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LilyPond — Guida alla Notazione
Questo manuale costituisce la guida di riferimento per tutti gli aspetti relativi alla notazione musicale in LilyPond versione 2.25.8. Si presuppone che il lettore conosca il materiale esposto nel Manuale di Apprendimento. |
1. Notazione musicale | Notazione usata in quasi tutti i progetti. | |
2. Notazione specialistica | Notazione usata solo in contesti specifici. | |
3. Input e output | Informazioni generali su input e output. | |
4. Gestione dello spazio | Impaginazione della musica sul foglio. | |
5. Modifica delle impostazioni predefinite | Aggiustamento dell’output. | |
Appendici | ||
---|---|---|
A. Tabelle del manuale della notazione | Tabelle e diagrammi. | |
B. Schema riassuntivo | Sommario della sintassi di LilyPond. | |
C. GNU Free Documentation License | Licenza di questo documento. | |
D. Indice dei comandi di LilyPond | ||
E. Indice di LilyPond |
Questo manuale è disponibile in altri formati ed è integrato col resto della documentazione. Maggiori informazioni in Manuali. La documentazione completa si trova all’indirizzo https://lilypond.org/. |
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1. Notazione musicale
Questo capitolo spiega come creare la notazione musicale.
1.1 Altezze | Scrittura e aspetto delle altezze delle note. | |
1.2 Ritmi | Scrittura e aspetto delle durate delle note. | |
1.3 Segni di espressione | Aggiungere espressione alle note. | |
1.4 Ripetizioni | Ripetere la musica. | |
1.5 Note simultanee | Più di una nota in contemporanea. | |
1.6 Notazione del rigo | Aspetto del rigo. | |
1.7 Note editoriali | Notazione speciale per aumentare la leggibilità. | |
1.8 Testo | Aggiungere testo alle partiture. |
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1.1 Altezze
Questa sezione tratta il modo in cui si determina l’altezza delle note. Occorre considerare tre aspetti: input, modifica e output.
1.1.1 Inserimento delle altezze | ||
1.1.2 Modifica di più altezze | ||
1.1.3 Aspetto delle altezze | ||
1.1.4 Teste di nota |
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1.1.1 Inserimento delle altezze
Questa sezione spiega come indicare l’altezza delle note. Ci sono due modi di collocare le note in una determinata ottava: il modo assoluto e il modo relativo. Nella maggioranza dei casi il modo relativo è più funzionale.
Ottava assoluta | ||
Ottava relativa | ||
Alterazioni | ||
Nomi delle note in altre lingue |
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[ < Inserimento delle altezze ] | [ Su : Inserimento delle altezze ] | [ Ottava relativa > ] |
Ottava assoluta
Le altezze, se non si adotta una lingua diversa, sono scritte in
notazione olandese, che usa le lettere minuscole dalla a
(La)
alla g
(Sol). Le note c
(Do) e b
(Si) vengono scritte
un’ottava sotto il Do centrale.
{ \clef bass c4 d e f g4 a b c d4 e f g }
Si possono indicare altre ottave con l’apice singolo ('
)
o la virgola (,
). Ogni '
alza l’altezza di
un’ottava; ogni ,
abbassa l’altezza di un’ottava.
{ \clef treble c'4 e' g' c'' c'4 g b c' \clef bass c,4 e, g, c c,4 g,, b,, c, }
I normali segni di ottava possono essere inseriti una sola volta se si
imposta un’altezza di riferimento dopo \fixed
e prima della musica.
Le altezze inserite in un blocco \fixed
hanno bisogno dei segni '
o ,
solo quando si trovano sopra o sotto l’ottava dell’altezza di
riferimento.
{ \fixed c' { \clef treble c4 e g c' c4 g, b, c } \clef bass \fixed c, { c4 e g c' c4 g, b, c } }
Le altezze dell’espressione musicale che segue \fixed
non cambiano
se racchiuse da un blocco \relative
, che vedremo tra poco.
Vedi anche
Glossario musicale: Nomi delle altezze.
Frammenti di codice: Altezze.
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Ottava relativa
L’inserimento delle note con l’ottava assoluta costringe a specificare l’ottava di ogni singola nota. Al contrario, se si usa l’ottava relativa, ogni ottava è determinata dall’ultima nota: se si cambia l’ottava di una nota, cambieranno anche le ottave di tutte le note successive.
La modalità relativa deve essere impostata in modo esplicito col
comando \relative
:
\relative altezza_di_riferimento espressione_musicale
In modalità relativa ogni nota è collocata il più vicino
possibile a quella precedente. Questo significa che l’ottava
di ogni altezza all’interno di espressione_musicale
viene
calcolata nel modo seguente:
- In assenza di segni di cambiamento d’ottava, l’ottava di un’altezza viene calcolata in modo che l’intervallo con la nota precedente sia inferiore a una quinta. Tale intervallo è determinato senza considerare gli accidenti.
-
Si può aggiungere un segno di cambiamento d’ottava
'
o,
per collocare l’altezza di una nota all’ottava superiore o inferiore a quella di riferimento. -
È possibile usare più di un segno di cambiamento d’ottava. Per esempio,
''
e,,
modificano l’altezza di due ottave. -
L’altezza della prima nota è relativa a
altezza_di_riferimento
.altezza_di_riferimento
è specificato nel modo di ottava assoluta. Quale di queste opzioni è la più conveniente?- un’ottava del
c
Identificare il Do centrale con
c'
è molto semplice, quindi trovare le ottave delc
(Do) sarà altrettanto semplice. Se la musica inizia congis
soprac'''
, si scriverà qualcosa simile a\relative { gis''' … }
- un’ottava della prima nota
Scrivere
\relative { gis''' … }
è un modo semplice per determinare l’altezza assoluta della prima nota dell’espressione musicale.- nessuna altezza di riferimento esplicita
La forma
\relative {gis''' … }
è una versione compatta dell’opzione precedente: la prima nota dentro l’espressione musicale è scritta come altezza assoluta. In questo caso equivale a sceglieref
come altezza di riferimento.
La documentazione di solito usa l’ultima opzione.
- un’ottava del
Ecco il modo relativo in azione:
\relative { \clef bass c d e f g a b c d e f g }
I segni di cambiamento d’ottava si impiegano per gli intervalli più ampi di quello di quarta:
\relative { c'' g c f, c' a, e'' c }
Una sequenza di note senza segni di ottava può tuttavia comprendere intervalli di grande estensione:
\relative { c f b e a d g c }
Nel caso di blocchi \relative
annidati, il blocco \relative
più
interno inizia con la propria altezza di riferimento, indipendentemente dal
\relative
più esterno.
\relative { c' d e f \relative { c'' d e f } }
\relative
non ha effetto sui blocchi \chordmode
.
\new Staff { \relative c''' { \chordmode { c1 } } \chordmode { c1 } }
\relative
non può essere inserito all’interno dei blocchi \chordmode
.
La musica all’interno di un blocco \transpose
è considerata in
notazione d’ottava assoluta, a meno che non sia incluso il
blocco \relative
.
\relative { d' e \transpose f g { d e \relative { d' e } } }
Se l’elemento precedente è un accordo, il posizionamento dell’ottava della
nota o dell’accordo che segue è riferito alla prima nota dell’accordo
stesso. All’interno degli accordi la nota successiva è sempre relativa a
quella precedente. Esaminate con attenzione l’esempio seguente, e in
particolare le note c
.
\relative { c' <c e g> <c' e g'> <c, e, g''> }
Come spiegato sopra, il riferimento delle altezze a un’ottava è calcolato in base ai soli nomi delle note, senza considerare le alterazioni. Dunque un Mi doppio diesis che segue un Si verrà posizionato sopra, mentre un Fa doppio bemolle sarà posizionato sotto. In altre parole, un intervallo di quarta aumentata due volte viene considerato più piccolo di una quinta diminuita due volte, indipendentemente dal numero di semitoni contenuto in ogni intervallo.
\relative { c''2 fis c2 ges b2 eisis b2 feses }
In situazioni complesse, può essere utile cambiare l’altezza di riferimento senza
tener conto di ciò che è successo prima, usando \resetRelativeOctave
:
\relative { << { c''2 d } \\ { e,,2 f } >> \resetRelativeOctave c'' c2 }
Vedi anche
Glossario musicale: quinta, intervallo, Nomi delle altezze.
Guida alla notazione: Controlli di ottava.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: RelativeOctaveMusic.
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Alterazioni
Nota: I nuovi utenti sono talvolta confusi dalla gestione delle
alterazioni e delle armature di chiave. In LilyPond i nomi delle
note specificano le altezze; le armature e le chiavi determinano
come queste altezze debbano essere rappresentate.
Una nota non alterata come c
significa ‘Do naturale’,
indipendentemente dall’armatura o dalla chiave. Per maggiori informazioni
si veda Altezze e armature di chiave.
Nella modalità di notazione predefinita un diesis si ottiene aggiungendo is
al nome della nota, un bemolle aggiungendo es
. Come potete
immaginare, un doppio diesis o doppio bemolle
si ottengono aggiungendo isis
o eses
. Questa sintassi è
desunta dalla notazione olandese. Per usare altri nomi
per le alterazioni, si veda Nomi delle note in altre lingue.
\relative c'' { ais1 aes aisis aeses }
Un’altezza naturale è indicata con il semplice nome della nota; non è richiesto alcun suffisso. Un segno di bequadro apparirà automaticamente quando occorre cancellare l’armatura di chiave o l’effetto di un’alterazione precedente.
\relative c'' { a4 aes a2 }
È possibile indicare alterazioni di quarti di tono. Ecco una serie di Do con altezza crescente:
\relative c'' { ceseh1 ces ceh c cih cis cisih }
Di norma le alterazioni vengono mostrate automaticamente, ma è
possibile anche inserirle manualmente. Si può forzare l’inserimento di
un’alterazione di sicurezza aggiungendo il punto esclamativo !
dopo l’altezza. Un’alterazione di cortesia (ovvero un’alterazione compresa
tra parentesi) si ottiene aggiungendo il punto interrogativo ?
dopo
l’altezza.
\relative c'' { cis cis cis! cis? c c c! c? }
Se una nota è prolungata attraverso una legatura di valore, l’alterazione viene ripetuta solo all’inizio di un nuovo sistema:
\relative c'' { cis1~ 1~ \break cis }
Frammenti di codice selezionati
Nascondere le alterazioni delle note con legatura di valore
all’inizio di un nuovo sistema
Questo frammento mostra come nascondere le alterazioni delle note unite alla figura precedente mediante una legatura di valore all’inizio di un nuovo sistema
\relative c'' { \override Accidental.hide-tied-accidental-after-break = ##t cis1~ cis~ \break cis }
Impedire l’inserimento automatico dei bequadri supplementari
Secondo le norme tipografiche tradizionali, un segno di bequadro viene
inserito prima di un diesis o di un bemolle se un precedente doppio diesis o
bemolle sulla stessa nota è cancellato. Per cambiare questo comportamento
e seguire la pratica contemporanea, si imposta la proprietà extraNatural
su f
(falso) nel contesto Staff
.
\relative c'' { aeses4 aes ais a \set Staff.extraNatural = ##f aeses4 aes ais a }
Vedi anche
Glossario musicale: diesis, bemolle, doppio diesis, doppio bemolle, Nomi delle altezze, quarto di tono.
Manuale di apprendimento: Altezze e armature di chiave.
Guida alla notazione: Alterazioni automatiche, Alterazioni suggerite (musica ficta), Nomi delle note in altre lingue.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Accidental_engraver, Accidental, AccidentalCautionary, accidental-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Poiché non esistono standard universalmente accettati per indicare le alterazioni di quarto di tono, i simboli impiegati da LilyPond non si riferiscono ad alcuno standard.
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Nomi delle note in altre lingue
LilyPond comprende insiemi predefiniti di nomi di note e alterazioni in altre lingue. La scelta della lingua si fa solitamente all’inizio del file; l’esempio seguente è scritto in notazione italiana:
\language "italiano" \relative { do' re mi sib }
Le lingue disponibili e i tipi di notazione che definiscono sono:
Lingua
Nomi delle note
nederlands
c
d
e
f
g
a
bes
b
català
o
catalan
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
deutsch
c
d
e
f
g
a
b
h
english
c
d
e
f
g
a
bf
/b-flat
b
español
o
espanol
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
français
do
ré
/re
mi
fa
sol
la
sib
si
italiano
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
norsk
c
d
e
f
g
a
b
h
português
o
portugues
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
suomi
c
d
e
f
g
a
b
h
svenska
c
d
e
f
g
a
b
h
vlaams
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
Oltre ai nomi delle note, anche i suffissi per le alterazioni possono variare a seconda della lingua adottata:
Lingua
diesis
bemolle
doppio diesis
doppio bemolle
nederlands
is
es
isis
eses
català
o
catalan
d
/s
b
dd
/ss
bb
deutsch
is
es
isis
eses
english
s
/-sharp
f
/-flat
ss
/x
/-sharpsharp
ff
/-flatflat
español
o
espanol
s
b
ss
/x
bb
français
d
b
dd
/x
bb
italiano
d
b
dd
bb
norsk
iss
/is
ess
/es
ississ
/isis
essess
/eses
português
o
portugues
s
b
ss
bb
suomi
is
es
isis
eses
svenska
iss
ess
ississ
essess
vlaams
k
b
kk
bb
In olandese, norvegese e finlandese aes
viene contratto in as
;
in olandese e norvegese, tuttavia, entrambe le forme sono accettate da
LilyPond. Lo stesso vale per es
e ees
, aeses
e
ases
, e infine eeses
e eses
.
In tedesco e finlandese, LilyPond fornisce anche la forma più frequente
asas
per ases
.
\relative c'' { a2 as e es a ases e eses }
In alcune forme musicali vengono usati i microtoni, le cui alterazioni sono frazioni di un ‘normale’ diesis o bemolle. La seguente tabella elenca i nomi delle note per le alterazioni di un quarto di tono; i prefissi semi- e sesqui- significano rispettivamente ‘metà’ e ‘uno e mezzo’.
Lingua
semi-diesis
semi-bemolle
sesqui-diesis
sesqui-bemolle
nederlands
ih
eh
isih
eseh
català
o
catalan
qd
/qs
qb
tqd
/tqs
tqb
deutsch
ih
eh
isih
eseh
english
qs
qf
tqs
tqf
español
o
espanol
cs
cb
tcs
tcb
français
sd
sb
dsd
bsb
italiano
sd
sb
dsd
bsb
norsk
ih
eh
issih
/isih
esseh
/eseh
português
o
portugues
sqt
bqt
stqt
btqt
suomi
ih
eh
isih
eseh
svenska
ih
eh
issih
esseh
vlaams
hk
hb
khk
bhb
In tedesco, esistono simili contrazioni dei nomi per i microtoni così come nelle normali altezze descritte sopra.
\language "deutsch" \relative c'' { asah2 eh aih eisih }
Gran parte delle lingue presentate qui sono comunemente associate alla musica classica occidentale, nota anche come Common Practice Period. Sono tuttavia supportati anche altezze e sistemi di accordatura alternativi: si veda Notazione comune per la musica non occidentale.
Vedi anche
Glossario musicale: Nomi delle altezze, Periodo di pratica comune.
Guida alla notazione: Notazione comune per la musica non occidentale.
File installati: ‘scm/define-note-names.scm’.
Frammenti di codice: Altezze.
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1.1.2 Modifica di più altezze
Questa sezione tratta il modo di modificare le altezze delle note.
Controlli di ottava | ||
Trasposizione | ||
Inversione | ||
Retrogradazione | ||
Trasposizioni modali |
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Controlli di ottava
In modalità relativa è facile dimenticare un segno di cambiamento d’ottava. I controlli di ottava permettono di rilevare questi errori più facilmente: infatti, generano un avviso e correggono l’ottava se una nota si trova in un’ottava diversa dal previsto.
Per controllare l’ottava di una nota, occorre specificare l’ottava assoluta
dopo il simbolo =
. Questo esempio genererà un avviso
(e cambierà l’altezza) perché la seconda nota è l’ottava assoluta
d''
invece di d'
, come indicato dalla correzione di ottava.
\relative { c''2 d=' e2 f }
L’ottava in cui si trovano le note può essere controllata anche col
comando \octaveCheck altezza_di_controllo
.
L’altezza_di_controllo
è specificata in modo assoluto. Questo
comando controlla che l’intervallo tra la nota precedente e
l’altezza_di_controllo
sia compresa in una quinta (ovvero secondo
il normale calcolo della modalità relativa). Se il controllo fallisce, compare
un avviso. Benché la nota precedente non sia modificata, le note successive
sono relative al valore corretto.
\relative { c''2 d \octaveCheck c' e2 f }
Nelle due battute che seguono, il primo e il terzo \octaveCheck
falliscono, mentre il secondo non fallisce.
\relative { c''4 f g f c4 \octaveCheck c' f \octaveCheck c' g \octaveCheck c' f }
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: RelativeOctaveCheck.
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Trasposizione
Un’espressione musicale può essere trasposta con \transpose
. La
sintassi è
\transpose altezza_di_partenza altezza_di_arrivo espressione_musicale
Significa che espressione_musicale
viene trasposto
dell’intervallo compreso tra le altezze altezza_di_partenza
e
altezza_di_arrivo
: qualsiasi nota che presenti un’altezza
corrispondente all’altezza_di_partenza
viene modificata
in altezza_di_arrivo
, e qualsiasi altra nota viene
trasposta dello stesso intervallo. Entrambe le altezze sono inserite
in modalità assoluta.
Nota: La musica all’interno di un blocco \transpose
è assoluta
a meno che il blocco non includa un \relative
.
Prendiamo come esempio un brano scritto in Re maggiore. Possiamo trasportarlo in Mi maggiore; si noti come anche l’armatura di chiave venga trasposta automaticamente.
\transpose d e { \relative { \key d \major d'4 fis a d } }
Se una parte scritta in Do (l’intonazione reale abituale) deve essere suonata su un clarinetto in La (per il quale un La viene rappresentato da un Do e dunque suona una terza minore più basso), la trasposizione sarà ottenuta con:
\transpose a c' { \relative { \key c \major c'4 d e g } }
Si noti che \key c \major
è specificato esplicitamente. Se
non si specifica un’armatura di chiave, le note verranno trasposte ma
non apparirà alcuna armatura.
\transpose
fa distinzione tra altezze enarmoniche: sia
\transpose c cis
che \transpose c des
traspongono
un brano di un semitono più alto. La prima versione mostrerà i diesis e
le note rimarranno sullo stesso grado della scala, mentre la seconda
versione mostrerà i bemolle sul grado superiore della scala.
music = \relative { c' d e f } \new Staff { \transpose c cis { \music } \transpose c des { \music } }
\transpose
può essere usato anche in un altro modo, ovvero
per inserire note scritte per uno strumento traspositore. Gli esempi
precedenti mostrano come inserire altezze in Do (o intonazione reale)
e mostrare le note di uno strumento traspositore, ma è possibile anche
il contrario: per esempio, se da un insieme di parti strumentali
si volesse ricavare una partitura per il direttore. Così, per inserire
la parte per una tromba in Si bemolle che inizia con un Mi (intonazione reale
Re), si può scrivere:
musicInBflat = { e4 … } \transpose c bes, \musicInBflat
Per stampare questa musica in Fa (ad esempio per riarrangiarla per corno) si
può avvolgere la musica esistente in un altro \transpose
:
musicInBflat = { e4 … } \transpose f c' { \transpose c bes, \musicInBflat }
Per maggiori informazioni sugli strumenti traspositori, si veda Trasporto strumentale.
Frammenti di codice selezionati
Trasposizione delle altezze con numero minimo di alterazioni
Questo esempio usa del codice Scheme per imporre delle modifiche enarmoniche alle note che permettano di avere il numero minimo di alterazioni. In questo caso si applica la seguente regola:
Le doppie alterazioni devono essere eliminate
Si diesis -> Do
Mi diesis -> Fa
Do bemolle -> Si
Fa bemolle -> Mi
In questo modo vengono scelti i suoni enarmonici più semplici.
#(define (naturalize-pitch p) (let ((o (ly:pitch-octave p)) (a (* 4 (ly:pitch-alteration p))) ;; alteration, a, in quarter tone steps, ;; for historical reasons (n (ly:pitch-notename p))) (cond ((and (> a 1) (or (eqv? n 6) (eqv? n 2))) (set! a (- a 2)) (set! n (+ n 1))) ((and (< a -1) (or (eqv? n 0) (eqv? n 3))) (set! a (+ a 2)) (set! n (- n 1)))) (cond ((> a 2) (set! a (- a 4)) (set! n (+ n 1))) ((< a -2) (set! a (+ a 4)) (set! n (- n 1)))) (if (< n 0) (begin (set! o (- o 1)) (set! n (+ n 7)))) (if (> n 6) (begin (set! o (+ o 1)) (set! n (- n 7)))) (ly:make-pitch o n (/ a 4)))) #(define (naturalize music) (let ((es (ly:music-property music 'elements)) (e (ly:music-property music 'element)) (p (ly:music-property music 'pitch))) (if (pair? es) (ly:music-set-property! music 'elements (map naturalize es))) (if (ly:music? e) (ly:music-set-property! music 'element (naturalize e))) (if (ly:pitch? p) (begin (set! p (naturalize-pitch p)) (ly:music-set-property! music 'pitch p))) music)) naturalizeMusic = #(define-music-function (m) (ly:music?) (naturalize m)) music = \relative c' { c4 d e g } \score { \new Staff { \transpose c ais { \music } \naturalizeMusic \transpose c ais { \music } \transpose c deses { \music } \naturalizeMusic \transpose c deses { \music } } \layout { } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Trasporto strumentale, Inversione, Trasposizioni modali, Ottava relativa, Retrogradazione.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: TransposedMusic.
Problemi noti e avvertimenti
La conversione relativa non avrà effetto sulle sezioni \transpose
,
\chordmode
e \relative
comprese all’interno di un
blocco \relative
. Per usare la modalità relativa all’interno
di musica trasposta, occorre inserire un ulteriore blocco \relative
all’interno di \transpose
.
Il comando \transpose
impedisce di stampare le alterazioni triple. Le
sostituisce con un’altezza ‘enarmonicamente equivalente’ (per esempio,
Re bemolle al posto di Mi triplo bemolle).
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Inversione
Un’espressione musicale può essere invertita e trasposta in una singola operazione con:
\inversion altezza-di-riferimento altezza-di-arrivo espressione_musicale
L’espressione_musicale
viene invertita intervallo per intervallo
intorno all’altezza-di-riferimento
e poi trasposta in modo che
ci sia una corrispondenza tra altezza-di-riferimento
e
altezza-di-arrivo
.
music = \relative { c' d e f } \new Staff { \music \inversion d' d' \music \inversion d' ees' \music }
Nota: I motivi da invertire devono essere scritti in forma assoluta
oppure devono essere prima convertiti in forma assoluta racchiudendoli
in un blocco \relative
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Trasposizioni modali, Retrogradazione, Trasposizione.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Retrogradazione
Un’espressione musicale può essere invertita in modo da produrre il proprio retrogrado:
music = \relative { c'8. ees16( fis8. a16 b8.) gis16 f8. d16 } \new Staff { \music \retrograde \music }
Problemi noti e avvertimenti
\retrograde
è uno strumento piuttosto semplice. Dato che molti eventi
sono ‘riflessi’ (come in uno specchio) invece che scambiati, le modifiche
manuali e i modificatori direzionali per gli estensori di apertura devono essere
aggiunti ai corrispondenti estensori di chiusura: ^(
deve essere terminato
da ^)
, ogni \<
o \cresc
deve essere terminato da \!
o \endcr
, ogni \>
o \decr
deve essere terminato da
\enddecr
. Comandi e modifiche che cambiano le proprietà con un effetto
duraturo causeranno facilmente delle sorprese.
Vedi anche
Guida alla notazione: Inversione, Trasposizioni modali, Trasposizione.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Trasposizioni modali
In una composizione musicale basata su una scala, un motivo viene frequentemente trasportato in differenti modi. Può essere trasposto per iniziare in punti diversi della scala o può essere invertito rispetto a un punto cardine della scala. Può anche essere rovesciato per produrre il retrogrado, si veda Retrogradazione.
Nota: Le note che non si trovano all’interno della scala definita non vengono trasformate.
Trasposizione modale
Un motivo può essere trasposto entro una certa scala con:
\modalTranspose altezza-di-partenza altezza-di-arrivo scala motif
Le note di motif vengono spostate, se all’interno della scala, del numero di gradi della scala dati dall’intervallo tra altezza-di-arrivo e altezza-di-partenza:
diatonicScale = \relative { c' d e f g a b } motif = \relative { c'8 d e f g a b c } \new Staff { \motif \modalTranspose c f \diatonicScale \motif \modalTranspose c b, \diatonicScale \motif }
È possibile indicare una scala ascendente di qualsiasi lunghezza e con qualsiasi intervallo:
pentatonicScale = \relative { ges aes bes des ees } motif = \relative { ees'8 des ges,4 <ges' bes,> <ges bes,> } \new Staff { \motif \modalTranspose ges ees' \pentatonicScale \motif }
Se usato con una scala cromatica, \modalTranspose
ha un
effetto simile a \transpose
, con in più la possibilità
di specificare i nomi delle note da usare:
chromaticScale = \relative { c' cis d dis e f fis g gis a ais b } motif = \relative { c'8 d e f g a b c } \new Staff { \motif \transpose c f \motif \modalTranspose c f \chromaticScale \motif }
Inversione modale
Una sequenza di note può essere invertita all’interno di una data scala intorno a una determinata nota cardine e quindi trasposto, in un’unica operazione, con:
\modalInversion altezza-cardine altezza-di-arrivo scala motif
Le note di motif vengono spostate dello stesso numero di gradi dalla nota dell’altezza-cardine all’interno della scala, ma nella direzione opposta, e il risultato viene poi spostato all’interno della scala per il numero di gradi dato dall’intervallo tra altezza-di-arrivo e altezza-cardine.
Dunque, per invertire intorno a una particolare nota della scala, è necessario usare il medesimo valore per altezza-cardine e altezza-di-arrivo:
octatonicScale = \relative { ees' f fis gis a b c d } motif = \relative { c'8. ees16 fis8. a16 b8. gis16 f8. d16 } \new Staff { \motif \modalInversion fis' fis' \octatonicScale \motif }
Per invertire intorno a una nota cardine posta tra altre due note, si inverte intorno a una della note e poi si traspone di un grado della scala. Le due note specificate possono essere interpretate come parentesi del punto cardine:
scale = \relative { c' g' } motive = \relative { c' c g' c, } \new Staff { \motive \modalInversion c' g' \scale \motive }
L’operazione combinata di inversione e retrogradazione produce la retrogradazione inversa:
octatonicScale = \relative { ees' f fis gis a b c d } motif = \relative { c'8. ees16 fis8. a16 b8. gis16 f8. d16 } \new Staff { \motif \retrograde \modalInversion c' c' \octatonicScale \motif }
Vedi anche
Guida alla notazione: Inversione, Retrogradazione, Trasposizione.
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1.1.3 Aspetto delle altezze
Questa sezione tratta il modo di modificare l’aspetto delle altezze delle note.
Chiave | ||
Armatura di chiave | ||
Segni di ottavazione | ||
Trasporto strumentale | ||
Alterazioni automatiche | ||
Glifi di alterazione alternativi | ||
Ambitus |
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Chiave
Senza un comando esplicito, la chiave predefinita in LilyPond è la chiave di violino (o di Sol).
c'2 c'
Per cambiare la chiave si usa il comando \clef
seguito dal nome della
chiave. In tutti gli esempi seguenti viene mostrato il Do centrale.
\clef treble c'2 c' \clef alto c'2 c' \clef tenor c'2 c' \clef bass c'2 c'
L’elenco completo di tutti i nomi di chiave possibili si trova in Stili della chiave. Chiavi speciali, come quelle usate nella musica antica, sono descritte in Chiavi mensurali e Chiavi gregoriane. La musica che utilizza le chiavi dell’intavolatura è discussa in Intavolature predefinite e Intavolature personalizzate.
Per mischiare le chiavi quando si usano le notine, leggere come si usano i
comandi \cueClef
e \cueDuringWithClef
descritti in
Formattazione delle notine.
Aggiungendo _8
o ^8
al nome della chiave, la sua
adozione comporta il trasporto all’ottava rispettivamente inferiore o
superiore, mentre _15
e ^15
traspongono di due ottave.
È possibile usare altri numeri interi, se necessario. I nomi di chiave
contenenti caratteri non alfabetici devono essere racchiusi tra virgolette
\clef treble c'2 c' \clef "treble_8" c'2 c' \clef "bass^15" c'2 c' \clef "alto_2" c'2 c' \clef "G_8" c'2 c' \clef "F^5" c'2 c'
L’ottavazione opzionale si può ottenere racchiudendo l’argomento numerico tra parentesi tonde o quadre:
\clef "treble_(8)" c'2 c' \clef "bass^[15]" c'2 c'
Le altezze vengono mostrate come se l’argomento numerico fosse inserito senza parentesi.
Se c’è un cambio di chiave quando si interrompe la linea, il simbolo della nuova chiave viene ripetuto alla fine della linea precedente, come chiave di avviso, e all’inizio di quella successiva. Tale chiave di precauzione può essere soppressa.
\clef treble { c'2 c' } \break \clef bass { c'2 c' } \break \clef alto \set Staff.explicitClefVisibility = #end-of-line-invisible { c'2 c' } \break \unset Staff.explicitClefVisibility \clef bass { c'2 c' } \break
Una chiave che è già stata visualizzata non viene ristampata se viene
ripetuto lo stesso comando \clef
e verrà quindi ignorata.
Si può cambiare tale comportamento predefinito col comando
\set Staff.forceClef = ##t
.
\clef treble c'1 \clef treble c'1 \set Staff.forceClef = ##t c'1 \clef treble c'1
Per essere più precisi, non è proprio il comando \clef
a stampare
la chiave. Questo comando imposta o cambia una proprietà dell’incisore
Clef_engraver
, cui spetta la decisione se stampare o meno una chiave
nel rigo attuale. La proprietà forceClef
scavalca questa decisione
localmente in modo da ristampare la chiave una volta.
Quando c’è un cambio di chiave manuale, il glifo della chiave cambiata sarà più piccolo del normale. Tale comportamento può essere modificato.
\clef "treble" c'1 \clef "bass" c'1 \clef "treble" c'1 \override Staff.Clef.full-size-change = ##t \clef "bass" c'1 \clef "treble" c'1 \revert Staff.Clef.full-size-change \clef "bass" c'1 \clef "treble" c'1
Frammenti di codice selezionati
Modifiche manuali della proprietà della chiave
Cambiando il glifo della chiave, la sua posizione o l’ottavazione non
cambia la posizione delle note successive nel rigo. Per far sì che
le armature di chiave si trovino sulle linee del rigo corrette, bisogna
specificare anche middleCPosition
, con valori positivi o negativi
che spostano il Do centrale
rispettivamente su o giù in senso
relativo alla linea centrale del rigo.
Per esempio, \clef "treble_8"
equivale a impostare
clefGlyph
, clefPosition
(che regola la posizione
verticale della chiave), middleCPosition
e
clefTransposition
. Viene stampata una chiave quando cambia una
di queste proprietà, eccetto middleCPosition
.
Gli esempi seguenti mostrano le possibilità date dall’impostazione manuale di tali proprietà. Sulla prima linea le modifiche manuali preservano il posizionamento relativo standard di chiavi e note, mentre sulla seconda linea non lo fanno.
{ % The default treble clef \key f \major c'1 % The standard bass clef \set Staff.clefGlyph = #"clefs.F" \set Staff.clefPosition = #2 \set Staff.middleCPosition = #6 \set Staff.middleCClefPosition = #6 \key g \major c'1 % The baritone clef \set Staff.clefGlyph = #"clefs.C" \set Staff.clefPosition = #4 \set Staff.middleCPosition = #4 \set Staff.middleCClefPosition = #4 \key f \major c'1 % The standard choral tenor clef \set Staff.clefGlyph = #"clefs.G" \set Staff.clefPosition = #-2 \set Staff.clefTransposition = #-7 \set Staff.middleCPosition = #1 \set Staff.middleCClefPosition = #1 \key f \major c'1 % A non-standard clef \set Staff.clefPosition = #0 \set Staff.clefTransposition = #0 \set Staff.middleCPosition = #-4 \set Staff.middleCClefPosition = #-4 \key g \major c'1 \break % The following clef changes do not preserve % the normal relationship between notes, key signatures % and clefs: \set Staff.clefGlyph = #"clefs.F" \set Staff.clefPosition = #2 c'1 \set Staff.clefGlyph = #"clefs.G" c'1 \set Staff.clefGlyph = #"clefs.C" c'1 \set Staff.clefTransposition = #7 c'1 \set Staff.clefTransposition = #0 \set Staff.clefPosition = #0 c'1 % Return to the normal clef: \set Staff.middleCPosition = #0 c'1 } \paper { tagline = ##f }
Vedi anche
Guida alla notazione: Chiavi mensurali, Chiavi gregoriane, Intavolature predefinite, Intavolature personalizzate, Formattazione delle notine.
File installati: ‘scm/parser-clef.scm’.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Clef_engraver, Clef, ClefModifier, clef-interface.
Problemi noti e avvertimenti
I numeri di ottavazione assegnati alle chiavi sono trattati come oggetti grafici
separati. Quindi qualsiasi \override
all’oggetto Clef dovrà essere
applicato, con un altro \override
, all’oggetto ClefModifier.
\new Staff \with { \override Clef.color = #(universal-color 'blue) \override ClefModifier.color = #(universal-color 'vermillion) } \clef "treble_8" c'4
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Armatura di chiave
Nota: I nuovi utenti sono talvolta confusi dalla gestione delle
alterazioni e delle armature di chiave. In LilyPond i nomi delle
note costituiscono l’input grezzo; le armature e le chiavi determinano
come questo venga mostrato. Una nota non alterata come c
significa ‘Do naturale’, indipendentemente dall’armatura o dalla
chiave. Per maggiori informazioni si veda Altezze e armature di chiave.
L’armatura di chiave indica la tonalità di un brano. È costituita da un insieme di alterazioni (bemolle o diesis) all’inizio del rigo. L’armatura di chiave può essere modificata:
\key altezza modo
modo
deve essere \major
o \minor
per ottenere rispettivamente un’armatura di altezza
-maggiore o
altezza
-minore. È anche possibile usare i nomi tradizionali
dei modi, chiamati anche modi ecclesiastici:
\ionian
, \dorian
, \phrygian
, \lydian
,
\mixolydian
, \aeolian
e \locrian
.
\relative { \key g \major fis''1 f fis }
Si possono definire ulteriori modi elencando le alterazioni per ogni grado della scala quando il modo inizia col Do.
freygish = #`((0 . ,NATURAL) (1 . ,FLAT) (2 . ,NATURAL) (3 . ,NATURAL) (4 . ,NATURAL) (5 . ,FLAT) (6 . ,FLAT)) \relative { \key c \freygish c'4 des e f \bar "||" \key d \freygish d es fis g }
Le alterazioni dell’armatura di chiave possono essere collocate in
posizioni diverse da quelle tradizionali o anche in più di un’ottava, usando
le proprietà flat-positions
e sharp-positions
di KeySignature
. I valori di queste proprietà specificano
l’estensione delle posizioni del rigo in cui potranno comparire
le alterazioni. Se viene specificata una sola posizione, le
alterazioni vengono collocate entro l’ottava che finisce in quella
posizione del rigo.
\override Staff.KeySignature.flat-positions = #'((-5 . 5)) \override Staff.KeyCancellation.flat-positions = #'((-5 . 5)) \clef bass \key es \major es g bes d' \clef treble \bar "||" \key es \major es' g' bes' d'' \override Staff.KeySignature.sharp-positions = #'(2) \bar "||" \key b \major b' fis' b'2
Frammenti di codice selezionati
Impedire l’inserimento dei segni di bequadro quando cambia l’armatura di chiave
Quando l’armatura di chiave cambia, vengono inseriti automaticamente i
segni di bequadro per annulare le alterazioni di precedenti armature. Si
può evitare questo comportamento impostando su f
(falso) la proprietà
printKeyCancellation
nel contesto Staff
.
\relative c' { \key d \major a4 b cis d \key g \minor a4 bes c d \set Staff.printKeyCancellation = ##f \key d \major a4 b cis d \key g \minor a4 bes c d }
Armature di chiave non tradizionali
Il comando \key
comunemente usato imposta la proprietà
keyAlterations
del contesto Staff
.
Per creare armature di chiave non standard, tale proprietà va
impostata esplicitamente.
Il formato di questo comando è una lista:
\set Staff.keyAlterations = #`(((ottava . grado) . alterazione) ((ottava
. grado) . alterazione) ...)
dove, per ogni elemento della lista, ottava
indica l’ottava (0 è
l’ottava dal Do centrale al Si precedente), grado
indica la nota
all’interno dell’ottava (0 significa Do e 6 significa Si) e alterazione
può essere ,SHARP ,FLAT ,DOUBLE-SHARP
etc.
Altrimenti, usando il formato breve per ogni elemento della lista,
(grado . alterazione)
, ciò indica che la stessa alterazione deve
essere presente in tutte le ottave. Per le scale microtonalidove un
“diesis” non è 100 centesimi, alterazione
si riferisce alla
proporzione di un duecentesimo di tono intero.
\include "arabic.ly" \relative do' { \set Staff.keyAlterations = #`((0 . ,SEMI-FLAT) (1 . ,SEMI-FLAT) (2 . ,FLAT) (5 . ,FLAT) (6 . ,SEMI-FLAT)) %\set Staff.extraNatural = ##f re reb \dwn reb resd dod dob dosd \dwn dob | dobsb dodsd do do | }
Vedi anche
Glossario musicale: church mode, scordatura.
Manuale di apprendimento: Altezze e armature di chiave.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: KeyChangeEvent, Key_engraver, Key_performer, KeyCancellation, KeySignature, key-signature-interface.
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Segni di ottavazione
I segni di ottavazione introducono un’ulteriore trasposizione di ottava nel rigo:
\relative c'' { a2 b \ottava #-2 a2 b \ottava #-1 a2 b \ottava #0 a2 b \ottava #1 a2 b \ottava #2 a2 b }
Per impostazione predefinita, viene stampato solo un numero all’inizio della parentesi. Questa impostazione può essere cambiata in modo che includa un numero ordinale abbreviato, come apice o come lettere normali (le ultime venivano un tempo usate come predefinite); si può cambiare anche il peso del font grassetto predefinito, come è spiegato in Scelta del tipo di carattere e della dimensione.
L’esempio seguente mostra varie opzioni, e anche come ritornare al comportamento predefinito corrente:
\relative c'' { \ottava #1 a'2 b \ottava #2 a'2 b \bar "||" \set Staff.ottavationMarkups = #ottavation-ordinals \ottava #1 a,2 b \ottava #2 a'2 b \bar "||" \override Staff.OttavaBracket.font-series = #'normal \set Staff.ottavationMarkups = #ottavation-simple-ordinals \ottava #1 a,2 b \ottava #2 a'2 b \bar "||" \revert Staff.OttavaBracket.font-series \set Staff.ottavationMarkups = #ottavation-numbers \ottava #1 a,2 b \ottava #2 a'2 b }
Frammenti di codice selezionati
Changing ottava text
Internally, \ottava
sets the properties ottavation
(for
example, to 8va
or 8vb
) and middleCPosition
. To
override the text of the bracket, set ottavation
after invoking
\ottava
.
Short text is especially useful when a brief ottava is used.
{ c'2 \ottava #1 \set Staff.ottavation = #"8" c''2 \ottava #0 c'1 \ottava #1 \set Staff.ottavation = #"Text" c''1 }
Aggiungere un segno di ottava a una sola voce
Se il rigo ha più di una voce, l’ottavazione in una voce trasporrà
la posizione delle note in tutte le voci per la durata della parentesi
dell’ottava. Se si intende applicare l’ottavazione a una sola voce,
occorre spostare l’incisore Ottava_spanner_engraver
nel
contesto Voice
.
\layout { \context { \Staff \remove Ottava_spanner_engraver } \context { \Voice \consists Ottava_spanner_engraver } } { \clef bass << { <g d'>1~ q2 <c' e'> } \\ { r2. \ottava -1 <b,,, b,,>4 ~ | q2 \ottava 0 <c e>2 } >> }
Modificare l’inclinazione dell’estensore dell’ottava
È possibile cambiare l’inclinazione dell’estensore dell’ottava.
\relative c'' { \override Staff.OttavaBracket.stencil = #ly:line-spanner::print \override Staff.OttavaBracket.bound-details = #`((left . ((Y . 0) (attach-dir . ,LEFT) (padding . 0) (stencil-align-dir-y . ,CENTER))) (right . ((Y . 5.0) ; Change the number here (padding . 0) (attach-dir . ,RIGHT) (text . ,(make-draw-dashed-line-markup (cons 0 -1.2)))))) \override Staff.OttavaBracket.left-bound-info = #ly:horizontal-line-spanner::calc-left-bound-info-and-text \override Staff.OttavaBracket.right-bound-info = #ly:horizontal-line-spanner::calc-right-bound-info \ottava #1 c1 c'''1 }
Vedi anche
Glossario musicale: ottavazione.
Guida alla notazione: Scelta del tipo di carattere e della dimensione.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Ottava_spanner_engraver, OttavaBracket, ottava-bracket-interface.
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Trasporto strumentale
Quando si scrivono partiture che comprendono strumenti traspositori, alcune parti possono essere scritte a un’altezza diversa dall’intonazione reale. In questi casi, è necessario specificare la chiave dello strumento traspositore, altrimenti l’output MIDI e le citazioni in altre parti produrranno altezze errate. Per maggiori informazioni sulle citazioni, si veda Citare altre voci.
\transposition altezza
L’altezza da usare per \transposition
deve corrispondere al suono
effettivamente prodotto quando un c'
scritto sul rigo viene
suonato dallo strumento traspositore. Tale altezza viene inserita in
modalità assoluta; dunque, uno strumento che produce un suono reale un
tono sopra la notazione deve usare \transposition d'
.
\transposition
va usato soltanto se le altezze non
sono scritte in intonazione reale.
Ecco un frammento per violino e clarinetto in Si bemolle, le cui parti sono inserite usando le note e l’armatura di chiave che appaiono nei rispettivi righi sulla partitura del direttore. I due strumenti suonano all’unisono.
\new GrandStaff << \new Staff = "violin" \with { instrumentName = "Vln" midiInstrument = "violin" } \relative c'' { % non strettamente necessario, ma meglio ricordarlo \transposition c' \key c \major g4( c8) r c r c4 } \new Staff = "clarinet" \with { instrumentName = \markup { Cl (B\flat) } midiInstrument = "clarinet" } \relative c'' { \transposition bes \key d \major a4( d8) r d r d4 } >>
\transposition
può essere modificato nel corso di un brano. Ad
esempio, un clarinettista potrebbe essere costretto a passare da un
clarinetto in La a uno in Si bemolle.
flute = \relative c'' { \key f \major \cueDuring "clarinet" #DOWN { R1 _\markup\tiny "clarinet" c4 f e d R1 _\markup\tiny "clarinet" } } clarinet = \relative c'' { \key aes \major \transposition a aes4 bes c des R1^\markup { muta in B\flat } \key g \major \transposition bes d2 g, } \addQuote "clarinet" \clarinet << \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \flute \new Staff \with { instrumentName = "Cl (A)" } \clarinet >>
Vedi anche
Glossario musicale: intonazione reale, strumento traspositore.
Guida alla notazione: Citare altre voci, Trasposizione.
Frammenti di codice: Altezze.
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Alterazioni automatiche
Esistono diverse convenzioni sul modo di scrivere le alterazioni. LilyPond ha una funzione per specificare lo stile di gestione delle alterazioni adottato. Questa funzione viene richiamata nel modo seguente:
\new Staff << \accidentalStyle voice { … } >>
La gestione delle alterazioni si applica di norma all’attuale Staff
(con
l’eccezione degli stili choral
piano
e piano-cautionary
, che sono
spiegati dopo). Questa funzione accetta un secondo argomento opzionale che
determina in quale ambito debba essere cambiato lo stile. Ad esempio, per
usare lo stesso stile in tutti i righi dell’attuale StaffGroup
, si usa:
\accidentalStyle StaffGroup.voice
Sono supportati i seguenti modi di gestire le alterazioni. Il seguente esempio mostra tutti gli stili:
musicA = { << \relative { cis''8 fis, bes4 <a cis>8 f bis4 | cis2. <c, g'>4 | } \\ \relative { ais'2 cis, | fis8 b a4 cis2 | } >> } musicB = { \clef bass \new Voice { \voiceTwo \relative { <fis a cis>8[ <fis a cis> \change Staff = up cis' cis \change Staff = down <fis, a> <fis a>] \showStaffSwitch \change Staff = up dis'4 | \change Staff = down <fis, a cis>4 gis <f a d>2 | } } } \new PianoStaff { << \new Staff = "up" { \accidentalStyle default \musicA } \new Staff = "down" { \accidentalStyle default \musicB } >> }
Si noti che le ultime linee di questo esempio possono essere sostituite dal seguente frammento, se si vuole usare lo stesso stile in entrambi i righi.
\new PianoStaff { << \new Staff = "up" { %%% change the next line as desired: \accidentalStyle Score.default \musicA } \new Staff = "down" { \musicB } >> }
-
default
-
Questo è il comportamento predefinito del compositore tipografico. Corrisponde alla pratica comunemente impiegata dal diciottesimo secolo: le alterazioni vengono ricordate fino alla fine della misura in cui si trovano, limitatamente all’ottava di appartenenza. Quindi, nell’esempio seguente non compare alcun segno di bequadro prima del
b
nella seconda misura o prima dell’ultimoc
: -
voice
-
Normalmente le alterazioni mantengono la propria validità a livello di
Staff
. Tuttavia in questo stile le alterazioni vengono gestite individualmente per ogni voce. Al di fuori di quest’aspetto, lo stile è analogo adefault
.Di conseguenza, le alterazioni relative a una voce non vengono cancellate nelle altre voci. Un risultato spesso non desiderabile: nell’esempio seguente è difficile capire se il secondo
a
sia naturale o diesis. L’opzionevoice
deve essere quindi usata solo se ogni voce è destinata a un esecutore diverso. Se la partitura deve essere letta da un unico musicista (come nel caso della partitura del direttore, o di uno spartito per pianoforte), allora è preferibile usaremodern
omodern-cautionary
. -
modern
-
Questa regola corrisponde alla pratica comune del ventesimo secolo. Omette i segni di bequadro supplementari che in passato erano di norma anteposti al diesis che segue un doppio diesis o a un bemolle che segue un doppio bemolle. La regola
modern
presenta le stesse alterazioni didefault
, con due aggiunte che servono a evitare ambiguità: i segni di annullamento delle alterazioni temporanee sono anteposti alle note sulla stessa ottava della misura successiva e alle note in ottave diverse nella stessa misura. In questo esempio, dunque, i bequadri delb
e delc
nella seconda misura del rigo superiore: -
modern-cautionary
-
Questa regola è simile a
modern
, ma le alterazioni ‘supplementari’ sono segnate come alterazioni di precauzione (con parentesi). La loro dimensione può essere cambiata attraverso la proprietàfont-size
diAccidentalCautionary
. -
modern-voice
-
Questa regola viene usata per le alterazioni su più voci destinate sia agli esecutori che suonano una singola voce sia a quelli che suonano tutte le voci. Le alterazioni sono mostrate su tutte le voci, ma sono annullate su ogni voce dello stesso rigo (
Staff
). Quindi, l’alterazione dell’a
nell’ultima misura viene annullata perché l’annullamento precedente si trovava in una voce diversa, mentre quella deld
nel rigo inferiore viene annullata a causa dell’alterazione in un’altra voce della misura precedente: -
modern-voice-cautionary
-
Questa regola è analoga a
modern-voice
, ma con le alterazioni supplementari (quelle non mostrate davoice
) segnate come alterazioni di precauzione. Tutte le alterazioni mostrate dadefault
sono mostrate con questa regola, ma alcune di esse sono indicate come alterazioni di precauzione. -
piano
-
Questa regola riflette la pratica del ventesimo secolo per la notazione per pianoforte. Il suo comportamento è molto simile allo stile
modern
, ma in questo caso le alterazioni vengono annullate in tutti i righi che si trovano nello stessoGrandStaff
oPianoStaff
, dunque tutte gli annullamenti delle note finali.È lo stile che si applica agli attuali
GrandStaff
ePianoStaff
a meno che non sia qualificato con un secondo argomento. -
piano-cautionary
-
È uguale a
piano
ma con le alterazioni supplementari mostrate come alterazioni di precauzione. -
choral
-
Questa regola è una combinazione degli stili
modern-voice
epiano
. Mostra tutte le alterazioni richieste dai cantanti che seguono solo la propria voce, e mostra anche le ulteriori alterazioni per tutti i lettori che seguono tutte le voci di un interoChoirStaff
contemporaneamente.Questo stile di alterazioni si applica al
ChoirStaff
corrente a meno che non sia qualificato con un secondo argomento. -
choral-cautionary
-
Questo stile è identico a
choral
ma con le alterazioni extra in forma di alterazioni di cortesia. -
neo-modern
-
Questa regola si riferisce a una pratica tipica della musica contemporanea: le alterazioni sono mostrate come in
modern
, ma vengono ripetute se la stessa nota appare in seguito nella stessa misura – a meno che la seconda occorrenza non segua direttamente la prima. -
neo-modern-cautionary
-
Questa regola è simile a
neo-modern
, ma le alterazioni ‘supplementari’ sono mostrate come alterazioni di precauzione (con parentesi). La loro dimensione può essere modificata attraverso la proprietàfont-size
diAccidentalCautionary
. -
neo-modern-voice
-
Questa regola viene usata per le alterazioni su più di una voce che devono essere lette sia da musicisti che suonano una singola voce sia da musicisti che suonano tutte le voci. Le alterazioni per ogni voce sono mostrate come nello stile
neo-modern
, ma vengono annullate attraverso le voci nello stesso rigo (Staff
). -
neo-modern-voice-cautionary
-
Questa regola è simile a
neo-modern-voice
, ma le alterazioni supplementari sono indicate come alterazioni di precauzione. -
dodecaphonic
-
Questa regola riflette una regola introdotta dai compositori all’inizio del ventesimo secolo nel tentativo di abolire la gerarchia tra suoni naturali e non naturali. Con questo stile, ogni nota presenta un segno di alterazione, anche i suoni naturali.
-
dodecaphonic-no-repeat
-
Come nello stile delle alterazioni dodecafonico ogni nota ha un segno di alterazione, ma le alterazioni sono soppresse per tutte le altezze ripetute immediatamente nello stesso rigo.
-
dodecaphonic-first
-
In modo analogo allo stile delle alterazioni dodecafonico ogni altezza ha un segno di alterazione, ma solo la prima volta che si incontra in una misura. Le alterazioni vengono ricordate solo per l’ottava corrente ma in tutte le voci.
-
teaching
-
Questa regola è pensata per gli studenti: permette di generare facilmente degli spartiti di scale con le alterazioni di precauzione inserite in modo automatico. Alle alterazioni, indicate come nello stile
modern
, vengono aggiunte ulteriori segni di precauzione per tutti i diesis e bemolle specificati dall’armatura di chiave, fuorché nel caso di ripetizioni immediatamente successive di una stessa nota. -
no-reset
-
È identico a
default
, ma le alterazioni mantengono la propria validità ‘per sempre’, non solo all’interno della singola misura: -
forget
-
È il contrario di
no-reset
: le alterazioni non vengono ricordate affatto – pertanto, tutte le alterazioni si riferiscono all’armatura di chiave, indipendentemente dal materiale musicale precedente.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Accidental, Accidental_engraver, GrandStaff, PianoStaff, Staff, AccidentalSuggestion, AccidentalPlacement, accidental-suggestion-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Le note simultanee non vengono considerate nell’individuazione
automatica delle alterazioni; vengono prese come riferimento solo
le note precedenti e l’armatura di chiave. Se la stessa nota
occorre simultaneamente con alterazioni diverse, può essere necessario
forzare le alterazioni con !
o ?
: ‘<f! fis!>’.
Nei finali alternativi, l’annullamento di precauzione dovrebbe basarsi sulla precedente misura eseguita, ma si basa sulla precedente misura stampata. Nell’esempio seguente il Do naturale della seconda volta non richiede il segno di bequadro:
Si può usare il seguente espediente: si definisce una funzione che
imposti localmente lo stile delle alterazioni su forget
:
forget = #(define-music-function (music) (ly:music?) #{ \accidentalStyle forget #music \accidentalStyle modern #}) { \accidentalStyle modern \time 2/4 \repeat volta 2 { c'2 } \alternative { \volta 1 { cis' } \volta 2 { \forget c' } } }
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Glifi di alterazione alternativi
I sistemi di notazione non occidentali e antici hanno le loro alterazioni.
I glifi sono regolati dalla proprietà alterationGlyphs
del
contesto Staff
e da tipi di contesto simili.
I valori predefiniti di questa proprietà sono elencati in
Gruppi di glifi di alterazione.
\layout { \context { \Staff alterationGlyphs = #alteration-vaticana-glyph-name-alist } } { ces' c' cis' }
La proprietà può essere impostata anche su una lista associativa personalizzata che associa le alterazioni ai nomi dei glifi. Le alterazioni si specificano come frazioni in toni. I glifi sono elencati in Glifi delle alterazioni.
\layout { \context { \Staff alterationGlyphs = #'((-1/2 . "accidentals.flat.arrowdown") (0 . "accidentals.natural.arrowup") (1/2 . "accidentals.sharp.arrowup")) } } { ces' c' cis' }
La proprietà padding-pairs
degli oggetti KeySignature
e
KeyCancellation
è una lista associativa che mappa coppie di
glifi al padding che deve essere aggiunto tra questi glifi nelle
armature di chiave.
\layout { \context { \Staff alterationGlyphs = #'((-1/2 . "accidentals.flat.arrowdown") (0 . "accidentals.natural.arrowup") (1/2 . "accidentals.sharp.arrowup")) \override KeySignature.padding-pairs = #'((("accidentals.sharp.arrowup" . "accidentals.sharp.arrowup") . 0.25) (("accidentals.flat.arrowdown" . "accidentals.flat.arrowdown") . 0.3)) \override KeyCancellation.padding-pairs = #'((("accidentals.natural.arrowup" . "accidentals.natural.arrowup") . 0.7)) } } { \key cis \major ces' c' \key ces \major cis' }
Vedi anche
Guida alla notazione: Gruppi di glifi di alterazione, Glifi delle alterazioni.
Guida al funzionamento interno: accidental-switch-interface, Alteration_glyph_engraver, key-signature-interface.
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Ambitus
Il termine ambitus (pl. ambitus) indica l’ambito di altezze di una determinata voce all’interno di una composizione musicale. Può indicare anche l’estensione di uno strumento musicale, ovvero l’intera gamma di suoni che può produrre. L’ambitus viene usato nelle parti vocali in modo che gli esecutori possano capire facilmente se siano adeguate alle loro possibilità.
L’ambitus viene indicato all’inizio del brano, prima della chiave iniziale. L’intervallo è individuato graficamente da due teste di nota che rappresentano l’altezza più bassa e più alta. Le alterazioni sono mostrate solo se non fanno parte dell’armatura di chiave.
\layout { \context { \Voice \consists Ambitus_engraver } } \relative { aes' c e2 cis,1 }
Frammenti di codice selezionati
Un ambitus per voce
L’ambitus può essere specificato per voce. In tal caso occorre spostarlo manualmente per evitare collisioni.
\new Staff << \new Voice \with { \consists "Ambitus_engraver" } \relative c'' { \override Ambitus.X-offset = #2.0 \voiceOne c4 a d e f1 } \new Voice \with { \consists "Ambitus_engraver" } \relative c' { \voiceTwo es4 f g as b1 } >>
Ambitus su più voci
Se si aggiunge l’incisore Ambitus_engraver
al contesto Staff
viene
creato un solo ambitus per il rigo, anche nel caso di righi che hanno più
voci.
\new Staff \with { \consists "Ambitus_engraver" } << \new Voice \relative c'' { \voiceOne c4 a d e f1 } \new Voice \relative c' { \voiceTwo es4 f g as b1 } >>
Modifica dell’intervallo dell’ambitus
È possibile cambiare le impostazioni predefinite dell’intervallo tra le teste di nota dell’ambitus e la linea che le collega.
\layout { \context { \Voice \consists "Ambitus_engraver" } } \new Staff { \time 2/4 % Default setting c'4 g'' } \new Staff { \time 2/4 \override AmbitusLine.gap = #0 c'4 g'' } \new Staff { \time 2/4 \override AmbitusLine.gap = #1 c'4 g'' } \new Staff { \time 2/4 \override AmbitusLine.gap = #1.5 c'4 g'' }
Ambitus dopo armatura di chiave
Per impostazione predefinita, gli ambitus sono posizionati a sinistra della chiave. La
funzione \ambitusAfter
permette di cambiare questo posizionamento.
La sintassi è \ambitusAfter grob-interface
(vedi
Graphical Object Interfaces per un elenco dei possibili valori per
grob-interface
.)
Un caso d’uso comune è il posizionamento dell’ambitus tra l’armatura di chiave e l’indicazione di tempo.
\new Staff \with { \consists Ambitus_engraver } \relative { \ambitusAfter key-signature \key d \major es'8 g bes cis d2 }
Vedi anche
Glossario musicale: ambitus.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Ambitus_engraver, Voice, Staff, Ambitus, AmbitusAccidental, AmbitusLine, AmbitusNoteHead, ambitus-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Le collisioni non vengono gestite in presenza di un ambitus multiplo su più di una voce.
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1.1.4 Teste di nota
Questa sezione suggerisce i modi in cui modificare la testa di una nota.
Teste di nota speciali | ||
Testa di nota con nome della nota | ||
Teste di nota a forma variabile | ||
Improvvisazione |
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Teste di nota speciali
L’aspetto delle teste delle note può essere modificato:
\relative c'' { c4 b \override NoteHead.style = #'cross c4 b \revert NoteHead.style a b \override NoteHead.style = #'harmonic a b \revert NoteHead.style c4 d e f }
L’elenco di tutti gli stili per le teste di nota è in Stili delle teste di nota.
Lo stile barrato (cross
) viene usato per rappresentare varie
intenzioni musicali. I seguenti comandi generici predefiniti modificano
la testa della nota nei contesti del rigo e dell’intavolatura e possono
essere usati per rappresentare qualsiasi significato musicale:
\relative { c''4 b \xNotesOn a b c4 b \xNotesOff c4 d }
Questo comando può essere usato all’interno e all’esterno degli accordi per generare teste barrate sia nel contesto del rigo che in quello dell’intavolatura:
\relative { c''4 b \xNote { e f } c b < g \xNote c f > b }
Potete utilizzare, al posto di \xNote
, \xNotesOn
e
\xNotesOff
, i comandi \deadNote
, \deadNotesOn
e
\deadNotesOff
. Il termine dead note è di uso comune
tra i chitarristi.
Esiste anche una scorciatoia simile per le forme a diamante:
\relative c'' { <c f\harmonic>2 <d a'\harmonic>4 <c g'\harmonic> f\harmonic }
Comandi predefiniti
\harmonic
,
\xNotesOn
,
\xNotesOff
,
\xNote
.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida alla notazione: Stili delle teste di nota, Note in un accordo, Indicazione di armonici e note smorzate.
Guida al funzionamento interno: note-event, Note_heads_engraver, Ledger_line_engraver, NoteHead, LedgerLineSpanner, note-head-interface, ledger-line-spanner-interface.
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Testa di nota con nome della nota
La nota ‘easy play’ inserisce il nome della nota dentro la testa. Viene usata nella musica per principianti. Per rendere le lettere leggibili, occorrerebbe usare un carattere più grande. A questo proposito si veda Impostare la dimensione del rigo.
#(set-global-staff-size 26) \relative c' { \easyHeadsOn c2 e4 f g1 \easyHeadsOff c,1 }
Comandi predefiniti
\easyHeadsOn
,
\easyHeadsOff
.
Frammenti di codice selezionati
Numeri dentro le teste di nota
Le teste di nota con nome della nota usano la proprietà note-names
dell’oggetto NoteHead
per determinare cosa appaia
all’interno della testa. È possibile sovrascrivere questa proprietà
e mostrare numeri corrispondenti ai gradi della scala.
Si può creare un semplice incisore che faccia questo per ogni oggetto testa di nota che incontra.
#(define Ez_numbers_engraver (make-engraver (acknowledgers ((note-head-interface engraver grob source-engraver) (let* ((context (ly:translator-context engraver)) (tonic-pitch (ly:context-property context 'tonic)) (tonic-name (ly:pitch-notename tonic-pitch)) (grob-pitch (ly:event-property (event-cause grob) 'pitch)) (grob-name (ly:pitch-notename grob-pitch)) (delta (modulo (- grob-name tonic-name) 7)) (note-names (make-vector 7 (number->string (1+ delta))))) (ly:grob-set-property! grob 'note-names note-names)))))) #(set-global-staff-size 26) \layout { ragged-right = ##t \context { \Voice \consists \Ez_numbers_engraver } } \relative c' { \easyHeadsOn c4 d e f g4 a b c \break \key a \major a,4 b cis d e4 fis gis a \break \key d \dorian d,4 e f g a4 b c d }
Vedi anche
Guida alla notazione: Impostare la dimensione del rigo.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: note-event, Note_heads_engraver, NoteHead, note-head-interface.
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Teste di nota a forma variabile
In alcune notazioni, la forma della testa della nota corrisponde alla funzione armonica di una nota nella scala. Questa notazione era comune nei canzonieri americani del diciannovesimo secolo. Gli stili possibili sono Sacred Harp, Southern Harmony, Funk (Harmonia Sacra), Walker e Aiken (Christian Harmony):
\relative c'' { \aikenHeads c, d e f g2 a b1 c \break \aikenThinHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \sacredHarpHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \southernHarmonyHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \funkHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \walkerHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break }
Le forme variano in base al grado della scala; la
scala è determinata dal comando \key
. Se si scrive in
tonalità minore, il grado della scala può essere determinato
in base alla relativa maggiore:
\relative c'' { \key a \minor \aikenHeads a b c d e2 f g1 a \break \aikenHeadsMinor a,4 b c d e2 f g1 a \break \aikenThinHeadsMinor a,4 b c d e2 f g1 a \break \sacredHarpHeadsMinor a,2 b c d \break \southernHarmonyHeadsMinor a2 b c d \break \funkHeadsMinor a2 b c d \break \walkerHeadsMinor a2 b c d \break }
Comandi predefiniti
\aikenHeads
,
\aikenHeadsMinor
,
\aikenThinHeads
,
\aikenThinHeadsMinor
,
\funkHeads
,
\funkHeadsMinor
,
\sacredHarpHeads
,
\sacredHarpHeadsMinor
,
\southernHarmonyHeads
,
\southernHarmonyHeadsMinor
,
\walkerHeads
,
\walkerHeadsMinor
.
Frammenti di codice selezionati
Teste di nota Aiken variante sottile
Le teste di nota Aiken bianche sono più difficili da leggere a dimensioni del rigo più piccole, specialmente coi tagli addizionali. Perdendo lo spazio bianco interno le fa apparire come note di un quarto.
\score { { \aikenHeads c''2 a' c' a % Switch to thin-variant noteheads \set shapeNoteStyles = ##(doThin reThin miThin faThin sol laThin tiThin) c'' a' c' a } }
Applicazione degli stili delle teste di nota in base al grado della scala
La proprietà shapeNoteStyles
può essere usata per definire vari
stili di teste di nota per ogni grado della scala (definita dall’armatura
di chiave o dalla proprietà tonic
). Questa proprietà richiede un
insieme di simboli, che può essere puramente arbitrario (sono permesse
espressioni geometriche come triangle
, cross
e xcircle
)
o basato sull’antica tradizione tipografica americana (sono consentiti
anche alcuni nomi di nota latini).
Detto questo, per imitare gli antichi canzionieri americani, ci sono vari
stili predefiniti disponibili attraverso dei comodi comandi come
\aikenHeads
o \sacredHarpHeads
.
Questo esempio mostra modi diversi di ottenere teste di nota di varie forme e illustra la possibilità di trasporre una melodia senza perdere la corrispondenza tra le funzioni armoniche e gli stili delle teste.
fragment = { \key c \major c2 d e2 f g2 a b2 c } \new Staff { \transpose c d \relative c' { \set shapeNoteStyles = ##(do re mi fa #f la ti) \fragment } \break \relative c' { \set shapeNoteStyles = ##(cross triangle fa #f mensural xcircle diamond) \fragment } }
La lista completa di tutti gli stili delle teste si trova in Stili delle teste di nota.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida alla notazione: Stili delle teste di nota.
Guida al funzionamento interno: note-event, Note_heads_engraver, NoteHead, note-head-interface.
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Improvvisazione
L’improvvisazione viene talvolta indicata con teste tagliate: l’esecutore può scegliere qualsiasi nota ma deve seguire il ritmo indicato. Si possono creare queste teste:
\new Voice \with { \consists Pitch_squash_engraver } \relative { e''8 e g a a16( bes) a8 g \improvisationOn e8 ~ 2 ~ 8 f4 f8 ~ 2 \improvisationOff a16( bes) a8 g e }
Comandi predefiniti
\improvisationOn
,
\improvisationOff
.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Pitch_squash_engraver, Voice, RhythmicStaff.
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1.2 Ritmi
Questa sezione tratta i ritmi, le pause, le durate, la disposizione delle travature e le battute.
1.2.1 Inserimento delle durate | ||
1.2.2 Inserimento delle pause | ||
1.2.3 Aspetto dei ritmi | ||
1.2.4 Travature | ||
1.2.5 Battute | ||
1.2.6 Questioni ritmiche particolari |
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1.2.1 Inserimento delle durate
Durata | ||
Gruppi irregolari | ||
Scalare le durate | ||
Legature di valore |
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Durata
Le durate delle note si inseriscono usando numeri e punti. Il numero è basato
sul valore reciproco della lunghezza della nota. Per esempio, una nota di un
quarto si indica col valore numerico di 4
perché il suo valore è 1/4,
mentre una minima si indica col 2
, la croma con l’8
e così via.
La minor durata esprimibile per una nota indipendente è di 128
; è
possibile inserire anche valori inferiori, ma solo all’interno di travature.
Vedi anche Travature.
Per le note più lunghe di un intero si usano i comandi \longa
(due volte
una breve) e \breve
. Solo nella notazione per musica antica è possibile
specificare una nota che dura quattro volte una breve, attraverso il comando
\maxima
. Vedi Notazione antica.
\relative { \time 8/1 c''\longa c\breve c1 c2 c4 c8 c16 c32 c64 c128 c128 }
Ecco gli stessi valori con la disposizione automatica delle travature disabilitata.
\relative { \time 8/1 \autoBeamOff c''\longa c\breve c1 c2 c4 c8 c16 c32 c64 c128 c128 }
Le durate isolate, ovvero le durate prive di altezza, in una sequenza musicale prenderanno la loro altezza dalla nota o accordo precedenti.
\relative { a' a a2 a a4 a a1 a }
Le durate isolate prendono l’altezza dalla nota o accordo precedenti.
\relative { \time 8/1 c'' \longa \breve 1 2 4 8 16 32 64 128 128 }
Le altezze isolate, ovvero le altezze prive di durata, in una sequenza musicale
prenderanno la loro durata dalla nota o accordo precedenti. Se non c’è alcuna
durata precedente, il valore predefinito è sempre 4
, una nota di
un quarto.
\relative { a' a a2 a a4 a a1 a }
Inserire un punto (.
) dopo la durata per ottenere note “puntate”. Le
figure con doppio punto si indicano aggiungendo due punti, e così via.
\relative { a'4 b c4. b8 a4. b4.. c8. }
Per evitare collisioni con le linee del rigo, di norma i punti delle note sono spostati in su. Tuttavia all’interno di passaggi polifonici possono essere posizionati manualmente, sopra o sotto il rigo a seconda delle necessità. Vedi Direzione e posizionamento.
Alcune durate non possono essere rappresentate usando solo durate e punti ma soltanto tramite legature di valore tra due o più note. Vedi Legature di valore.
Per sapere come specificare durate che allineino le sillabe del testo alle note, si veda Musica vocale.
Le note possono essere distanziate in modo proporzionale alla loro durata. Vedi Notazione proporzionale.
Comandi predefiniti
\autoBeamOn
,
\autoBeamOff
,
\dotsUp
,
\dotsDown
,
\dotsNeutral
.
Frammenti di codice selezionati
Note brevi alternative
Le note brevi sono disponibili anche con due linee verticali su ciascun lato della testa invece di una sola e in stile barocco.
\relative c'' { \time 4/2 c\breve | \override Staff.NoteHead.style = #'altdefault b\breve \override Staff.NoteHead.style = #'baroque b\breve \revert Staff.NoteHead.style a\breve }
Modifica del numero di punti di aumentazione per nota
Il numero di punti di aumentazione su una singola nota può essere modificato in modo indipendente dai punti posizionati dopo la nota.
\relative c' { c4.. a16 r2 | \override Dots.dot-count = #4 c4.. a16 r2 | \override Dots.dot-count = #0 c4.. a16 r2 | \revert Dots.dot-count c4.. a16 r2 | }
Vedi anche
Glossario musicale: breve, longa, maxima, durata, Nomi di durata delle note e delle pause.
Guida alla notazione: Travature, Legature di valore, Gambi, Inserimento delle durate, Inserimento delle pause, Musica vocale, Notazione antica, Notazione proporzionale.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Dots, DotColumn.
Problemi noti e avvertimenti
Non c’è un limite massimo o minimo alla durata di una pausa, ma è
il numero dei glifi ad essere limitato, dunque si possono indicare
pause comprese tra 128
e \maxima
.
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Gruppi irregolari
I gruppi irregolari sono costituiti da un’espressione musicale
introdotta dal comando \tuplet
, che moltiplica la velocità
dell’espressione musicale per una frazione:
\tuplet frazione { musica }
Il numeratore della frazione apparirà sopra o sotto le note; eventualmente, con l’aggiunta opzionale di una parentesi quadra. Il gruppo irregolare più comune è la terzina, in cui 3 note hanno la durata di 2:
\relative { a'2 \tuplet 3/2 { b4 b b } c4 c \tuplet 3/2 { b4 a g } }
In caso di lunghi passaggi di gruppi irregolari, dover scrivere
un comando \tuplet
per ogni gruppo è scomodo. È possibile
specificare direttamente la durata di un gruppo irregolare prima
della musica per far sì che i gruppi siano suddivisi automaticamente:
\relative { g'2 r8 \tuplet 3/2 8 { cis16 d e e f g g f e } }
Le parentesi dei gruppi irregolari si possono posizionare manualmente sopra o sotto il rigo:
\relative { \tupletUp \tuplet 3/2 { c''8 d e } \tupletNeutral \tuplet 3/2 { c8 d e } \tupletDown \tuplet 3/2 { f,8 g a } \tupletNeutral \tuplet 3/2 { f8 g a } }
È possibile annidare i gruppi irregolari:
\relative { \autoBeamOff c''4 \tuplet 5/4 { f8 e f \tuplet 3/2 { e[ f g] } } f4 }
La modifica di gruppi irregolari annidati che iniziano simultaneamente
richiede l’uso di \tweak
.
Per modificare la durata delle note senza che appaia la parentesi quadra del gruppo irregolare, si veda Scalare le durate.
Comandi predefiniti
\tupletUp
,
\tupletDown
,
\tupletNeutral
.
Frammenti di codice selezionati
Inserire vari gruppi irregolari usando una sola volta il comando tuplet
La proprietà tupletSpannerDuration
imposta la durata di ognuno dei
gruppi irregolari compresi tra parentesi dopo il comando \tuplet
.
In questo modo si possono inserire molti gruppi irregolari consecutivi
all’interno di una singola espressione \tuplet
, risparmiando così
tempo e spazio.
Ci sono vari modi per impostare tupletSpannerDuration
. Il
comando \tupletSpan
la imposta su una certa durata e poi
la annulla quando invece di una durata viene specificato
\default
. Altrimenti si può usare un argomento
opzionale con \tuplet
.
\relative c' { \time 2/4 \tupletSpan 4 \tuplet 3/2 { c8^"\\tupletSpan 4" c c c c c } \tupletSpan \default \tuplet 3/2 { c8^"\\tupletSpan \\default" c c c c c } \tuplet 3/2 4 { c8^"\\tuplet 3/2 4 {...}" c c c c c } }
Modifica del numero del gruppo irregolare
Di norma compare sulla parentesi del gruppo irregolare solo il
numeratore del numero del gruppo irregolare, ovvero il numeratore
dell’argomento del comando \tuplet
. Ma è possibile
mostrare la frazione num:den del numero del gruppo irregolare
oppure nascondere del tutto il numero.
\relative c'' { \tuplet 3/2 { c8 c c } \tuplet 3/2 { c8 c c } \override TupletNumber.text = #tuplet-number::calc-fraction-text \tuplet 3/2 { c8 c c } \omit TupletNumber \tuplet 3/2 { c8 c c } }
Numeri non predefiniti per i gruppi irregolari
LilyPond fornisce anche funzioni di formattazione che permettono di creare numeri di gruppi irregolari diversi dalla frazione vera e propria, così come di aggiungere un valore di nota al numero o alla frazione di un gruppo irregolare.
\relative c'' { \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::non-default-tuplet-denominator-text 7) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::non-default-tuplet-fraction-text 12 7) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::append-note-wrapper (tuplet-number::non-default-tuplet-fraction-text 12 7) (ly:make-duration 3 0)) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::append-note-wrapper tuplet-number::calc-denominator-text (ly:make-duration 2 0)) \tuplet 3/2 { c8 c8 c8 c8 c8 c8 } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::append-note-wrapper tuplet-number::calc-fraction-text (ly:make-duration 2 0)) \tuplet 3/2 { c8 c8 c8 c8 c8 c8 } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::fraction-with-notes (ly:make-duration 2 1) (ly:make-duration 3 0)) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::non-default-fraction-with-notes 12 (ly:make-duration 3 0) 4 (ly:make-duration 2 0)) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } }
Controllare la visibilità della parentesi del gruppo irregolare
Il comportamento predefinito relativo alla visibilità della parentesi quadra del gruppo irregolare è di mostrare una parentesi a meno che non ci sia una travatura della stessa lunghezza del gruppo.
Per controllare la visibilità di tale parentesi, si imposta la proprietà
'bracket-visibility
su #t
(mostra sempre la parentesi),
#'if-no-beam
(mostra la parentesi solo se non c’è una travatura,
che è il comportamento predefinito) o #f
(non mostrare mai la parentesi).
L’ultima opzione equivale a omettere l’oggetto @code{TupletBracket}
dall’output.
music = \relative c'' { \tuplet 3/2 { c16[ d e } f8] \tuplet 3/2 { c8 d e } \tuplet 3/2 { c4 d e } } \new Voice { \relative c' { \override Score.TextMark.non-musical = ##f \textMark "default" \music \override TupletBracket.bracket-visibility = #'if-no-beam \textMark \markup \typewriter "'if-no-beam" \music \override TupletBracket.bracket-visibility = ##t \textMark \markup \typewriter "#t" \music \override TupletBracket.bracket-visibility = ##f \textMark \markup \typewriter "#f" \music \omit TupletBracket \textMark \markup \typewriter "omit" \music } }
Consentire l’interruzione del rigo all’interno di gruppi irregolari con travature
Questo esempio artificioso mostra come permettere interruzioni del rigo sia manuali che automatiche all’interno di un gruppo irregolare con travature. Si noti che le travature di questi gruppi irregolari fuori dal ritmo devono essere disposte manualmente.
\layout { \context { \Voice % Permit line breaks within tuplets \remove "Forbid_line_break_engraver" % Allow beams to be broken at line breaks \override Beam.breakable = ##t } } \relative c'' { a8 \repeat unfold 5 { \tuplet 3/2 { c[ b a] } } % Insert a manual line break within a tuplet \tuplet 3/2 { c[ b \bar "" \break a] } \repeat unfold 5 { \tuplet 3/2 { c[ b a] } } c8 }
Vedi anche
Glossario musicale: terzina, gruppo irregolare, polimetrico.
Manuale di apprendimento: Metodi di modifica.
Guida alla notazione:
Direzione e posizionamento,
Gestione del tempo,
Scalare le durate,
Il comando \tweak
,
Notazione polimetrica.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: TupletBracket, TupletNumber, TimeScaledMusic.
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Scalare le durate
La durata di singole note, pause o accordi può essere moltiplicata
per una frazione N/M
aggiungendo *N/M
(o *N
se M
è 1). Questo non cambierà l’aspetto delle note o delle pause, ma
la durata così alterata verrà utilizzata per calcolare la posizione
all’interno della misura e per impostare la durata nel file MIDI.
Si possono combinare molteplici fattori, come *L*M/N
. I fattori
fanno parte della durata: quindi se non si specifica una durata per
le note successive, la durata ripresa dalla nota precedente
includerà il fattore di scalatura.
Nell’esempio seguente le prime tre note occupano esattamente due tempi, ma non sono indicate come gruppo irregolare.
\relative { \time 2/4 % Trasforma le durate in terzine a'4*2/3 gis a % Durate normali a4 a % Raddoppia la durata dell'accordo <a d>4*2 % Durata di un quarto, ma appare come un sedicesimo b16*4 c4 }
Anche la durata delle pause spaziatrici può essere modificata
con un moltiplicatore. Può essere utile per saltare molte misure; per
esempio s1*23
.
Frammenti musicali più lunghi possono essere compressi secondo la stessa proporzione, come moltiplicando ogni nota, accordo o pausa per una medesima frazione. In questo modo, l’aspetto della musica non cambia ma la durata interna delle note viene moltiplicata per la frazione num/den. Ecco un esempio che mostra come la musica possa essere compressa e espansa:
\relative { \time 2/4 % Durate normali <c'' a>4 c8 a % Scala la musica di *2/3 \scaleDurations 2/3 { <c a f>4. c8 a f } % Scala la musica di *2 \scaleDurations 2/1 { <c' a>4 c8 b } }
Questo comando torna utile nella notazione polimetrica, si veda Notazione polimetrica.
Vedi anche
Guida alla notazione: Gruppi irregolari, Pause invisibili, Notazione polimetrica.
Frammenti di codice: Rhythms.
Problemi noti e avvertimenti
Il calcolo della posizione in una misura deve considerare tutti i fattori di dimensionamento applicati alle note di quella misura e gli esigui residui delle misure precedenti. Questo calcolo viene fatto con numeri razionali. Se un numeratore o un denominatore intermedi in quel calcolo eccedono di 2^30, l’esecuzione e la composizione tipografica si arresteranno in quel punto senza indicare un errore.
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Legature di valore
Una legatura di valore connette le teste di due note della stessa altezza successive. Dunque, la legatura di valore prolunga la durata di una nota.
Nota: Le legature di valore non devono essere confuse con le legature di portamento, che articolano un passaggio, o con le legature di frase, che delimitano una frase musicale. Una legatura di valore serve semplicemente a prolungare la durata di una nota, in modo analogo al punto di valore.
La legatura di valore si inserisce aggiungendo il simbolo tilde (~
)
alla prima di ogni coppia di note legate. Esso indica che la nota deve
essere legata alla nota successiva, che deve essere della stessa altezza.
{ a'2~ 4~ 16 r r8 }
Le legature di valore possono avvantaggiarsi dell’interpretazione dell’ ‘ultima altezza esplicita’ per le durate isolate:
{ a'2~ 4~ 16 r r8 }
Le legature di valore si usano per unire due note a cavallo di una stanghetta di battuta, oppure quando non si possono usare i punti per esprimere una particolare durata. Le legature si dovrebbero usare anche per unire note dalle durate superiori all’unità di suddivisione della misura:
\relative { r8 c'4.~ 4 r4 | r8^"non" c2~ 8 r4 }
Per legare una successione di note la cui durata si prolunga per più misure intere, è più semplice ricorrere alla suddivisione automatica delle note, come è spiegato in Divisione automatica delle note. Questo metodo divide automaticamente le note lunghe e le connette da misura a misura.
Quando si applica una legatura di valore a degli accordi, vengono legate tutte le teste delle note della stessa altezza. In assenza di altezze corrispondenti, non verrà creata alcuna legatura. Singoli suoni degli accordi possono essere legati inserendo la legatura all’interno dell’accordo stesso.
\relative c' { <c e g>2~ 2 | <c e g>4~ <c e g c> <c~ e g~ b> <c e g b> | }
Quando la battuta della "seconda volta" di un ritornello inizia con una nota legata a quella precedente, occorre indicare la legatura nel modo seguente:
\relative { \repeat volta 2 { c g <c e>2~ } \alternative { % Prima volta: la nota seguente viene legata in modo normale { <c e>2. r4 } % Seconda volta: la nota seguente ha una legatura ripetuta { <c e>2\repeatTie d4 c } } }
Le legature L.v. (laissez vibrer) indicano che le note non devono essere terminate nettamente. Si usa nella notazione per pianoforte, arpa e altri strumenti a corda e a percussione. Si inseriscono così:
<c' f' g'>1\laissezVibrer
Le legature di valore possono essere impostate manualmente per avere la curva in su o in giù, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Le legature di valore possono essere tratteggiate, punteggiate, oppure tracciate secondo una successione di tratti continui e tratti interrotti.
\relative c' { \tieDotted c2~ 2 \tieDashed c2~ 2 \tieHalfDashed c2~ 2 \tieHalfSolid c2~ 2 \tieSolid c2~ 2 }
Si possono specificare modelli di tratteggiatura personalizzati:
\relative c' { \tieDashPattern #0.3 #0.75 c2~ 2 \tieDashPattern #0.7 #1.5 c2~ 2 \tieSolid c2~ 2 }
Le definizioni dei modelli di tratteggiatura delle legature di valore hanno la stessa struttura di quelle per le legature di portamento. I dettagli relativi ai modelli complessi di tratteggiatura sono trattati in Legature di portamento.
Sovrascrivere le proprietà di formattazione whiteout e layer degli oggetti che devono creare uno spazio vuoto tra le legature di valore.
\relative { \override Tie.layer = #-2 \override Staff.TimeSignature.layer = #-1 \override Staff.KeySignature.layer = #-1 \override Staff.TimeSignature.whiteout = ##t \override Staff.KeySignature.whiteout = ##t b'2 b~ \time 3/4 \key a \major b r4 }
Comandi predefiniti
\tieUp
,
\tieDown
,
\tieNeutral
,
\tieDotted
,
\tieDashed
,
\tieDashPattern
,
\tieHalfDashed
,
\tieHalfSolid
,
\tieSolid
.
Frammenti di codice selezionati
Usare le legature di valore con un arpeggio
Le legature di valore vengono usate talvolta per scrivere un arpeggio. In questo
caso, le due note da legare devono non essere consecutive. Per ottenere tale risultato
occorre impostare la proprietà tieWaitForNote
su #t
. Questa
funzionalità serve anche a legare un tremolo a un accordo e in generale
qualsiasi coppia di note consecutive.
\relative c' { \set tieWaitForNote = ##t \grace { c16[ ~ e ~ g] ~ } <c, e g>2 \repeat tremolo 8 { c32 ~ c' ~ } <c c,>1 e8 ~ c ~ a ~ f ~ <e' c a f>2 \tieUp c8 ~ a \tieDown \tieDotted g8 ~ c g2 }
Disegnare manualmente le legature di valore
Le legature di valore possono essere disegnate a mano cambiando la
proprietà tie-configuration
dell’oggetto TieColumn
. Il
primo numero indica la distanza dal centro del rigo nell’unità di
metà spazio rigo, mentre il secondo numero indica la
direzione (1 = su, -1 = giù).
Si noti che LilyPond fa una distinzione tra valori precisi e imprecisi
per il primo numero. Se si usa un valore preciso (ovvero un intero o
una frazione come (/ 4 5)
), il valore serve come posizione verticale
approssimata che viene ulteriormente aggiustata da LilyPond per far sì che
la legatura di valore eviti le linee del rigo. Se si usa un valore impreciso,
come una virgola mobile, viene usato per la posizione verticale senza ulteriori
regolazioni.
\relative c' { <c e g>2~ <c e g> \override TieColumn.tie-configuration = #'((0.0 . 1) (-2.0 . 1) (-4.0 . 1)) <c e g>2~ <c e g> \override TieColumn.tie-configuration = #'((0 . 1) (-2 . 1) (-4 . 1)) <c e g>2~ <c e g> }
Vedi anche
Glossario musicale: legatura di valore, laissez vibrer.
Guida alla notazione: Legature di portamento, Divisione automatica delle note.
Frammenti di codice: Expressive marks, Rhythms.
Guida al funzionamento interno: LaissezVibrerTie, LaissezVibrerTieColumn, TieColumn, Tie.
Problemi noti e avvertimenti
Cambiare rigo mentre una legatura di valore è attiva non produce una legatura obliqua.
Il cambio di chiave o di ottava durante una legatura di valore non è una situazione ben definita. In questi casi è preferibile usare una legatura di portamento.
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1.2.2 Inserimento delle pause
Le pause si inseriscono insieme alla musica contenuta nelle espressioni musicali.
Pause | ||
Pause invisibili | ||
Pause d’intero |
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Pause
Le pause si inseriscono allo stesso modo delle note, ma con il carattere r
.
Le durate più lunghe di un intero usano i seguenti comandi predefiniti:
\new Staff { % Queste due linee servono solo ad abbellire questo esempio \time 16/1 \omit Staff.TimeSignature % Mostra una pausa di maxima, equivalente a quattro brevi r\maxima % Mostra una pausa di longa, equivalente a due brevi r\longa % Mostra una pausa di breve r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 }
Le pause d’intero, poste al centro della misura, devono essere inserite come pause multiple. Si possono usare sia per una sola misura sia su più misure, come è spiegato in Pause d’intero.
Per indicare esplicitamente la posizione verticale di una pausa, si scrive
la nota corrispondente seguita da \rest
. Una pausa della durata della
nota verrà collocata nella posizione della nota sul rigo. Questo
permette una precisa formattazione manuale della musica polifonica, dato che
il formattatore automatico che gestisce le collisioni tra pause non interviene su
questo tipo di pause.
\relative { a'4\rest d4\rest }
Frammenti di codice selezionati
Stili di pausa
Esistono vari stili di pausa.
restsA = { r\maxima r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 s32 s64 s128 s256 s512 s1024 s1024 } restsB = { r\maxima r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 r256 r512 r1024 s1024 } \new Staff \relative c { \omit Score.TimeSignature \cadenzaOn \override Staff.Rest.style = #'mensural <>^\markup \typewriter { mensural } \restsA \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'neomensural <>^\markup \typewriter { neomensural } \restsA \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'classical <>^\markup \typewriter { classical } \restsB \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'z <>^\markup \typewriter { z-style } \restsB \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'default <>^\markup \typewriter { default } \restsB \bar "" \break } \paper { indent = 0 tagline = ##f }
Vedi anche
Glossario musicale: breve, longa, maxima.
Guida alla notazione: Pause d’intero.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Rest.
Problemi noti e avvertimenti
Non c’è un limite massimo o minimo alla durata di una pausa, ma è il numero dei glifi ad essere limitato: si possono indicare pause da un centoventottesimo fino alla maxima (otto volte una semibreve).
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Pause invisibili
Una pausa invisibile (chiamata anche ‘pausa spaziatrice’) si inserisce come
come una nota col nome s
:
\relative c'' { c4 c s c | s2 c | }
Le pause spaziatrici possono essere usate soltanto nella modalità note e
nella modalità accordi. In altre situazioni, ad esempio quando si inserisce
il testo vocale, si usa il comando \skip
per saltare un valore musicale.
\skip
richiede una durata esplicita, ma questo requisito viene ignorato
se il testo desume le proprie durate dalle note presenti in una melodia ad esso
associata attraverso \addlyrics
o \lyricsto
.
<< { a'2 \skip2 a'2 a'2 } \new Lyrics { \lyricmode { foo2 \skip 1 bla2 } } >>
Dato che \skip
è un comando, non modifica la durata predefinita delle
note che seguono, diversamente da s
.
<< { \repeat unfold 8 { a'4 } } { a'4 \skip 2 a' | s2 a' } >>
Una pausa spaziatrice crea implicitamente i contesti Staff
e Voice
se non esistono già, proprio come accade per le note e le pause:
{ s1 s s }
\skip
si limita a saltare un valore musicale, non crea nessun tipo di
output.
% Questo input è corretto, ma non produce niente \skip 1 \skip1 \skip 1
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti.
Guida alla notazione: Note nascoste, Visibilità degli oggetti.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: SkipMusic.
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Pause d’intero
Le pause per una o più misure d’intero si inseriscono, come le note, col
carattere maiuscolo R
:
% L'insieme delle misure di pausa vengono riportate in una sola misura \compressMMRests { R1*4 R1*24 R1*4 b'2^"Tutti" b'4 a'4 }
La durata delle pause multiple è identica alla notazione di durata usata per le note e deve essere sempre un numero intero di misure/lunghezze, quindi occorre spesso usare dei punti di aumentazione o delle frazioni:
\compressMMRests { \time 2/4 R1 | R2 | \time 3/4 R2. | R2.*2 | \time 13/8 R1*13/8 | R1*13/8*12 | \time 10/8 R4*5*4 | }
Una pausa d’intero appare al centro della misura con la durata di una semibreve o di una breve, in base all’indicazione di tempo.
\time 4/4 R1 | \time 6/4 R1*3/2 | \time 8/4 R1*2 |
Di norma una pausa multipla viene scorporata sul pentagramma in modo da mostrare esplicitamente tutte le misure per cui si prolunga. Altrimenti, è possibile indicarla collocando in una sola misura un simbolo di pausa multipla, col numero di misure per cui la pausa si prolunga posto al di sopra della misura stessa:
% Comportamento predefinito \time 3/4 r2. | R2.*2 | \time 2/4 R2 | \time 4/4 % Tutte le misure di pausa sono riportate in una singola misura \compressMMRests { r1 | R1*17 | R1*4 | } % Le misure della pausa multipla sono scorporate di nuovo \time 3/4 R2.*2 |
Si possono aggiungere delle annotazioni alle pause multiple.
\compressMMRests { \time 3/4 R2.*10^\markup { \italic "ad lib." } }
Quando una pausa multipla segue immediatamente un comando \partial
, potrebbero
non apparire i relativi avvertimenti del controllo battuta.
Comandi predefiniti
\textLengthOn
,
\textLengthOff
,
\compressMMRests
,
Frammenti di codice selezionati
Regolazione della lunghezza delle pause multiple
Le pause multiple hanno una lunghezza che dipende dalla loro durata totale
e tale lunghezza è regolata da MultiMeasureRest.space-increment
. Nota
che il valore predefinito è 2.0
.
\relative c' { \compressEmptyMeasures R1*2 R1*4 R1*64 R1*16 \override Staff.MultiMeasureRest.space-increment = 2.5 R1*2 R1*4 R1*64 R1*16 }
Modificare la forma delle pause multiple
Se la pausa multipla dura dieci misure o un numero inferiore a dieci, nel rigo
apparirà una serie di pause di longa e di breve (chiamate in tedesco “Kirchenpausen”
- pause ecclesiastiche); altrimenti apparirà una semplice linea. Il numero
predefinito di dieci può essere cambiato sovrascrivendo la proprietà
expand-limit
..
\relative c'' { \compressMMRests { R1*2 | R1*5 | R1*9 \override MultiMeasureRest.expand-limit = #3 R1*2 | R1*5 | R1*9 } }
Posizionamento delle pause multiple
Diversamente dalle pause normali, non esiste un comando predefinito per cambiare la posizione sul rigo di un simbolo di pausa multipla di qualsiasi tipo connettendolo a una nota. Tuttavia, nella musica polifonica le pause multiple nelle voci dispari e pari sono separate verticalmente. Il posizionamento delle pause multiple si controlla nel modo seguente:
\relative c'' { % Multi-measure rests by default are set under the fourth line R1 % They can be moved using an override \override MultiMeasureRest.staff-position = #-2 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #0 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #2 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #3 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #6 R1 \revert MultiMeasureRest.staff-position \break % In two Voices, odd-numbered voices are under the top line << { R1 } \\ { a1 } >> % Even-numbered voices are under the bottom line << { a1 } \\ { R1 } >> % Multi-measure rests in both voices remain separate << { R1 } \\ { R1 } >> % Separating multi-measure rests in more than two voices % requires an override << { R1 } \\ { R1 } \\ \once \override MultiMeasureRest.staff-position = #0 { R1 } >> % Using compressed bars in multiple voices requires another override % in all voices to avoid multiple instances being printed \compressMMRests << \revert MultiMeasureRest.direction { R1*3 } \\ \revert MultiMeasureRest.direction { R1*3 } >> }
Testo a margine delle pause multiple
Il testo a margine di una pausa multipla viene centrato sopra o sotto di essa. Se il testo è lungo, la misura non si espanderà. Per espandere la pausa multipla in modo che si allinei col testo, conviene usare un accordo vuoto con del testo attaccato prima della pausa multipla.
Il testo così attaccato a una nota spaziatrice viene allineato a sinistra della posizione in cui la nota sarebbe posta nella misura, ma se la lunghezza della misura è determinata dalla lunghezza del testo, il testo verrà centrato.
\relative c' { \compressMMRests { \textLengthOn <>^\markup { [MAJOR GENERAL] } R1*19 <>_\markup { \italic { Cue: ... it is yours } } <>^\markup { A } R1*30^\markup { [MABEL] } \textLengthOff c4^\markup { CHORUS } d f c } }
Vedi anche
Glossario musicale: pausa multipla.
Guida alla notazione: Durata, Testo, Formattazione del testo, Scritte.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: MultiMeasureRest, MultiMeasureRestNumber, MultiMeasureRestScript, MultiMeasureRestText.
Problemi noti e avvertimenti
Se una diteggiatura viene posta su una pausa multipla (ad esempio
R1*10-4
), il numero della diteggiatura può collidere col numero
del contatore delle battute.
Non è possibile condensare automaticamente molteplici pause normali in in una singola pausa multipla.
Le pause multiple non considerano le collisioni di pausa.
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[ < Pause d’intero ] | [ Su : Ritmi ] | [ Indicazione di tempo > ] |
1.2.3 Aspetto dei ritmi
Indicazione di tempo | ||
Indicazioni metronomiche | ||
Anacrusi | ||
Musica in tempo libero | ||
Notazione polimetrica | ||
Divisione automatica delle note | ||
Mostrare i ritmi della melodia |
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Indicazione di tempo
L’indicazione di tempo si imposta così:
\time 2/4 c''2 \time 3/4 c''2.
I cambi di indicazione di tempo a metà misura sono trattati in Anacrusi.
Le indicazioni di tempo appaiono all’inizio di un brano e ogni volta che l’indicazione cambia. Se il cambio ha luogo alla fine di un rigo, appare un’indicazione di tempo di precauzione. Si può modificare questo comportamento predefinito, come è spiegato in Visibilità degli oggetti.
\relative c'' { \time 2/4 c2 c \break c c \break \time 4/4 c c c c }
Il simbolo di indicazione di tempo usato nei tempi 2/2 e 4/4 può essere sostituito da un numero:
\relative c'' { % Stile predefinito \time 4/4 c1 \time 2/2 c1 % Passaggio allo stile numerico \numericTimeSignature \time 4/4 c1 \time 2/2 c1 % Ritorno allo stile predefinito \defaultTimeSignature \time 4/4 c1 \time 2/2 c1 }
Le indicazioni di tempo mensurali sono trattate in Indicazioni di tempo mensurali.
Oltre a impostare l’indicazione di tempo che appare nel pentagramma, il comando
\time
imposta anche i valori delle proprietà basate sull’indicazione di
tempo, ovvero baseMoment
, beatStructure
e beamExceptions
.
I valori predefiniti di queste proprietà si trovano in
‘scm/time-signature-settings.scm’.
Si può sovrascrivere il valore predefinito di beatStructure
nel comando
\time
stesso specificandolo come primo argomento opzionale:
\score { \new Staff { \relative { \time 2,2,3 7/8 \repeat unfold 7 { c'8 } | \time 3,2,2 7/8 \repeat unfold 7 { c8 } | } } }
Oppure si possono impostare tutti i valori predefiniti di queste variabili relative
all’indicazione di tempo, incluse baseMoment
e beamExceptions
.
I valori possono essere impostati in modo indipendente per diverse indicazioni
di tempo. I nuovi valori hanno effetto appena viene eseguito un nuovo
comando \time
che abbia lo stesso valore dell’indicazione di tempo
specificata nelle nuove impostazioni:
\score { \new Staff { \relative c' { \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 3,1 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 { c8 } | } } }
\overrideTimeSignatureSettings
prende quattro argomenti:
-
timeSignatureFraction
, una frazione che indica l’indicazione di tempo a cui questi valori si riferiscono. -
baseMomentFraction
, una frazione che contiene il numeratore e il denominatore dell’unità di tempo. -
beatStructure
, una lista Scheme che indica la struttura dei battiti nella misura, nell’unità dibaseMomentFraction
. -
beamExceptions
, una lista di associazione (alist) che contiene regole di disposizione delle travature che vanno oltre la fine ad ogni battito, come descritto in Impostare il comportamento delle travature automatiche.
I valori modificati delle proprietà predefinite dell’indicazione di tempo possono essere ripristinati ai valori originali:
\score { \relative { \repeat unfold 8 { c'8 } | \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 3,1 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 { c8 } | \revertTimeSignatureSettings 4/4 \time 4/4 \repeat unfold 8 { c8 } | } }
Si possono stabilire valori diversi delle proprietà predefinite dell’indicazione
di tempo per righi diversi spostando Timing_translator
e
Default_bar_line_engraver
dal contesto Score
al contesto
Staff
.
\score { \new StaffGroup << \new Staff { \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 3,1 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 {c''8} } \new Staff { \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 1,3 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 {c''8} } >> \layout { \context { \Score \remove Timing_translator } \context { \Staff \consists Timing_translator } } }
Un ulteriore metodo per modificare queste variabili relative all’indicazione di tempo, che evita di mostrare di nuovo l’indicazione di tempo al momento del cambio, è descritto in Impostare il comportamento delle travature automatiche.
Comandi predefiniti
\numericTimeSignature
,
\defaultTimeSignature
.
Frammenti di codice selezionati
Indicazione di tempo che mostra solo il numeratore (invece della frazione)
Talvolta un’indicazione di tempo non deve mostrare la frazione intera (ad esempio
7/4), ma solo il numeratore (numero 7 in questo caso). Si può ottenere
facilmente con \override Staff.TimeSignature.style = #'single-digit
,
che cambia lo stile in modo permanente. Con \revert
Staff.TimeSignature.style
, questa impostazione può essere annullata. Per
applicare lo stile a cifra singola (single-digit
) a una sola indicazione
di tempo, si usa il comando \override
preceduto da \once
.
\relative c'' { \time 3/4 c4 c c % Change the style permanently \override Staff.TimeSignature.style = #'single-digit \time 2/4 c4 c \time 3/4 c4 c c % Revert to default style: \revert Staff.TimeSignature.style \time 2/4 c4 c % single-digit style only for the next time signature \once \override Staff.TimeSignature.style = #'single-digit \time 5/4 c4 c c c c \time 2/4 c4 c }
Vedi anche
Glossario musicale: indicazione di tempo
Guida alla notazione: Indicazioni di tempo mensurali, Impostare il comportamento delle travature automatiche, Gestione del tempo.
File installati: ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: TimeSignature, Timing_translator.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Indicazioni metronomiche
Un’indicazione metronomica è semplice da scrivere:
\relative { \tempo 4 = 120 c'2 d e4. d8 c2 }
Le indicazioni metronomiche si possono rappresentare anche come una gamma di due numeri:
\relative { \tempo 4 = 40 - 46 c'4. e8 a4 g b,2 d4 r }
Al loro posto si possono usare delle indicazioni di tempo testuali:
\relative { \tempo "Allegretto" c''4 e d c b4. a16 b c4 r4 }
Un’indicazione metronomica, se combinata con del testo, viene posta automaticamente tra parentesi:
\relative { \tempo "Allegro" 4 = 160 g'4 c d e d4 b g2 }
In generale, il testo può essere qualsiasi oggetto di tipo testuale:
\relative { \tempo \markup { \italic Faster } 4 = 132 a'8-. r8 b-. r gis-. r a-. r }
È possibile scrivere un’indicazione metronomica tra parentesi e senza testo includendo una stringa vuota nell’input:
\relative { \tempo "" 8 = 96 d''4 g e c }
In una parte per uno strumento che ha lunghi periodi pieni di pause,
le indicazioni di tempo sono talvolta molto ravvicinate. Il comando
\markLengthOn
aggiunge dello spazio orizzontale per impedire
che le indicazioni di tempo si sovrappongano; \markLengthOff
ripristina il comportamento predefinito, per cui le indicazioni di
tempo non sono tenute in considerazione ai fini della spaziatura
orizzontale.
\compressMMRests { \markLengthOn \tempo "Molto vivace" R1*12 \tempo "Meno mosso" R1*16 \markLengthOff \tempo "Tranquillo" R1*20 }
Frammenti di codice selezionati
Posizionare il metronomo e i numeri di chiamata sotto il rigo
Di norma, il metronomo e i numeri di chiamata vengono posizionati sopra il
rigo. Per metterli sotto il rigo basta impostare correttamente la proprietà
direction
di MetronomeMark
o RehearsalMark
.
\layout { indent = 0 ragged-right = ##f } { % Metronome marks below the staff \override Score.MetronomeMark.direction = #DOWN \tempo 8. = 120 c''1 % Rehearsal marks below the staff \override Score.RehearsalMark.direction = #DOWN \mark \default c''1 }
Modificare il tempo senza mostrare l’indicazione metronomica
Per cambiare il tempo del file MIDI senza che appaia l’indicazione metronomica, basta renderla invisibile.
\score { \new Staff \relative c' { \tempo 4 = 160 c4 e g b c4 b d c \set Score.tempoHideNote = ##t \tempo 4 = 96 d,4 fis a cis d4 cis e d } \layout { } \midi { } }
Creare indicazioni metronomiche in modalità testuale
Si possono creare nuove indicazioni metronomiche in modalità testuale, ma non modificheranno il tempo del file MIDI.
\relative c' { \tempo \markup { \concat { ( \smaller \general-align #Y #DOWN \note {16.} #1 " = " \smaller \general-align #Y #DOWN \note {8} #1 ) } } c1 c4 c' c,2 }
I dettagli si trovano in Formattazione del testo.
Vedi anche
Glossario musicale: metronomo, indicazione di tempo, indicazione metronomica.
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Creazione dell’output MIDI.
Frammenti di codice: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: MetronomeMark.
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Anacrusi
Le misure parziali, come l’anacrusi o la battuta
in levare, si inseriscono col comando \partial
:
\partial durata
Quando si usa \partial
all’inizio di una partitura, la
durata
è la lunghezza della musica che precede la
prima battuta.
\relative { \time 3/4 \partial 4. r4 e'8 | a4 c8 b c4 | }
Quando si usa \partial
dopo l’inizio di una partitura, la
durata è la lunghezza rimanente della misura corrente.
Non crea una battuta con un nuovo numero.
\relative { \set Score.barNumberVisibility = #all-bar-numbers-visible \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \time 9/8 d''4.~ 4 d8 d( c) b | c4.~ 4. \bar "||" \time 12/8 \partial 4. c8( d) e | f2.~ 4 f8 a,( c) f | }
Il comando \partial
è obbligatorio quando l’indicazione
di tempo cambia in mezzo a una misura, ma si può usare anche da solo.
\relative { \set Score.barNumberVisibility = #all-bar-numbers-visible \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \time 6/8 \partial 8 e'8 | a4 c8 b[ c b] | \partial 4 r8 e,8 | a4 \bar "||" \partial 4 r8 e8 | a4 c8 b[ c b] | }
Il comando \partial
imposta la proprietà Timing.measurePosition
,
che è un numero razionale che indica quanto tempo della misura è trascorsa.
Vedi anche
Glossario musicale: anacrusi.
Guida alla notazione: Abbellimenti.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Timing_translator.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Musica in tempo libero
Nella musica in un tempo determinato l’inserimento delle stanghette e dei numeri di
battuta è calcolato automaticamente. Nella musica in tempo libero (per esempio,
la cadenza), un simile comportamento non è desiderabile, e può essere
‘disabilitato’ col comando \cadenzaOn
e poi ‘riabilitato’
quando necessario con \cadenzaOff
.
\relative c'' { c4 d e d \cadenzaOn c4 c d8[ d d] f4 g4. \cadenzaOff \bar "|" d4 e d c }
La numerazione delle battute riprende dopo la cadenza.
\relative c'' { % Mostra tutti i numeri di battuta \override Score.BarNumber.break-visibility = #all-visible c4 d e d \cadenzaOn c4 c d8[ d d] f4 g4. \cadenzaOff \bar "|" d4 e d c }
Se si inserisce un comando \bar
dentro una cadenza non viene iniziata
una nuova misura, anche se appare una stanghetta nell’output. Quindi qualsiasi
alterazione, che di solito si considera sempre attiva fino alla fine della
misura, sarà ancora valida dopo la stanghetta stampata da \bar
. Se si
desidera che le alterazioni successive appaiano, si dovranno inserire
manualmente delle alterazioni forzate o di precauzione, come è spiegato
in Alterazioni.
\relative c'' { c4 d e d \cadenzaOn cis4 d cis d \bar "|" % Il primo cis viene stampato senza alterazione anche se si trova dopo \bar cis4 d cis! d \cadenzaOff \bar "|" }
La disposizione automatica delle travature viene disabilitata da
\cadenzaOn
. Quindi tutte le travature nelle cadenze devono
essere inserite manualmente. Si veda Travature manuali.
\relative { \repeat unfold 8 { c''8 } \cadenzaOn cis8 c c c c \bar"|" c8 c c \cadenzaOff \repeat unfold 8 { c8 } }
Questi comandi predefiniti hanno effetto su tutti i righi di una partitura, anche
quando inseriti in un solo contesto Voice
. Per modificare questo comportamento,
si sposta Timing_translator
dal contesto Score
al contesto
Staff
. Si veda Notazione polimetrica.
Comandi predefiniti
\cadenzaOn
,
\cadenzaOff
.
Vedi anche
Glossario musicale: cadenza.
Guida alla notazione: Visibilità degli oggetti, Notazione polimetrica, Travature manuali, Alterazioni.
Frammenti di codice: Rhythms.
Problemi noti e avvertimenti
Le interruzioni automatiche di linea e di pagina possono aver luogo solo dopo una stanghetta di battuta; quindi, per consentire delle interruzioni nei lunghi passaggi di musica in tempo libero è necessario inserire manualmente delle stanghette ‘invisibili’:
\bar ""
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Notazione polimetrica
La notazione polimetrica è supportata esplicitamente o tramite la modifica manuale del simbolo d’indicazione di tempo (e la trasformazione della durata delle note).
Diverse indicazioni di tempo con misure di uguale lunghezza
Si sceglie una normale indicazione di tempo per ogni rigo e si imposta
timeSignatureFraction
sulla frazione desiderata. Quindi si usa
la funzione \scaleDurations
per scalare la durata delle note di
ogni rigo in modo che rientrino nella comune indicazione di tempo.
L’esempio seguente presenta simultaneamente musica con indicazioni di tempo di 3/4, 9/8 e 10/8. Nel secondo rigo le durate appaiono come moltiplicate per 2/3 (perché 2/3 * 9/8 = 3/4), mentre nel terzo rigo le durate appaiono come moltiplicate per 3/5 (perché 3/5 * 10/8 = 3/4). È possibile che si debbano inserire a mano le travature, perché la scalatura delle durate influenzerà le regole della disposizione automatica delle travature.
\relative << \new Staff { \time 3/4 c'4 c c | c4 c c | } \new Staff { \time 3/4 \set Staff.timeSignatureFraction = 9/8 \scaleDurations 2/3 { \repeat unfold 3 { c8[ c c] } \repeat unfold 3 { c4 c8 } } } \new Staff { \time 3/4 \set Staff.timeSignatureFraction = 10/8 \scaleDurations 3/5 { \repeat unfold 2 { c8[ c c] } \repeat unfold 2 { c8[ c] } | c4. c \tuplet 3/2 { c8[ c c] } c4 } } >>
Diverse indicazioni di tempo con misure di lunghezza differenti
Si può dare a ogni rigo la sua indicazione di tempo indipendente spostando
Timing_translator
e Default_bar_line_engraver
nel contesto
Staff
.
\layout { \context { \Score \remove Timing_translator } \context { \Staff \consists Timing_translator } } % Ora ogni rigo ha la sua indicazione di tempo. \relative << \new Staff { \time 3/4 c'4 c c | c4 c c | } \new Staff { \time 2/4 c4 c | c4 c | c4 c | } \new Staff { \time 3/8 c4. | c8 c c | c4. | c8 c c | } >>
Indicazioni di tempo composto
Si creano con la funzione \compoundMeter
. La sintassi è:
\compoundMeter #'(lista di liste)
La struttura più semplice è una singola lista, dove l’ultimo numero indica il numero inferiore dell’indicazione di tempo e i numeri precedenti indicano i numeri superiori del segno di tempo.
\relative { \compoundMeter #'((2 2 2 8)) \repeat unfold 6 c'8 \repeat unfold 12 c16 }
Si possono costruire tempi più complessi tramite ulteriori liste. Le modalità di disposizione automatica delle travature varieranno a seconda di questi valori.
\relative { \compoundMeter #'((1 4) (3 8)) \repeat unfold 5 c'8 \repeat unfold 10 c16 } \relative { \compoundMeter #'((1 2 3 8) (3 4)) \repeat unfold 12 c'8 }
Vedi anche
Glossario musicale: polimetrico, indicazione di tempo polimetrico, tempo.
Guida alla notazione: Travature automatiche, Travature manuali, Indicazione di tempo, Scalare le durate.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: TimeSignature, Timing_translator, Staff.
Problemi noti e avvertimenti
Sebbene le note che si presentano nello stesso momento in ciascuno dei vari righi siano poste nello stesso punto orizzontale, le stanghette (in ciascun rigo) potrebbero causare una spaziatura difforme in ciascuna delle diverse indicazioni di tempo.
L’uso di un blocco midi
con notazione polimetrica potrebbe causare
avvertimenti indesiderati di controllo di battuta. In questo caso, spostare
Timing_translator
dal contesto Score
al contesto Staff
all’interno del blocco midi
.
\midi { \context { \Score \remove Timing_translator } \context { \Staff \consists Timing_translator } }
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Divisione automatica delle note
Le note le cui durate eccedono il valore della battuta possono essere convertite
automaticamente in note con legature di valore a cavallo delle stanghette sostituendo l’incisore Note_heads_engraver
con Completion_heads_engraver
. Analogalmente, le pause le cui durate
eccedono il valore della battuta possono essere divise automaticamente
sostituendo Rest_engraver
con Completion_rest_engraver
. Nell’esempio
seguente, le note e le pause che eccedono la durata di battuta vengono divise e
le note sono anche connesse con legature di valore a cavallo della stanghetta.
\new Voice \with { \remove Note_heads_engraver \consists Completion_heads_engraver \remove Rest_engraver \consists Completion_rest_engraver } \relative { c'2. c8 d4 e f g a b c8 c2 b4 a g16 f4 e d c8. c2 r1*2 }
Questi incisori dividono tutte le note e le pause in corrispondenza della stanghetta e inseriscono le legature di valore. Uno dei suoi usi possibili è la verifica di partiture complesse: se le misure non sono riempite interamente, le legature di valore mostrano esattamente di quanto è ecceduta ogni misura.
La proprietà completionUnit
imposta la durata preferita per le note
divise.
\new Voice \with { \remove Note_heads_engraver \consists Completion_heads_engraver } \relative { \time 9/8 g\breve. d''4. \bar "||" \set completionUnit = \musicLength 4. g\breve. d4. }
Questi incisori dividono le note che hanno una durata ridimensionata, come quelle dei gruppi irregolari, in note con lo stesso fattore di ridimensionamento della nota di input.
\new Voice \with { \remove Note_heads_engraver \consists Completion_heads_engraver } \relative { \time 2/4 r4 \tuplet 3/2 {g'4 a b} \scaleDurations 2/3 {g a b} g4*2/3 a b \tuplet 3/2 {g4 a b} r4 }
Vedi anche
Glossario musicale: legatura di valore
Manuale di apprendimento: Gli incisori, Aggiungere e togliere gli incisori.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Note_heads_engraver, Completion_heads_engraver, Rest_engraver, Completion_rest_engraver, Forbid_line_break_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
In accordo col comportamento precedente, note e pause la cui durata è
più lunga di una misura, come c1*2
, sono divise in note prive
di fattore di ridimensionamento, { c1 c1 }
. La proprietà
completionFactor
controlla questo comportamento e impostandola
su #f
fa sì che le note e le pause divise abbiano il fattore di
ridimensionamento delle durate di input.
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Mostrare i ritmi della melodia
È possibile mostrare soltanto il ritmo di una melodia usando il rigo ritmico. Tutte le altezze delle note su tale rigo sono appiattite e il rigo stesso ha una sola linea
<< \new RhythmicStaff { \new Voice = "myRhythm" \relative { \time 4/4 c'4 e8 f g2 r4 g g f g1 } } \new Lyrics { \lyricsto "myRhythm" { This is my song I like to sing } } >>
I diagrammi degli accordi per chitarra di solito mostrano i ritmi di
accompagnamento. Si possono visualizzare usando l’incisore
Pitch_squash_engraver
e il comando \improvisationOn
.
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 f g c } } \new Voice \with { \consists Pitch_squash_engraver } \relative c'' { \improvisationOn c4 c8 c c4 c8 c f4 f8 f f4 f8 f g4 g8 g g4 g8 g c4 c8 c c4 c8 c } >>
La musica contenente accordi può essere usata anche come input per
RhythmicStaff
e per essere usata con l’incisore
Pitch_squash_engraver
se gli accordi vengono prima ridotti
a note singole con la funzione musicale \reduceChords
:
\new RhythmicStaff { \time 4/4 \reduceChords { <c>2 <e>2 <c e g>2 <c e g>4 <c e g>4 } }
Comandi predefiniti
\improvisationOn
,
\improvisationOff
,
\reduceChords
.
Frammenti di codice selezionati
Ritmi di accompagnamento per chitarra
Per la musica per chitarra, è possibile mostrare i ritmi di accompagnamento, insieme alle note della melodia e ai nomi e ai diagrammi degli accordi.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" << \new ChordNames { \chordmode { c1 | f | g | c } } \new FretBoards { \chordmode { c1 | f | g | c } } \new Voice \with { \consists "Pitch_squash_engraver" } { \relative c'' { \improvisationOn c4 c8 c c4 c8 c f4 f8 f f4 f8 f g4 g8 g g4 g8 g c4 c8 c c4 c8 c } } \new Voice = "melody" { \relative c'' { c2 e4 e4 f2. r4 g2. a4 e4 c2. } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { This is my song. I like to sing. } } >>
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: RhythmicStaff, Pitch_squash_engraver.
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1.2.4 Travature
Travature automatiche | ||
Impostare il comportamento delle travature automatiche | ||
Travature manuali | ||
Travature a raggiera |
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Travature automatiche
Le travature sono inserite automaticamente:
\relative c'' { \time 2/4 c8 c c c \time 6/8 c8 c c c8. c16 c8 }
Se queste impostazioni automatiche non sono soddisfacenti, si può definire esplicitamente la disposizione delle travature, come è spiegato in Travature manuali. Le travature devono essere inserite manualmente se devono estendersi oltre le pause.
La disposizione automatica delle travature, se non necessaria, può essere
disabilitata con \autoBeamOff
e riabilitata con \autoBeamOn
:
\relative c' { c4 c8 c8. c16 c8. c16 c8 \autoBeamOff c4 c8 c8. c16 c8. \autoBeamOn c16 c8 }
Nota: Se si usano le travature per indicare i melismi nelle parti vocali, occorre
disabilitare la disposizione automatica delle travature con \autoBeamOff
e le travature devono essere indicate manualmente. L’uso di \partCombine
insieme a \autoBeamOff
può produrre risultati imprevisti. Si vedano i
frammenti di codice per avere maggiori informazioni.
Si possono creare dei modelli di disposizione delle travature diversi da quelli automatici predefiniti, come è spiegato in Impostare il comportamento delle travature automatiche.
Comandi predefiniti
\autoBeamOff
,
\autoBeamOn
.
Frammenti di codice selezionati
Travature che attraversano le interruzioni di linea
Le interruzioni di linea sono di norma proibite quando le travature attraversano la stanghetta di una battuta. Si può cambiare questo comportamento nel modo seguente:
\relative c'' { \override Beam.breakable = ##t c8 c[ c] c[ c] c[ c] c[ \break c8] c[ c] c[ c] c[ c] c }
Modificare la distanza delle travature angolari
Le travature angolari vengono inserite automaticamente quando viene
rilevata un’ampia distanza tra le teste di nota. Questo comportamento
può essere regolato attraverso la proprietà auto-knee-gap
. Viene
disegnata una travatura angolare se la distanza è più grande del valore
di auto-knee-gap
più la larghezza della travatura (che dipende dalla
durata delle note e dall’inclinazione della travatura). Il valore predefinito
di auto-knee-gap
è 5.5 spazi rigo.
{ f8 f''8 f8 f''8 \override Beam.auto-knee-gap = #6 f8 f''8 f8 f''8 }
PartCombine e autoBeamOff
La funzione \autoBeamOff
, se usata insieme a
\partCombine
, può essere difficile da comprendere.
È preferibile usare invece
\set Staff.autoBeaming = ##f
per assicurarsi che la disposizione delle travature sia disabilitata per tutto il rigo.
\partCombine
funziona con 3 voci – gambo in su singolo,
gambo in giù singolo, gambo in su unito.
L’uso di \autoBeamOff
all’interno del primo argomento di partCombine
ha effetto sulla voce che è attiva al momento in cui la funzione viene elaborata,
ovvero sul gambo in su singolo o sul gambo in giù unito. L’uso di \autoBeamOff
nel secondo argomento avrà effetto sulla voce che ha il gambo in giù singolo.
Per poter usare \autoBeamOff
per impedire tutte le disposizioni automatiche
delle travature, se usato con \partCombine
, è necessario richiamare
tre volte la funzione \autoBeamOff
.
{ %\set Staff.autoBeaming = ##f % turns off all autobeaming \partCombine { \autoBeamOff % applies to split up stems \repeat unfold 4 a'16 %\autoBeamOff % applies to combined up stems \repeat unfold 4 a'8 \repeat unfold 4 a'16 } { \autoBeamOff % applies to down stems \repeat unfold 4 f'8 \repeat unfold 8 f'16 | } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Travature manuali, Impostare il comportamento delle travature automatiche.
File installati: ‘scm/auto-beam.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Auto_beam_engraver, Beam_engraver, Beam, BeamEvent, BeamForbidEvent, beam-interface, unbreakable-spanner-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Le proprietà di una travatura sono determinate all’inizio della sua costruzione e qualsiasi ulteriore modifica alle sue proprietà che venga fatta prima che la travatura sia stata completata non avrà effetto finché non inizia la successiva, nuova travatura.
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Impostare il comportamento delle travature automatiche
Quando la disposizione automatica delle travature è abilitata, la disposizione
delle travature è determinata da tre proprietà di contesto:
baseMoment
, beatStructure
e beamExceptions
.
I valori predefiniti di queste variabili possono essere sovrascritti, come
vedremo tra breve, oppure si possono anche cambiare i valori predefiniti stessi,
come è spiegato in Indicazione di tempo.
Se è definita una regola beamExceptions
per l’indicazione di
tempo corrente, tale regola soltanto determina la
disposizione delle travature; i valori di baseMoment
e
beatStructure
vengono ignorati. Se non è definita
alcuna regola beamExceptions
per l’indicazione di tempo
corrente, la disposizione delle travature è determinata dai
valori di baseMoment
e beatStructure
.
Disposizione delle travature basata su baseMoment
e beatStructure
Dato che le indicazioni di tempo più comuni hanno delle regole beamExceptions
già definite, occorre disabilitarle se la disposizione automatica deve basarsi
su baseMoment
e beatStructure
. Le regole beamExceptions
si
disabilitano con questo comando
\set Timing.beamExceptions = #'()
Quando beamExceptions
è impostato su #'()
, o per
impostazione esplicita o perché non sono state definite internamente
le beamExceptions
per l’indicazione di tempo corrente, le
estremità delle travature si trovano sulle suddivisioni come specificato
dalle proprietà di contesto baseMoment
e
beatStructure
. beatStructure
è una lista Scheme
che definisce la lunghezza di ogni suddivisione in rapporto alla misura in unità
di baseMoment
. Per impostazione predefinita, baseMoment
è uno fratto il denominatore dell’indicazione di tempo e ogni unità
di baseMoment
corrisponde a una singola suddivisione.
Per ogni indicazione di tempo esistono valori separati per beatStructure
e baseMoment
. Le modifiche di queste variabili hanno effetto solo
sulle indicazioni di tempo attive, dunque tali modifiche devono essere
poste dopo il comando \time
che inizia una nuova indicazione di
tempo, non prima. I nuovi valori assegnati a una certa indicazione di
tempo sono mantenuti e reintrodotti ogni volta che quell’indicazione di
tempo viene ristabilita.
\relative c''{ \time 5/16 c16^"predefinito" c c c c | % È improbabile che per un tempo di 5/16 sia stata definita beamExceptions, % ma disabilitiamola lo stesso per sicurezza \set Timing.beamExceptions = #'() \set Timing.beatStructure = 2,3 c16^"(2+3)" c c c c | \set Timing.beatStructure = 3,2 c16^"(3+2)" c c c c | }
\relative { \time 4/4 a'8^"predefinito" a a a a a a a % Disabilita beamExceptions perché è senz'altro definita % per il tempo 4/4 \set Timing.beamExceptions = #'() \set Timing.baseMoment = \musicLength 4 \set Timing.beatStructure = 1,1,1,1 a8^"cambiato" a a a a a a a }
Le modifiche alle impostazioni delle travature possono essere limitate a contesti specifici. Se non si specifica alcuna impostazione in un contesto di livello più basso, verrà applicata l’impostazione del contesto che lo contiene.
\new Staff { \time 7/8 % Nessun bisogno di disabilitare beamExceptions perché non è definita per il tempo 7/8 \set Staff.beatStructure = 2,3,2 << \new Voice = one { \relative { a'8 a a a a a a } } \new Voice = two { \relative { \voiceTwo \set Voice.beatStructure = 1,3,3 f'8 f f f f f f } } >> }
Quando si usano più voci, occorre specificare il contesto Staff
se
si vuole applicare la disposizione delle travature a tutte le voci del
rigo:
\time 7/8 % ritmo 3-1-1-2 % Se non si specifica il contesto, la modifica viene applicata a Voice e quindi non funziona correttamente % Dato che le voci sono autogenerate, tutto il ritmo avrà come baseMoment (1 . 8) \set beatStructure = 3,1,1,2 << \relative {a'8 a a a16 a a a a8 a} \\ \relative {f'4. f8 f f f} >> % Funziona correttamente se si specifica il contesto Staff \set Staff.beatStructure = 3,1,1,2 << \relative {a'8 a a a16 a a a a8 a} \\ \relative {f'4. f8 f f f} >>
Il valore di baseMoment
può essere regolato in modo da
cambiare il comportamento delle travature, se si vuole. In questo caso
occorre cambiare anche il valore di beatStructure
così che sia
compatibile col nuovo valore di baseMoment
.
\time 5/8 % Nessun bisogno di disabilitare beamExceptions perché non è definita per il tempo 5/8 \set Timing.baseMoment = \musicLength 16 \set Timing.beatStructure = 7,3 \repeat unfold 10 { a16 }
baseMoment
è un momento, ovvero un’unità della durata musicale. Una
quantità di tipo moment viene creata dalla funzione Scheme
ly:make-moment
. Per maggiori informazioni su questa funzione, si
veda Gestione del tempo.
Per impostazione predefinita, baseMoment
ha un valore di uno fratto il
denominatore dell’indicazione di tempo. Le eccezioni a questa regola si
trovano in ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Disposizione delle travature con beamExceptions
Le regole speciali di disposizione automatica delle travature (diverse da quelle
che determinano la corrispondenza della travatura alla suddivisione) sono definite
nella proprietà beamExceptions
.
Il valore di beamExceptions
, una struttura dati Scheme piuttosto
complessa, è più facile da generare con la funzione \beamExceptions
.
A tale funzione viene passato uno o più schemi ritmici della misura,
specificati con travature manuali. Le misure devono essere separate da
un controllo di battuta |
dato che la funzione non ha altro
modo per determinare la lunghezza della misura. Ecco un semplice esempio:
\relative c'' { \time 3/16 \set Timing.beatStructure = 2,1 \set Timing.beamExceptions = \beamExceptions { 32[ 32] 32[ 32] 32[ 32] } c16 c c | \repeat unfold 6 { c32 } | }
Nota: Il valore di beamExceptions
deve essere una lista completa
di eccezioni, ovvero bisogna includere tutte le eccezioni che si vogliono
applicare. Non è possibile aggiungere, rimuovere o modificare soltanto
una eccezione. Anche se questo può sembrare scomodo, significa anche che
non c’è bisogno di conoscere le attuali impostazioni delle travature per
poter specificare un nuovo modello di disposizione delle travature.
Quando cambia l’indicazione di tempo, vengono impostati i valori predefiniti
di Timing.baseMoment
, Timing.beatStructure
e
Timing.beamExceptions
. L’impostazione dell’indicazione di tempo
ripristina le impostazioni automatiche delle travature del contesto Timing
ai valori predefiniti.
\relative a' { \time 6/8 \repeat unfold 6 { a8 } % raggruppamento (4 + 2) \set Timing.beatStructure = 4,2 \repeat unfold 6 { a8 } % ritorno al comportamento predefinito \time 6/8 \repeat unfold 6 { a8 } }
Le impostazioni predefinite della disposizione automatica delle travature per ogni tempo sono definite in ‘scm/time-signature-settings.scm’. La loro modifica è descritta in Indicazione di tempo.
Molte impostazioni di travature automatiche per le indicazioni di tempo hanno
un elemento beamExceptions
. Ad esempio, il tempo 4/4 cerca di creare
due travature nella misura se ci sono solo note di un ottavo. La regola
beamExceptions
può sovrascrivere l’impostazione di beatStructure
se beamExceptions
non viene annullato.
\time 4/4 \set Timing.baseMoment = \musicLength 8 \set Timing.beatStructure = 3,3,2 % Le travature non saranno raggruppate in (3 3 2) a causa di beamExceptions \repeat unfold 8 {c8} | % Il raggruppamento delle travature è (3 3 2) perché abbiamo tolto le impostazioni predefinite di beamExceptions \set Timing.beamExceptions = #'() \repeat unfold 8 {c8}
Analogalmente, le note di un ottavo in un tempo 3/4 sono raggruppate in
un’unica travatura. Per raggrupparle secondo le suddivisioni, azzera beamExceptions
.
\time 3/4 % il comportamento predefinito è un gruppo di (6) a causa di beamExceptions \repeat unfold 6 {a8} | % Le travature saranno raggruppate in (1 1 1) a causa dei valori predefiniti di baseMoment e beatStructure \set Timing.beamExceptions = #'() \repeat unfold 6 {a8}
Spesso, nelle partiture di età classica e romantica, le travature
iniziano a metà della misura in un tempo 3/4; ma la pratica moderna
preferisce evitare l’impressione ingannevole di un tempo 6/8 (vedi Gould, p. 153).
Situazioni simili si incontrano anche per il tempo 3/8. Questo comportamento è
controllato dalla proprietà di contesto beamHalfMeasure
, che ha effetto
soltanto sulle indicazioni di tempo che hanno 3 come numeratore:
\relative a' { \time 3/4 r4. a8 a a | \set Timing.beamHalfMeasure = ##f r4. a8 a a | }
Come funziona la disposizione automatica delle travature
Quando la disposizione automatica delle travature è abilitata, la disposizione
delle travature è determinata dalle proprietà di contesto
baseMoment
, beatStructure
e beamExceptions
.
Nel determinare l’aspetto delle travature vengono applicate le seguenti regole, in ordine di priorità:
-
Se si specifica una travatura manuale con
[…]
imposta la travatura in quel modo, altrimenti -
se è definita una regola di fine della travatura in
beamExceptions
per il tipo di travatura in questione, la usa per determinare i punti corretti in cui le travature possono terminare, altrimenti -
se è definita una regola di fine della travatura in
beamExceptions
per un tipo di travatura più lunga, la usa per determinare i punti corretti in cui le travature possono terminare, altrimenti -
usa i valori di
baseMoment
ebeatStructure
per determinare l’estensione delle suddivisioni della misura e terminare le travature alla fine delle suddivisioni.
Nelle regole precedenti, il tipo di travatura è la durata della nota più corta nel gruppo della travatura.
Le regole predefinite per le travature si trovano in ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Frammenti di codice selezionati
Suddividere le travature
Le travature di note consecutive di un sedicesimo (o più brevi) non
vengono suddivise, ovvero i tre (o più) tratti della travatura si
estendono, senza spezzarsi, sugli interi gruppi di note.
Questo comportamento può essere modificato in modo da suddividere le
travature in sottogruppi attraverso la proprietà
subdivideBeams
. Se impostata, le travature che comprendono più
sottogruppi verranno suddivise a intervalli definiti dal
valore attuale di baseMoment
, riducendo le travature multiple
al numero di travature che indica il valore metrico della suddivisione.
Se il gruppo successivo alla suddivisione è più breve del valore
metrico corrente (di solito perché la travatura è incompleta), il
numero di travature riflette il gruppo di suddivisione più lungo
possibile. Tuttavia, se rimane una sola nota dopo la divisione, questa
restrizione non viene applicata.
Si noti che baseMoment
, se non impostata
esplicitamente, equivale a uno fratto il denominatore dell’attuale
indicazione di tempo. Deve quindi essere impostata su una frazione
che stabilisca la durata del sottogruppo di travature; lo si può fare
usando la funzione ly:make-moment
, come è mostrato in questo
frammento di codice. Inoltre quando baseMoment
cambia, anche
beatStructure
deve essere modificato per accordarsi con
baseMoment
:
\relative c'' { c32[ c c c c c c c] \set subdivideBeams = ##t c32[ c c c c c c c] % Set beam sub-group length to an eighth note \set baseMoment = \musicLength 8 \set beatStructure = 2,2,2,2 c32[ c c c c c c c] % Set beam sub-group length to a sixteenth note \set baseMoment = \musicLength 16 \set beatStructure = 4,4,4,4 c32[ c c c c c c c] % Shorten beam by 1/32 \set baseMoment = \musicLength 8 \set beatStructure = 2,2,2,2 c32[ c c c c c c] r32 % Shorten beam by 3/32 \set baseMoment = \musicLength 8 \set beatStructure = 2,2,2,2 c32[ c c c c] r16. r2 }
Travatura che segue strettamente il battito
Si possono impostare i tratti di suddivisione della travatura in modo che siano rivolti verso la relativa pulsazione. La prima travatura fa sì che non spuntino i tratti di suddivisione (comportamento predefinito); la seconda travatura è orientata verso la pulsazione.
\relative c'' { \time 6/8 a8. a16 a a \set strictBeatBeaming = ##t a8. a16 a a }
Segni per la conduzione, segni di raggruppamento della misura
Il raggruppamento delle pulsazioni all’interno della misura è regolato dalla
proprietà di contesto beatStructure
. I valori di beatStructure
per
varie indicazioni di tempo vengono stabiliti in scm/time-signature-settings.scm
.
Questi valori possono essere impostati o modificati con \set
. Altrimenti, si
può usare \time
per impostare sia l’indicazione di tempo che la struttura
delle pulsazioni. Per farlo si specifica il raggruppamento interno delle pulsazioni in
una misura in una lista di numeri (nella sintassi di Scheme) prima dell’indicazione
di tempo.
\time
agisce nel contesto Timing
, dunque non reimposterà i
i valori di beatStructure
e baseMoment
che sono impostati in
altri contesti di più basso livello, come Voice
.
Se si include l’incisore Measure_grouping_engraver
in uno dei
contesti che regolano l’aspetto, appariranno i segni di raggruppamento
della misura. Tali segni facilitano la lettura di musica moderna ritmicamente
complessa.
Nell’esempio la misura di 9/8 è raggruppata in due diversi schemi usando
due metodi differenti, mentre la misura di 5/8 è raggruppata in base alle
impostazioni predefinite in scm/time-signature-settings.scm
:
\score { \new Voice \relative c'' { \time 9/8 g8 g d d g g a( bes g) | \set Timing.beatStructure = 2,2,2,3 g8 g d d g g a( bes g) | \time 4,5 9/8 g8 g d d g g a( bes g) | \time 5/8 a4. g4 | } \layout { \context { \Staff \consists "Measure_grouping_engraver" } } }
Estremità delle travature nel contesto Score
Le regole relative alle estremità delle travature definite nel contesto Score
si applicano a tutti i righi, ma possono essere modificate anche ai livelli
Staff
e Voice
:
\relative c'' { \time 5/4 % Set default beaming for all staves \set Score.baseMoment = \musicLength 8 \set Score.beatStructure = 3,4,3 << \new Staff { c8 c c c c c c c c c } \new Staff { % Modify beaming for just this staff \set Staff.beatStructure = 6,4 c8 c c c c c c c c c } \new Staff { % Inherit beaming from Score context << { \voiceOne c8 c c c c c c c c c } % Modify beaming for this voice only \new Voice { \voiceTwo \set Voice.beatStructure = 6,4 a8 a a a a a a a a a } >> } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Indicazione di tempo.
File installati: ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Auto_beam_engraver, Beam, BeamForbidEvent, beam-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Se una partitura finisce prima del termine di una travatura automatica, cui
mancano ancora delle note, quest’ultima travatura non apparirà.
Lo stesso vale per le voci polifoniche, inserite con
<< … \\ … >>
. Una voce polifonica non apparirà se termina
quando una travatura automatica è ancora in attesa di note.
Per aggirare questi problemi occorre impostare manualmente l’ultima travatura
della voce o della partitura.
Timing
è un alias del contesto Score
. Questo significa che
la modifica della disposizione delle travature in un rigo avrà effetto anche
sugli altri righi.
Quindi un’impostazione di tempo in un rigo successivo reimposterà la disposizione
personalizzata delle travature definita in un rigo precedente.
Per evitare questo problema si può impostare l’indicazione di tempo su
un solo rigo.
<< \new Staff { \time 3/4 \set Timing.baseMoment = \musicLength 8 \set Timing.beatStructure = 1,5 \set Timing.beamExceptions = #'() \repeat unfold 6 { a'8 } } \new Staff { \repeat unfold 6 { a'8 } } >>
Si possono cambiare anche le impostazioni predefinite delle travature, in modo che sia usata sempre la disposizione delle travature desiderata. Le modifiche nelle impostazioni della travatura automatica per le indicazioni di tempo sono descritte in Indicazione di tempo.
<< \new Staff { \overrideTimeSignatureSettings 3/4 % timeSignatureFraction 1/8 % baseMomentFraction 1,5 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 3/4 \repeat unfold 6 { a'8 } } \new Staff { \time 3/4 \repeat unfold 6 { a'8 } } >>
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Travature manuali
In alcuni casi potrebbe essere necessario scavalcare l’algoritmo di
disposizione automatica delle travature. Ad esempio, questo algoritmo
non inserirà delle travature tra le pause o tra le stanghette; e nelle
partiture corali la disposizione delle travature è spesso determinato dall’articolazione
del testo piuttosto che da quella musicale. Tali travature possono essere
specificate manualmente indicandone l’inizio e la fine con
[
e ]
.
\relative { r4 r8[ g' a r] r g[ | a] r }
La direzione delle travature può essere impostata manualmente attraverso gli indicatori di direzione:
\relative { c''8^[ d e] c,_[ d e f g] }
Le note individuali possono essere contrassegnate con \noBeam
per impedire
che vengano inserite in una travatura:
\relative { \time 2/4 c''8 c\noBeam c c }
Le travature degli abbellimenti e quelle delle note normali possono coesistere simultaneamente. Gli abbellimenti privi di travatura non vengono inseriti nella travatura delle note normali.
\relative { c''4 d8[ \grace { e32 d c d } e8] e[ e \grace { f16 } e8 e] }
Si può ottenere un controllo manuale delle travature ancora più preciso agendo sulle
proprietà stemLeftBeamCount
e stemRightBeamCount
, che specificano
il numero di travature da creare a sinistra e a destra della nota successiva.
Se una di queste proprietà viene impostata, il suo valore verrà usato una volta
sola, e la proprietà sarà poi cancellata. In questo esempio, l’ultima nota f
ha una
sola travatura a sinistra: la travatura corrispondente alla sottodivisione di un ottavo
all’interno dell’intero raggruppamento.
\relative a' { a8[ r16 f g a] a8[ r16 \set stemLeftBeamCount = #2 \set stemRightBeamCount = #1 f16 \set stemLeftBeamCount = #1 g16 a] }
Comandi predefiniti
\noBeam
.
Frammenti di codice selezionati
Code e punte delle travature
È possibile ottenere delle codette su note isolate e dei tratti di suddivisione all’estremità
della travatura con una combinazione di stemLeftBeamCount
,
stemRightBeamCount
e una coppia di indicatori della travatura []
.
Per ottenere delle codette rivolte a destra, si usa la coppia di indicatori
[]
e si imposta stemLeftBeamCount
a zero (vedi Example 1).
Per ottenere delle codette rivolte a sinistra, si imposta invece
stemRightBeamCount
(Example 2).
Perché i tratti di suddivisione alla fine di un gruppo di note unite da
travatura siano rivolti a destra, si imposta stemRightBeamCount
su un
valore positivo. Perché i tratti di suddivisione all’inizio di un gruppo di note
unite da travatura siano rivolti a sinistra, si imposta invece
stemLeftBeamCount
(Example 3).
Talvolta, ad esempio per una nota isolata circondata da pause, ha senso
avere una coda che punti sia a destra che a sinistra. Lo si può fare con
una coppia di indicatori di travatura []
da soli (Example 4).
(Nota che \set stemLeftBeamCount
è sempre equivalente a
\once \set
. In altre parole, le impostazioni che definiscono
il conteggio delle travature non “permangono”, quindi la coppia di code
attaccate al 16[]
solitario nell’ultimo esempio non hanno nulla a
che fare con l’impostazione \set
di due note prima.)
\score { << % Example 1 \new RhythmicStaff { \set stemLeftBeamCount = #0 c16[] r8. } % Example 2 \new RhythmicStaff { r8. \set stemRightBeamCount = #0 16[] } % Example 3 \new RhythmicStaff { 16 16 \set stemRightBeamCount = #2 16 r r \set stemLeftBeamCount = #2 16 16 16 } % Example 4 \new RhythmicStaff { 16 16 \set stemRightBeamCount = #2 16 r16 16[] r16 \set stemLeftBeamCount = #2 16 16 } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Abbellimenti.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Beam, BeamEvent, Beam_engraver, beam-interface, Stem_engraver.
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Travature a raggiera
Le travature a raggiera servono a indicare che un gruppo di note determinato
deve essere eseguito a un tempo progressivamente accelerato (o rallentato), senza
cambiare l’andamento complessivo del brano. L’estensione della
travatura a raggiera deve essere indicato a mano con [
e
]
, e la convergenza o divergenza delle travature si determina specificando la
la direzione della proprietà Beam
di grow-direction
.
Perché il ritardando o l’accelerando indicati dalla
travatura a raggiera trovino riscontro nella disposizione delle note e
nell’esecuzione del file MIDI, le note devono essere raggruppate in un’espressione
musicale delimitata da parentesi graffe e preceduta dal comando
featherDurations
, che specifica il rapporto tra le durate
delle prime e delle ultime note del gruppo.
Le parentesi quadre indicano l’estensione della travatura, mentre quelle graffe indicano quali note devono avere una durata modificata. Di norma queste parentesi delimitano lo stesso gruppo di note, ma questo non è tassativo: i due comandi sono indipendenti.
Nell’esempio seguente le otto note da un sedicesimo occupano esattamente lo stesso tempo di una nota di due quarti, ma la prima nota dura la metà dell’ultima e le note intermedie si allungano gradualmente. Le prime quattro note da un trentaduesimo sono progressivamente più veloci, mentre le ultime quattro presentano lo stesso tempo.
\relative c' { \override Beam.grow-direction = #LEFT \featherDurations 2/1 { c16[ c c c c c c c] } \override Beam.grow-direction = #RIGHT \featherDurations 2/3 { c32[ d e f] } % ripristina le travature normali \override Beam.grow-direction = #'() { g32[ a b c] } }
La spaziatura rappresenta la durata effettiva delle note solo in modo approssimato, mentre il tempo nel file MIDI è esatto.
Comandi predefiniti
\featherDurations
.
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
Problemi noti e avvertimenti
Il comando \featherDurations
funziona solamente con frammenti di
musica molto brevi e quando i numeri della frazione sono piccoli.
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1.2.5 Battute
Stanghette | ||
Numeri di battuta | ||
Controlli di battuta e del numero di battuta | ||
Segni di chiamata |
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Stanghette
Le stanghette delimitano le misure e sono usate anche per indicare i ritornelli. Di norma, le stanghette semplici sono inserite automaticamente in base all’indicazione di tempo.
Si possono inserire altri tipi di stanghette col comando \bar
. Ad
esempio, di solito si usa una stanghetta finale al termine di un brano:
\relative { e'4 d c2 \bar "|." }
Se l’ultima nota di una misura non termina entro la stanghetta inserita automaticamente, non viene segnalato un errore: si presuppone che la nota continui nella misura successiva. Ma se ci sono tante misure simili in sequenza, la musica potrebbe apparire compressa oppure scorrere fuori dalla pagina. Questo accade perché le interruzioni di linea automatiche si verificano solo al termine di misure complete, ovvero quando tutte le note terminano prima dell’inizio di una misura.
Nota: Una durata errata può impedire un’interruzione di linea, causando una linea di musica altamente compressa oppure a musica che prosegue fuori dalla pagina.
Le interruzioni di linea sono permesse anche in caso si stanghette inserite a mano anche all’interno di misure incomplete. Per permettere un’interruzione di linea senza che appaia una stanghetta si usa:
\bar ""
Questo comando inserirà una stanghetta invisibile e consentirà (senza però forzarla) un’interruzione di linea in questo punto. Il conteggio dei numeri di battuta non incrementa. Per forzare un’interruzione di linea si veda Interruzioni di linea.
Si possono inserire questa e altre stanghette speciali in qualsiasi punto. Quando coincidono con la fine di una misura, sostituiscono la stanghetta semplice che sarebbe stata posta automaticamente. Quando non coincidono con la fine di una misura, la stanghetta specificata viene inserita in quel punto.
Si noti che le stanghette manuali hanno una funzione puramente visiva. Non hanno alcun effetto sulle proprietà di una normale stanghetta, come i numeri della misura, le alterazioni, le interruzioni di linea, etc. Non influiscono nemmeno sul conteggio e sulla posizione delle stanghette automatiche successive. Quando una stanghetta manuale è posta nel punto in cui si trova già una normale stanghetta, le caratteristiche della stanghetta originale non sono alterate.
Sono disponibili per l’inserimento manuale due tipi di stanghette semplici e cinque tipi di stanghette doppie:
\relative { f'1 \bar "|" f1 \bar "." g1 \bar "||" a1 \bar ".|" b1 \bar ".." c1 \bar "|.|" d1 \bar "|." e1 }
oltre alle stanghette puntate e tratteggiate:
\relative { f'1 \bar ";" g1 \bar "!" a1 }
e a nove tipi di stanghette per le ripetizioni:
\relative { f'1 \bar ".|:" g1 \bar ":..:" a1 \bar ":|.|:" b1 \bar ":|.:" c1 \bar ":.|.:" d1 \bar "[|:" e1 \bar ":|][|:" f1 \bar ":|]" g1 \bar ":|." a1 }
Inoltre, una stanghetta può apparire come un semplice segno di spunta:
f'1 \bar "'" g'1
Tuttavia,dato che questi segni di spunta sono tipicamente usati nella notazione
gregoriana, è preferibile usare \divisioMinima
, come è descritto
nella sezione Divisiones della parte dedicata al canto gregoriano.
LilyPond supporta la notazione gregoriana russa e fornisce una stanghetta speciale per questo tipo di notazione:
f'1 \bar "k"
I dettagli di questo tipo di notazione sono spiegati in Scrivere in notazione quadrata di Kiev.
Per i segni di tipo segno interni al rigo, ci sono tre tipi di stanghette che differiscono nel comportamento quando incontrano un’interruzione di linea:
\fixed c' { c4 4 4 4 \bar "S" d4 4 4 4 \break \bar "S" e4 4 4 4 \bar "S-|" f4 4 4 4 \break \bar "S-|" g4 4 4 4 \bar "S-||" a4 4 4 4 \break \bar "S-||" b4 4 4 4 \bar "S-S" c'4 4 4 4 \break \bar "S-S" d'1 }
Sebbene LilyPond preveda l’inserimento manuale delle stanghette che indicano i ritornelli, ciò non consente il riconoscimento della musica come una sezione da ripetere. Tali sezioni devono essere inserite con i vari comandi di ripetizione (vedi Ripetizioni), che creano automaticamente le stanghette appropriate.
Inoltre si può specificare ".|:-||"
, che è equivalente a
".|:"
tranne in presenza di un’interruzione di linea, dove
crea una doppia stanghetta alla fine della linea e una stanghetta
di inizio ripetizione all’inizio della linea successiva.
\fixed c' { c4 4 4 4 \bar ".|:" d4 4 4 4 \break \bar ".|:" e4 4 4 4 \bar ".|:-|" f4 4 4 4 \break \bar ".|:-|" g4 4 4 4 \bar ".|:-||" a4 4 4 4 \break \bar ".|:-||" b4 4 4 4 \bar ".|:-|." c'4 4 4 4 \break \bar ".|:-|." d'4 4 4 4 }
Esistono sei diverse combinazioni di ripetizioni e indicazioni di segno:
\fixed c' { g,4 4 4 4 \bar ":|.S" a,4 4 4 4 \break \bar ":|.S" b,4 4 4 4 \bar ":|.S-S" c4 4 4 4 \break \bar ":|.S-S" d4 4 4 4 \bar "S.|:-S" e4 4 4 4 \break \bar "S.|:-S" f4 4 4 4 \bar "S.|:" g4 4 4 4 \break \bar "S.|:" a4 4 4 4 \bar "S.|:-|" b4 4 4 4 \break \bar "S.|:-|" c'4 4 4 4 \bar "S.|:-||" d'4 4 4 4 \break \bar "S.|:-||" e'4 4 4 4 \bar ":|.S.|:" f'4 4 4 4 \break \bar ":|.S.|:" g'4 4 4 4 \bar ":|.S.|:-S" a'4 4 4 4 \break \bar ":|.S.|:-S" b'1 }
Esiste inoltre un comando \inStaffSegno
che crea una stanghetta
con segno in congiunzione con un’appropriata stanghetta di ripetizione se
usata con un comando \repeat volta
, vedi Ripetizioni normali..
Si possono definire nuovi tipi di stanghette con \defineBarLine
:
\defineBarLine tipo-stanghetta #'(fine inizio span)
Le variabili di \defineBarLine
possono includere la stringa
‘vuota’ ""
,che è equivalente a una stanghetta invisibile.
Oppure possono essere impostate su #f
, che fa sì che non
appaia alcuna stanghetta.
Dopo averla definita, si può richiamare la nuova stanghetta col comando
\bar
tipo-stanghetta.
Attualmente sono disponibile dieci tipi di stanghetta:
\defineBarLine ":" #'("" ":" "") \defineBarLine "=" #'("=" "" "") \defineBarLine "[" #'("" "[" "") \defineBarLine "]" #'("]" "" "") \new Staff { s1 \bar "|" s1 \bar "." s1 \bar "!" s1 \bar ";" s1 \bar ":" s1 \bar "k" s1 \bar "S" s1 \bar "=" s1 \bar "[" s1 \bar "]" s1 \bar "" }
La stanghetta "="
crea una stanghetta doppia da combinare con il
il segno. Non va usata per creare una stanghetta doppia indipendente; in questo caso è preferibile usare \bar
"||".
Il segno "-"
introduce le annotazioni alle stanghette che
servono a distinguere quelle che hanno aspetto identico ma
un diverso comportamento in corrispondenza delle interruzioni di linea e/o
un diverso modo di connettere le stanghette tra i righi.
La parte che segue il segno "-"
non viene usato per costruire
la stanghetta.
\defineBarLine "||-dashedSpan" #'("||" "" "!!") \new StaffGroup << \new Staff \relative c'' { c1 \bar "||" c1 \bar "||-dashedSpan" c1 } \new Staff \relative c'' { c1 c1 c1 } >>
Inoltre, lo spazio " "
fa da spaziatore e fa sì che le stanghette tra i
righi siano allineate correttamente alle stanghette principali:
\defineBarLine ":|.-sbagliata" #'(":|." "" "|.") \defineBarLine ":|.-giusta" #'(":|." "" " |.") \new StaffGroup << \new Staff { c1 \bar ":|.-sbagliata" c1 \bar ":|.-giusta" c1 } \new Staff { c1 c1 c1 } >>
Se servono ulteriori elementi, LilyPond fornisce un modo semplice per definirli. Maggiori informazioni sulla modifica e l’aggiunta delle stanghette sono presenti nel file ‘scm/bar-line.scm’.
Nelle partiture con molti righi, un comando \bar
inserito
in un rigo viene applicato automaticamente a tutti i righi.
Le stanghette risultanti sono connesse tra i diversi righi
di un StaffGroup
, PianoStaff
o GrandStaff
.
<< \new StaffGroup << \new Staff \relative { e'4 d \bar "||" f4 e } \new Staff \relative { \clef bass c'4 g e g } >> \new Staff \relative { \clef bass c'2 c2 } >>
Il comando ‘\bar tipo-stanghetta’ è una scorciatoia di
‘\set Timing.whichBar = tipo-stanghetta’. Una stanghetta
viene creata ogni volta che si imposta la proprietà whichBar
.
Il tipo di stanghetta predefinita per le stanghette inserite automaticamente
è "|"
. Si può modificare in qualsiasi momento con
‘\set Timing.measureBarType = tipo-stanghetta’.
Vedi anche
Guida alla notazione: Interruzioni di linea, Ripetizioni, Raggruppare i righi.
File installati: ‘scm/bar-line.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno:
BarLine (creata al livello Staff
),
SpanBar (tra i righi),
Timing_translator (per le proprietà di Timing).
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Numeri di battuta
I numeri di battuta appaiono all’inizio di ogni linea tranne la prima.
Il numero viene salvato nella proprietà currentBarNumber
, che
viene aggiornata automaticamente per ogni misura. Può anche essere
impostata a mano:
\relative c' { c1 c c c \break \set Score.currentBarNumber = #50 c1 c c c }
I numeri di battuta possono essere mostrati a intervalli regolari
anziché solo all’inizio di ogni linea. Per farlo occorre
sovrascrivere il comportamento predefinito e permettere ai
numeri di battuta di apparire anche in punti diversi dall’inizio
della linea. Questo comportamento è regolato dalla proprietà
break-visibility
di BarNumber
, che considera tre
valori impostabili su #t
o #f
, i quali indicano se
il numero di battuta corrispondente debba essere visibile
o no. L’ordine dei tre valori è end of line visible
, middle of
line visible
, beginning of line visible
. Nell’esempio seguente
i numeri di battuta compaiono in tutti i punti possibili:
\relative c' { \override Score.BarNumber.break-visibility = ##(#t #t #t) \set Score.currentBarNumber = #11 % Permette la visualizzazione del primo numero di battuta \bar "" c1 | c | c | c \break c1 | c | c | c }
Frammenti di codice selezionati
Mostrare il numero di battuta nella prima misura
Il primo numero di battuta di una partitura viene soppresso se è inferiore
o uguale a ‘1’. Se si imposta barNumberVisibility
su
all-bar-numbers-visible
, verrà mostrato il numero di battuta della
prima misura e di tutte quelle successive. Si noti che perché funzioni è
necessario inserire una stanghetta invisibile prima della prima nota.
\layout { indent = 0 ragged-right = ##t } \relative c' { \set Score.barNumberVisibility = #all-bar-numbers-visible c1 | d | e | f \break g1 | e | d | c }
Mostrare i numeri di battuta a intervalli regolari
Impostando la proprietà barNumberVisibility
si possono far apparire
i numeri di battuta a intervalli regolari. In questo esempio vengono
mostrati ogni due misure eccetto alla fine della linea.
\relative c' { \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \set Score.currentBarNumber = #11 % Print a bar number every second measure \set Score.barNumberVisibility = #(every-nth-bar-number-visible 2) c1 | c | c | c | c \break c1 | c | c | c | c }
Stampare i numeri di battuta a intervalli regolari variabili
Tramite la funzione di contesto {set-bar-number-visibility}
si possono modificare gli intervalli dei numeri di battuta.
\relative c' { \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \context Score \applyContext #(set-bar-number-visibility 4) \repeat unfold 10 c'1 \context Score \applyContext #(set-bar-number-visibility 2) \repeat unfold 10 c }
Numeri di battuta racchiusi in rettangoli o cerchi
I numeri di battuta possono apparire anche all’interno di rettangoli o cerchi.
\relative c' { % Prevent bar numbers at the end of a line and permit them elsewhere \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \set Score.barNumberVisibility = #(every-nth-bar-number-visible 4) % Increase the size of the bar number by 2 \override Score.BarNumber.font-size = #2 % Draw a box round the following bar number(s) \override Score.BarNumber.stencil = #(make-stencil-boxer 0.1 0.25 ly:text-interface::print) \repeat unfold 5 { c1 } % Draw a circle round the following bar number(s) \override Score.BarNumber.stencil = #(make-stencil-circler 0.1 0.25 ly:text-interface::print) \repeat unfold 4 { c1 } \bar "|." }
Numeri di battuta alternativi
Si possono impostare due metodi alternativi di numerazione della battuta, utili specialmente per le ripetizioni.
music = \relative c' { \repeat volta 3 { c4 d e f | \alternative { \volta 1 { c4 d e f | c2 d \break } \volta 2 { f4 g a b | f4 g a b | f2 a | \break } \volta 3 { c4 d e f | c2 d } } } c1 \bar "|." } \markup "default" { \music } \markup \typewriter "'numbers" { \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers \music } \markup \typewriter "'numbers-with-letters" { \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers-with-letters \music }
Allineare i numeri di battuta
Per impostazione predefinita i numeri di battuta sono allineati a destra rispetto al loro oggetto genitore. Di solito si tratta del margine sinistro della linea oppure, se i numeri appaiono all’interno della linea, del lato sinistro della stanghetta. I numeri possono essere posizionati anche direttamente sopra la stanghetta oppure allineati a sinistra della stanghetta.
\relative c' { \set Score.currentBarNumber = #111 \override Score.BarNumber.break-visibility = #all-visible % Increase the size of the bar number by 2 \override Score.BarNumber.font-size = #2 % Print a bar number every second measure \set Score.barNumberVisibility = #(every-nth-bar-number-visible 2) c1 | c1 % Center-align bar numbers \override Score.BarNumber.self-alignment-X = #CENTER c1 | c1 % Left-align bar numbers \override Score.BarNumber.self-alignment-X = #LEFT c1 | c1 }
Togliere i numeri di battuta da uno spartito
I numeri di battuta possono essere tolti rimuovendo l’incisore
Bar_number_engraver
dal contesto Score
.
\layout { \context { \Score \omit BarNumber % or: %\remove "Bar_number_engraver" } } \relative c'' { c4 c c c \break c4 c c c }
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: BarNumber, Bar_number_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
I numeri di battuta possono collidere con la parte superiore della parentesi quadra di
StaffGroup
, se presente. Per evitare la collisione, si può usare la
proprietà padding
di BarNumber
per posizionare correttamente
il numero. Si veda StaffGroup e BarNumber per
maggiori informazioni.
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Controlli di battuta e del numero di battuta
I controlli di battuta aiutano a rilevare gli errori di durata. Il controllo
di battuta si inserisce col simbolo della barra verticale, |
, in un qualsiasi
punto in cui è previsto l’inserimento di una stanghetta. Se vengono trovati controlli
di battuta in punti diversi, viene creata una lista di avvisi nel file di log
che mostra i numeri di linea e le linee in cui il controllo è fallito. Nell’esempio
seguente il secondo controllo di battuta segnalerà un errore.
\time 3/4 c2 e4 | g2 |
Una durata non corretta può generare uno spartito completamente alterato, specialmente nel caso di brani polifonici. Quindi il primo passo da compiere per correggere l’input è la verifica dei controlli di battuta e delle durate errate.
Se i controlli di battuta successivi sono spostati dello stesso intervallo musicale, viene mostrato solo il primo messaggio di avviso. Così l’avvertimento si concentra sulla causa dell’errore di tempo.
I controlli di battuta possono essere usati anche all’interno del testo vocale:
\lyricmode { \time 2/4 Twin -- kle | Twin -- kle | }
Attenzione: i segni di controllo di ottava nel testo vocale sono elaborati nel momento musicale in cui la sillaba che segue il segno di controllo viene elaborata. Se il testo è associato alle note di una voce che ha una pausa all’inizio di una battuta, non è possibile individuare alcuna sillaba all’inizio di quella battuta e apparirà un avvertimento se viene posto un controllo di battuta in quel punto del testo vocale.
È anche possibile ridefinire l’azione da prendere quando si incontra
un controllo di battuta o simbolo di barra verticale, |
, nell’input,
in modo che avvenga qualcosa di diverso dal controllo di battuta. Si può
fare assegnando un’espressione musicale a "|"
.
Nell’esempio seguente |
, invece di controllare la fine di una
battuta, viene usato per inserire una stanghetta doppia ovunque appaia
nell’input.
"|" = \bar "||" { c'2 c' | c'2 c' c'2 | c' c'2 c' }
Quando si copiano brani di una certa ampiezza, può essere d’aiuto verificare che i
numeri di battuta di LilyPond corrispondano all’originale a partire dal quale
si sta scrivendo il brano. Si può abilitare con \barNumberCheck
, ad
esempio,
\barNumberCheck #123
genererà un avvertimento se currentBarNumber
non è 123
nel momento in cui viene elaborato.
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
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Segni di chiamata
Per creare un segno di chiamata si usa il comando \mark
.
\relative c'' { c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark \default }
Il segno viene incrementato automaticamente se si usa \mark
\default
, ma è possibile usare anche un numero intero come argomento in
modo da impostare il segno manualmente. Il valore da usare viene salvato
nella proprietà rehearsalMark
.
\relative c'' { c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark #8 c1 \mark \default c1 \mark \default }
La lettera ‘I’ viene saltata, come vuole la tradizione tipografica. Se si desidera includere la lettera ‘I’, si può usare uno dei seguenti comandi, a seconda dello stile che si vuole (solo lettere, lettere in un quadrato o lettere in un cerchio).
\set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-alphabet \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-box-alphabet \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-circle-alphabet
\relative c'' { \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-box-alphabet c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark #8 c1 \mark \default c1 \mark \default }
Lo stile viene definito dalla proprietà rehearsalMarkFormatter
. È una
funzione che accoglie come argomenti il segno corrente (un numero intero) e
il contesto corrente. Dovrebbe restituire un oggetto testuale. Nell’esempio
seguente, rehearsalMarkFormatter
viene prima impostato su una procedura
predefinita e dopo alcune misure su una procedura che produce un
numero racchiuso in un quadrato.
\relative c'' { \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-numbers c1 \mark \default c1 \mark \default \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-box-numbers c1 \mark \default \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-circle-numbers c1 \mark \default \set Score.rehearsalMarkFormatter = #format-mark-circle-letters c1 }
Il file ‘scm/translation-functions.scm’ contiene le
definizioni di format-mark-letters
(il formato predefinito),
format-mark-box-letters
, format-mark-numbers
e
format-mark-box-numbers
. Possono essere usate come fonte
di ispirazione per creare altre funzioni di formattazione.
Si possono usare format-mark-barnumbers
,
format-mark-box-barnumbers
e
format-mark-circle-barnumbers
per ottenere i numeri di battuta
invece di numeri o lettere crescenti.
Si possono specificare manualmente altri stili di segni di chiamata:
\mark "A1"
Si noti che Score.rehearsalMarkFormatter
non ha effetto sui segni specificati
in questo modo. Tuttavia, è possibile applicare un \markup
alla
stringa.
\mark \markup { \box A1 }
I glifi musicali (come il Segno) possono essere posti dentro il
comando \mark
\relative c' { c1 \mark \markup { \musicglyph "scripts.segno" } c1 \mark \markup { \musicglyph "scripts.coda" } c1 \mark \markup { \musicglyph "scripts.ufermata" } c1 }
L’elenco dei simboli che possono essere prodotti con \musicglyph
si
trova in Il font Emmentaler.
Per le più comuni modifiche relative al posizionamento dei segni di chiamata, si
veda Formattazione del testo. Per ottenere un controllo più preciso si consiglia
di studiare il funzionamento della proprietà break-alignable-interface
descritta in Allineamento degli oggetti.
Il file ‘scm/translation-functions.scm’ contiene le
definizioni di format-mark-numbers
e
format-mark-letters
, che possono essere usate come fonte di
ispirazione per creare altre funzioni di formattazione.
Vedi anche
Guida alla notazione: Il font Emmentaler, Formattazione del testo, Allineamento degli oggetti.
File installati: ‘scm/translation-functions.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: MarkEvent, Mark_engraver, RehearsalMark.
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1.2.6 Questioni ritmiche particolari
Abbellimenti | ||
Allineamento sulle cadenze | ||
Gestione del tempo |
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Abbellimenti
Gli abbellimenti sono degli ornamenti musicali che hanno un carattere in corpo più piccolo e non alterano la durata della misura.
\relative { c''4 \grace b16 a4( \grace { b16 c16 } a2) }
Esistono altri tre tipi di abbellimenti possibili; l’acciaccatura – un
abbellimento in tempo libero indicato da una nota con legatura di portamento
e un gambo barrato – e l’appoggiatura, che sottrae un valore determinato
della nota principale a cui corrisponde e ha un gambo non barrato. È anche
possibile creare un abbellimento con gambo barrato, come l’acciaccatura, ma
privo di legatura di portamento, in modo da collocarla tra note
già poste sotto una legatura: si usa il comando \slashedGrace
.
\relative { \acciaccatura d''8 c4 \appoggiatura e8 d4 \acciaccatura { g16 f } e2 \slashedGrace a,8 g4 \slashedGrace b16 a4( \slashedGrace b8 a2) }
Il posizionamento degli abbellimenti è sincronizzato sui diversi righi. Nell’esempio seguente, ci sono due abbellimenti da un sedicesimo ogni abbellimento da un ottavo
<< \new Staff \relative { e''2 \grace { c16 d e f } e2 } \new Staff \relative { c''2 \grace { g8 b } c2 } >>
Se si desidera risolvere una nota su un abbellimento, si usa il
comando \afterGrace
. Considera due argomenti: la nota principale e
gli abbellimenti che la seguono.
\relative { c''1 \afterGrace d1 { c16[ d] } c1 }
In questo modo, gli abbellimenti sono collocati dopo l’inizio della nota principale. Il momento temporale in cui sono posti gli abbellimenti è una certa frazione della durata della nota principale. L’impostazione predefinita di
afterGraceFraction = 3/4
può essere ridefinita nel livello superiore. Ma è anche possibile specificare
la frazione per ogni singolo comando \afterGrace
.
L’esempio seguente mostra le diverse spaziature che si ottengono con la frazione
predefinita, impostandola a 15/16
e infine a 1/2
della nota
principale.
<< \new Staff \relative { c''1 \afterGrace d1 { c16[ d] } c1 } \new Staff \relative { c''1 \afterGrace 15/16 d1 { c16[ d] } c1 } \new Staff \relative { c''1 \afterGrace 1/2 d1 { c16[ d] } c1 } >>
Lo spazio tra la nota principale e l’abbellimento può essere definito anche attraverso delle pause spaziatrici. L’esempio seguente sposta l’abbellimento di uno spazio equivalente ai 7/8 della nota principale.
\new Voice \relative { << { d''1^\trill_( } { s2 s4. \grace { c16 d } } >> c1) }
L’espressione musicale introdotta dal comando \grace
avrà delle
impostazioni tipografiche speciali; per esempio, per rimpicciolire il
tipo di carattere e impostare le direzioni. Dunque le modifiche che
sovrascrivono tali impostazioni speciali devono essere poste all’interno
del blocco \grace
. Lo stesso vale per le modifiche che ripristinano
i valori predefiniti. Nell’esempio seguente la direzione predefinita del
gambo viene prima sovrascritta e poi ripristinata.
\new Voice \relative { \acciaccatura { \stemDown f''16-> \stemNeutral } g4 e c2 }
Frammenti di codice selezionati
Usare il gambo barrato degli abbellimenti con le teste normali
Il gambo barrato presente nelle acciaccature può essere applicato in altre situazioni.
\relative c'' { \override Flag.stroke-style = #"grace" c8( d2) e8( f4) }
Modificare l’aspetto degli abbellimenti di un intero brano
L’aspetto di tutte le espressioni contenute nei blocchi \grace
di un
brano può essere modificato con le funzioni add-grace-property
e
remove-grace-property
. L’esempio seguente toglie la definizione
della direzione di Stem
nell’abbellimento, in modo che gli abbellimenti
non siano sempre rivolti in su, e barra le teste di nota.
\relative c'' { \new Staff { $(remove-grace-property 'Voice 'Stem 'direction) $(add-grace-property 'Voice 'NoteHead 'style 'cross) \new Voice { \acciaccatura { f16 } g4 \grace { d16 e } f4 \appoggiatura { f,32 g a } e2 } } }
Ridefinire le impostazioni predefinite globali degli abbellimenti
Le impostazioni globali predefinite degli abbellimenti sono salvate ni seguenti identificatori:
startGraceMusic stopGraceMusic startAcciaccaturaMusic stopAcciaccaturaMusic startAppoggiaturaMusic stopAppoggiaturaMusic
Sono definiti nel file ly/grace-init.ly
. Ridefinendoli si
possono ottenere effetti diversi.
startAcciaccaturaMusic = { <>( \override Flag.stroke-style = #"grace" \slurDashed } stopAcciaccaturaMusic = { \revert Flag.stroke-style \slurSolid <>) } \relative c'' { \acciaccatura d8 c1 }
Posizionare gli abbellimenti con dello spazio fluttuante
Se si imposta la proprietà 'strict-grace-spacing
, le colonne musicali
degli abbellimenti ’fluttuano’, ovvero si scollegano dalle note normali:
prima vengono spaziate le note normali, poi le colonne musicali degli
abbellimenti vengono messe a sinistra delle colonne delle note principali.
\relative c'' { << \override Score.SpacingSpanner.strict-grace-spacing = ##t \new Staff \new Voice { \afterGrace c4 { c16[ c8 c16] } c8[ \grace { b16 d } c8] c4 r } \new Staff { c16 c c c c c c c c4 r } >> }
Vedi anche
Glossario musicale: acciaccatura, acciaccatura, appoggiatura.
Guida alla notazione: Scalare le durate, Travature manuali.
File installati: ‘ly/grace-init.ly’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: GraceMusic, Grace_beam_engraver, Grace_auto_beam_engraver, Grace_engraver, Grace_spacing_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Una acciaccatura con molte note raggruppate sotto una travatura è priva della barra trasversale e ha il medesimo aspetto di una appoggiatura composta da varie note raggruppate sotto una travatura.
La sincronizzazione degli abbellimenti può nascondere delle sorprese, perché vengono sincronizzati anche altri elementi della notazione del rigo, come le armature di chiave, le stanghette, etc. Fai attenzione quando metti insieme righi che hanno degli abbellimenti con righi che non ne hanno. Ad esempio
<< \new Staff \relative { e''4 \section \grace c16 d2. } \new Staff \relative { c''4 \section d2. } >>
Si può ovviare a questo problema inserendo degli abbellimenti della durata corrispondente negli altri righi. Riprendendo l’esempio precedente
<< \new Staff \relative { e''4 \section \grace c16 d2. } \new Staff \relative { c''4 \section \grace s16 d2. } >>
L’uso del comando \grace
nella parte con le pause spaziatrici è
obbligatorio, anche se la parte visibile usa \acciaccatura
o
\appoggiatura
, perché altrimenti apparirà un orribile frammento
di legatura di portamento che connette la nota di abbellimento invisibile
alla nota seguente.
Le sezioni con abbellimenti devono essere usate solamente all’interno di espressioni musicali sequenziali. Non è permesso annidare o affiancare gruppi di abbellimenti; potrebbero verificarsi blocchi del programma o altri errori se non si rispetta questa limitazione.
Ogni abbellimento generato nell’output MIDI ha una durata di 1/4 della sua
vera durata. Se la durata complessiva degli abbellimenti è maggiore della
durata della nota che li precede, verrà generato l’errore
“Going back in MIDI time
”. A meno che non si diminuisca la durata degli
abbellimenti, ad esempio:
c'8 \acciaccatura { c'8[ d' e' f' g'] }
diventa:
c'8 \acciaccatura { c'16[ d' e' f' g'] }
Oppure si cambia esplicitamente la durata musicale:
c'8 \acciaccatura { \scaleDurations 1/2 { c'8[ d' e' f' g'] } }
Vedi Scalare le durate.
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Allineamento sulle cadenze
Nell’ambito di una partitura per orchestra, le cadenze presentano un problema peculiare: quando si scrive una partitura che include una cadenza o un altro passaggio solistico, tutti gli altri strumenti devono saltare esattamente la durata complessiva delle note del passaggio, altrimenti inizieranno troppo presto o troppo tardi.
Una possibile soluzione a questo problema consiste nell’uso delle funzioni
mmrest-of-length
e skip-of-length
. Queste funzioni Scheme
prendono come argomento una sezione di musica salvata in una variabile e generano
una pausa multipla o \skip
della lunghezza esatta del brano.
MyCadenza = \relative { c'4 d8 e f g g4 f2 g4 g } \new GrandStaff << \new Staff { \MyCadenza c'1 \MyCadenza c'1 } \new Staff { #(mmrest-of-length MyCadenza) c'1 #(skip-of-length MyCadenza) c'1 } >>
Vedi anche
Glossario musicale: cadenza.
Frammenti di codice: Rhythms.
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Gestione del tempo
Il tempo è gestito da Timing_translator
, che si trova
nel contesto Score
. Un suo alias,
Timing
, viene aggiunto nel contesto nel quale si
trova Timing_translator
. Per assicurarsi che l’alias
Timing
sia disponibile, occorre istanziare esplicitamente
il contesto che lo contiene (come Voice
o
Staff
).
Si usano le seguenti proprietà di Timing
per tenere traccia
del tempo in una partitura.
-
currentBarNumber
Il numero di battuta corrente. Un esempio che mostra l’uso di questa proprietà si trova in Numeri di battuta.
-
measureLength
La durata delle misure nel tempo corrente. Per un tempo di 4/4 è 1, per un tempo di 6/8 è 3/4. Il suo valore determina quando debbano essere inserite le stanghette e come debbano essere generate le travature automatiche.
-
measurePosition
Il punto della misura in cui ci si trova. Questa quantità viene reimpostata sottraendo
measureLength
ogni volta chemeasureLength
viene raggiunto o superato. Quando questo accade,currentBarNumber
viene incrementato.-
timing
Se impostato su
#t
, le variabili precedenti sono aggiornate ad ogni momento temporale. Se impostato su#f
, l’incisore rimane nella misura corrente per un tempo indefinito.
Si può cambiare il tempo impostando esplicitamente una qualsiasi di
queste variabili. Nel prossimo esempio, viene visualizzata l’indicazione
di tempo predefinita di 4/4, ma measureLength
è impostato su 5/4.
A 4/8 della terza misura, measurePosition
si sposta in avanti
di 1/8 fino a 5/8, diminuendo quella misura di 1/8.
Quindi la stanghetta successiva si troverà a 9/8 invece che a 5/4.
\new Voice \relative { \set Timing.measureLength = \musicLength 4*5 c'1 c4 | c1 c4 | c4 c \set Timing.measurePosition = \musicLength 8*5 b4 b b8 | c4 c1 | }
Come mostra l’esempio, ly:make-moment n/m
definisce una durata
di n/m della nota intera. Ad esempio, ly:make-moment 1/8
corrisponde
alla durata di un ottavo mentre ly:make-moment 7/16
a quella di sette
sedicesimi.
Vedi anche
Guida alla notazione: Numeri di battuta, Musica in tempo libero.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Timing_translator, Score.
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1.3 Segni di espressione
Questa sezione elenca vari segni di espressione che si possono usare in una partitura.
1.3.1 Segni di espressione collegati alle note | ||
1.3.2 Indicazioni espressive curvilinee | ||
1.3.3 Indicazioni espressive lineari |
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1.3.1 Segni di espressione collegati alle note
Questa sezione spiega come creare segni di espressione collegati alle note: articolazioni, abbellimenti e dinamiche. Sono trattati anche i metodi per creare nuove indicazioni dinamiche.
Articolazioni e abbellimenti | ||
Dinamiche | ||
Nuove indicazioni dinamiche |
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Articolazioni e abbellimenti
I diversi simboli che rappresentano articolazioni, ornamenti e altre indicazioni esecutive possono essere collegati a una nota con questa sintassi:
nota\nome
I valori possibili per nome
sono elencati in
Elenco delle articolazioni. Ad esempio:
\relative { c''4\staccato c\mordent b2\turn c1\fermata }
Alcune di queste articolazioni hanno delle abbreviazioni che ne semplificano
l’inserimento. Le abbreviazioni sono attaccate al nome della nota e la
loro sintassi è composta da un trattino -
seguito da un simbolo
che indica l’articolazione. Esistono abbreviazioni predefinite per
marcato, chiuso, tenuto, staccatissimo,
accento, staccato e portato.
L’output corrispondente è:
\relative { c''4-^ c-+ c-- c-! c4-> c-. c2-_ }
Le regole per il posizionamento predefinito delle articolazioni sono definite in ‘scm/script.scm’. Articolazioni e ornamenti possono essere posizionati manualmente sopra o sotto il rigo; si veda Direzione e posizionamento.
Le articolazioni sono oggetti Script
. Le loro proprietà sono
descritte in dettaglio in Script.
Le articolazioni possono essere attaccate alle pause normali, alle pause
multiple e alle note. Attaccando un’articolazione a una pausa multipla
si crea un oggetto MultiMeasureRestScript
.
\override Script.color = #red \override MultiMeasureRestScript.color = #blue a'2\fermata r\fermata R1\fermata
Oltre alle articolazioni, si può attaccare alle note anche un testo,
posto tra virgolette o in un blocco \markup{}
. Si veda Scritte.
Ulteriori informazioni sull’ordine degli oggetti Script e TextScript collegati alle note si trovano in Posizionamento degli oggetti.
Frammenti di codice selezionati
Modificare i valori predefiniti per le abbreviazioni delle articolazioni
Le abbreviazioni sono definite in ‘ly/script-init.ly’, dove sono
assegnati valori predefiniti alle variabili dashHat
, dashPlus
,
dashDash
, dashBang
, dashLarger
, dashDot
e
dashUnderscore
. Questi valori predefiniti possono essere
modificati. Ad esempio, per associare l’abbreviazione -+
(dashPlus
)
al simbolo del trillo invece che al simbolo + predefinito, si assegna il
valore trill
alla variabile dashPlus
:
\paper { tagline = ##f } \relative c'' { c1-+ } dashPlus = \trill \relative c'' { c1-+ }
Controllo dell’ordine verticale degli script
L’ordine verticale degli script è determinato dalla proprietà
'script-priority
. Più il numero è piccolo, più sarà posto
vicino alla nota. In questo esempio, il simbolo di diesis (oggetto
TextScript
) ha prima la priorità più bassa, dunque è posto più
in basso nel primo esempio. Nel secondo, il trillo (oggetto Script
) ha
la priorità più bassa, quindi si trova all’interno. Quando due oggetti hanno
la stessa priorità, l’ordine in cui sono inseriti determina quale viene
prima.
\relative c''' { \once \override TextScript.script-priority = #-100 a2^\prall^\markup { \sharp } \once \override Script.script-priority = #-100 a2^\prall^\markup { \sharp } }
Creare un gruppetto ritardato
Creare un gruppetto ritardato, dove la nota più bassa del gruppetto usa
l’alterazione, richiede vari \override. La proprietà
outside-staff-priority
deve essere impostata su #f
, perché
altrimenti questa avrebbe la precedenza sulla proprietà avoid-slur
.
Cambiando la frazione 2/3
si aggiusta la posizione orizzontale.
\relative c'' { \after 2*2/3 \turn c2( d4) r | \after 4 \turn c4.( d8) \after 4 { \once \set suggestAccidentals = ##t \once \override AccidentalSuggestion.outside-staff-priority = ##f \once \override AccidentalSuggestion.avoid-slur = #'inside \once \override AccidentalSuggestion.font-size = -3 \once \override AccidentalSuggestion.script-priority = -1 \once \hideNotes cis8\turn \noBeam } d4.( e8) }
Vedi anche
Glossario Musicale: tenuto, accento, staccato, portato.
Manuale di apprendimento: Posizionamento degli oggetti.
Guida alla notazione: Scritte, Direzione e posizionamento, Elenco delle articolazioni, Trilli.
File installati: ‘scm/script.scm’.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Script, TextScript.
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Dinamiche
Le indicazioni dinamiche assolute si indicano con un comando che segue una
nota, come ad esempio c4\ff
. Le indicazioni dinamiche disponibili
sono \ppppp
, \pppp
, \ppp
, \pp
, \p
,
\mp
, \mf
, \f
, \ff
, \fff
,
\ffff
, \fffff
, \fp
, \sf
, \sff
,
\sp
, \spp
, \sfz
, \rfz
e \n
. Le indicazioni
dinamiche possono essere posizionate manualmente sopra o sotto il
rigo, come è spiegato in dettaglio in Direzione e posizionamento.
\relative c'' { c2\ppp c\mp c2\rfz c^\mf c2_\spp c^\ff }
Un’indicazione di crescendo inizia con \<
e termina
con \!
, un’indicazione dinamica assoluta o un’ulteriore indicazione
di crescendo o decrescendo. Un’indicazione di decrescendo inizia
con \>
e termina nello stesso modo, ovvero con \!
, un’indicazione
dinamica assoluta oppure un altro segno di crescendo o decrescendo.
Si possono usare \cr
e \decr
al posto di \<
e
\>
; si possono usare \endcr
e \enddecr
al posto di
\!
per terminare unindicazione di crescendo o decrescendo,
rispettivamente. Le forcelle vengono create con questa notazione.
\relative c'' { c2\< c\! d2\< d\f e2\< e\> f2\> f\! e2\> e\mp d2\> d\> c1\! }
Una forcella che termina con \!
si estenderà fino al margine
destro della nota a cui è assegnato \!
. Nel caso in cui sia
terminata con l’inizio di un altro segno di crescendo o
decrescendo, si estenderà fino al centro della nota a
cui è assegnato il successivo \<
o \>
. La forcella
successiva partirà dal margine destro della stessa nota invece che
dal margine sinistro, come accade quando si termina con \!
.
Una forcella che termina sul battere si fermerà alla stanghetta
precedente.
\relative { c''1\< | c4 a c\< a | c4 a c\! a\< | c4 a c a\! }
Le forcelle terminate con indicazioni dinamiche assolute invece che da
\!
avranno un aspetto simile. Tuttavia, la lunghezza dell’indicazione
dinamica assoluta stessa può cambiare il punto in cui finisce la
forcella precedente.
\relative { c''1\< | c4 a c\mf a | c1\< | c4 a c\ffff a }
Segni come crescendo o decrescendo devono spesso
iniziare o terminare nel corso di una nota sostenuta. Lo si può fare
con \after
, che può essere usato anche per creare articolazioni
o scritte testuali differite:
<< \relative { \after 2 \< c'1 d4\f\> e f g \after 2. \pp c,1 \after 2. \fermata e \after 2. ^"Fine." f } \relative { \repeat unfold 12 c'4 c c c c\fermata c c c c } >>
Si può usare ripetutamente \after
per attaccare più di un’indicazione a
una nota. Questo è utile soprattutto quando si aggiungono un crescendo e un
decrescendo alla stessa nota:
\relative { c''4\< d\! e\> c\! \after 4 \< \after 2\> \after 2. \! f1 \textLengthOn \after 4 \> \after 2. ^"hush!" c1 g4\pp }
Se il primo di tale sequenza di segni su una nota coincide con l’attacco
della nota, conviene attaccarlo a un accordo vuoto <>
. In questo
modo tutti i segni possono essere inseriti nel loro ordine visivo naturale:
{ <>\< \after 4 \> \after 2 \! c'1 % più facile da leggere e scrivere di: \after 4 \> \after 2 \! c'1\< }
Il comando \espressivo
può essere usato anche per indicare un crescendo
e un decrescendo sulla stessa nota. Tuttavia, si tenga presente che
viene implementato come articolazione, non come dinamica.
\relative { c''2 b4 a g1\espressivo \after 2. \espressivo c }
Le indicazioni di crescendo testuali iniziano con \cresc
, quelle di
decrescendo con \decresc
o \dim
.
Le linee di estensione sono aggiunte automaticamente.
\relative { g'8\cresc a b c b c d e\mf | f8\decresc e d c e\> d c b | a1\dim ~ | a2. r4\! | }
Le indicazioni testuali per i cambi di dinamica possono essere impiegate anche per sostituire le forcelle:
\relative c'' { \crescTextCresc c4\< d e f\! | \dimTextDecresc g4\> e d c\! | \dimTextDecr e4\> d c b\! | \dimTextDim d4\> c b a\! | \crescHairpin \dimHairpin c4\< d\! e\> d\! | }
Per creare nuove indicazioni dinamiche assolute o testi da allineare alle dinamiche, si veda Nuove indicazioni dinamiche.
Il posizionamento verticale della dinamica è gestito da DynamicLineSpanner.
Esiste un contesto Dynamics
che permette di posizionare le indicazioni
dinamiche su un’apposita linea orizzontale. Si usano le pause spaziatrici
per indicarne la collocazione temporale (le note in un contesto Dynamics
occupano
infatti il rispettivo valore musicale, ma senza comparire sul rigo).
Il contesto Dynamics
può contenere altri elementi utili come
indicazioni testuali, estensori del testo e indicazioni di pedalizzazione del pianoforte.
<< \new Staff \relative { c'2 d4 e | c4 e e,2 | g'4 a g a | c1 | } \new Dynamics { s1\< | s1\f | s2\dim s2-"rit." | s1\p | } >>
Comandi predefiniti
\dynamicUp
,
\dynamicDown
,
\dynamicNeutral
,
\crescTextCresc
,
\dimTextDim
,
\dimTextDecr
,
\dimTextDecresc
,
\crescHairpin
,
\dimHairpin
.
Frammenti di codice selezionati
Impostare il comportamento delle forcelle sulle stanghette
Se la nota che termina una forcella si trova sul primo battito di una
battuta, la forcella si ferma prima della stanghetta che precede la
nota. Si può controllare questo comportamento modificando la
proprietà 'to-barline
.
\relative c'' { e4\< e2. e1\! \override Hairpin.to-barline = ##f e4\< e2. e1\! }
Impostare la lunghezza minima delle forcelle
Se le forcelle sono troppo corte, possono essere allungate modificando
la proprietà minimum-length
dell’oggetto Hairpin
.
<< { \after 4 \< \after 2 \> \after 2. \! f'1 \override Hairpin.minimum-length = #8 \after 4 \< \after 2 \> \after 2. \! f'1 } { \repeat unfold 8 c'4 } >>
Allineare le estremità delle forcelle alle direzioni di NoteColumn
Le estremità delle forcelle possono essere allineate alle direzioni LEFT
,
CENTER
o RIGHT
dei grob NoteColumn
modificando la
proprietà endpoint-alignments
, che è costituita da una coppia di
numeri che rappresentano le estremità sinistra e destra della forcella.
endpoint-alignments
devono essere direzioni (-1, 0 o 1). Valori
diversi verranno trasformati emettendo un avviso. Non ha effetto quando
l’estremità destra di una forcella termina su una pausa; in questo caso termina
sempre sul margine sinistro della pausa.
{ c'2\< <c' d'>\! | \override Hairpin.endpoint-alignments = #'(1 . -1) c'2\< <c' d'>\! | \override Hairpin.endpoint-alignments = #`(,LEFT . ,CENTER) c'2\< <c' d'>\! | }
Spostare le estremità delle forcelle
Le estremità delle forcelle possono essere spostate in modo relativo alla
loro posizione predefinita (offset) impostando la proprietà shorten-pair
dell’oggetto Hairpin
. Valori positivi spostano le estremità a
destra, valori negativi le spostano a sinistra. Diversamente dalla
proprietà minimum-length
, questa proprietà modifica solo l’aspetto
della forcella; non cambia la spaziatura orizzontale (inclusa la posizione
delle dinamiche confinanti). Questo metodo è quindi utile per ritoccare
una forcella entro lo spazio ad essa allocato.
{ c'1~\< c'2~ c'\! \once \override Hairpin.shorten-pair = #'(2 . 2) c'1~\< c'2~ c'\! \once \override Hairpin.shorten-pair = #'(-2 . -2) c'1~\< c'2~ c'\! c'1~\p-\tweak shorten-pair #'(2 . 0)\< c'2~ c'\ffff }
Forcelle con notazione al niente
Le forcelle di dinamica possono essere rappresentate con ua punta
tonda (notazione “al niente”) impostando la proprietà circled-tip
dell’oggetto Hairpin
su #t
.
\relative c'' { \override Hairpin.circled-tip = ##t c2\< c\! c4\> c\< c2\! }
Stampare le forcelle in vari stili
Il segno di dinamica della forcella può avere diversi stili
\relative c'' { \override Hairpin.stencil = #flared-hairpin a4\< a a a\f a4\p\< a a a\ff a4\sfz\< a a a\! \override Hairpin.stencil = #constante-hairpin a4\< a a a\f a4\p\< a a a\ff a4\sfz\< a a a\! \override Hairpin.stencil = #flared-hairpin a4\> a a a\f a4\p\> a a a\ff a4\sfz\> a a a\! \override Hairpin.stencil = #constante-hairpin a4\> a a a\f a4\p\> a a a\ff a4\sfz\> a a a\! }
Dinamiche e segni testuali allineati verticalmente
Tutti gli oggetti DynamicLineSpanner
(forcelle e testi di dinamica)
sono posti a una distanza minima dal rigo determinata da 'staff-padding
.
Se si imposta 'staff-padding
su un valore abbastanza grande,
le dinamiche saranno allineate.
music = \relative c' { a'2\p b\f e4\p f\f\> g, b\p c2^\markup { \huge gorgeous } c^\markup { \huge fantastic } } { \music \break \override DynamicLineSpanner.staff-padding = #3 \textLengthOn \override TextScript.staff-padding = #1 \music }
Nascondere la linea di estensione per le dinamiche testuali
I cambi di dinamica in stile testuale (come cresc. e dim.) appaiono con una linea tratteggiata che mostra la loro estensione. Questa linea può essere soppressa nel modo seguente:
\relative c'' { \override DynamicTextSpanner.style = #'none \crescTextCresc c1\< | d | b | c\! }
Cambiare gli stili del testo e degli estensori per le dinamiche testuali
Il testo usato per i crescendo e i decrescendo può essere cambiato
modificando le proprietà di contesto crescendoText
e
decrescendoText
.
Lo stile della linea dell’estensore può essere cambiato modificando la
proprietà 'style
di DynamicTextSpanner
. Il valore predefinito
è 'dashed-line
; gli altri valori possibili sono 'line
,
'dotted-line
e 'none
.
\relative c'' { \set crescendoText = \markup { \italic { cresc. poco } } \set crescendoSpanner = #'text \override DynamicTextSpanner.style = #'dotted-line a2\< a a2 a a2 a a2 a\mf }
Vedi anche
Glossario Musicale: al niente, crescendo, decrescendo, forcella. Manuale di apprendimento: Articolazioni e dinamiche.
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Nuove indicazioni dinamiche, Miglioramento dell’output MIDI, Gestione delle dinamiche nel MIDI.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: DynamicText, Hairpin, DynamicLineSpanner, Dynamics.
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Nuove indicazioni dinamiche
Il modo più semplice per creare indicazioni dinamiche è usare
gli oggetti \markup
.
moltoF = \markup { molto \dynamic f } \relative { <d' e>16_\moltoF <d e> <d e>2.. }
In modalità markup, si possono creare dinamiche editoriali (racchiuse tra parentesi normali o quadrate). La sintassi della modalità markup è descritta in Formattazione del testo.
roundF = \markup { \center-align \concat { \bold { \italic ( } \dynamic f \bold { \italic ) } } } boxF = \markup { \bracket { \dynamic f } } \relative { c'1_\roundF c1_\boxF }
È possibile creare semplicemente indicazioni dinamiche centrate verticalmente con la
funzione make-dynamic-script
.
sfzp = #(make-dynamic-script "sfzp") \relative { c'4 c c\sfzp c }
In generale, make-dynamic-script
assume come argomento qualsiasi
oggetto markup. Il tipo di carattere per la dinamica contiene solo i
caratteri f,m,p,r,s
e z
; dunque, se si desidera creare un’indicazione
dinamica che contenga testo semplice e simboli di punteggiatura, occorre
usare dei comandi markup che ripristinino la famiglia e la codifica del tipo
di carattere per il testo normale, ad esempio \normal-text
. Il
vantaggio nell’uso di make-dynamic-script
al posto di un normale
markup è l’allineamento verticale degli oggetti markup e delle forcelle
collegate alla stessa testa di nota.
roundF = \markup { \center-align \concat { \normal-text { \bold { \italic ( } } \dynamic f \normal-text { \bold { \italic ) } } } } boxF = \markup { \bracket { \dynamic f } } mfEspress = \markup { \center-align \line { \hspace #3.7 mf \normal-text \italic espress. } } roundFdynamic = #(make-dynamic-script roundF) boxFdynamic = #(make-dynamic-script boxF) mfEspressDynamic = #(make-dynamic-script mfEspress) \relative { c'4_\roundFdynamic\< d e f g,1~_\boxFdynamic\> g1 g'1~\mfEspressDynamic g1 }
Si può usare anche la forma Scheme della modalità markup. La sintassi è spiegata in Markup construction in Scheme.
moltoF = #(make-dynamic-script (markup #:normal-text "molto" #:dynamic "f")) \relative { <d' e>16 <d e> <d e>2..\moltoF }
Per allineare a sinistra il testo di dinamica invece di centrarlo su una
nota, si usa un \tweak
:
moltoF = \tweak DynamicText.self-alignment-X #LEFT #(make-dynamic-script (markup #:normal-text "molto" #:dynamic "f")) \relative { <d' e>16 <d e> <d e>2..\moltoF <d e>1 }
Le impostazioni dei tipi di carattere in modalità markup sono descritti in Scelta del tipo di carattere e della dimensione.
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Scelta del tipo di carattere e della dimensione, Miglioramento dell’output MIDI, Gestione delle dinamiche nel MIDI.
Extending LilyPond: Markup construction in Scheme.
Frammenti: Expressive marks.
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1.3.2 Indicazioni espressive curvilinee
Questa sezione spiega come creare varie indicazioni espressive con forma curvilinea: legature di portamento, legature di frase, respiri, portamenti indeterminati discendenti (cadute) o ascendenti.
Legature di portamento | ||
Legature di frase | ||
Respiri | ||
Portamenti indeterminati discendenti (cadute) e ascendenti |
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Legature di portamento
Le legature di portamento si inseriscono con delle parentesi:
Nota: Nella musica polifonica, una legatura di portamento deve terminare nella stessa voce in cui è iniziata.
\relative { f''4( g a) a8 b( a4 g2 f4) <c e>2( <b d>2) }
Le legature di portamento possono essere posizionate manualmente sopra o sotto il rigo, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Tracciare due legature di portamento simultanee o sovrapposte richiede una
particolare attenzione. Di solito le legature di portamento più esterne
indicano in realtà una legatura di frase e le legature di frase possono essere
sovrapposte a una normale legatura, vedi Legature di frase. Quando invece
si vogliono usare molteplici legature di portamento normali in una sola
voce, l’inizio e la fine di ogni legatura devono essere preceduti da un
\=
seguito da una chiave identificativa (un simbolo o un numero intero
non negativo).
\fixed c' { <c~ f\=1( g\=2( >2 <c e\=1) a\=2) > }
Le legature di portamento possono essere continue, punteggiate o tratteggiate. Lo stile predefinito è quello continuo:
\relative { c'4( e g2) \slurDashed g4( e c2) \slurDotted c4( e g2) \slurSolid g4( e c2) }
Le legature di portamento possono essere anche semitratteggiate (half-dashed), ovvero con la prima metà tratteggiata e la seconda continua; oppure semicontinue (half-solid), ovvero con la prima metà continua e la seconda tratteggiata:
\relative { c'4( e g2) \slurHalfDashed g4( e c2) \slurHalfSolid c4( e g2) \slurSolid g4( e c2) }
Si possono definire modelli di tratteggio personalizzati per le legature di portamento:
\relative { c'4( e g2) \slurDashPattern #0.7 #0.75 g4( e c2) \slurDashPattern #0.5 #2.0 c4( e g2) \slurSolid g4( e c2) }
Comandi predefiniti
\slurUp
,
\slurDown
,
\slurNeutral
,
\slurDashed
,
\slurDotted
,
\slurHalfDashed
,
\slurHalfSolid
,
\slurDashPattern
,
\slurSolid
.
Frammenti di codice selezionati
Uso delle doppie legature di portamento per gli accordi legati
Alcuni compositori scrivono due legature di portamento per indicare gli
accordi legati. Si può ottenere questo risultato impostando doubleSlurs
.
\relative c' { \set doubleSlurs = ##t <c e>4( <d f> <c e> <d f>) }
Posizionare il testo a margine dentro le legature di portamento
I testi a margine devono avere la proprietà outside-staff-priority
impostata su false per poter apparire dentro le legature di portamento.
\relative c'' { \override TextScript.avoid-slur = #'inside \override TextScript.outside-staff-priority = ##f c2(^\markup { \halign #-10 \natural } d4.) c8 }
Legature di portamento con complesse strutture di tratteggio
Le legature di portamento possono avere schemi di tratteggio complessi
definendo la proprietà dash-definition
. dash-definition
è
una lista di dash-elements
. Un dash-element
è una lista
di parametri che definiscono il comportamento del tratteggio per un
segmento della legatura.
La legatura di portamento è definita come il parametro t della curva di
bezier che va da 0 sul margine sinistro della legatura fino a 1 su quello
destro. dash-element
è una lista di (inizio-t fine-t frazione-trattino
punto-trattino)
. La regione della legatura di portamento che va da inizio-t
a
fine-t
avrà una frazione frazione-trattino
di ogni
punto-trattino
nero. punto-trattino
viene definito in spazi
rigo. frazione-trattino
è impostato su 1 per una legatura di portamento
continua.
\relative c' { \once \override Slur.dash-definition = #'((0 0.3 0.1 0.75) (0.3 0.6 1 1) (0.65 1.0 0.4 0.75)) c4( d e f) \once \override Slur.dash-definition = #'((0 0.25 1 1) (0.3 0.7 0.4 0.75) (0.75 1.0 1 1)) c4( d e f) }
Vedi anche
Glossario Musicale: legatura di portamento.
Manuale di apprendimento: Sul non annidamento di parentesi e legature di valore.
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Legature di frase.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Slur.
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Legature di frase
Le legature di frase, che indicano una frase musicale, si
scrivono con i comandi \(
e \)
:
\relative { c''4\( d( e) f( e2) d\) }
A livello tipografico, una legatura di frase si comporta in modo pressoché
identico a una normale legatura di portamento. Sono però trattate
come oggetti diversi; ad esempio, \slurUp
non ha effetto su una
legatura di frase. Le legature di frase possono essere posizionate
sopra o sotto il rigo, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Per inserire più legature di frase simultanee o sovrapposte si usa \=
,
come per le normali legature di portamento (vedi Legature di portamento).
Le legature di frase possono essere continue, puntate o tratteggiate. Lo stile predefinito è quello continuo:
\relative { c'4\( e g2\) \phrasingSlurDashed g4\( e c2\) \phrasingSlurDotted c4\( e g2\) \phrasingSlurSolid g4\( e c2\) }
Le legature di frase possono essere anche semitratteggiate (la prima metà tratteggiata, la seconda continua) o semicontinue (la prima metà continua, la seconda tratteggiata):
\relative { c'4\( e g2\) \phrasingSlurHalfDashed g4\( e c2\) \phrasingSlurHalfSolid c4\( e g2\) \phrasingSlurSolid g4\( e c2\) }
Si possono definire modelli di tratteggio personalizzati anche per le legature di frase:
\relative { c'4\( e g2\) \phrasingSlurDashPattern #0.7 #0.75 g4\( e c2\) \phrasingSlurDashPattern #0.5 #2.0 c4\( e g2\) \phrasingSlurSolid g4\( e c2\) }
Le definizioni dei modelli di tratteggio per le legature di frase hanno la stessa struttura di quelle per le legature di portamento. Per maggiori informazioni sui modelli complessi di tratteggio si consultino i frammenti in Legature di portamento.
Comandi predefiniti
\phrasingSlurUp
,
\phrasingSlurDown
,
\phrasingSlurNeutral
,
\phrasingSlurDashed
,
\phrasingSlurDotted
,
\phrasingSlurHalfDashed
,
\phrasingSlurHalfSolid
,
\phrasingSlurDashPattern
,
\phrasingSlurSolid
.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Sul non annidamento di parentesi e legature di valore.
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Legature di portamento.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: PhrasingSlur.
Respiri
I respiri si inseriscono col comando \breathe
:
{ c''2. \breathe d''4 }
Diversamente da altri segni di espressione, il respiro non è associato
alla nota precedente ma è un evento musicale separato. Dunque tutti i
segni espressivi attaccati alla nota precedente, tutte le parentesi quadre
che indicano le travature manuali e le parentesi che indicano le legature
di portamento e di frase devono essere poste prima di \breathe
.
Un respiro termina una travatura automatica; per evitare questo comportamento, si veda Travature manuali.
\relative { c''8 \breathe d e f g2 }
È supportata la divisio, indicatore del respiro nella musica antica. Maggiori dettagli in Divisiones.
Frammenti di codice selezionati
Cambiare il simbolo del segno di respiro
Il glifo del respiro può essere modificato sovrascrivendo la proprietà
text
dell’oggetto di formattazione BreathingSign
con
qualsiasi testo incluso in un blocco markup.
\relative c'' { c2 \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \breathe d2 }
Usare un segno di spunta come simbolo di respiro
La musica vocale e per fiati usa frequentemente il segno di spunta come segno di respiro. Questo indica un respiro che sottrae un po’ di tempo alla nota precedente invece di prendere una piccola pausa, indicata dal segno di respiro rappresentato dalla virgola. Il segno può essere spostato un po’ su per allontanarlo dal rigo.
\relative c'' { c2 \breathe d2 \override BreathingSign.Y-offset = #2.6 \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.tickmark" } c2 \breathe d2 }
Inserire una cesura
I segni di cesura possono essere creati sovrascrivendo la proprietà 'text
dell’oggetto BreathingSign
. È disponibile anche un segno di cesura
curvo.
\relative c'' { \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.caesura.straight" } c8 e4. \breathe g8. e16 c4 \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.caesura.curved" } g8 e'4. \breathe g8. e16 c4 }
Vedi anche
Glossario Musicale: cesura.
Guida alla notazione: Divisiones.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: BreathingEvent, BreathingSign, Breathing_sign_engraver.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Portamenti indeterminati discendenti (cadute) e ascendenti
I portamenti indeterminati verso il basso (cadute) e verso l’alto possono
essere aggiunti alle note col comando \bendAfter
. La direzione del
portamento è indicata con un più o un meno (su o giù). Il numero indica
l’intervallo per cui il portamento si estenderà oltre la nota principale.
\relative c'' { c2\bendAfter #+4 c2\bendAfter #-4 c2\bendAfter #+6.5 c2\bendAfter #-6.5 c2\bendAfter #+8 c2\bendAfter #-8 }
Frammenti di codice selezionati
Cambiare la forma dei portamenti indeterminati verso il basso o verso l’alto
La proprietà shortest-duration-space
può essere modificata per cambiare
la forma dei portamenti indeterminati verso il basso o verso l’alto.
\relative c'' { \override Score.SpacingSpanner.shortest-duration-space = #4.0 c2-\bendAfter #5 c2-\bendAfter #-4.75 c2-\bendAfter #8.5 c2-\bendAfter #-6 }
Vedi anche
Glossario Musicale: portamento indeterminato verso il basso, portamento indeterminato verso l’alto.
Frammenti: Expressive marks.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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1.3.3 Indicazioni espressive lineari
Questa sezione spiega come creare varie indicazioni espressive che seguono una traiettoria lineare: glissandi, arpeggi e trilli.
Glissando | ||
Arpeggio | ||
Trilli |
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Indicazioni espressive lineari ] | [ Su : Indicazioni espressive lineari ] | [ Arpeggio > ] |
Glissando
Un glissando si crea attaccando \glissando
a una nota:
\relative { g'2\glissando g' c2\glissando c, \afterGrace f,1\glissando f'16 }
Un glissando può collegare note appartenenti a righi diversi:
\new PianoStaff << \new Staff = "right" { e'''2\glissando \change Staff = "left" a,,4\glissando \change Staff = "right" b''8 r | } \new Staff = "left" { \clef bass s1 } >>
Un glissando può collegare le note negli accordi. Se è necessario qualcosa
di diverso dal normale abbinamento uno a uno delle note, si possono definire
le connessioni tra le note impostando \glissandoMap
su una lista Scheme.
Gli elementi sono coppie di numeri interi; ciascuna coppia (x . y) crea
una linea di glissando dalla nota x del primo accordo alla nota y
del secondo accordo. Le note sono numerate a partire da zero nell’ordine
in cui appaiono nel file di input ‘.ly’. Non tutte le note devono
far parte di un glissando.
\relative { <c' e>2\glissando g' <c, e>\glissando <g' b> \break \set glissandoMap = #'((0 . 1) (1 . 0)) <c, g'>\glissando <d a'> \set glissandoMap = #'((0 . 0) (0 . 1) (0 . 2)) c\glissando <d f a> \set glissandoMap = #'((2 . 2) (0 . 0)) <f d a'>\glissando <c f c'> }
Si possono adottare diversi stili di glissando. Maggiori dettagli in Stili della linea.
Frammenti di codice selezionati
Glissando contemporaneo
Un glissando contemporaneo senza una nota finale può essere creato usando una nota nascosta e un tempo di cadenza.
\relative c'' { \time 3/4 \override Glissando.style = #'zigzag c4 c \cadenzaOn c4\glissando \hideNotes c,,4 \unHideNotes \cadenzaOff \bar "|" }
Aggiungere i segni di tempo per i glissandi lunghi
I battiti saltati nei glissandi molto lunghi vengono talvolta segnalati con delle indicazioni di tempo, che consistono solitamente in dei gambi privi di teste di nota. Questi gambi possono essere usati anche per contenere segni di espressione intermedi.
Se i gambi non si allineano bene al glissando, può essere necessario riposizionarli leggermente.
glissandoSkipOn = { \override NoteColumn.glissando-skip = ##t \hide NoteHead \override NoteHead.no-ledgers = ##t } glissandoSkipOff = { \revert NoteColumn.glissando-skip \undo \hide NoteHead \revert NoteHead.no-ledgers } \relative c'' { r8 f8\glissando \glissandoSkipOn f4 g a a8\noBeam \glissandoSkipOff a8 r8 f8\glissando \glissandoSkipOn g4 a8 \glissandoSkipOff a8 | r4 f\glissando \< \glissandoSkipOn a4\f \> \glissandoSkipOff b8\! r | }
Lasciare che i glissandi vadano a capo
Per permettere a un glissando di andare a capo se capita su un’interruzione di
riga, si impostano le proprietà breakable
e after-line-breaking
su #t
:
glissandoSkipOn = { \override NoteColumn.glissando-skip = ##t \hide NoteHead \override NoteHead.no-ledgers = ##t } \relative c'' { \override Glissando.breakable = ##t \override Glissando.after-line-breaking = ##t f1\glissando | \break a4 r2. | f1\glissando \once \glissandoSkipOn \break a2 a4 r4 | }
Estendere i glissandi sulle volte delle ripetizioni
Un glissando che si estende in vari blocchi \alternative
può
essere simulato aggiungendo all’inizio di ogni blocco \alternative
una nota di abbellimento nascosta da cui inizia un glissando. La nota di
abbellimento deve avere la stessa altezza della nota da cui parte il
glissando iniziale. In questo frammento si usa una funzione musicale
che prende come argomento l’altezza della nota di abbellimento.
Attenzione: nella musica polifonica la nota di abbellimento deve avere una nota di abbellimento corrispondente in tutte le altre voci.
repeatGliss = #(define-music-function (grace) (ly:pitch?) #{ % the next two lines ensure the glissando is long enough % to be visible \once \override Glissando.springs-and-rods = #ly:spanner::set-spacing-rods \once \override Glissando.minimum-length = #3.5 \once \hideNotes \grace $grace \glissando #}) \score { \relative c'' { \repeat volta 3 { c4 d e f\glissando } \alternative { { g2 d } { \repeatGliss f g2 e } { \repeatGliss f e2 d } } } } music = \relative c' { \voiceOne \repeat volta 2 { g a b c\glissando } \alternative { { d1 } { \repeatGliss c \once \omit StringNumber e1\2 } } } \score { \new StaffGroup << \new Staff << \new Voice { \clef "G_8" \music } >> \new TabStaff << \new TabVoice { \clef "moderntab" \music } >> >> } \paper { tagline = ##f }
Vedi anche
Glossario Musicale: glissando.
Guida alla notazione: Stili della linea.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Glissando.
Problemi noti e avvertimenti
Non è supportato il testo lungo la linea del glissando (ad esempio gliss.).
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Glissando ] | [ Su : Indicazioni espressive lineari ] | [ Trilli > ] |
Arpeggio
Un arpeggio su un accordo (detto anche accordo spezzato)
si ottiene aggiungendo \arpeggio
all’accordo:
\relative { <c' e g c>1\arpeggio }
Si possono scrivere vari tipi di arpeggio.
\arpeggioNormal
ripristina l’arpeggio normale:
\relative { <c' e g c>2\arpeggio \arpeggioArrowUp <c e g c>2\arpeggio \arpeggioArrowDown <c e g c>2\arpeggio \arpeggioNormal <c e g c>2\arpeggio }
Questi comandi predefiniti modificano la proprietà 'arpeggio-direction
;
si può leggere la loro completa definizione nel file ‘ly/property-init.ly’.
Si possono creare simboli di arpeggio speciali in forma di parentesi:
\relative { <c' e g c>2 \arpeggioBracket <c e g c>2\arpeggio \arpeggioParenthesis <c e g c>2\arpeggio \arpeggioParenthesisDashed <c e g c>2\arpeggio \arpeggioNormal <c e g c>2\arpeggio }
Questi comandi predefiniti sovrascrivono la proprietà 'stencil
dell’oggetto Arpeggio
e possono anche adattare il suo
'X-extent
(ovvero, la dimensione orizzontale necessaria
per non entrare in collisione con altri oggetti).
Le proprietà del tratteggio della parentesi dell’arpeggio sono regolate
dalla proprietà 'dash-definition
, descritta in Legature di portamento.
Gli arpeggi possono essere scritti in modo esplicito con le legature di valore. Per maggiori dettagli si veda Legature di valore.
Comandi predefiniti
\arpeggio
,
\arpeggioArrowUp
,
\arpeggioArrowDown
,
\arpeggioNormal
,
\arpeggioBracket
,
\arpeggioParenthesis
,
\arpeggioParenthesisDashed
.
Frammenti di codice selezionati
Creare degli arpeggi che attraversano il rigo del pianoforte
In un rigo per pianoforte (PianoStaff
), è possibile far sì che un
arpeggio attraversi i righi impostando la proprietà PianoStaff.connectArpeggios
.
\new PianoStaff \relative c'' << \set PianoStaff.connectArpeggios = ##t \new Staff { <c e g c>4\arpeggio <g c e g>4\arpeggio <e g c e>4\arpeggio <c e g c>4\arpeggio } \new Staff { \clef bass \repeat unfold 4 { <c,, e g