, Creazione dell’output MIDI.
Frammenti: Percussion.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Riferimenti per percussioni ] | [ Su : Notazione comune per le percussioni ] | [ Rulli di tamburo > ] |
Notazione di base per percussioni
Le note percussive possono essere inserite in modalità \drummode
, che è
simile alla modalità standard di inserimento delle note. Il modo più semplice
per inserire note percussive è il comando \drums
, che crea il contesto e
la modalità di inserimento corretti per le percussioni:
\drums { hihat4 hh bassdrum bd }
Si tratta di una scorciatoia per:
\new DrumStaff \drummode { hihat4 hh bassdrum bd }
Ogni elemento di uno strumento a percussione ha un nome completo e un nome abbreviato, entrambi utilizzabili nei file di input. L’elenco completo dei nomi delle note percussive si trova in Note percussive.
Si noti che l’uso della normale notazione delle altezze (come cis4
) in un
contesto DrumStaff
produrrà un messaggio di errore. Le chiavi delle
percussioni sono aggiunte automaticamente a un contesto DrumStaff
ma
possono anche essere impostate esplicitamente. È possibile usare anche altre
chiavi.
\drums { \clef percussion bd4 4 4 4 \clef treble hh4 4 4 4 }
Ci sono alcuni problemi relativi al supporto del MIDI per gli strumenti percussivi; maggiori dettagli in Creazione dell’output MIDI.
Vedi anche
Guida alla notazione: Creazione dell’output MIDI, Note percussive.
File installati: ‘ly/drumpitch-init.ly’.
Frammenti: Percussion.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Notazione di base per percussioni ] | [ Su : Notazione comune per le percussioni ] | [ Percussioni a suono determinato > ] |
Rulli di tamburo
I rulli di tamburo si indicano con tre slash sul gambo. Le note di un quarto o più lunghe vengono mostrate con tre slash, quelle da un ottavo con due slash (la travatura rappresenta la terza), mentre le note più brevi di un’ottavo hanno uno slash sul gambo per integrare le travature. Ciò si ottiene con la notazione per tremolo, come è descritto in Ripetizioni con tremolo.
\drums { \time 2/4 sn16 8 16 8 8:32 ~ 8 8 4:32 ~ 4 8 16 16 4 r4 }
La scelta di quale bacchetta usare può essere indicata tramite il testo
"R"
(right, destra) o "L"
(left, sinistra) da porre sopra o sotto
le note, come spiegato in Direzione e posizionamento. Conviene modificare la
proprietà staff-padding
per ottenere un allineamento soddisfacente.
\drums { \repeat unfold 2 { sn16^"L" 16^"R" 16^"L" 16^"L" 16^"R" 16^"L" 16^"R" 16^"R" \stemUp sn16_"L" 16_"R" 16_"L" 16_"L" 16_"R" 16_"L" 16_"R" 16_"R" } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Ripetizioni con tremolo.
Frammenti: Percussion.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Rulli di tamburo ] | [ Su : Notazione comune per le percussioni ] | [ Righi delle percussioni > ] |
Percussioni a suono determinato
Alcuni strumenti percussivi a suono determinato (per esempio xilofono, vibrafono e timpani) si scrivono usando i righi normali, come è spiegato in altre sezioni del manuale.
Vedi anche
Guida alla notazione: Creazione dell’output MIDI.
Frammenti: Percussion.
Righi delle percussioni
Una parte percussiva per più di uno strumento di norma usa un pentagramma
multilinea dove ogni posizione sul rigo si riferisce a una parte delle
percussioni. Per scrivere questo tipo di musica, le note devono essere
interpretate nei contesti DrumStaff
e DrumVoice
.
up = \drummode { crashcymbal4 hihat8 halfopenhihat hh hh hh openhihat } down = \drummode { bassdrum4 snare8 bd r bd sn4 } \new DrumStaff << \new DrumVoice { \voiceOne \up } \new DrumVoice { \voiceTwo \down } >>
L’esempio precedente mostra la notazione polifonica in forma estesa. Ma si può usare anche quella in forma breve, descritta in Sento le Voci. Per esempio,
\new DrumStaff << \drummode { bd4 sn4 bd4 sn4 << { \repeat unfold 16 hh16 } \\ { bd4 sn4 bd4 sn4 } >> } >>
Esistono anche altre opzioni di formattazione, che si possono impostare tramite
la proprietà drumStyleTable
del contesto DrumVoice
. Sono state
definite le seguenti variabili:
-
drums-style
Questo è lo stile predefinito. Crea uno spartito per una tipica batteria su un rigo di cinque linee:
Lo schema percussivo supporta sei diversi tom. Quando si usa un numero inferiore di tom, selezionare i tom che producono il risultato desiderato. Per esempio, per avere i tom sulle tre linee centrali si usa
tommh
,tomml
etomfh
.-
agostini-drums-style
Inventata dal percussionista francese Dante Agostini nel 1965, questa notazione è comunemente utilizzata in Francia ma anche altrove.
-
weinberg-drums-style
Basato sul lavoro di Norman Weinberg, pubblicato nel suo Guidelines for Drumset Notation.
-
timbales-style
Questo stile rappresenta i timbales su un rigo di due linee:
-
congas-style
Questo stile rappresenta le conga su un rigo di due linee:
-
bongos-style
Questo stile rappresenta i bongo su un rigo di due linee:
-
percussion-style
Per rappresentare qualsiasi tipo di percussione semplice su righi di una linea:
Si possono anche definite stili percussivi personalizzati, come è spiegato in Righi delle percussioni personalizzati.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Sento le Voci.
Guida alla notazione: Righi delle percussioni personalizzati.
File installati: ‘ly/drumpitch-init.ly’.
Frammenti: Percussion.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Righi delle percussioni personalizzati
È possibile definire stili percussivi personalizzati, su cui poi impostare
la proprietà drumStyleTable
. Le notazioni esistenti possono essere
ridefinite come una lista associativa in cui ogni voce deve essere
costituita da quattro elementi:
un nome, lo stile della testa di nota (o default
), un segno di
articolazione se necessario (o #f
se non lo è), e la posizione
della testa di nota sul rigo. Questa lista deve poi essere convertita
in una tabella hash Scheme, usando la funzione alist->hash-table
.
#(define mydrums '( (bassdrum default #f -1) (snare default #f 0) (hihat cross #f 1) (halfopenhihat cross halfopen 1) (pedalhihat xcircle stopped 2) (lowtom diamond #f 3))) up = \drummode { hh8 hh hhho hhho hhp4 hhp } down = \drummode { bd4 sn bd toml8 toml } \new DrumStaff << \set DrumStaff.drumStyleTable = #(alist->hash-table mydrums) \new DrumVoice { \voiceOne \up } \new DrumVoice { \voiceTwo \down } >>
Si possono aggiungere anche nuovi nomi a queste notazioni personalizzate
attraverso la variabile drumPitchNames
, che può essere ridefinita
come una lista associativa (o aumentata append
endo una nuova lista
al suo valore esistente, come illustrato sotto), ma anche attraverso le
sue voci individuali. Ciò permette anche di definire alias: scorciatoie
di input alternativo per alcune notazioni.
drumPitchNames = #(append '((leftsnap . sidestick) (rightsnap . ridecymbal)) drumPitchNames) drumPitchNames.ls = #'sidestick drumPitchNames.rs = #'ridecymbal \drums { leftsnap4. rightsnap8 leftsnap4 rightsnap ls8 rs ls rs ls4 rs }
In modo analogo, la proprietà drumPitchTable
associa una certa
altezza (ovvero un diverso suono di strumento, così come è fornito
dai soundfont MIDI disponibili) a ciascuna notazione. Questa proprietà
deve essere definita come una tabella di hash, che di nuovo viene convertita
da una lista associativa (salvata per impostazione predefinita come
variabile midiDrumPitches
). La ridefinizione di queste associazioni
si ottiene, come spiegato sopra, o definendo un’intera lista associativa
oppure attraverso voci individuali. L’esempio seguente mostra come creare
un insieme di notazione completo con la propria sintassi di input, notazioni
personalizzate e output MIDI corrispondente.
drumPitchNames.dbass = #'dbass drumPitchNames.dba = #'dbass % 'db è già in uso drumPitchNames.dbassmute = #'dbassmute drumPitchNames.dbm = #'dbassmute drumPitchNames.do = #'dopen drumPitchNames.dopenmute = #'dopenmute drumPitchNames.dom = #'dopenmute drumPitchNames.dslap = #'dslap drumPitchNames.ds = #'dslap drumPitchNames.dslapmute = #'dslapmute drumPitchNames.dsm = #'dslapmute #(define djembe-style '((dbass default #f -2) (dbassmute default stopped -2) (dopen default #f 0) (dopenmute default stopped 0) (dslap default #f 2) (dslapmute default stopped 2))) midiDrumPitches.dbass = g midiDrumPitches.dbassmute = fis midiDrumPitches.dopen = a midiDrumPitches.dopenmute = gis midiDrumPitches.dslap = b midiDrumPitches.dslapmute = ais test = \drummode { dba4 do ds dbm dom dsm } \score { \new DrumStaff \with { \override StaffSymbol.line-count = #3 instrumentName = "Djembé " drumStyleTable = #(alist->hash-table djembe-style) drumPitchTable = #(alist->hash-table midiDrumPitches) } { \time 3/4 \test } \layout {} \midi {} }
Vedi anche
File installati: ‘ly/drumpitch-init.ly’.
Frammenti: Percussion.
Guida al funzionamento interno: DrumStaff, DrumVoice.
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Ghost note
Le ghost note (note fantasma), note anche come note morte, mute o non suonate,
possono essere create col comando \parenthesize
, spiegato in Parentesi.
\new DrumStaff << \new DrumVoice = "1" { s1 } \new DrumVoice = "2" { s1 } \drummode { << { hh8[ 8] <hh sn> hh16 \parenthesize sn hh \parenthesize sn hh8 <hh sn> hh } \\ { bd4 r4 bd8 8 r8 bd } >> } >>
Vedi anche
Guida alla Notazione: Parentesi.
Frammenti: Percussion.
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[ < Ghost note ] | [ Su : Notazione specialistica ] | [ Notazione comune per gli strumenti aerofoni > ] |
2.6 Strumenti aerofoni
Questa sezione tratta gli elementi della notazione musicale specifici degli strumenti aerofoni (o strumenti a fiato).
2.6.1 Notazione comune per gli strumenti aerofoni | ||
2.6.2 Cornamusa | ||
2.6.3 Legni |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Strumenti aerofoni ] | [ Su : Strumenti aerofoni ] | [ Riferimenti per strumenti aerofoni > ] |
2.6.1 Notazione comune per gli strumenti aerofoni
Questa sezione tratta la notazione comune alla maggior parte degli strumenti aerofoni.
Riferimenti per strumenti aerofoni | ||
Diteggiature |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Notazione comune per gli strumenti aerofoni ] | [ Su : Notazione comune per gli strumenti aerofoni ] | [ Diteggiature > ] |
Riferimenti per strumenti aerofoni
Molte delle questioni di notazione degli strumenti aerofoni (o strumenti a fiato) riguardano la respirazione e l’uso della lingua:
- La respirazione può essere indicata con pause o Respiri.
- Un’esecuzione in legato è indicata con Legature di portamento.
- Diversi tipi di uso della lingua, dal legato al non legato allo staccato, sono rappresentati solitamente da segni di articolazione, talvolta insieme a legature di portamento, vedi Articolazioni e abbellimenti e Elenco delle articolazioni.
- Il frullato si indica solitamente ponendo un segno di tremolo e del testo vicino alla nota. Vedi Ripetizioni con tremolo.
Altri aspetti della notazione musicale che si possono applicare agli strumenti aerofoni:
- Molti aerofoni sono strumenti traspositori, vedi Trasporto strumentale.
- I glissati sono caratteristici del trombone, ma altri aerofoni sono in grado di eseguire dei glissati agendo sulle chiavi o sui pistoni. Vedi Glissando.
- I glissati ottenuti con una serie di armonici, possibili su tutti gli ottoni ma comuni nel corno francese, vengono scritti solitamente come Abbellimenti.
- Le intonazioni dell’altezza al termine di una nota sono trattate in Portamenti indeterminati discendenti (cadute) e ascendenti.
- Le chiavi o i pistoni sbattuti si mostrano spesso con lo stile
cross
(barrato) delle Teste di nota speciali. - I legni possono produrre armonici soffiando forte sulle note basse. Gli
armonici sono illustrati dall’articolazione
flageolet
. Vedi Elenco delle articolazioni. - L’uso di sordine per gli ottoni viene indicato solitamente con del testo,
ma se ci sono molti cambi rapidi è meglio usare le articolazioni
stopped
eopen
. Vedi Articolazioni e abbellimenti e Elenco delle articolazioni. - I corni “smorzati” si indicano con l’articolazione
stopped
. Vedi Articolazioni e abbellimenti.
Vedi anche
Guida alla notazione: Respiri, Legature di portamento, Articolazioni e abbellimenti, Elenco delle articolazioni, Ripetizioni con tremolo, Trasporto strumentale, Glissando, Abbellimenti, Portamenti indeterminati discendenti (cadute) e ascendenti, Teste di nota speciali,
Frammenti: Winds.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Riferimenti per strumenti aerofoni ] | [ Su : Notazione comune per gli strumenti aerofoni ] | [ Cornamusa > ] |
Diteggiature
Tutti gli aerofoni eccetto il trombone richiedono l’uso di varie dita per produrre ciascuna altezza. Alcuni esempi di diteggiatura sono illustrati nei prossimi frammenti.
Si possono creare diagrammi per i legni, descritti in Diagrammi per legni.
Frammenti di codice selezionati
Simboli di diteggiatura per strumenti aerofoni
Si possono ottenere simboli speciali combinando glifi esistenti; ciò è utile per gli strumenti aerofoni.
centermarkup = { \once \override TextScript.self-alignment-X = #CENTER \once \override TextScript.X-offset =#(lambda (g) (+ (ly:self-alignment-interface::centered-on-x-parent g) (ly:self-alignment-interface::x-aligned-on-self g))) } \score { \relative c'{ g\open \once \override TextScript.staff-padding = #-1.0 \centermarkup g^\markup { \combine \musicglyph "scripts.open" \musicglyph "scripts.tenuto" } \centermarkup g^\markup { \combine \musicglyph "scripts.open" \musicglyph "scripts.stopped" } g\stopped } }
Grafico della diteggiatura per flauto dolce
L’esempio seguente illustra come realizzare grafici delle diteggiature per strumenti aerofoni.
% range chart for paetzold contrabass recorder centermarkup = { \once \override TextScript.self-alignment-X = #CENTER \once \override TextScript.X-offset = #(lambda (g) (+ (ly:self-alignment-interface::centered-on-x-parent g) (ly:self-alignment-interface::x-aligned-on-self g))) } \score { \new Staff \with { \remove "Time_signature_engraver" \omit Stem \omit Flag \consists "Horizontal_bracket_engraver" } { \clef bass \set Score.timing = ##f f,1*1/4 \glissando \clef violin gis'1*1/4 \stemDown a'4^\markup {1)} \centermarkup \once \override TextScript.padding = #2 bes'1*1/4_\markup {\override #'(baseline-skip . 1.7) \column { \fontsize #-5 \slashed-digit #0 \finger 1 \finger 2 \finger 3 \finger 4 \finger 5 \finger 6 \finger 7} } b'1*1/4 c''4^\markup {1)} \centermarkup \once \override TextScript.padding = #2 cis''1*1/4 deh''1*1/4 \centermarkup \once \override TextScript.padding = #2 \once \override Staff.HorizontalBracket.direction = #UP e''1*1/4_\markup {\override #'(baseline-skip . 1.7) \column { \fontsize #-5 \slashed-digit #0 \finger 1 \finger 2 \finger 4 \finger 5} }\startGroup f''1*1/4^\markup {2)}\stopGroup } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Diagrammi per legni.
Frammenti: Winds.
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2.6.2 Cornamusa
Questa sezione tratta la notazione comune per la cornamusa.
Definizioni per cornamusa | ||
Esempio per cornamusa |
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Definizioni per cornamusa
LilyPond contiene delle definizioni speciali per la musica per cornamusa scozzese; per usarle, aggiungere
\include "bagpipe.ly"
in cima al file di input. È così possibile aggiungere con comandi brevi gli
speciali abbellimenti tipici della musica per cornamusa. Per esempio, si
può scrivere \taor
invece di
\grace { \small G32[ d G e] }
‘bagpipe.ly’ contiene anche le definizioni delle altezze delle note della
cornamusa nelle ottave appropriate, in modo da non doversi preoccupare di
\relative
o \transpose
.
\include "bagpipe.ly" { \grg G4 \grg a \grg b \grg c \grg d \grg e \grg f \grA g A }
In teoria, la musica per cornamusa usa la tonalità di Re maggiore (anche se
ciò non è del tutto vero). Tuttavia, essendo l’unica tonalità che si può
usare, normalmente non viene scritta esplicitamente. Dunque per nascondere
la tonalità si può usare il comando \hideKeySignature
prima che inizi
la musica. Se per qualche ragione si desidera mostrare la tonalità, usare
invece il comando \showKeySignature
.
Alcune musiche moderne usano una diteggiatura barrata su Do e Fa per rendere
bemolli queste note. Ciò si può indicare con c-flat
o f-flat
.
Analogamente, il Sol alto del “piobaireachd” può essere scritto come
g-flat
quando si tratta di musica leggera.
Vedi anche
Frammenti: Winds.
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Esempio per cornamusa
Ecco come appare la famosa melodia “Amazing Grace” in notazione per cornamusa.
\include "bagpipe.ly" \layout { indent = 0.0\cm \context { \Score \remove Bar_number_engraver } } \header { title = "Amazing Grace" meter = "Hymn" arranger = "Trad. arr." } { \hideKeySignature \time 3/4 \grg \partial 4 a8. d16 \slurd d2 \grg f8[ e32 d16.] \grg f2 \grg f8 e \thrwd d2 \grg b4 \grG a2 \grg a8. d16 \slurd d2 \grg f8[ e32 d16.] \grg f2 \grg e8. f16 \dblA A2 \grg A4 \grg A2 f8. A16 \grg A2 \hdblf f8[ e32 d16.] \grg f2 \grg f8 e \thrwd d2 \grg b4 \grG a2 \grg a8. d16 \slurd d2 \grg f8[ e32 d16.] \grg f2 e4 \thrwd d2. \slurd d2 \bar "|." }
Vedi anche
Frammenti: Winds.
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2.6.3 Legni
Questa sezione tratta la notazione specifica per i legni.
2.6.3.1 Diagrammi per legni |
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2.6.3.1 Diagrammi per legni
I diagrammi dei legni permettono di indicare la diteggiatura da usare per certe note e sono disponibili per i seguenti strumenti:
- ottavino
- flauto
- oboe
- clarinetto
- clarinetto basso
- sassofono
- fagotto
- controfagotto
I diagrammi dei legni vengono creati come testi di tipo markup:
c''1^\markup { \woodwind-diagram #'piccolo #'((lh . (gis)) (cc . (one three)) (rh . (ees))) }
Le chiavi possono essere aperte, semichiuse, ad anello o chiuse completamente:
\textLengthOn c''1^\markup { \center-column { "un quarto" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (one1q)) (lh . ()) (rh . ())) } } c''1^\markup { \center-column { "metà" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (one1h)) (lh . ()) (rh . ())) } } c''1^\markup { \center-column { "tre quarti" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (one3q)) (lh . ()) (rh . ())) } } c''1^\markup { \center-column { "anello" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (oneR)) (lh . ()) (rh . ())) } } c''1^\markup { \center-column { "pieno" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (oneF two)) (lh . ()) (rh . ())) } }
I trilli si indicano con delle chiavi sovrapposte:
c''1^\markup { \woodwind-diagram #'bass-clarinet #'((cc . (threeT four)) (lh . ()) (rh . (b fis))) }
Possono essere visualizzati vari tipi di trilli:
\textLengthOn c''1^\markup { \center-column { "one quarter to ring" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (one1qTR)) (lh . ()) (rh . ())) } } c''1^\markup { \center-column { "ring to shut" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (oneTR)) (lh . ()) (rh . ())) } } c''1^\markup { \center-column { "ring to open" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (oneRT)) (lh . ()) (rh . ())) } } c''1^\markup { \center-column { "open to shut" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (oneT)) (lh . ()) (rh . ())) } } c''1^\markup { \center-column { "one quarter to three quarters" \woodwind-diagram #'flute #'((cc . (one1qT3q)) (lh . ()) (rh . ())) } }
È possibile visualizzare nella console un elenco di tutte le chiavi e
impostazioni possibili usando #(print-keys-verbose 'flute)
oppure
visualizzarlo nel file di log usando
#(print-keys-verbose 'flute (current-error-port))
, ma non
appariranno nell’output.
È possibile creare nuovi diagrammi, ma è richiesta una conoscenza di Scheme e dunque tale possibilità non è a disposizione di tutti gli utenti. I modelli dei diagrammi si trovano nei file ‘scm/define-woodwind-diagrams.scm’ e ‘scm/display-woodwind-diagrams.scm’.
Comandi predefiniti
Frammenti di codice selezionati
Elenco dei diagrammi per i legni
L’esempio seguente mostra tutti i diagrammi per i legni attualmente definiti in LilyPond.
\layout { indent = 0 } \relative c' { \textLengthOn c1^ \markup { \center-column { 'tin-whistle " " \woodwind-diagram #'tin-whistle #'() } } c1^ \markup { \center-column { 'piccolo " " \woodwind-diagram #'piccolo #'() } } c1^ \markup { \center-column { 'flute " " \woodwind-diagram #'flute #'() } } c1^\markup { \center-column { 'oboe " " \woodwind-diagram #'oboe #'() } } c1^\markup { \center-column { 'clarinet " " \woodwind-diagram #'clarinet #'() } } c1^\markup { \center-column { 'bass-clarinet " " \woodwind-diagram #'bass-clarinet #'() } } c1^\markup { \center-column { 'saxophone " " \woodwind-diagram #'saxophone #'() } } c1^\markup { \center-column { 'bassoon " " \woodwind-diagram #'bassoon #'() } } c1^\markup { \center-column { 'contrabassoon " " \woodwind-diagram #'contrabassoon #'() } } }
Diagrammi grafici e testuali per i legni
In molti casi, le chiavi diverse da quelle della colonna centrale possono essere visualizzate per nome oltre che in forma grafica.
\relative c'' { \textLengthOn c1^\markup \woodwind-diagram #'piccolo #'((cc . (one three)) (lh . (gis)) (rh . (ees))) c^\markup \override #'(graphical . #f) { \woodwind-diagram #'piccolo #'((cc . (one three)) (lh . (gis)) (rh . (ees))) } }
Cambiare la dimensione dei diagrammi per legni
La dimensione e lo spessore dei diagrammi per legni possono essere modificati.
\relative c'' { \textLengthOn c1^\markup \woodwind-diagram #'piccolo #'() c^\markup \override #'(size . 1.5) { \woodwind-diagram #'piccolo #'() } c^\markup \override #'(thickness . 0.15) { \woodwind-diagram #'piccolo #'() } }
Elenco delle chiavi dei diagrammi per legni
Il seguente frammento produce un elenco di tutte le possibili chiavi e delle
loro impostazioni per i diagrammi per legni, come sono definite in
scm/define-woodwind-diagrams.scm
. L’elenco sarà visualizzato
nel file di log, ma non nello spartito. Se si desidera che l’output appaia
nella console, omettere dai comandi (current-error-port)
.
#(print-keys-verbose 'piccolo (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'flute (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'flute-b-extension (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'tin-whistle (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'oboe (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'clarinet (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'bass-clarinet (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'low-bass-clarinet (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'saxophone (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'soprano-saxophone (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'alto-saxophone (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'tenor-saxophone (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'baritone-saxophone (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'bassoon (current-error-port)) #(print-keys-verbose 'contrabassoon (current-error-port)) \score {c''1}
Vedi anche
File installati:
‘scm/define-woodwind-diagrams.scm’,
‘scm/display-woodwind-diagrams.scm’.
Frammenti: Winds.
Guida al funzionamento interno: TextScript, instrument-specific-markup-interface.
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2.7 Notazione per accordi
Gli accordi possono essere inseriti come normali note opppure nella modalità per accordi, e visualizzati usando varie convenzioni della tradizione europea. Possono essere visualizzati anche i nomi degli accordi e la notazione del basso continuo.
2.7.1 Modalità accordo | ||
2.7.2 Visualizzazione accordi | ||
2.7.3 Basso continuo |
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[ < Notazione per accordi ] | [ Su : Notazione per accordi ] | [ Panoramica sulla modalità accordo > ] |
2.7.1 Modalità accordo
La modalità accordo serve a inserire accordi usando un indicatore della struttura dell’accordo invece delle altezze dell’accordo.
Panoramica sulla modalità accordo | ||
Accordi comuni | ||
Accordi estesi e alterati | ||
Inversioni di accordo e voicing |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Modalità accordo ] | [ Su : Modalità accordo ] | [ Accordi comuni > ] |
Panoramica sulla modalità accordo
Gli accordi possono essere inseriti come musica simultanea, come è spiegato in Note in un accordo.
Possono essere inseriti anche in “modalità accordo”, ovvero una modalità di input che utilizza le strutture degli accordi nella tradizione musicale europea invece di altezze specifiche. Ciò è più comodo per chi è abituato a utilizzare i nomi degli accordi per descriverli. Maggiori informazioni sulle diverse modalità di input si trovano in Modalità di inserimento.
\chordmode { c1 g a g c }
Gli accordi inseriti in modalità accordo sono elementi musicali e possono
quindi essere trasposti proprio come gli accordi inseriti come musica
simultanea. \chordmode
funziona in modalità assoluta, perché
\relative
non ha effetto sui blocchi \chordmode
. Tuttavia
in modalità accordo le altezze assolute sono un’ottava più alta che in
modalità nota.
Nella musica sequenziale è possibile mischiare la modalità accordo con la modalità nota:
\relative { <c' e g>2 <g b d> \chordmode { c2 f } <c e g>2 <g' b d> \chordmode { f2 g } }
Vedi anche
Glossario musicale: accordo.
Guida alla notazione: Note in un accordo, Modalità di inserimento.
Frammenti: Chords.
Problemi noti e avvertimenti
Le scorciatoie predefinite per le articolazioni e gli ornamenti non possono essere usate sulle note in modalità accordo, vedi Articolazioni e abbellimenti.
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Accordi comuni
Le triadi maggiori si inseriscono scrivendo la nota fondamentale seguita da una durata opzionale:
\chordmode { c2 f4 g }
Le triadi minori, aumentate e diminuite si inseriscono aggiungendo
:
e un modificatore della qualità subito dopo la durata:
\chordmode { c2:m f4:aug g:dim }
Si possono creare accordi di settima:
\chordmode { c1:7 c:m7 c:maj7 c:dim7 c:aug7 }
La tabella seguente mostra le azioni dei modificatori della qualità su triadi e accordi di settima. Il settimo grado predefinito aggiunto agli accordi è una settima minore, che rende la settima dominante l’accordo di settima fondamentale. Tutte le alterazioni sono relative alla settima dominante. Una tabella più completa dell’uso dei modificatori si trova in Modificatori degli accordi comuni.
Vedi anche
Guida alla notazione: Modificatori degli accordi comuni, Accordi estesi e alterati.
Frammenti: Chords.
Problemi noti e avvertimenti
Si può usare un solo modificatore della qualità per accordo, solitamente sul grado più alto presente nell’accordo. Gli accordi con più di un modificatore verranno analizzati senza produrre errori o avvisi, ma producono risultati imprevedibili. Gli accordi che non si possono ottenere con un singolo modificatore devono essere alterati per altezze individuali, come è spiegato in Accordi estesi e alterati.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Accordi estesi e alterati
In modalità accordo è possibile creare strutture di accordi di arbitraria
complessità. Il modificatore permette di estendere un accordo, aggiungere
o rimuovere i gradi di un accordo, alzare o abbassare i gradi, aggiungere
una nota di basso o creare un’inversione.
Il primo numero che segue il :
identifica l’estensione dell’accordo.
L’accordo viene costruito aggiungendo in modo sequenziale delle terze alla
nota fondamentale finché non si raggiunge il numero specificato. Il settimo
grado aggiunto come parte di un accordo esteso sarà la settima minore, non
la settima maggiore. Se l’estensione non è una terza (per esempio, 6),
vengono aggiunte le terze fino alla terza più alta entro l’estensione, e
poi viene aggiunto il grado dell’estensione. Il valore più grande possibile
è 13. Qualsiasi valore superiore viene interpretato come 13.
\chordmode { c1:2 c:3 c:4 c:5 c1:6 c:7 c:8 c:9 c1:10 c:11 c:12 c:13 c1:14 }
C’è un’eccezione speciale: c:5
produce un “power chord” che
consiste solo della nota fondamentale e della quinta.
Dato che un 11° grado non alterato non suona bene se unito a un 13° grado
non alterato, l’11° grado viene rimosso da un accordo :13
, a
meno che non venga aggiunto esplicitamente.
\chordmode { c1:13 c:13.11 c:m13 }
Si possono aggiungere gradi individuali a un accordo. Le aggiunte seguono
l’estensione e sono precedute da un punto (.
). Il settimo grado
aggiunto a un accordo è una settima minore invece di una settima maggiore.
\chordmode { c1:3.5.6 c:3.7.8 c:3.6.13 }
I gradi aggiunti possono essere alti quanto si vuole.
\chordmode { c4:3.5.15 c:3.5.20 c:3.5.25 c:3.5.30 }
I gradi aggiunti dell’accordo possono essere alterati aggiungendo un suffisso
-
o +
al numero. Per alterare un grado aggiunto automaticamente
in quanto parte della struttura base dell’accordo, aggiungerlo come grado
alterato.
\chordmode { c1:7+ c:5+.3- c:3-.5-.7- }
Dopo i gradi da aggiungere, una serie di gradi da togliere viene introdotta
dal modificatore con prefisso ^
. Per togliere più di un grado, i
gradi da rimuovere vengono separati dal .
subito dopo il ^
iniziale.
\chordmode { c1^3 c:7^5 c:9^3 c:9^3.5 c:13.11^3.7 }
Per creare accordi sospesi si aggiunge alla stringa il modificatore sus
,
che toglie il terzo grado dall’accordo. Aggiungere 2
o 4
per
aggiungere il 2° o il 4° grado dell’accordo. Se sus
è seguito dal 2° o
dal 4° grado, è equivalente a ^3
, altrimenti a sus4
, ovvero
5.4
.
\chordmode { c1:sus c:sus2 c:sus4 c:5.4 }
Le note di basso aggiunte (ovvero l’inserimento di un’altezza diversa dalla
fondamentale come nota più bassa dell’accordo) possono essere specificate
aggiungendo /
altezza all’accordo.
\chordmode { c'1 c'/e c'/f }
Se l’altezza aggiunta fa già parte dell’accordo, questa può essere usata
per mostrare l’inversione di accordo, nel qual caso l’altezza non viene
aggiunta ma semplicemente spostata in fondo all’accordo.
È comunque possibile trattarla come una nota aggiunta (facendola quindi
apparire due volte) usando la sintassi /+
altezza.
\chordmode { c'1 c'/g c'/+e }
Le inversioni degli accordi automatiche e le voicing sono spiegate in Inversioni di accordo e voicing.
I modificatori degli accordi che possono essere usati per produrre i vari accordi standard sono elencati in Modificatori degli accordi comuni.
Vedi anche
Guida alla notazione: Inversioni di accordo e voicing, Modificatori degli accordi comuni.
Frammenti: Chords.
Problemi noti e avvertimenti
Ogni grado può essere presente in un accordo una volta sola. L’esempio
seguente produce un accordo aumentato, perché 5+
viene interpretato
per ultimo.
\chordmode { c1:3.5.5-.5+ }
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Inversioni di accordo e voicing
Oltre ai modificatori degli accordi e alle note di basso aggiunte, si possono usare varie funzioni per far sì che gli accordi appaiano automaticamente in una certa inversione o voicing – per esempio, la voicing cosiddetta ‘drop 2’ (abbassamento) usata comunemente nella musica jazz.
\chordmode { \dropNote 2 { c2:maj7 d:m7 } \invertChords 1 d1:maj7 }
Diversamente dalle note di basso aggiunte mostrate in Accordi estesi e alterati,
questo ha effetto solo sul modo in cui gli accordi appaiono sul rigo,
e non sui nomi degli accordi scritti in lettere. Inoltre queste funzioni
possono essere usate non solo in modalità accordo ma anche coi costrutti
per accordo <...>
spiegati in Note in un accordo.
Vedi anche
Guida alla notazione: Accordi estesi e alterati, Note in un accordo.
Frammenti: Chords.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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2.7.2 Visualizzazione accordi
Gli accordi possono essere visualizzati per nome, oltre alla visualizzazione standard come note di un rigo.
Stampa dei nomi degli accordi | ||
Personalizzazione dei nomi degli accordi |
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Stampa dei nomi degli accordi
Per visualizzare i nomi degli accordi si usa il contesto ChordNames
:
\new ChordNames { \chordmode { c2 f4. g8 } }
Gli accordi possono essere inseriti come note simultanee o tramite la modalità accordo. Il nome dell’accordo visualizzato sarà lo stesso, indipendentemente dalla modalità di inserimento, a meno che non ci siano inversioni o note di basso:
chordmusic = \relative { <c' e g>2 <f bes c> <f c' e g>1 \chordmode { c2 f:sus4 c1:/f } } << \new ChordNames { \chordmusic } { \chordmusic } >>
Le pause usate nel contesto ChordNames
faranno apparire il testo del
simbolo noChordSymbol
(nessun accordo).
<< \new ChordNames \chordmode { c1 r1 g1 c1 } \chordmode { c1 r1 g1 c1 } >>
\chords { … }
è una scorciatoia per
\new ChordNames \chordmode { … }
.
\chords { c2 f4.:m g8:maj7 }
\new ChordNames { \chordmode { c2 f4.:m g8:maj7 } }
Frammenti di codice selezionati
Mostrare gli accordi nei cambi
Per impostazione predefinita, ogni accordo inserito viene visualizzato; tale comportamento può essere modificato in modo che i nomi degli accordi siano mostrati solo all’inizio delle linee e quando l’accordo cambia.
harmonies = \chordmode { c1:m c:m \break c:m c:m d } << \new ChordNames { \set chordChanges = ##t \harmonies } \new Staff { \relative c' { \harmonies } } >>
Canzoniere semplice
Mettendo insieme nomi degli accordi, melodia e testo si ottiene un canzoniere (in inglese “lead sheet”):
<< \chords { c2 g:sus4 f e } \new Staff \relative c'' { a4 e c8 e r4 b2 c4( d) } \addlyrics { One day this shall be free __ } >>
Vedi anche
Glossario musicale: accordo.
Guida alla notazione: Scrivere la musica in parallelo.
Frammenti: Chords.
Guida al funzionamento interno: ChordNames, ChordName, Chord_name_engraver, Volta_engraver, Bar_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Gli accordi che contengono inversioni o note di basso alterate non avranno un nome corretto se inseriti usando la musica simultanea.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Stampa dei nomi degli accordi ] | [ Su : Visualizzazione accordi ] | [ Basso continuo > ] |
Personalizzazione dei nomi degli accordi
Non esiste un unico sistema per il nome degli accordi. Tradizioni musicali diverse usano nomi diversi per lo stesso gruppo di accordi. Esistono anche simboli diversi per un certo nome di accordo. I nomi e i simboli degli accordi sono personalizzabili.
Il formato fondamentale dei nomi degli accordi è un sistema per la musica Jazz, proposto da Klaus Ignatzek (vedi Bibliografia). (Si possono implementare altri sistemi per i nomi degli accordi attraverso funzioni Scheme, come illustrato nel frammento “Chord names alternative” in Chords.) Un elenco dei comuni accordi jazz si trova nel Grafico dei nomi degli accordi.
Il sistema predefinito per i nomi degli accordi può essere modificato
facilmente in vari modi. Per iniziare, dei comandi predefiniti consentono
di usare lingue diverse per l’altezza fondamentale. I comandi predefiniti
sono \germanChords
, \semiGermanChords
, \italianChords
e \frenchChords
:
I canzonieri tedeschi talvolta indicano gli accordi minori con lettere
minuscole, senza alcun suffisso m. Ciò si può ottenere impostando
la proprietà chordNameLowercaseMinor
:
\chords { \set chordNameLowercaseMinor = ##t c2 d:m e:m f }
Il nome dell’accordo da visualizzare può essere aggiustato anche tramite le seguenti proprietà.
-
chordRootNamer
-
Il nome dell’accordo appare solitamente come una lettera per la nota fondamentale seguita da un’alterazione opzionale. La trasformazione dell’altezza in lettera è eseguita da questa funzione. Si possono creare nomi speciali di note (per esempio, il tedesco “H” per l’accordo di Si) salvando una nuova funzione in questa proprietà.
-
majorSevenSymbol
-
Questa proprietà contiene l’oggetto markup usato per seguire l’output di
chordRootNamer
e identificare un accordo di settima maggiore. Le opzioni predefinite sonowhiteTriangleMarkup
eblackTriangleMarkup
. -
additionalPitchPrefix
-
Se il nome dell’accordo contiene ulteriori altezze, si può aggiungere un prefisso testuale. Il comportamento predefinito è senza prefisso, per evitare troppo ingombro, ma per numeri piccoli di altezze aggiuntive il risultato può essere visualmente efficace.
\new ChordNames { <c e g d'> % add9 \set additionalPitchPrefix = "add" <c e g d'> % add9 }
-
chordNoteNamer
-
Se il nome dell’accordo contiene altre altezze oltre all’altezza fondamentale (per esempio, una nota di basso), questa funzione viene usata per mostrare l’altezza ulteriore. Per impostazione predefinita l’altezza viene stampata con la funzione
chordRootNamer
. La proprietàchordNoteNamer
può essere impostata su una funzione specializzata per cambiare tale comportamento. Per esempio, la nota di basso può essere stampata in minuscolo. -
chordNameSeparator
-
Parti diverse del nome di un accordo sono separate da un piccolo spazio orizzontale. Impostando
chordNameSeparator
, si può usare qualsiasi testo come separatore. Ciò non ha effetti sul separatore tra un accordo e la sua nota di basso; per personalizzarlo si usa una proprietà specifica,slashChordSeparator
.\chords { c4:7.9- c:7.9-/g \set chordNameSeparator = \markup { "/" } \break c4:7.9- c:7.9-/g }
-
slashChordSeparator
-
Gli accordi possono essere suonati utilizzando come nota di basso una nota diversa da quella fondamentale normalmente usata. In questo caso si parla di «inversioni» o «slash chord», perché il modo predefinito di rappresentarli è con una barra obliqua (forward slash) tra l’accordo principale e la nota di basso. Dunque il valore predefinito di
slashChordSeparator
è una barra obliqua, ma è possibile cambiarlo con qualsiasi testo.\chords { c4:7.9- c:7.9-/g \set slashChordSeparator = \markup { " over " } \break c4:7.9- c:7.9-/g }
-
chordNameExceptions
-
Questa proprietà è una lista di coppie. Il primo elemento di ciascuna coppia è un insieme di altezze usate per identificare i gradi presenti nell’accordo. Il secondo elemento è un testo markup che seguirà l’output di
chordRootNamer
per creare il nome dell’accordo. -
minorChordModifier
-
Gli accordi minori sono spesso indicati con un suffisso “m” a destra della fondamentale dell’accordo. Tuttavia alcuni preferiscono altri suffissi, come il segno meno.
\chords { c4:min f:min7 \set minorChordModifier = \markup { "-" } \break c4:min f:min7 }
-
chordPrefixSpacer
-
Il modificatore per gli accordi minori determinato da
minorChordModifier
appare solitamente subito dopo la fondamentale dell’accordo. È possibile porre uno spazio tra la fondamentale e il modificatore impostandochordPrefixSpacer
. Lo spazio non viene usato quando la fondamentale è alterata.
Comandi predefiniti
\whiteTriangleMarkup
,
\blackTriangleMarkup
,
\germanChords
,
\semiGermanChords
,
\italianChords
,
\frenchChords
.
Frammenti di codice selezionati
Eccezioni dei nomi degli accordi
La proprietà chordNameExceptions
permette di salvare un elenco di
notazioni speciali per accordi specifici.
% modify maj9 and 6(add9) % Exception music is chords with markups chExceptionMusic = { <c e g b d'>1-\markup { \super "maj9" } <c e g a d'>1-\markup { \super "6(add9)" } } % Convert music to list and prepend to existing exceptions. chExceptions = #(append (sequential-music-to-chord-exceptions chExceptionMusic #t) ignatzekExceptions) theMusic = \chordmode { g1:maj9 g1:6.9 \set chordNameExceptions = #chExceptions g1:maj9 g1:6.9 } \layout { ragged-right = ##t } << \new ChordNames \theMusic \new Voice \theMusic >>
Nome dell’accordo di settima maggiore
La formattazione dell’accordo di settima maggiore può essere regolata
con la proprietà majorSevenSymbol
.
\chords { c:7+ \set majorSevenSymbol = \markup { j7 } c:7+ }
Aggiungere stanghette al contesto ChordNames
Per mostrare le stanghette nel contesto ChordNames
, aggiungere
l’incisore Bar_engraver
.
\new ChordNames \with { \override BarLine.bar-extent = #'(-2 . 2) \consists "Bar_engraver" } \chordmode { f1:maj7 f:7 bes:7 }
Volta sotto gli accordi
Aggiungendo l’incisore Volta_engraver
al rigo, è possibile
inserire le volte sotto gli accordi.
\score { << \chords { c1 c1 } \new Staff \with { \consists "Volta_engraver" } { \repeat volta 2 { c'1 } \alternative { c' } } >> \layout { \context { \Score \remove "Volta_engraver" } } }
Modifica del separatore dell’accordo
L’elemento che separa le diverse parti di un accordo può essere impostato su qualsiasi testo di tipo markup.
\chords { c:7sus4 \set chordNameSeparator = \markup { \typewriter | } c:7sus4 }
Vedi anche
Guida alla notazione: Grafico dei nomi degli accordi, Modificatori degli accordi comuni.
Saggio sull’incisione musicale automatizzata: Bibliografia.
File installati: ‘scm/chords-ignatzek-names.scm’, ‘scm/chord-entry.scm’, ‘ly/chord-modifiers-init.ly’.
Frammenti: Chords.
Problemi noti e avvertimenti
I nomi degli accordi sono determinati sia dalle altezze presenti nell’accordo
sia dalle informazioni sulla struttura dell’accordo che potrebbero essere
state inserite in \chordmode
. Se si usa il metodo delle altezze
simultanee per inserire gli accordi, in caso di inversioni o note di basso
si otterranno nomi non voluti.
myChords = \relative c' { \chordmode { c1 c/g c/f } <c e g>1 <g c e> <f c' e g> } << \new ChordNames { \myChords } \new Staff { \myChords } >>
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2.7.3 Basso continuo
La notazione del basso continuo è supportata.
Introduzione al basso continuo | ||
Inserimento del basso continuo | ||
Visualizzazione del basso continuo |
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[ < Basso continuo ] | [ Su : Basso continuo ] | [ Inserimento del basso continuo > ] |
Introduzione al basso continuo
LilyPond supporta il basso continuo, detto anche basso numerato o cifrato:
<< \new Voice { \clef bass dis4 c d ais g fis} \new FiguredBass { \figuremode { < 6 >4 < 7\+ >8 < 6+ [_!] > < 6 >4 <6 5 [3+] > < _ >4 < 6 5/>4 } } >>
Il supporto per il basso continuo consiste in due parti: c’è una modalità di
input, introdotta dal comando \figuremode
, che accetta l’inserimento
dei numeri di basso; e c’è un contesto chiamato FiguredBass
che si
occupa di mostrare gli oggetti BassFigure
. Il basso continuo può
essere mostrato anche in contesti Staff
.
\figures { … }
è una scorciatoia per
\new FiguredBass \figuremode { … }
.
Sebbene il supporto per basso continuo possa assomigliare apparentemente al
supporto per accordi, è in realtà molto più semplice. La modalità
\figuremode
si limita a contenere i numeri e il contesto
FiguredBass
li stampa così come sono inseriti. Non c’è alcuna
conversione in altezze.
Vedi anche
Glossario musicale: basso continuo.
Frammenti: Chords.
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Inserimento del basso continuo
\figuremode
permette di passare alla modalità di input per il basso
continuo. Maggiori informazioni sulle diverse modalità di input si trovano
in Modalità di inserimento.
In modalità basso continuo, un gruppo di numeri di basso è delimitato da
<
e >
. La durata si inserisce dopo il >
.
\new FiguredBass { \figuremode { <6 4>2 } }
Si possono usare le alterazioni (inclusi i bequadri) per modificare i gradi
della scala. Si inseriscono aggiungendo +
(per i diesis), -
(per i bemolli) o !
(per i bequadri) dopo il numero. Per le doppie
alterazioni il modificatore va applicato due volte. Per modificare il terzo
grado il numero di solito viene omesso e ciò si può fare usando _
al
posto del numero.
\figures { <7! 6+ 4-> <5++> <3--> < _+ > < 7 _!> }
Si possono indicare gradi aumentati e diminuiti:
\figures { <6\+ 5/> <7/> }
Si può creare una barra inversa che taglia il numero (usata comunemente per i sesti gradi alzati):
\figures { <6> <6\\> }
Si possono aggiungere parentesi quadre intorno a alterazioni, numeri di basso continuo e gruppi consecutivi di numeri di basso continuo:
\figures { <9[-] 8 [7-] 5 [4[!] 2+]> }
Si può inserire come numero qualsiasi testo di tipo markup:
\figures { <\markup { \tiny \number 6 \super (1) } 5> }
Si possono usare linee di continuazione per indicare numeri ripetuti:
<< { \clef bass e4 d c b, e4 d c b, } \figures { \bassFigureExtendersOn <6 4>4 <6 3> <7 3> <7 3> \bassFigureExtendersOff <6 4>4 <6 3> <7 3> <7 3> } >>
In questo caso, le linee di estensione sostituiscono i numeri esistenti, a meno che le linee di continuazione non siano state terminate esplicitamente.
<< \figures { \bassFigureExtendersOn <6 4>4 <6 4> <6\! 4\!> <6 4> } { \clef bass d4 d c c } >>
La seguente tabella riassume i modificatori del numero disponibili.
Modificatore | Scopo | Esempio |
+, -, ! | Alterazioni | |
\+, / | Gradi aumentati e diminuiti | |
\\ | Sesto grado alzato | |
\! | Fine della linea di continuazione |
Comandi predefiniti
\bassFigureExtendersOn
,
\bassFigureExtendersOff
.
Frammenti di codice selezionati
Cambiare la posizione delle alterazioni del basso continuo
Le alterazioni e i segni più possono apparire prima o dopo i numeri, a
seconda delle proprietà figuredBassAlterationDirection
e
figuredBassPlusDirection
.
\figures { <5\+> <5+ 4\+> <6 4- 2\+> r \set figuredBassAlterationDirection = #RIGHT <5\+> <5+ 4\+> <6 4- 2\+> r \set figuredBassPlusDirection = #RIGHT <5\+> <5+ 4\+> <6 4- 2\+> r \set figuredBassAlterationDirection = #LEFT <5\+> <5+ 4\+> <6 4- 2\+> r }
Vedi anche
Frammenti: Chords.
Guida al funzionamento interno: BassFigure, BassFigureAlignment, BassFigureLine, BassFigureBracket, BassFigureContinuation, FiguredBass.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Inserimento del basso continuo ] | [ Su : Basso continuo ] | [ Musica contemporanea > ] |
Visualizzazione del basso continuo
Il basso continuo può essere visualizzato usando il contesto FiguredBass
o la maggior parte dei contesti del rigo.
Se visualizzato in un contesto FiguredBass
, la posizione verticale dei
numeri è independente dalle note del rigo.
<< \relative { c''4 c'8 r8 c,4 c' } \new FiguredBass { \figuremode { <4>4 <10 6>8 s8 <6 4>4 <6 4> } } >>
Nell’esempio precedente, il contesto FiguredBass
deve essere istanziato
esplicitamente per evitare la creazione di un secondo rigo (vuoto).
Il basso continuo può anche essere aggiunto direttamente ai contesti
Staff
. In questo caso la posizione verticale dei numeri è
regolata automaticamente.
<< \new Staff = "mioRigo" \figuremode { <4>4 <10 6>8 s8 <6 4>4 <6 4> } %% Inserire le note nello stesso rigo dei numeri di basso \context Staff = "mioRigo" { \clef bass c4 c'8 r8 c4 c' } >>
Se aggiunto in un contesto Staff
, il basso continuo può essere
visualizzato sopra o sotto il rigo.
<< \new Staff = "mioRigo" \figuremode { <4>4 <10 6>8 s8 \bassFigureStaffAlignmentDown <6 4>4 <6 4> } %% Inserire le note nello stesso rigo dei numeri di basso \context Staff = "mioRigo" { \clef bass c4 c'8 r8 c4 c' } >>
Comandi predefiniti
\bassFigureStaffAlignmentDown
,
\bassFigureStaffAlignmentUp
,
\bassFigureStaffAlignmentNeutral
.
Vedi anche
Frammenti: Chords.
Guida al funzionamento interno: BassFigure, BassFigureAlignment, BassFigureLine, BassFigureBracket, BassFigureContinuation, FiguredBass.
Problemi noti e avvertimenti
Per assicurarsi che le linee di continuazione funzionino correttamente, è più sicuro usare lo stesso ritmo nella linea dei numeri e nella linea dei bassi.
<< { \clef bass \repeat unfold 4 { f16. g32 } f8. es16 d8 es } \figures { \bassFigureExtendersOn % Qui gli estensori sono corretti, perché hanno lo stesso ritmo del basso \repeat unfold 4 { <6 4->16. <6 4->32 } <5>8. r16 <6>8 <6\! 5-> } >> << { \clef bass \repeat unfold 4 { f16. g32 } f8. es16 d8 es } \figures { \bassFigureExtendersOn % Qui gli estensori non sono corretti, anche se il tempo è lo stesso <6 4->4 <6 4->4 <5>8. r16 <6>8 <6\! 5-> } >>
2.8 Musica contemporanea
A partire dall’inizio del Ventesimo secolo c’è stata un’enorme espansione di stili e tecniche compositive. Nuovi sviluppi armonici e ritmici, l’estensione dello spettro di altezze e lo sviluppo di un’ampia gamma di nuove tecniche strumentali sono stati accompagnati da una parallela evoluzione e espansione della notazione musicale. L’obiettivo di questa sezione è fornire dei riferimenti e delle informazioni per poter lavorare con queste nuove tecniche di notazione.
2.8.1 Altezza e armonica nella musica contemporanea
Questa sezione tratta le questioni relative alla notazione delle altezze e dell’armonia nella musica contemporanea.
Riferimenti per altezza e armonia nella musica contemporanea | ||
Notazione microtonale | ||
Armature di chiave e armonia contemporanee |
Riferimenti per altezza e armonia nella musica contemporanea
- La notazione standard per quarti di tono è trattata in Nomi delle note in altre lingue.
- Armature di chiavi non standard sono affrontate in Armatura di chiave.
- Le pratiche contemporanee nella visualizzazione delle alterazioni sono discusse in Alterazioni automatiche.
Notazione microtonale
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Armature di chiave e armonia contemporanee
2.8.2 Approcci contemporanei al ritmo
Questa sezione tratta le questioni relative alla notazione del ritmo nella musica contemporanea.
Riferimenti per approcci contemporanei al ritmo
- Le indicazioni di tempo composto sono trattate in Indicazione di tempo.
- La notazione polimetrica di base è trattata in Notazione polimetrica.
- Le travature a raggiera sono discusse in Travature a raggiera.
- Le stanghette dello stile “Mensurstriche” (stanghette solo tra i righi) sono trattate in Raggruppare i righi.
Gruppi irregolari nella musica contemporanea
Indicazioni di tempo contemporanee
Notazione polimetrica estesa
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[ < Notazione polimetrica estesa ] | [ Su : Approcci contemporanei al ritmo ] | [ Stanghette nella musica contemporanea > ] |
Travature nella musica contemporanea
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Travature nella musica contemporanea ] | [ Su : Approcci contemporanei al ritmo ] | [ Notazione grafica > ] |
Stanghette nella musica contemporanea
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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2.8.3 Notazione grafica
Gli elementi ritmici possono essere continuati da una linea di durata, che è
rappresentata dal grob DurationLine
.
Gli stili possibili sono 'beam
(raggio), 'line
(linea),
'dashed-line
(linea tratteggiata), 'dotted-line
(linea punteggiata),
'zigzag
, 'trill
e 'none
(nessuno).
La linea di durata può terminare con un gancio (solo nello stile a raggio) o
con una freccia.
\layout { \context { \Voice \consists "Duration_line_engraver" \omit Stem \omit Flag \omit Beam \override NoteHead.duration-log = 2 } } { a'1\- s2 r \once \override DurationLine.style = #'line a'1\- s2 r \once \override DurationLine.style = #'dashed-line \once \override DurationLine.dash-period = 2 a'1\- s2 r \once \override DurationLine.style = #'dotted-line \once \override DurationLine.dash-period = 1 \once \override DurationLine.bound-details.right.padding = 1 a'1\- s2 r \once \override DurationLine.thickness = 2 \once \override DurationLine.style = #'zigzag a'1\- s2 r \once \override DurationLine.style = #'trill a'1\- s2 r \once \override DurationLine.style = #'none a'1\- s2 r \once \override DurationLine.bound-details.right.end-style = #'arrow a'1\- s2 r \override DurationLine.bound-details.right.end-style = #'hook a'1\- s2 r \override DurationLine.details.hook-direction = #DOWN a'1\- s2 r \bar "|." }
Problemi noti e avvertimenti
Se un grob DurationLine
arriva alla fine di una partitura, per motivi
tecnici gli elementi al termine della linea non appaiono.
Un modo per aggirare il problema potrebbe essere:
\layout { \context { \Voice \consists "Duration_line_engraver" \omit Stem \omit Flag \omit Beam \override NoteHead.duration-log = 2 } } lastEndStyle = #(define-music-function (end-style)(symbol?) #{ \override DurationLine.stencil = #(lambda (grob) (let* ((orig (ly:grob-original grob)) (siblings (if (ly:grob? orig) (ly:spanner-broken-into orig) '())) (last-grob (if (pair? siblings) (last siblings) #f))) (if last-grob (ly:grob-set-nested-property! last-grob '(bound-details right-broken end-style) end-style)) duration-line::print)) #}) { \once \override DurationLine.bound-details.right.end-style = #'arrow \lastEndStyle #'arrow a'1\- \bar "|." }
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2.8.4 Tecniche di arrangiamento contemporaneo
2.8.5 Nuove tecniche strumentali
2.8.6 Letture consigliate e partiture rilevanti
Questa sezione consiglia libri, esempi musicali e altre risorse utili nello studio della notazione musicale contemporanea.
Libri e articoli sulla notazione musicale contemporanea | ||
Partiture e esempi musicali |
Libri e articoli sulla notazione musicale contemporanea
- Music Notation in the Twentieth Century: A Practical Guidebook di Kurt Stone [W. W. Norton, 1980]
- Music Notation: A Manual of Modern Practice di Gardner Read [Taplinger, 1979]
- Instrumentation and Orchestration di Alfred Blatter [Schirmer, 2nd ed. 1997]
Partiture e esempi musicali
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2.9 Notazione antica
Il supporto per la notazione antica comprende funzionalità per la notazione mensurale, la notazione del canto gregoriano e la notazione quadrata di Kiev. Tali funzionalità sono disponibili sia modificando le proprietà stilistiche di alcuni oggetti grafici, come teste di nota e pause, sia usando uno dei contesti predefiniti per questi stili.
Molti oggetti grafici, come teste di nota e code, alterazioni, indicazioni
di tempo e pause, forniscono una proprietà style
, che può essere
cambiata per emulare vari stili diversi di notazione antica. Vedere:
- Teste di nota mensurali,
- Alterazioni e armature di chiave mensurali,
- Pause mensurali,
- Chiavi mensurali,
- Chiavi gregoriane,
- Code mensurali,
- Indicazioni di tempo mensurali.
Alcuni concetti sono presentati in modo specifico per la notazione antica:
Vedi anche
Glossario musicale: custos, legatura, notazione mensurale.
Guida alla notazione: Teste di nota mensurali, Alterazioni e armature di chiave mensurali, Pause mensurali, Chiavi gregoriane, Code mensurali, Indicazioni di tempo mensurali, Custodes, Divisiones, Legature.
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[ < Notazione antica ] | [ Su : Notazione antica ] | [ Notazione antica---funzionalità comuni > ] |
2.9.1 Panoramica degli stili supportati
Per scrivere il canto gregoriano sono disponibili tre stili:
- Editio Vaticana è uno stile completo per il canto gregoriano, che riprende l’aspetto delle edizioni Solesmes, i libri ufficiali di canti del Vaticano dal 1904. LilyPond supporta tutti i segni della notazione usati in questo stile, incluse legature, custodes e segni speciali come il quilisma e l’oriscus.
- Lo stile Editio Medicaea offre alcune funzionalità utilizzate nelle edizioni Medicaea (o Ratisbona), che venivano usate prima delle edizioni Solesmes. Le differenze più rilevanti rispetto allo stile Vaticana sono le chiavi, che hanno dei tratti inclinati verso il basso, e le teste di nota, che sono quadrate e regolari.
- Lo stile Hufnagel (“chiodo del ferro di cavallo”) o Gotico replica lo stile di scrittura dei manoscritti tedeschi e mitteleuropei del Medioevo. Il nome deriva dalla forma essenziale della nota (la virga), che assomiglia a un piccolo chiodo.
Tre stili emulano l’aspetto dei manoscritti e delle stampe di musica mensurale del tardo Medioevo e del Rinascimento:
- Lo stile Mensurale assomiglia molto allo stile di scrittura usato nei manoscritti del tardo Medioevo e del primo Rinascimento, con le sue teste di nota a diamante, piccole e strette, e le sue pause che ricordano uno stile a mano libera.
- Lo stile Neomensurale è una versione rinnovata e stilizzata del precedente: le teste di nota sono più larghe e le pause sono fatte di linee dritte. Questo stile è particolarmente adatto agli incipit dei pezzi trascritti di musica mensurale.
- Lo stile Petrucci prende il nome da Ottaviano Petrucci (1466-1539), il primo tipografo a usare i caratteri mobili per la musica (nel suo Harmonice musices odhecaton, 1501). Questo stile usa delle teste di nota più grandi rispetto agli altri stili mensurali.
Gli stili Barocco e Classico non sono stili completi ma differiscono dallo stile predefinito solo in alcuni dettagli: alcune teste di nota (Barocco) e la pausa di un quarto (Classico).
Solo lo stile mensurale ha alternative per tutti gli aspetti della notazione. Negli stili gregoriani non ci sono pause né code, perché questi segni non sono usati nella notazione per canto piano, mentre lo stile Petrucci non ha code o alterazioni specifiche.
Ogni elemento della notazione può essere modificato indipendentemente dagli altri elementi, dunque è possibile usare code mensurali, teste di nota Petrucci, pause classiche e chiavi vaticane nello stesso brano.
Vedi anche
Glossario musicale: notazione mensurale, coda.
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2.9.2 Notazione antica—funzionalità comuni
Contesti predefiniti | ||
Legature | ||
Custodes |
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[ < Notazione antica---funzionalità comuni ] | [ Su : Notazione antica---funzionalità comuni ] | [ Legature > ] |
Contesti predefiniti
Per la notazione mensurale e del canto gregoriano, sono disponibili i
contesti predefiniti della voce e del rigo, che impostano tutti i vari
segni della notazione su valori adatti per questi stili. Se i valori
predefiniti sono soddisfacenti, si può procedere direttamente all’inserimento
delle note senza preoccuparsi di come personalizzare un contesto.
Consultare uno dei contesti predefiniti: VaticanaVoice
,
VaticanaStaff
, MensuralVoice
e MensuralStaff
.
Vedere anche:
Vedi anche
Glossario musicale: notazione mensurale.
Guida alla notazione: Contesti del canto gregoriano, Contesti mensurali.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Contesti predefiniti ] | [ Su : Notazione antica---funzionalità comuni ] | [ Custodes > ] |
Legature
Una legatura è un simbolo grafico che rappresenta almeno due diverse note. Le legature sono apparse in origine nei manoscritti dei canti gregoriani per riferirsi alle sequenze ascendenti e discendenti di note sulla stessa sillaba. Sono utilizzate anche nella notazione mensurale.
Le legature si inseriscono racchiudendole tra \[
e
\]
. Alcuni stili di legatura possono richiedere ulteriore
sintassi di input specifica per un particolare tipo di legatura.
Nell’impostazione predefinita l’incisore LigatureBracket
pone una parentesi quadrata sopra la legatura.
\relative { \[ g' c, a' f d' \] a g f \[ e f a g \] }
Sono disponibili altri due stili di legatura: lo stile vaticano per il
canto gregoriano e lo stile mensurale per la musica mensurale (sono
supportate solo le legature mensurali bianche e con alcune limitazioni).
Per usare uno di questi stili, occorre sostituire nel contesto Voice
l’incisore predefinito Ligature_bracket_engraver
con uno degli
incisori specializzati, come è spiegato in Legature mensurali bianche e
Legature di neumi quadrati gregoriani.
Vedi anche
Glossario musicale: legatura.
Guida alla notazione: Legature mensurali bianche, Legature di neumi quadrati gregoriani.
Problemi noti e avvertimenti
La spaziatura richiesta per le legature non è ancora implementata e di conseguenza potrebbe risultare troppo spazio tra di esse. Anche l’interruzione di linea potrebbe essere insoddisfacente.
Il testo vocale potrebbe non allinearsi come desiderato quando si usano le legature.
Le alterazioni non devono apparire all’interno di una legatura, ma devono invece essere raccolte e visualizzate davanti ad essa.
La sintassi utilizza ancora lo stile deprecato “infix”
\[ espressione musicale \]
. Per ragioni di coerenza, dovrà
essere cambiato in stile “postfix” nota\[ … nota\]
.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Legature ] | [ Su : Notazione antica---funzionalità comuni ] | [ Scrivere la musica mensurale > ] |
Custodes
Un custos (plurale: custodes; parola latina per “custode”) è un simbolo che appare alla fine di un rigo. Anticipa l’altezza della prima nota della linea seguente, aiutando quindi l’esecutore a gestire le interruzioni di linea durante l’esecuzione.
I custodes erano usati frequentemente nella notazione musicale fino al diciassettesimo secolo. Attualmente vengono usati solo in poche forme particolari di notazione musicale, per esempio nelle edizioni contemporanee dei canti gregoriani, come l’Editio Vaticana. Ci sono glifi diversi per il custos a seconda dei diversi stili di notazione.
Per inserire i custodes, porre l’incisore Custos_engraver
nel contesto
Staff
del blocco \layout
e modificare lo stile del custos con
un \override
, se necessario, come è illustrato nell’esempio seguente:
\score { \relative { a'1 \break g } \layout { \context { \Staff \consists Custos_engraver \override Custos.style = #'mensural } } }
Il glifo del custos viene selezionato tramite la proprietà style
. Gli
stili supportati sono vaticana
, medicaea
, hufnagel
e
mensural
.
\new Lyrics \lyricmode { \markup { \column { \typewriter "vaticana " \line { " " \musicglyph "custodes.vaticana.u0" } } } \markup { \column { \typewriter "medicaea " \line { " " \musicglyph "custodes.medicaea.u0" } }} \markup { \column { \typewriter "hufnagel " \line { " " \musicglyph "custodes.hufnagel.u0" } }} \markup { \column { \typewriter "mensural " \line { " " \musicglyph "custodes.mensural.u0" } }} }
Vedi anche
Glossario musicale: custos.
Frammenti: Ancient notation.
Guida al funzionamento interno: Custos.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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2.9.3 Scrivere la musica mensurale
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Scrivere la musica mensurale ] | [ Su : Scrivere la musica mensurale ] | [ Chiavi mensurali > ] |
Contesti mensurali
I contesti predefiniti MensuralVoice
e MensuralStaff
permettono di comporre un brano in stile mensurale. Questi contesti
inizializzano tutte le proprietà di contesto e dei grob rilevanti
su valori adeguati, in modo da poter procedere direttamente con
l’inserimento del canto, come dimostra il seguente estratto:
\score { << \new MensuralVoice = "discantus" \relative { \hide Score.BarNumber { c''1\melisma bes a g\melismaEnd f\breve \[ f1\melisma a c\breve d\melismaEnd \] c\longa c\breve\melisma a1 g1\melismaEnd fis\longa^\signumcongruentiae } } \new Lyrics \lyricsto "discantus" { San -- ctus, San -- ctus, San -- ctus } >> }
Vedi anche
Glossario musicale: notazione mensurale.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Contesti mensurali ] | [ Su : Scrivere la musica mensurale ] | [ Indicazioni di tempo mensurali > ] |
Chiavi mensurali
Le chiavi mensurali sono supportate tramite il comando \clef
. Alcune
chiavi usano lo stesso glifo, ma si differenziano soltanto per la linea su cui
sono stampate. In tali casi, un numero al termine del nome permette di
numerare queste chiavi, partendo dalla linea più bassa e salendo verso
quella più alta.
\override NoteHead.style = #'vaticana.punctum \clef "vaticana-do1" c'1
\override NoteHead.style = #'medicaea.punctum \clef "medicaea-do3" c'1
\override NoteHead.style = #'hufnagel.punctum \clef "hufnagel-fa2" c'1
\override NoteHead.style = #'neomensural \clef "neomensural-c4" c'1
È possibile forzare manualmente il posizionamento del glifo di una chiave su una linea arbitraria, come è spiegato in Chiave. Tutte le chiavi possibili sono descritte in Stili della chiave.
Vedi anche
Glossario musicale: notazione mensurale, chiave.
Guida alla notazione: Chiavi gregoriane, Chiave.
File installati: ‘scm/parser-clef.scm’.
Frammenti: Pitches.
Guida al funzionamento interno: Clef_engraver, Clef, ClefModifier, clef-interface.
Problemi noti e avvertimenti
La chiave mensurale di Sol è associata alla chiave Petrucci di Sol.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Chiavi mensurali ] | [ Su : Scrivere la musica mensurale ] | [ Teste di nota mensurali > ] |
Indicazioni di tempo mensurali
È disponibile un limitato supporto per i segni della musica mensurale (che
sono simili ma non del tutto uguali alle indicazioni di tempo). I glifi sono
collegati direttamente a specifiche frazioni temporali. In altre parole, per
ottenere un certo segno mensurale col comando \time n/m
, n
e
m
devono essere scelti in base alla seguente tabella
Per selezionare le indicazioni di tempo antiche si usa la proprietà style
del grob TimeSignature
. Gli stili supportati sono neomensural
e
mensural
. La tabella precedente utilizza lo stile neomensural
.
Gli esempi successivi mostrano le differenze tra gli stili:
Indicazione di tempo fornisce un’introduzione generale all’uso delle indicazioni di tempo.
Vedi anche
Glossario musicale: notazione mensurale.
Guida alla notazione: Indicazione di tempo.
Problemi noti e avvertimenti
I rapporti tra le durate delle note non possono cambiare con l’indicazione di tempo, perché non sono costanti. Per esempio, il rapporto di 1 breve = 3 semibrevi (tempus perfectum) può essere creato manualmente impostando
breveTP = #(ly:make-duration -1 0 3/2) … { c\breveTP f1 }
breveTP
viene impostato su 3/2 moltiplicato 2 = 3 volte una nota intera.
I simboli mensural68alt
e neomensural68alt
(simboli alternativi
per 6/8) non sono gestibili con \time
. Usare invece
\markup {\musicglyph "timesig.mensural68alt" }
.
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[ < Indicazioni di tempo mensurali ] | [ Su : Scrivere la musica mensurale ] | [ Code mensurali > ] |
Teste di nota mensurali
Per la notazione antica, è possibile assegnare alle teste di nota uno stile
diverso dal predefinito default
. Per farlo si imposta la proprietà
style
dell’oggetto NoteHead
su baroque
, neomensural
,
mensural
, petrucci
, blackpetrucci
o semipetrucci
.
Differenze dello stile baroque
rispetto allo stile default
:
- Fornisce una testa di nota
maxima
. - Utilizza una forma quadrata per le teste di nota
\breve
.
Differenze degli stili neomensural
, mensural
e petrucci
rispetto allo stile baroque
:
- Usano teste romboidali per le semibrevi e tutte le durate più piccole.
- Centrano i gambi sulle teste di nota.
Lo stile blackpetrucci
produce teste di nota usabili nella notazione
mensurale nera o nelle sezioni “coloratio” della notazione mensurale bianca.
Dato che lo stile delle teste di nota non influenza il numero delle code, in
questo stile una semiminima deve essere scritta come a8*2
e non come
a4
, altrimenti avrà lo stesso aspetto di una minima.
Il moltiplicatore può essere diverso se si usa la “coloratio”, ad esempio
per scrivere le terzine.
Usare lo stile semipetrucci
per ottenere teste di nota semicolorate
(breve, longa e maxima).
L’esempio seguente illustra lo stile petrucci
:
\compressEmptyMeasures \autoBeamOff \override NoteHead.style = #'petrucci a'\maxima a'\longa a'\breve a'1 a'2 a'4 a'8 a'16 a' \override NoteHead.style = #'semipetrucci a'\breve*5/6 \override NoteHead.style = #'blackpetrucci a'8*4/3 a' \override NoteHead.style = #'petrucci a'\longa
Stili delle teste di nota fornisce una panoramica di tutti gli stili di teste di nota disponibili.
Vedi anche
Glossario musicale: notazione mensurale, teste di nota.
Guida alla notazione: Stili delle teste di nota.
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[ < Teste di nota mensurali ] | [ Su : Scrivere la musica mensurale ] | [ Pause mensurali > ] |
Code mensurali
Usare la proprietà flag-style
del grob Stem
per selezionare
code antiche. Oltre allo stile predefinito default
, per le code
è supportato solo lo stile mensural
.
\relative c' { \override Flag.style = #'mensural \override Stem.thickness = #1.0 \override NoteHead.style = #'mensural \autoBeamOff c8 d e f c16 d e f c32 d e f s8 c'8 d e f c16 d e f c32 d e f }
Si noti che l’estremità più interna di ciascuna coda mensurale è allineata verticalmente con una linea del rigo.
Non esiste uno stile di coda specifico per la notazione neomensurale o Petrucci. Non esistono code nella notazione del canto gregoriano.
Vedi anche
Glossario musicale: notazione mensurale, coda.
Problemi noti e avvertimenti
L’allineamento verticale di ciascuna coda con una linea del rigo presuppone che i gambi terminino sempre esattamente su una linea o esattamente a metà tra due linee. Ciò potrebbe non essere sempre vero se si usano funzionalità di formattazione avanzata della notazione classica (che sono tuttavia non pertinenti per la notazione mensurale).
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Code mensurali ] | [ Su : Scrivere la musica mensurale ] | [ Alterazioni e armature di chiave mensurali > ] |
Pause mensurali
Usare la proprietà style
del grob Rest
per selezionare pause
antiche. Gli stili antichi supportati sono neomensural
e
mensural
.
L’esempio seguente illustra questi stili:
\compressEmptyMeasures \override Rest.style = #'mensural r\longa^"mensural" r\breve r1 r2 r4 r8 r16 s \break \override Rest.style = #'neomensural r\longa^"neomensural" r\breve r1 r2 r4 r8 r16
Non esistono pause di un trentaduesimo e di un sessantaquattresimo specifiche per gli stili mensurali o neomensurali; vengono quindi usate le pause dello stile predefinito.
Vedi anche
Glossario musicale: notazione mensurale.
Guida alla notazione: Pause.
Frammenti: Ancient notation.
Problemi noti e avvertimenti
Il glifo della pausa di massima nello stile mensurale è in realtà una pausa di lunga perfetta; usare due (o tre) pause di lunga per ottenere una pausa di massima. Le pause di lunga non sono raggruppate automaticamente, dunque bisogna farlo manualmente usando le pause con altezza.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Pause mensurali ] | [ Su : Scrivere la musica mensurale ] | [ Alterazioni suggerite (musica ficta) > ] |
Alterazioni e armature di chiave mensurali
Lo stile mensural
fornisce uno stile dei segni diesis e bemolle diverso
da quello predefinito. La notazione mensurale usava raramente il segno di
bequadro: al suo posto viene usato il segno diesis o bemolle appropriato.
Per esempio, un Si bequadro nella tonalità di Fa maggiore viene indicato con
un diesis. Tuttavia, se richiesto esplicitamente, il segno bequadro viene
preso dallo stile vaticana
.
Il modo di usare questo stile è trattato in Glifi di alterazione alternativi.
È lo stile predefinito del contesto MensuralStaff
.
Vedi anche
Glossario musicale: notazione mensurale, nomi delle altezze, alterazione, armatura di chiave.
Guida alla notazione: Altezze, Alterazioni, Alterazioni automatiche, Glifi di alterazione alternativi, Gruppi di glifi di alterazione, Armatura di chiave.
Guida al funzionamento interno: KeySignature.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Alterazioni e armature di chiave mensurali ] | [ Su : Scrivere la musica mensurale ] | [ Legature mensurali bianche > ] |
Alterazioni suggerite (musica ficta)
Nella musica europea antecedente il 1600, ai cantanti era richiesto di alterare cromaticamente le note di loro iniziativa in base a certe regole. Questa prassi è nota come musica ficta. Nelle trascrizioni moderne queste alterazioni vengono poste solitamente sopra la nota.
Tali alterazioni suggerite sono supportate e possono essere attivate impostando
suggestAccidentals
su vero.
\relative { fis' gis \set suggestAccidentals = ##t ais bis }
In questo modo ogni successiva alterazione sarà trattata come
musica ficta finché la proprietà non viene reimpostata con
\set suggestAccidentals = ##f
. È quindi più pratico usare
\once \set suggestAccidentals = ##t
, che può essere anche
definito come una comoda scorciatoia:
ficta = { \once \set suggestAccidentals = ##t } \score { \relative \new MensuralVoice { \once \set suggestAccidentals = ##t bes'4 a2 g2 \ficta fis8 \ficta e! fis2 g1 } }
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: Accidental_engraver, AccidentalSuggestion.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Alterazioni suggerite (musica ficta) ] | [ Su : Scrivere la musica mensurale ] | [ Scrivere il canto gregoriano > ] |
Legature mensurali bianche
Il supporto per le legature mensurali bianche è presente ma limitato.
Per scriverle, sostituire nel blocco layout l’incisore
Ligature_bracket_engraver
con l’incisore
Mensural_ligature_engraver
all’interno del
contesto Voice
:
\layout { \context { \Voice \remove Ligature_bracket_engraver \consists Mensural_ligature_engraver } }
Non esiste un ulteriore linguaggio di input per descrivere la forma di una legatura mensurale bianca. La forma è determinata unicamente dall’altezza e dalla durata delle note racchiuse. Questo approccio, sebbene possa richiedere a un nuovo utente un po’ di tempo per prenderci confidenza, ha il grande vantaggio che tutte le informazioni musicali della legatura sono note internamente. Non solo ciò è richiesto per avere un output MIDI corretto, ma permette anche la trascrizione automatica delle legature.
In alcuni punti due note consecutive possono essere rappresentate sia
come due quadrati sia come un parallelogramma obliquo (forma flexa).
In tali casi vengono usati automaticamente i due quadrati, ma si può
scegliere una flexa impostando la proprietà ligature-flexa
della seconda testa di nota. La lunghezza di una flexa si
imposta tramite la proprietà della testa di nota flexa-width
.
Per esempio,
\score { \relative { \set Score.timing = ##f \set Score.measureBarType = "" \override NoteHead.style = #'petrucci \override Staff.TimeSignature.style = #'mensural \clef "petrucci-g" \[ c''\maxima g \] \[ d'\longa \override NoteHead.ligature-flexa = ##t \once \override NoteHead.flexa-width = #3.2 c\breve f e d \] \[ c\maxima d\longa \] \[ e1 a, g\breve \] } \layout { \context { \Voice \remove Ligature_bracket_engraver \consists Mensural_ligature_engraver } } }
Senza sostituire l’incisore Ligature_bracket_engraver
con
Mensural_ligature_engraver
, la stessa musica appare così:
Vedi anche
Glossario musicale: legatura.
Guida alla notazione: Legature di neumi quadrati gregoriani, Legature.
Problemi noti e avvertimenti
La spaziatura orizzontale delle legature può essere insoddisfacente. Le alterazioni potrebbero entrare in collisione con le note precedenti.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Legature mensurali bianche ] | [ Su : Notazione antica ] | [ Contesti del canto gregoriano > ] |
2.9.4 Scrivere il canto gregoriano
Quando si scrive un brano nella notazione del canto gregoriano, l’incisore
Vaticana_ligature_engraver
seleziona automaticamente le teste di
nota adeguate, dunque non c’è bisogno di impostare esplicitamente lo stile
della testa di nota. È tuttavia possibile modificare lo stile della testa
di nota, per esempio su vaticana_punctum
per produrre i neumi punctum.
Analogamente, l’incisore Mensural_ligature_engraver
raggruppa
automaticamente le legature mensurali.
Vedi anche
Glossario musicale: legatura.
Guida alla notazione: Legature mensurali bianche, Legature.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Scrivere il canto gregoriano ] | [ Su : Scrivere il canto gregoriano ] | [ Chiavi gregoriane > ] |
Contesti del canto gregoriano
Si possono usare i contesti predefiniti VaticanaVoice
e
VaticanaStaff
per scrivere un brano di canto gregoriano nello stile
Editio Vaticana. Questi contesti inizializzano tutte le proprietà dei grob
e di contesto rilevanti impostandole su valori adatti, in modo da non dover
far altro che inserire il canto, come dimostra il passo seguente:
\include "gregorian.ly" \score { << \new VaticanaVoice = "cantus" { \[ c'\melisma c' \flexa a \] \[ a \flexa \deminutum g\melismaEnd \] f \divisioMinima \[ f\melisma \pes a c' c' \pes d'\melismaEnd \] c' \divisioMinima \break \[ c'\melisma c' \flexa a \] \[ a \flexa \deminutum g\melismaEnd \] f \divisioMinima } \new Lyrics \lyricsto "cantus" { San- ctus, San- ctus, San- ctus } >> }
Chiavi gregoriane
La tabella seguente mostra tutte le chiavi gregoriane supportate dal comando
\clef
. Alcune chiavi usano lo stesso glifo, ma si differenziano
rispetto alla linea in cui sono collocate. In tali casi, si usa un numero in
fondo al nome per numerare queste chiavi, dalla linea più bassa a quella più
alta. È tuttavia possibile forzare manualmente la posizione del glifo della
chiave su una linea arbitraria, come è spiegato in Chiave. La nota che
appare a destra di ogni chiave nella colonna degli esempi indica il
c'
(Do) relativo a quella chiave.
Vedi anche
Glossario musicale: chiave.
Guida alla notazione: Chiave.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Chiavi gregoriane ] | [ Su : Scrivere il canto gregoriano ] | [ Divisiones > ] |
Alterazioni e armature di chiave gregoriane
Sono disponibili alterazioni per i tre diversi stili gregoriani:
Come si vede, non tutte le alterazioni sono supportate da ciascun stile. Quando si tenterà di accedere a un’alterazione non supportata, LilyPond passerà a uno stile diverso.
Come passare da uno stile all’altro è spiegato in Glifi di alterazione alternativi.
Vedi anche
Glossario musicale: alterazione, armatura di chiave.
Guida alla notazione: Altezze, Alterazioni, Alterazioni automatiche, Glifi di alterazione alternativi, Armatura di chiave.
Guida al funzionamento interno: KeySignature.
Divisiones
Nella notazione del canto gregoriano non esistono pause; al loro posto si usano le Divisiones.
Una divisio (plurale: divisiones; parola latina per “divisione”) è un simbolo di contesto usato per indicare la frase e la struttura delle sezioni della musica gregoriana. Il significato musicale di divisio minima, divisio maior e divisio maxima può essere descritto come pausa breve, media e lunga, un po’ come per i segni di respiro (vedi Respiri). Il segno finalis non segna soltanto la fine di un canto, ma viene anche usato frequentemente all’interno di un singolo canto antifonale/di risposta per contrassegnare la fine di ciascuna sezione.
Per usare le divisiones, includere il file ‘gregorian.ly’. Contiene
le definizioni che si possono applicare inserendo semplicemente
\divisioMinima
, \divisioMaior
, \divisioMaxima
e
\finalis
nei punti giusti dell’input. Alcune edizioni usano
virgula o caesura al posto della divisio minima.
Dunque ‘gregorian.ly’ contiene anche una definizione per \virgula
e
\caesura
.
Comandi predefiniti
\virgula
,
\caesura
,
\divisioMinima
,
\divisioMaior
,
\divisioMaxima
,
\finalis
.
Vedi anche
Glossario musicale: caesura, divisio.
Guida alla notazione: Respiri.
File installati: ‘ly/gregorian.ly’.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Divisiones ] | [ Su : Scrivere il canto gregoriano ] | [ Punti di aumentazione (morae) > ] |
Segni di articolazione gregoriani
Oltre ai segni di articolazione standard descritti nella sezione Articolazioni e abbellimenti, sono disponibili dei segni di articolazione progettati specificamente per la notazione in stile Editio Vaticana.
\include "gregorian.ly" \score { \new VaticanaVoice { \override TextScript.font-family = #'typewriter \override TextScript.font-shape = #'upright \override Script.padding = #-0.1 a\ictus_"ictus " \bar "" \break a\circulus_"circulus " \bar "" \break a\semicirculus_"semicirculus " \bar "" \break a\accentus_"accentus " \bar "" \break \[ a_"episema" \episemInitium \pes b \flexa a b \episemFinis \flexa a \] } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Articolazioni e abbellimenti.
Frammenti: Ancient notation.
Guida al funzionamento interno: Episema, EpisemaEvent, Episema_engraver, Script, ScriptEvent, Script_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Alcune articolazioni sono posizionate troppo vicine verticalmente alle teste di nota corrispondenti.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Segni di articolazione gregoriani ] | [ Su : Scrivere il canto gregoriano ] | [ Legature di neumi quadrati gregoriani > ] |
Punti di aumentazione (morae)
I punti di aumentazione, chiamati anche morae, si aggiungono con la
funzione musicale \augmentum
. Si noti che \augmentum
è
implementata come funzione musicale unaria invece che come prefisso. Ciò
significa che si applica soltanto all’espressione musicale immediatamente
seguente. Per esempio, \augmentum \virga c
non avrà effetti visibili.
Scrivere invece \virga \augmentum c
o \augmentum {\virga c}
.
È possibile scrivere anche \augmentum {a g}
come scorciatoia per
\augmentum a \augmentum g
.
\include "gregorian.ly" \score { \new VaticanaVoice { \[ \augmentum a \flexa \augmentum g \] \augmentum g } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Respiri.
Guida al funzionamento interno: BreathingSign.
Frammenti: Ancient notation.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Punti di aumentazione (morae) ] | [ Su : Scrivere il canto gregoriano ] | [ Scrivere in notazione quadrata di Kiev > ] |
Legature di neumi quadrati gregoriani
LilyPond fornisce un supporto limitato alla notazione quadrata del canto gregoriano (secondo lo stile Editio Vaticana). Possono essere già scritte le legature fondamentali, ma ci sono ancora importanti limiti per una composizione tipografica professionale: tra gli altri, l’allineamento orizzontale di legature multiple, l’allineamento del testo vocale e una corretta gestione delle alterazioni.
Il supporto per i neumi gregoriani si abilita includendo il file ‘gregorian.ly’ all’inizio del file. Così si hanno a disposizione vari comandi aggiuntivi per la produzione di simboli di neumi usati nella notazione del canto gregoriano.
Le teste di nota possono essere modificate e/o unite.
- La forma della testa di nota può essere modificata
anteponendo al nome della nota uno dei seguenti comandi:
\virga
,\stropha
,\inclinatum
,\auctum
,\descendens
,\ascendens
,\oriscus
,\quilisma
,\deminutum
,\cavum
,\linea
. - Le legature, ovvero le note unite insieme, si producono mettendo uno
dei comandi di unione,
\pes
o\flexa
, rispettivamente per il movimento verso l’alto e verso il basso, tra le note da unire.
Un nome di nota senza alcun qualificativo produrrà un punctum.
Tutti gli altri neumi, inclusi quelli a nota singola con una forma
diversa come la virga, sono considerati come legature e
devono quindi essere posti tra \[…\]
.
Neumi a nota singola
- Il punctum è la forma principale della nota (nello stile
Vaticana: un quadrato con una leggera curvatura per dare eleganza
tipografica). Oltre al normale punctum, esiste anche la forma
obliqua, chiamata punctum inclinatum, prodotta col prefisso
\inclinatum
. Il normale punctum può essere modificato con\cavum
, che produce una nota vuota, e con\linea
, che disegna linee verticali su entrambi i lati della nota. - La virga ha un gambo discendente sul lato destro. È prodotta
dal modificatore
\virga
.
Legature
Diversamente dalla maggior parte degli altri sistemi di notazione dei neumi,
l’aspetto tipografico delle legature non è determinato direttamente dai
comandi di input, ma segue certe convenzioni a seconda del significato
musicale. Per esempio, una legatura di tre note con la forma musicale
basso-alto-basso, come \[ a \pes b \flexa g \]
, produce un
Torculus che è composto da tre teste Punctum, mentre la forma
alto-basso-alto, come \[ a \flexa g \pes b \]
, produce un
Porrectus con una forma flexa curvata e soltanto una testa Punctum.
Non esiste un comando che permetta di gestire esplicitamente la forma
flexa curvata; la decisione di quando utilizzarla viene presa
automaticamente da LilyPond in base all’input musicale.
L’idea di fondo di questo approccio è separare gli aspetti musicali
dell’input dallo stile tipografico dell’output. In questo modo lo
stesso input può essere riutilizzato per comporre la stessa musica
in uno stile diverso di canto gregoriano.
Neumi liquescenti
Un’altra categoria primaria di note nel canto gregoriano è composta dai cosiddetti neumi liquescenti. Vengono usati in certe circostanze alla fine di una sillaba che termina con una lettera ‘liquida’, ovvero le consonanti che hanno un tono (le nasali, l, r, v, j e i loro dittonghi equivalenti). Dunque i neumi liquescenti non sono mai usati da soli (sebbene alcuni di questi possano essere prodotti così) e si trovano sempre al termine di una legatura.
I neumi liquescenti sono rappresentati graficamente in due modi diversi,
più o meno intercambiabili: con una nota più piccola o “ruotando” la
nota principale in su o in giù. Il primo si ottiene con una normale
pes
o flexa
e modificando la forma della seconda nota:
\[ a \pes \deminutum b \]
; il secondo si ottiene modificando la
forma di un neuma a nota singola con \auctum
e uno dei segni di
direzione \descendens
o \ascendens
, per esempio:
\[ \auctum \descendens a \]
.
Segni speciali
Una terza categoria di segni è composta da un piccolo gruppo di segni aventi
un significato speciale (e solitamente poco conosciuto): il quilisma,
l’oriscus e lo strophicus. Si ottengono anteponendo alla nota
il modificatore corrispondente: \quilisma
, \oriscus
o
\stropha
.
In pratica, all’interno dei delimitatori della legatura \[
e \]
,
è possibile ammassare qualsiasi numero di teste per formare una legatura
singola; prefissi come \pes
, \flexa
, \virga
,
\inclinatum
, etc., possono essere combinati a piacere. L’uso dell’insieme
di regole che sta alla base della costruzione delle legature nella tabella
precedente è estrapolato di conseguenza. È così possibile creare moltissime
legature diverse.
L’uso di questi segni nella musica stessa segue alcune regole, che non controllate sono da LilyPond. Per esempio, il quilisma è sempre la nota centrale di una legatura ascendente, ma è assolutamente possibile, anche se sbagliato, produrre un quelisma di una nota singola.
Oltre ai segni delle note, ‘gregorian.ly’ definisce anche i comandi
\versus
, \responsum
, \ij
, \iij
, \IJ
e
\IIJ
, che produrranno i caratteri corrispondenti, per esempio per
essere usati nel testo vocale, come segni di sezione, etc. Questi comandi
utilizzano speciali caratteri Unicode e funzionano soltanto se si usa un
font che li supporti.
La tabella seguente illustra un insieme limitato ma rappresentativo di
legature gregoriane, insieme ai frammenti di codice che le producono.
La tabella si basa sulla tabella dei neumi del secondo volume
dell’Antiphonale Romanum (Liber Hymnarius), pubblicato nel 1983
dai monaci di Solesmes.
La prima colonna dà il nome della legatura, con la forma principale in
grassetto e quella liquescente in corsivo. La terza colonna mostra il
frammento di codice che produce la legatura, usando g
, a
e b
come altezze di esempio.
Neumi a nota singola
Legature a due note
Legature a note multiple
Segni speciali
Comandi predefiniti
Sono supportati i seguenti prefissi:
\virga
,
\stropha
,
\inclinatum
,
\auctum
,
\descendens
,
\ascendens
,
\oriscus
,
\quilisma
,
\deminutum
,
\cavum
,
\linea
.
Si può usare più di un prefisso, ma con certe restrizioni. Per esempio, si
può applicare \descendens
o \ascendens
a una nota, ma non
entrambi alla stessa nota.
Due note adiacenti possono essere unite insieme coi comandi “infix”
\pes
e \flexa
, per una linea melodica rispettivamente
crescente o calante.
Usare la funzione musicale unaria \augmentum
per aggiungere punti di
aumentazione.
Vedi anche
Glossario musicale: legatura.
Guida alla notazione: Legature di neumi quadrati gregoriani, Legature mensurali bianche, Legature.
Problemi noti e avvertimenti
Quando un punto di aumentazione creato con \augmentum
appare in una
legatura alla fine dell’ultimo rigo, talvolta viene posizionato male
verticalmente. Come soluzione temporanea, aggiungere una nota
spaziatrice (per esempio, s8
) come ultima nota del rigo.
\augmentum
dovrebbe essere implementato come un prefisso invece che
come una funzione musicale unaria, in modo che possa essere combinato con
prefissi in ordine arbitrario.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Legature di neumi quadrati gregoriani ] | [ Su : Notazione antica ] | [ Contesti della notazione di Kiev > ] |
2.9.5 Scrivere in notazione quadrata di Kiev
Contesti della notazione di Kiev | ||
Chiavi della notazione di Kiev | ||
Note della notazione di Kiev | ||
Alterazioni della notazione di Kiev | ||
Stanghetta della notazione di Kiev | ||
Melismi della notazione di Kiev |
Contesti della notazione di Kiev
Come per la notazione mensurale e gregoriana, si possono usare i contesti
predefiniti KievanVoice
e KievanStaff
per scrivere un brano
in notazione quadrata. Questi contesti inizializzano tutte le proprietà
di contesto e dei grob rilevanti su valori adeguati, così da poter passare
immediatamente all’inserimento delle note del canto:
% Impostazione dei font per il cirillico \paper { #(define fonts (set-global-fonts #:roman "Linux Libertine O,serif" )) } \score { << \new KievanVoice = "melody" \relative c' { \cadenzaOn c4 c c c c2 b\longa \bar "k" } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Го -- спо -- ди по -- ми -- луй. } >> }
Vedi anche
Glossario musicale: notazione di Kiev.
Problemi noti e avvertimenti
LilyPond supporta la notazione di Kiev dello stile sinodale, come è stato usato nella raccolta di canti stampata dal Santo Sinodo russo nel secondo decennio del Novecento e recentemente ristampato dal Moscow Patriarchate Publishing House. LilyPond non supporta le forme più antiche (meno comuni), utilizzate in Galizia per scrivere il canto liturgico ruteno.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Contesti della notazione di Kiev ] | [ Su : Scrivere in notazione quadrata di Kiev ] | [ Note della notazione di Kiev > ] |
Chiavi della notazione di Kiev
La notazione di Kievan utilizza una sola chiave, la chiave Tse-fa-ut, usata
per indicare la posizione del Do (c
):
\clef "kievan-do" \kievanOn c'
Vedi anche
Glossario musicale: notazione di Kiev, chiave.
Guida alla notazione: Chiave.
Note della notazione di Kiev
Nella notazione quadrata di Kiev, occorre scegliere lo stile appropriato per
le teste di nota e disabilitare i gambi e le code. Ciò si ottiene chiamando
la funzione \kievanOn
, che imposta le proprietà di teste di nota,
gambi e code. Quando non sono più necessarie le teste di nota di Kiev, tali
proprietà possono essere ripristinate tramite la funzione \kievanOff
.
La nota finale nello stile di Kiev, solitamente al termine di un brano,
può essere selezionata impostando la durata su \longa
. Il segno
recitativo di Kiev, usato per indicare il canto di varie sillabe su una
nota, si seleziona impostando la durata su \breve
. L’esempio
seguente illustra le varie teste di nota di Kiev:
\autoBeamOff \cadenzaOn \kievanOn b'1 b'2 b'4 b'8 b'\breve b'\longa \kievanOff b'2
Vedi anche
Glossario musicale: notazione di Kiev, testa di nota.
Guida alla notazione: Stili delle teste di nota.
Problemi noti e avvertimenti
LilyPond determina automaticamente se una nota debba avere il gambo in su
o in giù. Tuttavia quando si scrive un canto nella notazione quadrata
è consuetudine dirigere i gambi nella stessa direzione all’interno di un
singolo melisma. Ciò si può fare manualmente impostando la proprietà
direction
dell’oggetto Stem
.
Alterazioni della notazione di Kiev
Lo stile kievan
fornisce un segno di diesis e di bemolle diversi
dallo stile predefinito. Nella notazione di Kiev non esiste il segno di
bequadro. Il segno di diesis non viene usato nella musica sinodale ma
può essere presente nei manoscritti precedenti. È stato incluso
soprattutto per garantire la compatibilità.
\clef "kievan-do" \set Staff.alterationGlyphs = #alteration-kievan-glyph-name-alist bes' dis'
Vedi anche
Glossario musicale: notazione di Kiev, alterazione.
Guida alla notazione: Alterazioni, Alterazioni automatiche, Glifi di alterazione alternativi, Il font Emmentaler.
Stanghetta della notazione di Kiev
Alla fine di un brano in notazione di Kiev viene solitamente posta
un’immagine decorativa, che si può chiamare la stanghetta finale
nello stile di Kiev. Può essere richiamata con \bar "k"
.
\kievanOn \clef "kievan-do" c' \bar "k"
Vedi anche
Guida alla notazione: Battute, Il font Emmentaler.
Melismi della notazione di Kiev
Le note all’interno di un melisma di Kiev vengono solitamente posizionate
una vicina all’altra mentre il melisma è separato da uno spazio bianco.
Ciò permette al cantante di identificare velocemente le strutture melodiche
del canto Znamenny. In LilyPond, i melismi sono trattati come legature e la
spaziatura è implementata dall’incisore Kievan_ligature_engraver
.
Quando si usano i contesti KievanVoice
e KievanStaff
, l’incisore
Kievan_ligature_engraver
viene abilitato automaticamente. In altri
contesti, può essere invocato sostituendo l’incisore Ligature_bracket_engraver
con Kievan_ligature_engraver
del blocco layout:
\layout { \context { \Voice \remove Ligature_bracket_engraver \consists Kievan_ligature_engraver } }
La spaziatura tra le note di una legatura di Kiev può essere controllata
attraverso la proprietà padding
di KievanLigature
.
L’esempio seguente illustra l’uso delle legature di Kiev:
% Impostazioni dei font cirillici \paper { #(define fonts (set-global-fonts #:roman "Linux Libertine O,serif" )) } \score { << \new KievanVoice = "melody" \relative c' { \cadenzaOn e2 \[ e4( d4 ) \] \[ c4( d e d ) \] e1 \bar "k" } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Га -- врі -- и -- лу } >> }
Vedi anche
Glossario musicale: legatura.
Guida alla notazione: Legature mensurali bianche, Legature di neumi quadrati gregoriani, Legature.
Problemi noti e avvertimenti
La spaziatura orizzontale delle legature è insoddisfacente.
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2.9.6 Lavorare con la musica antica—scenari e soluzioni
Incipit | ||
Formattazione mensurstriche | ||
Trascrivere il canto gregoriano | ||
Antico e moderno da un unico sorgente |
Lavorare con la musica antica richiede spesso compiti particolari che differiscono notevolmente dalla notazione moderna per cui LilyPond è progettato. Nel resto di questa sezione vengono delineati vari scenari tipici e le loro possibili soluzioni:
- come creare gli incipit (ovvero materiale introduttivo per indicare come appariva l’originale) a trascrizioni moderne della musica mensurale;
- come ottenere la formattazione Mensurstriche usata frequentemente per le trascrizioni moderne della musica polifonica;
- come trascrivere il canto gregoriano nella notazione moderna;
- come generare la notazione sia antica che moderna dallo stesso file sorgente.
Incipit
Nella trascrizione di musica mensurale in notazione moderna è consuetudine
inserire un’indicazione di come apparivano le pause e la nota o le note
iniziali della versione originale (incluse le chiavi originali).
Viene chiamata incipit. Il comando \incipit
usa l’indent
del rigo principale per impostare la larghezza occupata dall’incipit, e
incipit-width
per impostare la larghezza del rigo dell’incipit.
\score { \new Staff << \new Voice = Tenor { \set Staff.instrumentName = "Tenor" \override Staff.InstrumentName.self-alignment-X = #RIGHT \incipit { \clef "mensural-c4" \key f \major r\breve r1 c'1 } \clef "treble_8" \key f \major R1 r2 c'2 | a4. c'8 } \new Lyrics \lyricsto Tenor { Cyn -- thia your } >> \layout { indent = 5\cm incipit-width = 3\cm } }
Problemi noti e avvertimenti
Attenzione: instrumentName
deve essere impostato perché l’incipit venga
prodotto. Se non è richiesto il nome di uno strumento, usare
\set Staff.instrumentName = ""
.
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Formattazione mensurstriche
Mensurstriche (‘linee di misurazione’) è il termine accettato per le stanghette che collegano i righi di un sistema senza attraversare i righi stessi. È un modo per preservare l’aspetto ritmico dell’originale, ovvero non dover interrompere note sincopate che si trovano al cambio di battuta, continuando a fornire la funzione di orientamento che le stanghette hanno.
La formattazione mensurale, in cui le stanghette non appaiono sui righi ma
nello spazio tra i righi, si può ottenere usando StaffGroup
al posto
di ChoirStaff
. La stanghetta sui righi viene nascosta con
\hide
.
\layout { \context { \Staff measureBarType = "-span|" } } music = \fixed c'' { c1 d2 \section e2 f1 \fine } \new StaffGroup << \new Staff \music \new Staff \music >>
Trascrivere il canto gregoriano
Il canto gregoriano può essere trascritto in notazione moderna con alcune semplici modifiche.
Gambi. I gambi possono essere tolti del tutto rimuovendo col comando
\remove
l’incisore Stem_engraver
dal contesto Voice:
\layout { … \context { \Voice \remove Stem_engraver } }
Tempo. Per i canti senza metro esistono varie alternative.
Si può togliere l’incisore Time_signature_engraver
dal contesto Staff
senza alcun effetto collaterale negativo. Se invece lo si rende trasparente,
rimarrà uno spazio bianco nella partitura, perché l’indicazione di tempo
prenderà comunque spazio.
In molti casi, usare \set Score.timing = ##f
darà buoni risultati.
Un’altra possibilità è l’uso di \cadenzaOn
e \cadenzaOff
.
Per togliere le stanghette, l’approccio radicale è togliere l’incisore
Bar_engraver
dal contesto Staff. Ma si può anche usare
\hide BarLine
, se si desidera una stanghetta saltuariamente.
Un tipo comune di trascrizione è il canto recitativo, dove le note ripetute sono indicate con una singola breve. Il testo per il tono della recitazione può essere trattato in due modi diversi: o impostato come una singola sillaba allineata a sinistra:
\include "gregorian.ly" chant = \relative { \clef "G_8" c'\breve c4 b4 a c2 c4 \divisioMaior c\breve c4 c f, f \finalis } verba = \lyricmode { \once \override LyricText.self-alignment-X = #-1 "Noctem quietam et" fi -- nem per -- fec -- tum \once \override LyricText.self-alignment-X = #-1 "concedat nobis Dominus" om -- ni -- po -- tens. } \score { \new Staff << \new Voice = "melody" \chant \new Lyrics = "one" \lyricsto melody \verba >> \layout { \context { \Staff \remove Time_signature_engraver \remove Bar_engraver } \context { \Voice \remove Stem_engraver } } }
Questo esempio funziona bene, purché il testo non si estenda oltre un’interruzione di linea. Se ciò accade, un’alternativa è aggiungere delle note nascoste alla partitura, come mostrato sotto.
In alcuni stili di trascrizione, i gambi vengono usati occasionalmente, per
esempio per indicare la transizione da un recitativo di un singolo tono
a un atto melodico fisso. In questi casi, si può usare \hide Stem
o
\override Stem.length = #0
invece di togliere l’incisore
Stem_engraver
e ripristinare il gambo quando serve col corrispondente
\undo \hide Stem
.
\include "gregorian.ly" chant = \relative { \clef "G_8" \set Score.timing = ##f \hide Stem c'\breve \hide NoteHead c c c c c \undo \hide NoteHead \undo \hide Stem \stemUp c4 b4 a \hide Stem c2 c4 \divisioMaior c\breve \hide NoteHead c c c c c c c \undo \hide NoteHead c4 c f, f \finalis } verba = \lyricmode { No -- ctem qui -- e -- tam et fi -- nem per -- fec -- tum con -- ce -- dat no -- bis Do -- mi -- nus om -- ni -- po -- tens. } \score { \new Staff << \new Voice = "melody" \chant \new Lyrics \lyricsto "melody" \verba >> \layout { \context { \Staff \remove Time_signature_engraver \hide BarLine } } }
Un’altra situazione tipica è la trascrizione dei canti neumatici o melismatici, ovvero i canti che hanno un numero variabile di note per ciascuna sillaba. In questo caso si vorranno impostare i gruppi di sillabe in modo chiaramente separato, solitamente anche le suddivisioni di un melisma più lungo. Un modo per ottenere ciò è usare un tempo fisso, per esempio 1/4, e lasciare che ogni sillaba o gruppo di note riempa una di queste misure, con l’aiuto di gruppi irregolari o durate più brevi. Se le stanghette e tutte le altre indicazioni ritmiche sono rese trasparenti, e se lo spazio intorno alle stanghette viene aumentato, si otterrà una rappresentazione dell’originale in notazione moderna piuttosto buona.
Per evitare che le sillabe di larghezza diversa (come “-ri” e “-rum”)
si estendano sui gruppi di note delle sillabe in modo non uniforme, la proprietà
'X-extent
dell’oggetto LyricText
può essere impostata su un valore
fisso. Un altro modo, più scomodo, consiste nell’aggiungere le sillabe come
elementi \markup
. Se sono necessari ulteriori aggiustamenti, si può
fare facilmente con le pause spaziatrici s
.
spiritus = \relative { \time 1/4 \override Lyrics.LyricText.X-extent = #'(0 . 3) d'4 \tuplet 3/2 { f8 a g } g a a4 g f8 e d4 f8 g g8 d f g a g f4 g8 a a4 s \tuplet 3/2 { g8 f d } e f g a g4 } spirLyr = \lyricmode { Spi -- ri -- _ _ tus _ Do -- mi -- ni _ re -- ple -- _ vit _ or -- _ bem _ ter -- ra -- _ rum, al -- _ _ le -- _ lu -- _ ia. } \score { \new Staff << \new Voice = "chant" \spiritus \new Lyrics = "one" \lyricsto "chant" \spirLyr >> \layout { \context { \Staff \remove Time_signature_engraver \override BarLine.X-extent = #'(-1 . 1) \hide Stem \hide Beam \hide BarLine \hide TupletNumber } } }
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Antico e moderno da un unico sorgente
Usare le etichette per produrre musica mensurale e moderna dallo stesso sorgente
Usando le etichette (tag), è possibile usare la stessa musica per produrre sia
la musica mensurale che quella moderna. In questo frammento, viene introdotta
la funzione menrest
, che permette alle pause mensurali di essere
posizionate precisamente sul rigo come nell’originale, ma con le pause moderne
nella posizione standard. Le etichette vengono usate per produrre diversi
tipi di stanghetta alla fine della musica, ma possono essere usate anche
quando sono necessarie altre differenze: per esempio se si vogliono usare
“pause d’intero” (R1, R\breve, etc.) nella musica moderna, ma pause
normali (r1, r\breve, etc.) nella versione mensurale. La conversione di
musica mensurale nel suo equivalente moderno viene solitamente chiamata
trascrizione
.
menrest = #(define-music-function (note) (ly:music?) #{ \tag #'mens $(make-music 'RestEvent note) \tag #'mod $(make-music 'RestEvent note 'pitch '()) #}) MenStyle = { \autoBeamOff \override NoteHead.style = #'petrucci \override Score.BarNumber.transparent = ##t \override Stem.neutral-direction = #up } finalis = \section Music = \relative c'' { \set Score.tempoHideNote = ##t \key f \major \time 4/4 g1 d'2 \menrest bes4 bes2 a2 r4 g4 fis2. \finalis } MenLyr = \lyricmode { So farre, deere life, deare life } ModLyr = \lyricmode { So far, dear life, dear life } \score { \keepWithTag #'mens { << \new MensuralStaff { \new MensuralVoice = Cantus \clef "mensural-c1" \MenStyle \Music } \new Lyrics \lyricsto Cantus \MenLyr >> } } \score { \keepWithTag #'mod { \new ChoirStaff << \new Staff { \new Voice = Sop \with { \remove "Note_heads_engraver" \consists "Completion_heads_engraver" \remove "Rest_engraver" \consists "Completion_rest_engraver" } { \shiftDurations #1 #0 { \autoBeamOff \Music } } } \new Lyrics \lyricsto Sop \ModLyr >> } }
2.10 World music
Questo capitolo tratta la notazione delle musiche tradizionali diverse da quelle occidentali.
2.10.1 Notazione comune per la musica non occidentale | ||
2.10.2 Musica araba | ||
2.10.3 Musica classica turca |
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2.10.1 Notazione comune per la musica non occidentale
Questa sezione spiega come scrivere e stampare partiture musicali che non appartengono alla tradizione classica occidentale, chiamata anche Periodo di pratica comune.
Estensione dei sistemi di notazione e di accordatura |
Estensione dei sistemi di notazione e di accordatura
La notazione classica standard (nota anche come notazione del Periodo di pratica comune) viene usata in tutti i generi musicali, non solo nella musica ‘classica’ occidentale. Questa notazione è trattata in Inserimento delle altezze, mentre i vari nomi di nota che possono essere usati sono spiegati in Nomi delle note in altre lingue.
Tuttavia, molti generi musicali non occidentali (e alcuni tipi di musica folk occidentale e tradizionale) utilizzano sistemi di accordatura alternativi o estesi che non rientrano facilmente nella notazione classica standard.
In alcuni casi viene usata comunque la notazione standard, mentre le differenze di altezza restano implicite. Per esempio, la musica araba viene rappresentata con le alterazioni standard di un semitono e di un quarto di tono, e le esatte alterazioni di altezza sono determinate in base al contesto. Vengono usati solitamente i nomi italiani delle note, mentre il file di inizializzazione ‘arabic.ly’ fornisce un comodo insieme di macro e definizioni che estendono la notazione standard. Maggiori dettagli in Musica araba.
Altri generi musicali richiedono notazioni estese o uniche. La musica classica turca o musica ottomana, per eesempio, usa forme melodiche note come makamlar, i cui intervalli sono basati su divisioni di 1/9 del tono intero. Usa comunque le note sul rigo standard occidentale, ma con alterazioni speciali presenti esclusivamente nella musica turca, definite nel file ‘makam.ly’. Maggiori informazioni sulla musica classica turca e sui makamlar in Musica classica turca.
Per trovare i file di inizializzazione come ‘arabic.ly’ o ‘makam.ly’ nel proprio sistema, leggere Altre fonti di informazione.
Frammenti di codice selezionati
Esempio di makam
Makam è un tipo di melodia proveniente dalla Turchia che usa alterazioni microtonali di 1/9. Consultare il file di inizializzazione ‘ly/makam.ly’ per vedere come sono definiti i nomi delle altezze e le alterazioni.
% Initialize makam settings \include "makam.ly" \relative c' { \set Staff.keyAlterations = #`((6 . ,(- KOMA)) (3 . ,BAKIYE)) c4 cc db fk gbm4 gfc gfb efk fk4 db cc c }
Vedi anche
Glossario musicale: Periodo di pratica comune, makamlar.
Manuale di apprendimento: Altre fonti di informazione.
Guida alla notazione: Inserimento delle altezze, Nomi delle note in altre lingue, Musica araba, Musica classica turca.
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2.10.2 Musica araba
Questa sezione evidenzia le questioni relative alla notazione della musica araba.
Referenze per la musica araba | ||
Nomi delle note in arabo | ||
Armature di chiave arabe | ||
Indicazioni di tempo arabe | ||
Esempio di musica araba | ||
Letture complementari sulla musica araba |
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[ < Musica araba ] | [ Su : Musica araba ] | [ Nomi delle note in arabo > ] |
Referenze per la musica araba
Finora la musica araba è stata soprattutto una tradizione orale. La musica, se trascritta, viene solitamente schematizzata in una sorta di abbozzo, sul quale gli esecutori hanno molta libertà di improvvisazione. Ma, per poter comunicare e preservare la musica araba, l’uso della notazione accidentale, con alcune variazioni, è sempre più diffuso.
Alcuni elementi della notazione musicale occidentale, come la trascrizione di accordi e parti independenti, non sono necessari per scrivere i brani arabi più tradizionali. Ci sono tuttavia alcune questioni differenti, come il bisogno di indicare gli intervalli intermedi che si trovano tra un semitono e un tono, oltre agli intervalli minori e maggiori usati nella musica occidentale. C’è anche il bisogno di raggruppare e indicare un gran numero di diversi maqam (modi) che fanno parte della musica araba.
In generale, la notazione della musica araba non tenta di indicare precisamente gli elementi microtonali presenti nella pratica musicale.
Varie questioni rilevanti per la musica araba sono trattate in altre sezioni della documentazione:
- I nomi delle note e le alterazioni (inclusi i quarti di tono) possono essere modificati come è spiegato in Notazione comune per la musica non occidentale.
- Ulteriori armature di chiave possono essere adattate come descritto in Armatura di chiave.
- Indicazioni di tempo complesse potrebbero obbligare a raggruppare le note manualmente, come descritto in Travature manuali.
- I takasim, improvvisazioni in tempo libero, possono essere scritti omettendo le stanghette, come è spiegato in Musica in tempo libero.
Vedi anche
Guida alla notazione: Notazione comune per la musica non occidentale, Armatura di chiave, Travature manuali.
Frammenti: World music.
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Nomi delle note in arabo
I nomi più tradizionali delle note in arabo possono essere piuttosto
lunghi e non sono adatti alla scrittura musicale, quindi non vengono
suati. I nomi delle note in inglese non sono molto conosciute nell’istruzione
musicale araba, quindi al loro posto sono usati i nomi delle note in
italiano, ovvero i nomi usati nel solfeggio (do, re, mi, fa,
sol, la, si
); si possono usare anche le alterazioni. I nomi delle note
in italiano e le alterazioni sono spiegati in
Nomi delle note in altre lingue; l’uso della notazione occidentale
standard per scrivere musica non occidentale è trattato in
Notazione comune per la musica non occidentale.
Ecco un esempio di come può essere scritta la scala araba rast:
\include "arabic.ly" \relative { do' re misb fa sol la sisb do sisb la sol fa misb re do }
Il simbolo di semibemolle non corrisponde al simbolo usato nella notazione
araba. Per ottenere il simbolo arabo di semibemolle, si può usare il
simbolo \dwn
, definito in ‘arabic.ly’, prima di un simbolo di
bemolle. L’aspetto del simbolo di semibemolle nell’armatura di chiave non
può essere modificato con questo metodo.
\include "arabic.ly" \relative { \set Staff.extraNatural = ##f dod' dob dosd \dwn dob dobsb dodsd do do }
Vedi anche
Guida alla notazione: Nomi delle note in altre lingue, Notazione comune per la musica non occidentale.
Frammenti: World music.
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Armature di chiave arabe
Oltre alle armature di chiave minori e maggiori, sono definite le seguenti armature in ‘arabic.ly’: bayati, rast, sikah, iraq e kurd. Queste armature definiscono un piccolo numero di gruppi di maqam invece del gran numero di maqam di uso comune.
In generale, un maqam usa l’armatura di chiave del suo gruppo o di un gruppo vicino, e le variazioni di alterazioni sono contrassegnate nel corso della musica.
Per esempio, per indicare l’armatura di chiave di un brano maqam muhayer:
\key re \bayati
dove re è l’altezza predefinita del maqam muhayer, e bayati è il nome del maqam di base nel gruppo.
Sebbene l’armatura di chiave indichi il gruppo, di solito si precisa nel titolo il maqam più specifico, dunque in questo esempio il nome di maqam muhayer dovrebbe apparire nel titolo.
Altri maqam nello stesso gruppo bayati, come mostrato nella tabella in basso (bayati, hussaini, saba, and ushaq), possono essere indicati nello stesso modo. Sono tutte variazioni del maqam di base e più comune nel gruppo, ovvero bayati. Solitamente differiscono dal maqam di base nei tetracordi superiori, o in certi dettagli di disposizione che non cambiano fondamentalmente la loro natura.
L’altro maqam nello stesso gruppo (Nawa) è correlato con bayati per la modulazione, indicata in tabella tra parentesi per quei maqam che sono modulazioni del loro maqam fondamentale. I maqam arabi permettono soltanto modulazioni limitate, a causa della natura degli strumenti musicali arabi. Nawa può essere indicato nel modo seguente:
\key sol \bayati
Nella musica araba, lo stesso termine, come bayati, usato per indicare un gruppo maqam, è anche un maqam che è solitamente il più importante nel gruppo, e può anche essere considerato come il maqam di base.
Ecco un raggruppamento consigliato che mostra le armature di chiave dei più comuni maqam:
gruppo maqam | tonalità | finalis | Altri maqma nel gruppo (finalis) |
---|---|---|---|
ajam | major | sib | jaharka (fa) |
bayati | bayati | re | hussaini, muhayer, saba, ushaq, nawa (sol) |
hijaz | kurd | re | shahnaz, shad arban (sol), hijazkar (do) |
iraq | iraq | sisb | - |
kurd | kurd | re | hijazkar kurd (do) |
nahawand | minor | do | busalik (re), farah faza (sol) |
nakriz | minor | do | nawa athar, hisar (re) |
rast | rast | do | mahur, yakah (sol) |
sikah | sikah | misb | huzam |
Frammenti di codice selezionati
Armature di chiave non tradizionali
Il comando \key
comunemente usato imposta la proprietà
keyAlterations
del contesto Staff
.
Per creare armature di chiave non standard, tale proprietà va
impostata esplicitamente.
Il formato di questo comando è una lista:
\set Staff.keyAlterations = #`(((ottava . grado) . alterazione) ((ottava
. grado) . alterazione) ...)
dove, per ogni elemento della lista, ottava
indica l’ottava (0 è
l’ottava dal Do centrale al Si precedente), grado
indica la nota
all’interno dell’ottava (0 significa Do e 6 significa Si) e alterazione
può essere ,SHARP ,FLAT ,DOUBLE-SHARP
etc.
Altrimenti, usando il formato breve per ogni elemento della lista,
(grado . alterazione)
, ciò indica che la stessa alterazione deve
essere presente in tutte le ottave. Per le scale microtonalidove un
“diesis” non è 100 centesimi, alterazione
si riferisce alla
proporzione di un duecentesimo di tono intero.
\include "arabic.ly" \relative do' { \set Staff.keyAlterations = #`((0 . ,SEMI-FLAT) (1 . ,SEMI-FLAT) (2 . ,FLAT) (5 . ,FLAT) (6 . ,SEMI-FLAT)) %\set Staff.extraNatural = ##f re reb \dwn reb resd dod dob dosd \dwn dob | dobsb dodsd do do | }
Vedi anche
Glossario musicale: maqam, bayati, rast, sikah, iraq, kurd.
Guida alla notazione: Armatura di chiave.
Manuale di apprendimento: Altezze e armature di chiave.
Guida al funzionamento interno: KeySignature.
Frammenti: World music, Pitches.
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Indicazioni di tempo arabe
Alcune forme di musica classica araba e turca, come Semai, usano indicazioni di tempo insolite, come 10/8. Ciò può determinare un raggruppamento automatico delle note piuttosto diverso dalle partiture esistenti, dove le note possono non essere raggruppate sul tempo, ma in un modo che è difficile da cogliere aggiustando la disposizione automatica delle travature. L’alternativa consiste nel disattivare la disposizione automatica delle travature e disporre le travature manualmente. Anche se non è richiesto di riprodurre lo stile di una partitura esistente, può essere comunque opportuno regolare il comportamento della disposizione automatica delle travature e/o usare indicazioni di tempo composto.
Frammenti di codice selezionati
Improvvisazione araba
Per improvvisazioni o taqasim a tempo libero, si può omettere l’indicazione
di tempo e usare \cadenzaOn
. Può essere necessaria la modifica
dello stile delle alterazioni, perché l’assenza delle stanghette farà
sì che l’alterazione sia contrassegnata una volta sola. Ecco un esempio
di quello che potrebbe essere l’inizio di un’improvvisazione hijaz:
\include "arabic.ly" \relative sol' { \key re \kurd \accidentalStyle forget \cadenzaOn sol4 sol sol sol fad mib sol1 fad8 mib re4. r8 mib1 fad sol }
Vedi anche
Glossario musicale: semai, taqasim.
Guida alla notazione: Travature manuali, Travature automatiche, Musica in tempo libero, Alterazioni automatiche, Impostare il comportamento delle travature automatiche, Indicazione di tempo.
Frammenti: World music.
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Esempio di musica araba
Ecco un modello che usa l’inizio di un Semai turco, conosciuto nell’educazione musicale araba, per illustrare le peculiarità della notazione musicale araba, come gli intervalli intermedi e i modi inusuali discussi in questa sezione.
\include "arabic.ly" \score { \header { title = "Semai Muhayer" composer = "Jamil Bek" } \relative { \set Staff.extraNatural = ##f \set Staff.autoBeaming = ##f \key re \bayati \time 10/8 re'4 re'8 re16 [misb re do] sisb [la sisb do] re4 r8 re16 [misb do re] sisb [do] la [sisb sol8] la [sisb] do [re] misb fa4 fa16 [misb] misb8. [re16] re8 [misb] re [do] sisb do4 sisb8 misb16 [re do sisb] la [do sisb la] la4 r8 } }
Vedi anche
Frammenti: World music.
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Letture complementari sulla musica araba
-
The music of the Arabs di Habib Hassan Touma [Amadeus Press, 1996],
contiene uno studio dei maqam e il loro metodo di classificazione.
Ci sono anche vari siti web che spiegano i maqam e alcuni offrono degli esempi audio, come:
Nonostante ci sia un generale consenso sui criteri di classificazione dei maqam che sono collegati tra loro a causa di comuni tetracordi inferiori o della modulazione, i metodi di classificazione possono variare in alcuni dettagli.
-
Non c’è una coerenza perfetta, talvolta perfino nello stesso testo, su
come specificare le armature di chiave per certi maqam. È tuttavia
pratica comune l’utilizzo di una armatura di chiave per gruppo, invece
di un’armatura diversa per ogni maqam.
I metodi dei seguenti autori per l’Oud, il liuto arabo, contegono esempi di composizioni in gran parte turche e arabe.
- Charbel Rouhana
- George Farah
- Ibrahim Ali Darwish Al-masri
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2.10.3 Musica classica turca
Questa sezione evidenzia le questioni rilevanti per la notazione di musica classica turca.
Riferimenti per la musica classica turca | ||
Nomi delle note in turco |
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Riferimenti per la musica classica turca
La musica classica turca si è sviluppata nell’impero ottomano in un periodo più o meno contemporaneo a quello della musica classica in Europa, e ha proseguito nei secoli ventesimo e ventunesimo come una tradizione viva e distinta, con le sue forme compositive, la sua teoria e i propri stili di esecuzione. Tra le sue principali peculiarità c’è l’uso degli intervalli microtonali basati sui ‘commi’ di 1/9 di un tono, dal quale vengono costruite le forme melodiche note come makam (plurale makamlar).
Alcune questioni rilevanti per la musica classica turca sono trattate in altre sezioni della documentazione:
- I nomi per le note speciali e le alterazioni sono spiegati in Notazione comune per la musica non occidentale.
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Nomi delle note in turco
Nella musica classica turca le altezze tradizionalmente hanno nomi unici, e a causa della divisione del tono in nove parti i makamlar usano un insieme di intervalli completamente diverso dalle scale e dai modi occidentali: koma (1/9 di un tono), eksik bakiye (3/9), bakiye (4/9), kücük mücenneb (5/9), büyük mücenneb (8/9), tanîni (un tono intero) e artık ikili (12/9 o 13/9 di un tono).
Dal punto di vista della notazione moderna conviene usare le note standard occidentali sul rigo (do, re, mi, …) con delle alterazioni speciali che alzano o abbassano le note di intervalli di 1/9, 4/9, 5/9 e 8/9 di tono. Queste alterazioni sono definite nel file ‘makam.ly’.
La tabella seguente elenca:
- il nome di queste alterazioni speciali,
- il suffisso di alterazione da aggiungere alle note,
- e l’alterazione di altezza rappresentata come una frazione dell’intero tono.
Nome alterazione
suffissp
alterazione
büyük mücenneb (diesis)
-bm
+8/9
kücük mücenneb (diesis)
-k
+5/9
bakiye (sharp)
-b
+4/9
koma (sharp)
-c
+1/9
koma (flat)
-fc
-1/9
bakiye (flat)
-fb
-4/9
kücük mücenneb (bemolle)
-fk
-5/9
büyük mücenneb (bemolle)
-fbm
-8/9
Per una spiegazione più generale della notazione musicale non occidentale, leggere Notazione comune per la musica non occidentale.
Vedi anche
Glossario musicale: makam, makamlar.
Guida alla notazione: Notazione comune per la musica non occidentale.
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3. Input e output
Questa sezione tratta le questioni generali relative all’input e all’output di LilyPond, non specifiche di un certo tipo di notazione.
3.1 Struttura dell’input | ||
3.2 Titoli e intestazioni | ||
3.3 Lavorare coi file di input | ||
3.4 Controllo dell’output | ||
3.5 Creazione dell’output MIDI | ||
3.6 Estrazione dell’informazione musicale |
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3.1 Struttura dell’input
Il principale formato di input di LilyPond sono i file di testo. Per convenzione, questi file hanno estensione ‘.ly’.
3.1.1 Struttura di una partitura | ||
3.1.2 Molteplici partiture in un libro | ||
3.1.3 Molteplici file di output da un unico file di input | ||
3.1.4 Nomi dei file di output | ||
3.1.5 Struttura del file |
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3.1.1 Struttura di una partitura
Un blocco \score
deve contenere una singola espressione musicale
delimitata da parentesi graffe:
\score { … }
Nota: Ci deve essere solo una espressione musicale più
esterna in un blocco \score
e deve essere racchiusa
tra parentesi graffe.
Questa espressione musicale singola può essere di qualsiasi dimensione e contenere altre espressioni musicali di qualsiasi complessità. Tutti gli esempi seguenti sono espressioni musicali:
{ c'4 c' c' c' }
{ { c'4 c' c' c' } { d'4 d' d' d' } }
<< \new Staff { c'4 c' c' c' } \new Staff { d'4 d' d' d' } >>
{ \new GrandStaff << \new StaffGroup << \new Staff { \flauto } \new Staff { \oboe } >> \new StaffGroup << \new Staff { \violinoI } \new Staff { \violinoII } >> >> }
I commenti sono un’eccezione a questa regola generale (altre eccezioni
sono spiegate in Struttura del file). Sia i commenti su una singola
riga che quelli multirigo delimitati da %{ … %}
possono
essere inseriti ovunque nel file di input: dentro o fuori un blocco
\score
e dentro o fuori la singola espressione musicale di
un blocco \score
.
È bene ricordare che anche se un file contiene soltanto un blocco
\score
, questo è implicitamente racchiuso in un blocco
\book. Un blocco \book in un file sorgente produce almeno un file
di output e il nome predefinito del file di output deriva dal nome
del file di input, quindi ‘fandangoperelefanti.ly’ genererà
‘fandangoperelefanti.pdf’.
Maggiori dettagli sui blocchi \book
si trovano in
Molteplici partiture in un libro,
Molteplici file di output da un unico file di input e Struttura del file.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Lavorare sui file di input, Espressioni musicali, La partitura è una (singola) espressione musicale composta.
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3.1.2 Molteplici partiture in un libro
Un documento può contenere più brani di musica e testo, come, per
esempio, uno studio o una parte orchestrale con vari movimenti.
Ogni movimento si inserisce con un blocco \score
,
\score { …musica… }
e il testo si inserisce con un blocco \markup
,
\markup { …testo… }
Tutti i movimenti e i testi che appaiono nello stesso file ‘.ly’ normalmente vengono elaborati in un singolo file di output.
\score { … } \markup { … } \score { … }
Un’importante eccezione è costituita dai documenti da elaborare con
lilypond-book, dove occorre aggiungere esplicitamente un blocco
\book
, altrimenti apparirà nell’output solo il primo blocco
\score
o \markup
.
L’intestazione di ogni brano musicale può essere inserita nel blocco
\score
. Il nome definito nel campo piece
(brano)
dell’intestazione apparirà all’inizio di ogni movimento. Il titolo
dell’intero libro può trovarsi all’interno del blocco \book
oppure, se questo non è presente, nel blocco \header
all’inizio
del file.
\header { title = "Otto miniature" composer = "Igor Stravinsky" } \score { \header { piece = "Romanza" } … } \markup { …testo della seconda strofa… } \markup { …testo della terza strofa… } \score { \header { piece = "Minuetto" } … }
I brani musicali possono essere raggruppati in parti di libro tramite
i blocchi \bookpart
. Le parti di libro sono separate da
un’interruzione di pagina e possono iniziare con un titolo, come il
libro stesso, specificandolo in un blocco \header
.
\bookpart { \header { title = "Titolo del libro" subtitle = "Prima parte" } \score { … } … } \bookpart { \header { subtitle = "Seconda parte" } \score { … } … }
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3.1.3 Molteplici file di output da un unico file di input
Per generare molteplici file di output dallo stesso file ‘.ly’,
basta aggiungere molteplici blocchi \book
, ognuno dei
quali produrrà un file di output separato.
Se non è specificato alcun blocco \book
nel file di
input, LilyPond tratterà implicitamente l’intero file come un
singolo blocco \book
, come è spiegato in Struttura del file.
Nel generare molteplici file da un singolo file sorgente, LilyPond
controlla che nessuno dei file di output di alcun blocco
\book
sovrascriva il file di output prodotto da un blocco
\book
precedente dello stesso file di input.
Per farlo, aggiunge un suffisso al nome del file di output di ogni
blocco \book
, derivato dal nome del file di input (se viene
lasciata l’impostazione predefinita).
Il comportamento predefinito consiste quindi nell’appendere un suffisso numerico a ogni nome che potrebbe entrare in conflitto, quindi
\book { \score { … } \paper { … } } \book { \score { … } \paper { … } } \book { \score { … } \paper { … } }
nel file sorgente ‘ottominiature.ly’ genererà
- ‘ottominiature.pdf’,
- ‘ottominiature-1.pdf’ e
- ‘ottominiature-2.pdf’.
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3.1.4 Nomi dei file di output
LilyPond permette di decidere quali nomi di file debbano essere usati dai vari backend quando questi generano i file di output.
Nella sezione precedente abbiamo visto come LilyPond prevenga i
conflitti di nome quando genera molti file di output da un singolo
file sorgente. È possibile anche specificare un proprio suffisso
per ogni blocco \book
. Quindi si possono, per esempio,
generare file chiamati ‘ottominiature-Romanza.pdf’, ‘ottominiature-Minuetto.pdf’
e ‘ottominiature-Notturno.pdf’ aggiungendo una dichiarazione
\bookOutputSuffix
all’interno di ogni blocco \book
.
\book { \bookOutputSuffix "Romanza" \score { … } \paper { … } } \book { \bookOutputSuffix "Minuetto" \score { … } \paper { … } } \book { \bookOutputSuffix "Notturno" \score { … } \paper { … } }
È possibile anche specificare un diverso nome del file di output per
ciascun blocco book
, tramite le dichiarazioni
\bookOutputName
\book { \bookOutputName "Romanza" \score { … } \paper { … } } \book { \bookOutputName "Minuetto" \score { … } \paper { … } } \book { \bookOutputName "Notturno" \score { … } \paper { … } }
Questo file produrrà i seguenti file di output:
- ‘Romanza.pdf’,
- ‘Minuetto.pdf’ e
- ‘Notturno.pdf’.
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3.1.5 Struttura del file
Un file ‘.ly’ può contenere un qualsiasi numero di espressioni di livello superiore (in inglese, toplevel expressions). Per espressione di livello superiore si intende una delle seguenti:
-
Una definizione di output, come
\paper
,\midi
e\layout
. Tale definizione, se posta nel livello superiore, cambia le impostazioni predefinite al livello del libro. Se più di una di queste definizioni viene inserita nel livello superiore, le definizioni vengono combinate, ma in caso di conflitto hanno precedenza le definizioni più recenti. Per sapere con precisione come ciò influisca sul blocco\layout
, leggere Il blocco\layout
. -
Un’espressione Scheme diretta, come
#(set-default-paper-size "a7" 'landscape)
o#(ly:set-option 'point-and-click #f)
. -
Un blocco
\header
. Se all’inizio del file, imposta il blocco dell’intestazione globale. Questo è il blocco che contiene le impostazioni predefinite dei campi dei titoli come compositore, titolo, etc. per tutti i libri del file (vedi Come funzionano i titoli). -
Un blocco
\score
. Questa partitura e altre eventuali partiture di livello superiore saranno combinate insieme in un singolo blocco\book
. Tale comportamento può essere modificato impostando la variabiletoplevel-score-handler
nel livello superiore. Il gestore (in inglese handler) predefinito è definito nel file ‘../scm/lily-library.scm’ e viene impostato nel file ‘../ly/declarations-init.ly’. -
Un blocco
\book
combina logicamente molteplici movimenti (ovvero molteplici blocchi\score
) in un documento. Se ci sono vari blocchi\score
, verrà creato un file di output per ogni blocco\book
, in cui saranno concatenati tutti i movimenti corrispondenti. Ha senso specificare esplicitamente i blocchi\book
in un file ‘.ly’ solo se si desidera creare vari file di output da un solo file di input. Un’eccezione è data dai documenti lilypond-book, dove bisogna aggiungere esplicitamente un blocco\book
se si vuole più di un singolo blocco\score
o\markup
nello stesso esempio. Tale comportamento può essere modificato impostando la variabiletoplevel-book-handler
nel livello superiore. Il gestore predefinito è definito nel file di inizializzazione ‘../scm/lily.scm’. -
Un blocco
\bookpart
. Un libro può essere suddiviso in varie parti, tramite blocchi\bookpart
, per semplificare le interruzioni di pagina o per usare impostazioni\paper
diverse nelle varie parti. -
Un’espressione musicale composta, come
{ c'4 d' e'2 }
pone il brano in un blocco
\score
e lo formatta in un unico libro insieme a tutti gli altri blocchi\score
e espressioni musicali di livello superiore. In altre parole, un file che contiene soltanto l’espressione musicale precedente verrà trasformato in\book { \score { \new Staff { \new Voice { { c'4 d' e'2 } } } \layout { } } \paper { } \header { } }
Tale comportamento può essere modificato impostando la variabile
toplevel-music-handler
nel livello superiore. Il gestore predefinito è definito nel file di inizializzazione ‘../scm/lily.scm’. -
Un testo, per esempio una strofa
\markup { 2. La prima riga della seconda strofa. }
I testi possono trovarsi sopra, sotto o in mezzo alle partiture o espressioni musicali, ovunque esse appaiano.
-
Una variabile, come
foo = { c4 d e d }
può essere utilizzata in un punto successivo del file scrivendo
\foo
. Il nome di una variabile deve avere solo caratteri alfabetici; nessun numero, trattino o trattino basso.
L’esempio seguente mostra tre elementi che possono essere inseriti nel livello superiore
\layout { % Non giustificare l'output ragged-right = ##t } \header { title = "Do-re-mi" } { c'4 d' e2 }
Ciascuna delle seguenti istruzioni lessicali può essere inserita in qualsiasi punto di un file:
-
\version
-
\include
-
\sourcefilename
-
\sourcefileline
-
Un commento su riga singola, introdotto da un segno
%
. -
Un commento multirigo delimitato da
%{ … %}
.
Lo spazio bianco tra gli elementi dell’input viene generalmente ignorato e può essere liberamente omesso o aumentato per migliorare la leggibilità. Tuttavia esistono dei casi in cui lo spazio bianco deve essere sempre usato per non incorrere in errori:
- Intorno ad ogni parentesi graffa di apertura e di chiusura.
- Dopo ogni comando o variabile, ovvero qualsiasi elemento
che inizi con un segno
\
. - Dopo ogni elemento che debba essere interpretato come
un’espressione Scheme, ovvero ogni elemento che inizi con un
segno
#
. - Per separare tutti gli elementi di un’espressione Scheme.
- Nella modalità
lyricmode
prima e dopo i comandi\set
e\override
.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Come funzionano i file di input di LilyPond.
Guida alla notazione:
Come funzionano i titoli,
Il blocco \layout
.
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3.2 Titoli e intestazioni
Quasi tutte le partiture musicali hanno il titolo e il nome del compositore e alcuni brani comprendono molte altre informazioni.
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3.2.1 Creazione di titoli intestazioni e piè di pagina
Come funzionano i titoli | ||
Formattazione predefinita dei titoli delle parti e dei brani | ||
Formattazione predefinita delle intestazioni e dei piè di pagina |
Come funzionano i titoli
Ogni blocco \book
in un singolo file di input produce un diverso
file di output, vedi Struttura del file. In ciascun file di output
sono disponibili tre tipi di titolazioni: titoli del libro all’inizio
di ogni libro (book), titoli della parte all’inizio di ciascuna
parte (bookpart) e titoli del brano all’inizio di ciascun
brano (score).
I valori dei campi dei titoli come title
(titolo) e composer
(compositore) sono definiti nei blocchi \header
(la sintassi dei
blocchi \header
e un elenco completo dei campi disponibili si
trovano in Formattazione predefinita dei titoli delle parti e dei brani). I titoli
del libro, delle parti e dei brani possono avere tutti gli stessi campi,
sebbene per impostazione predefinita i campi dei titoli del brano siano
limitati a piece
e opus
.
I blocchi \header
possono essere inseriti in quattro diversi punti
formando una gerarchia discendente di blocchi \header
:
-
All’inizio del file di input, prima di tutti i blocchi
\book
,\bookpart
e\score
. -
All’interno di un blocco
\book
ma fuori da tutti i blocchi\bookpart
e\score
compresi in quel libro. -
All’interno di un blocco
\bookpart
ma fuori da tutti i blocchi\score
compresi in quella parte. -
In un blocco
\score
.
I valori dei campi vengono filtrati attraverso questa gerarchia, con i valori più in alto nella gerarchia che persistono finché un valore più in basso nella gerarchia non ha la precedenza. In sintesi:
-
Il titolo di un libro deriva dai campi impostati all’inizio del file di input,
modificati dai campi definiti nel blocco
\book
. I valori risultanti vengono usati per stampare il titolo di quel libro, purché ci sia altro materiale che generi una pagina all’inizio del libro, prima della prima parte. Una singola interruzione di pagina (\pageBreak
) è sufficiente. -
Il titolo di una parte deriva dai campi impostati all’inizio del file di input,
modificati dai campi definiti nel blocco
\book
e poi da quelli definiti nel blocco\bookpart
. I valori risultanti vengono usati per stampare il titolo di quella parte del libro. -
Il titolo di un brano deriva dai campi all’inizio del file di input,
modificati dai campi definiti nel blocco
\book
e poi da quelli definiti nel blocco\bookpart
e infine da quelli definiti nel blocco\score
. I valori risultanti vengono usati per stampare il titolo di quel brano. Nota bene: per impostazione predefinita nei titoli del brano appaiono soltanto i campipiece
eopus
a meno che la variabileprint-all-headers
di\paper
non sia impostata su#t
.
Non è necessario inserire blocchi \header
in tutti e quattro
i luoghi: alcuni o perfino tutti possono essere omessi. Analogalmente,
in semplici file di input si possono omettere i blocchi \book
e
\bookpart
, lasciando che questi siano creati implicitamente.
Se il libro ha un solo brano, il blocco \header
viene di
solito messo all’inizio del file, in modo che sia prodotto soltanto
il titolo della parte e lasciando disponibili tutti i campi di
titolazione.
Se il libro ha vari brani, è possibile usare diverse disposizioni dei
blocchi \header
, corrispondenti ai diversi tipi di pubblicazione
musicale. Per esempio, se la pubblicazione contiene vari brani dello
stesso compositore, la soluzione più adatta prevederebbe un blocco \header
all’inizio del file che specifichi il titolo del libro e il nome del compositore,
e dei blocchi \header
in ciascun blocco \score
che specifichino il
titolo del brano (piece
) e dell’opera (opus
), come in questo
esempio:
\header { title = "SUITE I." composer = "J. S. Bach." } \score { \header { piece = "Prélude." } \new Staff \relative { \clef bass \key g \major \repeat unfold 2 { g,16( d' b') a b d, b' d, } | \repeat unfold 2 { g,16( e' c') b c e, c' e, } | } } \score { \header { piece = "Allemande." } \new Staff \relative { \clef bass \key g \major \partial 16 b16 | <g, d' b'~>4 b'16 a( g fis) g( d e fis) g( a b c) | d16( b g fis) g( e d c) b(c d e) fis( g a b) | } }
Sono possibili disposizioni più complesse. Per esempio, i campi testuali
del blocco \header
di un libro possono essere stampati nei titoli
di tutti i brani, magari sovrascrivendo alcuni campi e sopprimendone altri:
\book { \paper { print-all-headers = ##t } \header { title = "DAS WOHLTEMPERIRTE CLAVIER" subtitle = "TEIL I" % Non mostrare il piè di pagina predefinito nell'ultima pagina di questo libro tagline = ##f } \markup { \vspace #1 } \score { \header { title = "PRAELUDIUM I" opus = "BWV 846" % Non mostrare il sottotitolo in questo brano subtitle = ##f } \new PianoStaff << \new Staff { s1 } \new Staff { \clef "bass" s1 } >> } \score { \header { title = "FUGA I" subsubtitle = "A 4 VOCI" opus = "BWV 846" % Non mostrare il sottotitolo in questo brano subtitle = ##f } \new PianoStaff << \new Staff { s1 } \new Staff { \clef "bass" s1 } >> } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Struttura del file, Formattazione predefinita dei titoli delle parti e dei brani, Formattazione personalizzata dei titoli.
Formattazione predefinita dei titoli delle parti e dei brani
Questo esempio illustra visivamente tutte le variabili del
blocco \header
:
\book { \header { % I seguenti campi sono centrati dedication = "Dedica" title = "Titolo" subtitle = "Sottotitolo" subsubtitle = "Sottosottotitolo" % I seguenti campi sono distribuiti uniformemente su una riga % il campo "instrument" appare anche nelle pagine seguenti instrument = \markup \with-color #green "Strumento" poet = "Poeta" composer = "Compositore" % I campi seguenti sono posti agli estremi opposti della stessa riga meter = "Tempo" arranger = "Arrangiatore" % I campi seguenti sono centrati in fondo tagline = "Lo slogan va in fondo all'ultima pagina" copyright = "Il copyright va in fondo alla prima pagina" } \score { \header { % I campi seguenti sono posti agli estremi opposti della stessa riga piece = "Brano 1" opus = "Opera 1" } { s1 } } \score { \header { % I campi seguenti sono posti agli estremi opposti della stessa riga piece = "Brano 2 sulla stessa pagina" opus = "Opera 2" } { s1 } } \pageBreak \score { \header { % I campi seguenti sono posti agli estremi opposti della stessa riga piece = "Brano 3 su una nuova pagina" opus = "Opera 3" } { s1 } } }
Notare che:
- Il nome dello strumento sarà ripetuto su ogni pagina.
-
Appaiono soltanto i campi
piece
eopus
di un blocco\score
quando la variabileprint-all-headers
del foglio è impostata su##f
(valore predefinito). -
I campi testuali non specificati in un blocco
\header
sono sostituiti con\null
in modo da non sprecare spazio. -
Le impostazioni predefinite per
scoreTitleMarkup
posizionano i campipiece
eopus
alle estremità opposte della stessa riga.
Per cambiare la formattazione predefinita leggere Formattazione personalizzata dei titoli.
Se un blocco \book
inizia subito con un blocco \bookpart
,
non verrà stampato alcun titolo per il libro, dato che non esiste una
pagina in cui farlo apparire. Se il titolo del libro deve comunque
apparire, conviene inserire all’inizio di \book
del testo
inserito con \markup
oppure un comando \pageBreak
.
Usare la variabile breakbefore
all’interno di un blocco \header
racchiuso in un blocco \score
per far sì che i titoli del blocco
\header
di più alto livello appaiano da soli nella prima pagina,
mentre la musica (definita nel blocco \score
) inizia nella
pagina successiva.
\book { \header { title = "Titolo del libro" subtitle = "Sottotitolo del libro" copyright = "Fine della prima pagina" } \score { \header { piece = "Titolo del brano" breakbefore = ##t } \repeat unfold 4 { e'' e'' e'' e'' } } }
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Come funzionano i file di input di LilyPond,
Guida alla notazione: Formattazione personalizzata dei titoli, Struttura del file.
File installati: ‘ly/titling-init.ly’.
Formattazione predefinita delle intestazioni e dei piè di pagina
Le intestazioni e i piè di pagina sono linee di testo che appaiono
in cima e in fondo alle pagine, distinte dal testo principale di un libro.
Possono essere definite nelle seguenti variabili del blocco \paper
:
-
oddHeaderMarkup
-
evenHeaderMarkup
-
oddFooterMarkup
-
evenFooterMarkup
Queste variabili di markup possono soltanto accedere ai campi testuali definiti
nei blocchi \header
del livello superiore (che vengono applicati a tutti
i brani del libro) e sono definiti in ‘ly/titling-init.ly’. Impostazioni
predefinite:
- i numeri di pagina sono collocati automaticamente in alto a sinistra (se la pagina è pari) o in alto a destra (se la pagina è dispari), a partire dalla seconda pagina.
-
il campo
instrument
viene ripetuto al centro di ogni pagina, a partire dalla seconda pagina. -
il testo del
copyright
è centrato in fondo alla prima pagina. -
lo “slogan” (o firma) –
tagline
– è centrato in fondo all’ultima pagina o sotto il campo delcopyright
se c’è una sola pagina.
Il testo del piè di pagina predefinito per l’ultima pagina può essere
modificato aggiungendo il campo tagline
al blocco \header
del livello superiore.
\book { \header { tagline = "... notazione musicale per tutti" } \score { \relative { c'4 d e f } } }
Per toglierlo, impostare tagline
su ##f
.
3.2.2 Titoli intestazioni e piè di pagina personalizzati
Titoli personalizzati | ||
Formattazione personalizzata dei titoli | ||
Formattazione personalizzata di intestazioni e piè di pagina |
Titoli personalizzati
Si possono usare i normali comandi \markup
per personalizzare qualsiasi
intestazione, piè di pagina e titolo di un blocco \header
.
\score { \header { piece = \markup { \fontsize #4 \bold "PRAELUDIUM I" } opus = \markup { \italic "BWV 846" } } { s1 } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione del testo.
Formattazione personalizzata dei titoli
I comandi \markup
nel blocco \header
sono utili solo per la
formattazione del testo, ma non consentono un controllo preciso sul
posizionamento dei titoli. Per personalizzare il posizionamento dei campi
testuali, cambiare una o entrambe le seguenti variabili \paper
:
-
bookTitleMarkup
-
scoreTitleMarkup
Il posizionamento dei titoli secondo i valori predefiniti di queste variabili
\markup
è mostrato negli esempi in
Formattazione predefinita dei titoli delle parti e dei brani.
Le impostazioni predefinite di scoreTitleMarkup
, definite in
‘ly/titling-init.ly’, sono:
scoreTitleMarkup = \markup { \column { \if \should-print-all-headers { \bookTitleMarkup \hspace #1 } \fill-line { \fromproperty #'header:piece \fromproperty #'header:opus } } }
Questo pone i campi testuali piece
e opus
alle estremità opposte
della stessa riga:
\score { \header { piece = "PRAELUDIUM I" opus = "BWV 846" } { s1 } }
L’esempio seguente ridefinisce scoreTitleMarkup
in modo che il campo
testuale di piece
sia centrato e in un tipo di carattere più grande e
in grassetto.
\book { \paper { indent = 0\mm scoreTitleMarkup = \markup { \fill-line { \null \fontsize #4 \bold \fromproperty #'header:piece \fromproperty #'header:opus } } } \header { tagline = ##f } \score { \header { piece = "PRAELUDIUM I" opus = "BWV 846" } { s1 } } }
I campi testuali che non sono normalmente attivi nei blocchi \header
compresi in un blocco \score
possono essere stampati nello spazio
dedicato al titolo del brano aggiungendo print-all-headers
nel
blocco \paper
. Lo svantaggio di questo metodo è che i campi testuali
intesi esclusivamente per lo spazio del titolo della parte devono essere
manualmente soppressi in ogni blocco \score
. Vedi Come funzionano i titoli.
Per evitare ciò, è meglio mettere il campo testuale desiderato nella
definizione di scoreTitleMarkup
. Nell’esempio seguente il campo
composer
(solitamente associato a bookTitleMarkup
) viene
aggiunto a scoreTitleMarkup
, facendo sì che ogni brano possa elencare
un diverso compositore:
\book { \paper { indent = 0\mm scoreTitleMarkup = \markup { \fill-line { \null \fontsize #4 \bold \fromproperty #'header:piece \fromproperty #'header:composer } } } \header { tagline = ##f } \score { \header { piece = "MENUET" composer = "Christian Petzold" } { s1 } } \score { \header { piece = "RONDEAU" composer = "François Couperin" } { s1 } } }
È anche possibile creare un campo testuale personalizzato e fare riferimento ad esso nella definizione di markup.
\book { \paper { indent = 0\mm scoreTitleMarkup = \markup { \fill-line { \null \override #`(direction . ,UP) \dir-column { \center-align \fontsize #-1 \bold \fromproperty #'header:mycustomtext %% Campo definito dall'utente \center-align \fontsize #4 \bold \fromproperty #'header:piece } \fromproperty #'header:opus } } } \header { tagline = ##f } \score { \header { piece = "FUGA I" mycustomtext = "A 4 VOCI" %% Campo definito dall'utente opus = "BWV 846" } { s1 } } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Come funzionano i titoli.
Formattazione personalizzata di intestazioni e piè di pagina
I comandi \markup
nel blocco \header
sono utili solo per la
formattazione del testo, ma non consentono un controllo preciso sul
posizionamento di intestazioni e piè di pagina. Per personalizzare il
posizionamento dei campi testuali, usare una o entrambe le seguenti
variabili \paper
:
-
oddHeaderMarkup
-
evenHeaderMarkup
-
oddFooterMarkup
-
evenFooterMarkup
Il comando \on-the-fly
– usato all’interno di un blocco \markup
–
permette di aggiungere del testo a intestazioni e piè di pagina definiti nel
blocco \paper
, solo se certe condizioni sono soddisfatte, tramite la
seguente sintassi:
variabile = \markup { … \on-the-fly \procedura testo … }
La procedura viene chiamata ogni volta che viene elaborato il comando
\markup
nel quale essa si trova. La procedura verifica una
precisa condizione e interpreta (ovvero stampa) l’argomento testo se
e solo se la condizione è vera.
Sono disponibili varie procedure pronte per verificare varie condizioni:
Nome della procedura
Condizione verificata
print-page-number-check-first
stampare questa pagina?
create-page-number-stencil
print-page-numbers è vero?
print-all-headers
print-all-headers è vero?
first-page
prima pagina del libro?
not-first-page
non la prima pagina del libro?
(on-page nmbr)
numero pagina = nmbr?
last-page
ultima pagina del libero?
part-first-page
prima pagina della parte?
not-part-first-page
non la prima pagine della parte?
part-last-page
ultima pagina della parte?
not-single-page
pagine della parte > 1?
L’esempio seguente centra i numeri di pagina in fondo a ogni pagina.
Innanzitutto vengono annullate le impostazioni predefinite per
oddHeaderMarkup
e evenHeaderMarkup
definendo ciascuno di
essi come un markup null. Poi oddFooterMarkup
viene
ridefinito col numero di pagina centrato. Infine a evenFooterMarkup
viene assegnata la stessa formattazione di \oddFooterMarkup
:
\book { \paper { print-page-number = ##t print-first-page-number = ##t oddHeaderMarkup = \markup \null evenHeaderMarkup = \markup \null oddFooterMarkup = \markup { \fill-line { \if \should-print-page-number \fromproperty #'page:page-number-string } } evenFooterMarkup = \oddFooterMarkup } \score { \new Staff { s1 \break s1 \break s1 } } }
Varie condizioni \on-the-fly
possono essere combinate insieme come se
si utilizzasse l’operatore logico ‘AND’ e il testo apparirà solo se tutte
le condizioni sono vere. Per esempio, queste due condizioni
\if \on-first-page \if \on-last-page{ \markup … \fromproperty #'header: … }
verificano se l’output è una pagina singola.
Vedi anche
Guida alla notazione: Come funzionano i titoli, Formattazione predefinita dei titoli delle parti e dei brani.
File installati: ‘../ly/titling-init.ly’.
3.2.3 Creazione di metadati per i file di output
Oltre ad apparire nell’output, le variabili di \header
vengono
usate anche per impostare i metadati per i file di output. Per esempio,
con i file PDF, questi metadati possono essere mostrati dai lettori PDF
come proprietà
del file PDF. Per ciascun tipo di file di output,
verranno considerate solo le definizioni \header
dei blocchi
specifici per quel tipo e dei blocchi che si trovano al livello superiore
della gerarchia. Dunque per i file PDF solo le definizioni \header
del livello \book
e del livello superiore vengono utilizzate per
i metadati PDF del documento, mentre per i file MIDI vengono usate le
definizioni che si trovano in un livello inferiore o in un
blocco \score
.
Per esempio, impostando la proprietà title
del blocco header
su ‘Sinfonia I’, questo nome verrà usato come titolo del documento PDF e
come nome della sequenza del file MIDI.
\header { title = "Sinfonia I" }
Se si desidera impostare il titolo dell’output su un valore e la proprietà
titolo del PDF su un valore diverso, si può usare pdftitle
, nel
modo seguente:
\header { title = "Sinfonia I" pdftitle = "Sinfonia I di Beethoven" }
Le variabili title
, subject
, keywords
,
subtitle
, composer
, arranger
, poet
, author
e copyright
impostano anche le proprietà del PDF e possono essere
tutte prefissate con ‘pdf’ per impostare una proprietà del PDF su un
valore diverso da quello dell’output.
La proprietà PDF Creator
è automaticamente impostata su ‘LilyPond’ più
la versione di LilyPond utilizzata, e CreationDate
(data di creazione) e
ModDate
(data di modifica) sono entrambe impostate sulla data e ora
correnti. ModDate
può essere sovrascritta impostando nel blocco
header
la variabile moddate
(o pdfmoddate
) su una
valida data per il PDF.
La variabile title
imposta anche il nome della sequenza dei file
MIDI. La variabile midititle
serve a impostare il nome della
sequenza in modo indipendente dal valore usato per l’output.
3.2.4 Creazione di note a piè di pagina
Le note a piè di pagina possono essere usate in situazioni diverse. In tutti i casi, un ‘segno della nota a piè di pagina’ viene inserito come riferimento vicino al testo o alla musica a cui si riferisce e il corrispondente ‘testo della nota a piè di pagina’ appare in fondo alla stessa pagina.
Le note a piè di pagina si creano diversamente a seconda che siano applicate a espressioni musicali o a del testo separato e fuori dalle espressioni musicali.
Note a piè di pagina nelle espressioni musicali | ||
Note a piè di pagina nel testo separato |
Note a piè di pagina nelle espressioni musicali
Panoramica sulle note a piè di pagina attaccate alla musica
Le note a piè di pagina nelle espressioni musicali appartengono a due categorie:
- Note a piè di pagina basate su un evento
sono collegate a un preciso evento. Esempi di tali eventi sono note singole, articolazioni (come le indicazioni di diteggiatura, gli accenti, le dinamiche), e ciò che è successivo a un evento (come le legature di portamento e le travature manuali). La forma generale per le note a piè di pagina basate su un evento è la seguente:
[direzione] \footnote [segno] offset nota musica
- Note a piè di pagina basate sul tempo
sono collegate a un preciso momento temporale in un contesto musicale. Alcuni comandi come
\time
e\clef
non usano in realtà degli eventi per creare oggetti come le indicazioni di tempo e le chiavi. E nemmeno un accordo crea un suo evento: il suo gambo o coda sono creati alla fine di un’unità di tempo (attraverso un evento di una delle note al suo interno). Non è definito esattamente quale dei molteplici eventi nota di un accordo sarà giudicato la causa ultima di un gambo o di una coda. Dunque per legare una nota a questi, sono preferibili le note a piè di pagina basate sul tempo.Una nota a piè di pagina basata sul tempo permette a tali oggetti della formattazione di avere delle note senza che sia necessario riferirsi a un evento. La forma generale per le note a piè di pagina basate sul tempo è la seguente:
\footnote [segno] offset nota [Contesto].NomeGrob
Gli elementi di entrambe le forme sono:
- direzione
se (e solo se)
\footnote
viene applicato a un post-evento o a una articolazione, deve essere preceduto da un indicatore di direzione (-, _, ^
) per poter collegare la musica (col segno della nota a piè di pagina) alla nota o pausa precedenti.- segno
-
è del testo – racchiuso tra virgolette o in un blocco
\markup
– che specifica il segno della nota usata per contrassegnare sia il punto di riferimento che la nota stessa in fondo alla pagina. Può essere omesso (o sostituito con\default
), nel qual caso sarà generato automaticamente un numero in sequenza. Tali sequenze numeriche ricominciano su ogni pagina contenente una nota. - offset
è una coppia di numeri come ‘#(2 . 1)’ che specificano la distanza orizzontale e verticale (X e Y offset), in unità di spazio rigo, dal bordo dell’oggetto in cui il segno deve essere posizionato. Valori positivi degli offset vengono presi dal bordo in alto a destra, valori negativi dal bordo in basso a sinistra e lo zero significa che il segno è centrato sul bordo.
- Contesto
è il contesto in cui è creato il grob a cui è collegata la nota. Può essere omesso se il grob si trova in un contesto più basso, per esempio un contesto
Voice
.- NomeGrob
indica un tipo di grob a cui assegnare la nota (come ‘Flag’). Se viene specificato, la nota a piè di pagina non è collegata a un’espressione musicale in particolare, bensì a tutti i grob di quel tipo che si trovano in quel momento del tempo musicale.
- nota
è il testo – racchiuso tra virgolette o in un blocco
\markup
– che contiene il testo da usare per la nota a piè di pagina.- musica
è l’evento musicale o il post-evento o articolazione a cui viene collegata la nota.
Note a piè di pagina basate su un evento
Una nota a piè di pagina può essere collegata a un oggetto della formattazione direttamente causato dall’evento corrispondente a musica con la sintassi:
\footnote [segno] offset nota musica
\book { \header { tagline = ##f } \relative c'' { \footnote #'(-1 . 3) "Una nota" a4 a4 \footnote #'(2 . 2) "Una pausa" r4 a4 } }
Contrassegnare un intero accordo con una nota a piè di pagina basata su un evento non è possibile: infatti un accordo, perfino uno che contenga una sola nota, non produce un vero evento specifico. Tuttavia possono essere contrassegnate singole note dentro l’accordo:
\book { \header { tagline = ##f } \relative c'' { \footnote #'(2 . 3) "Non funziona" <a-3>2 <\footnote #'(-2 . -3) "Funziona" a-3>4 <a-3 \footnote #'(3 . 1/2) "Anche questo funziona" c-5>4 } }
Se la nota deve essere attaccata a un post-evento o un’articolazione
il comando \footnote
deve essere preceduto da un indicatore
di direzione, -, _, ^
, e seguito dal post-evento o dall’articolazione
che si desidera commentare nell’argomento musica. In questa forma
\footnote
può essere considerato semplicemente una copia del
suo ultimo argomento con un segno di nota a piè di pagina collegato a
esso. La sintassi è:
direzione \footnote [segno] offset nota musica
\book { \header { tagline = ##f } \relative { a'4_\footnote #'(0 . -1) "Una legatura di portamento forzata in giù" ( b8^\footnote #'(1 . 0.5) "Una travatura manuale forzata in su" [ b8 ] c4 ) c-\footnote #'(1 . 1) "Tenuto" -- } }
Note a piè di pagina basate sul tempo
Se l’oggetto della formattazione a cui attaccare la nota è indirettamente
causato da un evento – come un Accidental
(alterazione) o Stem
(gambo) causati da un evento NoteHead
(testa di nota), è necessario
specificare il NomeGrob dell’oggetto di formattazione al posto di
musica dopo il testo della nota:
\book { \header { tagline = ##f } \relative c'' { \footnote #'(-1 . -3) "Un bemolle" Accidental aes4 c \footnote #'(-1 . 0.5) "Un altro bemolle" Accidental ees \footnote #'(1 . -2) "Un gambo" Stem aes } }
Tuttavia nota che, quando si specifica un NomeGrob, una nota a piè di pagina sarà attaccata a tutti i grob di quel tipo che si trovano in quel momento musicale:
\book { \header { tagline = ##f } \relative c' { \footnote #'(-1 . 3) "Un bemolle" Accidental <ees ges bes>4 \footnote #'(2 . 0.5) "Articolazione" Script c'->-. } }
È possibile assegnare a una nota di un accordo una singola nota a
piè di pagina (basata su un evento). ‘NoteHead’ è l’unico grob
causato direttamente dalla nota di un accordo, dunque una nota a piè
di pagina basata su un evento è adatta soltanto ad aggiungere
una nota a piè di pagina al ‘NoteHead’ all’interno di un accordo.
Tutti gli altri grob delle note di un accordo sono causati indirettamente.
Il comando \footnote
non ha una sintassi per specificare sia
un particolare tipo di grob sia un particolare evento a cui collegare
la nota. Tuttavia si può usare un comando \footnote
basato sul tempo
per specificare il tipo di grob e poi precedere tale comando con \single
perché venga applicato soltanto all’evento che segue:
\book { \header { tagline = ##f } \relative c'' { < \footnote #'(1 . -2) "An A" a \single \footnote #'(-1 . -1) "Un diesis" Accidental cis \single \footnote #'(0.5 . 0.5) "Un bemolle" Accidental ees fis >2 } }
Nota: Quando le note a piè di pagina sono collegate a diversi elementi musicali nello stesso momento musicale, come nell’esempio precedente, le note sono numerate dall’elemento più alto a quello più in basso come questi appaiono nell’output e non nell’ordine in cui sono inseriti nell’input.
Gli oggetti della formattazione come le chiavi e i cambi di armatura di chiave sono causati principalmente da proprietà modificate piuttosto che da veri eventi. Per questo motivo le note su tali oggetti devono essere basate sul loro tempo musicale. Le note a piè di pagina basate sul tempo sono da preferire anche quando si vogliono contrassegnare elementi come i gambi e le travature in un accordo: sebbene tali elementi dell’accordo siano nominalmente assegnati a un evento all’interno dell’accordo, affidarsi a una scelta particolare sarebbe imprudente.
L’oggetto della formattazione in questione deve essere sempre specificato esplicitamente nelle note a piè di pagina basate sul tempo, e il contesto appropriato deve essere indicato se il grob viene creato in un contesto diverso da quello più basso.
\book { \header { tagline = ##f } \relative c'' { r1 | \footnote #'(-0.5 . -1) "Cambio di tempo" Staff.TimeSignature \time 3/4 \footnote #'(1 . -1) "Gambo dell'accordo" Stem <c e g>4 q q \footnote #'(-0.5 . 1) "Stanghetta" Staff.BarLine q q \footnote #'(0.5 . -1) "Cambio di armatura" Staff.KeySignature \key c \minor q } }
Si possono usare segni personalizzati in alternativa a quelli numerici, e si può sopprimere la linea che collega l’oggetto commentato al segno:
\book { \header { tagline = ##f } \relative c' { \footnote "*" #'(0.5 . -2) \markup { \italic "* La prima nota" } a'4 b8 \footnote \markup { \super "$" } #'(0.5 . 1) \markup { \super "$" \italic " La seconda nota" } e c4 \once \override Score.Footnote.annotation-line = ##f b-\footnote \markup \tiny "+" #'(0.1 . 0.1) \markup { \super "+" \italic " Editoriale" } \p } }
Altri esempi di segni personalizzati si trovano in Note a piè di pagina nel testo separato.
Note a piè di pagina nel testo separato
Vengono usate all’interno di blocchi \markup
che si trovano
fuori dalle espressioni musicali. Non hanno una linea che le unisce al
loro punto di riferimento: i loro segni seguono semplicemente il
testo citato. I segni possono essere inseriti automaticamente, nel
qual caso sono numerici; altrimenti è possibile inserire manualmente
dei segni personalizzati.
Le note a piè di pagina su testo separato vengono create in modo diverso a seconda che si scelgano segni automatici oppure segni personalizzati.
Note a piè di pagina nel testo separato con segni automatici
La sintassi di una nota a piè di pagina nel testo separato con segni automatici è
\markup { … \footnote testo nota … }
Gli elementi sono:
- testo
è il testo – racchiuso tra virgolette doppie o in un blocco markup – da contrassegnare.
- nota
è il testo della nota a piè di pagina.
Per esempio:
\book { \header { tagline = ##f } \markup { "Una semplice" \footnote "canzone" \italic " Scritta da me" "è mostrata sotto. È una composizione" \footnote "recente" \italic " Agosto 2012" "." } \relative { a'4 b8 e c4 d } }
Note a piè di pagina nel testo separato con segni personalizzati
La sintassi di una nota a piè di pagina nel testo separato con segni personalizzati è
\markup { … \footnote segno nota … }
Gli elementi sono:
- segno
è una stringa di testo o un markup che indicano il segno da usare per contrassegnare il punto di riferimento. Tale segno non viene inserito automaticamente prima della nota stessa.
- nota
è una stringa di testo o un markup che indicano il testo della nota a piè di pagina, preceduto dal segno.
Qualsiasi carattere facile da scrivere, come * o +, può essere usato come+ segno, come è spiegato in Note a piè di pagina nelle espressioni musicali. Altrimenti, si possono usare gli alias ASCII (vedi Alias ASCII):
\book { \paper { #(include-special-characters) } \header { tagline = ##f } \markup { "Una semplice canzone" \footnote "*" \italic "* Scritta da me" "è mostrata sotto. È una composizione recente" \footnote \super † \concat { \super † \italic " Agosto 2012" } "." } \relative { a'4 b8 e c4 d } }
È possibile usare anche i caratteri Unicode per indicare i segni (vedi Unicode):
\book { \header { tagline = ##f } \markup { "Una semplice canzone" \footnote \super \char##x00a7 \concat { \super \char##x00a7 \italic " Scritta da me" } "è mostrata sotto. È una composizione recente" \footnote \super \char##x00b6 \concat { \super \char##x00b6 \italic " Agosto 2012" } "." } \relative { a'4 b8 e c4 d } }
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Oggetti e interfacce.
Guida alla notazione: Alias ASCII, Nuvoletta di aiuto, Elenco dei caratteri speciali, Indicazioni testuali, Scritte, Unicode.
Guida al funzionamento interno: FootnoteEvent, Footnote, Footnote_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Varie note a piè di pagina sulla stessa pagina possono essere messe soltanto una dopo l’altra; non è possibile disporle sulla stessa riga.
Le note a piè di pagina non possono essere collegate a MultiMeasureRests
,
a travature automatiche o a testo vocale.
I segni delle note a piè di pagina potrebbero entrare in collisione con
righi, oggetti \markup
, altri segni e linee delle note a piè di
pagina.
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3.2.5 Riferimento ai numeri di pagina
È possibile contrassegnare un punto specifico di una partitura usando il
comando \label
(etichetta) nel livello superiore o all’interno della
musica. Questa etichetta può quindi essere citata all’interno di un blocco
markup, per ottenere il numero di pagina in cui è stato inserito il punto
contrassegnato, tramite il comando markup \page-ref
.
\header { tagline = ##f } \book { \label #'primoBrano \score { { c'1 \pageBreak \mark A \label #'segnoA c'1 } } \markup { Il primo brano inizia a pagina \page-ref #'primoBrano "0" "?" } \markup { Il segno A è a pagina \page-ref #'segnoA "0" "?" } }
Il comando markup \page-ref
prende tre argomenti:
- l’etichetta – un simbolo Scheme – per esempio
#'primoBrano
; - un testo markup da usare come misura di riferimento per stimare le dimensioni del testo;
- un testo markup che verrà usato al posto del numero di pagina se l’etichetta non viene trovata.
Il motivo per cui è necessario una misura di riferimento è che, nel momento in cui vengono interpretati i testi (markup), le interruzioni di pagina non sono state decise, quindi i numeri di pagina non sono ancora noti. Per aggirare il problema, la vera interpretazione del testo viene rimandata a un momento successivo; tuttavia le dimensioni del testo devono essere conosciute prima, ecco perché serve una misura di riferimento per decidere tali dimensioni. Se il libro ha un numero di pagine compreso tra 10 e 99, tale misura sarà "00", ovvero un numero di due cifre.
Comandi predefiniti
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3.2.6 Indice
L’indice si include col comando \markuplist \table-of-contents
.
Gli elementi che devono apparire nell’indice si inseriscono col comando
\tocItem
, che può essere usato nel livello superiore o all’interno
di un’espressione musicale.
\markuplist \table-of-contents \pageBreak \tocItem \markup "Primo brano" \score { { c'4 % ... \tocItem \markup "Un punto preciso nel primo brano" d'4 % ... } } \tocItem \markup "Secondo brano" \score { { e'4 % ... } }
I testi markup usati per formattare l’indice sono definiti nel blocco
\paper
. Ce ne sono due predefiniti:
-
tocTitleMarkup
Usato per formattare il titolo dell’indice.
tocTitleMarkup = \markup \huge \column { \fill-line { \null "Indice" \null } \null }
-
tocItemMarkup
Usato per formattare gli elementi dell’indice.
tocItemMarkup = \markup \fill-line { \fromproperty #'toc:text \fromproperty #'toc:page }
Queste variabili possono essere entrambe modificate.
Ecco un esempio che mostra come cambiare il titolo dell’indice in francese:
\paper { tocTitleMarkup = \markup \huge \column { \fill-line { \null "Table des matières" \null } \hspace #1 } }
Ecco un esempio che mostra come cambiare il corpo dei caratteri nell’indice:
\paper { tocItemMarkup = \markup \large \fill-line { \fromproperty #'toc:text \fromproperty #'toc:page } }
Nota il modo in cui sono citati il testo e il numero di pagina dell’elemento
dell’indice nella definizione di tocItemMarkup
.
Includendo il comando \tocItemWithDotsMarkup
dentro tocItemMarkup
lo spazio tra un elemento dell’indice e la sua pagina corrispondente sarà
riempito con dei punti:
\header { tagline = ##f } \paper { tocItemMarkup = \tocItemWithDotsMarkup } \book { \markuplist \table-of-contents \tocItem \markup { Allegro } \tocItem \markup { Largo } \markup \null }
Si possono anche definire comandi personalizzati con markup specifici per creare un indice più complesso. Nell’esempio seguente, viene definito un nuovo stile per inserire i nomi degli atti nell’indice di un’opera.
Una nuova variabile di markup (chiamata tocActMarkup
) viene definita
nel blocco \paper
:
\paper { tocActMarkup = \markup \large \column { \hspace #1 \fill-line { \null \italic \fromproperty #'toc:text \null } \hspace #1 } }
Viene quindi aggiunta una funzione musicale personalizzata (tocAct
),
che usa la nuova definizione di markup tocActMarkup
:
tocAct = #(define-music-function (text) (markup?) (add-toc-item! 'tocActMarkup text))
Un file di input di LilyPond, che usi queste definizioni personalizzate, potrebbe avere il seguente output:
Ecco un esempio del comando \fill-with-pattern
usato nel contesto di
un indice:
\paper { tocItemMarkup = \markup { \fill-line { \override #'(line-width . 70) \fill-with-pattern #1.5 #CENTER . \fromproperty #'toc:text \fromproperty #'toc:page } } }
Vedi anche
File installati: ‘ly/toc-init.ly’.
Comandi predefiniti
[ << Input e output ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Gestione dello spazio >> ] |
[ < Indice ] | [ Su : Input e output ] | [ Inclusione di file LilyPond > ] |
3.3 Lavorare coi file di input
3.3.1 Inclusione di file LilyPond | ||
3.3.2 Edizioni diverse da un unico sorgente | ||
3.3.3 Caratteri speciali |
[ << Input e output ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Gestione dello spazio >> ] |
[ < Lavorare coi file di input ] | [ Su : Lavorare coi file di input ] | [ Edizioni diverse da un unico sorgente > ] |
3.3.1 Inclusione di file LilyPond
Se un progetto è grande e complesso, conviene suddividerlo in file separati. Per citare un altro file si usa
\include "altrofile.ly"
La riga \include "altrofile.ly"
equivale a incollare i contenuti
di ‘altrofile.ly’ nel file corrente nel punto in cui appare il
comando \include
. Per esempio, in un progetto complesso si
possono scrivere file separati per ogni parte strumentale e creare
un file per l’“intera partitura” che raccoglie i file dei singoli
strumenti. Di norma il file incluso definisce una serie di variabili
che poi diventano disponibili nel file della partitura completa. Le
sezioni contrassegnate con delle etichette nei file inclusi possono
essere usate in varie parti di una partitura, vedi
Edizioni diverse da un unico sorgente.
I file nella directory di lavoro corrente possono essere citati indicando
semplicemente il nome del file dopo il comando \include
. I file in altre
posizioni possono essere inclusi sia con un percorso assoluto che con un
percorso relativo (ma come separatore delle directory occorre usare la barra, o
slash, come in UNIX, piuttosto che la barra inversa, o backslash, come in
DOS/Windows). Per esempio, se ‘cose.ly’ si trova una directory prima
della directory di lavoro corrente, usare
\include "../cose.ly"
oppure se le parti orchestrali incluse si trovano tutte in una sottodirectory chiamata ‘parti’ all’interno della directory corrente, usare
\include "parti/VI.ly" \include "parti/VII.ly" … etc
I file che devono essere inclusi possono contenere essi stessi delle
dichiarazioni \include
. Per impostazione predefinita, queste
dichiarazioni \include
di secondo livello non sono interpretate
finché non vengono portate nel file principale, dunque i nomi dei file
che specificano devono essere tutti relativi alla directory del file
principale, non alla directory del file incluso. Tuttavia tale comportamento
può essere cambiato globalmente tramite l’opzione ‘-drelative-includes’
da linea di comando (oppure agggiungendo #(ly:set-option 'relative-includes #t)
in cima al file di input principale).
Quando relative-includes
viene impostato su #t
, il percorso di
ogni comando \include
sarà considerato relativo al file che contiene
quel comando. Questo comportamento è raccomandato e diventerà il comportamento
predefinito in una versione futura di lilypond.
È possibile includere sia file relativi alla directory principale sia file
relativi a qualche altra directory impostando relative-includes
su
#t
o #f
nei punti giusti dei file. Per esempio, se è stata
creata una libreria generale, libA, che usa altri file inclusi dal file
di base di quella libreria, tali dichiarazioni \include
dovranno
essere precedute da #(ly:set-option 'relative-includes #t)
per poter
essere interpretate correttamente quando riportate nel file .ly
principale:
libA/ libA.ly A1.ly A2.ly …
quindi il file di base, libA.ly
, conterrà
#(ly:set-option 'relative-includes #t) \include "A1.ly" \include "A2.ly" … % ritorna alle impostazioni predefinite #(ly:set-option 'relative-includes #f)
Qualsiasi file ‘.ly’ può quindi includere l’intera libreria semplicemente con
\include "~/libA/libA.ly"
Si possono ideare strutture di file più complesse facendo dei cambi nei punti giusti.
È possibile includere dei file anche da una directory che si trova in un percorso di ricerca specificato come opzione quando si lancia LilyPond da linea di comando. I file inclusi possono allora essere specificati usando soltanto il loro nome. Per esempio, per compilare con questo metodo il file ‘principale.ly’ che include i file di una sottodirectory chiamata ‘parti’, entrare nella directory di ‘principale.ly’ e eseguire questo comando
lilypond --include=parti principale.ly
e in principale.ly scrivere
\include "VI.ly" \include "VII.ly" … etc
I file che devono essere inclusi in molte partiture possono essere
salvati nella directory di installazione di LilyPond ‘../ly’. La
posizione di questa directory dipende dal tipo di installazione (vedi
Altre fonti di informazione). Questi file possono quindi
essere inclusi semplicemente nominandoli in una dichiarazione \include
.
Questo è il modo in cui sono inclusi i file che dipendono dalla lingua,
come ‘english.ly’.
LilyPond include un certo numero di file quando si lancia il
programma. Queste inclusioni non sono evidenti all’utente, ma i
file possono essere identificati eseguendo lilypond --verbose
dalla
linea di comando. Così si vedrà un elenco di percorsi e file che LilyPond
usa, insieme a tante altre informazioni. I più importanti di questi file
sono trattati in
Altre fonti di informazione. Tali file possono
essere modificati, ma le modifiche saranno perse quando si installa una
nuova versione di LilyPond.
Alcuni semplici esempi d’uso di \include
si trovano in
Partiture e parti.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Altre fonti di informazione, Partiture e parti.
Problemi noti e avvertimenti
Se a un file incluso viene assegnato un nome identico a uno dei file di installazione di LilyPond, quest’ultimo ha la precedenza.
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3.3.2 Edizioni diverse da un unico sorgente
Esistono vari metodi per generare versioni diverse di una partitura dalla stessa sorgente di musica. Le variabili sono forse le più utili per combinare lunghe sezioni musicali e/o note. Le etichette (tag) sono più utili per selezionare una sezione da varie sezioni brevi alternative e possono essere usate anche per unire insieme dei brani in punti diversi.
Qualsiasi metodo venga usato, la separazione delle note dalla struttura della partitura permetterà di cambiare la struttura lasciando le note intatte.
Uso delle variabili | ||
Uso delle etichette | ||
Impostazioni globali |
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[ < Edizioni diverse da un unico sorgente ] | [ Su : Edizioni diverse da un unico sorgente ] | [ Uso delle etichette > ] |
Uso delle variabili
Se le sezioni musicali sono definite in variabili, possono essere riutilizzate in varie parti della partitura, come è stato spiegato in Organizzare i brani con le variabili. Per esempio, una partitura vocale a cappella spesso comprende, ai fini delle prove, una riduzione per pianoforte delle parti, identiche alla musica vocale, dunque la musica deve essere inserita una volta sola. La musica definita in due variabili può essere combinata in un rigo, come è spiegato in Combinazione automatica delle parti. Ecco un esempio:
sopranoMusic = \relative { a'4 b c b8( a) } altoMusic = \relative { e'4 e e f } tenorMusic = \relative { c'4 b e d8( c) } bassMusic = \relative { a4 gis a d, } allLyrics = \lyricmode { King of glo -- ry } << \new Staff = "Soprano" \sopranoMusic \new Lyrics \allLyrics \new Staff = "Alto" \altoMusic \new Lyrics \allLyrics \new Staff = "Tenore" { \clef "treble_8" \tenorMusic } \new Lyrics \allLyrics \new Staff = "Basso" { \clef "bass" \bassMusic } \new Lyrics \allLyrics \new PianoStaff << \new Staff = "Destra" { \partCombine \sopranoMusic \altoMusic } \new Staff = "Sinistra" { \clef "bass" \partCombine \tenorMusic \bassMusic } >> >>
Partiture separate che mostrino soltanto le parti vocali o soltanto quelle per pianoforte possono essere prodotte semplicemente cambiando le dichiarazioni della struttura, lasciando la notazione musicale intatta.
Nel caso di partiture lunghe, conviene mettere le definizioni delle variabili in file separati da includere, vedi Inclusione di file LilyPond.
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Uso delle etichette
Il comando \tag #'parteA
contrassegna un’espressione
musicale col nome parteA.
Le espressioni contrassegnate in questo modo possono essere incluse o
rimosse in base al loro nome successivamente, usando
\keepWithTag #'nome
oppure
\removeWithTag #'nome
. Il risultato dell’applicazione di
questi filtri alla musica etichettata è il seguente:
Filtro | Risultato |
---|---|
Musica etichettata preceduta da \keepWithTag #'nome o
\keepWithTag #'(nome1 nome2…) | Viene inclusa la musica non etichettata e quella etichettata con uno dei nomi specificati; la musica etichettata con un nome etichetta diverso viene esclusa. |
Musica etichettata preceduta da \removeWithTag #'nome o
\removeWithTag #'(nome1 nome2…) | Viene inclusa la musica non etichettata e quella non etichettata con uno dei nomi specificati; la musica etichettata con uno dei nomi specificati viene esclusa. |
Musica etichettata non preceduta da \keepWithTag o
\removeWithTag | Viene inclusa tutta la musica etichettata e non etichettata. |
Gli argomenti dei comandi \tag
, \keepWithTag
e
\removeWithTag
devono essere un simbolo o una lista di
simboli (come #'score
o #'(violinoI violinoII
),
seguiti da un’espressione musicale. Se e solo se i simboli
sono identificatori LilyPond validi (solo caratteri alfabetici, nessun
numero, trattino o trattino basso) che non possono essere confusi con
le note, si può omettere il #'
e, come scorciatoia, una lista di
simboli può usare il punto come separatore: quindi
\tag #'(violinoI violinoII)
può essere riscritto come
\tag violinoI.violinoII
. Lo stesso vale per
\keepWithTag
e \removeWithTag
.
Nell’esempio seguente, vediamo due versioni di un brano musicale, una che mostra i trilli con la notazione abituale e l’altra con i i trilli espansi esplicitamente:
musica = \relative { g'8. c32 d \tag #'trilli { d8.\trill } \tag #'espandi { \repeat unfold 3 { e32 d } } c32 d } \score { \keepWithTag #'trilli \musica } \score { \keepWithTag #'espandi \musica }
Altrimenti, talvolta è più facile escludere sezioni musicali:
musica = \relative { g'8. c32 d \tag #'trilli { d8.\trill } \tag #'espandi {\repeat unfold 3 { e32 d } } c32 d } \score { \removeWithTag #'espandi \musica } \score { \removeWithTag #'trilli \musica }
Il filtro delle etichette può essere applicato a articolazioni, testo, etc. scrivendo
-\tag #'tua-etichetta
prima di un’articolazione. L’esempio seguente definisce una nota con un’indicazione di diteggiatura condizionale e una nota con un commento condizionale:
c1-\tag #'dito ^4 c1-\tag #'attenzione ^"Fai attenzione!"
Varie etichette possono essere associate a delle espressioni tramite molteplici
\tag
, o unendo molteplici etichette in una lista di simboli:
musica = \relative c'' { \tag #'a \tag #'entrambi { a4 a a a } \tag #'(b entrambi) { b4 b b b } } << \keepWithTag #'a \musica \keepWithTag #'b \musica \keepWithTag #'entrambi \musica >>
Si possono applicare molteplici filtri \removeWithTag
a una singola
espressione musicale per togliere varie sezioni etichettate con nomi
diversi. Altrimenti si può usare un solo \removeWithTag
seguito da
una lista di etichette.
musica = \relative c'' { \tag #'A { a4 a a a } \tag #'B { b4 b b b } \tag #'C { c4 c c c } \tag #'D { d4 d d d } } \new Voice { \removeWithTag #'B \removeWithTag #'C \musica \removeWithTag #'(B C) \musica }
Applicando due o più filtri \keepWithTag
su una singola espressione
musicale toglieranno tutte le sezioni etichettate. Il primo filtro
toglie tutto tranne la sezione menzionata e qualsiasi filtro successivo toglie
il resto. Usando un singolo comando \keepWithTag
con una lista di
varie etichette vengono rimosse soltanto le sezioni etichettate non specificate
in quella lista.
music = \relative c'' { \tag #'violinoI { a4 a a a } \tag #'violinoII { b4 b b b } \tag #'viola { c4 c c c } \tag #'cello { d4 d d d } } \new Staff { \keepWithTag #'(violinI violinII) \music }
farà apparire le etichette violinoI e violinoII ma non viola o cello.
Mentre \keepWithTag
è comodo con un gruppo di alternative, la
rimozione di musica contrassegnata con etichette indipendenti è
problematico se si usano le etichette con diverse finalità. In questo
caso, è possibile dichiarare ‘gruppi’ di etichette:
\tagGroup #'(violinoI violinoII viola cello)
dichiara che queste etichette appartengono a un gruppo.
\keepWithTag #'violinoI …
ora mostrerà soltanto la musica contrassegnata con le etichette presenti nel
gruppo cui appartiene violinoI
e verrà tolta la musica contrassegnata
con una delle altre etichette.
music = \relative { \tagGroup #'(violinoI violinoII viola cello) \tag #'violinoI { c''4^"violinI" c c c } \tag #'violinoII { a2 a } \tag #'viola { e8 e e2. } \tag #'cello { d'2 d4 d } R1^"non contrassegnato" } \new Voice { \keepWithTag #'violinoI \music }
Quando si usa il comando \keepWithTag
, sono visibili solo le etichette
provenienti dai gruppi cui appartengono le etichette specificate dopo il comando.
Talvolta si ha necessità di combinare insieme della musica in un punto preciso
di un’espressione musicale esistente. \pushToTag
e \appendToTag
permettono di aggiungere materiale prima o dopo gli elementi di un costrutto
musicale esistente. Non tutti i costrutti musicali hanno elementi, ma nel caso
di musica sequenziale e simultanea si può esserne sicuri:
music = { \tag #'qui { \tag #'qui <<c''>> } } { \pushToTag #'qui c' \pushToTag #'qui e' \pushToTag #'qui g' \music \appendToTag #'qui c' \appendToTag #'qui e' \appendToTag #'qui g' \music }
Entrambi i comandi prendono tre argomenti: un’etichetta, il materiale da combinare ad ogni occorenza dell’etichetta e l’espressione contrassegnata.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Organizzare i brani con le variabili.
Guida alla notazione: Combinazione automatica delle parti, Inclusione di file LilyPond.
Problemi noti e avvertimenti
Se si usa \relative
prima di un’espressione musicale ottenuta
filtrando la musica con \keepWithTag
o \removeWithTag
,
i rapporti di ottava potrebbero cambiare, perché verranno considerate
solo le altezze rimaste nell’espressione filtrata. Per evitare questo
rischio, usare \relative
prima di \keepWithTag
o
\removeWithTag
, in modo che \relative
agisca su tutte
le altezze prima del filtro.
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Impostazioni globali
È possibile includere impostazioni globali da un altro file:
lilypond -dinclude-settings=MIE_IMPOSTAZIONI.ly MIA_PARTITURA.ly
Gruppi di impostazioni come dimensioni del foglio e tipo di carattere possono essere salvati in file separati. Ciò permette di ottenere diverse edizioni dalla stessa partitura o di applicare delle impostazioni tipiche a molte partiture, semplicemente indicando il relativo file delle impostazioni.
Questa tecnica è la stessa usata per i fogli di stile, trattati in Fogli di stile.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Organizzare i brani con le variabili, Fogli di stile.
Guida alla notazione: Inclusione di file LilyPond.
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3.3.3 Caratteri speciali
Codifica del testo | ||
Unicode | ||
Alias ASCII |
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[ < Caratteri speciali ] | [ Su : Caratteri speciali ] | [ Unicode > ] |
Codifica del testo
LilyPond usa il repertorio di caratteri definito dall’Unicode Consortium e dalla ISO/IEC 10646. Questo sistema di codifica definisce un nome e un numero univoci per gli insiemi di caratteri utilizzati in tutte le lingue moderne e anche in molte altre. Unicode può essere implementato in varie codifiche diverse. LilyPond usa la codifica UTF-8 (UTF sta per Unicode Transformation Format) che rappresenta tutti i comuni caratteri latini con un byte, e gli altri caratteri con un formato di lunghezza variabile fino a quattro byte.
L’aspetto grafico dei caratteri è determinato dai glifi definiti nei tipi di carattere disponibili - un tipo di carattere definisce la mappatura tra un sottoinsieme dei numeri Unicode e i glifi. LilyPond usa la libreria Pango per rappresentare e formattare i testi multilingua.
LilyPond non esegue alcuna conversione della codifica dell’input. Ciò significa che qualsiasi testo, sia esso un titolo, un testo vocale o un’istruzione musicale contenente caratteri non-ASCII, deve essere codificato in UTF-8. Il modo più semplice per inserire tale testo è usare un editor che sappia riconoscere la codifica Unicode e salvare il file con la codifica UTF-8. La maggior parte dei moderni editor supporta la codifica UTF-8, per esempio vim, Emacs, jEdit e Gedit. Tutti i sistemi MS Windows successivi a NT usano Unicode come codifica dei caratteri nativa, quindi perfino Notepad può modificare e salvare un file in formato UTF-8. Un’alternativa più efficiente per Windows è BabelPad.
Se un file di input LilyPond contenente un caratter non-ASCII non viene salvato in formato UTF-8, apparirà il seguente messaggio di errore:
FT_Get_Glyph_Name () error: invalid argument
Ecco un esempio che mostra del testo cirillico, ebraico e portoghese:
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Unicode
Per inserire un singolo carattere per il quale è noto il codice Unicode ma
che non è disponibile nell’editor in uso, usare \char ##xhhhh
o
\char #dddd
dentro un blocco \markup
, dove hhhh
è il
codice esadecimale del carattere richiesto e dddd
è il valore
decimale corrispondente. Gli zero iniziali possono essere omessi, ma di
norma nella rappresentazione esadecimale si specificano tutti e quattro
i caratteri. (Fare attenzione al fatto che la codifica UTF-8 del codice
non deve essere usata dopo \char
, perché le codifiche UTF-8
contengono bit extra che indicano il numero di ottetti.) Le tabelle dei
codici Unicode e un indice dei nomi dei caratteri col proprio codice
esadecimale sono disponibili sul sito dell’Unicode Consortium,
https://www.unicode.org/.
Per esempio, \char ##x03BE
e \char #958
corrispondono
entambi al carattere Unicode U+03BE, che ha il nome Unicode
“Greek Small Letter Xi”.
Qualsiasi codice Unicode può essere inserito in questo modo e se tutti i caratteri speciali sono inseriti in questo formato non è necessario salvare il file di input in formato UTF-8. Ovviamente, un tipo di carattere contenente tutti questi caratteri codificati deve essere installato e disponibile per LilyPond.
L’esempio seguente mostra valori esadecimali Unicode inseriti in quattro posti diversi: come numero di chiamata, come articolazione, nel testo vocale e come testo separato sotto il brano:
\score { \relative { c''1 \mark \markup { \char ##x03A8 } c1_\markup { \tiny { \char ##x03B1 " a " \char ##x03C9 } } } \addlyrics { O \markup { \concat { Ph \char ##x0153 be! } } } } \markup { "Copyright 2008--2022" \char ##x00A9 }
Per inserire il segno del copyright nell’apposito campo usare:
\header { copyright = \markup { \char ##x00A9 "2008" } }
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Alias ASCII
È possibile includere una lista di alias ASCII per i caratteri speciali:
\paper { #(include-special-characters) } \markup "&flqq; – &OE;uvre incomplète… &frqq;" \score { \new Staff { \repeat unfold 9 a'4 } \addlyrics { Fun -- ziona an -- che nel~tes -- to: –_&OE;… } } \markup \column { "La sostituzione può essere disabilitata:" "– &OE; …" \override #'(replacement-alist . ()) "– &OE; …" }
Si possono creare i propri alias, sia globalmente:
\paper { #(add-text-replacements! '(("100" . "hundred") ("dpi" . "dots per inch"))) } \markup "A 100 dpi."
che localmente:
\markup \replace #'(("100" . "hundred") ("dpi" . "dots per inch")) "A 100 dpi."
Vedi anche
Guida alla notazione: Elenco dei caratteri speciali.
File installati: ‘ly/text-replacements.ly’.
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[ < Alias ASCII ] | [ Su : Input e output ] | [ Estrarre frammenti musicali > ] |
3.4 Controllo dell’output
3.4.1 Estrarre frammenti musicali | ||
3.4.2 Saltare la musica già corretta | ||
3.4.3 Formati di output alternativi | ||
3.4.4 Cambiare il tipo di carattere della notazione |
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[ < Controllo dell'output ] | [ Su : Controllo dell'output ] | [ Saltare la musica già corretta > ] |
3.4.1 Estrarre frammenti musicali
È possibile creare output separati di uno o più frammenti di una
partitura definendo i punti della musica da estrarre nel blocco
\layout
del file di input tramite la funzione clip-regions
,
e poi eseguendo LilyPond con l’opzione ‘-dclip-systems’;
\layout { clip-regions = #(list (cons (make-rhythmic-location 5 1 2) (make-rhythmic-location 7 3 4))) }
Questo esempio estrarrà dal file di input un unico frammento che
inizia dopo una minima nella quinta misura (5 1 2
) e
termina dopo la terza semiminima nella settima misura
(7 3 4
).
Si possono estrarre ulteriori frammenti aggiungendo altre coppie di
make-rhythmic-location
alla lista clip-regions
del
blocco \layout
.
Ciascun frammento musicale verrà salvato in formato EPS
, ma
se necessario si possono creare anche altri formati come PDF
o
PNG
. La musica estratta viene generata come se fosse letteralmente
‘tagliata’ dalla partitura a stampa originale; ciò significa che se
un frammento supera una o più linee, verrà creato un file di output
separato per ciascuna linea.
Vedi anche
Guida alla notazione:
Il blocco \layout
.
Utilizzo: Uso da linea di comando.
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[ < Estrarre frammenti musicali ] | [ Su : Controllo dell'output ] | [ Formati di output alternativi > ] |
3.4.2 Saltare la musica già corretta
Quando si inserisce o si copia della musica, di solito è utile visualizzare e correggere soltanto la musica vicina alla fine (ovvero dove si stanno inserendo le note). Per velocizzare il processo di correzione, è possibile far sì che il compositore tipografico salti tutte le misure eccetto le ultime. Per farlo basta inserire per esempio
showLastLength = R1*5 \score { … }
nel file sorgente. In questo modo verranno elaborate soltanto le ultime
5 misure (assumendo che il tempo sia 4/4) di ogni blocco \score
nel file di input. Per i brani più lunghi, elaborare solo una piccola
parte è spesso molto più veloce di elaborarli completamente. Se si lavora
sull’inizio di un brano già scritto (per esempio per aggiungere una nuova
parte), si userà invece la proprietà showFirstLength
.
È possibile saltare parti di una partitura in un modo più preciso tramite
la proprietà Score.skipTypesetting
. Quando è impostata su vero, la
composizione tipografica è disattivata.
Questa proprietà viene usata anche per controllare l’output da inviare al file MIDI. Attenzione: salta tutti gli eventi, inclusi i cambi di tempo e di strumento.
\relative c' { c1 \set Score.skipTypesetting = ##t \tempo 4 = 80 c4 c c c \set Score.skipTypesetting = ##f d4 d d d }
Nella musica polifonica, Score.skipTypesetting
agisce su tutte le
voci e su tutti i righi, facendo risparmiare tempo ulteriormente.
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[ < Saltare la musica già corretta ] | [ Su : Controllo dell'output ] | [ Output SVG > ] |
3.4.3 Formati di output alternativi
I formati di output predefiniti per la partitura stampata sono Portable Document Format (PDF) e PostScript (PS). Sono disponibili anche i formati di output Portable Network Graphics (PNG), Scalable Vector Graphics (SVG) e Encapsulated PostScript (EPS) attraverso le opzioni da linea di comando, vedi Opzioni di base della linea di comando per LilyPond.
Output SVG |
Output SVG
L’output SVG può contenere opzionalmente dei metadati per gli oggetti
grafici (grob) come teste di nota, pause, etc. Questi metadati possono
essere attributi SVG standard come id
e class
oppure attributi
personalizzati e non standard. Gli attributi e i loro valori si specificano
sovrascrivendo la proprietà output-attributes
di un grob con una
lista associativa Scheme (alist). I valori possono essere numeri, stringhe
o simboli. Per esempio:
{ \once \override NoteHead.output-attributes = #'((id . 123) (class . "questo quello") (data-testo . qualcosa)) c }
L’input precedente produrrà il seguente elemento <g>
(gruppo) nel
file SVG:
<g id="123" class="questo quello" data-testo="qualcosa"> ...Elementi SVG del grob NoteHead... </g>
L’elemento <g>
contiene tutti gli elementi SVG di un certo grob (alcuni
grob generano molteplici elementi SVG). Nella sintassi SVG il prefisso
data-
è utilizzato per gli attributi di metadati personalizzati
non standard.
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[ < Output SVG ] | [ Su : Controllo dell'output ] | [ Creazione dell'output MIDI > ] |
3.4.4 Cambiare il tipo di carattere della notazione
Gonville è un insieme di glifi alternativo a Feta, parte del font Emmentaler, e può essere usato in LilyPond. Può essere scaricato da:
http://www.chiark.greenend.org.uk/~sgtatham/gonville/
Ecco alcune battute di musica che usa Gonville:
E alcune battute di musica che usa i glifi Feta di LilyPond:
Instruzioni di installazione
Scaricare e estrarre i file dei font. Copiare i file ‘gonville-11.otf’, ‘gonville-13.otf’, ‘gonville-14.otf’, ‘gonville-16.otf’, ‘gonville-18.otf’, ‘gonville-20.otf’, ‘gonville-23.otf’, ‘gonville-26.otf’ e ‘gonville-brace.otf’ in ‘…/share/lilypond/current/fonts/otf’ o ‘…/share/lilypond/X.Y.Z/fonts/otf’. Se sono presenti file ‘gonville-*.svg’ e ‘gonville-*.woff’, copiarli in ‘…/share/lilypond/current/fonts/svg’ o ‘…/share/lilypond/X.Y.Z/fonts/svg’. Maggiori informazioni in Altre fonti di informazione.
Nota: i file ‘gonville-*.otf’ sono utilizzati dal backend
ps
e eps
(per la creazione di file PDF e PostScript).
I file ‘gonville-*.svg’ sono utilizzati dal backend
svg
quando non è attiva l’opzione svg-woff
.
I file ‘gonville-*.woff’ sono utilizzati dal backend
svg
quando è attiva l’opzione svg-woff
.
Maggiori informazioni in
Opzioni avanzate della linea di comando per LilyPond.
La sintassi seguente imposta il font Gonville come font della notazione (generale e delle parentesi).
\paper { #(define fonts (set-global-fonts #:music "gonville" #:brace "gonville" )) }
Nota: ogni chiamata della funzione set-global-fonts
reimposta completamente
i font sia della notazione principale che del testo. Se una categoria non è
specificata, allora verrà usato il font predefinito per quella categoria.
Ogni chiamata di set-global-fonts
cambia i font di ciascun blocco
\book
che la segue, sia esso creato esplicitamente o implicitamente.
Ciò significa che ogni blocco \book
può avere il suo insieme di font
principali usando set-global-fonts
prima di esso.
Maggiori informazioni in Tipi di carattere per l’intero documento.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Altre fonti di informazione.
Guida alla notazione: Il font Emmentaler, Tipi di carattere per l’intero documento.
Problemi noti e avvertimenti
Gonville non può essere usato per scrivere notazione in ‘musica antica’ ed è probabile che i nuovi glifi introdotti in rilasci successivi di LilyPond non esistano in Gonville. Fare riferimento al sito web dell’autore per maggiori informazioni su queste e altre problematiche, inclusa la licenza di Gonville.
Altri font della notazione
Se si hanno altri font della notazione come ‘nomefont-*.otf’, ‘nomefont-*.svg’ e ‘nomefont-*.woff’, si possono usare nello stesso modo che abbiamo visto con Gonville.
Ovvero si copiano i file ‘nomefont-*.otf’ in ‘…/share/lilypond/current/fonts/otf’ o ‘…/share/lilypond/X.Y.Z/fonts/otf’. E i file ‘nomefont-*.svg’ e ‘nomefont-*.woff’, se presenti, in ‘…/share/lilypond/current/fonts/svg’ o ‘…/share/lilypond/X.Y.Z/fonts/svg’.
Nota: per il momento, LilyPond richiede che i nomi dei file dei font abbiano i seguenti suffissi, che devono essere tutti presenti nelle cartelle di installazione menzionate sopra perché possa funzionare correttamente: ‘-11’, ‘-13’, ‘-14’, ‘-16’, ‘-18’, ‘-20’, ‘-23’, ‘-26’, ‘-brace’. Per esempio, ‘emmentaler-11.otf’, ‘emmentaler-20.svg’ e ‘emmentaler-brace.woff’, etc.
La sintassi seguente imposta il font nomefont come font della notazione (generale e delle parentesi).
\paper { #(define fonts (set-global-fonts #:music "fontname" ; nome del file del font senza suffisso né estensione #:brace "fontname" ; nome del file del font senza suffisso né estensione )) }
Nota: per le categorie music
e brace
, specificare il nome del
file del font senza suffisso né estensione.
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3.5 Creazione dell’output MIDI
LilyPond è in grado di produrre dei file conformi allo standard MIDI (Musical Instrument Digital Interface) e dunque permette di fare un controllo uditivo dell’output musicale (con l’aiuto di un’applicazione o un dispositivo che comprendano il MIDI). L’ascolto dell’output MIDI può aiutare anche a individuare errori, come note inserite in modo erroneo o note senza alterazioni e così via.
I file MIDI non contengono audio (come i file AAC, MP3 o Vorbis), bensì richiedono un software esterno che produca il suono a partire da essi.
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[ < Creazione dell'output MIDI ] | [ Su : Creazione dell'output MIDI ] | [ Notazione non supportata nel MIDI > ] |
3.5.1 Notazione supportata nel MIDI
I seguenti elementi della notazione musicale saranno resi nell’output MIDI usando le capacità predefinite di LilyPond:
- Respiri
- Accordi inseriti come nomi degli accordi
- Crescendi e decrescendi su varie note. Il volume viene modificato in modo proporzionato fra i due estremi
- Segni di dinamica da
ppppp
afffff
, inclusimp
,mf
esf
- Microtoni ma non gli accordi microtonali. È necessario anche un lettore MIDI che supporti la “piegatura” (bending) delle altezze.
- Testo vocale
- Altezze
- Ritmi inseriti come durate, inclusi i gruppi irregolari
- Articolazioni ‘semplici’; staccato, staccatissimo, accento, marcato e portato
- Cambi di tempo tramite la funzione
\tempo
- Legature di valore
- Tremoli che non sono inseriti con un valore
‘
:
[numero]’
Alcuni effetti, come panning, bilanciamento, espressione, riverbero e chorus, si gestiscono impostando le proprietà di contesto, vedi Proprietà di contesto per gli effetti MIDI.
Se si usa lo script ‘articulate’, anche i seguenti elementi della notazione musicale saranno presenti nell’output MIDI:
- Appoggiature. Servono a rubare metà del valore della nota che le
segue (senza considerare i punti). Per esempio:
\appoggiatura c8 d2.
Il c avrà il valore di una semiminima.
- Ornamenti (mordenti, trilli, gruppetti, etc.)
- Rallentando, accelerando, ritardando e a tempo
- Legature di portamento, incluse le legature di frase
- Tenuto
Vedi Miglioramento dell’output MIDI.
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[ < Notazione supportata nel MIDI ] | [ Su : Creazione dell'output MIDI ] | [ Il blocco MIDI > ] |
3.5.2 Notazione non supportata nel MIDI
I seguenti elementi della notazione musicale non possono essere trasferiti nel file MIDI:
- Articolazioni diverse da staccato, staccatissimo, accento, marcato e portato
- Crescendi e decrescendi su una singola nota
- Corona
- Basso numerato (continuo)
- Glissandi
- Portamenti indeterminati verso il basso e verso l’alto
- Accordi microtonali
- Ritmi inseriti come note, per esempio lo swing
- Cambi di tempo senza usare
\tempo
(per esempio, inseriti come note) - Tremoli che sono inseriti con un valore ‘
:
[numero]’
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[ < Notazione non supportata nel MIDI ] | [ Su : Creazione dell'output MIDI ] | [ Gestione delle dinamiche nel MIDI > ] |
3.5.3 Il blocco MIDI
Per creare un file MIDI da un file di input LilyPond, inserire un blocco
\midi
, che può essere vuoto, all’interno di un blocco \score
;
\score { … musica … \layout { } \midi { } }
Nota: Un blocco \score
che, oltre alla musica, contenga
soltanto un blocco \midi
(ovvero sia privo del blocco
\layout
), produrrà come output soltanto file MIDI e nessun
file visuale.
L’estensione predefinita del file di output (.midi
) può essere
modificata tramite l’opzione -dmidi-extension
del comando
lilypond
:
lilypond -dmidi-extension=mid MyFile.ly
Altrimenti, aggiungere la seguente espressione Scheme prima dell’inizio
dei blocchi \book
, \bookpart
o \score
. Vedi
Struttura del file.
#(ly:set-option 'midi-extension "mid")
Vedi anche
Guida alla notazione: Struttura del file, Creazione di metadati per i file di output.
File installati: ‘scm/midi.scm’.
Problemi noti e avvertimenti
Sono disponibili quindici canali MIDI e un canale ulteriore (#10) per le percussioni. I righi sono assegnati ai canali in sequenza: in una partitura di più di quindici righi, i righi extra condivideranno (senza sovrascriverlo) lo stesso canale MIDI. Ciò potrebbe essere un problema se i righi in questione sono impostati con proprietà MIDI in conflitto e basate sul canale, come ad esempio diversi strumenti MIDI.
L’uso di un blocco midi
con notazione polimetrica potrebbe produrre
avvisi imprevisti di controllo della battuta. In questo caso occorre
spostare Timing_translator
dal contesto Score
al contesto
Staff
all’interno del blocco midi
.
\midi { \context { \Score \remove Timing_translator } \context { \Staff \consists Timing_translator } }
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3.5.4 Gestione delle dinamiche nel MIDI
È possile regolare il volume MIDI complessivo, il volume relativo dei segni di dinamica e il volume relativo dei diversi strumenti.
Le dinamiche vengono trasferite automaticamente sui livelli di volume nella gamma di volume MIDI disponibile, mentre crescendi e decrescendi variano il volume gradualmente tra i loro due estremi. È possibile regolare il volume relativo delle dinamiche e i livelli del volume complessivo dei diversi strumenti.
Dinamiche nel MIDI | ||
Impostazione del volume MIDI | ||
Impostazione delle proprietà del blocco MIDI |
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Dinamiche nel MIDI
Solo i segni di dinamica compresi tra ppppp
e fffff
, inclusi
mp
, mf
e sf
hanno dei valori assegnati. Questo valore
viene poi applicato al valore della gamma del volume MIDI complessivo per
ottenere il volume finale incluso nell’output MIDI per quella particolare
dinamica. Le frazioni predefinite vanno da 0.25 per ppppp a
0.95 per fffff. L’insieme completo di dinamiche e delle loro
frazioni associate si trova in ‘scm/midi.scm’.
Frammenti di codice selezionati
Creare dinamiche personalizzate nell’output MIDI
L’esempio seguente mostra come creare un segno di dinamica, non incluso nell’elenco predefinito, e assegnargli un valore specifico così che possa essere usato per cambiare l’output MIDI.
Al segno di dinamica \rfz
viene assegnato il valore 0.9
.
#(define (myDynamics dynamic) (if (equal? dynamic "rfz") 0.9 (default-dynamic-absolute-volume dynamic))) \score { \new Staff { \set Staff.midiInstrument = #"cello" \set Score.dynamicAbsoluteVolumeFunction = #myDynamics \new Voice { \relative { a'4\pp b c-\rfz } } } \layout {} \midi {} }
File installati: ‘ly/script-init.ly’ ‘scm/midi.scm’.
Frammenti: MIDI.
Guida al funzionamento interno: Dynamic_performer.
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[ < Dinamiche nel MIDI ] | [ Su : Gestione delle dinamiche nel MIDI ] | [ Impostazione delle proprietà del blocco MIDI > ] |
Impostazione del volume MIDI
I valori minimo e massimo del volume complessivo delle dinamiche MIDI sono
regolati dalle proprietà midiMinimumVolume
e midiMaximumVolume
nel
livello Score
. Tali proprietà hanno effetto soltanto all’inizio di
una voce e sui segni di dinamica. La frazione corrispondente a ciascun
segno di dinamica viene modificata con la seguente formula:
midiMinimumVolume + (midiMaximumVolume - midiMinimumVolume) * frazione
Nell’esempio seguente la gamma dinamica del volume MIDI complessivo
è limitata alla gamma 0.2
- 0.5
.
\score { << \new Staff { \set Staff.midiInstrument = "flauto" … musica … } \new Staff { \set Staff.midiInstrument = "clarinetto" … musica … } >> \midi { \context { \Score midiMinimumVolume = #0.2 midiMaximumVolume = #0.5 } } }
Una semplice equalizzazione degli strumenti MIDI si può ottenere impostando
le proprietà midiMinimumVolume
e midiMaximumVolume
nel
contesto Staff
.
\score { \new Staff { \set Staff.midiInstrument = "flauto" \set Staff.midiMinimumVolume = #0.7 \set Staff.midiMaximumVolume = #0.9 … musica … } \midi { } }
In caso di partiture con molti righi e molti strumenti MIDI, i volumi relativi di ogni strumento possono essere impostati individualmente;
\score { << \new Staff { \set Staff.midiInstrument = "flauto" \set Staff.midiMinimumVolume = #0.7 \set Staff.midiMaximumVolume = #0.9 … musica … } \new Staff { \set Staff.midiInstrument = "clarinetto" \set Staff.midiMinimumVolume = #0.3 \set Staff.midiMaximumVolume = #0.6 … musica … } >> \midi { } }
In questo esempio il volume del clarinetto è diminuito in modo proporzionale al volume del flauto.
Se queste proprietà del volume non sono impostate, LilyPond applica comunque “un po’” di equalizzazione a certi strumenti. Vedi ‘scm/midi.scm’.
File installati: ‘scm/midi.scm’.
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione della partitura.
Guida al funzionamento interno: Dynamic_performer.
Frammenti di codice selezionati
Modificare l’equalizzazione predefinita degli strumenti MIDI
L’equalizzatore predefinito degli strumenti MIDI può essere modificato
impostando la proprietà instrumentEqualizer
nel contesto Score
come una procedura Scheme definita dall’utente che usi il nome dello strumento
MIDI come argomento insieme a una coppia di frazioni indicanti i volumi
minimi e massimi da applicare a quello specifico strumento.
L’esempio seguente imposta i volumi massimo e minimo per il flauto e per il clarintetto.
#(define my-instrument-equalizer-alist '()) #(set! my-instrument-equalizer-alist (append '( ("flute" . (0.7 . 0.9)) ("clarinet" . (0.3 . 0.6))) my-instrument-equalizer-alist)) #(define (my-instrument-equalizer s) (let ((entry (assoc s my-instrument-equalizer-alist))) (if entry (cdr entry)))) \score { << \new Staff { \key g \major \time 2/2 \set Score.instrumentEqualizer = #my-instrument-equalizer \set Staff.midiInstrument = "flute" \new Voice \relative { r2 g''\mp g fis~ 4 g8 fis e2~ 4 d8 cis d2 } } \new Staff { \key g \major \set Staff.midiInstrument = "clarinet" \new Voice \relative { b'1\p a2. b8 a g2. fis8 e fis2 r } } >> \layout { } \midi { } }
Problemi noti e avvertimenti
Le modifiche al volume MIDI si verificano soltanto all’inizio di una nota, quindi i crescendi e i decrescendi non possono cambiare il volume di una singola nota.
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[ < Impostazione del volume MIDI ] | [ Su : Gestione delle dinamiche nel MIDI ] | [ Uso degli strumenti MIDI > ] |
Impostazione delle proprietà del blocco MIDI
Il blocco \midi
può contenere modifiche del contesto, nuove definizioni
del contesto o codice che imposti i valori di certe proprietà.
\score { … musica … \midi { \tempo 4 = 72 } }
In questo esempio il tempo è impostato su 72 battiti da un quarto per minuto. Il
segno di tempo nel blocco \midi
non appare nella partitura, mentre qualsiasi
altra indicazione di \tempo
specificata nel blocco \score
sarà
trasferita anche nell’output MIDI.
Se all’interno di un blocco \midi
, il comando \tempo
imposta le
proprietà durante l’interpretazione della musica e nel contesto delle
definizioni di output; dunque viene interpretato come se fosse
una modifica di contesto.
Le definizioni di contesto seguono la stessa sintassi di quelle di un
blocco \layout
;
\score { … musica … \midi { \context { \Voice \remove Dynamic_performer } } }
Questo esempio toglie l’effetto delle dinamiche dall’output MIDI. Nota bene: i moduli di traduzione di LilyPond usati per l’audio si chiamano ‘performer’.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Altre fonti di informazione.
Guida alla notazione: Segni di espressione, Formattazione della partitura.
File installati: ‘ly/performer-init.ly’.
Frammenti: MIDI.
Guida al funzionamento interno: Dynamic_performer.
Problemi noti e avvertimenti
Alcuni lettori MIDI non sempre gestiscono correttamente i cambi di tempo.
I cambi di midiInstrument
, e di altre opzioni MIDI, all’inizio
di un rigo potrebbero apparire due volte nell’output MIDI.
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[ < Impostazione delle proprietà del blocco MIDI ] | [ Su : Creazione dell'output MIDI ] | [ Uso delle ripetizioni nel MIDI > ] |
3.5.5 Uso degli strumenti MIDI
Gli strumenti MIDI si impostano tramite la proprietà midiInstrument
del
contesto Staff
.
\score { \new Staff { \set Staff.midiInstrument = "glockenspiel" … musica … } \midi { } }
o
\score { \new Staff \with {midiInstrument = "cello"} { … musica … } \midi { } }
Se il nome dello strumento non corrisponde a nessuno degli strumenti elencati
nella sezione ‘Strumenti MIDI’, verrà usato lo strumento acoustic grand
.
Vedi Strumenti MIDI.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Altre fonti di informazione.
Guida alla notazione: Strumenti MIDI, Formattazione della partitura.
File installati: ‘scm/midi.scm’.
Problemi noti e avvertimenti
Gli strumenti percussivi che sono scritti in un contesto DrumStaff
verranno inviati, correttamente, al canale MIDI 10, ma alcuni strumenti
percussivi con un tono musicale, come xilofono, marimba, vibrafono o
timpano, sono trattati come strumenti “normali”, quindi la musica di
tali strumenti deve essere inserita in un contesto Staff
(non
DrumStaff
) per ottenere l’output MIDI corretto. L’elenco completo
delle voci del set di percussioni del canale 10 channel 10 drum-kits
si
trova in ‘scm/midi.scm’. Vedi
Altre fonti di informazione.
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3.5.6 Uso delle ripetizioni nel MIDI
Le ripetizioni possono essere applicate all’output MIDI tramite il
comando \unfoldRepeats
.
\score { \unfoldRepeats { \repeat tremolo 8 { c'32 e' } \repeat percent 2 { c''8 d'' } \repeat volta 2 { c'4 d' e' f' } \alternative { { g' a' a' g' } { f' e' d' c' } } } \midi { } }
Per limitare l’effetto di \unfoldRepeats
all’output MIDI
soltanto, senza modificare la partitura stampata, occorre creare
due blocchi \score
; uno per il MIDI (con ripetizioni
ricopiate) e uno per la partitura scritta (con ripetizioni con volta,
tremolo e percentuale):
\score { … musica … \layout { } } \score { \unfoldRepeats { … musica … } \midi { } }
Quando si usa più di una voce, ciascuna voce deve avere tutte le ripetizioni ricopiate per generare un output MIDI corretto.
Vedi anche
Guida alla notazione: Ripetizioni.
[ << Input e output ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Gestione dello spazio >> ] |
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3.5.7 Mappatura dei canali MIDI
Quando genera un file MIDI da una partitura, LilyPond assegna automaticamente ogni nota a un canale MIDI, in cui essa dovrà essere suonata quando inviata a un dispositivo MIDI. Un canale MIDI mette a disposizione un certo numero di controlli per selezionare, per esempio, lo strumento da usare per riprodurre le note in quel canale o per chiedere al dispositivo MIDI di applicare vari effetti al suono prodotto nel canale. In ogni momento, ogni controllo di un canale MIDI può avere un solo valore assegnato (che tuttavia può essere modificato, per esempio, per passare a un altro strumento nel mezzo di un brano).
Lo standard MIDI supporta soltanto 16 canali per dispositivo MIDI. Questo limite al numero di canali limita anche il numero dei diversi strumenti che possono essere eseguiti in contemporanea.
LilyPond crea tracce MIDI separate per ogni rigo (o strumento o voce separati,
a seconda del valore di Score.midiChannelMapping
) e anche per ogni
contesto lyrics.
Non c’è limite al numero di tracce.
Per aggirare il limite del numero di canali MIDI, LilyPond supporta
varie modalità per l’assegnazione dei canali MIDI, scelti attraverso
la proprietà di contesto Score.midiChannelMapping
. In ogni caso,
se è necessario un numero di canali MIDI superiore al limite, i numeri canale
assegnati ripartono da 0, causando possibili assegnazioni erronee degli
strumenti di alcune note. Questa proprietà di contesto può essere impostata
su uno dei seguenti valori:
-
'staff
-
Assegna un canale MIDI separato a ogni rigo della partitura (comportamento predefinito). Tutte le note in tutte le voci di ogni rigo condivideranno lo stesso canale MIDI del rigo che le racchiude, e si trovano tutte nella stessa traccia MIDI.
Il limite dei 16 canali è applicato al numero totale dei contesti staff (rigo) e lyrics (testo vocale), anche se il testo vocale nel MIDI non occupa un canale MIDI.
-
'instrument
-
Assegna un canale MIDI separato a ogni strumento MIDI diverso specificato nella partitura. Ciò significa che tutte le note suonate con lo stesso strumento MIDI condivideranno lo stesso canale (e traccia) MIDI, anche se le note appartengono a voci o righi diversi.
In questo caso i contesti del testo vocale (lyrics) non contano nel calcolo del limite dei 16 canali MIDI (perché non saranno assegnati a uno strumento MIDI), dunque questa impostazione consente una migliore assegnazione dei canali MIDI quando il numero di righi e contesti lyrics in una partitura è superiore a 16.
-
'voice
-
Assegna un canale MIDI separato a ogni voce che abbia un nome unico tra le voci del rigo che le racchiude. Alle voci in righi diversi vengono sempre assegnati canali MIDI separati, ma due voci di uno stesso rigo condivideranno lo stesso canale MIDI se hanno lo stesso nome.
midiInstrument
e i vari controlli MIDI per gli effetti, essendo proprietà del contesto del rigo (staff), non possono essere impostati separatamente per ogni voce. La prima voce verrà suonata con lo strumento e gli effetti specificati per il rigo, mentre alle voci con un nome diverso da quello della prima saranno assegnati lo strumento e gli effetti predefiniti.Nota bene: è possibile assegnare diversi strumenti e/o effetti a varie voci dello stesso rigo spostando
Staff_performer
dal contestoStaff
al contestoVoice
e lasciandomidiChannelMapping
sul valore predefinito'staff
oppure impostandolo su'instrument
; vedi il frammento in basso.
Per esempio, la mappatura predefinita dei canali MIDI di una partitura può
essere modificata per usare l’impostazione 'instrument
:
\score { ...musica... \midi { \context { \Score midiChannelMapping = #'instrument } } }
Frammenti di codice selezionati
Impostare l’output MIDI su un canale per voce
Nella creazione del file di output MIDI, il comportamento predefinito prevede che ogni rigo sia assegnato a un canale MIDI, con tutte le voci del rigo amalgamate in un canale. Ciò diminuisce il rischio di esaurire i canali MIDI disponibili, dato che ce ne sono solo 16 per traccia.
Tuttavia, spostando Staff_performer
nel contesto Voice
, ogni
voce in un rigo può avere il proprio canale MIDI, come è illustrato
nell’esempio seguente: sebbene le voci siano sullo stesso rigo, vengono
creati due canali MIDI, ciascuno con un diverso strumento MIDI
(midiInstrument
).
\score { \new Staff << \new Voice \relative c''' { \set midiInstrument = #"flute" \voiceOne \key g \major \time 2/2 r2 g-"Flute" ~ g fis ~ fis4 g8 fis e2 ~ e4 d8 cis d2 } \new Voice \relative c'' { \set midiInstrument = #"clarinet" \voiceTwo b1-"Clarinet" a2. b8 a g2. fis8 e fis2 r } >> \layout { } \midi { \context { \Staff \remove "Staff_performer" } \context { \Voice \consists "Staff_performer" } \tempo 2 = 72 } }
[ << Input e output ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Gestione dello spazio >> ] |
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3.5.8 Proprietà di contesto per gli effetti MIDI
Le seguenti proprietà di contesto possono essere usate per applicare
vari effetti MIDI alle note suonate sul canale MIDI associato col
rigo, strumento MIDI o voce correnti (a seconda del valore della
proprietà di contesto Score.midiChannelMapping
e del contesto
in cui si trova Staff_performer
; vedi Mappatura dei canali MIDI).
La modifica di queste proprietà di contesto avrà effetto su tutte le note suonate sul canale dopo il cambio, tuttavia alcuni effetti potrebbero essere applicati anche a note che stanno già suonando (a seconda di come è stato implementato il dispositivo MIDI).
Sono supportate le seguenti proprietà di contesto:
-
Staff.midiPanPosition
-
La posizione del panning regola il modo in cui il suono in un canale MIDI è distribuito tra gli altoparlanti stereo di sinistra e di destra. Questa proprietà di contesto accetta un numero compreso tra -1.0 (
#LEFT
) e 1.0 (#RIGHT
); il valore -1.0 sposterà tutto il suono sull’altoparlante sinistro (rendendo muto quello destro), il valore 0.0 (#CENTER
) distribuirà il suono in modo uniforme tra gli altoparlanti sinistro e destro, e il valore 1.0 sposterà tutto il suono sull’altoparlante destro. I valori intermedi tra -1.0 e 1.0 permettono di ottenere distribuzioni miste tra gli altoparlanti sinistro e destro. -
Staff.midiBalance
-
Il bilanciamento stereo di un canale MIDI. In modo simile al panning, questa proprietà di contesto accetta un numero compreso tra -1.0 (
#LEFT
) e 1.0 (#RIGHT
). Varia il volume relativo inviato ai due altoparlanti stereo senza alterare la distribuzione dei segnali stereo. -
Staff.midiExpression
-
Livello dell’espressione (come frazione del livello massimo disponibile) da applicare a un canale MIDI. Un dispositivo MIDI combina insieme il livello di espressione del canale MIDI con l’attuale livello di dinamica di una voce (stabilito dai comandi
\p
o\ff
) per ottenere il volume totale di ogni nota nella voce. Il controllo dell’espressione può essere usato, per esempio, per implementare effetti di crescendo o decrescendo su singole note sostenute (non supportato automaticamente da LilyPond).La gamma del livello di espressione va da 0.0 (nessuna espressione, ovvero volume zero) a 1.0 (piena espressione).
-
Staff.midiReverbLevel
-
Livello di riverbero (come frazione del livello massimo disponibile) da applicare a un canale MIDI. Questa proprietà accetta numeri compresi tra 0.0 (nessun riverbero) e 1.0 (pieno effetto).
-
Staff.midiChorusLevel
-
Livello del chorus (come frazione del livello massimo disponibile) da applicare a un canale MIDI. Questa proprietà accetta numeri compresi tra 0.0 (nessun effetto chorus) e 1.0 (pieno effetto).
Problemi noti e avvertimenti
Dato che i file MIDI non contengono veri dati audio, le modifiche in queste proprietà di contesto si traducono soltanto in richieste di modifica dei controlli del canale MIDI nei file MIDI generati. Se un particolare dispositivo MIDI (come un lettore MIDI) sia in grado di gestire queste richieste dipende interamente dall’implementazione del dispositivo: un dispositivo potrebbe scegliere di ignorare alcune o tutte le richieste. Dipende dall’implementazione del dispositivo MIDI anche il modo in cui un dispositivo MIDI interpreta valori diversi di questi controlli (generalmente lo standard MIDI corregge il comportamento solo alle estremità della gamma di valori disponibile per ogni controllo) e se un cambiamento nel valore di un controllo avrà effetto anche su note che stanno già suonando su quel canale MIDI.
Quando genera file MIDI, LilyPond trasformerà semplicemente le frazioni comprese in ciascuna gamma in valori di una gamma di numeri interi corrispondenti (0-127 per i 7-bit, 0-32767 per i 14 bit per i controlli del canale MIDI che supportano una migliore risoluzione), arrotondando i valori delle frazioni sul numero intero più vicino. I valori interi convertiti sono salvati così come sono nel file MIDI generato. Consultare la documentazione del proprio dispositivo MIDI per sapere come il dispositivo interpreta questi valori.
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[ < Proprietà di contesto per gli effetti MIDI ] | [ Su : Creazione dell'output MIDI ] | [ Lo script articulate > ] |
3.5.9 Miglioramento dell’output MIDI
Lo script ‘articulate’ |
L’output MIDI predefinito fornisce le fuzionalità basilari, ma può essere
migliorato impostando gli strumenti MIDI, le proprietà del blocco
\midi
e/o usando lo script ‘articulate’.
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[ < Miglioramento dell'output MIDI ] | [ Su : Miglioramento dell'output MIDI ] | [ Estrazione dell'informazione musicale > ] |
Lo script ‘articulate’
Per usare lo script ‘articulate’ aggiungere il relativo comando
\include
all’inizio del file di input:
\include "articulate.ly"
Lo script crea file MIDI in cui la durata delle note è correttamente “ridimensionata” per rappresentare molte articolazioni e indicazioni di tempo. Tuttavia anche l’output grafico verrà modificato per corrispondere esattamente all’output MIDI.
\score { \articulate << … musica … >> \midi { } }
Il comando \articulate
permette di elaborare le abbreviazioni (come
i trilli e i gruppetti). L’elenco completo degli elementi supportati si
trova nello script stesso. Vedi ‘ly/articulate.ly’.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Altre fonti di informazione.
Guida alla notazione: Formattazione della partitura.
File installati: ‘ly/articulate.ly’.
Nota: Lo script ‘articulate’ potrebbe accorciare la durata degli
accordi, cosa che potrebbe non essere appropriata per alcuni tipi di
strumento, come nel caso della musica per organo. Potrebbe essere ridotta
anche la durata di note prive di articolazioni.
Dunque, per consentire tutto ciò, limitare l’uso del comando \articulate
a brevi segmenti di musica o modificare i valori delle variabili definite
nello script ‘articulate’ per compensare il comportamento di accorciamento
della durata delle note.
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[ < Lo script articulate ] | [ Su : Input e output ] | [ Mostrare la notazione LilyPond > ] |
3.6 Estrazione dell’informazione musicale
Oltre a creare l’output grafico e il MIDI, LilyPond può mostrare l’informazione musicale in forma testuale.
3.6.1 Mostrare la notazione LilyPond | ||
3.6.2 Mostrare le espressioni musicali Scheme | ||
3.6.3 Salvare eventi musicali in un file |
3.6.1 Mostrare la notazione LilyPond
La funzione musicale \displayLilyMusic
permette di mostrare
un’espressione musicale nella notazione di LilyPond. Per vedere
l’output, di norma si esegue LilyPond da linea di comando. Per esempio,
{ \displayLilyMusic \transpose c a, { c4 e g a bes } }
mostrerà
{ a,4 cis4 e4 fis4 g4 }
LilyPond stampa questi messaggi nella console insieme a tutti gli
altri messaggi della compilazione. Per separare questi messaggi
e salvare i risultati di \displayLilyMusic
, redirigere
l’output su un file:
lilypond file.ly >display.txt
Nota bene che LilyPond non soltanto mostra in console l’espressione musicale, ma
la interpreta anche (infatti l’espressione musicale di \displayLilyMusic
appare nell’output oltre a essere mostrata in console). Basta inserire
\displayLilyMusic
in file esistenti, senza doverne modificare le
note di input, per ottenere informazioni su di essi. Per interpretare e
mostrare una sezione musicale nella console ma, allo stesso tempo, toglierla
dal file di output, usare il comando \void
:
{ \void \displayLilyMusic \transpose c a, { c4 e g a bes } c1 }
[ << Input e output ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Gestione dello spazio >> ] |
[ < Mostrare la notazione LilyPond ] | [ Su : Estrazione dell'informazione musicale ] | [ Salvare eventi musicali in un file > ] |
3.6.2 Mostrare le espressioni musicali Scheme
Vedi Displaying music expressions.
[ << Input e output ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Gestione dello spazio >> ] |
[ < Mostrare le espressioni musicali Scheme ] | [ Su : Estrazione dell'informazione musicale ] | [ Gestione dello spazio > ] |
3.6.3 Salvare eventi musicali in un file
Gli eventi musicali possono essere salvati in file diversi, un file per ogni rigo, includendo un file nella partitura principale:
\include "event-listener.ly"
Così verranno creati uno o più file ‘NOMEFILE-NOMERIGO.notes’ o ‘NOMEFILE-unnamed-staff.notes’ per ogni rigo. Se ci sono vari righi senza nome, gli eventi di tutti i righi saranno mischiati insieme nello stesso file. I file hanno una struttura di questo tipo:
0.000 note 57 4 p-c 2 12 0.000 dynamic f 0.250 note 62 4 p-c 7 12 0.500 note 66 8 p-c 9 12 0.625 note 69 8 p-c 14 12 0.750 rest 4 0.750 breathe
La sintassi prevede una riga delimitata da tabulatori, con due campi fissi su ogni riga seguiti da parametri opzionali.
tempo tipo …parametri…
Questa informazione può essere letta facilmente da altri programmi, per esempio da uno script python, e può essere molto utile per ricercatori che desiderano fare delle analisi musicali o degli esperimenti di playback con LilyPond.
Problemi noti e avvertimenti
Non tutti gli eventi musicali di lilypond sono supportati da ‘event-listener.ly’, che vuole essere una semplice “prova di concetto” ben congeniata. Se alcuni eventi che si vorrebbero vedere non sono inclusi, copiare ‘event-listener.ly’ nella propria directory lilypond e modificare il file in modo che produca l’informazione desiderata.
[ << Input e output ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Modifica delle impostazioni predefinite >> ] |
[ < Salvare eventi musicali in un file ] | [ Su : Top ] | [ Formattazione della pagina > ] |
4. Gestione dello spazio
La formattazione globale del foglio è determinata da tre fattori: la formattazione della pagina, le interruzioni di linea e la spaziatura. Ciascun fattore influenza l’altro. La scelta della spaziatura determina la densità con cui vengono disposti i sistemi musicali, che a sua volta influenza la scelta delle interruzioni di linea e quindi infine quante pagine occupa un brano.
Generalmente, questa procedura si svolge in quattro stadi. Inizialmente vengono scelte le distanze flessibili (‘springs’), in base alle durate. Poi vengono tentate tutte le possibili combinazioni per le interruzioni di linea e viene calcolato un punteggio ‘negativo’ per ciascuna di esse. Quindi viene calcolata l’altezza di ogni possibile sistema. Infine viene scelta una combinazione di interruzioni di linea e di interruzioni di pagina che assicuri che la spaziatura verticale e quella orizzontale non siano né troppo compresse né troppo allungate.
Due tipi di blocchi possono contenere le impostazioni di formattazione:
\paper {…}
e \layout {…}
. Il blocco
\paper
contiene le impostazioni di formattazione della pagina
da applicare a tutte le partiture di un libro o di una parte,
come l’altezza del foglio o se stampare o meno i numeri di pagina, etc.
(vedi Formattazione della pagina). Il blocco \layout
contiene le impostazioni
di formattazione della partitura, come il numero di sistemi da usare o lo
spazio tra i gruppi di righi, etc. (vedi Formattazione della partitura).
4.1 Formattazione della pagina | ||
4.2 Formattazione della partitura | ||
4.3 Interruzioni | ||
4.4 Spaziatura verticale | ||
4.5 Spaziatura orizzontale | ||
4.6 Riduzione del numero di pagine di una partitura |
[ << Gestione dello spazio ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Modifica delle impostazioni predefinite >> ] |
[ < Gestione dello spazio ] | [ Su : Gestione dello spazio ] | [ Il blocco paper > ] |
4.1 Formattazione della pagina
Questa sezione tratta le opzioni di formattazione della pagina per il
blocco \paper
.
4.1.1 Il blocco \paper
I blocchi \paper
possono essere posizionati in tre punti diversi, in
modo da formare una gerarchia discendente di blocchi \paper
:
-
All’inizio del file di input, prima di tutti i blocchi
\book
,\bookpart
e\score
. -
Dentro un blocco
\book
ma fuori da tutti i blocchi\bookpart
e\score
in esso racchiusi. -
Dentro un blocco
\bookpart
ma fuori da tutti i blocchi\score
in esso racchiusi.
Non è possibile inserire un blocco \paper
in un blocco \score
.
I valori dei campi vengono filtrati dall’alto verso il basso attraverso questa gerarchia: i valori impostati nei livelli più alti della gerarchia persistono finché non sono sovrascritti da un valore impostato in un livello più basso.
Vari blocchi \paper
possono apparire in ognuno di questi livelli, per
esempio come parti di vari file inclusi con \include
. In questo caso,
i campi di ciascun livello vengono combinati e i valori riscontrati per
ultimi avranno la precedenza in caso di campi duplicati.
Le impostazioni che possono apparire in un blocco \paper
comprendono:
-
la funzione Scheme
set-paper-size
, -
le variabili
\paper
per personalizzare la formattazione della pagina e - le definizioni di markup usate per personalizzare la formattazione di intestazioni, piè di pagina e titoli.
La funzione set-paper-size
è trattata nella prossima
sezione, Formato carta e ridimensionamento automatico. Le variabili
\paper
che si occupano della formattazione della pagina sono
trattate in sezioni successive. Le definizioni di markup relative a
intestazioni, piè di pagina e titoli sono trattate in
Titoli intestazioni e piè di pagina personalizzati.
La maggior parte delle variabili \paper
funzionano soltanto in
un blocco \paper
. Le poche che funzionano anche in un blocco
\layout
sono elencate in
Il blocco \layout
.
Se non indicato diversamente, tutte le variabili \paper
che
corrispondono a distanze sulla pagina sono misurate in millimetri,
a meno che un’unità di misura diversa non sia specificata dall’utente.
Per esempio, la seguente dichiarazione imposta top-margin
su
dieci millimetri:
\paper { top-margin = 10 }
Per impostarla su 0.5
pollici, usare il suffisso di
unità \in
(inch = pollice):
\paper { top-margin = 0.5\in }
I suffissi di unità disponibili sono \mm
, \cm
,
\in
e \pt
. Queste unità sono semplici valori utili
per convertire dai millimetri e sono definite in
‘ly/paper-defaults-init.ly’. Solo per chiarezza, quando
si usano i millimetri, di solito si usa il suffisso \mm
,
anche se non è tecnicamente necessario.
È anche possibile definire i valori di \paper
con Scheme.
L’equivalente Scheme dell’esempio precedente è:
\paper { #(define top-margin (* 0.5 in)) }
Vedi anche
Guida alla notazione:
Formato carta e ridimensionamento automatico,
Titoli intestazioni e piè di pagina personalizzati,
Il blocco \layout
.
File installati: ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
[ << Gestione dello spazio ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Modifica delle impostazioni predefinite >> ] |
[ < Il blocco paper ] | [ Su : Formattazione della pagina ] | [ Impostare il formato carta > ] |
4.1.2 Formato carta e ridimensionamento automatico
Impostare il formato carta | ||
Ridimensionamento automatico al formato carta |
Impostare il formato carta
‘A4’ è il valore predefinito quando non viene impostato esplicitamente alcun formato carta. Esistono due funzioni che permettono di cambiare formato:
-
set-default-paper-size
-
#(set-default-paper-size "quarto")
che deve sempre trovarsi nel livello superiore, e
-
set-paper-size
-
\paper { #(set-paper-size "tabloid") }
che deve sempre trovarsi in un blocco
\paper
.
La funzione set-default-paper-size
, se usata nel livello superiore,
deve precedere qualsiasi blocco \paper
.
set-default-paper-size
imposta il formato di tutte le pagine,
mentre set-paper-size
imposta il formato soltanto di quelle
pagine a cui è applicato il blocco \paper
. Per esempio, se il
blocco \paper
si trova all’inizio del file, applicherà il formato
a tutte le pagine. Se il blocco \paper
si trova dentro un blocco
\book
, il formato verrà applicato a quel libro soltanto.
Quando si usa la funzione set-paper-size
, questa deve essere
posta prima di qualsiasi altra funzione usata nello stesso blocco
\paper
. Vedi Ridimensionamento automatico al formato carta.
I formati carta sono definiti in ‘scm/paper.scm’, e sebbene sia possibile aggiungere formati personalizzati in questo file, tali aggiunte verrebbero sovrascritte da successivi aggiornamenti del software. I formati disponibili sono elencati in Formati carta predefiniti.
È tuttavia possibile aggiungere un formato personalizzato nel file di
input per poi utilizzarlo con set-default-paper-size
o
set-paper-size
:
#(set! paper-alist (cons '("mio formato" . (cons (* 15 in) (* 3 in))) paper-alist)) \paper { #(set-paper-size "mio formato") }
Si può usare qualsiasi unità di misura: in
(inch, o pollici), cm
(centimetri) e mm
(millimetri).
Aggiungendo il simbolo 'landscape
alla funzione del formato, le pagine
vengono ruotate di 90 gradi e le linee occupano il maggior spazio a disposizione.
#(set-default-paper-size "a6" 'landscape)
Appendendo ‘landscape’ (orizzontale) al nome del formato, è possibile scambiare le dimensioni della carta senza ruotare la stampa (come quando si stampa in formato cartolina o si creano dei file grafici da includere invece di un documento indipendente):
#(set-default-paper-size "a6landscape")
Quando il formato termina con un esplicito ‘landscape’ (orizzontale) o
‘portrait’ (verticale), la presenza di un simbolo 'landscape
influisce solo sull’orientamento della stampa, non sul formato
usato per la formattazione.
Vedi anche
Guida alla notazione: Ridimensionamento automatico al formato carta, Formati carta predefiniti.
File installati: ‘scm/paper.scm’.
Ridimensionamento automatico al formato carta
Se il formato viene cambiato con una delle funzioni Scheme
(set-default-paper-size
o set-paper-size
), i
valori di diverse variabili \paper
sono automaticamente
ricalcolati in base alla nuova dimensione. Per aggirare il ridimensionamento
automatico di una certa variabile, impostare la variabile dopo aver
impostato il formato. Fare attenzione al fatto che il ridimensionamento
automatico non viene attivato se si impostano le variabili
paper-height
o paper-width
, anche se
paper-width
può influenzare altri valori (ma questo
è un argomento diverso dal ridimensionamento ed è trattato in seguito). Le
funzioni set-default-paper-size
e set-paper-size
sono
descritte in Impostare il formato carta.
Le dimensioni verticali interessate dal ridimensionamento automatico
sono top-margin
e bottom-margin
(vedi
Variabili \paper
della spaziatura verticale fissa).
Le dimensioni orizzontali interessate dal ridimensionamento automatico
sono left-margin
, right-margin
, inner-margin
,
outer-margin
, binding-offset
, indent
e short-indent
(vedi
Variabili \paper
della spaziatura orizzontale).
I valori predefiniti di queste dimensioni sono impostati in
‘ly/paper-defaults-init.ly’ e salvati in variabili interne
chiamate top-margin-default
, bottom-margin-default
, etc.
Questi valori si riferiscono al formato predefinito a4
.
Per riferimento, nel formato a4
il valore di paper-height
è
297\mm
e quello di paper-width
è 210\mm
.
Vedi anche
Guida alla notazione:
Variabili \paper
della spaziatura verticale fissa,
Variabili \paper
della spaziatura orizzontale.
File installati: ‘ly/paper-defaults-init.ly’, ‘scm/paper.scm’.
4.1.3 Variabili \paper
della spaziatura verticale fissa
Nota: Alcune dimensioni definite nel blocco \paper
sono
ridimensionate automaticamente in base al formato carta, portando a
possibili risultati imprevisti. Vedi
Ridimensionamento automatico al formato carta.
I valori predefiniti (prima del ridimensionamento) sono definiti in ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
-
paper-height
-
L’altezza della pagina (valore predefinito: non impostata). Il ridimensionamento automatico di alcune dimensioni verticali non è influenzato da questa.
-
top-margin
-
Il margine tra il punto più alto della pagina e il punto più alto dell’area di stampa. Se il formato viene modificato, il valore predefinito di questa dimensione viene ridimensionato di conseguenza.
-
bottom-margin
-
Il margine tra il punto più basso dell’area di stampa e il punto più basso della pagina. Se il formato viene modificato, il valore predefinito di questa dimensione viene ridimensionato di conseguenza.
-
ragged-bottom
-
Se impostato su vero, i sistemi avranno la loro naturale spaziatura. Non saranno giustificati, ovvero non saranno né compressi né allungati verticalmente per stare nella pagina.
-
ragged-last-bottom
-
Se impostato su falso, l’ultima pagina, e l’ultima pagina di ogni sezione creata con un blocco
\bookpart
, saranno giustificate verticalmente come nelle pagine precedenti.
Vedi anche
Guida alla notazione: Ridimensionamento automatico al formato carta.
File installati: ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
Frammenti: Spacing.
Problemi noti e avvertimenti
I titoli (definiti nel blocco \header
) sono considerati
un sistema, dunque ragged-bottom
e ragged-last-bottom
aggiungeranno spazio tra i titoli e il primo sistema della partitura.
Formati carta definiti esplicitamente sovrascriveranno qualsiasi impostazione di margine superiore o inferiore definito dall’utente.
4.1.4 Variabili \paper
della spaziatura verticale flessibile
Nella maggior parte dei casi è preferibile che le distanze verticali
tra certi elementi (come margini, titoli, sistemi e partiture
separate) siano flessibili, così che siano ben compresse o allungate
a seconda della situazione. Sono disponibili diverse variabili
\paper
(elencate sotto) per regolare il comportamento di
allungamento di queste dimensioni.
Nota bene che le variabili \paper
trattate in questa sezione
non regolano la spaziatura dei righi dei singoli sistemi.
La spaziatura interna ai sistemi è controllata dalle proprietà
del grob, solitamente inserite in un blocco \score
o
\layout
e non in un blocco \paper
. Vedi
Spaziatura verticale flessibile all’interno dei sistemi.
Struttura delle liste associative flessibili della spaziatura verticale | ||
Elenco delle variabili \paper flessibili della spaziatura verticale |
Struttura delle liste associative flessibili della spaziatura verticale
Ognuna delle variabili \paper
flessibili della spaziatura verticale
è una lista associativa (alist) composta da quattro elementi:
-
basic-distance
– la distanza verticale, misurata in spazi rigo, tra i punti di riferimento dei due elementi, quando non si verificano collisioni e non sono attivi allungamenti o compressioni. Il punto di riferimento di un markup (un titolo o un markup di un livello superiore) è il suo punto più alto, mentre quello di un sistema è il centro verticale del più vicinoStaffSymbol
, anche se una linea diversa da un rigo (come un contestoLyrics
) si trova nel mezzo. Valori dibasic-distance
inferiori a quelli dipadding
ominimum-distance
non hanno senso, dato che la distanza risultante non sarà mai inferiore a quella definita perpadding
ominimum-distance
. -
minimum-distance
– la minima distanza verticale consentita, misurata in spazi rigo, tra i punti di riferimento dei due elementi, quando la compressione è attiva. Valori diminimum-distance
inferiori a quelli dipadding
non hanno senso, perché la distanza risultante non sarà mai inferiore a quella definita perpadding.
-
padding
– la quantità minima di spazio verticale libero tra i profili (skyline) dei due elementi, misurata in spazi rigo. -
stretchability
– una misura, priva di unità di misura, della relativa propensione della dimensione a allungarsi. Se pari a zero, la distanza non si allungherà (a meno che non ci siano delle collisioni). Se positiva, il significato del valore distretchability
di una certa dimensione sta nella sua relazione con i valori distretchability
delle altre dimensioni. Per esempio, se una dimensione ha un valore distretchability
doppio rispetto a un’altra, si allungherà il doppio. I valori devono essere non negativi e finiti. Il valore+inf.0
causa un errore di programmazione e viene ingorato, ma si può usare1.0e7
per ottenere un’elasticità allungabile quasi all’infinito. Se non impostata, il valore predefinito equivale a quello dibasic-distance
. Nota che la propensione della dimensione a comprimersi non può essere impostata direttamente dall’utente ed è uguale a (basic-distance
-minimum-distance
).
Se in una pagina lo spazio verticale non è giustificato (ovvero con
ragged-bottom
impostato su vero) la distanza risultante è
data dal valore più grande assegnato a una di queste tre proprietà:
-
basic-distance
, -
minimum-distance
e -
padding
con l’aggiunta della più piccola distanza necessaria a eliminare collisioni.
In caso di partiture con molte pagine in cui l’ultima pagina non è
giustificata (ovvero con ragged-last-bottom
impostato su vero),
l’ultima pagina usa la stessa spaziatura della pagina precedente,
purché ci sia abbastanza spazio.
I metodi specifici per modificare le liste associative (alist) sono trattati in Modifica delle liste associative. L’esempio seguente illustra i due modi in cui queste possono essere modificate. La prima dichiarazione aggiorna un elemento-valore individualmente, mentre la seconda ridefinisce completamente la variabile:
\paper { system-system-spacing.basic-distance = #8 score-system-spacing = #'((basic-distance . 12) (minimum-distance . 6) (padding . 1) (stretchability . 12)) }
Elenco delle variabili \paper
flessibili della spaziatura verticale
I nomi di queste variabili hanno il formato
superiore-inferiore-spacing
, dove superiore
e inferiore
indicano gli elementi di cui stabilire la
distanza. Ogni distanza viene misurata tra i punti di riferimento
dei due elementi (vedi la descrizione precedente della struttura della
lista associativa). Nei nomi di queste variabili il termine ‘markup
’
si riferisce sia ai titoli (bookTitleMarkup
o
scoreTitleMarkup
) sia ai markup di livello superiore (vedi
Struttura del file). Tutte le distanze sono misurate in spazi rigo.
Le impostazioni predefinite sono definite in ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
-
markup-system-spacing
-
la distanza tra il testo (titolo o markup di livello superiore) e il sistema che lo segue.
-
score-markup-spacing
-
la distanza tra l’ultimo sistema di un brano e il testo (titolo o markup di livello superiore) che lo segue.
-
score-system-spacing
-
la distanza tra l’ultimo sistema di un brano e il primo sistema del brano successivo, quando non c’è alcun testo (titolo o markup di livello superiore) tra di loro.
-
system-system-spacing
-
la distanza tra due sistemi di uno stesso brano.
-
markup-markup-spacing
-
la distanza tra due testi (titoli o markup di livello superiore).
-
last-bottom-spacing
-
la distanza tra l’ultimo sistema o l’ultimo markup di livello superiore di una pagina e la fine dello spazio stampabile (ovvero la parte superiore del margine inferiore).
-
top-system-spacing
-
la distanza tra l’inizio dello spazio stampabile (ovvero la parte inferiore del margine superiore) e il primo sistema di una pagina, quando non c’è alcun testo (titolo o markup di livello superiore) tra di loro.
-
top-markup-spacing
-
la distanza tra l’inizio dello spazio stampabile (ovvero la parte inferiore del margine superiore) e il primo testo (titolo o markup di livello superiore) di una pagina, quando non c’è alcun sistema tra i due.
Vedi anche
Guida alla notazione: Spaziatura verticale flessibile all’interno dei sistemi.
File installati: ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
Frammenti: Spacing.
4.1.5 Variabili \paper
della spaziatura orizzontale
Nota: Alcune dimensioni in \paper
sono ridimensionate
automaticamente in base al formato carta, producendo talvolta un
risultato inatteso. Vedi Ridimensionamento automatico al formato carta.
Variabili \paper per larghezze e margini | ||
Variabili \paper per la modalità due pagine per foglio | ||
Variabili \paper per spostamenti e indentazioni |
Variabili \paper
per larghezze e margini
I valori predefiniti (prima del ridimensionamento) non elencati qui si trovano in ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
-
paper-width
-
Larghezza della pagina (non impostata inizialmente).
paper-width
, pur non avendo effetto sul ridimensionamento automatico di alcune dimensioni orizzontali, influenza la variabileline-width
. Se sono impostate siapaper-width
cheline-width
, saranno modificate ancheleft-margin
eright-margin
. Vedi anchecheck-consistency
. -
line-width
-
Se specificata in un blocco
\paper
definisce la lunghezza orizzontale disponibile per i righi musicali nei sistemi non indentati. Se non specificata, la larghezza della linea (line-width
) del foglio è determinata dalla sottrazione(paper-width - left-margin - right-margin)
. Seline-width
è specificata nel blocco\paper
e entrambi i margini,left-margin
eright-margin
, non lo sono, questi saranno aggiornati in modo da centrare i sistemi sulla pagina automaticamente. Vedi anchecheck-consistency
.Le variabili
line-width
per i singoli brani possono essere specificate nel blocco\layout
di ogni brano, ovvero dentro un blocco\score
. Questi valori regolano la larghezza delle linee prodotte brano per brano. Seline-width
non viene specificata per un brano, il suo valore predefinito coincide con la larghezza della linea del foglio, ovvero col valore della variabileline-width
del blocco\paper
. Impostandoline-width
per un brano in particolare, ovvero all’interno di un blocco\score
, i margini del foglio non vengono modificati. Le linee del rigo, la cui lunghezza è determinata dalla variabileline-width
del brano, sono allineate a sinistra all’interno dello spazio definito dalla variabileline-width
del foglio. Se le variabililine-width
del brano e del foglio sono uguali, le linee del rigo si estenderanno esattamente dal margine sinistro al margine destro, ma se quella del brano è maggiore di quella del foglio le linee del rigo andranno oltre il margine destro. -
left-margin
-
Margine tra il bordo sinistro della pagina e l’inizio delle linee del rigo nei sistemi non indentati. Se il formato è modificato, il valore predefinito di questa dimensione viene ridimensionato proporzionalmente. Se
left-margin
non è impostato, e sono impostati sialine-width
cheright-margin
, alloraleft-margin
equivale alla differenza(paper-width - line-width - right-margin)
. Se è impostata soltantoline-width
, entrambi i margini sono impostati su((paper-width - line-width) / 2)
, e di conseguenza i sistemi sono centrati sulla pagina. Vedi anchecheck-consistency
. -
right-margin
-
Margine tra il bordo destro della pagina e la fine delle linee del rigo in sistemi giustificati. Se il formato è modificato, il valore predefinito di questa dimensione viene ridimensionato proporzionalmente. Se
right-margin
non è impostato, e sono impostati sialine-width
cheleft-margin
, alloraright-margin
equivale a(paper-width - line-width - left-margin)
. Se è impostata soltantoline-width
, entrambi i margini sono impostati su((paper-width - line-width) / 2)
, e di conseguenza i sistemi sono centrati sulla pagina. Vedi anchecheck-consistency
. -
check-consistency
-
Se impostata su vero (valore predefinito), appare un avvertimento nella console se la somma di
left-margin
,line-width
eright-margin
non corrisponde esattamente apaper-width
, e a ciascuna di queste variabili (eccettopaper-width
) sarà assegnato il suo valore predefinito (ridimensionato in base al formato, se richiesto). Se impostato su falso, qualsiasi incongruenza viene ignorata e i sistemi potrebbero andare oltre il bordo della pagina. -
ragged-right
-
Se impostato su vero, i sistemi non occuperanno interamente la larghezza della linea, ovvero non saranno giustificati. Termineranno invece alla loro lunghezza orizzontale naturale. Valori predefiniti:
#t
(true = vero) per i brani con un unico sistema, e#f
(false = falso) per i brani con due o più sistemi. Questa variabile può essere impostata anche in un blocco\layout
. -
ragged-last
-
Se impostata su vero, l’ultimo sistema del brano non occuperà interamente la larghezza della linea, ovvero non sarà giustificato. Terminerà invece alla sua lunghezza orizzontale naturale. Valore predefinito:
#f
(false = falso). Questa variabile può essere impostata anche in un blocco\layout
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Ridimensionamento automatico al formato carta.
File installati: ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
Problemi noti e avvertimenti
Formati carta definiti esplicitamente sovrascriveranno qualsiasi margine destro o sinistro definito dall’utente.
Variabili \paper
per la modalità due pagine per foglio
I valori predefiniti (prima del ridimensionamento) sono definiti in ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
-
two-sided
-
Se impostata su vero, vengono usati
inner-margin
,outer-margin
ebinding-offset
per determinare i margini a seconda che il numero di pagina sia dispari o pari. Questa variabile sovrascriveleft-margin
eright-margin
. -
inner-margin
-
Margine del lato interno di tutte le pagine se queste fanno parte di un libro. Se il formato è modificato, il valore predefinito di questa dimensione viene ridimensionato proporzionalmente. Funziona soltanto con
two-sided
impostato su vero. -
outer-margin
-
È il margine del lato esterno di tutte le pagine se queste fanno parte di un libro. Se il formato è modificato, il valore predefinito di questa dimensione viene ridimensionato proporzionalmente. Funziona soltanto con
two-sided
impostato su vero. -
binding-offset
-
Quantità di spazio da aggiungere a
inner-margin
per assicurarsi che niente sia nascosto dalla rilegatura. Se il formato è modificato, il valore predefinito di questa dimensione viene ridimensionato proporzionalmente. Funziona soltanto contwo-sided
impostato su vero.
Vedi anche
Guida alla notazione: Ridimensionamento automatico al formato carta.
File installati: ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
Variabili \paper
per spostamenti e indentazioni
I valori predefiniti (prima del ridimensionamento) non elencati qui sono visibili in ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
-
horizontal-shift
-
È la quantità di spazio di cui spostare a destra tutti i sistemi (inclusi i titoli e i separatori dei sistemi). Valore predefinito:
0.0\mm
. -
indent
-
Livello di indentazione del primo sistema di un brano. Se il formato è modificato, il valore predefinito di questa dimensione viene ridimensionato proporzionalmente. Lo spazio compreso in
line-width
disponibile per il primo sistema è ridotto di questa quantità.indent
può essere specificato anche in blocchi\layout
per impostare l’indentazione brano per brano. -
short-indent
-
Livello di indentazione di tutti i sistemi di un brano eccetto il primo sistema. Se il formato è modificato, il valore predefinito di questa dimensione viene ridimensionato proporzionalmente. Lo spazio compreso in
line-width
disponibile per tutti i sistemi tranne il primo è ridotto di questa quantità.short-indent
può essere specificato anche in blocchi\layout
per impostare le brevi indentazioni brano per brano.
Vedi anche
Guida alla notazione: Ridimensionamento automatico al formato carta.
File installati: ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
Frammenti: Spacing.
4.1.6 Altre variabili di \paper
Variabili di \paper per l’interruzione di linea | ||
Variabili di \paper per l’interruzione di pagina | ||
Variabili di \paper per la numerazione delle pagine | ||
Svariate variabili di \paper |
Variabili di \paper
per l’interruzione di linea
-
max-systems-per-page
-
Il numero massimo di sistemi che saranno disposti in una pagina. Attualmente ciò è supportanto soltanto dall’algoritmo
ly:optimal-breaking
. Valore predefinito: non impostato. -
min-systems-per-page
-
Il numero minimo di sistemi che saranno disposti in una pagina. Ciò potrebbe riempire troppo le pagine, se il numero è troppo grande. Attualmente ciò è supportanto soltanto dall’algoritmo
ly:optimal-breaking
. Valore predefinito: non impostato. -
systems-per-page
-
Il numero di sistemi da disporre in una pagina. Attualmente ciò è supportanto soltanto dall’algoritmo
ly:optimal-breaking
. Valore predefinito: non impostato. -
system-count
-
Il numero di sistemi da usare per un brano. Valore predefinito: non impostato. Questa variabile può essere impostata anche in un blocco
\layout
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Interruzioni di linea.
Variabili di \paper
per l’interruzione di pagina
I valori predefiniti non elencati qui sono visibili in ‘ly/paper-defaults-init.ly’
-
page-breaking
-
L’algoritmo di interruzione di pagina da usare. Le opzioni sono
ly:minimal-breaking
,ly:page-turn-breaking
,ly:one-page-breaking
,ly:one-line-breaking
,ly:one-line-auto-height-breaking
ely:optimal-breaking
(predefinito). -
page-breaking-system-system-spacing
-
Induce il sistema di interruzione di pagina a credere che
system-system-spacing
sia impostato in modo diverso dal modo in cui è impostato realmente. Per esempio, sepage-breaking-system-system-spacing.padding
è impostato su un valore molto più grande disystem-system-spacing.padding
, il sistema di interruzione di pagina disporrà meno sistemi su ciascuna pagina. Valore predefinito: non impostato. -
page-count
-
Il numero di pagine da usare per un brano, non impostato.
Le variabili seguenti sono attive soltanto quando page-breaking
è impostato su ly:page-turn-breaking
. Le interruzioni di pagina
vengono quindi scelte per minimizzare il numero di voltate di pagina.
Dato che le voltate di pagina si rendono necessarie quando si passa da
una pagina con numero dispari a una con numero pari, verrà solitamente
favorita una formattazione in cui l’ultima pagina abbia un numero dispari.
I punti preferiti per le voltate di pagina possono essere indicati
manualmente col comando \allowPageTurn
o automaticamente
includendo l’incisore Page_turn_engraver
(vedi Voltata di pagina ottimale).
Se le scelte disponibili per avere voltate di pagina adeguate sono insufficienti, LilyPond potrebbe inserire una pagina vuota all’interno di un brano o tra i brani (se ce ne sono almeno due), oppure potrebbe terminare un brano su una pagina pari. Aumentando i valori delle seguenti tre variabili diminuisce la probabilità che queste entrino in azione.
I valori sono penalità: maggiore il valore, minore la probabilità che si verifichi l’azione associata rispetto alle altre scelte.
-
blank-page-penalty
-
La penalità per avere una pagina vuota nel mezzo di un brano. Se il valore di
blank-page-penalty
è grande ed è selezionatoly:page-turn-breaking
, sarà meno probabile che LilyPond insersica una pagina nel mezzo del brano. Aggiungerà invece maggior spazio tra i sistemi per occupare la pagina vuota e quella successiva. Valore predefinito: 5. -
blank-last-page-penalty
-
La penalità per terminare il brano su una pagina pari. Se il valore di
blank-last-page-penalty
è grande ed è selezionatoly:page-turn-breaking
, sarà meno probabile che LilyPond produca una partitura in cui l’ultima pagina sia pari. Regolerà invece la spaziatura in modo da usare una pagina in più o in meno. Valore predefinito: 0. -
blank-after-score-page-penalty
-
La penalità per avere una pagina vuota dopo la fine di un brano e prima di quello successivo. Il valore predefinito è inferiore a
blank-page-penalty
, in modo che siano inserite preferibilmente pagine vuote al termine di un brano piuttosto che nel mezzo di un brano. Valore predefinito: 2.
Vedi anche
Guida alla notazione: Interruzioni di pagina, Interruzione di pagina ottimale, Voltata di pagina ottimale, Interruzione di pagina minimale, Interruzione di pagina di una pagina, Interruzione di pagina su una linea, Interruzione di pagina su una linea con altezza automatica.
File installati: ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
Variabili di \paper
per la numerazione delle pagine
I valori predefiniti non elencati qui sono visibili in ‘ly/paper-defaults-init.ly’
-
auto-first-page-number
-
L’algoritmo di interruzione di pagina si comporta diversamente a seconda che il numero della prima pagina sia dispari o pari. Se questa variabile è impostata su vero, l’algoritmo di interruzione di pagina deciderà se iniziare con un numero dispari o un numero pari. Quindi il numero della prima pagina resterà lo stesso o aumenterà di uno. Valore predefinito:
#f
(falso). -
first-page-number
-
Il valore del numero di pagina della prima pagina.
-
print-first-page-number
-
Se impostato su vero, appare il numero di pagina sulla prima pagina.
-
print-page-number
-
Se impostato su falso, non apparirano i numeri di pagina.
-
page-number-type
-
Il tipo di numero usato per numerare le pagine. Le opzioni possibili sono
roman-lower
,roman-upper
earabic
. Valore predefinito:'arabic
.
Vedi anche
File installati: ‘ly/paper-defaults-init.ly’.
Problemi noti e avvertimenti
I numeri di pagina dispari sono sempre sulla destra. Se la musica deve iniziare a pagina 1, ci deve essere una pagina vuota sulla seconda di copertina in modo che pagina 1 sia sul lato destro.
Svariate variabili di \paper
-
page-spacing-weight
-
L’importanza della spaziatura (verticale) e della linea (orizzontale) della pagina. Valori più grandi renderanno la spaziatura della pagina più importante. Valore predefinito:
10
. -
print-all-headers
-
Se impostato su vero, appariranno nell’output tutte le intestazioni di ciascun blocco
\score
. Di norma appaiono soltanto le variabilipiece
eopus
. Valore predefinito:#f
. -
system-separator-markup
-
Un oggetto markup inserito tra i sistemi, spesso usato per le partiture orchestrali. Valore predefinito: non impostato. È disponibile il comando markup
\slashSeparator
, definito in ‘ly/titling-init.ly’, che fornisce un ragionevole valore predefinito, per esempio:#(set-default-paper-size "a8") \book { \paper { system-separator-markup = \slashSeparator } \header { tagline = ##f } \score { \relative { c''1 \break c1 \break c1 } } }
Vedi anche
File installati: ‘ly/titling-init.ly’.
Frammenti: Spacing.
Problemi noti e avvertimenti
L’intestazione di pagina predefinita pone sulla stessa linea il numero di
pagina e il campo instrument
del blocco \header
.
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4.2 Formattazione della partitura
Questa sezione tratta le opzioni di formattazione della partitura disponibili
nel blocco \layout
.
4.2.1 Il blocco \layout | ||
4.2.2 Impostare la dimensione del rigo |
4.2.1 Il blocco \layout
Mentre il blocco \paper
contiene le impostazioni relative
alla formattazione della pagina per l’intero documento, il blocco
\layout
contiene impostazioni di formattazione specifica
di un brano. Per impostare globalmente le opzioni di formattazione
del brano, inserirle in un blocco \layout
del livello superiore.
Per impostare le impostazioni di formattazione per un singolo brano, inserirle
in un blocco \layout
racchiuso in un blocco \score
, dopo la
musica. Le impostazioni che possono apparire in un blocco
\layout
includono:
- la funzione Scheme
layout-set-staff-size
, - le modifiche di contesto nei blocchi
\context
e - le variabili
\paper
che agiscono sulla formattazione del brano.
La funzione layout-set-staff-size
è spiegata nella prossima
sezione, Impostare la dimensione del rigo. Le modifiche di contesto sono
trattate in un capitolo separato; vedi Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto e
Modifica delle impostazioni predefinite di un contesto.
Le variabili \paper
che possono apparire in un blocco \layout
,
con valori predefiniti presi dal blocco \paper
, sono:
-
line-width
,ragged-right
eragged-last
(vedi Variabili\paper
per larghezze e margini) -
indent
eshort-indent
(vedi Variabili\paper
per spostamenti e indentazioni) -
system-count
(vedi Variabili di\paper
per l’interruzione di linea)
Ecco un esempio di blocco \layout
:
\layout { indent = 2\cm \context { \StaffGroup \override StaffGrouper.staff-staff-spacing.basic-distance = #8 } \context { \Voice \override TextScript.padding = #1 \override Glissando.thickness = #3 } }
Si possono inserire molteplici blocchi \layout
come espressioni
di livello superiore. Ciò può essere utile, per esempio, se impostazioni
diverse sono salvate in file separati e incluse facoltativamente.
Internamente, quando un blocco \layout
viene elaborato, viene fatta
una copia della configurazione del blocco \layout
corrente, poi
qualsiasi modifica apportata nel blocco viene applicata e il risultato
viene salvato come la nuova configurazione corrente. Dalla prospettiva
dell’utente, i blocchi \layout
sono combinati, ma in situazioni di
conflitto (ovvero quando viene modificata la stessa proprietà in blocchi
diversi) hanno precedenza le definizioni più recenti.
Per esempio, se questo blocco
\layout { \context { \Voice \override TextScript.color = #magenta \override Glissando.thickness = #1.5 } }
viene posto dopo quello dell’esempio precedente, le sovrascritture di
'padding
e 'color
per TextScript
sono combinate, mentre
quella più recente di 'thickness
per Glissando
sostituisce
(o nasconde) quella precedente.
I blocchi \layout
possono essere assegnati a delle variabili per
poterli riusare successivamente, ma il modo in cui ciò funziona è
leggermente ma significativamente diverso rispetto a scriverle davvero.
Se una variabile è definita in questo modo,
layoutVariable = \layout { \context { \Voice \override NoteHead.font-size = #4 } }
manterrà la configurazione attuale di \layout
con l’aggiunta
della sovrascrittura NoteHead.font-size
, ma questa combinazione
non è salvata come la nuova configurazione corrente. Attenzione
al fatto che la “configurazione corrente” viene letta quando la variabile
è definita e non quando viene usata, dunque il contenuto della variabile
dipende dalla sua posizione nel file di input.
La variabile può quindi essere usata all’interno di un altro
blocco \layout
, per esempio:
\layout { \layoutVariable \context { \Voice \override NoteHead.color = #red } }
Un blocco \layout
che contiene una variabile, come nell’esempio
precedente, non copia la configurazione corrente bensì usa il
contenuto di \layoutVariable
come configurazione di base per
altre aggiunte. Ciò significa che qualsiasi modifica definita tra la
definizione della variabile e il momento in cui essa viene usata è perduta.
Se layoutVariable
è definita (o inclusa con \include
) subito
prima di essere usata, il suo contenuto comprende soltanto la configurazione
corrente più le sovrascritture definite al suo interno. Quindi nell’esempio
precedente che illustra l’uso di \layoutVariable
il blocco \layout
finale conterrebbe:
TextScript.padding = #1 TextScript.color = #magenta Glissando.thickness = #1.5 NoteHead.font-size = #4 NoteHead.color = #red
più le sovrascritture indent
e StaffGrouper
.
Ma se la variabile fosse già stata definita prima del primo blocco
\layout
, la configurazione corrente conterrebbe soltanto
NoteHead.font-size = #4 % (scritta nella definizione della variabile) NoteHead.color = #red % (aggiunta dopo l'uso della variabile)
Se ben organizzate, le variabili \layout
possono essere un
valido strumento per strutturare le formattazioni dei sorgenti, e anche
per ripristinare la configurazione di \layout
a uno stato conosciuto.
Vedi anche
Guida alla notazione: Modifica delle impostazioni predefinite di un contesto.
Frammenti: Spacing.
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4.2.2 Impostare la dimensione del rigo
La dimensione del rigo (in inglese staff size) è 20 punti, che corrispondono a un’altezza del rigo di 7.03mm (un punto è uguale a 100/7227 di un pollice o a 2540/7227 mm). La dimensione del rigo può essere modificata in tre modi:
-
Per impostare la dimensione del rigo globalmente per tutti i brani di un
file (o di un blocco
\book
, per essere precisi), usareset-global-staff-size
:#(set-global-staff-size 14)
L’esempio precedente imposta la dimensione del rigo globale a 14pt (4.92mm) e ridimensiona proporzionalmente tutti i tipi di carattere.
-
Per impostare la dimensione del rigo di una singola partitura in un libro, usare
layout-set-staff-size
all’interno del blocco\layout
di quel brano:\score { … \layout { #(layout-set-staff-size 14) } }
-
Per impostare la dimensione del rigo di un singolo rigo di un sistema, usare
il comando
\magnifyStaff
. Per esempio, le partiture di musica da camera incise in modo tradizionale spesso usavano righi per pianoforte di 7mm mentre gli altri righi erano solitamente tra 3/5 e 5/7 più grandi (tra 60% e 71%). Per ottenere la proporzione 5/7, usare:\score { << \new Staff \with { \magnifyStaff #5/7 } { … } \new PianoStaff { … } >> }
Se si desidera una dimensione del tipo di carattere (
fontSize
) ben precisa, si può usare la seguente forma:\score { << \new Staff \with { \magnifyStaff #(magstep -3) } { … } \new PianoStaff { … } >> }
Per emulare l’aspetto delle partiture incise coi metodi tradizionali, è meglio evitare di ridurre lo spessore delle linee del rigo.
Corpo automatico dei tipi di carattere a dimensioni diverse
Il font Emmentaler fornisce l’insieme di glifi musicali Feta in otto dimensioni diverse, ciascuna calibrata per una specifica dimensione del rigo. Più piccola è la dimensione del glifo, più “grosso” diventa, per abbinarsi alle linee del rigo più spesse. Le dimensioni dei glifi consigliate sono elencate nella seguente tabella:
nome del tipo di carattere | altezza del rigo (pt) | altezza del rigo (mm) | uso |
feta11 | 11.22 | 3.9 | partiture tascabili |
feta13 | 12.60 | 4.4 | |
feta14 | 14.14 | 5.0 | |
feta16 | 15.87 | 5.6 | |
feta18 | 17.82 | 6.3 | canzonieri |
feta20 | 20 | 7.0 | parti standard |
feta23 | 22.45 | 7.9 | |
feta26 | 25.2 | 8.9 |
Vedi anche
Guida alla notazione: Impostare la dimensione del rigo, Il font Emmentaler.
Frammenti: Spacing.
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4.3 Interruzioni
4.3.1 Interruzioni di linea | ||
4.3.2 Interruzioni di pagina |
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4.3.1 Interruzioni di linea
Le interruzioni di linea di solito sono determinate automaticamente. Sono decise in modo che le linee non sembrino né fitte né troppo spaziate, e che le linee consecutive abbiano una densità simile.
Per forzare manualmente un’interruzione di linea dopo una stanghetta, usare
il comando \break
:
\relative c'' { c4 c c c | \break c4 c c c | }
Per impostazione predefinita, un comando \break
inserito nel mezzo di una
misura viene ignorato (e apparirà un messaggio di avvertimento durante la
compilazione del file LilyPond). L’aggiunta di una stanghetta invisibile
– ‘\bar ""’ – prima del comando \break
forzerà l’interruzione
di linea:
\relative c'' { c4 c c \bar "" \break c | c4 c c c | }
Un comando \break
successivo a una stanghetta viene ignorato se la
misura precedente termina nel mezzo di una nota (per esempio, quando un
gruppo irregolare inizia in una misura e termina in un’altra). In questo
caso conviene togliere l’incisore Forbid_line_break_engraver
dal
contesto Voice
e usare una costruzione musicale simultanea inserendo
il \break
nel punto giusto della seconda voce:
\new Voice \with { \remove Forbid_line_break_engraver } \relative { << { c''2. \tuplet 3/2 { c4 c c } c2. | } { s1 | \break s1 | } >> }
Analogalmente, le interruzioni di linea vengono ignorate quando le travature
oltrepassano una stanghetta. Tale comportamento predefinito può
essere modificato col comando \override Beam.breakable = ##t
:
\relative c'' { \override Beam.breakable = ##t c2. c8[ c | \break c8 c] c2. | }
Il comando \noBreak
impedisce un’interruzione di linea sulla
stanghetta in cui è inserito.
In una partitura, l’interruzione di linea automatica è vietata per
la musica compresa tra i comandi \autoLineBreaksOff
e
\autoLineBreaksOn
. Per impedire anche le interruzioni di
pagina, usare i comandi \autoBreaksOff
e \autoBreaksOn
.
Le interruzioni manuali non sono interessate da questi comandi.
Nota che bloccare le interruzioni di linea automatiche potrebbe
far andare la musica oltre il margine destro se questa non può
essere contenuta in una linea.
Le interruzioni di linea automatiche (ma non le interruzioni di pagina)
possono essere abilitate per singole stanghette usando
\once \autoLineBreaksOn
all’inizio di una stanghetta.
Ciò identifica un’interruzione di linea permessa, invece che forzata.
Le impostazioni fondamentali che influenzano la spaziatura della linea
sono indent
e line-width
, impostate nel blocco
\layout
: regolano l’indentazione della prima linea e la
lunghezza delle linee.
Se ragged-right
è impostato su vero nel blocco \layout
, allora
i sistemi terminano alla loro naturale lunghezza orizzontale, invece di
essere allungati orizzontalmente per riempire l’intera linea. Ciò è
utile per brevi frammenti e per verificare quanto è stretta la spaziatura
naturale.
L’opzione ragged-last
è simile a ragged-right
, ma agisce
soltanto sull’ultima linea del brano.
\layout { indent = 0\mm line-width = 150\mm ragged-last = ##t }
Per inserire interruzioni di linea a intervalli regolari usare \break
separato da pause spaziatrici e ripetuto con \repeat
. Per esempio,
per interrompere le seguenti 28 misure (considerando un tempo di 4/4) esattamente
ogni 4 misure, usare:
<< \repeat unfold 7 { s1 \noBreak s1 \noBreak s1 \noBreak s1 \break } { la vera musica… } >>
Comandi predefiniti
\break
,
\noBreak
,
\autoBreaksOff
,
\autoBreaksOn
,
\autoLineBreaksOff
,
\autoLineBreaksOn
.
Frammenti di codice selezionati
Usare una voce apposita per le interruzioni
Spesso è più facile gestire l’informazione sulle interruzioni di linea
e di pagina tenendola separata dalla musica grazie a un’ulteriore voce
che contenga solo pause spaziatrici e i comandi
\break
, \pageBreak
e altre informazioni di formattazione.
Questo modello diventa utile specialmente quando si modifica
line-break-system-details
e altre utili ma lunghe
proprietà di NonMusicalPaperColumnGrob
.
music = \relative c'' { c4 c c c } \score { \new Staff << \new Voice { s1 * 2 \break s1 * 3 \break s1 * 6 \break s1 * 5 \break } \new Voice { \repeat unfold 2 { \music } \repeat unfold 3 { \music } \repeat unfold 6 { \music } \repeat unfold 5 { \music } } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione:
Variabili di \paper
per l’interruzione di linea,
Il blocco \layout
.
Frammenti: Spacing.
Guida al funzionamento interno: LineBreakEvent.
Problemi noti e avvertimenti
L’inserimento dei comandi \autoLineBreaksOff
o \autoBreaksOff
prima della musica produrrà dei messaggi di errore. Inserire sempre questi
comandi dopo la musica.
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4.3.2 Interruzioni di pagina
Questa sezione descrive i diversi metodi di interruzione di pagina e spiega come modificarli.
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Interruzione di pagina manuale
L’interruzione di pagina predefinita può essere sovrascritta con i
comandi \pageBreak
o \noPageBreak
. Questi comandi,
analoghi a \break
e \noBreak
, devono essere
inseriti dopo una stanghetta e forzano o proibiscono l’interruzione
di pagina in quel punto. Ovviamente il comando \pageBreak
forza anche un’interruzione di linea.
I comandi \pageBreak
e \noPageBreak
possono essere
inseriti anche nel livello superiore, tra le partiture e i testi
(nel blocco markup
) di livello superiore.
In un brano, le interruzioni di pagina automatiche sono vietate per
la musica compresa tra i comandi \autoPageBreaksOff
e
\autoPageBreaksOn
. Le interruzioni di pagina manuali non
sono interessate da questi comandi.
Esistono impostazioni analoghe a ragged-right
e
ragged-last
che hanno lo stesso effetto sulla spaziatura
verticale. Se ragged-bottom
è impostato su #t
, i
sistemi non saranno giustificati verticalmente. Quando
ragged-last-bottom
è impostato su #t
(valore
predefinito), è permesso dello spazio vuoto in fondo all’ultima
pagina (o in fondo all’ultima pagina di ciascun
\bookpart
). Vedi
Variabili \paper
della spaziatura verticale fissa.
Le interruzioni di pagina sono calcolate dalla funzione page-breaking
.
LilyPond fornisce vari algoritmi per calcolare le interruzioni di pagina, tra
cui ly:optimal-breaking
, ly:page-turn-breaking
e
ly:minimal-breaking
. Quello predefinito è
ly:optimal-breaking
, ma il valore può essere modificato nel
blocco \paper
:
\paper { page-breaking = #ly:page-turn-breaking }
Quando un libro ha molte partiture e pagine, il problema delle interruzioni
di pagina potrebbe essere difficile da risolvere e richiedere lunghi tempi
di elaborazione e molta memoria. Per semplificare il processo di interruzione
delle pagine, si usano i blocchi \bookpart
per dividere il libro in
varie parti: in questo modo l’interruzione di pagina si verifica separatamente
in ciascuna parte. Si possono anche usare algoritmi di interruzione di
pagina diversi per le diverse parti del libro.
\bookpart { \header { subtitle = "Prefazione" } \paper { %% In una parte contenente soprattutto testo, %% ly:minimal-breaking potrebbe essere preferibile page-breaking = #ly:minimal-breaking } \markup { … } … } \bookpart { %% In questa parte, contenente musica, si usa l'algoritmo di %% interruzione di pagina ottimale. \header { subtitle = "Primo movimento" } \score { … } … }
Comandi predefiniti
\pageBreak
,
\noPageBreak
,
\autoPageBreaksOn
,
\autoPageBreaksOff
.
Vedi anche
Guida alla notazione:
Variabili di \paper
per l’interruzione di pagina.
Frammenti: Spacing.
Problemi noti e avvertimenti
Il prefisso \once
non funziona con i comandi \autoPageBreaksOn
e \autoPageBreaksOff
. Se l’interruzione di pagina automatica è
disabilitata e poi viene abilitata per permettere un’interruzione di
pagina, deve restare attiva per alcune battute (il numero preciso di
battute dipende dalla partitura) prima di essere disattivata, altrimenti
la possibilità di interrompere la pagina non verrà considerata.
Interruzione di pagina ottimale
La funzione ly:optimal-breaking
è il metodo predefinito di LilyPond
per determinare le interruzioni di pagina. Tenta di individuare un’interruzione
di pagina che minimizzi la densità e l’allungamento, sia orizzontalmente che
verticalmente. Diversamente da ly:page-turn-breaking
, non prende in
considerazione le voltate di pagina.
Vedi anche
Frammenti: Spacing.
Interruzione di pagina minimale
La funzione ly:minimal-breaking
fa dei calcoli minimi
per valutare l’interruzione di pagina: riempie una pagina col
maggior numero possibile di sistemi prima di passare a quella
successiva. Dunque potrebbe essere preferibile per le partiture
con molte pagine, per le quali le altre funzioni di interruzione
di pagina potrebbero essere troppo lente o richiedere troppa
memoria, o con molto testo. Si abilita con:
\paper { page-breaking = #ly:minimal-breaking }
Vedi anche
Frammenti: Spacing.
Interruzione di pagina di una pagina
La funzione ly:one-page-breaking
è un algoritmo di interruzione di
pagina per casi speciali che regola automaticamente l’altezza della pagina
per farci entrare la musica, in modo che stia tutto in una sola pagina.
La variabile paper-height
del blocco paper viene ignorata, ma le
altre impostazioni funzionano normalmente. In particolare, la spaziatura
tra l’ultimo sistema (o il testo markup di livello superiore) e il piè di pagina
può essere personalizzata grazie a last-bottom-spacing
nel blocco paper.
La larghezza della pagina non viene modificata ma può essere impostata con
paper-width
nel blocco paper.
Problemi noti e avvertimenti
ly:one-page-breaking
non è attualmente compatibile con
\bookpart
.
Interruzione di pagina su una linea
La funzione ly:one-line-breaking
è un algoritmo di interruzione
di pagina per uso speciale in quanto pone ogni brano su una sola pagina e
una singola linea. Non appaiono né titoli né margini, ma viene
mostrato solo il brano musicale.
La larghezza della pagina è regolata in modo che il brano più
lungo stia su una sola linea. In particolare, le variabili paper-width
,
line-width
e indent
del blocco \paper
vengono
ignorate, sebbene left-margin
e right-margin
siano
comunque considerate. L’altezza della pagina resta invariata.
Interruzione di pagina su una linea con altezza automatica
La funzione ly:one-line-auto-height-breaking
funziona proprio come
ly:one-line-breaking
con la differenza che l’altezza della pagina
viene modificata automaticamente per adattarsi all’altezza della musica.
Più precisamente, la variabile paper-height
del blocco \paper
viene impostata in modo che abbracci l’altezza della partitura più alta
e i margini superiore e inferiore (top-margin
e bottom-margin
).
Fare attenzione al fatto che l’impostazione top-system-spacing
avrà
effetto sulla posizione verticale della musica. Impostarla su ##f
in
un blocco \paper
per posizionare la musica tra i margini superiore e
inferiore.
Voltata di pagina ottimale
È spesso necessario trovare una configurazione delle interruzioni di
pagina in cui ci sia una pausa al termine di ogni due pagine.
In questo modo il musicista può voltare la pagina senza perdere
le note. La funzione ly:page-turn-breaking
tenta di trovare
un’interruzione di pagina che minimizzi densità e allungamento, ma
con l’ulteriore restrizione che le voltate di pagina sono permesse
solo in punti specifici.
Ci sono due passi da seguire per usare questa funzione. Prima
occorre abilitarla nel blocco \paper
, come è spiegato in
Interruzioni di pagina. Poi bisogna indicare alla funzione dove
sono permesse le interruzioni di pagina.
Ci sono due modi per fare il secondo passo. Si può specificare
manualmente ogni potenziale voltata di pagina, inserendo
\allowPageTurn
nei punti adatti del file di input.
Oppure, se ciò è troppo noioso, si può aggiungere l’incisore
Page_turn_engraver
a un contesto Staff o Voice. L’incisore
Page_turn_engraver
analizzerà il contesto in cerca di sezioni
senza note (non cerca pause, bensì l’assenza di note, in modo che
la polifonia su un singolo rigo con pause in una delle parti non
confonda Page_turn_engraver
). Quando trova una sezione
senza note abbastanza lunga, Page_turn_engraver
inserirà il
comando \allowPageTurn
nella stanghetta finale di quella
sezione, a meno che non ci sia una stanghetta ‘speciale’ (come
una doppia stanghetta), nel qual caso il comando \allowPageTurn
sarà inserito nella stanghetta finale “speciale” della sezione.
L’incisore Page_turn_engraver
legge la proprietà di contesto
minimumPageTurnLength
per determinare quanto deve essere lunga
una sezione senza note prima che una voltata di pagina sia considerata.
Il valore predefinito di minimumPageTurnLength
è
(ly:make-moment 1/1)
. Per disabilitare le voltate di pagina,
impostarla su un valore “molto grande”.
\new Staff \with { \consists Page_turn_engraver } { a4 b c d | R1 | % voltata di pagina permessa qui a4 b c d | \set Staff.minimumPageTurnLength = #(ly:make-moment 5/2) R1 | % voltata di pagina non permessa qui a4 b r2 | R1*2 | % voltata di pagina permessa qui a1 }
Quando si usano ripetizioni con finali alternativi, l’incisore Page_turn_engraver
permetterà una voltata di pagina durante la ripetizione soltanto se c’è
abbastanza tempo all’inizio e alla fine della ripetizione per voltare
indietro la pagina. Se la ripetizione è troppo breve, si può usare
Page_turn_engraver
per disabilitare le voltate impostando
un valore appropriato per la proprietà di contesto minimumRepeatLengthForPageTurn
.
In questo caso Page_turn_engraver
consentirà le voltate soltanto nelle
ripetizioni la cui durata sia maggiore del valore specificato.
I comandi per le voltate di pagina (\pageTurn
, \noPageTurn
e \allowPageTurn
), possono essere usati anche nel livello superiore,
nei blocchi markup di livello superiore e tra una partitura e l’altra.
Comandi predefiniti
\pageTurn
,
\noPageTurn
,
\allowPageTurn
.
Vedi anche
Guida alla notazione:
Variabili di \paper
per l’interruzione di linea.
Frammenti: Spacing.
Problemi noti e avvertimenti
Usare soltanto un incisore Page_turn_engraver
per partitura. Se ce
n’è più d’uno, interferiranno uno con l’altro.
Vedi anche
Guida alla notazione: Spaziatura verticale.
Frammenti: Spacing.
4.4 Spaziatura verticale
La spaziatura verticale è regolata da tre elementi: la quantità di spazio disponibile (ovvero il formato e i margini), la quantità di spazio tra i sistemi e la quantità di spazio tra i righi di un sistema.
4.4.1 Spaziatura verticale flessibile all’interno dei sistemi | ||
4.4.2 Posizionamento esplicito di righi e sistemi | ||
4.4.3 Elusione delle collisioni verticali |
4.4.1 Spaziatura verticale flessibile all’interno dei sistemi
Tre meccanismi distinti regolano la spaziatura verticale flessibile all’interno dei sistemi, uno per ognuna delle seguenti categorie:
- righi non raggruppati,
-
righi raggruppati (righi con un gruppo come
ChoirStaff
, etc.), e -
linee che non sono righi (come
Lyrics
,ChordNames
, etc.).
L’altezza di ogni sistema è determinata in due fasi. Prima vengono spaziati tutti i righi in base alla quantità di spazio disponibile. Poi le linee che non sono righi sono distribuite tra i righi.
Nota che i meccanismi di spaziatura trattati in questa sezione regolano
soltanto la spaziatura verticale dei righi e delle linee (che non sono
righi) all’interno di singoli sistemi. La spaziatura verticale tra
sistemi, partiture, testi e margini separati è regolata dalle variabili
\paper
trattate in
Variabili \paper
della spaziatura verticale flessibile.
Proprietà della spaziatura dentro un sistema | ||
Spaziatura dei righi non raggruppati | ||
Spaziatura dei righi raggruppati | ||
Spaziatura delle linee che non sono righi |
Proprietà della spaziatura dentro un sistema
I meccanismi di spaziatura verticale dentro un sistema sono regolati da
due gruppi di proprietà dei grob. Il primo gruppo è associato al grob
VerticalAxisGroup
, creato da tutti i righi e tutte le linee che
non sono righi. Il secondo gruppo è associato al grob
StaffGrouper
, che può essere creato da gruppi di righi, ma
solo se richiamato esplicitamente. Queste proprietà sono descritte
una per una alla fine di questa sezione.
Il nome di queste proprietà (con l’eccezione di staff-affinity
)
hanno il formato elemento1-elemento2-spacing
, dove
elemento1
e elemento2
sono gli elementi di
cui determinare la distanza. Nota che elemento2
non è
necessariamente sotto elemento1
; per esempio,
nonstaff-relatedstaff-spacing
prenderà le misure verso l’alto a
partire dalla linea che non è un rigo (nonstaff) se
staff-affinity
è impostato su UP
.
Ogni distanza è calcolata tra i punti di riferimento dei due
elementi. Il punto di riferimento di un rigo è il centro verticale
del suo StaffSymbol
(ovvero la linea centrale se
line-count
(il numero di linee) è dispari; lo spazio centrale
se line-count
è pari). I punti di riferimento per ciascuna linea
che non è un rigo sono elencati nella seguente tabella:
Linea non-rigo | Punto di riferimento |
---|---|
ChordNames | linea di base |
NoteNames | linea di base |
Lyrics | linea di base |
Dynamics | metà altezza di ‘m’ |
FiguredBass | punto più alto |
FretBoards | linea più alta |
Nell’immagine seguente, le linee orizzontali indicano le posizioni di questi punti di riferimento:
Tutte le proprietà di spaziatura verticale del grob (eccetto
staff-affinity
) usano la stessa struttura della lista
associativa usata dalle variabili di spaziatura di \paper
trattate in
Variabili \paper
della spaziatura verticale flessibile.
Metodi specifici per modificare queste liste sono spiegati in
Modifica delle liste associative. Le proprietà dei grob devono essere
modificate con un comando \override
dentro un blocco
\score
o \layout
e non in un blocco
\paper
.
L’esempio seguente illustra i due modi con cui si possono modificare queste liste associative (alist). La prima dichiarazione trasforma un elemento-valore singolarmente, mentre la seconda ridefinisce completamente la proprietà:
\new Staff \with { \override VerticalAxisGroup.default-staff-staff-spacing.basic-distance = #10 } { … } \new Staff \with { \override VerticalAxisGroup.default-staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 10) (minimum-distance . 9) (padding . 1) (stretchability . 10)) } { … }
Per cambiare le impostazioni di spaziatura globalmente, inserirle in
un blocco \layout
:
\layout { \context { \Staff \override VerticalAxisGroup.default-staff-staff-spacing.basic-distance = #10 } }
Le impostazioni predefinite delle proprietà di spaziatura verticale dei
grob sono elencate in
VerticalAxisGroup e
StaffGrouper. Le modifiche predefinite con \override
per tipologie specifiche di linee che non sono righi sono elencate
nelle descrizioni del relativo contesto in
Contexts.
Proprietà del grob VerticalAxisGroup
Le proprietà di VerticalAxisGroup
sono solitamente modificate
con un \override
nel livello Staff
(o equivalente).
-
staff-staff-spacing
-
Usata per determinare la distanza tra il rigo corrente e il rigo inferiore nello stesso sistema, anche se tra i due si trovano una o più linee che non sono righi (come
Lyrics
). Non è applicata all’ultimo rigo di un sistema.Inizialmente, la proprietà
staff-staff-spacing
di unVerticalAxisGroup
è una funzione Scheme che applica le proprietà diStaffGrouper
se il rigo fa parte di un gruppo, o la proprietàdefault-staff-staff-spacing
del rigo altrimenti. Questo permette ai righi di essere spaziati diversamente quando sono raggruppati. Per ottenere una spaziatura uniforme indipendentemente dal raggruppamento, questa funzione può essere sostituita da un alist di spaziatura flessibile, usando la forma di override che ridefinisce completamente la variabile, come mostrato prima. -
default-staff-staff-spacing
Un alist di spaziatura flessibile che definisce la proprietà
staff-staff-spacing
usata per i righi isolati, a meno chestaff-staff-spacing
non sia stata impostata esplicitamente con un\override
.-
staff-affinity
La direzione del rigo da usare per spaziare la linea che non è un rigo. Le opzioni sono
UP
(su),DOWN
(giù) eCENTER
(centro). Se impostata suCENTER
, la linea fuori dal rigo si troverà in un punto equidistante tra i due righi più vicini su qualunque lato, a meno che delle collisioni o altre costrizioni di spazio non lo impediscano. Linee (che non sono righi) adiacenti dovrebbero avere un valore distaff-affinity
che non cresce: per esempio, una linea che non è un rigo impostata suUP
non deve seguire immediatamente una linea impostata suDOWN
. Linee che non sono righi in cima a un sistema devono usareDOWN
; quelle in fondoUP
. Impostandostaff-affinity
per un rigo, questo sarà trattato come una linea che non è un rigo. Impostandostaff-affinity
su#f
, una linea che non è un rigo sarà trattata come un rigo. Impostandostaff-affinity
suUP
,CENTER
oDOWN
, un rigo verrà spaziato come se fosse una linea che non è un rigo.-
nonstaff-relatedstaff-spacing
La distanza fra la linea (che non è un rigo) corrente e il rigo più vicino nella direzione di
staff-affinity
, se non ci sono linee che non sono righi tra le due estaff-affinity
è impostato suUP
oDOWN
. Sestaff-affinity
è impostato suCENTER
, viene usatononstaff-relatedstaff-spacing
per i righi più vicini su entrambi i lati, anche se appaiono altre linee tra quella corrente e uno qualsiasi dei righi. Ciò significa che il posizionamento di una linea dipende sia dai righi che dalle linee circostanti. Impostando la proprietàstretchability
di uno di questi tipi di spaziatura su un piccolo valore, quella spaziatura sarà dominante. Impostandostretchability
su un grande valore, quella spaziatura avrà poco effetto.-
nonstaff-nonstaff-spacing
La distanza fra la linea (che non è un rigo) corrente e quella successiva nella direzione di
staff-affinity
, se entrambe sono sullo stesso lato del rigo in questione e sestaff-affinity
è impostata suUP
oDOWN
.-
nonstaff-unrelatedstaff-spacing
La distanza fra la linea (che non è un rigo) corrente e il rigo nella direzione opposta rispetto a
staff-affinity
, se non ci sono altre linee tra i due e sestaff-affinity
è impostato suUP
oDOWN
. Ciò può servire, per esempio, a imporre un padding minimo tra una lineaLyrics
e il rigo al quale non appartiene.
Proprietà del grob StaffGrouper
Le proprietà di StaffGrouper
sono solitamente modificate con un
\override
nel livello StaffGroup
(o livello equivalente).
-
staff-staff-spacing
La distanza tra righi consecutivi del gruppo di righi corrente. La proprietà
staff-staff-spacing
del grobVerticalAxisGroup
di un singolo rigo può essere sovrascritta con varie impostazioni di spaziatura per quel rigo.-
staffgroup-staff-spacing
La distanza tra l’ultimo rigo del gruppo di righi corrente e il rigo immediatamente successivo nello stesso sistema, anche se tra i due righi ci sono una o più linee che non sono righi (come
Lyrics
). Non è applicata al rigo inferiore di un sistema. La proprietàstaff-staff-spacing
del grobVerticalAxisGroup
di un singolo rigo può essere sovrascritta con varie impostazioni di spaziatura per quel rigo.
Vedi anche
Guida alla notazione:
Variabili \paper
della spaziatura verticale flessibile,
Modifica delle liste associative.
File installati: ‘ly/engraver-init.ly’, ‘scm/define-grobs.scm’.
Guida al funzionamento interno: Contexts, VerticalAxisGroup, StaffGrouper.
Spaziatura dei righi non raggruppati
I righi (come Staff
, DrumStaff
,
TabStaff
, etc.) sono contesti che possono contenere uno o
più contesti voce, ma non possono contenere altri righi.
Le seguenti proprietà influenzano la spaziatura di righi non raggruppati:
- Proprietà di
VerticalAxisGroup
:-
default-staff-staff-spacing
-
staff-staff-spacing
-
Queste proprietà del grob sono state descritte una a una in precedenza; vedi Proprietà della spaziatura dentro un sistema.
Altre proprietà entrano in gioco per i righi che sono parte di un gruppo; vedi Spaziatura dei righi raggruppati.
L’esempio seguente mostra come la proprietà default-staff-staff-spacing
possa influenzare la spaziatura di righi non raggruppati. Le stesse
modifiche applicate a staff-staff-spacing
avrebbero lo stesso
effetto, ma verrebbero applicate anche nel caso in cui i righi siano
combinati in uno o più gruppi.
\layout { \context { \Staff \override VerticalAxisGroup.default-staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 8) (minimum-distance . 7) (padding . 1)) } } << % Questa nota molto bassa ha bisogno di più spazio di quanto 'basic-distance % possa fornirne, dunque la distanza tra questo rigo e quello successivo % è determinato da 'padding. \new Staff { b,2 r | } % Qui 'basic-distance fornisce abbastanza spazio, e non c'è bisogno % di comprimere lo spazio (verso 'minimum-distance) per far spazio % per qualcos'altro sulla pagina, dunque la distanza tra questo % rigo e quello successivo è determinato da 'basic-distance. \new Staff { \clef bass g2 r | } % Impostando 'padding su un valore negativo, è possibile far sì che % i righi entrino in collisione. Il più basso valore accettabile per % 'basic-distance è 0. \new Staff \with { \override VerticalAxisGroup.default-staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 3.5) (padding . -10)) } { \clef bass g2 r | } \new Staff { \clef bass g2 r | } >>
Vedi anche
File installati: ‘scm/define-grobs.scm’.
Frammenti: Spacing.
Guida al funzionamento interno: VerticalAxisGroup.
Spaziatura dei righi raggruppati
Nelle partiture orchestrali e in alte grosse partiture, di norma i righi vengono raggruppati. Lo spazio tra i gruppi è più ampio dello spazio tra i righi dello stesso gruppo.
I gruppi di righi (come StaffGroup
, ChoirStaff
,
etc.) sono contesti che possono contenere uno o più righi
simultaneamente.
Le seguenti proprietà influenzano la spaziatura dei righi nei gruppi:
- Proprietà di
VerticalAxisGroup
:-
staff-staff-spacing
-
- Proprietà di
StaffGrouper
:-
staff-staff-spacing
-
staffgroup-staff-spacing
-
Queste proprietà dei grob sono descritte una a una in una sezione precedente; vedi Proprietà della spaziatura dentro un sistema.
L’esempio seguente mostra come le proprietà del grob
StaffGrouper
possano influenzare la spaziatura dei righi raggruppati:
\layout { \context { \Score \override StaffGrouper.staff-staff-spacing.padding = #0 \override StaffGrouper.staff-staff-spacing.basic-distance = #1 } } << \new PianoStaff \with { \override StaffGrouper.staffgroup-staff-spacing.basic-distance = #20 } << \new Staff { c'1 } \new Staff { c'1 } >> \new StaffGroup << \new Staff { c'1 } \new Staff { c'1 } >> >>
Vedi anche
File installati: ‘scm/define-grobs.scm’.
Frammenti: Spacing.
Guida al funzionamento interno: VerticalAxisGroup, StaffGrouper.
Spaziatura delle linee che non sono righi
Le linee che non sono righi (come Lyrics
, ChordNames
,
etc.) sono contesti i cui oggetti della formattazione sono disposti come se
fossero su dei righi (ovvero su linee orizzontali all’interno dei sistemi).
Precisamente, le linee che non sono righi sono contesti non-rigo che contengono
l’incisore
Axis_group_engraver.
Le seguenti proprietà influenzano la spaziatura delle linee che non sono righi:
- Proprietà di
VerticalAxisGroup
:-
staff-affinity
-
nonstaff-relatedstaff-spacing
-
nonstaff-nonstaff-spacing
-
nonstaff-unrelatedstaff-spacing
-
Queste proprietà del grob sono descritte una a una in una sezione precedente, vedi Proprietà della spaziatura dentro un sistema.
L’esempio seguente mostra come la proprietà
nonstaff-nonstaff-spacing
influenza la spaziatura di linee
che non sono un rigo consecutive. Impostando l’elemento
stretchability
su un valore molto alto, il testo vocale
riesce a allungarsi molto più del solito:
\layout { \context { \Lyrics \override VerticalAxisGroup.nonstaff-nonstaff-spacing.stretchability = #1000 } } \new StaffGroup << \new Staff \with { \override VerticalAxisGroup.staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 30)) } { c'1 } \new Lyrics \with { \override VerticalAxisGroup.staff-affinity = #UP } \lyricmode { up } \new Lyrics \with { \override VerticalAxisGroup.staff-affinity = #CENTER } \lyricmode { center } \new Lyrics \with { \override VerticalAxisGroup.staff-affinity = #DOWN } \lyricmode { down } \new Staff { c'1 } >>
Vedi anche
File installati: ‘ly/engraver-init.ly’, ‘scm/define-grobs.scm’.
Frammenti: Spacing.
Guida al funzionamento interno: Contexts, VerticalAxisGroup.
4.4.2 Posizionamento esplicito di righi e sistemi
Un modo per comprendere i meccanismi di spaziatura verticale appena spiegati è di considerarli come un insieme di impostazioni che regolano la quantità di padding verticale tra righi e tra sistemi.
È possibile gestire la spaziatura verticale in un modo diverso
usando NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details
.
Mentre i meccanismi di spaziatura verticale flessibile specificano
il padding verticale, NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details
indica precisamente le posizioni verticali esatte sulla pagina.
NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details
accetta una
lista associativa di quattro diverse impostazioni:
-
X-offset
-
Y-offset
-
extra-offset
-
alignment-distances
Le modifiche del grob con \override
, incluse quelle per NonMusicalPaperColumn
come nell’esempio successivo, possono trovarsi in uno di questi tre diversi
punti del file di input:
- direttamente in mezzo alle note
- in un blocco
\context
- nel blocco
\with
Quando si modifica NonMusicalPaperColumn
, si usa il solito
comando \override
nei blocchi \context
e nel blocco
\with
. Invece quando si modifica
NonMusicalPaperColumn
in mezzo alle note,
si usa il comando speciale \overrideProperty
. Ecco alcuni
esempi di modifiche di NonMusicalPaperColumn
col comando
speciale \overrideProperty
:
\overrideProperty NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((X-offset . 20)) \overrideProperty NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 40)) \overrideProperty NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((X-offset . 20) (Y-offset . 40)) \overrideProperty NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((alignment-distances . (15))) \overrideProperty NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((X-offset . 20) (Y-offset . 40) (alignment-distances . (15)))
Per comprendere come funziona ognuna di queste impostazioni, iniziamo vedendo un esempio che non contiene alcuna modifica.
\header { tagline = ##f } \paper { left-margin = 0\mm } \book { \score { << \new Staff << \new Voice { s1*5 \break s1*5 \break s1*5 \break } \new Voice { \repeat unfold 15 { c'4 c' c' c' } } >> \new Staff { \repeat unfold 15 { d'4 d' d' d' } } >> } }
Questa partitura isola l’informazione sulle interruzioni di linea e di pagina in una voce apposita. Questa tecnica di creare una voce per le interruzioni permette di tenere la formattazione separata dalla musica via via che il nostro esempio diventa più complicato. Vedi anche Interruzioni.
Usando comandi \break
espliciti, la musica viene divisa proporzionalmente
in cinque misure per linea. La spaziatura verticale è quella predefinita di
LilyPond ma il punto di inizio verticale di ogni sistema è impostato
esplicitamente con la coppia Y-offset
dell’attributo
line-break-system-details
del grob NonMusicalPaperColumn
:
\header { tagline = ##f } \paper { left-margin = 0\mm } \book { \score { << \new Staff << \new Voice { \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 0)) s1*5 \break \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 40)) s1*5 \break \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 60)) s1*5 \break } \new Voice { \repeat unfold 15 { c'4 c' c' c' } } >> \new Staff { \repeat unfold 15 { d'4 d' d' d' } } >> } }
Nota che line-break-system-details
accetta una lista associativa di
molti valori, ma ne abbiamo impostato solo uno in questo esempio. Nota
anche che la proprietà Y-offset
qui determina la posizione verticale
esatta sulla pagina in cui ogni nuovo sistema verrà visualizzato.
Oltre al posizionamento assoluto che si ottiene con Y-offset
e
X-offset
, è possibile anche il posizionamento relativo tramite
la proprietà extra-offset
di line-break-system-details
.
Il posizionamento è relativo alla formattazione predefinita o al posizionamento
assoluto determinato dall’uso di X-offset
e Y-offset
. La
proprietà extra-offset
accetta una coppia
di numeri che
determinano lo spostamento lungo gli assi X e Y.
\header { tagline = ##f } \paper { left-margin = 0\mm } \book { \score { << \new Staff << \new Voice { s1*5 \break \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((extra-offset . (0 . 10))) s1*5 \break \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((extra-offset . (0 . 10))) s1*5 \break } \new Voice { \repeat unfold 15 { c'4 c' c' c' } } >> \new Staff { \repeat unfold 15 { d'4 d' d' d' } } >> } }
Ora che abbiamo impostato esplicitamente il punto di inizio verticale di
ogni sistema, possiamo impostare manualmente anche le distanze verticali
tra i righi. Per farlo usiamo la sottoproprietà alignment-distances
di line-break-system-details
.
\header { tagline = ##f } \paper { left-margin = 0\mm } \book { \score { << \new Staff << \new Voice { \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 20) (alignment-distances . (10))) s1*5 \break \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 60) (alignment-distances . (15))) s1*5 \break \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 85) (alignment-distances . (20))) s1*5 \break } \new Voice { \repeat unfold 15 { c'4 c' c' c' } } >> \new Staff { \repeat unfold 15 { d'4 d' d' d' } } >> } }
Nota che qui assegnamo due valori diversi all’attributo
line-break-system-details
del grob
NonMusicalPaperColumn
. Sebbene l’attributo alist
line-break-system-details
accetti molti altri parametri di
spaziatura (inclusa, per esempio, una coppia corrispondente
di X-offset
), è sufficiente impostare soltanto le coppie Y-offset
e alignment-distances
per regolare il punto di inizio verticale di
ogni sistema e ogni rigo. Infine nota che alignment-distances
specifica il posizionamento verticale dei righi ma non dei gruppi di righi.
\header { tagline = ##f } \paper { left-margin = 0\mm } \book { \score { << \new Staff << \new Voice { \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 0) (alignment-distances . (30 10))) s1*5 \break \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 60) (alignment-distances . (10 10))) s1*5 \break \overrideProperty Score.NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details #'((Y-offset . 100) (alignment-distances . (10 30))) s1*5 \break } \new Voice { \repeat unfold 15 { c'4 c' c' c' } } >> \new StaffGroup << \new Staff { \repeat unfold 15 { d'4 d' d' d' } } \new Staff { \repeat unfold 15 { e'4 e' e' e' } } >> >> } }
Alcuni punti da considerare:
- Quando si usa
alignment-distances
, il testo vocale e altre linee che non sono righi non contano come rigo. - Le unità dei numeri assegnati a
X-offset
,Y-offset
,extra-offset
ealignment-distances
sono interpretati come multipli della distanza tra linee del rigo adiacenti. Valori positivi spostano in su righi e testo, valori negativi li spostano in giù. - Dato che le impostazioni di
NonMusicalPaperColumn.line-break-system-details
illustrate qui permettono il posizionamento di righi e sistemi ovunque sulla pagina, è possibile violare i confini del foglio o dei margini o perfino sovrapporre righi e sistemi uno sopra l’altro. Ciò può essere evitato assegnando valori ragionevoli a queste diverse impostazioni.
Vedi anche
Frammenti: Spacing.
4.4.3 Elusione delle collisioni verticali
Intuitivamente, ci sono alcuni oggetti della notazione musicale che appartengono al rigo e altri che devono essere disposti fuori dal rigo. Gli oggetti esterni al rigo comprendono i numeri di chiamata, il testo e le dinamiche (d’ora in avanti tutti questi elementi saranno chiamati oggetti esterni al rigo). La regola di LilyPond per il posizionamento verticale degli oggetti esterni al rigo è di disporli il più vicino possibile al rigo ma non così vicino da farli collidere con un altro oggetto.
LilyPond usa la proprietà outside-staff-priority
per determinare
se un grob è un oggetto fuori dal rigo: se outside-staff-priority
è un numero, il grob è un oggetto esterno al rigo. outside-staff-priority
indica a LilyPond anche in quale ordine disporre gli oggetti.
LilyPond posiziona prima tutti gli oggetti che non sono esterni al
rigo. Quindi ordina gli oggetti esterni al rigo in base al loro valore
di outside-staff-priority
(in ordine crescente). Uno per volta, LilyPond
prende gli oggetti esterni al rigo e li dispone in modo che non entrino in
collisione con alcun oggetto che sia già stato disposto. Ovvero, se due
grob esterni al rigo si contendono lo stesso spazio, quello col valore
di outside-staff-priority
più basso sarà posto più vicino al rigo.
Un elenco delle proprietà esterne al rigo si trova in La proprietà outside-staff-priority.
\relative c'' { c4_"Testo"\pp r2. \once \override TextScript.outside-staff-priority = #1 c4_"Testo"\pp % stavolta il testo sarà più vicino al rigo r2. % impostando outside-staff-priority su un non-numero, % disabilitiamo l'elusione automatica delle collisioni \once \override TextScript.outside-staff-priority = ##f \once \override DynamicLineSpanner.outside-staff-priority = ##f c4_"Testo"\pp % qui entrano in collisione }
Il padding verticale intorno agli oggetti esterni al rigo
può essere regolato con outside-staff-padding
.
\relative { \once \override TextScript.outside-staff-padding = #0 a'4-"outside-staff-padding = #0" \once \override TextScript.outside-staff-padding = #3 d-"outside-staff-padding = #3" c-"outside-staff-padding predefinito" b-"outside-staff-padding predefinito" R1 }
Per impostazione predefinita, gli oggetti esterni al rigo sono disposti
in modo da evitare la collisione orizzontale con grob posizionati
precedentemente. Ciò può portare a situazioni in cui gli oggetti
sono posizionati uno vicino all’altro orizzontalmente.
Come è dimostrato nell’esempio successivo, impostando outside-staff-horizontal-padding
si aumenta la spaziatura orizzontale richiesta e in questo caso si sposta
in su il testo per impedire che si avvicini troppo ai tagli addizionali.
\relative { c''4^"Parola" c c''2 R1 \once \override TextScript.outside-staff-horizontal-padding = #1 c,,4^"Parola" c c''2 }
Vedi anche
Frammenti: Spacing.
4.5 Spaziatura orizzontale
4.5.1 Panoramica sulla spaziatura orizzontale | ||
4.5.2 Nuova spaziatura nel corso di un brano | ||
4.5.3 Modifica della spaziatura orizzontale | ||
4.5.4 Larghezza della linea | ||
4.5.5 Notazione proporzionale |
4.5.1 Panoramica sulla spaziatura orizzontale
Il motore della spaziatura traduce le differenze delle durate delle
note in distanze allungabili (‘springs’) di diversa lunghezza. Durate
più lunghe occupano più spazio, quelle più brevi ne occupano meno.
Le durate più brevi occupano una quantità fissa di spazio (regolata da
shortest-duration-space
nell’oggetto
SpacingSpanner).
Più lunga è la durata, più spazio occupa: raddoppiando una durata
si aggiunge spazio alla nota di una quantità pari al valore di
spacing-increment
.
Per esempio, il brano seguente contiene molte minime, semiminime e crome; la croma (1/8) è seguita da 1 Larghezza della Testa di Nota (LTN). La semiminima (1/4) è seguita da 2 LTN, la minima (1/2) da 3 LTN, etc.
\relative c' { c2 c4. c8 c4. c8 c4. c8 c8 c c4 c c }
Solitamente, spacing-increment
è impostato su 1.2 di spazio rigo, che
equivale all’incirca alla larghezza della testa di nota, e
shortest-duration-space
è impostato su 2.0, che significa che
la nota più breve occupa 2.4 di spazio rigo (2 volte spacing-increment
)
di spazio orizzontale. Questo spazio è calcolato dal margine sinistro
del simbolo, dunque le note più brevi sono generalmente seguite da
un LTN di spazio.
Se si seguisse esattamente la procedura descritta, aggiungendo una sola biscroma (1/32) a un brano che usa solo crome e semicrome, la spaziatura orizzontale dell’intero brano sarebbe troppo larga. Infatti la nota più breve non è più una semicroma ma una biscroma, aggiungendo quindi 1 LTN a ogni nota. Per impedire ciò, la durata più breve per la spaziatura non deriva dalla nota più breve, bensì dalla nota che ricorre più frequentemente nel brano.
La durata più breve più comune viene individuata nel modo seguente. In ogni misura viene determinata la durata più breve e quella più frequente viene scelta come base per la spaziatura, con la condizione che tale durata debba essere sempre uguale o inferiore a una nota di un ottavo.
Tali durate possono anche essere personalizzate. Impostando
common-shortest-duration
in
SpacingSpanner, si
imposta la durata di base per la spaziatura. La durata massima per
essa (solitamente un ottavo), si imposta con base-shortest-duration
.
Note ancora più brevi della nota più breve più comune sono seguite da uno spazio proporzionale alla loro durata rispetto a essa. Dunque se aggiungessimo solo alcuni sedicesimi all’esempio precedente, sarebbero seguiti dalla metà di LTN:
\relative { c''2 c4. c8 | c4. c16[ c] c4. c8 | c8 c c4 c c }
Come è spiegato nel saggio Essay on automated music engraving, le
direzioni del gambo influenzano la spaziatura (vedi
Optical spacing) e
possono essere aggiustate usando la proprietà stem-spacing-correction
dell’oggetto
NoteSpacing (che sono generati per ogni
contesto
Voice.
L’oggetto StaffSpacing
(generato nel contesto
Staff)
contiene la stessa proprietà per regolare la spaziatura tra gambo e stanghetta.
L’esempio seguente mostra tutto questo: una volta con le impostazioni predefinite e una volta con un aggiustamento esagerato:
LilyPond supporta la notazione proporzionale, vedi Notazione proporzionale.
Vedi anche
Essay on automated music engraving: Spaziatura ottica.
Frammenti: Spacing.
Guida al funzionamento interno: SpacingSpanner, NoteSpacing, StaffSpacing, NonMusicalPaperColumn.
Problemi noti e avvertimenti
Non esiste un modo semplice per modificare manualmente la spaziatura. Per aggirare il problema si può inserire dell’ulteriore spazio in una partitura, regolando il valore di padding di quanto è necessario:
\override Score.NonMusicalPaperColumn.padding = #10
Non esiste alcun trucco per diminuire la quantità di spazio.
4.5.2 Nuova spaziatura nel corso di un brano
Nuove sezioni con parametri di spaziatura diversi possono essere iniziati
col comando \newSpacingSection
. Ciò può essere utile per sezioni
con nozioni diverse di note ‘lunghe’ e note ‘brevi’. Il comando
\newSpacingSection
crea un nuovo oggetto SpacingSpanner
in
quel momento musicale.
Nell’esempio seguente, il cambio di indicazione di tempo introduce una nuova sezione, e i sedicesimi hanno automaticamente una spaziatura un po’ più larga.
\relative c' { \time 2/4 c4 c8 c c8 c c4 c16[ c c8] c4 \newSpacingSection \time 4/16 c16[ c c8] }
Se gli aggiustamenti automatici della spaziatura non producono la
spaziatura richiesta, si possono applicare degli \override
manuali alle sue proprietà. Questi devono essere applicati nello
stesso momento musicale del comando \newSpacingSection
stesso e
avranno effetto sulla spaziatura di tutta la musica seguente finché
le proprietà non vengono cambiate in una nuova sezione. Per esempio:
\relative c' { \time 4/16 c16[ c c8] \newSpacingSection \override Score.SpacingSpanner.spacing-increment = #2 c16[ c c8] \newSpacingSection \revert Score.SpacingSpanner.spacing-increment c16[ c c8] }
Vedi anche
Frammenti: Spacing.
Guida al funzionamento interno: SpacingSpanner.
4.5.3 Modifica della spaziatura orizzontale
Allungamento uniforme dei gruppi irregolari | ||
Spaziatura rigorosa della nota |
La spaziatura orizzontale può essere modificata tramite la proprietà
base-shortest-duration
. Nel prossimo esempio confrontiamo
la stessa musica, prima senza cambiare la proprietà e poi cambiandola.
Valori più grandi di ly:make-moment
produrranno musica più densa.
Nota che ly:make-moment
constituisce una durata, dunque
1 4
è una durata più lunga di 1 16
.
\score { \relative { g'4 e e2 | f4 d d2 | c4 d e f | g4 g g2 | g4 e e2 | f4 d d2 | c4 e g g | c,1 | d4 d d d | d4 e f2 | e4 e e e | e4 f g2 | g4 e e2 | f4 d d2 | c4 e g g | c,1 | } }
\score { \relative { g'4 e e2 | f4 d d2 | c4 d e f | g4 g g2 | g4 e e2 | f4 d d2 | c4 e g g | c,1 | d4 d d d | d4 e f2 | e4 e e e | e4 f g2 | g4 e e2 | f4 d d2 | c4 e g g | c,1 | } \layout { \context { \Score \override SpacingSpanner.base-shortest-duration = #(ly:make-moment 1/16) } } }
Allungamento uniforme dei gruppi irregolari
L’impostazione predefinita prevede che la spaziatura nei gruppi irregolari
dipenda da vari fattori diversi dalla durata (come alterazioni, cambi di
chiave, etc). Per ignorare tali simboli e forzare la spaziatura perché
sia uniforme, usare Score.SpacingSpanner.uniform-stretching
. Questa
proprietà può essere modificata soltanto all’inizio di una partitura:
\score { << \new Staff \relative c' { \tuplet 5/4 { c8 c c c c } c8 c c c } \new Staff \relative c' { c8 c c c \tuplet 5/4 { c8 c c c c } } >> \layout { \context { \Score \override SpacingSpanner.uniform-stretching = ##t } } }
Spaziatura rigorosa della nota
Se si imposta strict-note-spacing
, la spaziatura tra le note non tiene
conto di chiavi, stanghette e abbellimenti:
\override Score.SpacingSpanner.strict-note-spacing = ##t \new Staff \relative { c''8[ c \clef alto c \grace { c16 c } c8 c c] c32[ c] }
Vedi anche
Frammenti: Spacing.
[ << Gestione dello spazio ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Modifica delle impostazioni predefinite >> ] |
[ < Spaziatura rigorosa della nota ] | [ Su : Spaziatura orizzontale ] | [ Notazione proporzionale > ] |
4.5.4 Larghezza della linea
Le impostazioni fondamentali che influenzano la spaziatura sono indent
e
line-width
, impostate nel blocco \layout
. Regolano l’indentazione
della prima linea musicale e la lunghezza delle linee.
Se ragged-right
è impostato su vero nel blocco \layout
, i sistemi
terminano alla loro naturale lunghezza orizzontale, invece di essere espansi
orizzontalmente per riempire tutta la linea. Ciò è utile in caso di brevi
frammenti e per verificare quanto è compatta la spaziatura naturale. L’impostazione
predefinita è solitamente falso, ma se la partitura ha un solo sistema il
valore predefinito è vero.
L’opzione ragged-last
è simile a ragged-right
, ma ha effetto
soltanto sull’ultima linea del brano. Nessune restrizioni vengono poste su
quella linea. Il risultato è simile alla formattazione dei paragrafi di testo.
In un paragrafo l’ultima linea occupa la sua naturale lunghezza orizzontale.
\layout { indent = #0 line-width = #150 ragged-last = ##t }
Vedi anche
Frammenti: Spacing.
4.5.5 Notazione proporzionale
LilyPond supporta la notazione proporzionale, un tipo di spaziatura orizzontale in cui ogni nota occupa una quantità di spazio orizzontale esattamente equivalente alla sua durata musicale. Questo tipo di spaziatura proporzionale può essere paragonata alla spaziatura orizzontale su carta quadrettata. Alcune partiture della fine del ventesimo secolo e dell’inizio del ventunesimo usano la notazione proporzionale per chiarire relazioni ritmiche complesse o per agevolare il posizionamento della linea del tempo o di altri elementi grafici direttamente nella partitura.
LilyPond supporta cinque diverse impostazioni per la notazione proporzionale, che possono essere usate insieme o da sole:
-
proportionalNotationDuration
-
uniform-stretching
-
strict-note-spacing
-
\remove Separating_line_group_engraver
-
\override PaperColumn.used = ##t
Nell’esempio seguente analizziamo queste cinque diverse impostazioni di notazione proporzionale e valutiamo come esse interagiscono tra loro.
Iniziamo con l’esempio seguente di una misura, che usa la spaziatura classica con la giustificazione del rigo disattivata.
\score { << \new RhythmicStaff { c2 16 16 16 16 \tuplet 5/4 { 16 16 16 16 16 } } >> }
La minima all’inizio della misura occupa uno spazio molto inferiore alla metà dello spazio orizzontale della misura. Ugualmente, i sedicesimi e le quintine di sedicesimi alla fine della battuta insieme occupano molto più spazio della metà dello spazio orizzontale della misura.
Nell’incisione tipografica classica, questa spaziatura è solitamente proprio ciò che si desidera, perché è possibile prendere in prestito dello spazio orizzontale dalla minima e economizzare lo spazio orizzontale complessivo della misura.
D’altra parte, se vogliamo inserire una linea del tempo con tacche o altri elementi grafici sopra o sotto la partitura, abbiamo bisogno della notazione proporzionale. Per attivarla si usa l’impostazione proportionalNotationDuration.
\score { << \new RhythmicStaff { c2 16 16 16 16 \tuplet 5/4 { 16 16 16 16 16 } } >> \layout { \context { \Score proportionalNotationDuration = #(ly:make-moment 1/20) } } }
La minima all’inizio della misura e le note più veloci nella seconda metà della misura ora occupano la stessa quantità di spazio orizzontale. Potremmo inserire una linea del tempo con tacche o un’immagine grafica sopra o sotto questo esempio.
L’impostazione proportionalNotationDuration
è un’impostazione di
contesto che si trova in Score
. Ricordiamo che le impostazioni di
contesto possono apparire in tre luoghi del file di input: in un blocco
\with
, in un blocco \context
o direttamente in mezzo alle
note preceduta dal comando \set
. Come per tutte le impostazioni di
contesto, l’utente può scegliere in quale di questi tre luoghi impostare
proportionalNotationDuration
.
L’impostazione proportionalNotationDuration
prende un solo argomento,
che è la durata di riferimento in base alla quale tutta la musica verrà
spaziata. La funzione Scheme di LilyPond make-moment
prende due
argomenti: un numeratore e un denominatore che insieme esprimono una qualche
frazione di una nota intera. La funzione di chiamata (ly:make-moment 1/20)
produce quindi una durata di riferimento di un ventesimo di nota. Sono ammessi
anche valori come (ly:make-moment 1/16)
, (ly:make-moment 1/8)
e
(ly:make-moment 3/97)
.
Come scegliamo la durata di riferimento corretta da passare a
proportionalNotationDuration
? Solitamente attraverso un processo di
prova e errore, iniziando con una durata vicina alla più veloce (o piccola)
durata del brano. Durate di riferimento più piccole determinano una spaziatura
della musica più larga; quelle più grandi causano una spaziatura più stretta.
\score { << \new RhythmicStaff { c2 16 16 16 16 \tuplet 5/4 { 16 16 16 16 16 } } >> \layout { \context { \Score proportionalNotationDuration = #(ly:make-moment 1/8) } } } \score { << \new RhythmicStaff { c2 16 16 16 16 \tuplet 5/4 { 16 16 16 16 16 } } >> \layout { \context { \Score proportionalNotationDuration = #(ly:make-moment 1/16) } } } \score { << \new RhythmicStaff { c2 16 16 16 16 \tuplet 5/4 { 16 16 16 16 16 } } >> \layout { \context { \Score proportionalNotationDuration = #(ly:make-moment 1/32) } } }
Nota che una durata di riferimento troppo grande – come la nota di un ottavo, sopra – determina una spaziatura della musica troppo stretta e può causare collisioni tra le teste di nota. Fare attenzione anche al fatto che la notazione proporzionale in generale occupa più spazio orizzontale della spaziatura classica. Insomma, la spaziatura proporzionale fornisce chiarezza ritmica al costo dello spazio orizzontale.
Ora vediamo come spaziare in modo ottimale i gruppi irregolari sovrapposti.
Iniziamo esaminando cosa succede al nostro esempio di partenza, con la spaziatura classica, quando aggiungiamo un secondo rigo con un diverso tipo di gruppo irregolare.
\score { << \new RhythmicStaff { c2 16 16 16 16 \tuplet 5/4 { 16 16 16 16 16 } } \new RhythmicStaff { \tuplet 9/8 { c8 8 8 8 8 8 8 8 8 } } >> }
La spaziatura è pessima perché le note del rigo inferiore spaziate a distanze
uguali non si allungano in modo uniforme. Le incisioni classiche contengono
pochissime terzine complesse e quindi le regole di incisione classica possono
generare questo tipo di risultato. Impostando proportionalNotationDuration
ciò viene corretto.
\score { << \new RhythmicStaff { c2 16 16 16 16 \tuplet 5/4 { 16 16 16 16 16 } } \new RhythmicStaff { \tuplet 9/8 { c8 8 8 8 8 8 8 8 8 } } >> \layout { \context { \Score proportionalNotationDuration = #(ly:make-moment 1/20) } } }
Ma se osserviamo con attenzione possiamo vedere che le note della seconda
metà della nonina hanno una spaziatura leggermente più larga delle note
della prima parte della nonina. Per assicurare un allungamento uniforme,
attiviamo uniform-stretching
, una proprietà di
SpacingSpanner
.
\score { << \new RhythmicStaff { c2 16 16 16 16 \tuplet 5/4 { 16 16 16 16 16 } } \new RhythmicStaff { \tuplet 9/8 { c8 8 8 8 8 8 8 8 8 } } >> \layout { \context { \Score proportionalNotationDuration = #(ly:make-moment 1/20) \override SpacingSpanner.uniform-stretching = ##t } } }
Il nostro esempio di due righi ora ha una spaziatura esatta, le relazioni ritmiche sono visivamente chiare e possiamo includere una linea del tempo con tacche o altro elemento grafico, se lo vogliamo.
Nota che la notazione proporzionale di LilyPond si aspetta che tutte le
partiture proporzionali impostino l’attributo ’uniform-stretching di
SpacingSpanner su ##t
. Impostare proportionalNotationDuration senza
impostare anche l’attributo ’uniform-stretching di SpacingSpanner su
##t
farà sì, per esempio, che le pause invisibili occupino una quantità
scorretta di spazio orizzontale.
SpacingSpanner è un grob astratto che si trova nel contesto Score.
Come per le impostazioni di proportionalNotationDuration, le modifiche
\override
a SpacingSpanner si possono trovare in uno dei tre diversi
punti del file di input – nel blocco \with del brano, nel blocco \context
del brano o direttamente in mezzo alle note.
Per impostazione predefinita, esiste un solo SpacingSpanner
per
Score
. Ciò significa che uniform-stretching
è attivato o
disattivato per l’intera partitura. Possiamo tuttavia modificare tale
comportamento e attivare diverse funzionalità di spaziatura in punti
diversi del brano. Per farlo si usa il comando \newSpacingSection
.
Maggiori informazioni in Nuova spaziatura nel corso di un brano.
Ora esaminiamo gli effetti dell’incisore Separating_line_group_engraver
e
vediamo perché le partiture proporzionali solitamente tolgano questo incisore.
L’esempio seguente mostra che c’è un piccolo spazio “introduttivo” proprio
prima della prima nota di ogni sistema.
\paper { indent = #0 } \new Staff { c'1 \break c'1 }
L’ampiezza di questo spazio introduttivo è la stessa sia dopo un’indicazione di
tempo che dopo un’armatura di chiave o una chiave.
È l’incisore Separating_line_group_engraver
a causare questo spazio.
Togliendolo lo spazio diventa zero.
\paper { indent = #0 } \new Staff \with { \remove Separating_line_group_engraver } { c'1 \break c'1 }
Nella notazione proporzionale gli elementi non musicali come le indicazioni di tempo, le armature di chiave, le chiavi e le alterazioni sono problematiche. Nessuna di queste infatti ha una durata ritmica, ma tutte occupano spazio orizzontale. Questi problemi sono affrontati diversamente dalle varie partiture proporzionali.
È possibile evitare i problemi di spaziatura dovuti alle armature di chiave semplicemente omettendole. Questa è un’opzione valida dato che la maggior parte delle partiture proporzionali sono di musica contemporanea. Lo stesso potrebbe valere per le indicazioni di tempo, specialmente per quelle partiture che includono una linea del tempo o altri elementi grafici. Ma queste partiture sono un’eccezione e la maggior parte delle partiture proporzionali hanno almeno qualche indicazione di tempo. Le chiavi e le alterazioni sono ancora più fondamentali.
Dunque quali strategie adottare per spaziare elementi non musicali nel contesto
di musica proporzionale? Una valida opzione è la proprietà strict-note-spacing
di SpacingSpanner
. Confrontiamo i seguenti due righi:
\new Staff { \set Score.proportionalNotationDuration = #(ly:make-moment 1/16) c''8 8 8 \clef alto d'2 2 } \new Staff { \set Score.proportionalNotationDuration = #(ly:make-moment 1/16) \override Score.SpacingSpanner.strict-note-spacing = ##t c''8 8 8 \clef alto d'2 2 }
Entrambi sono proporzionali, ma la spaziatura del primo è troppo larga a causa del cambio di chiave. La spaziatura del secondo resta invece stretta, perché è attivato strict-note-spacing. Attivando strict-note-spacing, la larghezza di indicazioni di tempo, armature di chiave, chiavi e alterazioni non ha alcun ruolo nell’algoritmo di spaziatura.
Oltre alle impostazioni che abbiamo visto, ce ne sono altre che appaiono frequentemente nelle partiture proporzionali, tra cui:
-
\override SpacingSpanner.strict-grace-spacing = ##t
-
\set tupletFullLength = ##t
-
\override Beam.breakable = ##t
-
\override Glissando.breakable = ##t
-
\override TextSpanner.breakable = ##t
-
\remove Forbid_line_break_engraver nel contesto Voice
Queste impostazioni spaziano in modo conciso gli abbellimenti, estendono le parentesi dei gruppi irregolari per contrassegnare i punti di inizio e di fine del ritmo, e permettono agli elementi che si estendono orizzontalmente di andare oltre i sistemi e le pagine. Consultare le sezioni del manuale per queste impostazioni.
Vedi anche
Guida alla notazione: Nuova spaziatura nel corso di un brano.
Frammenti: Spacing.
[ << Gestione dello spazio ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Modifica delle impostazioni predefinite >> ] |
[ < Notazione proporzionale ] | [ Su : Gestione dello spazio ] | [ Visualizzare la spaziatura > ] |
4.6 Riduzione del numero di pagine di una partitura
Talvolta può capitare di avere uno o due righi su una seconda (o terza, o quarta…) pagina. Ciò è fastidioso, specialmente se c’è molto spazio nelle pagine precedenti.
Quando si studiano i problemi di formattazione, uno strumento irrinunciabile
è annotate-spacing
, un comando che mostra i valori delle diverse
variabili di spaziatura. Maggiori dettagli nella prossima sezione,
Visualizzare la spaziatura.
4.6.1 Visualizzare la spaziatura | ||
4.6.2 Modificare la spaziatura |
4.6.1 Visualizzare la spaziatura
Per visualizzare graficamente le dimensioni delle varibili della formattazione
verticale che possono essere modificate per formattare la pagina, impostare
annotate-spacing
nel blocco \paper
:
\book { \score { { c4 } } \paper { annotate-spacing = ##t } }
Tutte le dimensioni della formattazione sono visualizzate in spazi rigo,
indipendentemente dalle unità di misura specificate nei blocchi
\paper
o \layout
. Nell’esempio qui sopra, l’altezza
del foglio (paper-height
) ha un valore di 59.75 spazi
rigo (staff-space
), e la dimensione del rigo (staff-size
) è
pari a 20 punti (il valore predefinito). Nota che:
1 punto | = (25.4/72.27) mm |
1 staff-space | = (staff-size )/4 pts |
= (staff-size )/4 * (25.4/72.27) mm |
In questo caso, uno staff-space
è uguale all’incirca a
1.757mm. Dunque i 59.75 staff-space
di paper-height
corrispondono a 105 millimetri, pari all’altezza del formato a6
in orientamento orizzontale. Le coppie (a,b) sono
intervalli, dove a è l’estremo inferiore e b l’estremo
superiore dell’intervallo.
Vedi anche
Guida alla notazione: Impostare la dimensione del rigo.
Frammenti: Spacing.
4.6.2 Modificare la spaziatura
L’output di annotate-spacing
svela le dimensioni verticali molto
dettagliatamente. Maggiori informazioni su come modificare i margini e
altre variabili di formattazione si trovano in Formattazione della pagina.
Oltre ai margini, ci sono altre opzioni utili per salvare spazio:
-
Forzare i sistemi perché si avvicinino il più possibile (per far
entrare più sistemi possibile in una pagina) mentre sono spaziati in
modo da non lasciare spazio bianco in fondo alla pagina.
\paper { system-system-spacing = #'((basic-distance . 0.1) (padding . 0)) ragged-last-bottom = ##f ragged-bottom = ##f }
-
Forzare il numero dei sistemi. Ciò può essere utile in due modi. Il
semplice impostare un valore, persino lo stesso valore del numero di
sistemi disposti senza modificare la variabile, può far sì che più
sistemi riescano a entrare in ogni pagina, perché viene saltato il
passaggio di valutazione, dando un valore più adatto per ogni pagina.
Inoltre, forzare davvero una riduzione nel numero di sistemi può far
risparmiare un’ulteriore pagina. Per esempio, se la formattazione
predefinita ha 11 sistemi, la seguente impostazione forzerà la
formattazione con 10 sistemi.
\paper { system-count = #10 }
-
Forzare il numero delle pagine. Per esempio, la seguente impostazione
forzerà la formattazione in due pagine.
\paper { page-count = #2 }
-
Evitare (o ridurre) gli oggetti che aumentano la dimensione verticale di
un sistema. Per esempio, le parentesi delle volte per i finali alternativi
richiedono ulteriore spazio. Se questi finali si estendono per due sistemi,
occupano più spazio che se fossero sullo stesso sistema. Altro esempio: le
dinamiche che “spuntano fuori” da un sistema possono essere avvicinate al
rigo:
\relative e' { e4 c g\f c e4 c g-\tweak X-offset #-2.7 \f c }
-
Modificare la spaziatura orizzontale tramite
SpacingSpanner
. Maggiori informazioni in Modifica della spaziatura orizzontale. L’esempio seguente mostra la spaziatura predefinita:\score { \relative { g'4 e e2 | f4 d d2 | c4 d e f | g4 g g2 | g4 e e2 | } }
L’esempio successivo modifica
common-shortest-duration
da un valore di1/4
a uno di1/2
. La nota di un quarto è la durata più comune e più breve in questo esempio, dunque rendendola più lunga si verifica un effetto “compressione”:\score { \relative { g'4 e e2 | f4 d d2 | c4 d e f | g4 g g2 | g4 e e2 | } \layout { \context { \Score \override SpacingSpanner.common-shortest-duration = #(ly:make-moment 1/2) } } }
La proprietà
common-shortest-duration
non può essere modificata in modo dinamico, quindi deve essere sempre posta in un blocco\context
così che sia applicata all’intera partitura.
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione della pagina, Modifica della spaziatura orizzontale.
Frammenti: Spacing.
[ << Gestione dello spazio ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Tabelle del manuale della notazione >> ] |
[ < Modificare la spaziatura ] | [ Su : Top ] | [ Contesti di interpretazione > ] |
5. Modifica delle impostazioni predefinite
LilyPond è progettato per fornire la migliore qualità grafica mantenendo le impostazioni predefinite. Tuttavia può capitare che sia necessario modificare la sua formattazione predefinita. La formattazione è regolata da un gran numero di “pulsanti e interruttori” chiamati ‘proprietà’. Prima di proseguire si consiglia di leggere una guida introduttiva su come accedere a queste proprietà e modificarle: vedi Modifica dell'output, nel Manuale di apprendimento. Questo capitolo tratta lo stesso argomento, ma in uno stile più adatto a un manuale.
La descrizione completa delle proprietà che si possono ritoccare si trova in un documento separato: la Guida al funzionamento interno. Questo manuale elenca tutte le variabili, le funzioni e le opzioni disponibili in LilyPond. Viene fornito come un documento HTML, disponibile on-line, ed è anche incluso nel pacchetto della documentazione di LilyPond.
Internamente, LilyPond usa il linguaggio Scheme (un dialetto di LISP) per
fornire l’infrastruttura. Modificare le decisioni di formattazione prevede
in effetti l’accesso alle funzioni interne del programma, cosa che
richiede l’input Scheme. In un file ‘.ly’ gli elementi Scheme
sono introdotti col segno
cancelletto #
.1
5.1 Contesti di interpretazione | ||
5.2 Come funziona la Guida al funzionamento interno | ||
5.3 Modifica delle proprietà | ||
5.4 Proprietà e concetti utili | ||
5.5 Ritocchi avanzati | ||
5.6 Uso delle funzioni musicali |
5.1 Contesti di interpretazione
Questa sezione spiega cosa sono i contesti e come modificarli.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Contesti e incisori.
File installati: ‘ly/engraver-init.ly’, ‘ly/performer-init.ly’.
Frammenti: Contexts and engravers.
Guida al funzionamento interno: Contexts, Engravers and Performers.
5.1.1 Tutto sui contesti
I contesti sono organizzati in modo gerarchico:
Definizioni di output – gerarchia dei contesti
Questa sezione spiega la rilevanza delle definizioni di output quando si lavora coi contesti. Esempi di vere definizioni di output sono illustrati dopo (vedi Modifica di tutti i contesti dello stesso tipo).
Sebbene la musica scritta in un file possa riferirsi a un certo tipo o
nome di un contesto, i contesti vengono creati soltanto quando la musica
viene interpretata. LilyPond interpreta la musica in base a una
“definizione di output” e lo fa per le varie definizioni di output,
producendo un output diverso per ciascuna. La definizione di output che
crea l’output grafico si specifica con \layout
.
Una definizione di output molto più semplice, usata per produrre l’output
Midi, si specifica con \midi
. Molte altre definizioni di output
sono usate da LilyPond internamente, come quando si usa la combinazione
automatica delle parti (Combinazione automatica delle parti) o si creano citazioni
musicali (Citare altre voci).
Le definizioni di output definiscono la relazione tra i contesti e le loro
rispettive impostazioni predefinite. Sebbene la maggior parte dei cambiamenti
venga fatta solitamente in un blocco \layout
, le impostazioni relative
al Midi avranno effetto solo se inserite in un blocco \midi
.
Alcune impostazioni interessano vari tipi di output: per esempio, se
autoBeaming
è disattivato in qualche contesto, le travature contano
come melismi al fine di abbinare musica e testo vocale, come descritto
in Durate automatiche delle sillabe. Questo abbinamento viene fatto
sia per l’output grafico che per il Midi. Se le modifiche fatte a
autoBeaming
in una definizione di contesto di un blocco \layout
non sono ripetute nel corrispondente blocco \midi
, il testo e la
musica andranno fuori sincrono nel Midi.
Vedi anche
File installati: ‘ly/engraver-init.ly’. ‘ly/performer-init.ly’.
Score – il padre di tutti i contesti
Questo è il contesto del livello superiore. Nessun altro contesto può contenere un contesto Score. Per impostazione predefinita, il contesto Score gestisce l’amministrazione delle indicazioni di tempo e garantisce che elementi come le chiavi, le indicazioni di tempo e le armature di chiave siano allineate da rigo a rigo.
Un contesto Score viene istanziato implicitamente quando viene elaborato
un blocco \score {…}
.
Contesti del livello superiore – contenitori di righi
StaffGroup
Raggruppa i righi e aggiunge una parentesi quadra sul lato sinistro, che
raggruppa insieme i righi. Le stanghette dei righi in esso contenuti sono
connessi verticalmente. StaffGroup
è semplicemente un insieme di righi,
con una parentesi quadra all’inizio e le stanghette che li attraversano.
ChoirStaff
Identico a StaffGroup
eccetto che le stanghette dei righi in esso
contenuti non sono connesse verticalmente.
GrandStaff
Un gruppo di righi, con una parentesi graffa sul lato sinistro, che raggruppa insieme i righi. Le stanghette dei righi in esso contenuti sono connessi verticalmente.
PianoStaff
Identico a GrandStaff
, ma con il supporto ai nomi degli strumenti a
sinistra di ogni sistema.
Contesti del livello intermedio – righi
Staff
Gestisce chiavi, stanghette, armature di chiave, alterazioni. Può contenere
contesti Voice
.
RhythmicStaff
Come Staff
ma per le ritmiche. Le altezze vengono ignorate e le
note appaiono su una linea. L’output MIDI conserva le altezze inalterate.
TabStaff
Contesto per generare l’intavolatura (o tablatura). La forma predefinita è quella dell’intavolatura per chitarra, con sei linee.
DrumStaff
Contesto per gli strumenti percussivi. Può contenere DrumVoice
.
VaticanaStaff
Identico a Staff
, a parte il fatto che è progettato per rappresentare
un brano in stile gregoriano.
MensuralStaff
Identico a Staff
, a parte il fatto che è progettato per rappresentare
un brano in stile mensurale.
Contesti del livello inferiore – voci
I contesti al livello della voce inizializzano alcune proprietà e avviano
gli incisori adatti. Un contesto del livello inferiore è privo di
defaultchild
. Sebbene sia possibile far sì che accetti/contenga
sottocontesti, questi possono essere creati e inseriti solo esplicitamente.
Voice
Corrisponde a una voce di un rigo. Questo contesto gestisce la conversione di segni di dinamica, gambi, travature, apici e pedici, legature di portamento e di valore e pause. Deve essere istanziata esplicitamente se si hanno molteplici voci nello stesso rigo.
VaticanaVoice
Identico a Voice
, a parte il fatto che è progettato per rappresentare
un brano in stile gregoriano.
MensuralVoice
Identico a Voice
, con delle modifiche per rappresentare un brano in
stile mensurale.
Lyrics
Corrisponde a una voce con testo vocale. Gestisce la stampa di una singola linea di testo vocale.
DrumVoice
Il contesto della voce usato in un rigo per percussioni.
FiguredBass
Il contesto in cui sono creati gli oggetti BassFigure
a partire
dall’input inserito in modalità \figuremode
.
TabVoice
Il contesto della voce usato all’interno di un contesto TabStaff
.
Solitamente omesso così che sia creato implicitamente.
CueVoice
Un contesto della voce usato per rappresentare note a dimensione ridotta, inteso soprattutto per aggiungere citazioni in corpo più piccolo a un rigo, vedi Formattazione delle notine. Solitamente omesso così che sia creato implicitamente.
ChordNames
Crea e dispone i nomi degli accordi.
5.1.2 Creazione e citazione di un contesto
LilyPond crea i contesti del livello inferiore automaticamente se incontra
un’espressione musicale prima di un contesto adatto, ma questo approccio
di solito funziona soltanto per partiture semplici o frammenti musicali
simili a quelli della documentazione. Per partiture più complesse si
consiglia di specificare tutti i contesti esplicitamente coi comandi
\new
o \context
. La sintassi di questi due comandi è
molto simile:
[\new | \context] Contesto [ = nome] [espressione-musicale]
dove si può usare \new
o \context
.
Contesto è il tipo di contesto che deve essere creato,
nome è un nome opzionale da assegnare al contesto che si
sta creando e espressione-musicale è una singola espressione
musicale che deve essere interpretata dagli incisori e dai performer
in questo contesto.
Il prefisso \new
senza un nome viene usato comunemente per creare
partiture con molti righi:
<< \new Staff \relative { % lascia che il contesto Voice sia creato implicitamente c''4 c } \new Staff \relative { d''4 d } >>
e per mettere varie voci in un rigo:
\new Staff << \new Voice \relative { \voiceOne c''8 c c4 c c } \new Voice \relative { \voiceTwo g'4 g g g } >>
\new
deve essere sempre usato per specificare contesti senza nome.
La differenza tra \new
e \context
sta nell’azione
presa:
-
\new
con o senza un nome creerà sempre un contesto del tutto nuovo e distinto, anche se ne esiste già uno con lo stesso nome:\new Staff << \new Voice = "A" \relative { \voiceOne c''8 c c4 c c } \new Voice = "A" \relative { \voiceTwo g'4 g g g } >>
-
\context
seguito da un nome creerà un contesto distinto solo se non esiste già un contesto dello stesso tipo con lo stesso nome nella stessa gerarchia di contesto. Altrimenti sarà preso come riferimento per quel contesto precedentemente creato, e la sua espressione musicale verrà passata a quel contesto per la sua interpretazione.I contesti con nome possono essere utili in casi particolari come il testo vocale o il basso continuo, come è spiegato in Lavorare con testo e variabili e Modelli per gruppi vocali per il primo e in Visualizzazione del basso continuo per il secondo.
In generale, una possibile applicazione dei contesti con nome è la separazione di formattazione della partitura e contenuto musicale. Le seguenti due forme sono entrambe valide:
\score { << % formattazione della partitura \new Staff << \new Voice = "one" { \voiceOne } \new Voice = "two" { \voiceTwo } >> % contenuto musicale \context Voice = "one" { \relative { c''4 c c c } } \context Voice = "two" { \relative { g'8 g g4 g g } } >> }
\score { << % formattazione della partitura \new Staff << \context Voice = "one" { \voiceOne } \context Voice = "two" { \voiceTwo } >> % contenuto musicale \context Voice = "one" { \relative { c''4 c c c } } \context Voice = "two" { \relative { g'8 g g4 g g } } >> }
Altrimenti si possono usare le variabili per ottenere un risultato simile. Vedi Organizzare i brani con le variabili.
-
\context
senza nome corrisponderà al primo di qualsiasi contesto precedentemente creato dello stesso tipo nella stessa gerarchia di contesto, anche uno a cui è stato assegnato un nome, e la sua espressione musicale sarà passata a quel contesto per la sua interpretazione. Questa forma è raramente utile. Tuttavia, si usa\context
senza nome e senza espressione musicale per impostare il contesto in cui una procedura Scheme specificata con\applyContext
viene eseguita:\new Staff \relative { c'1 \context Timing \applyContext #(lambda (ctx) (newline) (display (ly:context-current-moment ctx))) c1 }
Un contesto deve essere nominato se deve essere citato successivamente, per esempio quando il testo vocale è associato alla musica:
\new Voice = "tenore" musica … \new Lyrics \lyricsto "tenore" testo
Maggiori informazioni sull’associazione del testo vocale alla musica in Durate automatiche delle sillabe.
Le proprietà di tutti i contesti di un certo tipo possono essere modificate
in un blocco \layout
(con una sintassi diversa), vedi
Modifica di tutti i contesti dello stesso tipo. Questo costrutto fornisce anche
un mezzo per mantenere le istruzioni di formattazione separate dal contenuto
musicale. Se occorre modificare un solo contesto, bisogna usare un blocco
\with
, vedi Modifica di un solo contesto specifico.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Organizzare i brani con le variabili.
Guida alla notazione: Modifica di un solo contesto specifico, Durate automatiche delle sillabe.
5.1.3 Conservazione di un contesto
I contesti vengono solitamente terminati nel primo momento musicale in
cui non hanno niente da fare. Quindi i contesti Voice
muoiono
appena non contengono eventi; i contesti Staff
muoiono appena
tutti i contesti Voice
al loro interno non contengono eventi; etc.
Ciò può causare difficoltà se contesti precedenti, che sono stati
terminati, devono essere richiamati; per esempio, quando si cambia
il rigo col comando \change
, quando si associa il testo a una
voce col comando \lyricsto
o quando si aggiungono ulteriori eventi
musicali a un contesto precedente.
C’è un’eccezione a questa regola generale: all’interno di un costrutto
{…}
(musica sequenziale), la nozione di «contesto corrente»
scenderà di livello ogni volta che un elemento della sequenza termina in un
sottocontesto del precedente contesto corrente. Ciò evita la falsa creazione di
contesti impliciti in varie situazioni, ma significa che il primo contesto in
cui si scende verrà conservato fino alla fine dell’espressione.
Al contrario, i contesti di un construtto <<…>>
(musica simultanea)
non sono portati avanti, dunque racchiudendo un comando di creazione di contesto
in un’ulteriore coppia di <<…>>
impedirà che il contesto persista
in tutta la sequenza {…}
.
Un contesto può essere tenuto attivo assicurandosi che abbia qualcosa
da fare in ogni momento musicale. I contesti Staff
sono tenuti
attivi assicurandosi che una delle loro voci sia conservata. Un modo per
farlo consiste nell’aggiungere pause spaziatrici a una voce in parallelo
con la musica vera. Queste devono essere aggiunte a ogni contesto
Voice
da tenere attivo. Se si usano sporadicamente varie voci,
è più sicuro tenerle attive invece di tentare di affidarsi alle eccezioni
menzionate sopra.
Nell’esempio seguente, sia la voce A che la voce B sono mantenute attive in questo modo per la durata del brano:
musicA = \relative { d''4 d d d } musicB = \relative { g'4 g g g } keepVoicesAlive = { << \new Voice = "A" { s1*5 } % Tiene la voce "A" attiva per 5 battute \new Voice = "B" { s1*5 } % Tiene la voce "B" attiva per 5 battute >> } music = { \context Voice = "A" { \voiceOneStyle \musicA } \context Voice = "B" { \voiceTwoStyle \musicB } \context Voice = "A" { \musicA } \context Voice = "B" { \musicB } \context Voice = "A" { \musicA } } \score { \new Staff << \keepVoicesAlive \music >> }
L’esempio seguente mostra come scrivere una linea melodica sporadica con testo vocale usando questo approccio. Ovviamente, in una situazione reale la melodia e l’accompagnamento consisterebbero di varie e diverse sezioni.
melodia = \relative { a'4 a a a } accompagnamento = \relative { d'4 d d d } parole = \lyricmode { Queste parole seguo -- no la mel -- o -- dia } \score { << \new Staff = "musica" { << \new Voice = "melodia" { \voiceOne s1*4 % Tiene la voce "melodia" attiva per 4 battute } { \new Voice = "accompagnamento" { \voiceTwo \accompagnamento } << \context Voice = "melodia" { \melodia } \context Voice = "accompagnamento" { \accompagnamento } >> \context Voice = "accompagnamento" { \accompagnamento } << \context Voice = "melodia" { \melodia } \context Voice = "accompagnamento" { \accompagnamento } >> } >> } \new Lyrics \with { alignAboveContext = "musica" } \lyricsto "melodia" { \parole } >> }
Un modo alternativo, migliore in molte circostanze, è quello di mantenere la linea melodica attiva semplicemente includendo le note spaziatrici in modo che si allineino correttamente con l’accompagnamento:
melodia = \relative { s1 % salta una battuta a'4 a a a s1 % salta una battuta a4 a a a } accompagnamento = \relative { d'4 d d d d4 d d d d4 d d d d4 d d d } parole = \lyricmode { Queste parole seguo -- no la mel -- o -- dia } \score { << \new Staff = "musica" { << \new Voice = "melodia" { \voiceOne \melodia } \new Voice = "accompagnamento" { \voiceTwo \accompagnamento } >> } \new Lyrics \with { alignAboveContext = "musica" } \lyricsto "melodia" { \parole } >> }
5.1.4 Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto
I contesti della notazione (come Score
e Staff
) non contengono
solo le proprietà, ma anche dei componenti aggiuntivi chiamati “engraver”
(incisori) che creano gli elementi della notazione. Per esempio, il contesto
Voice
contiene l’incisore Note_heads_engraver
e il contesto
Staff
contiene l’incisore Key_engraver
.
Una descrizione completa di ogni componente aggiuntivo si trova in Engravers and Performers. Ogni contesto descritto in Contexts elenca gli incisori usati per quel contesto.
Può essere utile sperimentare questi componenti aggiuntivi. Per farlo si
avvia un nuovo contesto con \new
o \context
e si modifica:
\new contesto \with { \consists … \consists … \remove … \remove … etc. } { …musica… }
dove ogni … deve essere sostituito dal nome di un incisore. Il comando
\remove
toglie l’incisore, mentre \consists
lo mantiene.
Ecco un semplice esempio che toglie l’incisore dell’indicazione di tempo
(Time_signature_engraver
) e quello della chiave (Clef_engraver
)
da un contesto Staff
:
<< \new Staff \relative { f'2 g } \new Staff \with { \remove Time_signature_engraver \remove Clef_engraver } \relative { f'2 g2 } >>
Nel secondo rigo non ci sono indicazioni di tempo né simboli della chiave. Questo è un metodo piuttosto grezzo per far scomparire gli oggetti, dato che ha effetto sull’intero rigo. Questo metodo influenza anche la spaziatura, cosa che potrebbe non essere desiderabile. Metodi più sofisticati per nascondere gli oggetti sono mostrati in Visibilità e colore degli oggetti.
L’esempio successivo mostra un’applicazione pratica. Le stanghette e le
indicazioni di tempo sono normalmente sincronizzate al livello dell’intera
partitura. Ciò viene fatto da Timing_translator
e
Default_bar_line_engraver
. Questo componente aggiuntivo gestisce
le indicazioni di tempo, il posizionamento nella misura, etc. Spostando
questi incisori dal contesto Score
al contesto Staff
, possiamo
ottenere una partitura in cui ogni rigo ha la sua indicazione di tempo.
\score { << \new Staff \with { \consists Timing_translator } \relative { \time 3/4 c''4 c c c c c } \new Staff \with { \consists Timing_translator } \relative { \time 2/4 c''4 c c c c c } >> \layout { \context { \Score \remove Timing_translator } } }
Problemi noti e avvertimenti
L’ordine in cui vengono specificati gli incisori è l’ordine in cui vengono richiamati per compiere la loro elaborazione. Di solito l’ordine in cui gli incisori sono specificati non conta, ma in pochi casi speciali l’ordine è importante, per esempio quando un incisore scrive una proprietà e un altro la legge o quando un incisore crea un grob e un altro lo deve elaborare.
I seguenti ordini sono importanti:
-
l’incisore
Bar_engraver
deve essere primo di solito, -
l’incisore
New_fingering_engraver
deve precedere l’incisoreScript_column_engraver
, -
Timing_translator
deve precedere l’incisoreBar_number_engraver
.
Vedi anche
File installati: ‘ly/engraver-init.ly’.
5.1.5 Modifica delle impostazioni predefinite di un contesto
Le proprietà dei contesti e dei grob possono essere modificate con i comandi
\set
e \override
, come è spiegato in
Modifica delle proprietà. Questi comandi creano eventi musicali,
rendendo effettivi i cambiamenti nel momento temporale in cui è
elaborata la musica.
Questa sezione spiega invece come cambiare i valori predefiniti delle proprietà dei contesti e dei grob nel momento in cui viene creato il contesto. Esistono due modi per farlo. Uno modifica i valori predefiniti in tutti i contesti di un certo tipo, l’altro modifica i valori predefiniti soltanto in una certa istanza di un contesto.
Modifica di tutti i contesti dello stesso tipo | ||
Modifica di un solo contesto specifico | ||
Ordine di precedenza |
Modifica di tutti i contesti dello stesso tipo
Le impostazioni di contesto predefinite da usare per l’output grafico nei
contesti Score
, Staff
, Voice
e in altri contesti possono
essere specificate in un blocco \context
compreso in un qualsiasi
blocco \layout
.
Le impostazioni per l’output Midi invece devono essere specificate separatamente
in blocchi \midi
(vedi Definizioni di output – gerarchia dei contesti).
Il blocco \layout
deve trovarsi all’interno del blocco \score
al quale si vuole applicare, dopo la musica.
\layout { \context { \Voice [impostazioni di contesto per tutti i contesti Voice] } \context { \Staff [impostazioni di contesto per tutti i contesti Staff] } }
Si possono specificare i seguenti tipi di impostazioni:
-
Un comando
\override
, ma col nome del contesto omesso\score { \relative { a'4^"Gambi più spessi" a a a a4 a a\ff a } \layout { \context { \Staff \override Stem.thickness = #4.0 } } }
-
Impostando direttamente una proprietà di contesto
\score { \relative { a'4^"Tipo di carattere più piccolo" a a a a4 a a\ff a } \layout { \context { \Staff fontSize = #-4 } } }
-
Un comando predefinito come
\dynamicUp
o un’espressione musicale come\accidentalStyle dodecaphonic
\score { \relative { a'4^"Dinamiche sopra" a a a a4 a a\ff a } \layout { \context { \Voice \dynamicUp } \context { \Staff \accidentalStyle dodecaphonic } } }
-
Una variabile definita dall’utente contenente un blocco
\with
; il blocco\with
è spiegato approfonditamente in Modifica di un solo contesto specifico.StaffDefaults = \with { fontSize = #-4 } \score { \new Staff { \relative { a'4^"Tipo di carattere più piccolo" a a a a4 a a a } } \layout { \context { \Staff \StaffDefaults } } }
I comandi che impostano una proprietà possono essere posti in un blocco
\layout
senza doverli racchiudere in un blocco \context
. Così
facendo si ottiene lo stesso risultato che si otterrebbe se si includessero
gli stessi comandi all’inizio di ogni contesto del tipo specificato. Se non
è specificato alcun contesto, avranno effetto su qualsiasi contesto
di basso livello (see Contesti del livello inferiore – voci). La sintassi
di un comando di impostazione della proprietà in un blocco \layout
è
identico a quello che si userebbe in mezzo alle note.
\score { \new Staff { \relative { a'4^"Tipo di carattere più piccolo" a a a a4 a a a } } \layout { \accidentalStyle dodecaphonic \set fontSize = #-4 \override Voice.Stem.thickness = #4.0 } }
Modifica di un solo contesto specifico
Le proprietà di contesto di una sola istanza di un contesto specifico possono
essere cambiate in un blocco \with
. Tutte le altre istanze di contesto
dello stesso tipo manterranno le impostazioni predefinite di LilyPond e saranno
modificate da qualsiasi blocco \layout
che le riguarda. Il blocco
\with
deve essere posto subito dopo il
comando \new
tipo-contesto:
\new Staff \with { [impostazioni di contesto per questa istanza di contesto soltanto] } { … }
Altrimenti, se la musica viene inserita usando la forma breve dei comandi
che specificano la modalità di inserimento, per esempio \chords
invece di
\chordmode
, il comando \with
deve essere posto subito dopo il
comando che specifica la modalità:
\chords \with { [impostazioni di contesto per questo contesto (implicito) soltanto] } { … }
perché è il contesto implicito creato da queste forme brevi che deve essere
modificato. Vale la stessa considerazione per le altre forme brevi che
indicano la modalità di inserimento (\drums
, \figures
), vedi
Modalità di inserimento.
Le ‘modifiche di contesto’, essendo specificate in blocchi \with
che
si trovano all’interno della musica, avranno effetto su tutti gli
output (quello grafico e il Midi), diversamente da quanto avviene per
le modifiche inserite in una definizione di output.
Si possono specificare i seguenti tipi di impostazioni:
-
Un comando
\override
, ma col nome di contesto omesso\score { \new Staff { \new Voice \with { \override Stem.thickness = #4.0 } { \relative { a'4^"Gambi spessi" a a a a4 a a a } } } }
-
Impostando direttamente una proprietà di contesto
\score { << \new Staff { \relative { a'4^"Tipo di carattere predefinito" a a a a4 a a a } } \new Staff \with { fontSize = #-4 } { \relative { a'4^"Tipo di carattere più piccolo" a a a a4 a a a } } >> }
-
Un comando predefinito come
\dynamicUp
\score { << \new Staff { \new Voice { \relative { a'4^"Dinamiche sotto" a a a a4 a a\ff a } } } \new Staff \with { \accidentalStyle dodecaphonic } { \new Voice \with { \dynamicUp } { \relative { a'4^"Dinamiche sopra" a a a a4 a a\ff a } } } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Modalità di inserimento.
Ordine di precedenza
Il valore di una proprietà da applicare in un certo momento viene determinato nel modo seguente:
-
se un comando
\override
o\set
nel flusso dell’input (le note) è attivo viene usato quel valore, -
altrimenti viene usato il valore predefinito preso da una dichiarazione
\with
nella dichiarazione di iniziazione del contesto, -
altrimenti viene usato il valore predefinito preso dal blocco
\context
appropriato più recente nei blocchi\layout
o\midi
, - altrimenti viene usato il valore predefinito in LilyPond.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Modificare le proprietà di contesto.
Guida alla notazione:
Tutto sui contesti,
Contesti del livello inferiore – voci,
Il comando \set
,
Il comando \override
,
Il blocco \layout
.
5.1.6 Definizione di nuovi contesti
Contesti specifici, come Staff
e Voice
, sono creati a partire
da semplici mattoncini. È possibile creare nuovi tipi di contesto con
diverse combinazioni di incisori.
Il prossimo esempio mostra come costruire un diverso tipo di contesto
Voice
da zero. Sarà simile a Voice
, ma stamperà soltanto
teste di nota a forma di barra posizionate al centro. Può essere usato
per indicare l’improvvisazione nei brani jazz:
Queste impostazioni sono definite in un blocco \context
compreso in
un blocco \layout
:
\layout { \context { … } }
L’input di esempio che segue sostituisce i … del frammento precedente.
Per prima cosa occorre definire un nome per il nuovo contesto:
\name ImproVoice
Essendo simile al contesto Voice
, ci servono comandi che funzionano
in contesti Voice
esistenti per far sì che continuino a funzionare. Per
farlo si assegna al nuovo contesto un alias di Voice
,
\alias Voice
Il contesto stamperà note e testi di spiegazione, dunque dobbiamo aggiungere gli incisori che forniscono queste funzionalità, più l’incisore che raggruppa in colonne le note, i gambi e le pause che si trovano nello stesso momento musicale:
\consists Note_heads_engraver \consists Text_engraver \consists Rhythmic_column_engraver
Le teste di nota devono essere poste tutte sulla linea centrale:
\consists Pitch_squash_engraver squashedPosition = #0
L’incisore Pitch_squash_engraver
modifica le teste di nota (create
dall’incisore Note_heads_engraver
) e imposta la loro posizione
verticale sul valore di squashedPosition
, in questo
caso 0
, la linea centrale.
Le note appaiono come una barra e non hanno gambi:
\override NoteHead.style = #'slash \hide Stem
Tutti questi componenti aggiuntivi devono comunicare sotto il controllo
del contesto. I meccanismi con cui i contesti comunicano sono stabiliti
dichiarando il tipo di contesto con \type
. In un blocco
\layout
, la maggior parte dei contesti sarà del tipo
Engraver_group
. Alcuni contesti speciali e i contesti nei
blocchi \midi
usano altri tipi di contesto. Copiare e modificare
una definizione di contesto esistente comprenderà anche la definizione
del tipo. Poiché questo esempio crea una definizione da zero, deve essere
specificato in modo esplicito.
\type Engraver_group
Mettendo tutte queste parti insieme otteniamo:
\context { \name ImproVoice \type Engraver_group \consists Note_heads_engraver \consists Text_engraver \consists Rhythmic_column_engraver \consists Pitch_squash_engraver squashedPosition = #0 \override NoteHead.style = #'slash \hide Stem \alias Voice }
I contesti formano gerarchie. Vogliamo posizionare il contesto ImproVoice
all’interno del contesto Staff
, proprio come i normali contesti
Voice
. Cambiamo quindi la definizione di Staff
col comando
\accepts
,
\context { \Staff \accepts ImproVoice }
Spesso quando si riutilizza una definizione di contesto esistente, il contesto risultante può essere usato in qualsiasi situazione in cui il contesto originale sarebbe stato utile.
\layout { … \inherit-acceptability a da }
farà sì che i contesti del tipo a siano accettati da tutti i contesti che accettano anche da. Per esempio, usando
\layout { … \inherit-acceptability "ImproVoice" "Voice" }
verrà aggiunto un \accepts
per ImproVoice
a entrambe le
definizioni di Staff
e RhythmicStaff
.
L’opposto di \accepts
è \denies
,
che è talvolta necessario se si riusano definizioni di contesto esistenti.
Sistemando i pezzi necessari in un blocco \layout
ci porta a:
\layout { \context { \name ImproVoice … } \inherit-acceptability "ImproVoice" "Voice" }
Quindi l’output all’inizio di questa parte può essere inserito così:
\relative { a'4 d8 bes8 \new ImproVoice { c4^"ad lib" c c4 c^"undress" c c_"while playing :)" } a1 }
Per completare questo esempio, le modifiche che alterano la gerarchia dei
contesti devono essere ripetute in un blocco \midi
per far sì che
l’output Midi dipenda dalle stesse relazioni di contesto.
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: Note_heads_engraver, Text_engraver, Rhythmic_column_engraver, Pitch_squash_engraver.
5.1.7 Ordine di disposizione dei contesti
Normalmente i contesti in un sistema sono posizionati dall’alto verso il basso nell’ordine in cui sono incontrati nel file di input. Quando i contesti sono annidati, il contesto più esterno includerà i contesti annidati al suo interno come specificato nel file di input solo se i contesti interni sono inclusi nell’elenco “accepts” del contesto più esterno; altrimenti saranno riposizionati sotto il contesto più esterno invece di essere annidati al suo interno.
L’elenco “accepts” di un contesto può essere modificato coi comandi
\accepts
o \denies
. \accepts
aggiunge un contesto
all’elenco “accepts” mentre \denies
lo rimuove dall’elenco.
Per esempio, un gruppo di righi racchiusi da una parentesi quadra non si
trova solitamente all’interno di un gruppo di righi con stanghette
connesse e racchiusi da una graffa, e GrandStaff
non accetta al suo
interno StaffGroup
per impostazione predefinita.
\score { \new GrandStaff << \new StaffGroup << \new Staff { c'1 } \new Staff { d'1 } >> \new Staff { \set Staff.instrumentName = ultimo f'1 } >> }
Tuttavia col comando \accepts
si può aggiungere StaffGroup
al contesto GrandStaff
:
\score { \new GrandStaff << \new StaffGroup << \new Staff { c'1 } \new Staff { d'1 } >> \new Staff { \set Staff.instrumentName = ultimo f'1 } >> \layout { \context { \GrandStaff \accepts StaffGroup } } }
\denies
si usa soprattutto quando un nuovo contesto è basato su
un altro, ma l’annidamento richiesto differisce. Per esempio, il contesto
VaticanaStaff
è basato sul contesto Staff
, ma col contesto
VaticanaVoice
che sostituisce il contesto Voice
nell’elenco
“accepts”.
Nota bene: un contesto verrà creato implicitamente e senza avviso se si incontra un comando quando non c’è un contesto adatto disponibile per contenerlo.
Nella definizione di un contesto, il tipo di sottocontesto da creare
implicitamente viene specificato con \defaultchild
. Vari eventi
musicali richiedono un contesto “di base”: quando si incontra tale
evento, vengono creati ricorsivamente i sottocontesti finché non si
raggiunge un contesto privo di impostazione ‘defaultchild’.
La creazione implicita di contesti può talvolta causare nuovi righi o nuove
partiture non attesi. Per evitare questi problemi è consigliabile usare
\new
per creare i contesti esplicitamente.
Talvolta un contesto deve esistere solo per un breve periodo, come nel caso esemplare di un contesto rigo per un ossia. Per ottenere ciò, di solito si introduce la definizione di contesto nel punto appropriato in parallelo con la sezione corrispondente della musica principale. Per impostazione predefinita, il contesto temporaneo verrà posizionato sotto tutti i contesti esistenti. Per riposizionarlo sopra il contesto chiamato “principale”, dovrebbe essere definito in questo modo:
\new Staff \with { alignAboveContext = "principale" }
Una situazione simile si pone quando si posiziona un contesto temporaneo
per il testo vocale all’interno di una disposizione multirigo come
ChoirStaff
; per esempio, quando si aggiunge una seconda strofa a
una sezione ripetuta. Per impostazione predefinita, il contesto temporaneo
per il testo vocale verrà posizionato sotto i righi più bassi. Definendo il
contesto temporaneo per il testo vocale con alignBelowContext
, questo
può essere posizionato correttamente sotto i contesti della voce (con nome)
che contengono la prima strofa.
Esempi che mostrano questo riposizionamento di contesti temporanei possono essere trovati altrove — vedi Annidare le espressioni musicali, Modificare singoli righi e Tecniche specifiche per il testo vocale.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Annidare le espressioni musicali.
Guida alla notazione: Modificare singoli righi, Tecniche specifiche per il testo vocale.
Utilizzo: Appare un rigo in più.
File installati: ‘ly/engraver-init.ly’.
5.2 Come funziona la Guida al funzionamento interno
5.2.1 Navigazione nella guida al programma | ||
5.2.2 Interfacce di formattazione | ||
5.2.3 Determinazione della proprietà del grob | ||
5.2.4 Convenzioni sui nomi |
5.2.1 Navigazione nella guida al programma
Supponiamo di voler togliere l’indicazione di diteggiatura nel seguente frammento:
c''-2
Consultando la documentazione sulle istruzioni di diteggiatura (in Indicazioni di diteggiatura), si nota:
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: Fingering.
Seguire il collegamento a Fingering. In cima alla pagina si vede
Fingering objects are created by: Fingering_engraver and New_fingering_engraver.
Seguendo i collegamenti correlati nella guida del programma, possiamo seguire il flusso di informazione del programma:
- Fingering: Fingering objects are created by: Fingering_engraver
- Fingering_engraver: Music types accepted: fingering-event
-
fingering-event:
Music event type
fingering-event
is in Music expressions named FingeringEvent
Questo percorso va in direzione contraria al flusso dell’informazione nel programma: parte dall’output e termina nell’evento di input. Si può anche partire da un evento di input e leggere seguendo il flusso di informazione arrivando infine all’oggetto di output.
La guida al programma può anche essere sfogliata come un normale documento. Contiene capitoli su Music definitions, su Translation, e sul Backend. Ogni capitolo elenca tutte le definizioni usate e tutte le proprietà che possono essere ritoccate.
5.2.2 Interfacce di formattazione
La pagina HTML che abbiamo incontrato nella sezione precedente descrive l’oggetto di formattazione chiamato Fingering. Tale oggetto è un simbolo interno alla partitura. Ha delle proprietà che contengono numeri (come gli spessori e le direzioni), ma anche collegamenti a oggetti correlati. Un oggetto di formattazione viene chiamato anche Grob, che è un diminutivo di Graphical Object (oggetto grafico). Maggiori dettagli sui Grob si trovano in grob-interface.
La pagina relativa al grob Fingering
elenca le definizioni per l’oggetto
Fingering
. Per esempio, la pagina dice
padding
(dimension, in staff space):
0.5
che significa che il numero verrà tenuto a una distanza di almento 0.5 spazi rigo dalla testa della nota.
Ogni oggetto di formattazione può avere varie funzioni come elemento della notazione o tipografico. Per esempio, l’oggetto Fingering ha i seguenti aspetti
- La sua dimensione è indipendente dalla spaziatura orizzontale, diversamente da legature di portamento o travature.
- È un frammento testuale, solitamente molto breve.
- Questo frammento di testo viene rappresentato con un tipo di carattere, diversamente da legature di portamento o travature.
- Orizzontalmente, il centro del simbolo deve essere allineato al centro della testa della nota.
- Verticalmente, il simbolo viene posto accanto alla nota e sul rigo.
- La posizione verticale viene coordinata anche con altri simboli di apici o pedici.
Ognuno di questi aspetti viene registrato nelle cosiddette interfacce (interface), che sono elencate in fondo alla pagina Fingering:
This object supports the following interfaces: item-interface, self-alignment-interface, side-position-interface, text-interface, text-script-interface, font-interface, finger-interface, and grob-interface.
Facendo clic su uno di questo collegamenti si arriva alla pagina dell’interfaccia del rispettivo oggetto. Ogni interfaccia ha una serie di proprietà. Alcune non sono a disposizione dell’utente (‘Internal properties’), ma altre possono essere modificate.
Abbiamo parlato dell’oggetto Fingering
, ma in realtà non si tratta
di niente di troppo complesso. Il file di inizializzazione (vedi
Altre fonti di informazione)
‘scm/define-grobs.scm’ mostra l’anima di questo “oggetto”,
(Fingering . ((padding . 0.5) (avoid-slur . around) (slur-padding . 0.2) (staff-padding . 0.5) (self-alignment-X . 0) (self-alignment-Y . 0) (script-priority . 100) (stencil . ,ly:text-interface::print) (direction . ,ly:script-interface::calc-direction) (font-encoding . fetaText) (font-size . -5) ; don't overlap when next to heads. (meta . ((class . Item) (interfaces . (finger-interface font-interface text-script-interface text-interface side-position-interface self-alignment-interface item-interface))))))
Come si può vedere, l’oggetto Fingering
non è niente più di un insieme
di impostazioni di variabili e la pagina web nella Guida al funzionamento interno
è generata direttamente da questa definizione.
5.2.3 Determinazione della proprietà del grob
Volevamo cambiare la posizione del 2 in
c''-2
Dato che il 2 è posizionato verticalmente vicino alla sua nota, dobbiamo
fare delle prove con l’interfaccia associata a questo posizionamento, ovvero
side-position-interface
. La pagina relativa a questa interfaccia
dice
side-position-interface
Position a victim object (this one) next to other objects (the support). The property
direction
signifies where to put the victim object relative to the support (left or right, up or down?)
Sotto questa descrizione, la variabile padding
viene descritta come
padding
(dimension, in staff space)
Add this much extra space between objects that are next to each other.
Aumentando il valore di padding
, possiamo spostare la diteggiatura
lontana dalla testa di nota. Il seguente comando inserisce “tre spazi rigo”
di distanza tra la nota e un segno di diteggiatura:
\once \override Voice.Fingering.padding = #3
L’inserimento di spazio prima che l’oggetto della diteggiatura venga creato produce il seguente risultato:
\once \override Voice.Fingering.padding = #3 c''-2
In questo caso, il contesto per questa modifica è Voice
. Come è
scritto nella pagina sull’incisore
Fingering_engraver:
Fingering_engraver is part of contexts: … Voice
5.2.4 Convenzioni sui nomi
È importante conoscere le convenzioni sui nomi. Ecco una panoramica:
- funzioni Scheme: minuscolo-con-trattini (inclusi i nomi di una-parola)
- funzioni Scheme specifiche di LilyPond: ly:plus-scheme-style
- eventi, classi e proprietà musicali: come-le-funzioni-scheme
- interfacce Grob: stile-scheme
- proprietà del backend: stile-scheme (ma ammette X e Y!)
- contesti (e EspressioniMusicali e grob): Maiuscolo o CamelCase
- proprietà di contesto: minuscoloSeguitoDaCamelCase
- incisori: Maiuscolo_seguito_da_minuscolo_e_con_trattini_bassi
Domande che aspettano una risposta:
- Quali di queste sono convenzioni e quali sono regole?
- Quali sono regole del linguaggio sottostante e quali sono specifiche di LilyPond?
5.3 Modifica delle proprietà
[ << Modifica delle impostazioni predefinite ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Tabelle del manuale della notazione >> ] |
[ < Modifica delle proprietà ] | [ Su : Modifica delle proprietà ] | [ Il comando set > ] |
5.3.1 Panoramica sulla modifica delle proprietà
Ogni contesto è responsabile della creazione di certi tipi di oggetti grafici. Le impostazioni usate per la rappresentazione grafica di questi oggetti sono anch’esse salvate dal contesto. Cambiando queste impostazioni, si può alterare l’aspetto degli oggetti.
Ci sono due tipi diversi di proprietà salvate nei contesti: le proprietà del contesto e quelle del grob. Le proprietà del contesto sono proprietà che si applicano al contesto nel suo complesso e regolano il modo in cui il contesto stesso viene mostrato. Al contrario, le proprietà del grob si applicano a tipi di grob specifici che verranno mostrati nel contesto.
I comandi \set
e \unset
vengono usati per cambiare i valori
delle proprietà di contesto. I comandi \override
e \revert
servono a cambiare i valori delle proprietà dei grob.
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: Backend, All layout objects, OverrideProperty, RevertProperty, PropertySet.
Problemi noti e avvertimenti
Il backend non è molto severo nel controllo del tipo delle proprietà di un oggetto. Riferimenti ciclici nei valori Scheme delle proprietà possono causare attese o crash, o entrambi.
5.3.2 Il comando \set
Ogni contesto ha un insieme di proprietà, variabili contenute in
quel contesto. Le proprietà di contesto si cambiano col comando \set
,
che ha la seguente sintassi:
\set contesto.proprietà = #valore
valore è un oggetto Scheme, ecco perché deve essere preceduto dal
carattere #
.
Le proprietà dei contesti sono solitamente nominate in
studlyCaps
. Perlopiù regolano la traduzione dalla musica
alla notazione, per esempio localAlterations
(per determinare
se stampare le alterazioni), o measurePosition
(per determinare
quando stampare una stanghetta). Le proprietà di contesto possono
cambiare nel tempo nel corso dell’interpretazione di un brano musicale;
measurePosition
ne è un ovvio esempio. Le proprietà di contesto
si modificano con \set
.
Per esempio, le pause multiple sono combinate in una singola battuta
(come è spiegato in Compressione delle misure vuote)
se la proprietà di contesto skipBars
viene impostata su #t
:
R1*2 \set Score.skipBars = ##t R1*2
Se l’argomento contesto non viene specificato, la proprietà sarà
impostata nel contesto di base corrente (solitamente ChordNames
,
Voice
, TabVoice
o Lyrics
).
\set Score.autoBeaming = ##f \relative { e''8 e e e \set autoBeaming = ##t e8 e e e } \\ \relative { c''8 c c c c8 c c c }
La modifica viene applicata ‘al volo’, durante l’interpretazione della musica, in modo che l’impostazione abbia effetto soltanto sul secondo gruppo di note da un ottavo.
Nota che il contesto più inferiore non contiene sempre la proprietà che si
desidera cambiare. Per esempio, il tentativo di impostare la proprietà
skipBars
del contesto di base predefinito, in questo caso
Voice
, non produrrà alcun risultato, perché skipBars è una
proprietà del contesto Score
.
R1*2 \set skipBars = ##t R1*2
I contesti sono gerarchici, per cui se viene specificato un contesto che ne
racchiude altri, per esempio Staff
, il cambiamento viene applicato
anche a tutti i contesti Voice
del rigo corrente.
Il comando \unset
:
\unset contesto.proprietà
viene usato per togliere la definizione di proprietà dal
contesto. Questo comando rimuove la definizione solo se
impostata nel contesto. Le proprietà impostate nei contesti
più esterni non saranno modificate da un \unset
in un contesto
più interno:
\set Score.autoBeaming = ##t \relative { \unset autoBeaming e''8 e e e \unset Score.autoBeaming e8 e e e } \\ \relative { c''8 c c c c8 c c c }
Come in \set
, non è necessario specificare l’argomento contesto
per un contesto di fondo, quindi le due dichiarazioni
\set Voice.autoBeaming = ##t \set autoBeaming = ##t
sono equivalenti se l’attuale contesto di fondo è Voice
.
Anteponendo \once
ai comandi \set
o \unset
, l’impostazione
verrà applicata soltanto a un singolo momento temporale:
c''4 \once \set fontSize = #4.7 c''4 c''4
Una descrizione completa di tutte le proprietà di contesto disponibili si trova nella Guida al funzionamento interno, vedi Tunable context properties.
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: Tunable context properties.
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5.3.3 Il comando \override
Esiste un tipo particolare di proprietà di contesto: la descrizione del
grob. Le descrizioni dei grob vengono nomimate in StudlyCaps
(iniziando con lettere maiuscole). Contengono le
“impostazioni predefinite” per un certo tipo di grob, come una
lista associativa. Consultare ‘scm/define-grobs.scm’
per vedere le impostazioni per ogni descrizione di grob. Le descrizioni
di grob si modificano con \override
.
La sintassi del comando \override
è
\override [contesto.]NomeGrob.proprietà = #valore
Per esempio, possiamo aumentare lo spessore del gambo di una nota
modificando la proprietà thickness
dell’oggetto Stem
:
c''4 c'' \override Voice.Stem.thickness = #3.0 c''4 c''
Se non viene specificato il contesto in un \override
, viene usato
il contesto di base:
\override Staff.Stem.thickness = #3.0 << \relative { e''4 e \override Stem.thickness = #0.5 e4 e } \\ \relative { c''4 c c c } >>
Alcune opzioni modificabili vengono chiamate ‘sottoproprietà’ e stanno dentro le proprietà. Per cambiarle, usare i comandi nella forma
\override Stem.details.beamed-lengths = #'(4 4 3)
o, per modificare le estremità degli estensori, usare una forma simile alle seguenti
\override TextSpanner.bound-details.left.text = "left text" \override TextSpanner.bound-details.right.text = "right text"
Gli effetti di \override
possono essere annullati con \revert
.
La sintassi del comando \revert
è
\revert [contesto.]NomeGrob.proprietà
Per esempio,
\relative { c''4 \override Voice.Stem.thickness = #3.0 c4 c \revert Voice.Stem.thickness c4 }
Gli effetti di \override
e \revert
si applicano a tutti i
grob nel contesto interessato da quel momento in poi:
<< \relative { e''4 \override Staff.Stem.thickness = #3.0 e4 e e } \\ \relative { c''4 c c \revert Staff.Stem.thickness c4 } >>
Si può usare \once
insieme a \override
o \revert
per agire solo sul momento corrente:
<< \relative c { \override Stem.thickness = #3.0 e''4 e e e } \\ \relative { c''4 \once \override Stem.thickness = #3.0 c4 c c } >>
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: Backend.
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5.3.4 Il comando \tweak
Modificare le proprietà dei grob con \override
fa sì che i
cambiamenti siano applicati a tutti i grob in questione in quel
contesto nel momento in cui la modifica viene applicata. Talvolta,
tuttavia, si può voler applicare le modifiche a un solo grob invece
che a tutti i grob del contesto interessato. Per farlo si usa il
comando \tweak
, che ha la seguente sintassi:
\tweak [oggetto-formattazione.]proprietà-grob valore
oggetto-formattazione è opzionale.
Il comando \tweak
viene applicato all’oggetto musicale che segue
immediatamente valore nel flusso musicale.
Per un’introduzione alla sintassi e agli usi del comando tweak leggere Metodi di modifica.
Quando molti elementi simili sono disposti nello stesso momento musicale,
non è possibile usare il comando \override
per modificarne soltanto
uno. È in casi come questi che occorre usare il comando \tweak
.
Ecco alcuni elementi che possono apparire più di una volta nello stesso
momento musicale:
- teste di note di un accordo
- segni di articolazione su una singola nota
- legature di valore tra note di un accordo
- parentesi di gruppi irregolari che iniziano nello stesso momento
In questo esempio, il colore di una testa di nota e il tipo di testa di un’altra nota sono modificati all’interno di un accordo:
< c'' \tweak color #red d'' g'' \tweak duration-log #1 a'' > 4
\tweak
può essere usato per modificare le legature di portamento:
\relative { c'-\tweak thickness #5 ( d e f) }
Perché il comando \tweak
funzioni, deve trovarsi proprio accanto
all’oggetto al quale deve essere applicato dopo che il file di input è
stato convertito in un flusso musicale. Modificare un intero accordo
non cambia niente perché il suo evento musicale agisce solo come
contenitore, mentre tutti gli oggetti della formattazione sono creati
dagli eventi interni all’ EventChord
:
\tweak color #red c''4 \tweak color #red <c'' e''>4 <\tweak color #red c'' e''>4
Il semplice comando \tweak
non può essere usato per modificare un
oggetto che non sia creato direttamente dall’input. In particolare, non
agirà su gambi, travature automatiche o alterazioni, dato che questi sono
generati successivamente dagli oggetti della formattazione di NoteHead
invece che da elementi musicali nel flusso dell’input.
Tali oggetti della formattazione creati indirettamente possono essere tuttavia
modificati usando una forma del comando \tweak
in cui il nome del grob
è indicato esplicitamente:
\tweak Stem.color #red \tweak Beam.color #green c''8 e'' <c'' e'' \tweak Accidental.font-size #-3 ges''>4
\tweak
non può essere usato per modificare le chiavi o le indicazioni
di tempo, perché queste vengono separate da qualsiasi comando \tweak
precedente nel flusso dell’input a causa dell’inserimento automatico di ulteriori
elementi richiesti per specificare il contesto.
Si possono usare vari comandi \tweak
prima di un elemento della
notazione e tutti avranno effetto su di esso:
c' -\tweak style #'dashed-line -\tweak dash-fraction #0.2 -\tweak thickness #3 -\tweak color #red \glissando f''
Il flusso musicale generato da una sezione di un file di input, compresi
gli elementi inseriti automaticamente, può essere esaminato, vedi
Displaying music expressions. Ciò può essere utile nel determinare
cosa può essere modificato da un comando \tweak
o nel valutare come
aggiustare l’input per far sì che un \tweak
sia applicato.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Metodi di modifica.
Estendere LilyPond: Displaying music expressions.
Problemi noti e avvertimenti
Il comando \tweak
non può essere usato per modificare i punti di
controllo di una sola legatura di valore tra tante in un accordo, se non
quelli della prima legatura incontrata nel file di input.
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5.3.5 \set
vs. \override
I comandi \set
e \override
manipolano le proprietà
associate ai contesti. In entrambi i casi, le proprietà
seguono una gerarchia dei contesti; proprietà non impostate in
un contesto mostreranno i valori del rispettivo contesto padre.
La durata e il valore di una proprietà di contesto sono dinamici e disponibili soltanto mentre la musica viene interpretata (ovvero ‘reiterata’). Nel momento della creazione del contesto, le proprietà sono inizializzate a partire dalle definizioni corrispondenti (insieme a altre modifiche) di quel contesto. Qualsiasi modifica successiva viene fatta con dei comandi di impostazione della proprietà presenti nella musica stessa.
Le definizioni degli oggetti grafici (o “grob”) sono una categoria speciale di proprietà di contesto, perché la loro struttura e uso sono diversi da quelli delle normali proprietà di contesto. Diversamente da quest’ultime, le definizioni dei grob sono suddivise in proprietà dei grob.
Inoltre, diversamente dalle normali proprietà di contesto, le definizioni dei grob hanno una loro ‘contabilità’ interna usata per tenere traccia delle loro individuali proprietà e sottoproprietà. Ciò significa che è possibile definire queste parti in contesti diversi e avere sempre a disposizione la definizione complessiva del grob nel momento della sua creazione, assemblata da tutti i pezzi compresi tra il contesto corrente e i suoi contesti superiori.
Un grob viene solitamente creato da un incisore nel momento in cui l’espressione musicale viene interpretata e riceve le sue proprietà iniziali dalla definizione del grob corrente del contesto dell’incisore. L’incisore (o altre parti del ‘backend’ di LilyPond) può successivamente cambiare (o aggiungere) le proprietà iniziali del grob, ma ciò non ha effetto sulla definizione di grob del contesto.
Ciò che LilyPond chiama ‘proprietà del grob’ nel contesto delle modifiche a livello di utente sono in realtà le proprietà della definizione di grob di un contesto.
Le definizioni di grob sono manipolate con \override
e
\revert
e hanno un nome che inizia con una lettera maiuscola
(come ‘NoteHead’), mentre le normali proprietà di contesto sono
manipolate con \set
e \unset
e il loro nome inizia con
una lettera minuscola.
I comandi \tweak
e \overrideProperty
modificano le proprietà
dei grob bypassando completamente tutte le proprietà di contesto.
Catturano i grob mentre vengono creati, impostando le loro proprietà per un
evento musicale (\tweak
) o, nel caso di \overrideProperty
, per
una sovrascrittura specifica.
5.3.6 Il comando \offset
Sebbene sia possibile impostare le proprietà dei grob su nuovi valori coi
comandi \override
, \tweak
e \overrideProperty
, è spesso
più opportuno modificare tali proprietà in modo relativo a un valore
predefinito. A questo fine è stato creato il comando \offset
.
La sintassi di \offset
è
[-]\offset proprietà offset elemento
Il comando funziona aggiungendo i contenuti di offset all’impostazione predefinita della proprietà proprietà del grob indicato da elemento.
A seconda di come è formulato il comando, \offset
può comportarsi
come un \tweak
o come un \override
. Le variazioni d’uso
sono trattate dopo aver considerato le proprietà del grob che possono
essere usate con \offset
.
Proprietà che possono essere spostate con offset
Molte, ma non tutte, le proprietà dei grob possono essere spostate con
offset. Se la proprietà non può essere spostata con offset, l’oggetto
resterà invariato e apparirà un avviso. In questi casi bisogna usare
\override
o \tweak
per modificare l’oggetto.
Si potrebbe procedere per prova e errore e basarsi sugli avvisi per capire cosa può essere spostato con offset e cosa no. Tuttavia si può usare un approccio più sistematico.
I seguenti criteri determinano se una proprietà possa essere modificata con
\offset
:
- La proprietà ha un’‘impostazione predefinita’ nella descrizione del grob. Queste proprietà sono elencate, per ogni grob, in All layout objects (si trovano anche in ‘scm/define-grobs.scm’).
-
La proprietà accetta un valore numerico. I valori numerici comprendono
number
, una lista dinumber
,number-pair
enumber-pair-list
. Le pagine in All layout objects elencano il tipo di dati tipici di ciascuna proprietà. È irrilevante che l’impostazione predefinita sia una funzione. - La proprietà non può essere una ‘sottoproprietà’, ovvero una proprietà che risiede all’interno di un’altra proprietà.
- Le proprietà impostate su valori infiniti non possono essere spostate con offset, perché non esiste un modo sensato per spostare un infinito positivo o negativo.
Gli esempi seguenti prendono in considerazione varie proprietà grob in relazione ai criteri appena delineati.
- Proprietà che possono essere spostate con offset
-
Hairpin.height
-
Questa proprietà non è una sottoproprietà e è elencata in Hairpin. Come valore prende ‘dimensione, in spazi rigo’ impostata su
0.6666
, ovviamente non un numero infinito. -
Arpeggio.positions
-
La pagina Arpeggio elenca una proprietà
positions
che accetta una ‘coppia di numeri’. Il suo valore predefinito èly:arpeggio::positions
, una funzione di callback che verrà elaborata durante la fase di formattazione tipografica per emettere una coppia di numeri per ogni oggettoArpeggio
.
-
- Proprietà che non possono essere spostate con offset
-
Hairpin.color
-
color
non è presente in Hairpin. -
Hairpin.circled-tip
-
L’elenco per
Hairpin.circled-tip
in Hairpin mostra che prende un valorebooleano
. I booleani sono non numerici. -
Stem.details.lengths
-
Benché sia elencato in Stem e il suo valore predefinito sia un elenco di
number
, si tratta di una ‘sottoproprietà’. Attualmente non sono supportate le ‘proprietà annidate’.
-
\offset come override
Se elemento è un nome di grob come Arpeggio
o
Staff.OttavaBracket
, il risultato è un \override
del tipo
di grob specificato.
\offset proprietà offset [contesto.]NomeGrob
Notare che il trattino iniziale non è mai usato nella forma ‘override’,
proprio come non è mai usato col comando \override
stesso.
L’esempio seguente usa la forma ‘override’ per allungare gli arpeggi
predefiniti mostrati nella prima misura in modo che coprano del tutto
l’esensione degli accordi. Gli arpeggi sono allungati di mezzo spazio
rigo verso l’alto e verso il basso. Viene mostrata anche la stessa
operazione fatta sul primo accordo con un normale override della proprietà
positions
. Questo metodo non rispecchia affatto il compito di
‘allungare di mezzo spazio rigo’, perché le estremità devono essere
specificate con coordinate assolute invece che relative. Inoltre, sarebbero
necessari override individuali per ciascuno degli altri accordi, dato che
variano in dimensione e posizione.
arpeggioMusic = { <c' e' g'>\arpeggio <a' c'' e''>\arpeggio <d' f' a' c''>\arpeggio <c' e' g' b' d'' f'' a''>\arpeggio } { \arpeggioMusic \bar "||" \offset positions #'(-0.5 . 0.5) Arpeggio \arpeggioMusic \bar "||" \once \override Arpeggio.positions = #'(-3.5 . -0.5) <c' e' g'>1\arpeggio \bar "||" }
Nel suo uso come ‘override’, \offset
può essere preceduto da
\once
o \temporary
e annullato con \revert
e la
proprietà (vedi
Intermediate substitution functions).
Ciò deriva dal fatto che \offset
in realtà crea un
\override
della proprietà.
music = { c'8\< d' e' f'\! } { \music \offset height 1 Hairpin \music \music \revert Hairpin.height \music \bar "||" \once \offset height 1 Hairpin \music \music \bar "||" \override Hairpin.height = 0.2 \music \temporary \offset height 2 Hairpin \music \music \revert Hairpin.height \music \bar "||" }
Proprio come \override
, la forma ‘override’ di \offset
può
essere usata con \undo
e \single
.
longStem = \offset length 6 Stem { \longStem c'4 c''' c' c'' \bar "||" \undo \longStem c'4 c''' c' c'' \bar "||" \single \longStem c'4 c''' c' c'' \bar "||" }
\offset come tweak
Se elemento è un’espressione musicale come (
o
\arpeggio
, il risultato è la stessa espressione musicale
con una modifica di tipo tweak applicata.
[-]\offset [NomeGrob.]proprietà offset espressione-musicale
La sintassi di \offset
nella sua forma ‘tweak’ è analoga a quella
dello stesso comando \tweak
, sia nell’ordine sia in presenza o assenza
del trattino iniziale.
L’esempio seguente usa la forma ‘tweak’ per regolare la posizione verticale
dell’oggetto BreathingSign
. Si confronti questo col normale comando
\tweak
che lo segue. La sintassi è equivalente, ma l’output di
\tweak
è meno intuitivo, perché BreathingSign.Y-offset
è
calcolato dalla linea centrale del pentagramma. Al contratio, non è necessatio
conoscere come è calcolato Y-offset
quando si usa \offset
.
{ c''4 \breathe c''4 \offset Y-offset 2 \breathe c''2 \tweak Y-offset 3 \breathe }
Nell’esempio precedente, gli oggetti modificati sono stati creati direttamente
dall’input dell’utente: il comando \breathe
è un’istruzione esplicita
che restituisce un oggetto BreathingSign
. Dato che l’ambito del comando
era non ambiguo, non è stato necessario specificare il nome dell’oggetto.
Ma quando un oggetto viene creato indirettamente, bisogna includere il
nome del grob. Ciò è valido anche per il comando \tweak
.
Nell’esempio seguente, l’oggetto Beam
viene abbassato di due spazi
rigo applicando \offset
alla proprietà positions
.
Il primo impiego di \offset
richiede la presenza del nome del grob,
perché nessun elemento dell’input crea esplicitamente la travatura. Nel
secondo impiego la travatura viene creata manualmente con l’espressione
musicale [
; dunque il nome del grob non è necessario. L’esempio
mostra anche una scorciatoia: un singolo numero
viene applicato
a entrambi i membri di una coppia di numeri.)
{ c''8 g'' e'' d'' \offset Beam.positions #'(-2 . -2) c''8 g'' e'' d'' c''8 g'' e'' d'' c''8-\offset positions #-2 [ g'' e'' d''] }
\offset con estensori spezzati
È anche possibile modificare in modo indipendente i segmenti di un estensore che va oltre una o più interruzioni di linea. In questo caso, offset prende una lista di valori del tipo di dati richiesto dalla proprietà.
Il comando \offset
usato in questo modo è simile al comando
\alterBroken
, vedi Modifica degli estensori spezzati.
Tuttavia, diversamente da \alterBroken
, i valori assegnati a
\offset
non sono assoluti, ma relativi.
L’esempio seguente sposta l’oggetto ‘spezzato’ OttavaBracket
attraverso la sua proprietà staff-padding
. Dato che la proprietà
prende un numero
, a offset viene fornita una lista di
numeri
per rendere conto dei due segmenti creati dall’interruzione
di linea.
Il pezzo di parentesi dell’ottava sulla prima linea non viene modificato
perché viene aggiunto 0
al suo valore predefinito di staff-padding
.
Il segmento sulla seconda linea viene alzato di tre spazi rigo dalla sua
altezza predefinita. L’altezza predefinita è 2
, anche se non è
necessario saperlo per ottenere la posizione desiderata.
{ \offset staff-padding #'(0 3) Staff.OttavaBracket \ottava #1 c'''2 c''' \break c'''2 c''' }
L’esempio seguente imita l’effetto del comando \shape
spostando la
proprietà control-points
dell’oggetto Slur
.
Qui offset è una lista di number-pair-list
, una per ciascun
segmento della legatura di portamento. Questo esempio realizza un risultato
identico a quello corrispondente in Modifica delle forme.
{ c'4-\offset control-points #'( ((0 . 0) (0 . 0) (0 . 0) (0 . 1)) ((0.5 . 1.5) (1 . 0) (0 . 0) (0 . -1.5)) ) ( f'4 g' c'' \break d'4 c'' f' c') }
5.3.7 Modifica delle liste associative
Alcune proprietà configurabili dall’utente sono rappresentate internamente come alist (liste associative), che contengono coppie di chiavi e valori. La struttura di una lista associativa è:
'((chiave1 . valore1) (chiave2 . valore2) (chiave3 . valore3) …)
Se una lista associativa è una proprietà di un grob o una variabile
\paper
, le sue chiavi possono essere modificate individualmente
senza influenzare altre chiavi.
Per esempio, per ridurre lo spazio tra righi adiacenti in un gruppo di
righi, si usa la proprietà staff-staff-spacing
del grob
StaffGrouper
. La proprietà è una lista associativa con quattro
chiavi: basic-distance
, minimum-distance
,
padding
e stretchability
. Le impostazioni predefinite
per questa proprietà sono elencate nella sezione “Backend” della
Guida al funzionamento interno (vedi
StaffGrouper):
'((basic-distance . 9) (minimum-distance . 7) (padding . 1) (stretchability . 5))
Un modo per avvicinare i righi è ridurre il valore della chiave
basic-distance
(9
) perché corrisponda al valore
di minimum-distance
(7
). Per modificare una chiave
singola individualmente, usare una dichiarazione annidata:
% spazio predefinito tra i righi \new PianoStaff << \new Staff { \clef treble c''1 } \new Staff { \clef bass c1 } >> % spazio ridotto tra i righi \new PianoStaff \with { % questa è la dichiarazione annidata \override StaffGrouper.staff-staff-spacing.basic-distance = #7 } << \new Staff { \clef treble c''1 } \new Staff { \clef bass c1 } >>
Con una dichiarazione annidata si aggiornerà la chiave specificata (come
basic-distance
nell’esempio precedente) senza modificare alcuna
altra chiave già impostata per la stessa proprietà.
Ora immaginiamo di volere che i righi siano più vicini possibile ma senza sovrapporsi. Il modo più semplice per fare ciò è impostare tutte e quattro le chiavi della lista su zero. Tuttavia, non è necessario inserire quattro dichiarazioni annidate, una per ogni chiave. Si può invece ridefinire completamente la proprietà con una sola dichiarazione, attraverso una lista associativa:
\new PianoStaff \with { \override StaffGrouper.staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 0) (minimum-distance . 0) (padding . 0) (stretchability . 0)) } << \new Staff { \clef treble c''1 } \new Staff { \clef bass c1 } >>
Nota bene che qualsiasi chiave non elencata esplicitamente nella
definizione della lista associativa sarà ripristinata al suo valore
predefinito-quando-non-impostato. Nel caso di
staff-staff-spacing
, qualsiasi chiave-valore non impostata
viene ripristinata su zero (eccetto stretchability
, che
prende il valore di basic-distance
quando non è impostata). Dunque
le due seguenti dichiarazioni sono equivalenti:
\override StaffGrouper.staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 7)) \override StaffGrouper.staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 7) (minimum-distance . 0) (padding . 0) (stretchability . 7))
Una conseguenza (possibilmente non voluta) di questo approccio è
l’eliminazione di eventuali impostazioni predefinite impostate in
un file di inizializzazione e caricate ogni volta che un file di
input viene compilato. Nell’esempio precedente le impostazioni
predefinite per padding
e minimum-distance
(definite
in ‘scm/define-grobs.scm’) sono ripristinate ai loro valori
predefiniti-quando-non-impostati (zero per entrambe le chiavi).
La definizione di una proprietà o di una variabile come una lista
associativa (di qualsiasi dimensione) ripristinerà sempre tutte
le chiavi-valori ai loro valori predefiniti-quando-non-impostati.
A meno che questo non sia il risultato voluto, è più sicuro
aggiornare le chiavi-valori individualmente con una dichiarazione
annidata.
Nota: Le dichiarazioni annidate non funzionano per le liste
associative delle proprietà di contesto (come beamExceptions
,
keyAlterations
, timeSignatureSettings
, etc.). Queste
proprietà possono essere modificate soltanto ridefinendole completamente
come liste associative.
5.4 Proprietà e concetti utili
5.4.1 Modalità di inserimento
Il modo in cui la notazione contenuta in un file di input è interpretata è
determinato dalla modalità di inserimento corrente. In generale, esistono
due modi di specificare la modalità: una forma lunga, come \chordmode
,
e una breve, come \chords
. La forma lunga viene usata tipicamente
quando si passa l’input a una variabile o quando si inserisce l’input
direttamente in un contesto creato esplicitamente. La forma breve crea
implicitamente un contesto del tipo corretto per quell’input e passa l’input
a questo direttamente. È utile in casi semplici in cui non è necessario
creare esplicitamente il contesto.
Modalità accordo
Viene attivata col comando \chordmode
e fa sì che l’input
sia interpretato con la sintassi della notazione degli accordi, vedi
Notazione per accordi. La musica in modalità accordo viene elaborata
come accordi su un rigo se inserita in un contesto Staff
, come
nomi di accordo se inserita in un contesto ChordNames
oppure come
diagrammi della tastiera se inserita in un contesto FretBoards
.
La modalità accordo viene attivata anche col comando \chords
.
Anche questo fa sì che l’input che segue sia interpretato con la sintassi
della notazione degli accordi, ma in aggiunta crea implicitamente un nuovo
contesto ChordNames
e elabora l’input al suo interno come nomi di
accordo, vedi Stampa dei nomi degli accordi.
Modalità percussioni
Viene attivata col comando \drummode
e fa sì che l’input
sia interpretato con la sintassi della notazione delle percussioni,
vedi Notazione di base per percussioni. La musica in modalità percussioni
è elaborata come note percussive se inserita in un contesto DrumStaff
.
La modalità percussioni viene attivata anche col comando \drums
.
Anche questo fa sì che l’input che segue sia interpretato con la sintassi
della notazione delle percussioni, ma in aggiunta crea implicitamente un
nuovo contesto DrumStaff
e elabora l’input come note percussive,
vedi Notazione di base per percussioni.
Modalità basso continuo
Viene attivata col comando \figuremode
e fa sì che
l’input che segue sia interpretato con la sintassi del basso
continuo, vedi Inserimento del basso continuo. La musica in modalità
basso continuo viene elaborata come basso continuo se inserita in un
contesto FiguredBass
o in un contesto Staff
.
La modalità basso continuo viene attivata anche col comando \figures
.
Anche questo fa sì che l’input che segue sia interpretato con la sintassi
del basso continuo, ma in aggiunta crea implicitamente un nuovo contesto
FiguredBass
e elabora l’input al suo interno come basso figurato,
vedi Introduzione al basso continuo.
Modalità tastiera e intavolatura
Non esistono speciali modalità di inserimento per i simboli della tastiera e dell’intavolatura (o tablatura).
Per creare diagrammi in intavolatura, inserire note o accordi nella modalità
nota e visualizzarli in un contesto TabStaff
, vedi
Intavolature predefinite.
Per creare diagrammi della tastiera sopra un rigo, inserire le note o gli
accordi in modalità nota o in modalità accordo e elaborarli in un contesto
FretBoards
, vedi Diagrammi dei tasti automatici. Altrimenti i diagrammi
possono essere inseriti come testo (markup) sopra le note usando il comando
\fret-diagram
, vedi Diagrammi dei tasti.
Modalità testo vocale
Viene attivata col comando \lyricmode
e fa sì che l’input
sia interpretato come sillabe del testo vocale con durate opzionali
e modificatori del testo associato, vedi Musica vocale. L’input in
modalità testo vocale viene elaborato come sillabe del testo se inserite
in un contesto Lyrics
.
La modalità testo vocale viene attivata anche col comando \lyrics
.
Anche questo fa sì che l’input che segue sia interpretato come sillabe del
testo ma in aggiunta crea implicitamente un nuovo contesto Lyrics
e
elabora l’input al suo interno come sillabe.
La modalità testo vocale viene attivata anche col comando \addlyrics
.
Anche questo crea implicitamente un nuovo contesto Lyrics
e aggiunge
anche un comando implicito \lyricsto
che associa il testo vocale che
segue con la musica che lo precede, vedi Durate automatiche delle sillabe..
Modalità testo (markup)
Viene attivata col comando \markup
e fa sì che l’input
sia interpretato con la sintassi di markup, vedi
Comandi per markup.
Modalità nota
Questa è la modalità predefinita e può essere attivata esplicitamente
col comando \notemode
. L’input viene interpretato come altezze,
durate, markup, etc. e rappresentato come notazione musicale su un rigo.
Normalmente non è necessario specificare la modalità nota esplicitamente, ma potrebbe essere utile farlo in alcune situazioni, per esempio se si è in modalità testo vocale o accordo o qualsiasi altra modalità e si vuole inserire qualcosa che può essere fatto solo con la sintassi della modalità nota.
5.4.2 Direzione e posizionamento
Nella composizione tipografica musicale la direzione e il posizionamento di molti elementi è una questione di gusto. Per esempio, i gambi delle note possono essere rivolti in su o in giù; testi, dinamiche e altri segni espressivi possono essere posti sopra o sotto il rigo; il testo può essere allineato a sinistra, destra o al centro; etc. La maggior parte di queste scelte possono essere lasciate alla decisione di LilyPond, ma in alcuni casi si può voler forzare una direzione o un posizionamento particolari.
Indicatori di direzione delle articolazioni | ||
La proprietà direction |
Indicatori di direzione delle articolazioni
Per impostazione predefinita alcune direzioni sono sempre in su o sempre in giù (es: le dinamiche o la corona), mentre altri elementi possono alternare tra su e giù in base alla direzione del gambo (come le legature di portamento o gli accenti).
L’azione predefinita può essere modificata anteponendo all’articolazione
un indicatore di direzione. Sono disponbibili tre indicatori
di direzione: ^
(ovvero “su”), _
(ovvero “giù”)
e -
(ovvero “usa la direzione predefinita”). L’indicatore di
direzione solitamente può essere omesso, nel qual caso viene supposto -
,
ma un indicatore di direzione è sempre richiesto prima di
- comandi
\tweak
- comandi
\markup
- comandi
\tag
- stringhe di testo, ovvero -"stringa"
- istruzioni di diteggiatura, come
-1
- scorciatoie delle articolazioni, come
-.
,->
,--
Gli indicatori di direzione hanno effetto soltanto sulla nota vicina:
\relative { c''2( c) c2_( c) c2( c) c2^( c) }
La proprietà direction
La posizione della direzione di molti oggetti della formattazione è regolata
dalla proprietà direction
.
Il valore della proprietà direction
può essere impostata su 1
,
ovvero “su” o “sopra”, oppure su -1
, ovvero “giù” o
“sotto”. I simboli UP
e DOWN
possono essere usati al
posto di 1
e -1
. La direzione predefinita può essere
specificata impostando direction
su 0
o CENTER
.
Altrimenti, in molti casi esistono comandi predefiniti per specificare la
direzione. Questo hanno la forma
\xxxUp, \xxxDown o \xxxNeutral
dove \xxxNeutral
significa “usa la direzione predefinita”.
Vedi
Oggetti interni al rigo.
In pochi casi, per esempio l’arpeggio, il valore della proprietà direction
può specificare se l’oggetto debba essere posizionato a destra o a sinistra
dell’oggetto genitore. In questo caso -1
o LEFT
significano
“a sinistra” e 1
o RIGHT
significano “a destra”.
0
o CENTER
significano “usa la direzione predefinita”.
Queste indicazioni hanno effetto su tutte le note finché non vengono annullate.
\relative { c''2( c) \slurDown c2( c) c2( c) \slurNeutral c2( c) }
Nella musica polifonica, generalmente è meglio specificare una voce esplicita invece di cambiare la direzione di un oggetto. Maggiori informazioni in Più voci.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Oggetti interni al rigo.
Guida alla notazione: Più voci.
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5.4.3 Distanze e misurazioni
Le distanze in LilyPond sono di due tipi: assolute e proporzionali.
Le distanze assolute si usano per specificare i margini, le indentazioni e
altri dettagli della formattazione di pagina; per impostazione predefinita
sono specificate in millimetri. Le distanze possono essere specificate in
altre unità di misura appendendo alla quantità \mm
, \cm
,
\in
(inch, ovvero pollici) o \pt
(punti, 1/72.27 di
un pollice). Le distanze della formattazione di pagina possono essere
specificate anche in unità di misura proporzionali (vedi paragrafo seguente)
appendendo \staff-space
alla quantità. La formattazione di pagina è
trattata dettagliatamente in Formattazione della pagina.
Le distanze proporzionali sono sempre specificate in unità di spazi
rigo o, raramente, mezzo spazio rigo. Lo spazio rigo è la distanza
tra due linee del rigo adiacenti. Il valore predfinito può essere
modificato globalmente impostando la dimensione globale del rigo oppure
può essere sovrascritto localmente cambiando la proprietà staff-space
di StaffSymbol
. Le distanze proporzionali vengono ridimensionate
automaticamente insieme a qualsiasi cambiamento nella dimensione globale
del rigo o nella proprietà staff-space
di StaffSymbol
, mentre i
tipi di carattere vengono ridimensionati automaticamente soltanto con i
cambiamenti alla dimensione globale del rigo. Questa permette quindi di
variare facilmente la dimensione complessiva di una partitura. I metodi
per impostare la dimensione globale del rigo sono descritti in
Impostare la dimensione del rigo.
Se soltanto una sezione di una partitura deve essere elaborata su una
scala diversa, per esempio una sezione ossia o una nota a piè di pagina,
non si può cambiare la dimensione globale del rigo perché ciò avrebbe
effetto sull’intera partitura. In questi casi bisogna modificare sia
la proprietà staff-space
di StaffSymbol
sia la dimensione
dei tipi di carattere. Esiste una funzione Scheme, magstep
, che
permette di convertire una modifica della dimensione del tipo di carattere
nella modifica equivalente in staff-space
. Questa funzione è spiegata
e esemplificata in
Lunghezza e spessore degli oggetti.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Lunghezza e spessore degli oggetti.
Guida alla notazione: Formattazione della pagina, Impostare la dimensione del rigo.
5.4.4 Dimensioni
Le dimensioni di un oggetto grafico specificano le posizioni delle estremità
sinistra e destra e di quelle inferiore e superiore del riquadro in cui sono
iscritti gli oggetti come distanze dal punto di riferimento degli oggetti in
unità di spazi rigo. Queste posizioni sono solitamente scritte come due
coppie Scheme. Per esempio, il comando di testo \with-dimensions
prende
tre argomenti: i primi due sono una coppia Scheme che indica le posizioni
delle estremità sinistra e destra e un’altra coppia Scheme che indica le
posizioni delle estremità inferiore e superiore:
\with-dimensions #'(-5 . 10) #'(-3 . 15) arg
Questo comando specifica un riquadro per arg il cui margine sinistro si trova a -5, il margine destro a 10, il margine inferiore a -3 e quello superiore a 15, tutti misurati a partire dal punto di riferimento degli oggetti in unità di spazi rigo.
Vedi anche
Guida alla notazione: Distanze e misurazioni.
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5.4.5 Proprietà del simbolo del rigo
La posizione verticale e il numero delle linee del rigo possono essere definiti contemporaneamente. Come mostra l’esempio seguente, le posizioni delle note non sono influenzate dalle posizioni delle linee del rigo.
Nota: La proprietà 'line-positions
sovrascrive la proprietà
'line-count
. Il numero di linee del rigo è definito implicitamente
dal numero di elementi nella lista di valori per 'line-positions
.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.line-positions = #'(7 3 0 -4 -6 -7) } \relative { a4 e' f b | d1 }
La larghezza di un rigo può essere modificata. Le unità sono spazi rigo. La spaziatura degli oggetti dentro il rigo non è influenzata da questa impostazione.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.width = #23 } \relative { a4 e' f b | d1 }
5.4.6 Estensori
Molti oggetti della notazione musicale si estendono per varie note o addirittura per molte battute. Ne sono un esempio le legature di portamento, le travature, le parentesi dei gruppi irregolari, quelle delle volte delle ripetizioni, i crescendi, i trilli e i glissandi. Tali oggetti in LilyPond si chiamano “spanner”, ovvero estensori, e hanno delle proprietà speciali per regolare il loro aspetto e comportamento. Alcune di queste proprietà sono comuni a tutti gli estensori; altre sono limitate a un sottoinsieme di estensori.
Tutti gli estensori supportano l’interfaccia spanner-interface
. Ma pochi,
essenzialmente quelli che disegnano una linea dritta tra due oggetti, supportano
anche l’interfaccia line-spanner-interface
.
Uso di spanner-interface | ||
Uso di line-spanner-interface |
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Uso di spanner-interface
Questa interfaccia fornisce tre proprietà che si applicano a vari estensori.
La proprietà minimum-length
La lunghezza minima dell’estensore è specificata dalla proprietà
minimum-length
. Aumentando questa si aumenta necessariamente
anche la spaziatura delle note comprese tra le due estremità.
Tuttavia questa modifica non ha effetto su molti estensori, perché
la loro lunghezza è determinata da altre considerazioni. Di seguito
vengono mostrati alcuni esempi in cui è in funzione.
a'~ a' a' % aumenta la lunghezza della legatura di valore -\tweak minimum-length #5 ~ a'
\relative \compressMMRests { a'1 R1*23 % aumenta la lunghezza della misura con pausa \once \override MultiMeasureRest.minimum-length = #20 R1*23 a1 }
\relative { a' \< a a a \! % aumenta la lunghezza della forcella \override Hairpin.minimum-length = #20 a \< a a a \! }
Questa modifica può essere usata anche per aumentare la lunghezza delle legature di portamento e di frase:
\relative { a'( g) a -\tweak minimum-length #5 ( g) a\( g\) a -\tweak minimum-length #5 \( g\) }
Per alcuni oggetti della formattazione, la proprietà minimum-length
diventa effettiva solo se viene richiamata esplicitamente la procedura
set-spacing-rods
. Per farlo, la proprietà springs-and-rods
deve essere impostata su ly:spanner::set-spacing-rods
. Per esempio,
la lunghezza minima di un glissando cambia solo quando si imposta la
proprietà springs-and-rods
:
% default e' \glissando c'' % non funziona da sola \once \override Glissando.minimum-length = #20 e' \glissando c'' % funziona solo quando entrambe le modifiche sono presenti \once \override Glissando.minimum-length = #20 \once \override Glissando.springs-and-rods = #ly:spanner::set-spacing-rods e' \glissando c''
Lo stesso vale per l’oggetto Beam
:
% non funziona da sola \once \override Beam.minimum-length = #20 e'8 e' e' e' % funziona solo quando entrambe le modifiche sono presenti \once \override Beam.minimum-length = #20 \once \override Beam.springs-and-rods = #ly:spanner::set-spacing-rods e'8 e' e' e'
La proprietà minimum-length-after-break
La proprietà minimum-length-after-break
può essere usata per
allungare stensori spezzati dopo un a capo.
Come per la proprietà minimum-length
, viene spesso usata per impostare
la proprietà springs-and-rods
su ly:spanner::set-spacing-rods
.
{ \once \override Tie.minimum-length-after-break = 20 a1~ \break a1 \once \override Slur.minimum-length-after-break = 20 a1( \break d'1) \once \override TextSpanner.springs-and-rods = #ly:spanner::set-spacing-rods \once \override TextSpanner.minimum-length-after-break = 20 a1\startTextSpan \break a1\stopTextSpan \once \override Hairpin.after-line-breaking = ##t \once \override Hairpin.to-barline = ##f \once \override Hairpin.minimum-length-after-break = 20 a1\< \break a1\! \once \override Glissando.springs-and-rods = #ly:spanner::set-spacing-rods \once \override Glissando.breakable = ##t \once \override Glissando.after-line-breaking = ##t \once \override Glissando.minimum-length-after-break = 20 a1\glissando \break d'1 }
La proprietà to-barline
La terza proprietà utile di spanner-interface
è
to-barline
. Il valore predefinito (vero) fa sì che le forcelle e
gli altri estensori che terminano sulla prima nota di una misura si estendano
invece fino alla stanghetta immediatamente precedente. Se impostata su falso,
l’estensore andrà oltre la stanghetta e terminerà sulla nota stessa:
\relative { a' \< a a a a \! a a a \break \override Hairpin.to-barline = ##f a \< a a a a \! a a a }
Questa proprietà non funziona con tutti gli estensori. Per esempio,
impostandola su #t
non si produce alcun effetto su legature di
portamento o di frase, o su altri estensori per i quali terminare sulla
stanghetta non avrebbe senso.
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Uso di line-spanner-interface
Gli oggetti che supportano l’interfaccia line-spanner-interface
comprendono:
-
DynamicTextSpanner
-
Glissando
-
TextSpanner
-
TrillSpanner
-
VoiceFollower
La routine responsabile del disegno di questi estensori è
ly:line-spanner::print
. Essa determina la posizione esatta
delle due estremità e disegna una linea tra di esse, nello stile
richiesto. Le posizioni delle due estremità dell’estensore sono
calcolate al volo, ma è possibile sovrascrivere le loro coordinate
Y. Le proprietà da specificare sono annidate di due livelli nella
gerarchia della proprietà, ma la sintassi del comando \override
è piuttosto semplice:
e''2 \glissando b' \once \override Glissando.bound-details.left.Y = #3 \once \override Glissando.bound-details.right.Y = #-2 e''2 \glissando b'
Le unità di misura della proprietà Y
sono gli spazi rigo
(staff-space
), con la linea centrale del rigo che è il
punto zero. Per il glissando, questo è il valore per Y
alla
coordinata X che corrisponde al punto centrale della testa di ogni
nota, se si immagina che la linea si estenda fino a là.
Se Y
non è impostato, il valore viene calcolato dalla posizione
verticale del punto di attacco corrispondente dell’estensore.
In caso di un’interruzione di linea, i valori per le estremità sono
specificati dalle sottoliste left-broken
e right-broken
di bound-details
. Per esempio:
\override Glissando.breakable = ##t \override Glissando.bound-details.right-broken.Y = #-3 c''1 \glissando \break f''1
Altre proprietà delle sottoliste left
e right
della proprietà
bound-details
possono essere modificate nello stesso modo di Y
:
-
Y
Questa imposta la coordinata Y dell’estremità, che si sposta di un certo numero di
staff-space
dalla linea centrale del rigo. Per impostazione predefinita, è il centro dell’oggetto a cui è associato, dunque un glissando punta al centro verticale della testa di nota.Nel caso di estensori orizzontali, come quelli del testo e del trillo, il suo valore è fisso su 0.
-
attach-dir
Questa determina dove la linea inizia e termina nella direzione X, relativa all’oggetto a cui è associato. Quindi un valore di
-1
(oLEFT
) fa sì che la linea inizi/termini sul lato sinistro della testa della nota a cui è attaccata.-
X
Questa è la coordinata X assoluta dell’estremità. Viene solitamente calcolata al volo e sovrascriverla produce solitamente un effetto poco utile.
-
stencil
Gli estensori della linea possono avere dei simboli all’inizio o alla fine, contenuti in questa sottoproprietà. Questa proprietà è per uso interno; si raccomanda di usare
text
al suo posto.-
text
Questo è un testo markup che viene valutato per produrre lo stampo (stencil, in inglese). Viene usato per mettere cresc., tr e altro testo su estensori orizzontali.
\override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup { \small \bold Rall. } \relative { c''2\startTextSpan b c a\stopTextSpan }
-
stencil-align-dir-y
-
stencil-offset
Se non si imposta una di queste proprietà, lo stampo viene messo semplicemente all’estremità, centrato sulla linea, come definito nelle sottoproprietà
X
eY
. Impostandostencil-align-dir-y
ostencil-offset
il simbolo si sposterà verticalmente sul margine rispetto all’estremità della linea:\override TextSpanner.bound-details.left.stencil-align-dir-y = #-2 \override TextSpanner.bound-details.right.stencil-align-dir-y = #UP \override TextSpanner.bound-details.left.text = "ggg" \override TextSpanner.bound-details.right.text = "hhh" \relative { c'4^\startTextSpan c c c \stopTextSpan }
Nota bene che valori negativi spostano il testo in su, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, perché un valore di
-1
oDOWN
fa sì che si allinei il margine inferiore del testo con la linea dell’estensore. Un valore di1
oUP
allinea il margine superiore del testo con la linea dell’estensore.-
arrow
Impostando questa sottoproprietà su
#t
viene generata la punta di una freccia a un’estremità della linea.-
padding
Questa sottoproprietà regola lo spazio tra l’estremità della linea specificata e la fine reale. Senza padding, un glissando inizia e termina nel centro della testa di ogni nota.
La funzione musicale \endSpanners
termina prematuramente l’estensore
che inizia nella nota immediatamente seguente. Viene terminato esattamente
dopo una nota o alla stanghetta seguente se to-barline
è impostato
su vero e c’è una stanghetta prima della nota successiva.
\relative c'' { \endSpanners c2 \startTextSpan c2 c2 \endSpanners c2 \< c2 c2 }
Quando si usa \endSpanners
non è necessario chiudere
\startTextSpan con \stopTextSpan, né è necessario chiudere le
forcelle con \!
.
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: TextSpanner, Glissando, VoiceFollower, TrillSpanner, line-spanner-interface.
5.4.7 Visibilità degli oggetti
Esistono quattro modi principali per regolare la visibilità degli oggetti della
formattazione: si può togliere il loro stampo, possono essere resi trasparenti,
possono essere colorati di bianco o si può sovrascrivere la loro proprietà
break-visibility
. Le prime tre sono valide per tutti gli oggetti
della formattazione; l’ultimo solo per alcuni, gli oggetti che possono essere
interrotti, o spezzati, (break, in inglese).
Il Manuale di apprendimento contiene un’introduzione a queste quattro tecniche
in
Visibilità e colore degli oggetti.
Esistono anche altre tecniche che sono specifiche di alcuni oggetti della formattazione. Queste sono trattate in Considerazioni speciali.
Soppressione dello stampo | ||
Rendere gli oggetti trasparenti | ||
Dipingere gli oggetti di bianco | ||
Uso di break-visibility | ||
Considerazioni speciali |
Soppressione dello stampo
Tutti gli oggetti della formattazione hanno una proprietà stencil
(in
italiano, stampo). Per impostazione predefinita questa è impostata sulla
funzione specifica che disegna quell’oggetto. Se questa proprietà viene
sovrascritta e impostata su #f
, non verrà richiamata alcuna funzione
e l’oggetto non verrà disegnato. L’azione predefinita può essere ripristinata
con \revert
.
a1 a \override Score.BarLine.stencil = ##f a a \revert Score.BarLine.stencil a a a
Questa operazione piuttosto comune ha una scorciatoia, \omit
:
a1 a \omit Score.BarLine a a \undo \omit Score.BarLine a a a
Rendere gli oggetti trasparenti
Tutti gli oggetti della formattazione hanno una proprietà transparent
la cui impostazione predefinita è #f
(falso). Se impostata su #t
(vero), l’oggetto occupa sempre lo spazio ma è reso invisibile.
a'4 a' \once \override NoteHead.transparent = ##t a' a'
Questa operazione piuttosto comune ha una scorciatoia, \hide
:
a'4 a' \once \hide NoteHead a' a'
Dipingere gli oggetti di bianco
Tutti gli oggetti della formattazione hanno una proprietà del colore il cui
valore predefinito è black
(nero). Se questa viene sovrascritta con
white
(bianco) l’oggetto non sarà più distinguibile dallo sfondo. Tuttavia
se l’oggetto attraversa altri oggetti, il colore dei punti di contatto saranno
determinati dall’ordine in cui sono disegnati, e ciò potrebbe lasciare
un’immagine “spettrale” dell’oggetto bianco, come mostrato qui:
\override Staff.Clef.color = #white a'1
Ciò può essere evitato cambiando l’ordine di stampa degli oggetti.
Tutti gli oggetti della formattazione hanno una proprietà layer
(strato) che deve essere impostata su un numero intero.
Gli oggetti col valore più basso di layer
sono disegnati
per primi, poi vengono disegnati quelli con valori via via più
alti, dunque gli oggetti con valori più alti stanno sopra gli
oggetti con valori più bassi. Per impostazione predefinita alla
maggior parte degli oggetti viene assegnato un valore di layer
pari a 1
, sebbene ad alcuni oggetti, tra cui StaffSymbol
e
BarLine
, sia assegnato un valore di 0
. L’ordine con cui
vengono stampati oggetti con lo stesso valore di layer
è indeterminato.
Nell’esempio precedente la chiave bianca, con un valore predefinito di
layer
di 1
, viene disegnato dopo le linee del rigo (il cui
valore predefinito di layer
è 0
), dunque sta sopra di esse.
Per cambiare tale comportamento, all’oggetto Clef
deve essere assegnato
un valore di layer
inferiore, per esempio -1
, in modo che
venga disegnato prima:
\override Staff.Clef.color = #white \override Staff.Clef.layer = #-1 a'1
Frammenti di codice selezionati
Uso della proprietà whiteout
Qualsiasi oggetto grafico può essere posizionato sopra uno sfondo
bianco per mascherare parti degli oggetti che si trovano sotto.
Ciò può essere utile per migliorare l’aspetto delle collisioni in
situazioni complesse in cui il riposizionamento degli oggetti è
troppo difficile. Bisogna impostare esplicitamente la proprietà
layer
(livello) per controllare quali oggetti debbano essere
mascherati dallo sfondo bianco.
In questo esempio la collisione della legatura di valore con l’indicazione
di tempo viene migliorata mascherando la parte della legatura che incrocia
l’indicazione di tempo impostando la proprietà whiteout
di
TimeSignature
. Per farlo si sposta TimeSignature
su un
livello superiore a Tie
, che viene lasciato al livello predefinito 1;
e StaffSymbol
viene spostato su un livello superiore a TimeSignature
in modo che non venga mascherato.
{ \override Score.StaffSymbol.layer = #4 \override Staff.TimeSignature.layer = #3 b'2 b'~ \once \override Staff.TimeSignature.whiteout = ##t \time 3/4 b' r4 }
Uso di break-visibility
La maggior parte degli oggetti della formattazione sono stampati una
volta sola, ma alcuni come le stanghette, le chiavi, le indicazioni
di tempo e le armature di chiave possono dover essere stampate
due volte quando si verifica un’interruzione di linea – una volta al
termine della linea e di nuovo all’inizio della linea successiva.
Tali oggetti, chiamati spezzabili, (dall’inglese breakable)
hanno una proprietà, break-visibility
, per regolare
la loro visibilità nelle tre posizioni in cui potrebbero apparire:
all’inizio di una linea, in mezzo a una linea se vengono modificati
e al termine di una linea se un cambiamento ha luogo lì.
Per esempio, l’indicazione di tempo viene stampata all’inizio della prima linea, ma da nessuna altra parte a meno che non cambi e allora verrà stampata nel punto in cui il cambiamento ha luogo. Se tale cambiamento si verifica al termine di una linea, la nuova indicazione di tempo verrà stampata all’inizio della linea successiva e un’indicazione di tempo di precauzione verrà stampata anche al termine della linea precedente.
Tale comportamento è regolato dalla proprietà break-visibility
, che
è spiegata in
Visibilità e colore degli oggetti. Questa proprietà
prende un vettore di tre valori booleani che, in ordine, determinano se
l’oggetto è stampato al termine, in mezzo o all’inizio di una linea. O, per
essere più precisi, prima di un’interruzione di linea, dove non c’è
un’interruzione di linea oppure dopo un’interruzione di linea.
Altrimenti, queste otto combinazoni possono essere specificate da funzioni predefinite, definite in ‘scm/output-lib.scm’, dove le ultime tre colonne indicano se gli oggetti della formattazione saranno visibili nelle posizioni mostrate nell’intestazione delle colonne:
Funzione
Forma
Prima di
Senza
Dopo
vettoriale
interruzione
interruzione
interruzione
all-visible
#(#t #t #t)
sì
sì
sì
begin-of-line-visible
#(#f #f #t)
no
no
sì
center-visible
#(#f #t #f)
no
sì
no
end-of-line-visible
#(#t #f #f)
sì
no
no
begin-of-line-invisible
#(#t #t #f)
sì
sì
no
center-invisible
#(#t #f #t)
sì
no
sì
end-of-line-invisible
#(#f #t #t)
no
sì
sì
all-invisible
#(#f #f #f)
no
no
no
Le impostazioni predefinite di break-visibility
dipendono dall’oggetto
della formattazione. La tabella seguente mostra tutti gli oggetti rilevanti
che sono influenzati da break-visibility
e l’impostazione predefinita
di questa proprietà:
Oggetto formattazione
Contesto abituale
Impostazione predefinita
BarLine
Score
calcolato
BarNumber
Score
begin-of-line-visible
BreathingSign
Voice
begin-of-line-invisible
Clef
Staff
begin-of-line-visible
Custos
Staff
end-of-line-visible
DoublePercentRepeat
Voice
begin-of-line-invisible
KeyCancellation
Staff
begin-of-line-invisible
KeySignature
Staff
begin-of-line-visible
ClefModifier
Staff
begin-of-line-visible
RehearsalMark
Score
end-of-line-invisible
TimeSignature
Staff
all-visible
L’esempio successivo mostra l’uso della forma vettoriale per regolare la visibilità delle stanghette:
\relative { f'4 g a b f4 g a b % Toglie la stanghetta al termine della linea corrente \once \override Score.BarLine.break-visibility = ##(#f #t #t) \break f4 g a b f4 g a b }
Sebbene tutti i componenti del vettore usati per sovrascrivere
break-visibility
debbano essere presenti, non tutti sono
funzionanti con qualsiasi oggetto della formattazione, e alcune
combinazioni potrebbero perfino dare errore. Esistono le seguenti
limitazioni:
- Non è possibile stampare le stanghette all’inizio di una linea.
- Un numero di battuta non può essere stampato all’inizio della prima
linea a meno che non sia impostato per essere diverso da
1
. - Clef – vedi la sezione successiva.
- Le ripetizioni percentuali doppie sono o tutte stampate o
tutte soppresse.
Usare
begin-of-line-invisible
per stampare eall-invisible
per sopprimere. - Key signature – vedi la sezione successiva.
- ClefModifier – vedi la sezione successiva.
Considerazioni speciali
Visibilità dopo un cambio esplicito
La proprietà break-visibility
controlla la visibilità delle
armature di chiave e dei cambi di chiave solo all’inizio delle linee,
ovvero dopo un’interruzione di linea. Non ha effetto sulla visibilità
dell’armatura di chiave o della chiave che seguono un cambio esplicito
dell’armatura o della chiave all’interno o alla fine di una linea.
Nell’esempio seguente l’armatura di chiave che segue il cambio esplicito
a Si bemolle maggiore è ancora visibile, anche se all-invisible
è impostata.
\relative { \key g \major f'4 g a b % Tentativo di eliminazione di tutte le armature di chiave \override Staff.KeySignature.break-visibility = #all-invisible \key bes \major f4 g a b \break f4 g a b f4 g a b }
La visibilità di questi cambi espliciti di armatura e di chiave è
controllata dalle proprietà explicitKeySignatureVisibility
e
explicitClefVisibility
. Sono equivalenti alla proprietà
break-visibility
e prendono entrambe come argomento un vettore
di tre booleani o le funzioni predefinite elencate prima, proprio
come break-visibility
. Entrambe le proprietà appartengono al
contesto Staff, non agli oggetti della formattazione stessi, dunque
si impostano col comando \set
. La loro impostazione predefinita
è all-visible
. Queste proprietà regolano solo la visibilità
di armature di chiave e chiavi risultanti da cambi espliciti e non
quelli all’inizio delle linee; per eliminare questi ultimi bisogna
sempre sovrascrivere break-visibility
nell’oggetto appropriato.
\relative { \key g \major f'4 g a b \set Staff.explicitKeySignatureVisibility = #all-invisible \override Staff.KeySignature.break-visibility = #all-invisible \key bes \major f4 g a b \break f4 g a b f4 g a b }
Visibilità dei bequadri
Per eliminare i bequadri stampati su un cambio di chiave esplicito,
impostare la proprietà del contesto Staff printKeyCancellation
su #f
:
\relative { \key g \major f'4 g a b \set Staff.explicitKeySignatureVisibility = #all-invisible \set Staff.printKeyCancellation = ##f \override Staff.KeySignature.break-visibility = #all-invisible \key bes \major f4 g a b \break f4 g a b f4 g a b }
Con queste modifiche restano solo le alterazioni accanto alle note per indicare il cambio di armatura.
Nota bene che quando si cambia l’armatura su Do maggiore o La minore
i bequadri sono l’unica indicazione del cambio di chiave. In questo
caso impostando printKeyCancellation
su #f
non si ottiene
alcun effetto:
\relative { \key g \major f'4 g a b \set Staff.explicitKeySignatureVisibility = #all-invisible \set Staff.printKeyCancellation = ##f \key c \major f4 g a b \break f4 g a b f4 g a b }
Per sopprimere i bequadri anche quando la tonalità passa a
Do maggiore o La minore, sovrascrivere la
visibilità del grob KeyCancellation
:
\relative { \key g \major f'4 g a b \set Staff.explicitKeySignatureVisibility = #all-invisible \override Staff.KeyCancellation.break-visibility = #all-invisible \key c \major f4 g a b \break f4 g a b f4 g a b }
Battute automatiche
In un caso particolare, la stampa delle stanghette può essere disattivata
impostando la proprietà automaticBars
nel contesto Score. Se impostata
su #f
, le stanghette non verranno stampate automaticamente; devono
invece essere create esplicitamente con un comando \bar
. Diversamente
dal comando predefinito \cadenzaOn
, le misure vengono comunque contate.
La generazione delle battute riprenderà in base a quel conteggio se questa
proprietà viene poi impostata su #t
. Se impostata su #f
, le
interruzioni di linea possono trovarsi solo su comandi \bar
espliciti.
Chiavi trasposte
Il piccolo simbolo di trasposizione sulle chiavi trasposte è prodotto
dall’oggetto di formattazione ClefModifier
. La sua visibilità
è ereditata automaticamente dall’oggetto Clef
, dunque non è necessario
applicare una modifica di break-visibility
agli oggetti ClefModifier
per sopprimere i simboli di trasposizione per le chiavi invisibili.
Per cambi di chiave espliciti, la proprietà explicitClefVisibility
regola sia il simbolo della chiave che qualsiasi simbolo di trasposizione
ad esso associato.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti.
5.4.8 Stili della linea
Alcune indicazioni esecutive, come rallentando, accelerando e trilli sono scritte in forma testuale e sono estese per varie misure tramite delle linee, talvolta puntate o ondulate.
Queste usano tutte le stesse routine del glissando per disegnare i
testi e le linee, dunque il loro comportamento viene modificato nello
stesso modo. Viene fatto con un estensore, e la routine responsabile
del disegno degli estensori è ly:line-spanner::print
. Questa
routine determina la posizione esatta dei due punti di estensione e
disegna una linea tra loro, nello stile richiesto.
Ecco un esempio che mostra i vari stili di linea disponibili, e come impostarli..
\relative { d''2 \glissando d'2 \once \override Glissando.style = #'dashed-line d,2 \glissando d'2 \override Glissando.style = #'dotted-line d,2 \glissando d'2 \override Glissando.style = #'zigzag d,2 \glissando d'2 \override Glissando.style = #'trill d,2 \glissando d'2 }
I punti delle estremità dell’estensore sono calcolati al volo per ogni oggetto grafico, ma è possibile sovrascriverli:
\relative { e''2 \glissando f \once \override Glissando.bound-details.right.Y = #-2 e2 \glissando f }
Il valore di Y
è impostato su -2
per l’estremità
destra. Quella sinistra può essere aggiustata ugualmente specificando
left
invece di right
.
Se Y
non è impostata, il valore è calcolato a partire dalla posizione
verticale dei punti di attacco sinistro e destro dell’estensore.
Sono possibili altre modifiche degli estensori; maggiori dettagli in Estensori.
5.4.9 Rotazione degli oggetti
Sia gli oggetti della formattazione che il testo compreso in un blocco markup possono essere ruotati di qualsiasi angolo in quasi qualsiasi punto, ma il metodo per farlo cambia.
Rotazione degli oggetti della formattazione | ||
Rotazione del testo |
Rotazione degli oggetti della formattazione
Tutti gli oggetti della formattazione che supportano l’interfaccia
grob-interface
possono essere ruotati impostando la loro
proprietà rotation
. Questa prende come argomento una lista
di tre elementi: l’angolo di rotazione in senso antiorario, e le
coordinate x e y del punto relativo al punto di riferimento dell’oggetto
intorno al quale si deve eseguire la rotazione. L’angolo di rotazione
è specificato in gradi e le coordinate in spazi rigo.
L’angolo di rotazione e le coordinate del punto di rotazione devono essere determinate per prova e errore.
Esistono solo poche situazioni in cui la rotazione degli oggetti della formattazione è utile; l’esempio seguente ne mostra uno:
g4\< e' d'' f''\! \override Hairpin.rotation = #'(15 -1 0) g4\< e' d'' f''\!
Rotazione del testo
Tutto il testo in un blocco \markup
può essere ruotato di qualsiasi
angolo facendolo precedere dal comando \rotate
. Il comando prende
due argomenti: l’angolo di rotazione in gradi in senso antiorario e il
testo da ruotare. Le estensioni del testo non sono ruotate: prendono il
loro valore dagli estremi delle coordinate x e y del testo ruotato.
Nell’esempio seguente la proprietà outside-staff-priority
del testo
è impostata su #f
per disabilitare l’elusione automatica delle collisioni,
che spingerebbe parte del testo troppo in alto.
\override TextScript.outside-staff-priority = ##f g4^\markup { \rotate #30 "un Sol" } b^\markup { \rotate #30 "un Si" } des'^\markup { \rotate #30 "un Re bemolle" } fis'^\markup { \rotate #30 "un Fa diesis" }
5.5 Ritocchi avanzati
Questa sezione discute i vari approcci che permettono di migliorare l’aspetto delle partiture.
5.5.1 Allineamento degli oggetti | ||
5.5.2 Raggruppamento verticale dei grob | ||
5.5.3 Modifica degli stampi | ||
5.5.4 Modifica delle forme | ||
5.5.5 Modifica degli estensori spezzati | ||
5.5.6 Contenitori unpure-pure |
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Modifica dell'output, Altre fonti di informazione.
Guida alla notazione: Come funziona la Guida al funzionamento interno, Modifica delle proprietà.
Estendere LilyPond: Interfaces for programmers.
File installati: ‘scm/define-grobs.scm’.
Frammenti: Tweaks and overrides.
Guida al funzionamento interno: All layout objects.
5.5.1 Allineamento degli oggetti
Gli oggetti grafici che supportano l’interfaccia self-alignment-interface
e/o l’interfaccia side-position-interface
possono essere allineati a un
oggetto disposto precedentemente in vari modi. L’elenco di questi oggetti è
consultabile in
self-alignment-interface e
side-position-interface.
Tutti gli oggetti grafici hanno un punto di riferimento, un’estensione orizzontale e una verticale. L’estensione orizzontale è una coppia di numeri che determina gli spostamenti dal punto di riferimento dei margini sinistro e destro (gli spostamenti a sinistra sono negativi). L’estensione verticale è una coppia di numeri che determina lo spostamento dal punto di riferimento ai margini inferiore e superiore (gli spostamenti in giù sono negativi).
La posizione di un oggetto su un rigo è dato dai valori delle proprietà
X-offset
e Y-offset
. Il valore di X-offset
dà lo
spostamento dalla coordinata X del punto di riferimento dell’oggetto genitore,
mentre il valore di Y-offset
dà lo spostamento dalla linea centrale del
rigo. I valori di X-offset
e Y-offset
possono essere impostati
direttamente oppure possono essere impostati per essere calcolati dalle
procedure in modo da consentire un allineamento con l’oggetto genitore.
Nota: Molti oggetti hanno speciali questioni di posizionamento che fanno
sì che qualsiasi impostazione di X-offset
o Y-offset
sia
ignorata o modificata, anche se l’oggetto supporta l’interfaccia
self-alignment-interface
. Sovrascrivendo le proprietà X-offset
o Y-offset
su un valore fisso la rispettiva proprietà
self-alignment
verrà ignorata.
Per esempio, un’alterazione può essere riposizionata verticalmente impostando
Y-offset
ma qualsiasi modifica di X-offset
non avrà effetto.
I segni di chiamata possono essere allineati con oggetti spezzabili come
stanghette, simboli di chiave, simboli di indicazione di tempo e armature
di chiave. Ci sono proprietà speciali elencate nell’interfaccia
break-aligned-interface
per posizionare i segni di chiamata su tali
oggetti.
Vedi anche
Guida alla notazione:
Uso di break-alignable-interface
.
Estendere LilyPond: Callback functions.
Impostazione diretta di X-offset e Y-offset | ||
Uso di side-position-interface | ||
Uso di self-alignment-interface | ||
Uso di break-alignable-interface |
Impostazione diretta di X-offset
e Y-offset
Si possono assegnare valori numerici alle prietà X-offset
e
Y-offset
di molti oggetti. L’esempio seguente mostra tre note
con la posizione predefinita della diteggiatura e le posizioni con X-offset
e Y-offset
modificate.
a'-3 a' -\tweak X-offset #0 -\tweak Y-offset #0 -3 a' -\tweak X-offset #-1 -\tweak Y-offset #1 -3
Uso di side-position-interface
Un oggetto che supporta l’interfaccia side-position-interface
può
essere posizionato accanto al suo oggetto genitore in modo che i margini
indicati dei due oggetti si tocchino. L’oggetto può essere posizionato
sopra, sotto, a destra o a sinistra dell’oggetto genitore. Quest’ultimo
non può essere specificato; è invece determinato dall’ordine degli elementi
nel flusso di input. La maggior parte degli oggetti ha la testa di nota
associata come oggetto genitore.
I valori delle proprietà side-axis
e direction
determinano
dove l’oggetto deve essere posizionato, in questo modo:
Proprietà
side-axis
Proprietà
direction
Posizionamento
0
-1
sinistra
0
1
destra
1
-1
sotto
1
1
sopra
Quando side-axis
è 0
, X-offset
deve essere impostato
sulla procedura ly:side-position-interface::x-aligned-side
.
Questa procedura restituirà il valore corretto di X-offset
per
porre l’oggetto al lato sinistro o destro dell’oggetto genitore in base
al valore di direction
.
Quando side-axis
è 1
, Y-offset
deve essere impostato
sulla procedura ly:side-position-interface::y-aligned-side
.
Questa procedura restituirà il valore corretto di Y-offset
per
porre l’oggetto sopra o sotto l’oggetto genitore in base al valore di
direction
.
Uso di self-alignment-interface
Autoallineamento orizzontale degli oggetti
L’allineamento orizzontale di un oggetto che supporta l’interfaccia
self-alignment-interface
è regolato dal valore della proprietà
self-alignment-X
, purché la proprietà X-offset
dell’oggetto
sia impostata su ly:self-alignment-interface::x-aligned-on-self
.
A self-alignment-X
può essere assegnato qualsiasi numero reale,
in unità di metà del totale dell’estensione X dell’oggetto. Valori
negativi spostano l’oggetto a destra, valori positivi lo spostano a
sinistra. Un valore di 0
centra l’oggetto sul punto di riferimento
del suo oggetto genitore, un valore di -1
allinea il margine
sinistro dell’oggetto al punto di riferimento del suo genitore, e un
valore di 1
allinea il margine destro dell’oggetto al punto di
riferimento del suo genitore. I simboli LEFT
, CENTER
e
RIGHT
possono essere usati al posto dei valori -1
,
0
e 1
, rispettivamente.
Normalmente si usa il comando \override
per modificare il valore
di self-alignment-X
, ma il comando \tweak
può essere utile
per allineare separatamente varie annotazioni su una singola nota:
a' -\tweak self-alignment-X #-1 ^"allineato a sinistra" -\tweak self-alignment-X #0 ^"allineato al centro" -\tweak self-alignment-X #RIGHT ^"allineato a destra" -\tweak self-alignment-X #-2.5 ^"allineato ancora più a destra"
Autoallineamento verticale degli oggetti
Gli oggetti possono essere allineati verticalmente in un modo analogo
al loro allineamento orizzontale se la proprietà Y-offset
è
impostata su ly:self-alignment-interface::y-aligned-on-self
.
Tuttavia altri meccanismi sono spesso implicati nell’allineamento
verticale: il valore di Y-offset
è solo una delle variabili
da prendere in considerazione. Ciò potrebbe rendere complicato
l’aggiustamento del valore di alcuni oggetti.
Le unità sono soltanto la metà dell’estensione verticale dell’oggetto, che
è di solito piuttosto piccola, dunque potrebbero essere necessari grossi
numeri. Un valore di -1
allinea il margine inferiore dell’oggetto
al punto di riferimento dell’oggetto genitore, un valore di 0
allinea il centro dell’oggetto al punto di riferimento del genitore,
e un valore di 1
allinea il margine superiore dell’oggetto
al punto di riferimento del genitore. I simboli DOWN
,
CENTER
e UP
possono essere usati al posto di -1
,
0
e 1
, rispettivamente.
Autoallineamento degli oggetti in entrambe le direzioni
Impostando sia X-offset
che Y-offset
, un oggetto può essere
allineato in entrambe le direzioni simultaneamente.
L’esempio seguente mostra come aggiustare un segno di diteggiatura in modo che stia vicino alla testa di nota.
a' -\tweak self-alignment-X #0.5 % sposta orizzontalmente a sinistra -\tweak Y-offset #ly:self-alignment-interface::y-aligned-on-self -\tweak self-alignment-Y #-1 % sposta verticalmente in su -3 % terzo dito
Uso di break-alignable-interface
I segni di chiamata e i numeri di battuta possono essere allineati con oggetti
della notazione diversi dalle stanghette. Questi oggetti comprendono
ambitus
, breathing-sign
, clef
, custos
, staff-bar
,
left-edge
, key-cancellation
, key-signature
e
time-signature
.
Ogni tipo di oggetto ha il suo punto di riferimento predefinito, al quale i segni di chiamata sono allineati:
% Il segno di chiamata sarà allineato al margine destro della chiave \override Score.RehearsalMark.break-align-symbols = #'(clef) \key a \major \clef treble \mark "↓" e'1 % Il segno di chiamata sarà allineato al margine sinistro dell'indicazione di tempo \override Score.RehearsalMark.break-align-symbols = #'(time-signature) \key a \major \clef treble \time 3/4 \mark "↓" e'2. % Il segno di chiamata sarà centrato sul segno di respiro \override Score.RehearsalMark.break-align-symbols = #'(breathing-sign) \key a \major \clef treble \time 4/4 e'1 \breathe \mark "↓"
Si può specificare un elenco dei possibili oggetti a cui allineare. Se
alcuni oggetti sono invisibili in quel punto a causa dell’impostazione
di break-visibility
o di impostazioni esplicite della visibilità
di tonalità e chiavi, il segno di chiamata o il numero di battuta viene
allineato al primo oggetto dell’elenco che è visibile. Se nessun oggetto
dell’elenco è visibile, l’oggetto è allineato alla stanghetta. Se la
stanghetta è invisibile, l’oggetto viene allineato al punto in cui si
dovrebbe trovare la stanghetta.
% Il segno di chiamata sarà allineato al margine destro dell'armatura di chiave \override Score.RehearsalMark.break-align-symbols = #'(key-signature clef) \key a \major \clef treble \mark "↓" e'1 % Il segno di chiamata sarà allineato al margine destro della chiave \set Staff.explicitKeySignatureVisibility = #all-invisible \override Score.RehearsalMark.break-align-symbols = #'(key-signature clef) \key a \major \clef bass \mark "↓" gis,1 % Il segno di chiamata sarà centrato sopra la stanghetta \set Staff.explicitKeySignatureVisibility = #all-invisible \set Staff.explicitClefVisibility = #all-invisible \override Score.RehearsalMark.break-align-symbols = #'(key-signature clef) \key a \major \clef treble \mark "↓" e'1
L’allineamento del segno di chiamata relativo all’oggetto della notazione può essere modificato, come evidenziato nell’esempio seguente. In una partitura con molteplici righi, questa impostazione deve essere fatta per tutti i righi.
% Il segno di chiamata sarà allineato al margine destro dell'armatura di chiave \override Score.RehearsalMark.break-align-symbols = #'(key-signature) \key a \major \clef treble \time 4/4 \mark "↓" e'1 % Il segno di chiamata sarà centrato sopra l'armatura di chiave \once \override Score.KeySignature.break-align-anchor-alignment = #CENTER \mark "↓" \key a \major e'1 % Il segno di chiamata sarà allineato al margine sinistro dell'armatura di chiave \once \override Score.KeySignature.break-align-anchor-alignment = #LEFT \key a \major \mark "↓" e'1
Il segno di chiamata può anche essere spostato a destra o a sinistra del margine sinistro di una quantità arbitraria. Le unità sono gli spazi rigo:
% Il segno di chiamata sarà allineato al margine sinistro dell'armatura di chiave % e poi spostato a destra di 3.5 spazi rigo \override Score.RehearsalMark.break-align-symbols = #'(key-signature) \once \override Score.KeySignature.break-align-anchor = #3.5 \key a \major \mark "↓" e'1 % Il segno di chiamata sarà allineato al margine sinistro dell'armatura di chiave % e poi spostato a sinistra di 2 spazi rigo \once \override Score.KeySignature.break-align-anchor = #-2 \key a \major \mark "↓" e'1
5.5.2 Raggruppamento verticale dei grob
I grob VerticalAlignment e VerticalAxisGroup lavorano insieme. VerticalAxisGroup raggruppa insieme diversi grob come Staff, Lyrics, etc. VerticalAlignment quindi allinea verticalmente i diversi grob raggruppati insieme da VerticalAxisGroup. Di solito è presente un solo VerticalAlignment per partitura ma ogni Staff, Lyrics, etc. ha il suo VerticalAxisGroup.
5.5.3 Modifica degli stampi
Tutti gli oggetti della formattazione hanno una proprietà stencil
che
fa parte dell’interfaccia grob-interface
. Per impostazione predefinita,
questa proprietà è solitamente impostata su una funzione specifica per l’oggetto
per cui è concepita in modo da creare il simbolo che lo rappresenta nell’output.
Per esempio, l’impostazione standard della proprietà stencil
dell’oggetto
MultiMeasureRest
è ly:multi-measure-rest::print
.
Il simbolo standard di qualsiasi oggetto può essere sostituito modificando la
proprietà stencil
perché faccia riferimento a una procedura diversa
e scritta appositamente. Ciò richiede una profonda conoscenza del funzionamento
interno di LilyPond, ma esiste un modo più semplice che spesso è in grado di
produrre risultati accettabili.
Si tratta di impostare la proprietà stencil
sulla procedura che stampa
testo – ly:text-interface::print
– e aggiungere una proprietà
text
all’oggetto impostato per contenere il testo markup che produce
il simbolo richiesto. Grazie alla flessibilità di markup, si può ottenere
molto – vedi in particolare Notazione grafica nel blocco markup.
L’esempio seguente illustra questa procedura cambiando il simbolo della testa di nota con una croce iscritta in un cerchio.
XinO = { \once \override NoteHead.stencil = #ly:text-interface::print \once \override NoteHead.text = \markup { \combine \halign #-0.7 \draw-circle #0.85 #0.2 ##f \musicglyph "noteheads.s2cross" } } \relative { a' a \XinO a a }
Qualsiasi glifo Feta usato nel font Emmentaler può essere passato al
comando markup \musicglyph
– vedi Il font Emmentaler.
I file ‘EPS’ e i comandi Postscript possono essere inseriti entrambi nel
corpo del testo con i comandi markup \epsfile
e \postscript
–
vedi Graphic.
Vedi anche
Guida alla notazione: Notazione grafica nel blocco markup, Formattazione del testo, Comandi per markup, Il font Emmentaler, Graphic.
5.5.4 Modifica delle forme
Modifica di legature di valore e di portamento |
Modifica di legature di valore e di portamento
Le legature, siano esse di valore (Tie
), di portamento (Slur
),
di frase (PhrasingSlur
), di laisser-vibrer (LaissezVibrerTie
)
o di valore ripetute (RepeatTie
), sono tutte disegnate come curve Bézier
di terzo ordine. Se la forma della legatura di valore o di frase che viene
calcolata automaticamente non è ottimale, può essere modificata manualmente
in due modi:
- specificando di quanto spostare i punti di controllo della curva Bézier calcolata automaticamente, o
- specificando esplicitamente le posizioni dei quattro punti di controllo richiesti per definire la curva desiderata.
Entrambi i metodi sono spiegati di seguito. Il primo metodo è più adatto se sono necessari solo piccoli aggiustamenti alla curva; il secondo può essere migliore per creare curve che riguardano soltanto una singola nota.
Curve Bézier cubiche
Le curve Bézier di terzo ordine o cubiche sono definite da quattro punti di controllo. Il primo e il quarto punto di controllo sono esattamente i punti di inizio e fine della curva. I due punti intermedi definiscono la forma. Sul web si trovano delle animazioni che mostrano come viene disegnata la curva, ma la seguente descrizione e immagine può comunque essere utile. La curva inizia dal primo punto di controllo e si dirige verso il secondo, piegandosi gradualmente per arrivare al terzo e poi al quarto, arrivando lì direttamente dal terzo punto di controllo. La curva è contenuta interamente nel quadrilatero definito dai quattro punti di controllo.
Traslazioni, rotazioni e ridimensionamenti dei punti di controllo risultano tutti esattamente nelle stesse operazioni sulla curva.
Specificare gli spostamenti dai punti di controllo correnti
In questo esempio la disposizone automatica della legatura di valore non è
ottimale, e \tieDown
non sarebbe di aiuto.
<< { e'1~ 1 } \\ \relative { r4 <g' c,> <g c,> <g c,> } >>
Cambiando i punti di controllo della legatura con \shape
consente di
evitare le collisioni.
La sintassi di \shape
è
[-]\shape spostamenti elemento
Questo comando riposiziona i punti di controllo di elemento di quanto
indicato da spostamenti. L’argomento spostamenti è una lista
di coppie di numeri o una lista di tali liste. Ogni elemento di una coppia
rappresenta lo spostamento di una delle coordinate di un punto di controllo.
Se elemento è una stringa, il risultato è \once\override
per il
tipo di grob specificato. Se elemento è un’espressione musicale, il
risultato è la stessa espressione musicale con un’appropriata modifica.
In altre parole, la funzione \shape
può comportarsi come un comando
\once\override
o un comando \tweak
a seconda che l’argomento
elemento sia il nome di un grob, come “Slur”, o un’espressione
musicale, come “(”. L’argomento spostamenti specifica gli
sfasamenti dei quattro punti di controllo nella forma di una lista di
quattro coppie di valori (dx . dy) in unità di spazi rigo (o una lista
di tali liste se la curva ha più di un segmento).
Il trattino iniziale è richiesto se e solo se si usa la forma con
\tweak
.
Dunque usando lo stesso esempio precedente e la forma \once\override
di \shape
, il seguente comando alzerà la legatura di valore di
metà spazio rigo:
<< { \shape #'((0 . 0.5) (0 . 0.5) (0 . 0.5) (0 . 0.5)) Tie e'1~ 1 } \\ \relative { r4 <g' c,> <g c,> <g c,> } >>
Questo posizionamento è migliore, ma forse dovrebbe essere alzato di più
al centro, come viene fatto nel prossimo esempio, dove stavolta si usa
la forma alternativa \tweak
:
<< { e'1-\shape #'((0 . 0.5) (0 . 1) (0 . 1) (0 . 0.5)) ~ e' } \\ \relative { r4 <g' c,> <g c,> <g c,> } >>
Per facilitare il processo di modifica viene fornita la funzione \vshape
.
Il suo nome vuol dire visual shape (forma visiva): si comporta esattamente
come \shape
, con la differenza che vengono mostrati anche i punti di
controllo e il poligono.
\relative { c''8(\( a) e4 gis a\) \vshape #'((0 . -0.3) (0.5 . -0.2) (0.5 . -0.3) (0 . -0.7)) PhrasingSlur c8(\( a) e4 gis a\) }
Si consiglia di cominciare con \vshape
e aggiustare i valori finché
non si ottiene una curva soddisfacente, quindi si può semplicemente togliere
la lettera “v” in \vshape
.
Si possono ridefinire anche due curve diverse che iniziano nello stesso momento musicale:
\relative { c''8(\( a) a'4 e c\) \shape #'((0.7 . -0.4) (0.5 . -0.4) (0.3 . -0.3) (0 . -0.2)) Slur \shape #'((0 . 0) (0 . 0.5) (0 . 0.5) (0 . 0)) PhrasingSlur c8(\( a) a'4 e c\) }
La funzione \shape
può sostituire anche i punti di controllo di
curve che si estendono oltre le interruzioni di linea. A ogni pezzo
della curva spezzata può essere assegnata la sua lista di spostamenti.
Se non sono necessarie delle modifiche a un segmento in particolare,
la lista vuota può servire come segnaposto. In questo esempio l’interruzione
di linea fa sembrare doppia la legatura di portamento singola:
\relative { c'4( f g c \break d,4 c' f, c) }
Cambiando le forme delle due metà della legatura di portamento diventa più chiaro che la legatura continua oltre l’interruzione di linea:
% () può essere usato come una scorciatoia per ((0 . 0) (0 . 0) (0 . 0) (0 . 0)) % nel caso in cui uno dei segmenti non necessiti di modifiche \relative c' { \shape #'( (( 0 . 0) (0 . 0) (0 . 0) (0 . 1)) ((0.5 . 1.5) (1 . 0) (0 . 0) (0 . -1.5)) ) Slur c4( f g c \break d,4 c' f, c) }
Se è richiesta una curva a forma di S, bisogna sempre definire manualmente i punti di controllo — LilyPond non sceglierà mai tali forme automaticamente.
\relative c'' { c8( e b-> f d' a e-> g) \shape #'((0 . -1) (5.5 . -0.5) (-5.5 . -10.5) (0 . -5.5)) PhrasingSlur c8\( e b-> f d' a e-> g\) }
Specificare i punti di controllo esplicitamente
Le coordinate dei punti di controllo della curva di Bézier sono specificate in unità di spazi rigo. La coordinata X è relativa al punto di riferimento della nota a cui la legatura si attacca, mentre la coordinata Y è relativa alla linea centrale del rigo. Le coordinate sono specificate come una lista di quattro coppie di numeri decimali (reali). Un possibile approccio consiste nel valutare prima le coordinate delle due estremità e poi indovinare i due punti intermedi. I valori ottimali vengono quindi trovati per tentativi. Tenere conto del fatto che, in caso di ulteriori modifiche alla musica o alla formattazione, questi valori potrebbero dover essere nuovamente cambiati manualmente.
Una situazione in cui è preferibile specificare i punti di controllo esplicitamente invece di specificarne gli spostamenti è quella in cui devono essere indicati per una singola nota. Il prossimo esempio mostra un modo in cui rappresentare una legatura di portamento che si estende nelle sezioni alternative di una volta.
\relative { c''1 \repeat volta 3 { c4 d( e f } \alternative { \volta 1 { g2) d } \volta 2 { g2 % crea una legatura di portamento e spostala in una nuova posizione % il <> è solamente un accordo vuoto che serve a terminare la legatura -\tweak control-points #'((-2 . 3.8) (-1 . 3.9) (0 . 4) (1 . 3.4)) ( <> ) f, } \volta 3 { e'2 % crea una legatura di portamento e spostala in una nuova posizione -\tweak control-points #'((-2 . 3) (-1 . 3.1) (0 . 3.2) (1 . 2.4)) ( <> ) f, } } }
Problemi noti e avvertimenti
Non è possibile modificare le forme di legature di valore e di portamento
cambiando la proprietà control-points
se ci sono molteplici legature
nello stesso momento musicale – anche il comando \tweak
non funzionerà
in questo caso. Tuttavia si può sovrascrivere la proprietà
tie-configuration
di TieColumn
per impostare l’inizio della linea
e la direzione come desiderato.
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: TieColumn.
5.5.5 Modifica degli estensori spezzati
Uso di \alterBroken |
Uso di \alterBroken
Quando un estensore va a capo o si spezza, ciascun pezzo eredita gli
attributi dell’estensore originario. Dunque la normale modifica di
un estensore spezzato applica le stesse modifiche a ciascuno dei
suoi segmenti. Nell’esempio successivo, la sovrascrittura di
thickness
agisce sulla legatura di portamento su entrambi
i lati rispetto all’interruzione di linea.
\relative c'' { r2 \once\override Slur.thickness = 10 c8( d e f \break g8 f e d) r2 }
È possibile modificare indipendentemente l’aspetto di singoli pezzi
di un estensore spezzato col comando \alterBroken
. Questo
può generare sia un \override
che un \tweak
della
proprietà di un estensore.
La sintassi di \alterBroken
è:
[-]\alterBroken proprietà valori elemento
L’argomento valori è una lista di valori, uno per ogni pezzo
spezzato. Se elemento è il nome di un grob come Slur
o
Staff.PianoPedalBracket
, il risultato è un \override
del tipo di grob specificato. Se elemento è un’espressione
musicale come “(” o “[”, il risultato è la stessa espressione
musicale modificata da un comando \tweak
.
Il trattino iniziale è richiesto nella forma \tweak
. Non aggiungerlo
se \alterBroken
viene usato come un \override
.
Nel suo uso come \override
, \alterBroken
può essere
preceduto da \once
o \temporary
e ripristinato con
\revert
seguito da proprietà
(vedi
Intermediate substitution functions).
Il codice seguente applica un \override
indipendente a ciascun
segmento della legatura di portamento dell’esempio precedente:
\relative c'' { r2 \alterBroken thickness #'(10 1) Slur c8( d e f \break g8 f e d) r2 }
Il comando \alterBroken
può essere usato con qualsiasi oggetto estensore,
inclusi Tie
, PhrasingSlur
, Beam
e TextSpanner
. Per
esempio, un editor che stia preparando un’edizione colta potrebbe voler indicare
l’assenza di parte di una legatura di frase in un manoscritto tratteggiando
solo il segmento che è stato aggiunto. L’esempio seguente mostra come farlo,
in questo caso usando la forma \tweak
del comando:
% Si usa per convenienza la lista vuota, perché è l'impostazione % predefinita di dash-definition, producendo così una curva continua. \relative { c''2-\alterBroken dash-definition #'(() ((0 1.0 0.4 0.75))) \(e \break g2 e\) }
È importante comprendere che \alterBroken
imposterà ogni pezzo di
un estensore spezzato sul valore corrispondente specificato in
valori. Quando il numero di valori è inferiore a quello dei pezzi,
a qualsiasi pezzo ulteriore sarà assegnata una lista vuota. Ciò potrebbe
portare a risultati indesiderati se la proprietà di formattazione non è
impostata su una lista vuota per impostazione predefinita. In tali casi,
a ogni segmento deve essere assegnato un valore appropriato.
Problemi noti e avvertimenti
Le interruzioni di linea possono verificarsi in punti diversi in seguito
a modifiche della formattazione. Le impostazioni scelte per \alterBroken
potrebbero non essere più adatte per un estensore che non va più a capo o è
diviso in più segmenti di prima. Per proteggersi da questa situazione
conviene fare un uso esplicito di \break
.
Il comando \alterBroken
non funziona nel caso di proprietà dell’estensore
a cui si accede prima di line-breaking, come direction
.
Vedi anche
Estendere LilyPond: Difficult tweaks.
[ << Modifica delle impostazioni predefinite ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Tabelle del manuale della notazione >> ] |
[ < Uso di alterBroken ] | [ Su : Ritocchi avanzati ] | [ Uso delle funzioni musicali > ] |
5.5.6 Contenitori unpure-pure
Nota: Sebbene questa sottosezione rifletta lo stato corrente, l’esempio dato è discutibile e non mostra alcun effetto.
I contenitori unpure-pure (impuri-puri) sono utili per sovrascrivere i calcoli
di spaziatura dell’asse Y – in particolare Y-offset
e
Y-extent
– tramite una funzione Scheme invece che con un numero o una
coppia di numeri.
Per alcuni grob, il cui Y-extent
è basato sulla proprietà stencil
,
sovrascrivere tale proprietà renderà necessario un’ulteriore sovrascrittura di
Y-extent
tramite un contenitore unpure-pure.
Quando una funzione sovrascrive Y-offset
e/o Y-extent
, si presume
che ciò innescherà il calcolo delle interruzioni di linea troppo presto durante
la compilazione. Dunque la funzione non viene affatto calcolata (e di solito
restituirà un valore di ‘0’ o ‘'(0 . 0)’) e ciò può causare delle
collisioni. Una funzione ‘pure’ (pura) non avrà effetto su proprietà,
oggetti o “suicidi” dei grob e quindi tutto ciò che è collegato al suo
asse Y sarà sempre calcolato correttamente.
Attualmente, ci sono circa trenta funzioni che sono già considerate ‘pure’ e i contenitori unpure-pure sono un modo per impostare le funzioni non ancora presenti in questa lista come ‘pure’. La funzione ‘pure’ viene calcolata prima di qualsiasi interruzione di linea e quindi la spaziatura orizzontale può essere regolata “in tempo”. La funzione ‘unpure’ viene invece calcolata dopo le interruzioni di linea.
Nota: Dato che è difficile sapere sempre quali funzioni si trovano in
questa lista, consigliamo a chi crea funzioni ‘pure’ di non usare i
grob Beam
o VerticalAlignment
.
Un contenitore unpure-pure viene costruito nel modo seguente:
(ly:make-unpure-pure-container f0 f1)
dove f0
è una funzione che prende n argomenti (n >= 1)
e il primo argomento deve sempre essere il grob. Questa è la funzione che
restituisce il vero risultato. f1 è la funzione etichettata come
‘pure’ che prende n + 2 argomenti. Di nuovo, il primo argomento
deve sempre essere il grob, ma il secondo e il terzo sono il punto di
partenza, ‘start’, e quello di arrivo, ‘end’.
start e end sono, per tutti gli intenti e scopi, valori
fittizi che contano solo per gli estensori, o Spanners
, (ovvero
Hairpin
o Beam
), che possono restituire calcoli diversi
dell’altezza in base a una colonna di inizio e di fine.
Il resto sono altri argomenti della prima funzione (che potrebbero essere nessuno se n = 1).
I risultati della seconda funzione sono usati come un’approssimazione del valore necessario che viene poi usato dalla prima funzione per ottenere il valore reale, che viene infine usato per la messa a punto, molto più tardi nel corso del processo di spaziatura.
#(define (square-line-circle-space grob) (let* ((pitch (ly:event-property (ly:grob-property grob 'cause) 'pitch)) (notename (ly:pitch-notename pitch))) (if (= 0 (modulo notename 2)) (make-circle-stencil 0.5 0.0 #t) (make-filled-box-stencil '(0 . 1.0) '(-0.5 . 0.5))))) squareLineCircleSpace = { \override NoteHead.stencil = #square-line-circle-space } smartSquareLineCircleSpace = { \squareLineCircleSpace \override NoteHead.Y-extent = #(ly:make-unpure-pure-container ly:grob::stencil-height (lambda (grob start end) (ly:grob::stencil-height grob))) } \new Voice \with { \remove Stem_engraver } \relative c'' { \squareLineCircleSpace cis4 ces disis d \smartSquareLineCircleSpace cis4 ces disis d }
Nella prima misura, senza il contenitore unpure-pure, il motore della spaziatura non conosce la larghezza della testa di nota e lascia che collida con le alterazioni. Nella seconda misura, che usa i contenitori unpure-pure, il motore della spaziatura conosce la larghezza della testa di nota e evita le collisioni allungando la linea dello spazio necessario.
Di solito per semplici calcoli si possono usare funzioni quasi identiche
per entrambe le parti, ‘unpure’ e ‘pure’, cambiando soltanto il numero
di argomenti passati e la portata della funzione. Questo caso d’uso è così
frequente che ly:make-unpure-pure-container
costruisce tale seconda
funzione automaticamente quando è richiamata con un solo argomento.
Nota: Se una funzione viene etichettata come ‘pure’ ma viene fuori che non lo è, i risultati possono essere imprevedibili.
5.6 Uso delle funzioni musicali
Quando le modifiche devono essere riusate con diverse espressioni musicali, è spesso conveniente fare in modo che la modifica faccia parte di una funzione musicale. In questa sezione, trattiamo soltanto le funzioni di sostituzione, dove l’obiettivo è sostituire una variabile in un punto del codice di input di LilyPond. Altre funzioni più complesse sono descritte in Music functions.
5.6.1 Sintassi della funzione di sostituzione | ||
5.6.2 Esempi della funzione di sostituzione |
5.6.1 Sintassi della funzione di sostituzione
Creare una funzione che sostituisca una variabile presente nel codice LilyPond è semplice. La forma generica di queste funzioni è:
funzione = #(define-music-function (arg1 arg2 …) (tipo1? tipo2? …) #{ …musica… #})
dove
argN
L’nesimo argomento.
tipoN?
Un tipo di predicato Scheme per il quale
argN
deve ritornare#t
.
…musica…
Il normale input LilyPond, usando
$
(nei punti in cui sono consentiti solo i costrutti LilyPond) o#
(per usarlo come un valore Scheme o come argomento di una funzione musicale o come musica all’interno di liste di musica) per riferirsi agli argomenti (es: ‘#arg1’).
La lista del tipo di predicati è obbligatoria. Alcuni dei tipi di predicati più comuni usati nelle funzioni musicali sono:
boolean? cheap-list? (usarlo al posto di ‘list?’ per un'elaborazione più veloce) ly:duration? ly:music? ly:pitch? markup? number? pair? string? symbol?
Un elenco dei tipi di predicati disponibili si trova in Tipi di predicati predefiniti. Sono consentiti anche tipi di predicati definiti dagli utenti.
Vedi anche
Guida alla notazione: Tipi di predicati predefiniti.
Estendere LilyPond: Music functions.
File installati: ‘lily/music-scheme.cc’, ‘scm/c++.scm’, ‘scm/lily.scm’.
5.6.2 Esempi della funzione di sostituzione
Questa sezione presenta alcuni esempi di funzione di sostituzione. L’obiettivo non è fornire un elenco esaustivo, ma mostrare soltanto alcune delle possibilità di semplici funzioni di sostituzione.
Nel primo esempio, viene definita una funzione che semplifica il padding di un oggetto TextScript:
padText = #(define-music-function (padding) (number?) #{ \once \override TextScript.padding = #padding #}) \relative { c''4^"più mosso" b a b \padText #1.8 c4^"più mosso" b a b \padText #2.6 c4^"più mosso" b a b }
Oltre ai numeri, si possono usare come argomenti delle funzioni musicali anche le espressioni musicali, come le note:
custosNote = #(define-music-function (note) (ly:music?) #{ \tweak NoteHead.stencil #ly:text-interface::print \tweak NoteHead.text \markup \musicglyph "custodes.mensural.u0" \tweak Stem.stencil ##f #note #}) \relative { c'4 d e f \custosNote g }
Entrambe queste funzioni sono semplici espressioni singole dove manca soltanto
l’ultimo elemento di una chiamata di una funzione o di una sovrascrittura. Per
queste particolari definizioni di funzione, esiste una sintassi alternativa
più semplice, che consiste nello scrivere interamente la parte costante
dell’espressione e sostituire il suo elemento finale mancante con \etc
:
padText = \once \override TextScript.padding = \etc \relative { c''4^"più mosso" b a b \padText #1.8 c4^"più mosso" b a b \padText #2.6 c4^"più mosso" b a b }
custosNote = \tweak NoteHead.stencil #ly:text-interface::print \tweak NoteHead.text \markup \musicglyph "custodes.mensural.u0" \tweak Stem.stencil ##f \etc \relative { c'4 d e f \custosNote g }
Si possono definire funzioni di sostituzione con molteplici argomenti:
tempoPadded = #(define-music-function (padding tempotext) (number? markup?) #{ \once \override Score.MetronomeMark.padding = #padding \tempo \markup { \bold #tempotext } #}) \relative { \tempo \markup { "Tempo basso" } c''4 d e f g1 \tempoPadded #4.0 "Tempo alto" g4 f e d c1 }
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A. Tabelle del manuale della notazione
A.1 Grafico dei nomi degli accordi
Il grafico seguente mostra il sistema standard di LilyPond di rappresentazione dei nomi degli accordi, insieme alle altezze che li compongono. Ulteriori sistemi di nomi (non supportati) sono illustrati nel frammento “Chord names alternative” in Chords, compresa la notazione ispirata da Harald Banter (1982) che fu usata come predefinita nelle prime versioni di LilyPond (fino alla versione 1.7).
A.2 Modificatori degli accordi comuni
La tabella seguente mostra i modificatori degli accordi che possono essere usati per generare gli accordi comuni.
A.3 Accordature predefinite
Il grafico seguente mostra le accordature predefinite degli strumenti a corda.
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A.4 Diagrammi degli accordi predefiniti
Diagrammi per chitarra | ||
Diagrammi per ukulele | ||
Diagrammi per mandolino |
Diagrammi per chitarra
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Diagrammi per ukulele
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Diagrammi per mandolino
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A.5 Formati carta predefiniti
I formati carta sono definiti nel file ‘scm/paper.scm’.
ISO 216, A series
"a10" | 26mm x 37mm (1.02in x 1.46in) |
"a9" | 37mm x 52mm (1.46in x 2.05in) |
"a8" | 52mm x 74mm (2.05in x 2.91in) |
"a7" | 74mm x 105mm (2.91in x 4.13in) |
"a6" | 105mm x 148mm (4.13in x 5.83in) |
"a5" | 148mm x 210mm (5.83in x 8.27in) |
"a4" | 210mm x 297mm (8.27in x 11.69in) |
"a3" | 297mm x 420mm (11.69in x 16.54in) |
"a2" | 420mm x 594mm (16.54in x 23.39in) |
"a1" | 594mm x 841mm (23.39in x 33.11in) |
"a0" | 841mm x 1189mm (33.11in x 46.81in) |
Two extended sizes as defined in DIN 476
"2a0" | 1189mm x 1682mm (46.81in x 66.22in) |
"4a0" | 1682mm x 2378mm (66.22in x 93.62in) |
ISO 216, B series
"b10" | 31mm x 44mm (1.22in x 1.73in) |
"b9" | 44mm x 62mm (1.73in x 2.44in) |
"b8" | 62mm x 88mm (2.44in x 3.46in) |
"b7" | 88mm x 125mm (3.46in x 4.92in) |
"b6" | 125mm x 176mm (4.92in x 6.93in) |
"b5" | 176mm x 250mm (6.93in x 9.84in) |
"b4" | 250mm x 353mm (9.84in x 13.90in) |
"b3" | 353mm x 500mm (13.90in x 19.69in) |
"b2" | 500mm x 707mm (19.69in x 27.83in) |
"b1" | 707mm x 1000mm (27.83in x 39.37in) |
"b0" | 1000mm x 1414mm (39.37in x 55.67in) |
ISO 269, C series
"c10" | 28mm x 40mm (1.10in x 1.57in) |
"c9" | 40mm x 57mm (1.57in x 2.24in) |
"c8" | 57mm x 81mm (2.24in x 3.19in) |
"c7" | 81mm x 114mm (3.19in x 4.49in) |
"c6" | 114mm x 162mm (4.49in x 6.38in) |
"c5" | 162mm x 229mm (6.38in x 9.02in) |
"c4" | 229mm x 324mm (9.02in x 12.76in) |
"c3" | 324mm x 458mm (12.76in x 18.03in) |
"c2" | 458mm x 648mm (18.03in x 25.51in) |
"c1" | 648mm x 917mm (25.51in x 36.10in) |
"c0" | 917mm x 1297mm (36.10in x 51.06in) |
North American paper sizes
"junior-legal" | 5.0in x 8.0in (127mm x 203mm) |
"legal" | 8.5in x 14.0in (216mm x 356mm) |
"ledger" | 17.0in x 11.0in (432mm x 279mm) |
"17x11" | 17.0in x 11.0in (432mm x 279mm) |
"letter" | 8.5in x 11.0in (216mm x 279mm) |
"tabloid" | 11.0in x 17.0in (279mm x 432mm) |
"11x17" | 11.0in x 17.0in (279mm x 432mm) |
Sizes by IEEE Printer Working Group, for children’s writing
"government-letter" | 8.0in x 10.5in (203mm x 267mm) |
"government-legal" | 8.5in x 13.0in (216mm x 330mm) |
"philippine-legal" | 8.5in x 13.0in (216mm x 330mm) |
ANSI sizes
"ansi a" | 8.5in x 11.0in (216mm x 279mm) |
"ansi b" | 11.0in x 17.0in (279mm x 432mm) |
"ansi c" | 17.0in x 22.0in (432mm x 559mm) |
"ansi d" | 22.0in x 34.0in (559mm x 864mm) |
"ansi e" | 34.0in x 44.0in (864mm x 1118mm) |
"engineering f" | 28.0in x 40.0in (711mm x 1016mm) |
North American architectural sizes
"arch a" | 9.0in x 12.0in (229mm x 305mm) |
"arch b" | 12.0in x 18.0in (305mm x 457mm) |
"arch c" | 18.0in x 24.0in (457mm x 610mm) |
"arch d" | 24.0in x 36.0in (610mm x 914mm) |
"arch e" | 36.0in x 48.0in (914mm x 1219mm) |
"arch e1" | 30.0in x 42.0in (762mm x 1067mm) |
Other sizes, including antique sizes still used in the United Kingdom
"statement" | 5.5in x 8.5in (140mm x 216mm) |
"half letter" | 5.5in x 8.5in (140mm x 216mm) |
"quarto" | 8.0in x 10.0in (203mm x 254mm) |
"octavo" | 6.75in x 10.5in (171mm x 267mm) |
"executive" | 7.25in x 10.5in (184mm x 267mm) |
"monarch" | 7.25in x 10.5in (184mm x 267mm) |
"foolscap" | 8.27in x 13.0in (210mm x 330mm) |
"folio" | 8.27in x 13.0in (210mm x 330mm) |
"super-b" | 13.0in x 19.0in (330mm x 483mm) |
"post" | 15.5in x 19.5in (394mm x 495mm) |
"crown" | 15.0in x 20.0in (381mm x 508mm) |
"large post" | 16.5in x 21.0in (419mm x 533mm) |
"demy" | 17.5in x 22.5in (445mm x 572mm) |
"medium" | 18.0in x 23.0in (457mm x 584mm) |
"broadsheet" | 18.0in x 24.0in (457mm x 610mm) |
"royal" | 20.0in x 25.0in (508mm x 635mm) |
"elephant" | 23.0in x 28.0in (584mm x 711mm) |
"double demy" | 22.5in x 35.0in (572mm x 889mm) |
"quad demy" | 35.0in x 45.0in (889mm x 1143mm) |
"atlas" | 26.0in x 34.0in (660mm x 864mm) |
"imperial" | 22.0in x 30.0in (559mm x 762mm) |
"antiquarian" | 31.0in x 53.0in (787mm x 1346mm) |
PA4-based sizes
"pa10" | 26mm x 35mm (1.02in x 1.38in) |
"pa9" | 35mm x 52mm (1.38in x 2.05in) |
"pa8" | 52mm x 70mm (2.05in x 2.76in) |
"pa7" | 70mm x 105mm (2.76in x 4.13in) |
"pa6" | 105mm x 140mm (4.13in x 5.51in) |
"pa5" | 140mm x 210mm (5.51in x 8.27in) |
"pa4" | 210mm x 280mm (8.27in x 11.02in) |
"pa3" | 280mm x 420mm (11.02in x 16.54in) |
"pa2" | 420mm x 560mm (16.54in x 22.05in) |
"pa1" | 560mm x 840mm (22.05in x 33.07in) |
"pa0" | 840mm x 1120mm (33.07in x 44.09in) |
Additional format for use in Southeast Asia and Australia
"f4" | 210mm x 330mm (8.27in x 12.99in) |
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A.6 Strumenti MIDI
Di seguito un elenco dei nomi che possono essere usati per la
proprietà midiInstrument
. Ciascuno viene presentato
col suo numero preso dai 128 “numeri di programma” dello
standard General MIDI.
1 acoustic grand | 2 bright acoustic | 3 electric grand |
4 honky-tonk | 5 electric piano 1 | 6 electric piano 2 |
7 harpsichord | 8 clav | 9 celesta |
10 glockenspiel | 11 music box | 12 vibraphone |
13 marimba | 14 xylophone | 15 tubular bells |
16 dulcimer | 17 drawbar organ | 18 percussive organ |
19 rock organ | 20 church organ | 21 reed organ |
22 accordion | 23 harmonica | 24 concertina |
25 acoustic guitar (nylon) | 26 acoustic guitar (steel) | 27 electric guitar (jazz) |
28 electric guitar (clean) | 29 electric guitar (muted) | 30 overdriven guitar |
31 distorted guitar | 32 guitar harmonics | 33 acoustic bass |
34 electric bass (finger) | 35 electric bass (pick) | 36 fretless bass |
37 slap bass 1 | 38 slap bass 2 | 39 synth bass 1 |
40 synth bass 2 | 41 violin | 42 viola |
43 cello | 44 contrabass | 45 tremolo strings |
46 pizzicato strings | 47 orchestral harp | 48 timpani |
49 string ensemble 1 | 50 string ensemble 2 | 51 synthstrings 1 |
52 synthstrings 2 | 53 choir aahs | 54 voice oohs |
55 synth voice | 56 orchestra hit | 57 trumpet |
58 trombone | 59 tuba | 60 muted trumpet |
61 french horn | 62 brass section | 63 synthbrass 1 |
64 synthbrass 2 | 65 soprano sax | 66 alto sax |
67 tenor sax | 68 baritone sax | 69 oboe |
70 english horn | 71 bassoon | 72 clarinet |
73 piccolo | 74 flute | 75 recorder |
76 pan flute | 77 blown bottle | 78 shakuhachi |
79 whistle | 80 ocarina | 81 lead 1 (square) |
82 lead 2 (sawtooth) | 83 lead 3 (calliope) | 84 lead 4 (chiff) |
85 lead 5 (charang) | 86 lead 6 (voice) | 87 lead 7 (fifths) |
88 lead 8 (bass+lead) | 89 pad 1 (new age) | 90 pad 2 (warm) |
91 pad 3 (polysynth) | 92 pad 4 (choir) | 93 pad 5 (bowed) |
94 pad 6 (metallic) | 95 pad 7 (halo) | 96 pad 8 (sweep) |
97 fx 1 (rain) | 98 fx 2 (soundtrack) | 99 fx 3 (crystal) |
100 fx 4 (atmosphere) | 101 fx 5 (brightness) | 102 fx 6 (goblins) |
103 fx 7 (echoes) | 104 fx 8 (sci-fi) | 105 sitar |
106 banjo | 107 shamisen | 108 koto |
109 kalimba | 110 bagpipe | 111 fiddle |
112 shanai | 113 tinkle bell | 114 agogo |
115 steel drums | 116 woodblock | 117 taiko drum |
118 melodic tom | 119 synth drum | 120 reverse cymbal |
121 guitar fret noise | 122 breath noise | 123 seashore |
124 bird tweet | 125 telephone ring | 126 helicopter |
127 applause | 128 gunshot |
Sono disponibili anche le batterie elencate sotto.
1 standard kit | 9 room kit | 17 power kit |
25 electronic kit | 26 tr-808 kit | 33 jazz kit |
41 brush kit | 49 orchestra kit | 57 sfx kit |
128 mt-32 kit /cm-64 kit |
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A.7 Elenco dei colori
Colori normali
La sintassi è descritta in Colorare gli oggetti.
black | white | red | green |
blue | cyan | magenta | yellow |
grey | darkred | darkgreen | darkblue |
darkcyan | darkmagenta | darkyellow |
CSS color names
CSS color names may be used as-is in string arguments.
aliceblue | darkturquoise | lightsalmon | papayawhip |
antiquewhite | darkviolet | lightseagreen | peachpuff |
aqua | deeppink | lightskyblue | peru |
aquamarine | deepskyblue | lightslategray | pink |
azure | dimgray | lightslategrey | plum |
beige | dimgrey | lightsteelblue | powderblue |
bisque | dodgerblue | lightyellow | purple |
black | firebrick | lime | rebeccapurple |
blanchedalmond | floralwhite | limegreen | red |
blue | forestgreen | linen | rosybrown |
blueviolet | fuchsia | magenta | royalblue |
brown | gainsboro | maroon | saddlebrown |
burlywood | ghostwhite | mediumaquamarine | salmon |
cadetblue | gold | mediumblue | sandybrown |
chartreuse | goldenrod | mediumorchid | seagreen |
chocolate | gray | mediumpurple | seashell |
coral | green | mediumseagreen | sienna |
cornflowerblue | greenyellow | mediumslateblue | silver |
cornsilk | grey | mediumspringgreen | skyblue |
crimson | honeydew | mediumturquoise | slateblue |
cyan | hotpink | mediumvioletred | slategray |
darkblue | indianred | midnightblue | slategrey |
darkcyan | indigo | mintcream | snow |
darkgoldenrod | ivory | mistyrose | springgreen |
darkgray | khaki | moccasin | steelblue |
darkgreen | lavender | navajowhite | tan |
darkgrey | lavenderblush | navy | teal |
darkkhaki | lawngreen | oldlace | thistle |
darkmagenta | lemonchiffon | olive | tomato |
darkolivegreen | lightblue | olivedrab | turquoise |
darkorange | lightcoral | orange | violet |
darkorchid | lightcyan | orangered | wheat |
darkred | lightgoldenrodyellow | orchid | white |
darksalmon | lightgray | palegoldenrod | whitesmoke |
darkseagreen | lightgreen | palegreen | yellow |
darkslateblue | lightgrey | paleturquoise | yellowgreen |
darkslategray | lightpink | palevioletred | |
darkslategrey |
Le definizioni di colore CSS differiscono dai nomi di colore X per i seguenti
colori: green
, grey
, maroon
, purple
.
Nomi di colore X
I nomi di colore X11 offrono una scelta più ampia dei nomi CSS. Hanno diverse varianti:
- Qualsiasi nome scritto come un’unica parola con lettere iniziali maiuscole (es: ‘LightSlateBlue’) può essere scritto anche con parole separate da spazio e con o senza maiuscola (es: ‘light slate blue’).
- La parola ‘grey’ può essere sempre scritta come ‘gray’ (es: ‘DarkSlateGray’), senza alcuna differenza nell’output.
- Alcuni nomi possono avere un suffisso numerico (es: ‘LightSalmon4’).
Usare la funzione Scheme x11-color
per aver accesso ad essi.
Le tabelle seguenti presentano tutti i nomi di colore che possono essere usati senza un suffisso numerico, e poi il sottoinsieme di questi che possono essere usati con tale suffisso.
Nomi di colori senza un suffisso numerico
AliceBlue | LawnGreen | OrangeRed | firebrick |
AntiqueWhite | LemonChiffon | PaleGoldenrod | gainsboro |
BlanchedAlmond | LightBlue | PaleGreen | gold |
BlueViolet | LightCoral | PaleTurquoise | goldenrod |
CadetBlue | LightCyan | PaleVioletRed | green |
CornflowerBlue | LightGoldenrod | PapayaWhip | grey |
DarkBlue | LightGoldenrodYellow | PeachPuff | honeydew |
DarkCyan | LightGreen | PowderBlue | ivory |
DarkGoldenrod | LightGrey | RosyBrown | khaki |
DarkGreen | LightPink | RoyalBlue | lavender |
DarkGrey | LightSalmon | SaddleBrown | linen |
DarkKhaki | LightSeaGreen | SandyBrown | magenta |
DarkMagenta | LightSkyBlue | SeaGreen | maroon |
DarkOliveGreen | LightSlateBlue | SkyBlue | moccasin |
DarkOrange | LightSlateGrey | SlateBlue | navy |
DarkOrchid | LightSteelBlue | SlateGrey | orange |
DarkRed | LightYellow | SpringGreen | orchid |
DarkSalmon | LimeGreen | SteelBlue | peru |
DarkSeaGreen | MediumAquamarine | VioletRed | pink |
DarkSlateBlue | MediumBlue | WhiteSmoke | plum |
DarkSlateGrey | MediumOrchid | YellowGreen | purple |
DarkTurquoise | MediumPurple | aquamarine | red |
DarkViolet | MediumSeaGreen | azure | salmon |
DeepPink | MediumSlateBlue | beige | seashell |
DeepSkyBlue | MediumSpringGreen | bisque | sienna |
DimGrey | MediumTurquoise | black | snow |
DodgerBlue | MediumVioletRed | blue | tan |
FloralWhite | MidnightBlue | brown | thistle |
ForestGreen | MintCream | burlywood | tomato |
GhostWhite | MistyRose | chartreuse | turquoise |
GreenYellow | NavajoWhite | chocolate | violet |
HotPink | NavyBlue | coral | wheat |
IndianRed | OldLace | cornsilk | white |
LavenderBlush | OliveDrab | cyan | yellow |
Nomi di colori con un suffisso numerico
Nei seguenti nomi il suffisso N può essere un numero intero compreso tra 1 e 4, dalle tonalità più chiare a quelle più scure:
AntiqueWhiteN | LightSkyBlueN | SteelBlueN | khakiN |
CadetBlueN | LightSteelBlueN | VioletRedN | magentaN |
DarkGoldenrodN | LightYellowN | aquamarineN | maroonN |
DarkOliveGreenN | MediumOrchidN | azureN | orangeN |
DarkOrangeN | MediumPurpleN | bisqueN | orchidN |
DarkOrchidN | MistyRoseN | blueN | pinkN |
DarkSeaGreenN | NavajoWhiteN | brownN | plumN |
DeepPinkN | OliveDrabN | burlywoodN | purpleN |
DeepSkyBlueN | OrangeRedN | chartreuseN | redN |
DodgerBlueN | PaleGreenN | chocolateN | salmonN |
HotPinkN | PaleTurquoiseN | coralN | seashellN |
IndianRedN | PaleVioletRedN | cornsilkN | siennaN |
LavenderBlushN | PeachPuffN | cyanN | snowN |
LemonChiffonN | RosyBrownN | firebrickN | tanN |
LightBlueN | RoyalBlueN | goldN | thistleN |
LightCyanN | SeaGreenN | goldenrodN | tomatoN |
LightGoldenrodN | SkyBlueN | greenN | turquoiseN |
LightPinkN | SlateBlueN | honeydewN | wheatN |
LightSalmonN | SpringGreenN | ivoryN | yellowN |
Scala di grigi
Una scala di grigi si ottiene con:
|
dove N è un numero compreso tra 0 e 100.
Color-blind-safe colors
La funzione Scheme universal-color
fornisce
un insieme di otto colori
progettati per essere non ambigui per le persone affette da bicromatismo.
black | orange | skyblue | bluegreen |
yellow | blue | vermillion | redpurple |
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A.8 Il font Emmentaler
Il font Emmentaler è composto da due sottoinsiemi di glifi. “Feta”, usato nella notazione classica e “Parmesan”, usato nella notazione antica.
A qualsiasi glifo del font Emmentaler si può accedere direttamente usando del testo insieme al nome del glifo (come è mostrato nelle tabelle seguenti). Per esempio:
g^\markup {\musicglyph "scripts.segno" }
oppure
\markup {\musicglyph "five"}.
Maggiori informazioni in Formattazione del testo.
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Glifi della chiave
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Glifi delle indicazioni di tempo
Glifi dei numeri
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Glifi del simbolo di basso numerato
Glifi delle alterazioni
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Glifi delle teste di nota predefinite
Glifi delle teste di nota speciali
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Glifi delle teste di nota a forma variabile
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Glifi delle pause
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Glifi delle code
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Glifi dei punti
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Glifi delle dinamiche
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Glifi dei segni
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Glifi delle teste a forma di freccia
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Glifi delle estremità delle parentesi
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Glifi dei pedali
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Glifi della fisarmonica
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Glifi delle legature di valore
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Glifi della notazione vaticana
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[ < Glifi della notazione vaticana ] | [ Su : Il font Emmentaler ] | [ Glifi Hufnagel > ] |
Glifi della notazione medicea
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[ < Glifi della notazione medicea ] | [ Su : Il font Emmentaler ] | [ Glifi della notazione mensurale > ] |
Glifi Hufnagel
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Glifi della notazione mensurale
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Glifi della notazione neomensurale
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Glifi Petrucci
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Glifi Solesmes
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[ < Glifi Solesmes ] | [ Su : Il font Emmentaler ] | [ Stili delle teste di nota > ] |
Glifi della notazione di Kiev
A.9 Stili delle teste di nota
Si possono usare i seguenti stili per le teste di nota.
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A.10 Gruppi di glifi di alterazione
Sono disponibili le seguenti serie di glifi di alterazione.
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[ < Gruppi di glifi di alterazione ] | [ Su : Tabelle del manuale della notazione ] | [ Chiavi standard > ] |
A.11 Stili della chiave
La seguente tabella mostra tutti gli stili di chiave possibili (inclusi quelli in cui la posizione del Do centrale) cambia a seconda della chiave).
Chiavi standard | ||
Chiave del rigo della percussione | ||
Chiavi del rigo dell’intavolatura | ||
Chiavi della musica antica |
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[ < Stili della chiave ] | [ Su : Stili della chiave ] | [ Chiave del rigo della percussione > ] |
Chiavi standard
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Chiavi standard ] | [ Su : Stili della chiave ] | [ Chiavi del rigo dell'intavolatura > ] |
Chiave del rigo della percussione
Esempio | Output | Esempio | Output |
---|---|---|---|
\clef percussion | \clef varpercussion |
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[ < Chiave del rigo della percussione ] | [ Su : Stili della chiave ] | [ Chiavi della musica antica > ] |
Chiavi del rigo dell’intavolatura
Esempio | Output | Esempio | Output |
---|---|---|---|
\new TabStaff { | |||
\new TabStaff { |
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Chiavi del rigo dell'intavolatura ] | [ Su : Stili della chiave ] | [ > ] |
Chiavi della musica antica
Gregoriane
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Chiavi della musica antica ] | [ Su : Chiavi della musica antica ] | [ > ] |
Mensurali
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Kievan
Esempio | Output | ||
---|---|---|---|
\clef "kievan-do" |
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[ < ] | [ Su : Tabelle del manuale della notazione ] | [ Font > ] |
A.12 Comandi per markup
Tutti i comandi seguenti possono essere usati all’interno di \markup
.
The following commands can all be used inside \markup { }
.
A.12.1 Font | ||
A.12.2 Align | ||
A.12.3 Graphic | ||
A.12.4 Music | ||
A.12.5 Conditionals | ||
A.12.6 Instrument Specific Markup | ||
A.12.7 Accordion Registers | ||
A.12.8 Other |
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Comandi per markup ] | [ Su : Comandi per markup ] | [ Align > ] |
A.12.1 Font
-
\abs-fontsize
size (number) arg (markup) -
Use size as the absolute font size (in points) to display arg. Adjusts
baseline-skip
andword-space
accordingly.\markup { default text font size \hspace #2 \abs-fontsize #16 { text font size 16 } \hspace #2 \abs-fontsize #12 { text font size 12 } }
Used properties:
-
baseline-skip
(3
) -
word-space
(0.6
)
-
-
\bold
arg (markup) -
Switch to bold font-series.
\markup { default \hspace #2 \bold bold }
-
\box
arg (markup) -
Draw a box round arg. Looks at
thickness
,box-padding
andfont-size
properties to determine line thickness and padding around the markup.\markup { \override #'(box-padding . 0.5) \box \line { V. S. } }
Used properties:
-
box-padding
(0.2
) -
font-size
(0
) -
thickness
(1
)
-
-
\caps
arg (markup) -
Copy of the
\smallCaps
command.\markup { default \hspace #2 \caps { Text in small caps } }
-
\dynamic
arg (markup) -
Use the dynamic font. This font only contains s, f, m, z, p, and r. When producing phrases, like ‘più f’, the normal words (like ‘più’) should be done in a different font. The recommended font for this is bold and italic.
\markup { \dynamic { sfzp } }
-
\figured-bass
arg (markup) -
Set arg as small numbers for figured bass. Specially slashed digits can be achieved with a trailing backslashes (for numbers 6, 7, and 9) or a trailing plus (for numbers 2, 4, and 5).2
The use of a backslash is in analogy to
\figuremode
(see Inserimento del basso continuo). Note that to get a backslash character in markup it must be escaped by doubling it. Additionally, it must be put into double quotes.\markup { \figured-bass { 2 3 4+ 7 "9\\" } }
-
\finger
arg (markup) -
Set arg as small numbers for fingering instructions.
\markup { \finger { 1 2 3 4 5 } }
-
\fontCaps
arg (markup) -
Set
font-shape
tocaps
Note:
\fontCaps
requires the installation and selection of fonts which support thecaps
font shape. -
\fontsize
increment (number) arg (markup) -
Add increment to the font-size. Adjusts
baseline-skip
accordingly.\markup { default \hspace #2 \fontsize #-1.5 smaller }
Used properties:
-
baseline-skip
(2
) -
word-space
(1
) -
font-size
(0
)
-
-
\huge
arg (markup) -
Set font size to +2.
\markup { default \hspace #2 \huge huge }
-
\italic
arg (markup) -
Use italic
font-shape
for arg.\markup { default \hspace #2 \italic italic }
-
\large
arg (markup) -
Set font size to +1.
\markup { default \hspace #2 \large large }
-
\larger
arg (markup) -
Increase the font size relative to the current setting.
\markup { default \hspace #2 \larger larger }
-
\magnify
sz (number) arg (markup) -
Set the font magnification for its argument. In the following example, the middle A is 10% larger:
A \magnify #1.1 { A } A
Note: Magnification only works if a font name is explicitly selected. Use
\fontsize
otherwise.\markup { default \hspace #2 \magnify #1.5 { 50% larger } }
-
\medium
arg (markup) -
Switch to medium font-series (in contrast to bold).
\markup { \bold { some bold text \hspace #2 \medium { medium font series } \hspace #2 bold again } }
-
\normal-size-sub
arg (markup) -
Set arg in subscript with a normal font size.
\markup { default \normal-size-sub { subscript in standard size } }
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\normal-size-super
arg (markup) -
Set arg in superscript with a normal font size.
\markup { default \normal-size-super { superscript in standard size } }
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\normal-text
arg (markup) -
Set all font related properties (except the size) to get the default normal text font, no matter what font was used earlier.
\markup { \huge \bold \sans \caps { huge bold sans caps \hspace #2 \normal-text { huge normal } \hspace #2 as before } }
-
\normalsize
arg (markup) -
Set font size to default.
\markup { \teeny { this is very small \hspace #2 \normalsize { normal size } \hspace #2 teeny again } }
-
\number
arg (markup) -
Set font family to
number
, which yields the font used for digits. This font also contains some punctuation; it has no letters.The appearance of digits in the Emmentaler font can be controlled with four OpenType features: ‘tnum’, ‘cv47’, ‘ss01’, and ‘kern’, which can be arbitrarily combined.
- tnum
If off (which is the default), glyphs ‘zero’ to ‘nine’ have no left and right side bearings. If on, the glyphs all have the same advance width by making the bearings non-zero.
- cv47
If on, glyphs ‘four’ and ‘seven’ have shorter vertical strokes. Default is off.
- ss01
If on, glyphs ‘zero’ to ‘nine’ have a fatter design, making them more readable at small sizes. Default is off.
- kern
If on (which is the default), provide pairwise kerning between (most) glyphs.
\markuplist \number \fontsize #5 \override #'((padding . 2) (baseline-skip . 4) (box-padding . 0) (thickness . 0.1)) \table #'(-1 -1 -1 -1) { 0123456789 \box 147 \concat { \box 1 \box 4 \box 7 } \normal-text \normalsize "(time signatures)" \override #'(font-features .("cv47")) { 0123456789 \box 147 \concat { \box 1 \box 4 \box 7 } } \normal-text \normalsize "(alternatives)" \override #'(font-features .("tnum" "cv47" "-kern")) { 0123456789 \box 147 \concat { \box 1 \box 4 \box 7 } } \normal-text \normalsize "(fixed-width)" \override #'(font-features . ("tnum" "cv47" "ss01")) { 0123456789 \box 147 \concat { \box 1 \box 4 \box 7 } } \normal-text \normalsize "(figured bass)" \override #'(font-features . ("cv47" "ss01")) { 0123456789 \box 147 \concat { \box 1 \box 4 \box 7 } } \normal-text \normalsize "(fingering)" }
See also the markup commands
\figured-bass
and\finger
, which set the font features accordingly. -
\overtie
arg (markup) -
Overtie arg.
\markup \line { \overtie "overtied" \override #'((offset . 5) (thickness . 1)) \overtie "overtied" \override #'((offset . 1) (thickness . 5)) \overtie "overtied" }
Used properties:
-
shorten-pair
((0 . 0)
) -
height-limit
(0.7
) -
direction
(1
) -
offset
(2
) -
thickness
(1
)
-
-
\replace
replacements (list) arg (markup) -
Used to automatically replace a string by another in the markup arg. Each pair of the alist replacements specifies what should be replaced. The
key
is the string to be replaced by thevalue
markup. Note the quasiquoting syntax with a backquote in the second example.\markup \replace #'(("2nd" . "Second")) "2nd time" \markup \replace #`(("2nd" . ,#{ \markup \concat { 2 \super nd } #})) \center-column { \line { Play only } \line { the 2nd time } }
Used properties:
-
replacement-alist
-
-
\roman
arg (markup) -
Set font family to
roman
.\markup { \sans \bold { sans serif, bold \hspace #2 \roman { text in roman font family } \hspace #2 return to sans } }
-
\sans
arg (markup) -
Switch to the sans serif font family.
\markup { default \hspace #2 \sans { sans serif } }
-
\simple
str (string) -
A simple text string;
\markup { foo }
is equivalent with\markup { \simple #"foo" }
.Note: for creating standard text markup or defining new markup commands, the use of
\simple
is unnecessary.\markup { \simple #"simple" \simple #"text" \simple #"strings" }
-
\small
arg (markup) -
Set font size to -1.
\markup { default \hspace #2 \small small }
-
\smallCaps
arg (markup) -
Emit arg as small caps.
Note:
\smallCaps
does not support accented characters.\markup { default \hspace #2 \smallCaps { Text in small caps } }
-
\smaller
arg (markup) -
Decrease the font size relative to the current setting.
\markup { \fontsize #3.5 { large text \hspace #2 \smaller { smaller text } \hspace #2 large text } }
-
\sub
arg (markup) -
Set arg in subscript.
\markup { \concat { H \sub { 2 } O } }
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\super
arg (markup) -
Set arg in superscript.
\markup { E = \concat { mc \super 2 } }
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\teeny
arg (markup) -
Set font size to -3.
\markup { default \hspace #2 \teeny teeny }
-
\text
arg (markup) -
Use a text font instead of music symbol or music alphabet font.
\markup { \number { 1, 2, \text { three, four, } 5 } }
-
\tie
arg (markup) -
Adds a horizontal bow created with
make-tie-stencil
at bottom or top of arg. Looks atthickness
to determine line thickness, andoffset
to determine y-offset. The added bow fits the extent of arg,shorten-pair
may be used to modify this. direction may be set using anoverride
or direction-modifiers orvoiceOne
, etc.\markup { \override #'(direction . 1) \tie "above" \override #'(direction . -1) \tie "below" }
Used properties:
-
shorten-pair
((0 . 0)
) -
height-limit
(0.7
) -
direction
(1
) -
offset
(2
) -
thickness
(1
)
-
-
\tiny
arg (markup) -
Set font size to -2.
\markup { default \hspace #2 \tiny tiny }
-
\typewriter
arg (markup) -
Use
font-family
typewriter for arg.\markup { default \hspace #2 \typewriter typewriter }
-
\underline
arg (markup) -
Underline arg. Looks at
thickness
to determine line thickness,offset
to determine line y-offset from arg andunderline-skip
to determine the distance of additional lines from the others.underline-shift
is used to get subsequent calls correct. Overriding it makes little sense, it would end up adding the provided value to the one ofoffset
.\markup \justify-line { \underline "underlined" \override #'(offset . 5) \override #'(thickness . 1) \underline "underlined" \override #'(offset . 1) \override #'(thickness . 5) \underline "underlined" \override #'(offset . 5) \override #'(underline-skip . 4) \underline \underline \underline "multiple underlined" }
Used properties:
-
underline-skip
(2
) -
underline-shift
(0
) -
offset
(2
) -
thickness
(1
)
-
-
\undertie
arg (markup) -
\markup \line { \undertie "undertied" \override #'((offset . 5) (thickness . 1)) \undertie "undertied" \override #'((offset . 1) (thickness . 5)) \undertie "undertied" }
Used properties:
-
shorten-pair
((0 . 0)
) -
height-limit
(0.7
) -
direction
(1
) -
offset
(2
) -
thickness
(1
)
-
-
\upright
arg (markup) -
Set
font-shape
toupright
. This is the opposite ofitalic
.\markup { \italic { italic text \hspace #2 \upright { upright text } \hspace #2 italic again } }
-
\with-string-transformer
transformer (procedure) arg (markup) -
Interpret the markup arg with a string transformer installed. Whenever a string is interpreted inside arg, the transformer is first called, and it is the result that is interpreted. The arguments passed to the transformer are the output definition, the property alist chain, and the string. See New markup command definition about the two first arguments.
\markup \with-string-transformer #(lambda (layout props str) (string-upcase str)) "abc"
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[ < Font ] | [ Su : Comandi per markup ] | [ Graphic > ] |
A.12.2 Align
-
\align-on-other
axis (non-negative, exact integer) other-dir (number) other (markup) self-dir (number) self (markup) -
Align markup self on markup other along axis axis, using self-dir and other-dir for mutual alignment of self and other, respectively. This command translates self as requested relative to its surroundings; other is not printed.
\markup \column { 1 12 \align-on-other #X #RIGHT 12 #LEFT 12345 123 }
-
\center-align
arg (markup) -
Align
arg
to its X center.\markup { \column { one \center-align two three } }
-
\center-column
args (markup list) -
Put
args
in a centered column.\markup { \center-column { one two three } }
Used properties:
-
baseline-skip
-
-
\column
args (markup list) -
Stack the markups in args vertically. The property
baseline-skip
determines the space between markups in args.\markup { \column { one two three } }
Used properties:
-
baseline-skip
-
-
\combine
arg1 (markup) arg2 (markup) -
Print two markups on top of each other.
Note:
\combine
cannot take a list of markups enclosed in curly braces as an argument; for this purpose use\overlay
instead.\markup { \fontsize #5 \override #'(thickness . 2) \combine \draw-line #'(0 . 4) \arrow-head #Y #DOWN ##f }
-
\concat
args (markup list) -
Concatenate args in a horizontal line, without spaces in between. Strings and simple markups are concatenated on the input level, allowing ligatures. For example,
\concat { "f" \simple #"i" }
is equivalent to"fi"
.\markup { \concat { one two three } }
-
\dir-column
args (markup list) -
Make a column of args, going up or down, depending on the setting of the
direction
layout property.\markup { \override #`(direction . ,UP) \dir-column { going up } \hspace #1 \dir-column { going down } \hspace #1 \override #'(direction . 1) \dir-column { going up } }
Used properties:
-
baseline-skip
-
direction
-
-
\fill-line
args (markup list) -
Put markups in a horizontal line of width line-width. The markups are spaced or flushed to fill the entire line. If there are no arguments, return an empty stencil.
\markup { \column { \fill-line { Words evenly spaced across the page } \null \fill-line { \line { Text markups } \line { \italic { evenly spaced } } \line { across the page } } \null \override #'(line-width . 50) \fill-line { Width explicitly specified } } }
Used properties:
-
line-width
(#f
) -
word-space
(0.6
) -
text-direction
(1
)
-
-
\fill-with-pattern
space (number) dir (direction) pattern (markup) left (markup) right (markup) -
Put left and right in a horizontal line of width
line-width
with a line of markups pattern in between. Patterns are spaced apart by space. Patterns are aligned to the dir markup.\markup \column { "right-aligned :" \fill-with-pattern #1 #RIGHT . first right \fill-with-pattern #1 #RIGHT . second right \null "center-aligned :" \fill-with-pattern #1.5 #CENTER - left right \null "left-aligned :" \override #'(line-width . 50) \fill-with-pattern #2 #LEFT : left first \override #'(line-width . 50) \fill-with-pattern #2 #LEFT : left second }
Used properties:
-
line-width
-
word-space
-
-
\general-align
axis (integer) dir (number) arg (markup) -
Align arg in axis direction to the dir side.
\markup { \column { one \general-align #X #LEFT two three \null one \general-align #X #CENTER two three \null \line { one \general-align #Y #UP two three } \null \line { one \general-align #Y #3.2 two three } } }
-
\halign
dir (number) arg (markup) -
Set horizontal alignment. If dir is
-1
, then it is left-aligned, while+1
is right. Values in between interpolate alignment accordingly.\markup { \column { one \halign #LEFT two three \null one \halign #CENTER two three \null one \halign #RIGHT two three \null one \halign #-5 two three } }
-
\hcenter-in
length (number) arg (markup) -
Center arg horizontally within a box of extending length/2 to the left and right.
\new StaffGroup << \new Staff { \set Staff.instrumentName = \markup { \hcenter-in #12 Oboe } c''1 } \new Staff { \set Staff.instrumentName = \markup { \hcenter-in #12 Bassoon } \clef tenor c'1 } >>
-
\hspace
amount (number) -
Create an invisible object taking up horizontal space amount.
\markup { one \hspace #2 two \hspace #8 three }
-
\justify
args (markup list) -
Like
\wordwrap
, but with lines stretched to justify the margins. Use\override #'(line-width . X)
to set the line width; X is the number of staff spaces.\markup { \justify { Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat. } }
Used properties:
-
text-direction
(1
) -
word-space
-
line-width
(#f
) -
baseline-skip
-
-
\justify-field
symbol (symbol) -
Justify the data which has been assigned to symbol.
\header { title = "My title" myText = "Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat." } \paper { bookTitleMarkup = \markup { \column { \fill-line { \fromproperty #'header:title } \null \justify-field #'header:myText } } } \markup { \null }
-
\justify-line
args (markup list) -
Put markups in a horizontal line of width line-width. The markups are spread to fill the entire line and separated by equal space. If there are no arguments, return an empty stencil.
\markup { \justify-line { Constant space between neighboring words } }
Used properties:
-
line-width
(#f
) -
word-space
(0.6
) -
text-direction
(1
)
-
-
\justify-string
arg (string) -
Justify a string. Paragraphs may be separated with double newlines
\markup { \override #'(line-width . 40) \justify-string #"Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat. Excepteur sint occaecat cupidatat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum" }
Used properties:
-
text-direction
(1
) -
word-space
-
line-width
-
baseline-skip
-
-
\left-align
arg (markup) -
Align arg on its left edge.
\markup { \column { one \left-align two three } }
-
\left-column
args (markup list) -
Put
args
in a left-aligned column.\markup { \left-column { one two three } }
Used properties:
-
baseline-skip
-
-
\line
args (markup list) -
Put args in a horizontal line. The property
word-space
determines the space between markups in args.\markup { \line { one two three } }
Used properties:
-
text-direction
(1
) -
word-space
-
-
\lower
amount (number) arg (markup) -
Lower arg by the distance amount. A negative amount indicates raising; see also
\raise
.\markup { one \lower #3 two three }
-
\overlay
args (markup list) -
Takes a list of markups combining them.
\markup { \fontsize #5 \override #'(thickness . 2) \overlay { \draw-line #'(0 . 4) \arrow-head #Y #DOWN ##f \translate #'(0 . 4)\arrow-head #Y #UP ##f } }
-
\pad
amount (number) arg (markup) -
Add space around a markup object. Identical to
pad-around
.\markup { \box { default } \hspace #2 \box { \pad-markup #1 { padded } } }
-
\pad-around
amount (number) arg (markup) -
Add padding amount all around arg.
\markup { \box { default } \hspace #2 \box { \pad-around #0.5 { padded } } }
-
\pad-to-box
x-ext (pair of numbers) y-ext (pair of numbers) arg (markup) -
Make arg take at least x-ext, y-ext space.
\markup { \box { default } \hspace #4 \box { \pad-to-box #'(0 . 10) #'(0 . 3) { padded } } }
-
\pad-x
amount (number) arg (markup) -
Add padding amount around arg in the X direction.
\markup { \box { default } \hspace #4 \box { \pad-x #2 { padded } } }
-
\put-adjacent
axis (integer) dir (direction) arg1 (markup) arg2 (markup) -
Put arg2 next to arg1, without moving arg1.
-
\raise
amount (number) arg (markup) -
Raise arg by the distance amount. A negative amount indicates lowering, see also
\lower
.The argument to
\raise
is the vertical displacement amount, measured in (global) staff spaces.\raise
and\super
raise objects in relation to their surrounding markups.If the text object itself is positioned above or below the staff, then
\raise
cannot be used to move it, since the mechanism that positions it next to the staff cancels any shift made with\raise
. For vertical positioning, use thepadding
and/orextra-offset
properties.\markup { C \small \bold \raise #1.0 9/7+ }
-
\right-align
arg (markup) -
Align arg on its right edge.
\markup { \column { one \right-align two three } }
-
\right-column
args (markup list) -
Put
args
in a right-aligned column.\markup { \right-column { one two three } }
Used properties:
-
baseline-skip
-
-
\rotate
ang (number) arg (markup) -
Rotate object with ang degrees around its center.
\markup { default \hspace #2 \rotate #45 \line { rotated 45? } }
-
\translate
offset (pair of numbers) arg (markup) -
Translate arg relative to its surroundings. offset is a pair of numbers representing the displacement in the X and Y axis.
\markup { * \translate #'(2 . 3) \line { translated two spaces right, three up } }
-
\translate-scaled
offset (pair of numbers) arg (markup) -
Translate arg by offset, scaling the offset by the
font-size
.\markup { \fontsize #5 { * \translate #'(2 . 3) translate \hspace #2 * \translate-scaled #'(2 . 3) translate-scaled } }
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\vcenter
arg (markup) -
Align
arg
to its Y center.\markup { one \vcenter two three }
-
\vspace
amount (number) -
Create an invisible object taking up vertical space of amount multiplied by 3.
\markup { \center-column { one \vspace #2 two \vspace #5 three } }
-
\wordwrap
args (markup list) -
Simple wordwrap. Use
\override #'(line-width . X)
to set the line width, where X is the number of staff spaces.\markup { \wordwrap { Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat. } }
Used properties:
-
text-direction
(1
) -
word-space
-
line-width
(#f
) -
baseline-skip
-
-
\wordwrap-field
symbol (symbol) -
Wordwrap the data which has been assigned to symbol.
\header { title = "My title" myText = "Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat." } \paper { bookTitleMarkup = \markup { \column { \fill-line { \fromproperty #'header:title } \null \wordwrap-field #'header:myText } } } \markup { \null }
-
\wordwrap-string
arg (string) -
Wordwrap a string. Paragraphs may be separated with double newlines.
\markup { \override #'(line-width . 40) \wordwrap-string #"Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat. Excepteur sint occaecat cupidatat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum" }
Used properties:
-
text-direction
(1
) -
word-space
-
line-width
-
baseline-skip
-
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A.12.3 Graphic
-
\arrow-head
axis (integer) dir (direction) filled (boolean) -
Produce an arrow head in specified direction and axis. Use the filled head if filled is specified.
\markup { \fontsize #5 { \general-align #Y #DOWN { \arrow-head #Y #UP ##t \arrow-head #Y #DOWN ##f \hspace #2 \arrow-head #X #RIGHT ##f \arrow-head #X #LEFT ##f } } }
-
\beam
width (number) slope (number) thickness (number) -
Create a beam with the specified parameters.
\markup { \beam #5 #1 #2 }
-
\bracket
arg (markup) -
Draw vertical brackets around arg.
\markup { \bracket { \note {2.} #UP } }
-
\circle
arg (markup) -
Draw a circle around arg. Use
thickness
,circle-padding
andfont-size
properties to determine line thickness and padding around the markup.\markup { \circle { Hi } }
Used properties:
-
circle-padding
(0.2
) -
font-size
(0
) -
thickness
(1
)
-
-
\draw-circle
radius (number) thickness (number) filled (boolean) -
A circle of radius radius and thickness thickness, optionally filled.
\markup { \draw-circle #2 #0.5 ##f \hspace #2 \draw-circle #2 #0 ##t }
-
\draw-dashed-line
dest (pair of numbers) -
A dashed line.
If
full-length
is set to #t (default) the dashed-line extends to the whole length given by dest, without white space at beginning or end.off
will then be altered to fit. To insist on the given (or default) values ofon
,off
use\override #'(full-length . #f)
Manual settings foron
,off
andphase
are possible.\markup { \draw-dashed-line #'(5.1 . 2.3) \override #'((on . 0.3) (off . 0.5)) \draw-dashed-line #'(5.1 . 2.3) }
Used properties:
-
full-length
(#t
) -
phase
(0
) -
off
(1
) -
on
(1
) -
thickness
(1
)
-
-
\draw-dotted-line
dest (pair of numbers) -
A dotted line.
The dotted-line always extends to the whole length given by dest, without white space at beginning or end. Manual settings for
off
are possible to get larger or smaller space between the dots. The given (or default) value ofoff
will be altered to fit the line-length.\markup { \draw-dotted-line #'(5.1 . 2.3) \override #'((thickness . 2) (off . 0.2)) \draw-dotted-line #'(5.1 . 2.3) }
Used properties:
-
phase
(0
) -
off
(1
) -
thickness
(1
)
-
-
\draw-hline
-
Draws a line across a page, where the property
span-factor
controls what fraction of the page is taken up.\markup { \column { \draw-hline \override #'(span-factor . 1/3) \draw-hline } }
Used properties:
-
span-factor
(1
) -
line-width
-
draw-line-markup
-
-
\draw-line
dest (pair of numbers) -
A simple line.
\markup { \draw-line #'(4 . 4) \override #'(thickness . 5) \draw-line #'(-3 . 0) }
Used properties:
-
thickness
(1
)
-
-
\draw-squiggle-line
sq-length (number) dest (pair of numbers) eq-end? (boolean) -
A squiggled line.
If
eq-end?
is set to#t
, it is ensured the squiggled line ends with a bow in same direction as the starting one.sq-length
is the length of the first bow.dest
is the end point of the squiggled line. To matchdest
the squiggled line is scaled accordingly. Its appearance may be customized by overrides forthickness
,angularity
,height
andorientation
.\markup \column { \draw-squiggle-line #0.5 #'(6 . 0) ##t \override #'(orientation . -1) \draw-squiggle-line #0.5 #'(6 . 0) ##t \draw-squiggle-line #0.5 #'(6 . 0) ##f \override #'(height . 1) \draw-squiggle-line #0.5 #'(6 . 0) ##t \override #'(thickness . 5) \draw-squiggle-line #0.5 #'(6 . 0) ##t \override #'(angularity . 2) \draw-squiggle-line #0.5 #'(6 . 0) ##t }
Used properties:
-
orientation
(1
) -
height
(0.5
) -
angularity
(0
) -
thickness
(0.5
)
-
-
\ellipse
arg (markup) -
Draw an ellipse around arg. Use
thickness
,x-padding
,y-padding
andfont-size
properties to determine line thickness and padding around the markup.\markup { \ellipse { Hi } }
Used properties:
-
y-padding
(0.2
) -
x-padding
(0.2
) -
font-size
(0
) -
thickness
(1
)
-
-
\epsfile
axis (number) size (number) file-name (string) -
Inline an EPS image. The image is scaled along axis to size.
\markup { \general-align #Y #DOWN { \epsfile #X #20 #"context-example.eps" \epsfile #Y #20 #"context-example.eps" } }
-
\filled-box
xext (pair of numbers) yext (pair of numbers) blot (number) -
Draw a box with rounded corners of dimensions xext and yext. For example,
\filled-box #'(-.3 . 1.8) #'(-.3 . 1.8) #0
creates a box extending horizontally from -0.3 to 1.8 and vertically from -0.3 up to 1.8, with corners formed from a circle of diameter 0 (i.e., sharp corners).
\markup { \filled-box #'(0 . 4) #'(0 . 4) #0 \filled-box #'(0 . 2) #'(-4 . 2) #0.4 \combine \filled-box #'(1 . 8) #'(0 . 7) #0.2 \with-color #white \filled-box #'(3.6 . 5.6) #'(3.5 . 5.5) #0.7 }
-
\hbracket
arg (markup) -
Draw horizontal brackets around arg.
\markup { \hbracket { \line { one two three } } }
-
\oval
arg (markup) -
Draw an oval around arg. Use
thickness
,x-padding
,y-padding
andfont-size
properties to determine line thickness and padding around the markup.\markup { \oval { Hi } }
Used properties:
-
y-padding
(0.75
) -
x-padding
(0.75
) -
font-size
(0
) -
thickness
(1
)
-
-
\parenthesize
arg (markup) -
Draw parentheses around arg. This is useful for parenthesizing a column containing several lines of text.
\markup { \parenthesize \column { foo bar } \override #'(angularity . 2) \parenthesize \column { bah baz } }
Used properties:
-
width
(0.25
) -
line-thickness
(0.1
) -
thickness
(1
) -
size
(1
) -
padding
-
angularity
(0
)
-
-
\path
thickness (number) commands (list) -
Draws a path with line thickness according to the directions given in commands. commands is a list of lists where the
car
of each sublist is a drawing command and thecdr
comprises the associated arguments for each command.There are seven commands available to use in the list
commands
:moveto
,rmoveto
,lineto
,rlineto
,curveto
,rcurveto
, andclosepath
. Note that the commands that begin with r are the relative variants of the other three commands. You may also use the standard SVG single-letter equivalents:moveto
=M
,lineto
=L
,curveto
=C
,closepath
=Z
. The relative commands are written lowercase:rmoveto
=r
,rlineto
=l
,rcurveto
=c
.The commands
moveto
,rmoveto
,lineto
, andrlineto
take 2 arguments; they are the X and Y coordinates for the destination point.The commands
curveto
andrcurveto
create cubic B?zier curves, and take 6 arguments; the first two are the X and Y coordinates for the first control point, the second two are the X and Y coordinates for the second control point, and the last two are the X and Y coordinates for the destination point.The
closepath
command takes zero arguments and closes the current subpath in the active path.Line-cap styles and line-join styles may be customized by overriding the
line-cap-style
andline-join-style
properties, respectively. Available line-cap styles are'butt
,'round
, and'square
. Available line-join styles are'miter
,'round
, and'bevel
.The property
filled
specifies whether or not the path is filled with color.samplePath = #'((lineto -1 1) (lineto 1 1) (lineto 1 -1) (curveto -5 -5 -5 5 -1 0) (closepath)) \markup { \path #0.25 #samplePath \override #'(line-join-style . miter) \path #0.25 #samplePath \override #'(filled . #t) \path #0.25 #samplePath }
Used properties:
-
filled
(#f
) -
line-join-style
(round
) -
line-cap-style
(round
)
-
-
\polygon
points (list of number pairs) -
A polygon delimited by the list of points. extroversion defines how the shape of the polygon is adapted to its thickness. If it is 0, the polygon is traced as-is. If -1, the outer side of the line is just on the given points. If 1, the line has its inner side on the points. The thickness property controls the thickness of the line; for filled polygons, this means the diameter of the blot.
regularPentagon = #'((1 . 0) (0.31 . 0.95) (-0.81 . 0.59) (-0.81 . -0.59) (0.31 . -0.95)) \markup { \polygon #'((-1 . -1) (0 . -3) (2 . 2) (1 . 2)) \override #'(filled . #f) \override #'(thickness . 2) \combine \with-color #(universal-color 'blue) \polygon #regularPentagon \with-color #(universal-color 'vermillion) \override #'(extroversion . 1) \polygon #regularPentagon }
Used properties:
-
thickness
(1
) -
filled
(#t
) -
extroversion
(0
)
-
-
\postscript
str (string) -
Insert str directly into the output as a PostScript command string.
This command is meant as a last resort. Almost all needs are better fulfilled by other markup commands (see, for example,
\path
and\draw-line
). If you do use this command, keep the following points in mind:-
\postscript
does not work in SVG output. - There are no stability guarantees on the details of how LilyPond produces its own output (i.e., the context into which the PostScript code is inserted). They may change substantially across versions.
- LilyPond cannot understand the shape of the drawing, leading to suboptimal spacing.
- Depending on how you install LilyPond, the version of the PostScript interpreter (GhostScript) can vary, and some of its features may be disabled.
ringsps = #" 0.15 setlinewidth 0.9 0.6 moveto 0.4 0.6 0.5 0 361 arc stroke 1.0 0.6 0.5 0 361 arc stroke " rings = \markup { \with-dimensions #'(-0.2 . 1.6) #'(0 . 1.2) \postscript #ringsps } \relative c'' { c2^\rings a2_\rings }
-
-
\rounded-box
arg (markup) -
Draw a box with rounded corners around arg. Looks at
thickness
,box-padding
andfont-size
properties to determine line thickness and padding around the markup; thecorner-radius
property makes it possible to define another shape for the corners (default is 1).c4^\markup { \rounded-box { Overtura } } c,8. c16 c4 r
Used properties:
-
box-padding
(0.5
) -
font-size
(0
) -
corner-radius
(1
) -
thickness
(1
)
-
-
\scale
factor-pair (pair of numbers) arg (markup) -
Scale arg. factor-pair is a pair of numbers representing the scaling-factor in the X and Y axes. Negative values may be used to produce mirror images.
\markup { \line { \scale #'(2 . 1) stretched \scale #'(1 . -1) mirrored } }
-
\triangle
filled (boolean) -
A triangle, either filled or empty.
\markup { \triangle ##t \hspace #2 \triangle ##f }
Used properties:
-
thickness
(1
) -
font-size
(0
) -
extroversion
(0
)
-
-
\with-url
url (string) arg (markup) -
Add a link to URL url around arg. This only works in the PDF backend.
\markup { \with-url #"https://lilypond.org/" { LilyPond ... \italic { music notation for everyone } } }
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A.12.4 Music
-
\accidental
alteration (an exact rational number) -
Select an accidental glyph from an alteration, given as rational number.
\markup \accidental #1/2
Used properties:
-
alteration-glyph-name-alist
-
-
\coda
-
Draw a coda sign.
\markup { \coda }
-
\compound-meter
time-sig (number or pair) -
Draw a numeric time signature.
\markup { \column { \line { Single number: \compound-meter #3 } \line { Conventional: \compound-meter #'(4 . 4) or \compound-meter #'(4 4) } \line { Compound: \compound-meter #'(2 3 8) } \line { Single-number compound: \compound-meter #'((2) (3)) } \line { Complex compound: \compound-meter #'((2 3 8) (3 4)) } } }
-
\customTabClef
num-strings (integer) staff-space (number) -
Draw a tab clef sans-serif style.
-
\doubleflat
-
Draw a double flat symbol.
\markup { \doubleflat }
-
\doublesharp
-
Draw a double sharp symbol.
\markup { \doublesharp }
-
\fermata
-
Create a fermata glyph. When direction is
DOWN
, use an inverted glyph. Note that within music, one would usually use the\fermata
articulation instead of a markup.{ c''1^\markup \fermata d''1_\markup \fermata } \markup { \fermata \override #`(direction . ,DOWN) \fermata }
Used properties:
-
direction
(1
)
-
-
\flat
-
Draw a flat symbol.
\markup { \flat }
-
\multi-measure-rest-by-number
duration-scale (non-negative, exact integer) -
Returns a multi-measure rest symbol.
If the number of measures is greater than the number given by
expand-limit
a horizontal line is printed. For every multi-measure rest lasting more than one measure a number is printed on top.\markup { Multi-measure rests may look like \multi-measure-rest-by-number #12 or \multi-measure-rest-by-number #7 (church rests) }
Used properties:
-
multi-measure-rest-number
(#t
) -
width
(8
) -
expand-limit
(10
) -
hair-thickness
(2.0
) -
thick-thickness
(6.6
) -
word-space
-
style
(()
) -
font-size
(0
)
-
-
\musicglyph
glyph-name (string) -
glyph-name is converted to a musical symbol; for example,
\musicglyph #"accidentals.natural"
selects the natural sign from the music font. See The Emmentaler font for a complete listing of the possible glyphs.\markup { \musicglyph #"f" \musicglyph #"rests.2" \musicglyph #"clefs.G_change" }
-
\natural
-
Draw a natural symbol.
\markup { \natural }
-
\note
duration (duration) dir (number) -
This produces a note with a stem pointing in dir direction, with the duration for the note head type and augmentation dots. For example,
\note {4.} #-0.75
creates a dotted quarter note, with a shortened down stem.\markup { \override #'(style . cross) \note {4..} #UP \hspace #2 \note {\breve} #0 }
Used properties:
-
style
(()
) -
dots-direction
(0
) -
flag-style
(()
) -
font-size
(0
)
-
-
\note-by-number
log (number) dot-count (number) dir (number) -
Construct a note symbol, with stem and flag. By using fractional values for dir, longer or shorter stems can be obtained. Supports all note-head-styles. Ancient note-head-styles will get mensural-style-flags.
flag-style
may be overridden independently. Supported flag-styles aredefault
,old-straight-flag
,modern-straight-flag
,flat-flag
,mensural
andneomensural
. The latter two flag-styles will both result in mensural-flags. Both are supplied for convenience.\markup { \note-by-number #3 #0 #DOWN \hspace #2 \note-by-number #1 #2 #0.8 }
Used properties:
-
style
(()
) -
dots-direction
(0
) -
flag-style
(()
) -
font-size
(0
)
-
-
\rest
duration (duration) -
Returns a rest symbol.
If
multi-measure-rest
is set to true, a multi-measure rest symbol my be returned. In this case the duration needs to be entered as{ 1*2 }
to get a multi-measure rest for two bars. Actually, it’s only the scaling factor that determines the length, the basic duration is disregarded.\markup { Rests: \hspace #2 \rest { 4.. } \hspace #2 \rest { \breve } \hspace #2 Multi-measure rests: \override #'(multi-measure-rest . #t) { \hspace #2 \override #'(multi-measure-rest-number . #f) \rest { 1*7 } \hspace #2 \rest { 1*12 } } }
Used properties:
-
multi-measure-rest-number
(#t
) -
width
(8
) -
expand-limit
(10
) -
hair-thickness
(2.0
) -
thick-thickness
(6.6
) -
word-space
-
style
(()
) -
font-size
(0
) -
style
(()
) -
ledgers
((-1 0 1)
) -
font-size
(0
)
-
-
\rest-by-number
log (integer) dot-count (integer) -
A rest symbol.
For duration logs specified with property
ledgers
, rest symbols with ledger lines are selected.\markup { \rest-by-number #3 #2 \hspace #2 \rest-by-number #0 #1 }
Used properties:
-
style
(()
) -
ledgers
((-1 0 1)
) -
font-size
(0
)
-
-
\rhythm
music (music) -
An embedded rhythmic pattern.
\relative { \tempo \markup { Swing \hspace #0.4 \rhythm { 8[ 8] } = \rhythm { \tuplet 3/2 { 4 8 } } } b8 g' c, d ees d16 ees d c r8 }
Within
\rhythm
, there is no time signature and no division in measures (as with\cadenzaOn
, see Musica in tempo libero). Beaming must be added explicitly with the syntax explained in Travature manuali.\markup { The rhythmic pattern \rhythm { 16[ 8 16] } is a type of syncopation. }
\stemDown
can be used to flip the stems.\markup \rhythm { \stemDown 8 16 8 }
\rhythm
works by creating aStandaloneRhythmVoice
context. The parents of this context areStandaloneRhythmStaff
andStandaloneRhythmScore
. It is possible to apply global tweaks to the output by using a\layout
block.\layout { \context { \StandaloneRhythmVoice \xNotesOn } } \markup \rhythm { 8 16 8 }
Nota:
rhythm
does not work when its argument is a single duration, e.g.,rhythm { 8 }
. Use extra braces:rhythm { { 8 } }
.Used properties:
-
font-size
(-2
)
-
-
\score
score (score) -
Inline an image of music. The reference point (usually the middle staff line) of the lowest staff in the top system is placed on the baseline.
\markup { \score { \new PianoStaff << \new Staff \relative c' { \key f \major \time 3/4 \mark \markup { Allegro } f2\p( a4) c2( a4) bes2( g'4) f8( e) e4 r } \new Staff \relative c { \clef bass \key f \major \time 3/4 f8( a c a c a f c' es c es c) f,( bes d bes d bes) f( g bes g bes g) } >> \layout { indent = 0.0\cm \context { \Score \override RehearsalMark.break-align-symbols = #'(time-signature key-signature) \override RehearsalMark.self-alignment-X = #LEFT } \context { \Staff \override TimeSignature .break-align-anchor-alignment = #LEFT } } } }
Used properties:
-
baseline-skip
-
-
\segno
-
Draw a segno symbol.
\markup { \segno }
-
\semiflat
-
Draw a semiflat symbol.
\markup { \semiflat }
-
\semisharp
-
Draw a semisharp symbol.
\markup { \semisharp }
-
\sesquiflat
-
Draw a 3/2 flat symbol.
\markup { \sesquiflat }
-
\sesquisharp
-
Draw a 3/2 sharp symbol.
\markup { \sesquisharp }
-
\sharp
-
Draw a sharp symbol.
\markup { \sharp }
-
\tied-lyric
str (string) -
Like simple-markup, but use tie characters for ‘~’ tilde symbols.
\markup \column { \tied-lyric #"Siam navi~all'onde~algenti Lasciate~in abbandono" \tied-lyric #"Impetuosi venti I nostri~affetti sono" \tied-lyric #"Ogni diletto~e scoglio Tutta la vita~e~un mar." }
Used properties:
-
word-space
-
-
\varcoda
-
Draw a varcoda sign.
\markup { \varcoda }
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A.12.5 Conditionals
-
\if
condition? (procedure) argument (markup) -
Test condition, and only insert argument if it is true. The condition is provided as a procedure taking an output definition and a property alist chain. The procedure is applied, and its result determines whether to print the markup. This command is most useful inside
oddHeaderMarkup
or similar. Here is an example printing page numbers in bold:\paper { oddHeaderMarkup = \markup \fill-line { "" \if #print-page-number \bold \fromproperty #'page:page-number-string } evenHeaderMarkup = \markup \fill-line { \if #print-page-number \bold \fromproperty #'page:page-number-string "" } }
-
\unless
condition? (procedure) argument (markup) -
Similar to
\if
, printing the argument if the condition is false.The following example shows how to print the copyright notice on all pages but the last instead of just the first page.
\paper { oddFooterMarkup = \markup { \unless #on-last-page-of-part \fill-line { \fromproperty #'header:copyright } } } \header { copyright = "? LilyPond Authors. License: GFDL." tagline = "? LilyPond Authors. Documentation placed under the GNU Free Documentation License version 1.3." }
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
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A.12.6 Instrument Specific Markup
-
\fret-diagram
definition-string (string) -
Make a (guitar) fret diagram. For example, say
\markup \fret-diagram #"s:0.75;6-x;5-x;4-o;3-2;2-3;1-2;"
for fret spacing 3/4 of staff space, D chord diagram
Syntax rules for definition-string:
- - Diagram items are separated by semicolons.
- -
Possible items:
-
s:
number – Set the fret spacing of the diagram (in staff spaces). Default: 1. -
t:
number – Set the line thickness (relative to normal line thickness). Default: 0.5. -
h:
number – Set the height of the diagram in frets. Default: 4. -
w:
number – Set the width of the diagram in strings. Default: 6. -
f:
number – Set fingering label type (0 = none, 1 = in circle on string, 2 = below string). Default: 0. -
d:
number – Set radius of dot, in terms of fret spacing. Default: 0.25. -
p:
number – Set the position of the dot in the fret space. 0.5 is centered; 1 is on lower fret bar, 0 is on upper fret bar. Default: 0.6. -
c:
string1-
string2-
fret – Include a barre mark from string1 to string2 on fret. -
string
-
fret – Place a dot on string at fret. If fret is ‘o’, string is identified as open. If fret is ‘x’, string is identified as muted. -
string
-
fret-
fingering – Place a dot on string at fret, and label with fingering as defined by thef:
code.
-
- - Note: There is no limit to the number of fret indications per string.
Used properties:
-
thickness
(0.5
) -
fret-diagram-details
-
size
(1.0
) -
align-dir
(-0.4
)
-
\fret-diagram-terse
definition-string (string) -
Make a fret diagram markup using terse string-based syntax.
Here is an example
\markup \fret-diagram-terse #"x;x;o;2;3;2;"
for a D chord diagram.
Syntax rules for definition-string:
- Strings are terminated by semicolons; the number of semicolons is the number of strings in the diagram.
- Mute strings are indicated by ‘x’.
- Open strings are indicated by ‘o’.
- A number indicates a fret indication at that fret.
- If there are multiple fret indicators desired on a string, they should be separated by spaces.
-
Fingerings are given by following the fret number with a
-
, followed by the finger indicator, e.g. ‘3-2’ for playing the third fret with the second finger. -
Where a barre indicator is desired, follow the fret (or fingering) symbol
with
-(
to start a barre and-)
to end the barre.
Used properties:
-
thickness
(0.5
) -
fret-diagram-details
-
size
(1.0
) -
align-dir
(-0.4
)
-
\fret-diagram-verbose
marking-list (pair) -
Make a fret diagram containing the symbols indicated in marking-list.
For example,
\markup \fret-diagram-verbose #'((mute 6) (mute 5) (open 4) (place-fret 3 2) (place-fret 2 3) (place-fret 1 2))
produces a standard D chord diagram without fingering indications.
Possible elements in marking-list:
-
(mute string-number)
Place a small ‘x’ at the top of string string-number.
-
(open string-number)
Place a small ‘o’ at the top of string string-number.
-
(barre start-string end-string fret-number)
Place a barre indicator (much like a tie) from string start-string to string end-string at fret fret-number.
-
(capo fret-number)
Place a capo indicator (a large solid bar) across the entire fretboard at fret location fret-number. Also, set fret fret-number to be the lowest fret on the fret diagram.
-
(place-fret string-number fret-number [finger-value] [color-modifier] [color] ['parenthesized ['default-paren-color]])
Place a fret playing indication on string string-number at fret fret-number with an optional fingering label finger-value, an optional color modifier color-modifier, an optional color color, an optional parenthesis
'parenthesized
and an optional paranthesis color'default-paren-color
. By default, the fret playing indicator is a solid dot. This can be globally changed by setting the value of the variable dot-color or for a single dot by setting the value of color. The dot can be parenthesized by adding'parenthesized
. By default the color for the parenthesis is taken from the dot. Adding'default-paren-color
will take the parenthesis-color from the global dot-color, as a fall-back black will be used. Setting color-modifier toinverted
inverts the dot color for a specific fingering. The values for string-number, fret-number, and the optional finger should be entered first in that order. The order of the other optional arguments does not matter. If the finger part of theplace-fret
element is present, finger-value will be displayed according to the setting of the variable finger-code. There is no limit to the number of fret indications per string.
Used properties:
-
thickness
(0.5
) -
fret-diagram-details
-
size
(1.0
) -
align-dir
(-0.4
)
-
-
\harp-pedal
definition-string (string) -
Make a harp pedal diagram.
Possible elements in definition-string:
-
^
pedal is up
-
-
pedal is neutral
-
v
pedal is down
-
|
vertical divider line
-
o
the following pedal should be circled (indicating a change)
The function also checks if the string has the typical form of three pedals, then the divider and then the remaining four pedals. If not it prints out a warning. However, in any case, it will also print each symbol in the order as given. This means you can place the divider (even multiple dividers) anywhere you want, but you’ll have to live with the warnings.
The appearance of the diagram can be tweaked inter alia using the size property of the TextScript grob (
\override Voice.TextScript.size = #0.3
) for the overall, the thickness property (\override Voice.TextScript.thickness = #3
) for the line thickness of the horizontal line and the divider. The remaining configuration (box sizes, offsets and spaces) is done by the harp-pedal-details list of properties (\override Voice.TextScript.harp-pedal-details.box-width = #1
). It contains the following settings:box-offset
(vertical shift of the box center for up/down pedals),box-width
,box-height
,space-before-divider
(the spacing between two boxes before the divider) andspace-after-divider
(box spacing after the divider).\markup \harp-pedal #"^-v|--ov^"
Used properties:
-
thickness
(0.5
) -
harp-pedal-details
(()
) -
size
(1.2
)
-
-
\woodwind-diagram
instrument (symbol) user-draw-commands (list) -
Make a woodwind-instrument diagram. For example, say
\markup \woodwind-diagram #'oboe #'((lh . (d ees)) (cc . (five3qT1q)) (rh . (gis)))
for an oboe with the left-hand d key, left-hand ees key, and right-hand gis key depressed while the five-hole of the central column effectuates a trill between 1/4 and 3/4 closed.
The following instruments are supported:
- - piccolo
- - flute
- - oboe
- - clarinet
- - bass-clarinet
- - saxophone
- - bassoon
- - contrabassoon
To see all of the callable keys for a given instrument, include the function
(print-keys 'instrument)
in your .ly file, where instrument is the instrument whose keys you want to print.Certain keys allow for special configurations. The entire gamut of configurations possible is as follows:
- - 1q (1/4 covered)
- - 1h (1/2 covered)
- - 3q (3/4 covered)
- - R (ring depressed)
- - F (fully covered; the default if no state put)
Additionally, these configurations can be used in trills. So, for example,
three3qTR
effectuates a trill between 3/4 full and ring depressed on the three hole. As another example,threeRT
effectuates a trill between R and open, whereasthreeTR
effectuates a trill between open and shut. To see all of the possibilities for all of the keys of a given instrument, invoke(print-keys-verbose 'instrument)
.Lastly, substituting an empty list for the pressed-key alist will result in a diagram with all of the keys drawn but none filled, for example:
\markup \woodwind-diagram #'oboe #'()
Used properties:
-
woodwind-diagram-details
(()
) -
font-size
(0
) -
graphical
(#t
) -
thickness
(0.1
) -
size
(1
)
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A.12.7 Accordion Registers
-
\discant
name (string) -
\discant name
generates a discant accordion register symbol.To make it available,
#(use-modules (lily accreg))
is required near the top of your input file.
The register names in the default
\discant
register set have modeled after numeric Swiss notation like depicted in http://de.wikipedia.org/wiki/Register_%28Akkordeon%29, omitting the slashes and dropping leading zeros.The string name is basically a three-digit number with the lowest digit specifying the number of 16’ reeds, the tens the number of 8’ reeds, and the hundreds specifying the number of 4’ reeds. Without modification, the specified number of reeds in 8’ is centered in the symbol. Newer instruments may have registrations where 8’ can be used either within or without a tone chamber, ‘cassotto’. Notationally, the central dot then indicates use of cassotto. One can suffix the tens’ digits ‘1’ and ‘2’ with ‘+’ or ‘-’ to indicate clustering the dots at the right or left respectively rather than centered.
Some examples are
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\freeBass
name (string) -
\freeBass name
generates a free bass/converter accordion register symbol for the usual two-reed layout.To make it available,
#(use-modules (lily accreg))
is required near the top of your input file.
Available registrations are
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\stdBass
name (string) -
\stdBass name
generates a standard bass accordion register symbol.To make it available,
#(use-modules (lily accreg))
is required near the top of your input file.
The default bass register definitions have been modeled after the article http://www.accordions.com/index/art/stradella.shtml originally appearing in Accord Magazine.
The underlying register model is
This kind of overlapping arrangement is common for Italian instruments though the exact location of the octave breaks differ.
When not composing for a particular target instrument, using the five reed definitions makes more sense than using a four reed layout: in that manner, the ‘Master’ register is unambiguous. This is rather the rule in literature bothering about bass registrations at all.
Available registrations are
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\stdBassIV
name (string) -
\stdBassIV name
generates a standard bass accordion register symbol.To make it available,
#(use-modules (lily accreg))
is required near the top of your input file.
The main use is for four-reed standard bass instruments with reedbank layout
Notable instruments are Morino models with MIII (the others are five-reed instead) and the Atlantic IV. Most of those models have three register switches. Some newer Morinos with MIII might have five or even seven.
The prevalent three-register layout uses the middle three switches ‘Tenor’, ‘Master’, ‘Soft Bass’. Note that the sound is quite darker than the same registrations of ‘c,’-based instruments.
Available registrations are
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\stdBassV
name (string) -
\stdBassV name
generates a standard bass accordion register symbol.To make it available,
#(use-modules (lily accreg))
is required near the top of your input file.
The main use is for five-reed standard bass instruments with reedbank layout
This tends to be the bass layout for Hohner’s Morino series without convertor or MIII manual.
With the exception of the rather new 7-register layout, the highest two chord reeds are usually sounded together. The Older instruments offer 5 or 3 bass registers. The Tango VM offers an additional ‘Solo Bass’ setting that mutes the chord reeds. The symbol on the register buttons of the Tango VM would actually match the physical five-octave layout reflected here, but it is not used in literature.
Composers should likely prefer the five-reed versions of these symbols. The mismatch of a four-reed instrument with five-reed symbols is easier to resolve for the player than the other way round.
Available registrations are
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\stdBassVI
name (string) -
\stdBassVI name
generates a standard bass accordion register symbol for six reed basses.To make it available,
#(use-modules (lily accreg))
is required near the top of your input file.
This is primarily the register layout for the Hohner “Gola” model. The layout is
The registers are effectively quite similar to that of
\stdBass
. An additional bass reed at alto pitch is omitted for esthetical reasons from the ‘Master’ setting, so the symbols are almost the same except for the ‘Alto/Soprano’ register with bass notes at Alto pitch and chords at Soprano pitch.Available registrations are
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
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A.12.8 Other
-
\auto-footnote
mkup (markup) note (markup) -
Have footnote note act as an annotation to the markup mkup.
\markup { \auto-footnote a b \override #'(padding . 0.2) \auto-footnote c d }
The footnote will be annotated automatically.
Used properties:
-
padding
(0.0
) -
raise
(0.5
)
-
-
\backslashed-digit
num (integer) -
A feta number, with backslash. This is for use in the context of figured bass notation.
\markup { \backslashed-digit #5 \hspace #2 \override #'(thickness . 3) \backslashed-digit #7 }
Used properties:
-
thickness
(1.6
) -
font-size
(0
)
-
-
\char
num (integer) -
Produce a single character. Characters encoded in hexadecimal format require the prefix
#x
.\markup { \char #65 \char ##x00a9 }
-
\eyeglasses
-
Prints out eyeglasses, indicating strongly to look at the conductor.
\markup { \eyeglasses }
-
\first-visible
args (markup list) -
Use the first markup in args that yields a non-empty stencil and ignore the rest.
\markup { \first-visible { \fromproperty #'header:composer \italic Unknown } }
-
\footnote
mkup (markup) note (markup) -
Have footnote note act as an annotation to the markup mkup.
\markup { \footnote a b \override #'(padding . 0.2) \footnote c d }
The footnote will not be annotated automatically.
-
\fraction
arg1 (markup) arg2 (markup) -
Make a fraction of two markups.
\markup { ? ? \fraction 355 113 }
Used properties:
-
font-size
(0
)
-
-
\fromproperty
symbol (symbol) -
Read the symbol from property settings, and produce a stencil from the markup contained within. If symbol is not defined, it returns an empty markup.
\header { myTitle = "myTitle" title = \markup { from \italic \fromproperty #'header:myTitle } } \markup { \null }
-
\left-brace
size (number) -
A feta brace in point size size.
\markup { \left-brace #35 \hspace #2 \left-brace #45 }
-
\lookup
glyph-name (string) -
Lookup a glyph by name.
\markup { \override #'(font-encoding . fetaBraces) { \lookup #"brace200" \hspace #2 \rotate #180 \lookup #"brace180" } }
-
\markalphabet
num (integer) -
Make a markup letter for num. The letters start with A to Z and continue with double letters.
\markup { \markalphabet #8 \hspace #2 \markalphabet #26 }
-
\markletter
num (integer) -
Make a markup letter for num. The letters start with A to Z (skipping letter I), and continue with double letters.
\markup { \markletter #8 \hspace #2 \markletter #26 }
-
\null
-
An empty markup with extents of a single point.
\markup { \null }
-
\on-the-fly
procedure (procedure) arg (markup) -
Apply the procedure markup command to arg. procedure takes the same arguments as
interpret-markup
and returns a stencil. -
\override
new-prop (pair) arg (markup) -
Add the argument new-prop to the property list. Properties may be any property supported by font-interface, text-interface and instrument-specific-markup-interface.
new-prop may be either a single alist pair, or non-empty alist of its own.
\markup { \undertie "undertied" \override #'(offset . 15) \undertie "offset undertied" \override #'((offset . 15)(thickness . 3)) \undertie "offset thick undertied" }
-
\page-link
page-number (number) arg (markup) -
Add a link to the page page-number around arg. This only works in the PDF backend.
\markup { \page-link #2 { \italic { This links to page 2... } } }
-
\page-ref
label (symbol) gauge (markup) default (markup) -
Reference to a page number. label is the label set on the referenced page (using
\label
or\tocItem
), gauge a markup used to estimate the maximum width of the page number, and default the value to display when label is not found.(If the current book or bookpart is set to use roman numerals for page numbers, the reference will be formatted accordingly – in which case the gauge’s width may require additional tweaking.)
-
\pattern
count (non-negative, exact integer) axis (non-negative, exact integer) space (number) pattern (markup) -
Prints count times a pattern markup. Patterns are spaced apart by space (defined as for
\hspace
or\vspace
, respectively). Patterns are distributed on axis.\markup \column { "Horizontally repeated :" \pattern #7 #X #2 \flat \null "Vertically repeated :" \pattern #3 #Y #0.5 \flat }
-
\property-recursive
symbol (symbol) -
Print out a warning when a header field markup contains some recursive markup definition.
-
\right-brace
size (number) -
A feta brace in point size size, rotated 180 degrees.
\markup { \right-brace #45 \hspace #2 \right-brace #35 }
-
\slashed-digit
num (integer) -
A feta number, with slash. This is for use in the context of figured bass notation.
\markup { \slashed-digit #5 \hspace #2 \override #'(thickness . 3) \slashed-digit #7 }
Used properties:
-
thickness
(1.6
) -
font-size
(0
)
-
-
\stencil
stil (stencil) -
Use a stencil as markup.
\markup { \stencil #(make-circle-stencil 2 0 #t) }
-
\strut
-
Create a box of the same height as the space in the current font.
-
\transparent
arg (markup) -
Make arg transparent.
\markup { \transparent { invisible text } }
-
\verbatim-file
name (string) -
Read the contents of file name, and include it verbatim.
\markup { \verbatim-file #"en/included/simple.ly" }
-
\whiteout
arg (markup) -
Provide a white background for arg. The shape of the white background is determined by
style
. The default isbox
which produces a rectangle.rounded-box
produces a rounded rectangle.outline
approximates the outline of the markup.\markup { \combine \filled-box #'(-1 . 15) #'(-3 . 4) #1 \override #'(thickness . 1.5) \whiteout whiteout-box } \markup { \combine \filled-box #'(-1 . 24) #'(-3 . 4) #1 \override #'((style . rounded-box) (thickness . 3)) \whiteout whiteout-rounded-box } \markup { \combine \filled-box #'(-1 . 18) #'(-3 . 4) #1 \override #'((style . outline) (thickness . 3)) \whiteout whiteout-outline }
Used properties:
-
thickness
(()
) -
style
(box
)
-
-
\with-color
color (color) arg (markup) -
Draw arg in color specified by color.
\markup { \with-color #red red \hspace #2 \with-color #green green \hspace #2 \with-color "#0000ff" blue }
-
\with-dimension
axis (integer) val (pair of numbers) arg (markup) -
Set the horizontal dimension of arg to val if axis is equal to
X
. If axis is equal toY
, set the vertical dimension of arg to val instead. -
\with-dimension-from
axis (integer) arg1 (markup) arg2 (markup) -
Print arg2 but replace the horizontal dimension with the one from arg1 if axis is set to
X
. If axis is set toY
, replace the vertical dimension with the one from arg1 instead. -
\with-dimensions
x (pair of numbers) y (pair of numbers) arg (markup) -
Set the horizontal and vertical dimensions of arg to x and y.
-
\with-dimensions-from
arg1 (markup) arg2 (markup) -
Print arg2 with the horizontal and vertical dimensions of arg1.
-
\with-link
label (symbol) arg (markup) -
Add a link to the page holding label label around arg. This only works in the PDF backend.
\markup { \with-link #'label { \italic { This links to the page containing the label... } } }
-
\with-outline
outline (markup) arg (markup) -
Print arg with the outline and dimensions of outline. The outline is used by skylines to resolve collisions (not for whiteout).
-
\with-true-dimension
axis (integer) arg (markup) -
Give arg its actual dimension (extent) on axis. Sometimes, the extents of a markup’s printed ink differs from the default extents. The main case is if glyphs are involved. By default, the extents of a glyph are based on the glyph’s metrics (i.e., a default vertical and horizontal size for the glyph), which, for various reasons, are often not identical to its bounding box (i.e., the smallest rectangle that completely encompasses the glyph’s outline) – in most cases, the outline protrudes the box spanned up by the metrics.
\markup \fontsize #10 \override #'((box-padding . 0) (thickness . 0.2)) \box \musicglyph "scripts.trill"
For purposes other than setting text, this behavior may not be wanted. You can use
\with-true-dimension
in order to give the markup its actual printed extent.\markup \fontsize #10 \override #'((box-padding . 0) (thickness . 0.2)) \box \with-true-dimension #X \musicglyph "scripts.trill"
-
\with-true-dimensions
arg (markup) -
\markup \with-true-dimensions arg
is short for\markup \with-true-dimension #X \with-true-dimension #Y arg
, i.e.,\with-true-dimensions
has the effect of\with-true-dimension
on both axes.
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A.13 Comandi per una lista di markup
Tutti i comandi seguenti possono essere usati all’interno di \markuplist
:
-
\column-lines
args (markup list) -
Like
\column
, but return a list of lines instead of a single markup.baseline-skip
determines the space between each markup in args.Used properties:
-
baseline-skip
-
-
\justified-lines
args (markup list) -
Like
\justify
, but return a list of lines instead of a single markup. Use\override-lines #'(line-width . X)
to set the line width; X is the number of staff spaces.Used properties:
-
text-direction
(1
) -
word-space
-
line-width
(#f
) -
baseline-skip
-
-
\map-commands
compose (procedure) args (markup list) -
This applies the function compose to every markup in args (including elements of markup list command calls) in order to produce a new markup list. Since the return value from a markup list command call is not a markup list but rather a list of stencils, this requires passing those stencils off as the results of individual markup calls. That way, the results should work out as long as no markups rely on side effects.
-
\override-lines
new-prop (pair) args (markup list) -
Like
\override
, for markup lists. -
\score-lines
score (score) -
This is the same as the
\score
markup but delivers its systems as a list of lines. Its score argument is entered in braces like it would be for\score
. -
\string-lines
strg (string) -
Takes the string strg and splits it at the character provided by the property
split-char
, defaulting to#\newline
. Surrounding whitespace is removed from every resulting string. The returned list of markups is ready to be formatted by other markup or markup list commands like\column
,\line
, etc.\markup { \column \string-lines "foo, foo, bar, bar, buzz, buzz!" }
Used properties:
-
split-char
(#\newline
)
-
-
\table
column-align (number list) lst (markup list) -
Returns a table.
column-align specifies how each column is aligned, possible values are -1, 0, 1. The number of elements in column-align determines how many columns will be printed. The entries to print are given by lst, a markup-list. If needed, the last row is filled up with
point-stencil
s. Overridingpadding
may be used to increase columns horizontal distance. Overridingbaseline-skip
to increase rows vertical distance.% A markup command to print a fixed-width number. \markup fwnum = \markup \override #'(font-features . ("ss01" "-kern")) \number \etc \markuplist { \override #'(padding . 2) \table #'(0 1 0 -1) { \underline { center-aligned right-aligned center-aligned left-aligned } one \fwnum 1 thousandth \fwnum 0.001 eleven \fwnum 11 hundredth \fwnum 0.01 twenty \fwnum 20 tenth \fwnum 0.1 thousand \fwnum 1000 one \fwnum 1.0 } }
Used properties:
-
baseline-skip
-
padding
(0
)
-
-
\table-of-contents
-
Used properties:
-
baseline-skip
-
-
\wordwrap-internal
justify (boolean) args (markup list) -
Internal markup list command used to define
\justify
and\wordwrap
.Used properties:
-
text-direction
(1
) -
word-space
-
line-width
(#f
)
-
-
\wordwrap-lines
args (markup list) -
Like
\wordwrap
, but return a list of lines instead of a single markup. Use\override-lines #'(line-width . X)
to set the line width, where X is the number of staff spaces.Used properties:
-
text-direction
(1
) -
word-space
-
line-width
(#f
) -
baseline-skip
-
-
\wordwrap-string-internal
justify (boolean) arg (string) -
Internal markup list command that is used to define
\justify-string
and\wordwrap-string
.Used properties:
-
text-direction
(1
) -
word-space
-
line-width
-
A.14 Elenco dei caratteri speciali
Si possono usare i seguenti riferimenti per i caratteri speciali; maggiori informazioni in see Alias ASCII.
Si usa la sintassi HTML. Di questi riferimenti molti sono identici a quelli HTML, alcuni sono ispirati a LaTeX.
I caratteri sono compresi in un riquadro per rendere visibile la loro dimensione. È stato aggiunto un po’ di spazio tra il carattere e il riquadro per migliorare la leggibilità.
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[ < Elenco dei caratteri speciali ] | [ Su : Tabelle del manuale della notazione ] | [ Articolazioni > ] |
A.15 Elenco delle articolazioni
Nella logica interna di LilyPond, un’“articolazione” è un qualsiasi oggetto
(diverso dalle dinamiche) che possa essere attaccato direttamente dopo un
evento ritmico: note, accordi; perfino i silenzi e i salti, o il costrutto
dell’accordo vuoto <>
(vedi
Struttura dell'inserimento note).
Anche le legature di portamento, le diteggiature e le scritte testuali, tecnicamente,
sono articolazioni, sebbene non siano mostrate qui.
Le liste seguenti comprendono quindi non solo i segni di articolazione, ma anche
tutti gli altri segni del tipo di carattere Emmentaler che possono essere attaccati
alle note (il modo in cui un accento è inserito come ‘c'\accent’ o
‘c'->’). Ogni esempio mostra il segno nelle sue due possibili posizioni
verticali: rispettivamente up and down, così come la sua posizione
predefinita (neutral). Vedi anche Glifi dei segni per un elenco di
glifi più esaustivo, da usare col comando markup \musicglyph
come è
spiegato in Notazione musicale nel blocco markup.
Articolazioni | ||
Ornamenti | ||
Punti coronati | ||
Segni specifici per strumento | ||
Segni di ripetizione | ||
Segni antichi |
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Articolazioni
\accent o ->
| \espressivo
| \marcato o -^
| \portato or -_
|
\staccatissimo o -!
| \staccato o -.
| \tenuto o --
|
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[ < Articolazioni ] | [ Su : Elenco delle articolazioni ] | [ Punti coronati > ] |
Ornamenti
\prall
| \prallup
| \pralldown
| \upprall
|
\downprall
| \prallprall
| \lineprall
| \prallmordent
|
\mordent
| \upmordent
| \downmordent
| \trill
|
\turn
| \reverseturn
| \slashturn
| \haydnturn
|
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Ornamenti ] | [ Su : Elenco delle articolazioni ] | [ Segni specifici per strumento > ] |
Punti coronati
\veryshortfermata
| \shortfermata
| \fermata
| \longfermata
|
\verylongfermata
| \henzeshortfermata
| \henzelongfermata
|
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Punti coronati ] | [ Su : Elenco delle articolazioni ] | [ Segni di ripetizione > ] |
Segni specifici per strumento
\upbow
| \downbow
| \flageolet
| \open
|
\halfopen
| \lheel
| \rheel
| \ltoe
|
\rtoe
| \snappizzicato
| \stopped or -+
| \thumb
|
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Segni specifici per strumento ] | [ Su : Elenco delle articolazioni ] | [ Segni antichi > ] |
Segni di ripetizione
\segno
| \coda
| \varcoda
|
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Segni di ripetizione ] | [ Su : Elenco delle articolazioni ] | [ Elenco dei respiri > ] |
Segni antichi
\accentus
| \circulus
| \ictus
|
\semicirculus
| \signumcongruentiae
|
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Segni antichi ] | [ Su : Tabelle del manuale della notazione ] | [ Note percussive > ] |
A.16 Elenco dei respiri
'chantquarterbar
| 'chanthalfbar
| 'chantfullbar
| 'chantdoublebar
|
'comma
| 'varcomma
| 'caesura
| 'curvedcaesura
|
'tickmark
| 'spacer
|
A.17 Note percussive
bassdrum
| acousticbassdrum
| snare
| acousticsnare
|
electricsnare
| lowfloortom
| highfloortom
| lowtom
|
hightom
| lowmidtom
| himidtom
| hihat
|
closedhihat
| openhihat
| halfopenhihat
| pedalhihat
|
crashcymbal
| crashcymbala
| crashcymbalb
| ridecymbal
|
ridecymbala
| ridecymbalb
| chinesecymbal
| splashcymbal
|
ridebell
| cowbell
| hibongo
| openhibongo
|
mutehibongo
| lobongo
| openlobongo
| mutelobongo
|
hiconga
| openhiconga
| mutehiconga
| loconga
|
openloconga
| muteloconga
| hitimbale
| lotimbale
|
hiagogo
| loagogo
| sidestick
| hisidestick
|
losidestick
| guiro
| shortguiro
| longguiro
|
cabasa
| maracas
| shortwhistle
| longwhistle
|
handclap
| tambourine
| vibraslap
| tamtam
|
claves
| hiwoodblock
| lowoodblock
| opencuica
|
mutecuica
| triangle
| opentriangle
| mutetriangle
|
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Note percussive ] | [ Su : Tabelle del manuale della notazione ] | [ Glossario tecnico > ] |
A.18 Valori predefiniti di outside-staff-priority
La tabella seguente mostra il valore predefinito di outside-staff-priority
per tutti i grob fuori dal rigo. Gli oggetti con valori più bassi vengono
posti più vicini al rigo.
Grob | Priority |
---|---|
AccidentalSuggestion | 0 |
MultiMeasureRestScript | 40 |
TrillSpanner | 50 |
BarNumber | 100 |
DynamicLineSpanner | 250 |
TextSpanner | 350 |
OttavaBracket | 400 |
CombineTextScript | 450 |
MultiMeasureRestText | 450 |
TextScript | 450 |
InstrumentSwitch | 500 |
VoltaBracketSpanner | 600 |
MeasureCounter | 750 |
MeasureSpanner | 750 |
SostenutoPedalLineSpanner | 1000 |
SustainPedalLineSpanner | 1000 |
UnaCordaPedalLineSpanner | 1000 |
CenteredBarNumberLineSpanner | 1200 |
TextMark | 1250 |
MetronomeMark | 1300 |
JumpScript | 1350 |
CodaMark | 1400 |
SegnoMark | 1400 |
SectionLabel | 1450 |
RehearsalMark | 1500 |
A.19 Glossario tecnico
Un glossario dei termini tecnici e dei concetti usati internamente in LilyPond. Questi termini appaiono nei manuali, nelle mailing list e nel codice sorgente.
alist | ||
callback | ||
closure | ||
glyph | ||
grob | ||
immutable | ||
interface | ||
lexer | ||
mutable | ||
output-def | ||
parser | ||
parser variable | ||
prob | ||
smob | ||
spanner | ||
stencil |
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < Glossario tecnico ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ callback > ] |
alist
Una lista di associazioni – alist per association list –,
è una coppia Scheme che associa un valore a una parola chiave:
(chiave . valore)
. Per esempio, in ‘scm/lily.scm’,
la lista di associazioni “type-p-name-alist” associa alcuni
tipi di predicato (come ly:music?
) ai nomi
(come “music”) in modo che gli errori relativi al controllo
del tipo possano essere segnalati con un messaggio che includa il
nome del tipo di predicato atteso.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < alist ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ closure > ] |
callback
callback indica una routine, funzione o metodo il cui riferimento sia passato come argomento quando si richiama un’altra routine, permettendo così alla routine richiamata di invocarla. La tecnica fa sì che a un livello più basso del software si possa richiamare una funzione definita a un livello più alto. I “callback” sono molto utilizzati in LilyPond per far sì che il codice Scheme a livello utente possa definire quante azioni di basso livello sono eseguite.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < callback ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ glyph > ] |
closure
In Scheme, si parla di closure (chiusura) quando una funzione, di solito un’espressione lambda, viene passata come variabile. La chiusura contiene il codice della funzione più i riferimenti ai collegamenti lessicali delle variabili libere della funzione (ovvero quelle variabili usate nell’espressione ma definite al di fuori di essa). Quando questa funzione viene applicata a diversi argomenti successivamente, i collegamenti delle variabili libere che sono stati catturati nella chiusura vengono usati per ottenere i valori delle variabili libere da usare nel calcolo. Una caratteristica utile delle chiusure è la conservazione dei valori delle variabili interne tra un’invocazione e l’altra, facendo sì che uno stato possa essere mantenuto.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < closure ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ grob > ] |
glyph
Un glifo è una particolare rappresentazione grafica di un carattere tipografico o una combinazione di due caratteri che formano una legatura. Un insieme di glifi con un solo stile e forma costituiscono un tipo di carattere (font), e un insieme di tipi di carattere con vari stili e dimensioni costituiscono una famiglia di caratteri tipografici.
Vedi anche
Guida alla notazione: Tipi di carattere, Caratteri speciali.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < glyph ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ immutable > ] |
grob
Gli oggetti di LilyPond che rappresentano elementi della notazione
nell’output – come teste di nota, gambi, legature di portamento e
di valore, diteggiature, chiavi, etc. – sono chiamati,
in inglese, ‘Layout objects’ (‘Oggetti della formattazione’)
o anche ‘GRaphical OBjects’ o grobs in forma breve. Sono
rappresentati da istanze della classe Grob
.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Oggetti e interfacce, Proprietà degli oggetti di formattazione.
Guida alla notazione: Convenzioni per i nomi.
Guida al funzionamento interno: grob-interface, All layout objects.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < grob ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ interface > ] |
immutable
Un oggetto si dice immutabile – in inglese immutable – se il suo stato non può essere modificato dopo la sua creazione, in contrasto con un oggetto variabile, che può essere modificato dopo la sua creazione.
In LilyPond, le proprietà immutabili o condivise definiscono lo stile e
il comportamento predefinito dei grob. Sono condivise tra molti
oggetti. In apparente contraddizione col loro nome, possono essere
modificate con \override
e \revert
.
Vedi anche
Guida alla notazione: mutable.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < immutable ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ lexer > ] |
interface
Le azioni e le proprietà comuni a un insieme di grob sono raggruppate
in un oggetto chiamato grob-interface
o semplicemente
‘interface’.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Oggetti e interfacce, Proprietà presenti nelle interfacce.
Guida alla notazione: Convenzioni per i nomi, Interfacce di formattazione.
Guida al funzionamento interno: Graphical Object Interfaces.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < interface ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ mutable > ] |
lexer
Un lexer è un programma che converte una sequenza di caratteri in una sequenza di “token”, un processo chiamato analisi lessicale. Il lexer di LilyPond converte il flusso ottenuto da un file di input ‘.ly’ in un flusso “tokenizzato” più adatto al passo successivo di elaborazione – il parsing (see parser). Il lexer LilyPond viene costruito con Flex dal file lexer ‘lily/lexer.ll’, che contiene le regole lessicali. Questo file fa parte del codice sorgente e non è incluso nell’installazione dei binari diLilyPond.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < lexer ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ output-def > ] |
mutable
Si dice che un oggetto è variabile – mutable in inglese – se il suo stato può essere modificato dopo la sua creazione, in contrasto con un oggetto immutevole, il cui stato viene fissato al momento della sua creazione.
In LilyPond, le proprietà variabili contengono valori specifici di un grob. Di solito, le liste di altri oggetti o i risultati di calcoli sono salvati in proprietà variabili.
Vedi anche
Guida alla notazione: immutable.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < mutable ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ parser > ] |
output-def
Un’istanza della classe Output-def
contiene i metodi e le
strutture dei dati associate con un blocco di output. Tali istanze
vengono create per i blocchi midi, layout e paper.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < output-def ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ parser variable > ] |
parser
Un analizzatore sintattico – in inglese parser – analizza la sequenza di token prodotti da un lexer per determinare la sua struttura grammaticale, raggruppando i token progressivamente in gruppi più ampi in base a certe regole grammaticali. Se la sequenza di token è valida, il risultato finale è l’insieme dei token ordinati a albero, la cui radice è il simbolo iniziale della grammatica. Se ciò non può essere ottenuto, il file non è valido e viene generato un appropriato messaggio di errore. I gruppi sintattici e le regole che li definiscono nella sintassi di LilyPond sono definiti in ‘lily/parser.yy’ e mostrati in Backus Normal Form (BNF) in LilyPond grammar. Questo file viene usato dal generatore di parser Bison per generare il parser durante la compilazione del programma. Fa parte del codice sorgente e non è incluso nell’installazione binaria di LilyPond.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < parser ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ prob > ] |
parser variable
Si tratta di variabili definite direttamente in Scheme. Il loro uso da parte degli utente è fortemente scoraggiato, perché la semantica del loro raggio d’azione può creare confusione.
Se il valore di una simile variabile viene cambiato in un file ‘.ly’,
la modifica è globale e, se non viene ripristinato esplicitamente, il
nuovo valore viene mantenuto fino alla fine del file, agendo su blocchi
\score
successivi così come su file esterni aggiunti col comando
\include
. Ciò può portare a conseguenze non volute e in progetti
complessi gli errori conseguenti possono essere difficili da individuare.
LilyPond usa le seguenti variabili dell’analizzatore sintattico:
- afterGraceFraction
- musicQuotes
- mode
- output-count
- output-suffix
- partCombineListener
- pitchnames
- toplevel-bookparts
- toplevel-scores
- showLastLength
- showFirstLength
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < parser variable ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ smob > ] |
prob
Le proprietà dell’oggetto – prob per PRoperty OBjects –
sono istanze della classe Prob
, una semplice classe per oggetti
che hanno liste associative di proprietà variabili e invariabili e
metodi per manipolarle. Le classi Music
e Stream_event
derivano da Prob
. Vengono create istanze della classe Prob
anche per conservare il contenuto formattato dei grob di un sistema e
i blocchi dei titoli durante la formattazione della pagina.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < prob ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ spanner > ] |
smob
Gli oggetti Scheme – Smobs per ScheMe OBjects – fanno parte del meccanismo con cui Guile esporta gli oggetti C e C++ in codice Scheme. In LilyPond, gli smob vengono creati dagli oggetti C++ attraverso delle macro. Esistono due tipi di oggetti smob: smob semplici, intesi per oggetti invariabili semplici come i numeri; e smob complessi, usati per oggetti aventi delle identità. Maggiori informazioni si trovano nei sorgenti di LilyPond e precisamente nel file ‘lily/includes/smob.hh’.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < smob ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ stencil > ] |
spanner
Gli spanner sono una classe di grob che non sono fissi orizzontalmente in un punto della partitura ma si estendono da un punto a un altro. Per esempio, le travature, le legature di valore e di portamento, così come le forcelle e le linee del rigo. Mentre i non-spanner possono solo dividersi al massimo in due pezzi visibili (per esempio, una chiave duplicata alla fine di un rigo e all’inizio di quello successivo), gli spanner si dividono in tanti pezzi quanti sono richiesti dalle loro estremità iniziale e finale (come i lunghi crescendo che si estendono su tre sistemi o le linee del rigo che si estendono sempre per l’intera partitura).
Tecnicamente, gli spanner sono definiti come dei grob aventi l’interfaccia
spanner-interface
; nella parte C++ di LilyPond, sono istanze
della sottoclasse Spanner
di Grob
. I confini sinistro e
destro di uno spanner possono essere recuperati e impostati usando
ly:spanner-bound
e ly:spanner-set-bound!
,
rispettivamente. I confini sono sempre degli elementi. Il genitore X di
uno spanner ha poco senso musicale, ma viene solitamente impostato sul
confine sinistro.
Vedi anche
Guida alla notazione: Estensori.
Guida al funzionamento interno: all-layout-objects, spanner-interface.
[ << Tabelle del manuale della notazione ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Schema riassuntivo >> ] |
[ < spanner ] | [ Su : Glossario tecnico ] | [ Funzioni musicali disponibili > ] |
stencil
Un’istanza della classe stencil contiene l’informazione necessaria per stampare un oggetto tipografico. È un semplice smob che contiene un riquadro che definisce l’estensione verticale e orizzontale dell’oggetto, e un’espressione Scheme che stamperà l’oggetto quando esaminata. Gli stencil possono essere combinati per formare stencil più complessi, definiti da una gerarchia di espressioni Scheme degli stencil che li compongono.
La proprietà stencil
, che connette un grob al suo stencil,
è definita nell’interfaccia grob-interface
.
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: grob-interface.
A.20 Funzioni musicali disponibili
-
\absolute
[music] - music (music) -
Make music absolute. This does not actually change the music itself but rather hides it from surrounding
\relative
and\fixed
commands. -
\acciaccatura
[music] - music (music) -
Create an acciaccatura from the following music expression
-
\accidentalStyle
[music] - style (symbol list) -
Set accidental style to symbol list style in the form ‘piano-cautionary’. If style has a form like ‘Staff.piano-cautionary’, the settings are applied to that context. Otherwise, the context defaults to ‘Staff’, except for piano styles, which use ‘GrandStaff’ as a context.
-
\addChordShape
[void] - key-symbol (symbol) tuning (pair) shape-definition (string or pair) -
Add chord shape shape-definition to the chord-shape-table hash with the key
(cons key-symbol tuning)
. -
\addInstrumentDefinition
[void] - name (string) lst (list) -
Create instrument name with properties list.
This function is deprecated.
-
\addQuote
[void] - name (string) music (music) -
Define music as a quotable music expression named name
-
\after
[music] - delta (duration) ev (music) mus (music) -
Add music ev (usually a post-event) with a delay of delta after the onset of mus.
-
\afterGrace
[music] - fraction [non-negative rational, fraction, or moment] main (music) grace (music) -
Create grace note(s) after a main music expression.
The musical position of the grace expression is after a given fraction of the main note’s duration has passed. If fraction is not specified as first argument, it is taken from
afterGraceFraction
which has a default value of3/4
. -
\allowPageTurn
[music] -
Allow a page turn. May be used at toplevel (ie between scores or markups), or inside a score.
-
\allowVoltaHook
[void] - bar (string) -
Allow the volta bracket hook being drawn over bar line bar.
-
\alterBroken
[music] - property (key list or symbol) arg (list) target (key list or music) -
Override property for pieces of broken spanner target with values arg. target may either be music in the form of a starting spanner event, or a symbol list in the form ‘Context.Grob’ or just ‘Grob’. Iff target is in the form of a spanner event, property may also have the form ‘Grob.property’ for specifying a directed tweak.
-
\ambitusAfter
[music] - target (symbol) -
Move the ambitus after the break-align symbol target.
-
\appendToTag
[music] - tag (symbol) more (music) music (music) -
Append more to the back of music tagged with tag. A
post-event
can be added to the articulations of rhythmic events or chords; other expressions may be added to chords, sequential or simultaneous music. -
\applyContext
[music] - proc (procedure) -
Modify context properties with Scheme procedure proc.
-
\applyMusic
[music] - func (procedure) music (music) -
Apply procedure func to music.
-
\applyOutput
[music] - target (symbol list or symbol) proc (procedure) -
Apply function
proc
to every layout object matched by target which takes the formContext
orContext.Grob
. -
\appoggiatura
[music] - music (music) -
Create an appoggiatura from music
-
\assertBeamQuant
[music] - l (pair) r (pair) -
Testing function: check whether the beam quants l and r are correct
-
\assertBeamSlope
[music] - comp (procedure) -
Testing function: check whether the slope of the beam is the same as
comp
-
\autoChange
[music] - pitch [pitch] clef-1 [context modification] clef-2 [context modification] music (music) -
Make voices that switch between staves automatically. As an option the pitch where to switch staves may be specified. The clefs for the staves are optional as well. Setting clefs works only for implicitly instantiated staves.
-
\balloonGrobText
[music] - grob-name (symbol) offset (pair of numbers) text (markup) -
Attach text to grob-name at offset offset (use like
\once
) -
\balloonText
[post event] - offset (pair of numbers) text (markup) -
Attach text at offset (use like
\tweak
) -
\bar
[music] - type (string) -
Insert a bar line of type type, overriding any automatic bar lines.
-
\barNumberCheck
[music] - n (integer) -
Print a warning if the current bar number is not n.
-
\beamExceptions
(any type) - music (music) -
Extract a value suitable for setting
Timing.beamExceptions
from the given pattern with explicit beams in music. A bar check|
has to be used between bars of patterns in order to reset the timing. -
\bendAfter
[post event] - delta (real number) -
Create a fall or doit of pitch interval delta.
-
\bendHold
[post event] - mus (music) -
Sets the
'style
of aBendSpanner
to'hold
. -
\bendStartLevel
[post event] - idx (non-negative, exact integer) mus (music) -
Sets the
details.successive-level
of aBendSpanner
to idx. -
\bookOutputName
[void] - newfilename (string) -
Direct output for the current book block to newfilename.
-
\bookOutputSuffix
[void] - newsuffix (string) -
Set the output filename suffix for the current book block to newsuffix.
-
\breathe
[music] -
Insert a breath mark.
-
\caesura
[music] -
Insert a caesura.
-
\chordRepeats
[music] - event-types [list] music (music) -
Walk through music putting the notes of the previous chord into repeat chords, as well as an optional list of event-types such as
#'(string-number-event)
. -
\clef
[music] - type (string) -
Set the current clef to type.
-
\codaMark
[music] - num [non-negative, exact integer] -
Create a coda mark. num may be 1 for the first mark, 2 for the second, etc., or it may be
\default
to use the next number in sequence automatically. -
\compoundMeter
[music] - args (pair) -
Create compound time signatures. The argument is a Scheme list of lists. Each list describes one fraction, with the last entry being the denominator, while the first entries describe the summands in the enumerator. If the time signature consists of just one fraction, the list can be given directly, i.e. not as a list containing a single list. For example, a time signature of (3+1)/8 + 2/4 would be created as
\compoundMeter #'((3 1 8) (2 4))
, and a time signature of (3+2)/8 as\compoundMeter #'((3 2 8))
or shorter\compoundMeter #'(3 2 8)
. -
\compressMMRests
[music] - music (music) -
Remove the empty bars created by multi-measure rests, leaving just the first bar containing the MM rest itself.
-
\crossStaff
[music] - notes (music) -
Create cross-staff stems
-
\cueClef
[music] - type (string) -
Set the current cue clef to type.
-
\cueClefUnset
[music] -
Unset the current cue clef.
-
\cueDuring
[music] - what (string) dir (direction) main-music (music) -
Insert contents of quote what corresponding to main-music, in a CueVoice oriented by dir.
-
\cueDuringWithClef
[music] - what (string) dir (direction) clef (string) main-music (music) -
Insert contents of quote what corresponding to main-music, in a CueVoice oriented by dir.
-
\deadNote
[music] - note (music) -
Print note with a cross-shaped note head.
-
\defineBarLine
[void] - bar (string) glyph-list (list) -
Define bar line settings for bar line bar. The list glyph-list must have three entries which define substitute glyphs for the end of a line, the beginning of a line, and a span bar, respectively. The substitute glyphs may be either strings or booleans:
#t
calls for the same value as bar and#f
calls for no glyph. -
\displayLilyMusic
[music] - port [output port] music (music) -
Display the LilyPond input representation of music to port, defaulting to the console.
-
\displayMusic
[music] - port [output port] music (music) -
Display the internal representation of music to port, default to the console.
-
\displayScheme
(any type) - port [output port] expr (any type) -
Display the internal representation of expr to port, default to the console.
-
\dropNote
[music] - num (integer) music (music) -
Drop a note of any chords in music, in num position from above.
-
\enablePolymeter
[void] -
For use within an output definition. Enables polymetry, moving timing management from
Score
toStaff
-like contexts. This is done by removing theTiming_translator
fromScore
, and adding it to all contexts having theStaff
alias. -
\endSpanners
[music] - music (music) -
Terminate the next spanner prematurely after exactly one note without the need of a specific end spanner.
-
\eventChords
[music] - music (music) -
Compatibility function wrapping
EventChord
around isolated rhythmic events occuring since version 2.15.28, after expanding repeat chords ‘q’. -
\featherDurations
[music] - scale (non-negative rational, fraction, or moment) argument (music) -
Adjust durations of music in argument by scale.
-
\finger
[post event] - finger (index or markup) -
Apply finger as a fingering indication.
-
\fixed
[music] - pitch (pitch) music (music) -
Use the octave of pitch as the default octave for music.
-
\footnote
[music] - mark [markup] offset (pair of numbers) footnote (markup) item (symbol list or music) -
Make the markup footnote a footnote on item. The footnote is marked with a markup mark moved by offset with respect to the marked music.
If mark is not given or specified as \default, it is replaced by an automatically generated sequence number. If item is a symbol list of form ‘Grob’ or ‘Context.Grob’, then grobs of that type will be marked at the current time step in the given context (default
Bottom
).If item is music, the music will get a footnote attached to a grob immediately attached to the event, like \tweak does. For attaching a footnote to an indirectly caused grob, write
\single\footnote
, use item to specify the grob, and follow it with the music to annotate.Like with
\tweak
, if you use a footnote on a following post-event, the\footnote
command itself needs to be attached to the preceding note or rest as a post-event with-
. -
\grace
[music] - music (music) -
Insert music as grace notes.
-
\grobdescriptions
(any type) - descriptions (list) -
Create a context modification from descriptions, a list in the format of
all-grob-descriptions
. -
\harmonicByFret
[music] - fret (number) music (music) -
Convert music into mixed harmonics; the resulting notes resemble harmonics played on a fretted instrument by touching the strings at fret.
-
\harmonicByRatio
[music] - ratio (number) music (music) -
Convert music into mixed harmonics; the resulting notes resemble harmonics played on a fretted instrument by touching the strings at the point given through ratio.
-
\harmonicNote
[music] - note (music) -
Print note with a diamond-shaped note head.
-
\harmonicsOn
[music] -
Set the default note head style to a diamond-shaped style.
-
\hide
[music] - item (symbol list or music) -
Set item’s ‘transparent’ property to
#t
, making it invisible while still retaining its dimensions.If item is a symbol list of form
GrobName
orContext.GrobName
, the result is an override for the grob name specified by it. If item is a music expression, the result is the same music expression with an appropriate tweak applied to it. -
\incipit
[music] - incipit-music (music) -
Output incipit-music before the main staff as an indication of its appearance in the original music.
-
\inherit-acceptability
[void] - to (symbol) from (symbol) -
When used in an output definition, will modify all context definitions such that context to is accepted as a child by all contexts that also accept from.
-
\inStaffSegno
[music] -
Put the segno variant ’varsegno’ at this position into the staff, compatible with the repeat command.
-
\instrumentSwitch
[music] - name (string) -
Switch instrument to name, which must have been predefined with function
\addInstrumentDefinition
.This function is deprecated.
-
\inversion
[music] - around (pitch) to (pitch) music (music) -
Invert music about around and transpose from around to to.
-
\invertChords
[music] - num (integer) music (music) -
Invert any chords in music into their num-th position. (Chord inversions may be directed downwards using negative integers.)
-
\jump
[music] - text (markup) -
Mark a point of departure, e.g. ‘Gavotte I D.C.’.
-
\keepWithTag
[music] - tags (symbol list or symbol) music (music) -
Include only elements of music that are tagged with one of the tags in tags. tags may be either a single symbol or a list of symbols.
Each tag may be declared as a member of at most one tag group (defined with
\tagGroup
). If none of a music element’s tags share a tag group with one of the specified tags, the element is retained. -
\key
[music] - tonic [pitch] pitch-alist [list of number pairs] -
Set key to tonic and scale pitch-alist. If both are null, just generate
KeyChangeEvent
. -
\killCues
[music] - music (music) -
Remove cue notes from music.
-
\label
[music] - label (symbol) -
Create label as a referrable label.
-
\language
[void] - language (string) -
Set note names for language language.
-
\languageRestore
[void] -
Restore a previously-saved pitchnames alist.
-
\languageSaveAndChange
[void] - language (string) -
Store the previous pitchnames alist, and set a new one.
-
\magnifyMusic
[music] - mag (positive number) music (music) -
Magnify the notation of music without changing the staff-size, using mag as a size factor. Stems, beams, slurs, ties, and horizontal spacing are adjusted automatically.
-
\magnifyStaff
[music] - mag (positive number) -
Change the size of the staff, adjusting notation size and horizontal spacing automatically, using mag as a size factor.
-
\makeClusters
[music] - arg (music) -
Display chords in arg as clusters.
-
\makeDefaultStringTuning
[void] - symbol (symbol) pitches (list) -
This defines a string tuning symbol via a list of pitches. The symbol also gets registered in
defaultStringTunings
for documentation purposes. -
\mark
[music] - label [index or markup] -
Create a rehearsal mark. If label is an integer, create the rehearsal mark for the given sequence number. If label is
\default
, create the next sequential rehearsal mark. If label is markup, use it for the mark. -
\markupMap
[music] - path (symbol list or symbol) markupfun (markup-function) music (music) -
This applies the given markup function markupfun to all markup music properties matching path in music.
For example,
\new Voice { g'2 c'' } \addlyrics { \markupMap LyricEvent.text \markup \with-color #red \etc { Oh yes! } }
-
\modalInversion
[music] - around (pitch) to (pitch) scale (music) music (music) -
Invert music about around using scale and transpose from around to to.
-
\modalTranspose
[music] - from (pitch) to (pitch) scale (music) music (music) -
Transpose music from pitch from to pitch to using scale.
-
\musicMap
[music] - proc (procedure) mus (music) -
Apply proc to mus and all of the music it contains.
-
\noPageBreak
[music] -
Forbid a page break. May be used at toplevel (i.e., between scores or markups), or inside a score.
-
\noPageTurn
[music] -
Forbid a page turn. May be used at toplevel (i.e., between scores or markups), or inside a score.
-
\octaveCheck
[music] - pitch (pitch) -
Octave check.
-
\offset
[music] - property (symbol list or symbol) offsets (any type) item (key list or music) -
Offset the default value of property of item by offsets. If item is a string, the result is
\override
for the specified grob type. If item is a music expression, the result is the same music expression with an appropriate tweak applied. -
\omit
[music] - item (symbol list or music) -
Set item’s ‘stencil’ property to
#f
, effectively omitting it without taking up space.If item is a symbol list of form
GrobName
orContext.GrobName
, the result is an override for the grob name specified by it. If item is a music expression, the result is the same music expression with an appropriate tweak applied to it. -
\once
[music] - music (music) -
Set
once
to#t
on all layout instruction events in music. This will complain about music with an actual duration. As a special exception, if music might be the result of a\tweak
command, no warning will be given in order to allow for\once \propertyTweak
to work as both one-time override and proper tweak. -
\ottava
[music] - octave (integer) -
Set the octavation.
-
\overrideProperty
[music] - grob-property-path (list of indexes or symbols) value (any type) -
Set the grob property specified by grob-property-path to value. grob-property-path is a symbol list of the form
Context.GrobName.property
orGrobName.property
, possibly with subproperties given as well.As opposed to
\override
which overrides the context-dependent defaults with which a grob is created, this command usesOutput_property_engraver
at the grob acknowledge stage. This may be necessary for overriding values set after the initial grob creation. -
\overrideTimeSignatureSettings
[music] - time-signature (fraction, as pair) base-moment (fraction, as pair) beat-structure (list) beam-exceptions (list) -
Override
timeSignatureSettings
for time signatures of time-signature to have settings of base-moment, beat-structure, and beam-exceptions. -
\pageBreak
[music] -
Force a page break. May be used at toplevel (i.e., between scores or markups), or inside a score.
-
\pageTurn
[music] -
Force a page turn between two scores or top-level markups.
-
\palmMute
[music] - note (music) -
Print note with a triangle-shaped note head.
-
\palmMuteOn
[music] -
Set the default note head style to a triangle-shaped style.
-
\parallelMusic
[void] - voice-ids (list) music (music) -
Define parallel music sequences, separated by ’|’ (bar check signs), and assign them to the identifiers provided in voice-ids.
voice-ids: a list of music identifiers (symbols containing only letters)
music: a music sequence, containing BarChecks as limiting expressions.
Example:
\parallelMusic A,B,C { c c | d d | e e | d d | e e | f f | } <==> A = { c c | d d } B = { d d | e e } C = { e e | f f }
The last bar checks in a sequence are not copied to the result in order to facilitate ending the last entry at non-bar boundaries.
-
\parenthesize
[music] - arg (symbol list or music) -
Tag arg to be parenthesized. arg may be either a music event or a grob path.
-
\partCombine
[music] - chord-range [pair of numbers] part1 (music) part2 (music) -
Take the music in part1 and part2 and return a music expression containing simultaneous voices, where part1 and part2 are combined into one voice where appropriate. Optional chord-range sets the distance in steps between notes that may be combined into a chord or unison.
-
\partCombineDown
[music] - chord-range [pair of numbers] part1 (music) part2 (music) -
Take the music in part1 and part2 and typeset so that they share a staff with stems directed downward.
-
\partCombineForce
[music] - type [symbol] -
Override the part-combiner.
-
\partCombineUp
[music] - chord-range [pair of numbers] part1 (music) part2 (music) -
Take the music in part1 and part2 and typeset so that they share a staff with stems directed upward.
-
\partial
[music] - dur (duration) -
Make a partial measure.
-
\phrasingSlurDashPattern
[music] - dash-fraction (number) dash-period (number) -
Set up a custom style of dash pattern for dash-fraction ratio of line to space repeated at dash-period interval for phrasing slurs.
-
\pitchedTrill
[music] - main-note (music) secondary-note (music) -
Print a trill with main-note as the main note of the trill and print secondary-note as a stemless note head in parentheses.
-
\pointAndClickOff
[void] -
Suppress generating extra code in final-format (e.g. pdf) files to point back to the lilypond source statement.
-
\pointAndClickOn
[void] -
Enable generation of code in final-format (e.g. pdf) files to reference the originating lilypond source statement; this is helpful when developing a score but generates bigger final-format files.
-
\pointAndClickTypes
[void] - types (symbol list or symbol) -
Set a type or list of types (such as
#'note-event
) for which point-and-click info is generated. -
\preBend
[post event] - mus (music) -
Sets the
'style
of aBendSpanner
to'pre-bend
. -
\preBendHold
[post event] - mus (music) -
Sets the
'style
of aBendSpanner
to'pre-bend-hold
. -
\propertyOverride
[music] - grob-property-path (list of indexes or symbols) value (any type) -
Set the grob property specified by grob-property-path to value. grob-property-path is a symbol list of the form
Context.GrobName.property
orGrobName.property
, possibly with subproperties given as well. This music function is mostly intended for use from Scheme as a substitute for the built-in\override
command. -
\propertyRevert
[music] - grob-property-path (list of indexes or symbols) -
Revert the grob property specified by grob-property-path to its previous value. grob-property-path is a symbol list of the form
Context.GrobName.property
orGrobName.property
, possibly with subproperties given as well. This music function is mostly intended for use from Scheme as a substitute for the built-in\revert
command. -
\propertySet
[music] - property-path (symbol list or symbol) value (any type) -
Set the context property specified by property-path to value. This music function is mostly intended for use from Scheme as a substitute for the built-in
\set
command. -
\propertyTweak
[music] - prop (key list or symbol) value (any type) item (key list or music) -
Add a tweak to the following item, usually music. This generally behaves like
\tweak
but will turn into an\override
when item is a symbol list.In that case, item specifies the grob path to override. This is mainly useful when using
\propertyTweak
as as a component for building other functions like\omit
. It is not the default behavior for\tweak
since many input strings in\lyricmode
can serve equally as music or as symbols which causes surprising behavior when tweaking lyrics using the less specific semantics of\propertyTweak
.prop can contain additional elements in which case a nested property (inside of an alist) is tweaked.
-
\propertyUnset
[music] - property-path (symbol list or symbol) -
Unset the context property specified by property-path. This music function is mostly intended for use from Scheme as a substitute for the built-in
\unset
command. -
\pushToTag
[music] - tag (symbol) more (music) music (music) -
Add more to the front of music tagged with tag. A
post-event
can be added to the articulations of rhythmic events or chords; other expressions may be added to chords, sequential or simultaneous music. -
\quoteDuring
[music] - what (string) main-music (music) -
Indicate a section of music to be quoted. what indicates the name of the quoted voice, as specified in an
\addQuote
command. main-music is used to indicate the length of music to be quoted; usually contains spacers or multi-measure rests. -
\raiseNote
[music] - num (integer) music (music) -
Raise a note of any chords in music, in num position from below.
-
\reduceChords
[music] - music (music) -
Reduce chords contained in music to single notes, intended mainly for reusing music in RhythmicStaff. Does not reduce parallel music.
-
\relative
[music] - pitch [pitch] music (music) -
Make music relative to pitch. If pitch is omitted, the first note in music is given in absolute pitch.
-
\removeWithTag
[music] - tags (symbol list or symbol) music (music) -
Remove elements of music that are tagged with one of the tags in tags. tags may be either a single symbol or a list of symbols.
-
\resetRelativeOctave
[music] - pitch (pitch) -
Set the octave inside a \relative section.
-
\retrograde
[music] - music (music) -
Return music in reverse order.
-
\revertTimeSignatureSettings
[music] - time-signature (pair) -
Revert
timeSignatureSettings
for time signatures of time-signature. -
\rightHandFinger
[post event] - finger (index or markup) -
Apply finger as a fingering indication.
-
\scaleDurations
[music] - fraction (non-negative rational, fraction, or moment) music (music) -
Multiply the duration of events in music by fraction.
-
\sectionLabel
[music] - text (markup) -
Mark the beginning of a named passage, e.g. “Coda”. This is well suited for use at a section division created with
\section
, but it does not imply\section
and may be used alone. -
\segnoMark
[music] - num [non-negative, exact integer] -
Create a segno mark (or bar line, if the
segnoStyle
context property is'bar-line
). num may be 1 for the first segno, 2 for the second, etc., or it may be\default
to use the next number in sequence automatically. -
\settingsFrom
(any type) - ctx [symbol] music (music) -
Take the layout instruction events from music, optionally restricted to those applying to context type ctx, and return a context modification duplicating their effect.
-
\shape
[music] - offsets (list) item (key list or music) -
Offset control-points of item by offsets. The argument is a list of number pairs or list of such lists. Each element of a pair represents an offset to one of the coordinates of a control-point. The y-coordinate of each number pair is scaled by staff space. If item is a string, the result is
\once\override
for the specified grob type. If item is a music expression, the result is the same music expression with an appropriate tweak applied. -
\shiftDurations
[music] - dur (integer) dots (integer) arg (music) -
Change the duration of arg by adding dur to the
durlog
of arg and dots to thedots
of arg. -
\single
[music] - overrides (music) music (music) -
Convert overrides to tweaks and apply them to music. This does not convert
\revert
,\set
or\unset
. -
\skip
[music] - arg (duration-or-music) -
Skip over arg, which may be music or a duration.
-
\slashedGrace
[music] - music (music) -
Create slashed graces (slashes through stems, but no slur) from the following music expression
-
\slurDashPattern
[music] - dash-fraction (number) dash-period (number) -
Set up a custom style of dash pattern for dash-fraction ratio of line to space repeated at dash-period interval for slurs.
-
\staffHighlight
[music] - color (color) -
Start a highlight with the specified color.
-
\storePredefinedDiagram
[void] - fretboard-table (hash table) chord (music) tuning (pair) diagram-definition (string or pair) -
Add predefined fret diagram defined by diagram-definition for the chord pitches chord and the stringTuning tuning.
-
\stringTuning
(any type) - chord (music) -
Convert chord to a string tuning. chord must be in absolute pitches and should have the highest string number (generally the lowest pitch) first.
-
\styledNoteHeads
[music] - style (symbol) heads (symbol list or symbol) music (music) -
Set heads in music to style.
-
\tabChordRepeats
[music] - event-types [list] music (music) -
Walk through music putting the notes, fingerings and string numbers of the previous chord into repeat chords, as well as an optional list of event-types such as
#'(articulation-event)
. -
\tabChordRepetition
[void] -
Include the string and fingering information in a chord repetition. This function is deprecated; try using
\tabChordRepeats
instead. -
\tag
[music] - tags (symbol list or symbol) music (music) -
Tag the following music with tags and return the result, by adding the single symbol or symbol list tags to the
tags
property of music. -
\tagGroup
[void] - tags (symbol list) -
Define a tag group comprising the symbols in the symbol list tags. Tag groups must not overlap.
-
\temporary
[music] - music (music) -
Make any
\override
in music replace an existing grob property value only temporarily, restoring the old value when a corresponding\revert
is executed. This is achieved by clearing the ‘pop-first’ property normally set on\override
s.An
\override
/\revert
sequence created by using\temporary
and\undo
on the same music containing overrides will cancel out perfectly or cause a warning.Non-property-related music is ignored, warnings are generated for any property-changing music that isn’t an
\override
. -
\textEndMark
[music] - text (markup) -
(undocumented; fixme)
-
\textMark
[music] - text (markup) -
(undocumented; fixme)
-
\tieDashPattern
[music] - dash-fraction (number) dash-period (number) -
Set up a custom style of dash pattern for dash-fraction ratio of line to space repeated at dash-period interval for ties.
-
\time
[music] - beat-structure [number list] fraction (fraction, as pair) -
Set fraction as time signature, with optional number list beat-structure before it.
-
\times
[music] - fraction (fraction, as pair) music (music) -
Scale music in time by fraction.
-
\tocItem
[music] - label [symbol list or symbol] text (markup) -
Add a line to the table of contents, using the
tocItemMarkup
paper variable markup and assigning it to label if one is provided. If a hierarchy of labels is given, make the current item a child of the corresponding objects. -
\transpose
[music] - from (pitch) to (pitch) music (music) -
Transpose music from pitch from to pitch to.
-
\transposedCueDuring
[music] - what (string) dir (direction) pitch (pitch) main-music (music) -
Insert notes from the part what into a voice called
cue
, using the transposition defined by pitch. This happens simultaneously with main-music, which is usually a rest. The argument dir determines whether the cue notes should be notated as a first or second voice. -
\transposition
[music] - pitch (pitch) -
Set instrument transposition
-
\tuplet
[music] - ratio (fraction, as pair) tuplet-span [duration] music (music) -
Scale the given music to tuplets. ratio is a fraction that specifies how many notes are played in place of the nominal value: it will be ‘3/2’ for triplets, namely three notes being played in place of two. If the optional duration tuplet-span is specified, it is used instead of
tupletSpannerDuration
for grouping the tuplets. For example,\tuplet 3/2 4 { c8 c c c c c }
will result in two groups of three tuplets, each group lasting for a quarter note.
-
\tupletSpan
[music] - tuplet-span [duration] -
Set
tupletSpannerDuration
, the length into which\tuplet
without an explicit ‘tuplet-span’ argument of its own will group its tuplets, to the duration tuplet-span. To revert to the default of not subdividing the contents of a\tuplet
command without explicit ‘tuplet-span’, use\tupletSpan \default
-
\tweak
[music] - prop (key list or symbol) value (any type) music (music) -
Add a tweak to the following music. Layout objects created by music get their property prop set to value. If prop has the form ‘Grob.property’, like with
\tweak Accidental.color #red cis'
an indirectly created grob (‘Accidental’ is caused by ‘NoteHead’) can be tweaked; otherwise only directly created grobs are affected.
prop can contain additional elements in which case a nested property (inside of an alist) is tweaked.
If music is an ‘event-chord’, every contained ‘rhythmic-event’ is tweaked instead.
-
\undo
[music] - music (music) -
Convert
\override
and\set
in music to\revert
and\unset
, respectively. Any reverts and unsets already in music cause a warning. Non-property-related music is ignored. -
\unfolded
[music] - music (music) -
Mask music until the innermost enclosing repeat is unfolded.
-
\unfoldRepeats
[music] - types [symbol list or symbol] music (music) -
Force
\repeat volta
,\repeat tremolo
or\repeat percent
commands in music to be interpreted as\repeat unfold
, if specified in the optional symbol-list types. The default for types is an empty list, which will force any of those commands in music to be interpreted as\repeat unfold
. Possible entries arevolta
,tremolo
orpercent
. Multiple entries are possible. -
\voices
[music] - ids (list of indexes or symbols) music (music) -
Take the given key list of numbers (indicating the use of ‘\voiceOne’…) or symbols (indicating voice names, typically converted from strings by argument list processing) and assign the following
\\
-separated music to contexts according to that list. Named rather than numbered contexts can be used for continuing one voice (for the sake of spanners and lyrics), usually requiring a\voiceOne
-style override at the beginning of the passage and a\oneVoice
override at its end.The default
<< … \\ … \\ … >>
construct would correspond to
\voices 1,2,3 << … \\ … \\ … >>
-
\void
[void] - arg (any type) -
Accept a scheme argument, return a void expression. Use this if you want to have a scheme expression evaluated because of its side-effects, but its value ignored.
-
\volta
[music] - volta-numbers (number list) music (music) -
Mark music as being limited to the volte given in volta-numbers when the innermost enclosing repeat is unfolded. Volta number begins at 1 and increases by 1 with each repetition.
-
\vshape
[music] - offsets (list) item (key list or music) -
Like
\shape
, but additionally show control points for ease of tweaking. -
\withMusicProperty
[music] - sym (symbol) val (any type) music (music) -
Set sym to val in music.
-
\xNote
[music] - note (music) -
Print note with a cross-shaped note head.
-
\=
[post event] - id (index or symbol) event (post event) -
This sets the
spanner-id
property of the following event to the given id (non-negative integer or symbol). This can be used to tell LilyPond how to connect overlapping or parallel slurs or phrasing slurs within a singleVoice
.\fixed c' { c\=1( d\=2( e\=1) f\=2) }
A.21 Identificatori delle modifiche di contesto
I seguenti comandi possono essere usati come modificatori di contesto
all’interno di un blocco \layout
o \with
.
-
\EnableGregorianDivisiones
-
Configure division commands such as
\section
to createDivisio
grobs rather thanBarLine
grobs. This does not affect measure bar lines or the properties of the grobs themselves.- Sets translator property
caesuraTypeTransform
tocaesura-to-divisio
. - Sets translator property
doubleRepeatBarType
to'()
. - Sets translator property
endRepeatBarType
to'()
. - Sets translator property
fineBarType
to""
. - Sets translator property
sectionBarType
to""
. - Sets translator property
startRepeatBarType
to'()
. - Sets translator property
underlyingRepeatBarType
to""
. - Sets translator property
doubleRepeatSegnoBarType
to"S-||"
. - Sets translator property
endRepeatSegnoBarType
to"S-||"
. - Sets translator property
fineSegnoBarType
to"S-||"
. - Sets translator property
fineStartRepeatSegnoBarType
to"S-||"
. - Sets translator property
segnoBarType
to"S-||"
. - Sets translator property
startRepeatSegnoBarType
to"S-||"
.
- Sets translator property
-
\RemoveAllEmptyStaves
-
Remove staves which are considered to be empty according to the list of interfaces set by
keepAliveInterfaces
, including those in the first system.- Sets grob property
remove-empty
inVerticalAxisGroup
to#t
. - Sets grob property
remove-first
inVerticalAxisGroup
to#t
.
- Sets grob property
-
\RemoveEmptyStaves
-
Remove staves which are considered to be empty according to the list of interfaces set by
keepAliveInterfaces
.- Sets grob property
remove-empty
inVerticalAxisGroup
to#t
.
- Sets grob property
A.22 Convenzioni per i nomi
Si usano delle convenzioni per i nomi in modo che sia più facile avere in mente la natura di un oggetto.
Object/property type | Convenzione del nome | Esempi |
---|---|---|
Parole chiave | aaaa | \score , \addlyrics |
Funzioni musicali e scorciatoie | aaaa o aaaaAaaaAaaa | \time , \stemUp |
Funzioni di markup | aaaa o aaaa-aaaa-aaaa | \bold , \with-dimensions |
Variabili del foglio | aaaa o aaaa-aaaa-aaaa | indent , page-breaking |
Espressioni musicali | Aaaa o AaaaAaaaAaaa | NoteEvent , SequentialMusic |
Classi musicali | aaaa o aaaa-aaaa-aaaa | note-event , rhythmic-event |
Proprietà musicali | aaaa o aaaa-aaaa-aaaa | force-accidental , iterator-ctor |
Contesti | Aaaa o AaaaAaaaAaaa | Staff , GrandStaff |
Proprietà di contesto | aaaa o aaaaAaaaAaaa | stanza , instrumentName |
Incisori | Aaaa_engraver o Aaaa_aaaa_aaaa_engraver | Clef_engraver , Note_heads_engraver |
Oggetti di formattazione | Aaaa o AaaaAaaaAaaa | Slur , NoteHead |
Proprietà degli oggetti di formattazione | aaa o aaa-aaa-aaa | direction , beam-thickness |
Interfacce | aaa-aaa-interface | grob-interface , break-aligned-interface |
Funzioni Scheme definite in Guile | aaaa o aaaa-aaaa-aaaa | map , for-each |
Funzioni Scheme definite in LilyPond | ly:aaaa o ly:aaaa-aaaa-aaaa o
aaaa o aaaa-aaaa-aaaa
3 | ly:round-filled-box , music-map |
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A.23 Tipi di predicati predefiniti
Predicates return #t
when their argument is of the named type
and #f
if it isn’t.
R5RS primary predicates | ||
R5RS secondary predicates | ||
Guile predicates | ||
LilyPond scheme predicates | ||
LilyPond exported predicates |
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R5RS primary predicates
Primary predicates can be applied to any expression. They can be used on their own as predicates for LilyPond functions. The predicates here are part of the Scheme standard R5RS.
Type predicate | Description |
---|---|
boolean? | boolean |
char? | character |
complex? | complex number |
eof-object? | end-of-file object |
input-port? | input port |
integer? | integer |
list? | list (use cheap-list?
for faster processing) |
null? | null |
number? | number |
output-port? | output port |
pair? | pair |
port? | port |
procedure? | procedure |
rational? | rational number |
real? | real number |
string? | string |
symbol? | symbol |
vector? | vector |
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R5RS secondary predicates
Secondary predicates are only applicable to specific expressions (for example, to numbers). They will throw a type error when applied to expressions they are not intended for. The predicates here are part of the Scheme standard R5RS.
Type predicate | Description |
---|---|
char-alphabetic? | alphabetic character |
char-lower-case? | lower-case character |
char-numeric? | numeric character |
char-upper-case? | upper-case character |
char-whitespace? | whitespace character |
even? | even number |
exact? | exact number |
inexact? | inexact number |
negative? | negative number |
odd? | odd number |
positive? | positive number |
zero? | zero |
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Guile predicates
These predicates are defined by Guile but are not part of a Scheme standard.
Type predicate | Description |
---|---|
hash-table? | hash table |
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LilyPond scheme predicates
These predicates are only available within LilyPond and defined in Scheme.
Type predicate | Description |
---|---|
alist? | association list (list of pairs) |
boolean-or-symbol? | boolean or symbol |
cheap-list? | list (use this instead of
list? for faster processing) |
color? | color |
exact-rational? | an exact rational number |
fraction? | fraction, as pair |
grob-list? | list of grobs |
index? | non-negative, exact integer |
index-or-markup? | index or markup |
key? | index or symbol |
key-list? | list of indexes or symbols |
key-list-or-music? | key list or music |
key-list-or-symbol? | key list or symbol |
ly:skyline-pair? | pair of skylines |
markup? | markup |
markup-command-list? | markup command list |
markup-list? | markup list |
moment-pair? | pair of moment objects |
number-list? | number list |
number-or-grob? | number or grob |
number-or-pair? | number or pair |
number-or-string? | number or string |
number-pair? | pair of numbers |
number-pair-list? | list of number pairs |
rational-or-procedure? | an exact rational or procedure |
rhythmic-location? | rhythmic location |
scale? | non-negative rational, fraction, or moment |
scheme? | any type |
string-or-music? | string or music |
string-or-pair? | string or pair |
string-or-symbol? | string or symbol |
symbol-key-alist? | alist, with symbols as keys |
symbol-list? | symbol list |
symbol-list-or-music? | symbol list or music |
symbol-list-or-symbol? | symbol list or symbol |
void? | void |
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LilyPond exported predicates
These predicates are only available within LilyPond and usually defined in C++.
Type predicate | Description |
---|---|
ly:book? | book |
ly:context? | context |
ly:context-def? | context definition |
ly:context-mod? | context modification |
ly:dimension? | dimension, in staff space |
ly:dir? | direction |
ly:dispatcher? | dispatcher |
ly:duration? | duration |
ly:event? | post event |
ly:font-metric? | font metric |
ly:grob? | graphical (layout) object |
ly:grob-array? | array of grobs |
ly:grob-properties? | grob properties |
ly:input-location? | input location |
ly:item? | item |
ly:iterator? | iterator |
ly:lily-lexer? | lily-lexer |
ly:lily-parser? | lily-parser |
ly:listener? | listener |
ly:moment? | moment |
ly:music? | music |
ly:music-function? | music function |
ly:music-list? | list of music objects |
ly:music-output? | music output |
ly:otf-font? | OpenType font |
ly:output-def? | output definition |
ly:page-marker? | page marker |
ly:pango-font? | Pango font |
ly:paper-book? | paper book |
ly:paper-system? | paper-system Prob |
ly:pitch? | pitch |
ly:prob? | property object |
ly:score? | score |
ly:skyline? | skyline |
ly:source-file? | source file |
ly:spanner? | spanner |
ly:spring? | spring |
ly:stencil? | stencil |
ly:stream-event? | stream event |
ly:transform? | coordinate transform |
ly:translator? | translator |
ly:translator-group? | translator group |
ly:unpure-pure-container? | unpure/pure container |
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B. Schema riassuntivo
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C. GNU Free Documentation License
Version 1.3, 3 November 2008
Copyright © 2000, 2001, 2002, 2007, 2008 Free Software Foundation, Inc. https://fsf.org/ Everyone is permitted to copy and distribute verbatim copies of this license document, but changing it is not allowed. |
-
PREAMBLE
The purpose of this License is to make a manual, textbook, or other functional and useful document free in the sense of freedom: to assure everyone the effective freedom to copy and redistribute it, with or without modifying it, either commercially or noncommercially. Secondarily, this License preserves for the author and publisher a way to get credit for their work, while not being considered responsible for modifications made by others.
This License is a kind of “copyleft”, which means that derivative works of the document must themselves be free in the same sense. It complements the GNU General Public License, which is a copyleft license designed for free software.
We have designed this License in order to use it for manuals for free software, because free software needs free documentation: a free program should come with manuals providing the same freedoms that the software does. But this License is not limited to software manuals; it can be used for any textual work, regardless of subject matter or whether it is published as a printed book. We recommend this License principally for works whose purpose is instruction or reference.
-
APPLICABILITY AND DEFINITIONS
This License applies to any manual or other work, in any medium, that contains a notice placed by the copyright holder saying it can be distributed under the terms of this License. Such a notice grants a world-wide, royalty-free license, unlimited in duration, to use that work under the conditions stated herein. The “Document”, below, refers to any such manual or work. Any member of the public is a licensee, and is addressed as “you”. You accept the license if you copy, modify or distribute the work in a way requiring permission under copyright law.
A “Modified Version” of the Document means any work containing the Document or a portion of it, either copied verbatim, or with modifications and/or translated into another language.
A “Secondary Section” is a named appendix or a front-matter section of the Document that deals exclusively with the relationship of the publishers or authors of the Document to the Document’s overall subject (or to related matters) and contains nothing that could fall directly within that overall subject. (Thus, if the Document is in part a textbook of mathematics, a Secondary Section may not explain any mathematics.) The relationship could be a matter of historical connection with the subject or with related matters, or of legal, commercial, philosophical, ethical or political position regarding them.
The “Invariant Sections” are certain Secondary Sections whose titles are designated, as being those of Invariant Sections, in the notice that says that the Document is released under this License. If a section does not fit the above definition of Secondary then it is not allowed to be designated as Invariant. The Document may contain zero Invariant Sections. If the Document does not identify any Invariant Sections then there are none.
The “Cover Texts” are certain short passages of text that are listed, as Front-Cover Texts or Back-Cover Texts, in the notice that says that the Document is released under this License. A Front-Cover Text may be at most 5 words, and a Back-Cover Text may be at most 25 words.
A “Transparent” copy of the Document means a machine-readable copy, represented in a format whose specification is available to the general public, that is suitable for revising the document straightforwardly with generic text editors or (for images composed of pixels) generic paint programs or (for drawings) some widely available drawing editor, and that is suitable for input to text formatters or for automatic translation to a variety of formats suitable for input to text formatters. A copy made in an otherwise Transparent file format whose markup, or absence of markup, has been arranged to thwart or discourage subsequent modification by readers is not Transparent. An image format is not Transparent if used for any substantial amount of text. A copy that is not “Transparent” is called “Opaque”.
Examples of suitable formats for Transparent copies include plain ASCII without markup, Texinfo input format, LaTeX input format, SGML or XML using a publicly available DTD, and standard-conforming simple HTML, PostScript or PDF designed for human modification. Examples of transparent image formats include PNG, XCF and JPG. Opaque formats include proprietary formats that can be read and edited only by proprietary word processors, SGML or XML for which the DTD and/or processing tools are not generally available, and the machine-generated HTML, PostScript or PDF produced by some word processors for output purposes only.
The “Title Page” means, for a printed book, the title page itself, plus such following pages as are needed to hold, legibly, the material this License requires to appear in the title page. For works in formats which do not have any title page as such, “Title Page” means the text near the most prominent appearance of the work’s title, preceding the beginning of the body of the text.
The “publisher” means any person or entity that distributes copies of the Document to the public.
A section “Entitled XYZ” means a named subunit of the Document whose title either is precisely XYZ or contains XYZ in parentheses following text that translates XYZ in another language. (Here XYZ stands for a specific section name mentioned below, such as “Acknowledgements”, “Dedications”, “Endorsements”, or “History”.) To “Preserve the Title” of such a section when you modify the Document means that it remains a section “Entitled XYZ” according to this definition.
The Document may include Warranty Disclaimers next to the notice which states that this License applies to the Document. These Warranty Disclaimers are considered to be included by reference in this License, but only as regards disclaiming warranties: any other implication that these Warranty Disclaimers may have is void and has no effect on the meaning of this License.
-
VERBATIM COPYING
You may copy and distribute the Document in any medium, either commercially or noncommercially, provided that this License, the copyright notices, and the license notice saying this License applies to the Document are reproduced in all copies, and that you add no other conditions whatsoever to those of this License. You may not use technical measures to obstruct or control the reading or further copying of the copies you make or distribute. However, you may accept compensation in exchange for copies. If you distribute a large enough number of copies you must also follow the conditions in section 3.
You may also lend copies, under the same conditions stated above, and you may publicly display copies.
-
COPYING IN QUANTITY
If you publish printed copies (or copies in media that commonly have printed covers) of the Document, numbering more than 100, and the Document’s license notice requires Cover Texts, you must enclose the copies in covers that carry, clearly and legibly, all these Cover Texts: Front-Cover Texts on the front cover, and Back-Cover Texts on the back cover. Both covers must also clearly and legibly identify you as the publisher of these copies. The front cover must present the full title with all words of the title equally prominent and visible. You may add other material on the covers in addition. Copying with changes limited to the covers, as long as they preserve the title of the Document and satisfy these conditions, can be treated as verbatim copying in other respects.
If the required texts for either cover are too voluminous to fit legibly, you should put the first ones listed (as many as fit reasonably) on the actual cover, and continue the rest onto adjacent pages.
If you publish or distribute Opaque copies of the Document numbering more than 100, you must either include a machine-readable Transparent copy along with each Opaque copy, or state in or with each Opaque copy a computer-network location from which the general network-using public has access to download using public-standard network protocols a complete Transparent copy of the Document, free of added material. If you use the latter option, you must take reasonably prudent steps, when you begin distribution of Opaque copies in quantity, to ensure that this Transparent copy will remain thus accessible at the stated location until at least one year after the last time you distribute an Opaque copy (directly or through your agents or retailers) of that edition to the public.
It is requested, but not required, that you contact the authors of the Document well before redistributing any large number of copies, to give them a chance to provide you with an updated version of the Document.
-
MODIFICATIONS
You may copy and distribute a Modified Version of the Document under the conditions of sections 2 and 3 above, provided that you release the Modified Version under precisely this License, with the Modified Version filling the role of the Document, thus licensing distribution and modification of the Modified Version to whoever possesses a copy of it. In addition, you must do these things in the Modified Version:
- Use in the Title Page (and on the covers, if any) a title distinct from that of the Document, and from those of previous versions (which should, if there were any, be listed in the History section of the Document). You may use the same title as a previous version if the original publisher of that version gives permission.
- List on the Title Page, as authors, one or more persons or entities responsible for authorship of the modifications in the Modified Version, together with at least five of the principal authors of the Document (all of its principal authors, if it has fewer than five), unless they release you from this requirement.
- State on the Title page the name of the publisher of the Modified Version, as the publisher.
- Preserve all the copyright notices of the Document.
- Add an appropriate copyright notice for your modifications adjacent to the other copyright notices.
- Include, immediately after the copyright notices, a license notice giving the public permission to use the Modified Version under the terms of this License, in the form shown in the Addendum below.
- Preserve in that license notice the full lists of Invariant Sections and required Cover Texts given in the Document’s license notice.
- Include an unaltered copy of this License.
- Preserve the section Entitled “History”, Preserve its Title, and add to it an item stating at least the title, year, new authors, and publisher of the Modified Version as given on the Title Page. If there is no section Entitled “History” in the Document, create one stating the title, year, authors, and publisher of the Document as given on its Title Page, then add an item describing the Modified Version as stated in the previous sentence.
- Preserve the network location, if any, given in the Document for public access to a Transparent copy of the Document, and likewise the network locations given in the Document for previous versions it was based on. These may be placed in the “History” section. You may omit a network location for a work that was published at least four years before the Document itself, or if the original publisher of the version it refers to gives permission.
- For any section Entitled “Acknowledgements” or “Dedications”, Preserve the Title of the section, and preserve in the section all the substance and tone of each of the contributor acknowledgements and/or dedications given therein.
- Preserve all the Invariant Sections of the Document, unaltered in their text and in their titles. Section numbers or the equivalent are not considered part of the section titles.
- Delete any section Entitled “Endorsements”. Such a section may not be included in the Modified Version.
- Do not retitle any existing section to be Entitled “Endorsements” or to conflict in title with any Invariant Section.
- Preserve any Warranty Disclaimers.
If the Modified Version includes new front-matter sections or appendices that qualify as Secondary Sections and contain no material copied from the Document, you may at your option designate some or all of these sections as invariant. To do this, add their titles to the list of Invariant Sections in the Modified Version’s license notice. These titles must be distinct from any other section titles.
You may add a section Entitled “Endorsements”, provided it contains nothing but endorsements of your Modified Version by various parties—for example, statements of peer review or that the text has been approved by an organization as the authoritative definition of a standard.
You may add a passage of up to five words as a Front-Cover Text, and a passage of up to 25 words as a Back-Cover Text, to the end of the list of Cover Texts in the Modified Version. Only one passage of Front-Cover Text and one of Back-Cover Text may be added by (or through arrangements made by) any one entity. If the Document already includes a cover text for the same cover, previously added by you or by arrangement made by the same entity you are acting on behalf of, you may not add another; but you may replace the old one, on explicit permission from the previous publisher that added the old one.
The author(s) and publisher(s) of the Document do not by this License give permission to use their names for publicity for or to assert or imply endorsement of any Modified Version.
-
COMBINING DOCUMENTS
You may combine the Document with other documents released under this License, under the terms defined in section 4 above for modified versions, provided that you include in the combination all of the Invariant Sections of all of the original documents, unmodified, and list them all as Invariant Sections of your combined work in its license notice, and that you preserve all their Warranty Disclaimers.
The combined work need only contain one copy of this License, and multiple identical Invariant Sections may be replaced with a single copy. If there are multiple Invariant Sections with the same name but different contents, make the title of each such section unique by adding at the end of it, in parentheses, the name of the original author or publisher of that section if known, or else a unique number. Make the same adjustment to the section titles in the list of Invariant Sections in the license notice of the combined work.
In the combination, you must combine any sections Entitled “History” in the various original documents, forming one section Entitled “History”; likewise combine any sections Entitled “Acknowledgements”, and any sections Entitled “Dedications”. You must delete all sections Entitled “Endorsements.”
-
COLLECTIONS OF DOCUMENTS
You may make a collection consisting of the Document and other documents released under this License, and replace the individual copies of this License in the various documents with a single copy that is included in the collection, provided that you follow the rules of this License for verbatim copying of each of the documents in all other respects.
You may extract a single document from such a collection, and distribute it individually under this License, provided you insert a copy of this License into the extracted document, and follow this License in all other respects regarding verbatim copying of that document.
-
AGGREGATION WITH INDEPENDENT WORKS
A compilation of the Document or its derivatives with other separate and independent documents or works, in or on a volume of a storage or distribution medium, is called an “aggregate” if the copyright resulting from the compilation is not used to limit the legal rights of the compilation’s users beyond what the individual works permit. When the Document is included in an aggregate, this License does not apply to the other works in the aggregate which are not themselves derivative works of the Document.
If the Cover Text requirement of section 3 is applicable to these copies of the Document, then if the Document is less than one half of the entire aggregate, the Document’s Cover Texts may be placed on covers that bracket the Document within the aggregate, or the electronic equivalent of covers if the Document is in electronic form. Otherwise they must appear on printed covers that bracket the whole aggregate.
-
TRANSLATION
Translation is considered a kind of modification, so you may distribute translations of the Document under the terms of section 4. Replacing Invariant Sections with translations requires special permission from their copyright holders, but you may include translations of some or all Invariant Sections in addition to the original versions of these Invariant Sections. You may include a translation of this License, and all the license notices in the Document, and any Warranty Disclaimers, provided that you also include the original English version of this License and the original versions of those notices and disclaimers. In case of a disagreement between the translation and the original version of this License or a notice or disclaimer, the original version will prevail.
If a section in the Document is Entitled “Acknowledgements”, “Dedications”, or “History”, the requirement (section 4) to Preserve its Title (section 1) will typically require changing the actual title.
-
TERMINATION
You may not copy, modify, sublicense, or distribute the Document except as expressly provided under this License. Any attempt otherwise to copy, modify, sublicense, or distribute it is void, and will automatically terminate your rights under this License.
However, if you cease all violation of this License, then your license from a particular copyright holder is reinstated (a) provisionally, unless and until the copyright holder explicitly and finally terminates your license, and (b) permanently, if the copyright holder fails to notify you of the violation by some reasonable means prior to 60 days after the cessation.
Moreover, your license from a particular copyright holder is reinstated permanently if the copyright holder notifies you of the violation by some reasonable means, this is the first time you have received notice of violation of this License (for any work) from that copyright holder, and you cure the violation prior to 30 days after your receipt of the notice.
Termination of your rights under this section does not terminate the licenses of parties who have received copies or rights from you under this License. If your rights have been terminated and not permanently reinstated, receipt of a copy of some or all of the same material does not give you any rights to use it.
-
FUTURE REVISIONS OF THIS LICENSE
The Free Software Foundation may publish new, revised versions of the GNU Free Documentation License from time to time. Such new versions will be similar in spirit to the present version, but may differ in detail to address new problems or concerns. See https://www.gnu.org/licenses/.
Each version of the License is given a distinguishing version number. If the Document specifies that a particular numbered version of this License “or any later version” applies to it, you have the option of following the terms and conditions either of that specified version or of any later version that has been published (not as a draft) by the Free Software Foundation. If the Document does not specify a version number of this License, you may choose any version ever published (not as a draft) by the Free Software Foundation. If the Document specifies that a proxy can decide which future versions of this License can be used, that proxy’s public statement of acceptance of a version permanently authorizes you to choose that version for the Document.
-
RELICENSING
“Massive Multiauthor Collaboration Site” (or “MMC Site”) means any World Wide Web server that publishes copyrightable works and also provides prominent facilities for anybody to edit those works. A public wiki that anybody can edit is an example of such a server. A “Massive Multiauthor Collaboration” (or “MMC”) contained in the site means any set of copyrightable works thus published on the MMC site.
“CC-BY-SA” means the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 license published by Creative Commons Corporation, a not-for-profit corporation with a principal place of business in San Francisco, California, as well as future copyleft versions of that license published by that same organization.
“Incorporate” means to publish or republish a Document, in whole or in part, as part of another Document.
An MMC is “eligible for relicensing” if it is licensed under this License, and if all works that were first published under this License somewhere other than this MMC, and subsequently incorporated in whole or in part into the MMC, (1) had no cover texts or invariant sections, and (2) were thus incorporated prior to November 1, 2008.
The operator of an MMC Site may republish an MMC contained in the site under CC-BY-SA on the same site at any time before August 1, 2009, provided the MMC is eligible for relicensing.
ADDENDUM: How to use this License for your documents
To use this License in a document you have written, include a copy of the License in the document and put the following copyright and license notices just after the title page:
Copyright (C) year your name. Permission is granted to copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free Documentation License, Version 1.3 or any later version published by the Free Software Foundation; with no Invariant Sections, no Front-Cover Texts, and no Back-Cover Texts. A copy of the license is included in the section entitled ``GNU Free Documentation License''. |
If you have Invariant Sections, Front-Cover Texts and Back-Cover Texts, replace the “with…Texts.” line with this:
with the Invariant Sections being list their titles, with the Front-Cover Texts being list, and with the Back-Cover Texts being list. |
If you have Invariant Sections without Cover Texts, or some other combination of the three, merge those two alternatives to suit the situation.
If your document contains nontrivial examples of program code, we recommend releasing these examples in parallel under your choice of free software license, such as the GNU General Public License, to permit their use in free software.
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D. Indice dei comandi di LilyPond
Questo indice elenca tutti i comandi e le parole chiave di LilyPond con dei collegamenti alle sezioni del manuale che descrivono il loro uso.
Ogni collegamento è composto da due parti. La prima parte porta al punto esatto del manuale in cui compaiono il comando o la parola chiave; la seconda parte porta all’inizio della sezione del manuale in cui compaiono il comando o la parola.
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E. Indice di LilyPond
Oltre a tutti i comandi e le parole chiave di LilyPond, questo indice elenca i termini musicali e le espressioni che si riferiscono a ognuno di essi, corredati di collegamenti alle relative sezioni del manuale.
Ogni collegamento è composto da due parti. La prima parte porta al punto esatto del manuale in cui compare l’argomento; la seconda parte porta all’inizio della sezione del manuale in cui l’argomento è trattato.
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Note a piè di pagina
[1] Scheme tutorial, contiene una breve guida sull’inserimento di numeri, liste, stringhe e simboli in Scheme.
[2] Internally, this works by activating the ‘dlig’ OpenType feature of the Emmentaler font.
[3] Per ragioni storiche, alcune ma non tutte le funzioni
definite da LilyPond iniziano col prefisso ly:
.
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Indice
- 1. Notazione musicale
- 1.1 Altezze
- 1.2 Ritmi
- 1.3 Segni di espressione
- 1.4 Ripetizioni
- 1.5 Note simultanee
- 1.6 Notazione del rigo
- 1.7 Note editoriali
- 1.8 Testo
- 2. Notazione specialistica
- 2.1 Musica vocale
- 2.2 Tastiera e altri strumenti multirigo
- 2.3 Strumenti a corde senza tasti
- 2.4 Strumenti a corde con tasti
- 2.5 Percussioni
- 2.6 Strumenti aerofoni
- 2.7 Notazione per accordi
- 2.8 Musica contemporanea
- 2.9 Notazione antica
- 2.10 World music
- 3. Input e output
- 3.1 Struttura dell’input
- 3.2 Titoli e intestazioni
- 3.3 Lavorare coi file di input
- 3.4 Controllo dell’output
- 3.5 Creazione dell’output MIDI
- 3.5.1 Notazione supportata nel MIDI
- 3.5.2 Notazione non supportata nel MIDI
- 3.5.3 Il blocco MIDI
- 3.5.4 Gestione delle dinamiche nel MIDI
- 3.5.5 Uso degli strumenti MIDI
- 3.5.6 Uso delle ripetizioni nel MIDI
- 3.5.7 Mappatura dei canali MIDI
- 3.5.8 Proprietà di contesto per gli effetti MIDI
- 3.5.9 Miglioramento dell’output MIDI
- 3.6 Estrazione dell’informazione musicale
- 4. Gestione dello spazio
- 4.1 Formattazione della pagina
- 4.2 Formattazione della partitura
- 4.3 Interruzioni
- 4.4 Spaziatura verticale
- 4.5 Spaziatura orizzontale
- 4.6 Riduzione del numero di pagine di una partitura
- 5. Modifica delle impostazioni predefinite
- 5.1 Contesti di interpretazione
- 5.2 Come funziona la Guida al funzionamento interno
- 5.3 Modifica delle proprietà
- 5.4 Proprietà e concetti utili
- 5.5 Ritocchi avanzati
- 5.6 Uso delle funzioni musicali
- A. Tabelle del manuale della notazione
- A.1 Grafico dei nomi degli accordi
- A.2 Modificatori degli accordi comuni
- A.3 Accordature predefinite
- A.4 Diagrammi degli accordi predefiniti
- A.5 Formati carta predefiniti
- A.6 Strumenti MIDI
- A.7 Elenco dei colori
- A.8 Il font Emmentaler
- Glifi della chiave
- Glifi delle indicazioni di tempo
- Glifi dei numeri
- Glifi del simbolo di basso numerato
- Glifi delle alterazioni
- Glifi delle teste di nota predefinite
- Glifi delle teste di nota speciali
- Glifi delle teste di nota a forma variabile
- Glifi delle pause
- Glifi delle code
- Glifi dei punti
- Glifi delle dinamiche
- Glifi dei segni
- Glifi delle teste a forma di freccia
- Glifi delle estremità delle parentesi
- Glifi dei pedali
- Glifi della fisarmonica
- Glifi delle legature di valore
- Glifi della notazione vaticana
- Glifi della notazione medicea
- Glifi Hufnagel
- Glifi della notazione mensurale
- Glifi della notazione neomensurale
- Glifi Petrucci
- Glifi Solesmes
- Glifi della notazione di Kiev
- A.9 Stili delle teste di nota
- A.10 Gruppi di glifi di alterazione
- A.11 Stili della chiave
- A.12 Comandi per markup
- A.13 Comandi per una lista di markup
- A.14 Elenco dei caratteri speciali
- A.15 Elenco delle articolazioni
- A.16 Elenco dei respiri
- A.17 Note percussive
- A.18 Valori predefiniti di outside-staff-priority
- A.19 Glossario tecnico
- A.20 Funzioni musicali disponibili
- A.21 Identificatori delle modifiche di contesto
- A.22 Convenzioni per i nomi
- A.23 Tipi di predicati predefiniti
- B. Schema riassuntivo
- C. GNU Free Documentation License
- D. Indice dei comandi di LilyPond
- E. Indice di LilyPond