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LilyPond — Guida alla Notazione
Questo manuale costituisce la guida di riferimento per tutti gli aspetti relativi alla notazione musicale in LilyPond versione 2.21.82. Si presuppone che il lettore conosca il materiale esposto nel Manuale di Apprendimento. |
1. Notazione musicale | Notazione usata in quasi tutti i progetti. | |
2. Notazione specialistica | Notazione usata solo in contesti specifici. | |
3. Input e output | Informazioni generali su input e output. | |
4. Gestione dello spazio | Impaginazione della musica sul foglio. | |
5. Modifica delle impostazioni predefinite | Aggiustamento dell’output. | |
Appendici | ||
---|---|---|
A. Tabelle del manuale della notazione | Tabelle e diagrammi. | |
B. Schema riassuntivo | Sommario della sintassi di LilyPond. | |
C. GNU Free Documentation License | Licenza di questo documento. | |
D. Indice dei comandi di LilyPond | ||
E. Indice di LilyPond |
Questo manuale è disponibile in altri formati ed è integrato col resto della documentazione. Maggiori informazioni in Manuali. La documentazione completa si trova all’indirizzo http://lilypond.org/. |
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1. Notazione musicale
Questo capitolo spiega come creare la notazione musicale.
1.1 Altezze | Scrittura e aspetto delle altezze delle note. | |
1.2 Ritmi | Scrittura e aspetto delle durate delle note. | |
1.3 Segni di espressione | Aggiungere espressione alle note. | |
1.4 Ripetizioni | Ripetere la musica. | |
1.5 Note simultanee | Più di una nota in contemporanea. | |
1.6 Notazione del rigo | Aspetto del rigo. | |
1.7 Note editoriali | Notazione speciale per aumentare la leggibilità. | |
1.8 Testo | Aggiungere testo alle partiture. |
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1.1 Altezze
Questa sezione tratta il modo in cui si determina l’altezza delle note. Occorre considerare tre aspetti: input, modifica e output.
1.1.1 Inserimento delle altezze | ||
1.1.2 Modifica di più altezze | ||
1.1.3 Aspetto delle altezze | ||
1.1.4 Teste di nota |
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1.1.1 Inserimento delle altezze
Questa sezione spiega come indicare l’altezza delle note. Ci sono due modi di collocare le note in una determinata ottava: il modo assoluto e il modo relativo. Nella maggioranza dei casi il modo relativo è più funzionale.
Ottava assoluta | ||
Ottava relativa | ||
Alterazioni | ||
Nomi delle note in altre lingue |
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[ < Inserimento delle altezze ] | [ Su : Inserimento delle altezze ] | [ Ottava relativa > ] |
Ottava assoluta
Le altezze, se non si adotta una lingua diversa, sono scritte in
notazione olandese, che usa le lettere minuscole dalla a
(La)
alla g
(Sol). Le note c
(Do) e b
(Si) vengono scritte
un’ottava sotto il Do centrale.
{ \clef bass c4 d e f g4 a b c d4 e f g }
Si possono indicare altre ottave con l’apice singolo ('
)
o la virgola (,
). Ogni '
alza l’altezza di
un’ottava; ogni ,
abbassa l’altezza di un’ottava.
{ \clef treble c'4 e' g' c'' c'4 g b c' \clef bass c,4 e, g, c c,4 g,, b,, c, }
I normali segni di ottava possono essere inseriti una sola volta se si
imposta un’altezza di riferimento dopo \fixed
e prima della musica.
Le altezze inserite in un blocco \fixed
hanno bisogno dei segni '
o ,
solo quando si trovano sopra o sotto l’ottava dell’altezza di
riferimento.
{ \fixed c' { \clef treble c4 e g c' c4 g, b, c } \clef bass \fixed c, { c4 e g c' c4 g, b, c } }
Le altezze dell’espressione musicale che segue \fixed
non cambiano
se racchiuse da un blocco \relative
, che vedremo tra poco.
Vedi anche
Glossario musicale: Nomi delle altezze.
Frammenti di codice: Altezze.
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Ottava relativa
L’inserimento delle note con l’ottava assoluta costringe a specificare l’ottava di ogni singola nota. Al contrario, se si usa l’ottava relativa, ogni ottava è determinata dall’ultima nota: se si cambia l’ottava di una nota, cambieranno anche le ottave di tutte le note successive.
La modalità relativa deve essere impostata in modo esplicito col
comando \relative
:
\relative altezza_di_riferimento espressione_musicale
In modalità relativa ogni nota è collocata il più vicino
possibile a quella precedente. Questo significa che l’ottava
di ogni altezza all’interno di espressione_musicale
viene
calcolata nel modo seguente:
- In assenza di segni di cambiamento d’ottava, l’ottava di un’altezza viene calcolata in modo che l’intervallo con la nota precedente sia inferiore a una quinta. Tale intervallo è determinato senza considerare gli accidenti.
-
Si può aggiungere un segno di cambiamento d’ottava
'
o,
per collocare l’altezza di una nota all’ottava superiore o inferiore a quella di riferimento. -
È possibile usare più di un segno di cambiamento d’ottava. Per esempio,
''
e,,
modificano l’altezza di due ottave. -
L’altezza della prima nota è relativa a
altezza_di_riferimento
.altezza_di_riferimento
è specificato nel modo di ottava assoluta. Quale di queste opzioni è la più conveniente?- un’ottava del
c
Identificare il Do centrale con
c'
è molto semplice, quindi trovare le ottave delc
(Do) sarà altrettanto semplice. Se la musica inizia congis
soprac'''
, si scriverà qualcosa simile a\relative { gis''' … }
- un’ottava della prima nota
Scrivere
\relative { gis''' … }
è un modo semplice per determinare l’altezza assoluta della prima nota dell’espressione musicale.- nessuna altezza di riferimento esplicita
La forma
\relative {gis''' … }
è una versione compatta dell’opzione precedente: la prima nota dentro l’espressione musicale è scritta come altezza assoluta. In questo caso equivale a sceglieref
come altezza di riferimento.
La documentazione di solito usa l’ultima opzione.
- un’ottava del
Ecco il modo relativo in azione:
\relative { \clef bass c d e f g a b c d e f g }
I segni di cambiamento d’ottava si impiegano per gli intervalli più ampi di quello di quarta:
\relative { c'' g c f, c' a, e'' c }
Una sequenza di note senza segni di ottava può tuttavia comprendere intervalli di grande estensione:
\relative { c f b e a d g c }
Nel caso di blocchi \relative
annidati, il blocco \relative
più
interno inizia con la propria altezza di riferimento, indipendentemente dal
\relative
più esterno.
\relative { c' d e f \relative { c'' d e f } }
\relative
non ha effetto sui blocchi \chordmode
.
\new Staff { \relative c''' { \chordmode { c1 } } \chordmode { c1 } }
\relative
non può essere inserito all’interno dei blocchi \chordmode
.
La musica all’interno di un blocco \transpose
è considerata in
notazione d’ottava assoluta, a meno che non sia incluso il
blocco \relative
.
\relative { d' e \transpose f g { d e \relative { d' e } } }
Se l’elemento precedente è un accordo, il posizionamento dell’ottava della
nota o dell’accordo che segue è riferito alla prima nota dell’accordo
stesso. All’interno degli accordi la nota successiva è sempre relativa a
quella precedente. Esaminate con attenzione l’esempio seguente, e in
particolare le note c
.
\relative { c' <c e g> <c' e g'> <c, e, g''> }
Come spiegato sopra, il riferimento delle altezze a un’ottava è calcolato in base ai soli nomi delle note, senza considerare le alterazioni. Dunque un Mi doppio diesis che segue un Si verrà posizionato sopra, mentre un Fa doppio bemolle sarà posizionato sotto. In altre parole, un intervallo di quarta aumentata due volte viene considerato più piccolo di una quinta diminuita due volte, indipendentemente dal numero di semitoni contenuto in ogni intervallo.
\relative { c''2 fis c2 ges b2 eisis b2 feses }
In situazioni complesse, può essere utile cambiare l’altezza di riferimento senza
tener conto di ciò che è successo prima, usando \resetRelativeOctave
:
\relative { << { c''2 d } \\ { e,,2 f } >> \resetRelativeOctave c'' c2 }
Vedi anche
Glossario musicale: quinta, intervallo, Nomi delle altezze.
Guida alla notazione: Controlli di ottava.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: RelativeOctaveMusic.
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Alterazioni
Nota: I nuovi utenti sono talvolta confusi dalla gestione delle
alterazioni e delle armature di chiave. In LilyPond i nomi delle
note specificano le altezze; le armature e le chiavi determinano
come queste altezze debbano essere rappresentate.
Una nota non alterata come c
significa ‘Do naturale’,
indipendentemente dall’armatura o dalla chiave. Per maggiori informazioni
si veda
Altezze e armature di chiave.
Nella modalità di notazione predefinita un diesis si ottiene aggiungendo is
al nome della nota, un bemolle aggiungendo es
. Come potete
immaginare, un doppio diesis o doppio bemolle
si ottengono aggiungendo isis
o eses
. Questa sintassi è
desunta dalla notazione olandese. Per usare altri nomi
per le alterazioni, si veda Nomi delle note in altre lingue.
\relative c'' { ais1 aes aisis aeses }
Un’altezza naturale è indicata con il semplice nome della nota; non è richiesto alcun suffisso. Un segno di bequadro apparirà automaticamente quando occorre cancellare l’armatura di chiave o l’effetto di un’alterazione precedente.
\relative c'' { a4 aes a2 }
È possibile indicare alterazioni di quarti di tono. Ecco una serie di Do con altezza crescente:
\relative c'' { ceseh1 ces ceh c cih cis cisih }
Di norma le alterazioni vengono mostrate automaticamente, ma è
possibile anche inserirle manualmente. Si può forzare l’inserimento di
un’alterazione di sicurezza aggiungendo il punto esclamativo !
dopo l’altezza. Un’alterazione di cortesia (ovvero un’alterazione compresa
tra parentesi) si ottiene aggiungendo il punto interrogativo ?
dopo
l’altezza.
\relative c'' { cis cis cis! cis? c c c! c? }
Se una nota è prolungata attraverso una legatura di valore, l’alterazione viene ripetuta solo all’inizio di un nuovo sistema:
\relative c'' { cis1~ 1~ \break cis }
Frammenti di codice selezionati
Nascondere le alterazioni delle note con legatura di valore all’inizio di un nuovo sistema
Questo frammento mostra come nascondere le alterazioni delle note unite alla figura precedente mediante una legatura di valore all’inizio di un nuovo sistema
\relative c'' { \override Accidental.hide-tied-accidental-after-break = ##t cis1~ cis~ \break cis }
Impedire l’inserimento automatico dei bequadri supplementari
Secondo le norme tipografiche tradizionali, un segno di bequadro viene
inserito prima di un diesis o di un bemolle se un precedente doppio diesis o
bemolle sulla stessa nota è cancellato. Per cambiare questo comportamento
e seguire la pratica contemporanea, si imposta la proprietà extraNatural
su f
(falso) nel contesto Staff
.
\relative c'' { aeses4 aes ais a \set Staff.extraNatural = ##f aeses4 aes ais a }
Vedi anche
Glossario musicale: diesis, bemolle, doppio diesis, doppio bemolle, Nomi delle altezze, quarto di tono.
Manuale di apprendimento: Altezze e armature di chiave.
Guida alla notazione: Alterazioni automatiche, Alterazioni suggerite (musica ficta), Nomi delle note in altre lingue.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Accidental_engraver, Accidental, AccidentalCautionary, accidental-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Poiché non esistono standard universalmente accettati per indicare le alterazioni di quarto di tono, i simboli impiegati da LilyPond non si riferiscono ad alcuno standard.
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Nomi delle note in altre lingue
LilyPond comprende insiemi predefiniti di nomi di note e alterazioni in altre lingue. La scelta della lingua si fa solitamente all’inizio del file; l’esempio seguente è scritto in notazione italiana:
\language "italiano" \relative { do' re mi sib }
Le lingue disponibili e i tipi di notazione che definiscono sono:
Lingua
Nomi delle note
nederlands
c
d
e
f
g
a
bes
b
català
o
catalan
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
deutsch
c
d
e
f
g
a
b
h
english
c
d
e
f
g
a
bf
/b-flat
b
español
o
espanol
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
français
do
ré
/re
mi
fa
sol
la
sib
si
italiano
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
norsk
c
d
e
f
g
a
b
h
português
o
portugues
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
suomi
c
d
e
f
g
a
b
h
svenska
c
d
e
f
g
a
b
h
vlaams
do
re
mi
fa
sol
la
sib
si
Oltre ai nomi delle note, anche i suffissi per le alterazioni possono variare a seconda della lingua adottata:
Lingua
diesis
bemolle
doppio diesis
doppio bemolle
nederlands
is
es
isis
eses
català
o
catalan
d
/s
b
dd
/ss
bb
deutsch
is
es
isis
eses
english
s
/-sharp
f
/-flat
ss
/x
/-sharpsharp
ff
/-flatflat
español
o
espanol
s
b
ss
/x
bb
français
d
b
dd
/x
bb
italiano
d
b
dd
bb
norsk
iss
/is
ess
/es
ississ
/isis
essess
/eses
português
o
portugues
s
b
ss
bb
suomi
is
es
isis
eses
svenska
iss
ess
ississ
essess
vlaams
k
b
kk
bb
In olandese, norvegese e finlandese aes
viene contratto in as
;
in olandese e norvegese, tuttavia, entrambe le forme sono accettate da
LilyPond. Lo stesso vale per es
e ees
, aeses
e
ases
, e infine eeses
e eses
.
In tedesco e finlandese, LilyPond fornisce anche la forma più frequente
asas
per ases
.
\relative c'' { a2 as e es a ases e eses }
In alcune forme musicali vengono usati i microtoni, le cui alterazioni sono frazioni di un ‘normale’ diesis o bemolle. La seguente tabella elenca i nomi delle note per le alterazioni di un quarto di tono in tutte le lingue; i prefissi semi- e sesqui- significano rispettivamente ‘metà’ e ‘uno e mezzo’.
Lingua
semi-diesis
semi-bemolle
sesqui-diesis
sesqui-bemolle
nederlands
ih
eh
isih
eseh
català
o
catalan
qd
/qs
qb
tqd
/tqs
tqb
deutsch
ih
eh
isih
eseh
english
qs
qf
tqs
tqf
español
o
espanol
cs
cb
tcs
tcb
français
sd
sb
dsd
bsb
italiano
sd
sb
dsd
bsb
norsk
ih
eh
issih
/isih
esseh
/eseh
português
o
portugues
sqt
bqt
stqt
btqt
suomi
ih
eh
isih
eseh
svenska
ih
eh
issih
esseh
vlaams
hk
hb
khk
bhb
In tedesco, esistono simili contrazioni dei nomi per i microtoni così come nelle normali altezze descritte sopra.
\language "deutsch" \relative c'' { asah2 eh aih eisih }
Gran parte delle lingue presentate qui sono comunemente associate alla musica classica occidentale, nota anche come Common Practice Period. Sono tuttavia supportati anche altezze e sistemi di accordatura alternativi: si veda Notazione comune per la musica non occidentale.
Vedi anche
Glossario musicale: Nomi delle altezze, Periodo di pratica comune.
Guida alla notazione: Notazione comune per la musica non occidentale.
File installati: ‘scm/define-note-names.scm’.
Frammenti di codice: Altezze.
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1.1.2 Modifica di più altezze
Questa sezione tratta il modo di modificare le altezze delle note.
Controlli di ottava | ||
Trasposizione | ||
Inversione | ||
Retrogradazione | ||
Trasposizioni modali |
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Controlli di ottava
In modalità relativa è facile dimenticare un segno di cambiamento d’ottava. I controlli di ottava permettono di rilevare questi errori più facilmente: infatti, generano un avviso e correggono l’ottava se una nota si trova in un’ottava diversa dal previsto.
Per controllare l’ottava di una nota, occorre specificare l’ottava assoluta
dopo il simbolo =
. Questo esempio genererà un avviso
(e cambierà l’altezza) perché la seconda nota è l’ottava assoluta
d''
invece di d'
, come indicato dalla correzione di ottava.
\relative { c''2 d='4 d e2 f }
L’ottava in cui si trovano le note può essere controllata anche col
comando \octaveCheck altezza_di_controllo
.
L’altezza_di_controllo
è specificata in modo assoluto. Questo
comando controlla che l’intervallo tra la nota precedente e
l’altezza_di_controllo
sia compresa in una quinta (ovvero secondo
il normale calcolo della modalità relativa). Se il controllo fallisce, compare
un avviso. Benché la nota precedente non sia modificata, le note successive
sono relative al valore corretto.
\relative { c''2 d \octaveCheck c' e2 f }
Nelle due battute che seguono, il primo e il terzo \octaveCheck
falliscono, mentre il secondo non fallisce.
\relative { c''4 f g f c4 \octaveCheck c' f \octaveCheck c' g \octaveCheck c' f }
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: RelativeOctaveCheck.
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Trasposizione
Un’espressione musicale può essere trasposta con \transpose
. La
sintassi è
\transpose altezza_di_partenza altezza_di_arrivo espressione_musicale
Significa che espressione_musicale
viene trasposto
dell’intervallo compreso tra le altezze altezza_di_partenza
e
altezza_di_arrivo
: qualsiasi nota che presenti un’altezza
corrispondente all’altezza_di_partenza
viene modificata
in altezza_di_arrivo
, e qualsiasi altra nota viene
trasposta dello stesso intervallo. Entrambe le altezze sono inserite
in modalità assoluta.
Nota: La musica all’interno di un blocco \transpose
è assoluta
a meno che il blocco non includa un \relative
.
Prendiamo come esempio un brano scritto in Re maggiore. Possiamo trasportarlo in Mi maggiore; si noti come anche l’armatura di chiave venga trasposta automaticamente.
\transpose d e { \relative { \key d \major d'4 fis a d } }
Se una parte scritta in Do (l’intonazione reale abituale) deve essere suonata su un clarinetto in La (per il quale un La viene rappresentato da un Do e dunque suona una terza minore più basso), la trasposizione sarà ottenuta con:
\transpose a c' { \relative { \key c \major c'4 d e g } }
Si noti che \key c \major
è specificato esplicitamente. Se
non si specifica un’armatura di chiave, le note verranno trasposte ma
non apparirà alcuna armatura.
\transpose
fa distinzione tra altezze enarmoniche: sia
\transpose c cis
che \transpose c des
traspongono
un brano di un semitono più alto. La prima versione mostrerà i diesis e
le note rimarranno sullo stesso grado della scala, mentre la seconda
versione mostrerà i bemolle sul grado superiore della scala.
music = \relative { c' d e f } \new Staff { \transpose c cis { \music } \transpose c des { \music } }
\transpose
può essere usato anche in un altro modo, ovvero
per inserire note scritte per uno strumento traspositore. Gli esempi
precedenti mostrano come inserire altezze in Do (o intonazione reale)
e mostrare le note di uno strumento traspositore, ma è possibile anche
il contrario: per esempio, se da un insieme di parti strumentali
si volesse ricavare una partitura per il direttore. Così, per inserire
la parte per una tromba in Si bemolle che inizia con un Mi (intonazione reale
Re), si può scrivere:
musicInBflat = { e4 … } \transpose c bes, \musicInBflat
Per stampare questa musica in Fa (ad esempio per riarrangiarla per corno) si
può avvolgere la musica esistente in un altro \transpose
:
musicInBflat = { e4 … } \transpose f c' { \transpose c bes, \musicInBflat }
Per maggiori informazioni sugli strumenti traspositori, si veda Trasporto strumentale.
Frammenti di codice selezionati
Trasposizione delle altezze con numero minimo di alterazioni
Questo esempio usa del codice Scheme per imporre delle modifiche enarmoniche alle note che permettano di avere il numero minimo di alterazioni. In questo caso si applica la seguente regola:
Le doppie alterazioni devono essere eliminate
Si diesis -> Do
Mi diesis -> Fa
Do bemolle -> Si
Fa bemolle -> Mi
In questo modo vengono scelti i suoni enarmonici più semplici.
#(define (naturalize-pitch p) (let ((o (ly:pitch-octave p)) (a (* 4 (ly:pitch-alteration p))) ;; alteration, a, in quarter tone steps, ;; for historical reasons (n (ly:pitch-notename p))) (cond ((and (> a 1) (or (eqv? n 6) (eqv? n 2))) (set! a (- a 2)) (set! n (+ n 1))) ((and (< a -1) (or (eqv? n 0) (eqv? n 3))) (set! a (+ a 2)) (set! n (- n 1)))) (cond ((> a 2) (set! a (- a 4)) (set! n (+ n 1))) ((< a -2) (set! a (+ a 4)) (set! n (- n 1)))) (if (< n 0) (begin (set! o (- o 1)) (set! n (+ n 7)))) (if (> n 6) (begin (set! o (+ o 1)) (set! n (- n 7)))) (ly:make-pitch o n (/ a 4)))) #(define (naturalize music) (let ((es (ly:music-property music 'elements)) (e (ly:music-property music 'element)) (p (ly:music-property music 'pitch))) (if (pair? es) (ly:music-set-property! music 'elements (map naturalize es))) (if (ly:music? e) (ly:music-set-property! music 'element (naturalize e))) (if (ly:pitch? p) (begin (set! p (naturalize-pitch p)) (ly:music-set-property! music 'pitch p))) music)) naturalizeMusic = #(define-music-function (m) (ly:music?) (naturalize m)) music = \relative c' { c4 d e g } \score { \new Staff { \transpose c ais { \music } \naturalizeMusic \transpose c ais { \music } \transpose c deses { \music } \naturalizeMusic \transpose c deses { \music } } \layout { } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Trasporto strumentale, Inversione, Trasposizioni modali, Ottava relativa, Retrogradazione.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: TransposedMusic.
Problemi noti e avvertimenti
La conversione relativa non avrà effetto sulle sezioni \transpose
,
\chordmode
e \relative
comprese all’interno di un
blocco \relative
. Per usare la modalità relativa all’interno
di musica trasposta, occorre inserire un ulteriore blocco \relative
all’interno di \transpose
.
Il comando \transpose
impedisce di stampare le alterazioni triple. Le
sostituisce con un’altezza ‘enarmonicamente equivalente’ (per esempio,
Re bemolle al posto di Mi triplo bemolle).
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Inversione
Un’espressione musicale può essere invertita e trasposta in una singola operazione con:
\inversion altezza-di-riferimento altezza-di-arrivo espressione_musicale
L’espressione_musicale
viene invertita intervallo per intervallo
intorno all’altezza-di-riferimento
e poi trasposta in modo che
ci sia una corrispondenza tra altezza-di-riferimento
e
altezza-di-arrivo
.
music = \relative { c' d e f } \new Staff { \music \inversion d' d' \music \inversion d' ees' \music }
Nota: I motivi da invertire devono essere scritti in forma assoluta
oppure devono essere prima convertiti in forma assoluta racchiudendoli
in un blocco relative
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Trasposizioni modali, Retrogradazione, Trasposizione.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Retrogradazione
Un’espressione musicale può essere invertita in modo da produrre il proprio retrogrado:
music = \relative { c'8. ees16( fis8. a16 b8.) gis16 f8. d16 } \new Staff { \music \retrograde \music }
Problemi noti e avvertimenti
\retrograde
è uno strumento piuttosto semplice. Dato che molti eventi
sono ‘riflessi’ (come in uno specchio) invece che scambiati, le modifiche
manuali e i modificatori direzionali per gli estensori di apertura devono essere
aggiunti ai corrispondenti estensori di chiusura: ^(
deve essere terminato
da ^)
, ogni \<
o \cresc
deve essere terminato da \!
o \endcr
, ogni \>
o \decr
deve essere terminato da
\enddecr
. Comandi e modifiche che cambiano le proprietà con un effetto
duraturo causeranno facilmente delle sorprese.
Vedi anche
Guida alla notazione: Inversione, Trasposizioni modali, Trasposizione.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Trasposizioni modali
In una composizione musicale basata su una scala, un motivo viene frequentemente trasportato in differenti modi. Può essere trasposto per iniziare in punti diversi della scala o può essere invertito rispetto a un punto cardine della scala. Può anche essere rovesciato per produrre il retrogrado, si veda Retrogradazione.
Nota: Le note che non si trovano all’interno della scala definita non vengono trasformate.
Trasposizione modale
Un motivo può essere trasposto entro una certa scala con:
\modalTranspose altezza-di-partenza altezza-di-arrivo scala motif
Le note di motif vengono spostate, se all’interno della scala, del numero di gradi della scala dati dall’intervallo tra altezza-di-arrivo e altezza-di-partenza:
diatonicScale = \relative { c' d e f g a b } motif = \relative { c'8 d e f g a b c } \new Staff { \motif \modalTranspose c f \diatonicScale \motif \modalTranspose c b, \diatonicScale \motif }
È possibile indicare una scala ascendente di qualsiasi lunghezza e con qualsiasi intervallo:
pentatonicScale = \relative { ges aes bes des ees } motif = \relative { ees'8 des ges,4 <ges' bes,> <ges bes,> } \new Staff { \motif \modalTranspose ges ees' \pentatonicScale \motif }
Se usato con una scala cromatica, \modalTranspose
ha un
effetto simile a \transpose
, con in più la possibilità
di specificare i nomi delle note da usare:
chromaticScale = \relative { c' cis d dis e f fis g gis a ais b } motif = \relative { c'8 d e f g a b c } \new Staff { \motif \transpose c f \motif \modalTranspose c f \chromaticScale \motif }
Inversione modale
Una sequenza di note può essere invertita all’interno di una data scala intorno a una determinata nota cardine e quindi trasposto, in un’unica operazione, con:
\modalInversion altezza-cardine altezza-di-arrivo scala motif
Le note di motif vengono spostate dello stesso numero di gradi dalla nota dell’altezza-cardine all’interno della scala, ma nella direzione opposta, e il risultato viene poi spostato all’interno della scala per il numero di gradi dato dall’intervallo tra altezza-di-arrivo e altezza-cardine.
Dunque, per invertire intorno a una particolare nota della scala, è necessario usare il medesimo valore per altezza-cardine e altezza-di-arrivo:
octatonicScale = \relative { ees' f fis gis a b c d } motif = \relative { c'8. ees16 fis8. a16 b8. gis16 f8. d16 } \new Staff { \motif \modalInversion fis' fis' \octatonicScale \motif }
Per invertire intorno a una nota cardine posta tra altre due note, si inverte intorno a una della note e poi si traspone di un grado della scala. Le due note specificate possono essere interpretate come parentesi del punto cardine:
scale = \relative { c' g' } motive = \relative { c' c g' c, } \new Staff { \motive \modalInversion c' g' \scale \motive }
L’operazione combinata di inversione e retrogradazione produce la retrogradazione inversa:
octatonicScale = \relative { ees' f fis gis a b c d } motif = \relative { c'8. ees16 fis8. a16 b8. gis16 f8. d16 } \new Staff { \motif \retrograde \modalInversion c' c' \octatonicScale \motif }
Vedi anche
Guida alla notazione: Inversione, Retrogradazione, Trasposizione.
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1.1.3 Aspetto delle altezze
Questa sezione tratta il modo di modificare l’aspetto delle altezze delle note.
Chiave | ||
Armatura di chiave | ||
Segni di ottavazione | ||
Trasporto strumentale | ||
Alterazioni automatiche | ||
Ambitus |
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Chiave
Senza un comando esplicito, la chiave predefinita in LilyPond è la chiave di violino (o di Sol).
c'2 c'
Per cambiare la chiave si usa il comando \clef
seguito dal nome della
chiave. In tutti gli esempi seguenti viene mostrato il Do centrale.
\clef treble c'2 c' \clef alto c'2 c' \clef tenor c'2 c' \clef bass c'2 c'
L’elenco completo di tutti i nomi di chiave possibili si trova in Stili della chiave. Chiavi speciali, come quelle usate nella musica antica, sono descritte in Chiavi mensurali e Chiavi gregoriane. La musica che utilizza le chiavi dell’intavolatura è discussa in Intavolature predefinite e Intavolature personalizzate.
Per mischiare le chiavi quando si usano le notine, leggere come si usano i
comandi \cueClef
e \cueDuringWithClef
descritti in
Formattazione delle notine.
Aggiungendo _8
o ^8
al nome della chiave, la sua
adozione comporta il trasporto all’ottava rispettivamente inferiore o
superiore, mentre _15
e ^15
traspongono di due ottave.
È possibile usare altri numeri interi, se necessario. I nomi di chiave
contenenti caratteri non alfabetici devono essere racchiusi tra virgolette
\clef treble c'2 c' \clef "treble_8" c'2 c' \clef "bass^15" c'2 c' \clef "alto_2" c'2 c' \clef "G_8" c'2 c' \clef "F^5" c'2 c'
L’ottavazione opzionale si può ottenere racchiudendo l’argomento numerico tra parentesi tonde o quadre:
\clef "treble_(8)" c'2 c' \clef "bass^[15]" c'2 c'
Le altezze vengono mostrate come se l’argomento numerico fosse inserito senza parentesi.
Se c’è un cambio di chiave quando si interrompe la linea, il simbolo della nuova chiave viene ripetuto alla fine della linea precedente, come chiave di avviso, e all’inizio di quella successiva. Tale chiave di precauzione può essere soppressa.
\clef treble { c'2 c' } \break \clef bass { c'2 c' } \break \clef alto \set Staff.explicitClefVisibility = #end-of-line-invisible { c'2 c' } \break \unset Staff.explicitClefVisibility \clef bass { c'2 c' } \break
Una chiave che è già stata visualizzata non viene ristampata se viene
ripetuto lo stesso comando \clef
e verrà quindi ignorata.
Si può cambiare tale comportamento predefinito col comando
\set Staff.forceClef = ##t
.
\clef treble c'1 \clef treble c'1 \set Staff.forceClef = ##t c'1 \clef treble c'1
Per essere più precisi, non è proprio il comando \clef
a stampare
la chiave. Questo comando imposta o cambia una proprietà dell’incisore
Clef_engraver
, cui spetta la decisione se stampare o meno una chiave
nel rigo attuale. La proprietà forceClef
scavalca questa decisione
localmente in modo da ristampare la chiave una volta.
Quando c’è un cambio di chiave manuale, il glifo della chiave cambiata sarà più piccolo del normale. Tale comportamento può essere modificato.
\clef "treble" c'1 \clef "bass" c'1 \clef "treble" c'1 \override Staff.Clef.full-size-change = ##t \clef "bass" c'1 \clef "treble" c'1 \revert Staff.Clef.full-size-change \clef "bass" c'1 \clef "treble" c'1
Frammenti di codice selezionati
Modifiche manuali della proprietà della chiave
Cambiando il glifo della chiave, la sua posizione o l’ottavazione non
cambia la posizione delle note successive nel rigo. Per far sì che
le armature di chiave si trovino sulle linee del rigo corrette, bisogna
specificare anche middleCPosition
, con valori positivi o negativi
che spostano il Do centrale
rispettivamente su o giù in senso
relativo alla linea centrale del rigo.
Per esempio, \clef "treble_8"
equivale a impostare
clefGlyph
, clefPosition
(che regola la posizione
verticale della chiave), middleCPosition
e
clefTransposition
. Viene stampata una chiave quando cambia una
di queste proprietà, eccetto middleCPosition
.
Gli esempi seguenti mostrano le possibilità date dall’impostazione manuale di tali proprietà. Sulla prima linea le modifiche manuali preservano il posizionamento relativo standard di chiavi e note, mentre sulla seconda linea non lo fanno.
{ % The default treble clef \key f \major c'1 % The standard bass clef \set Staff.clefGlyph = #"clefs.F" \set Staff.clefPosition = #2 \set Staff.middleCPosition = #6 \set Staff.middleCClefPosition = #6 \key g \major c'1 % The baritone clef \set Staff.clefGlyph = #"clefs.C" \set Staff.clefPosition = #4 \set Staff.middleCPosition = #4 \set Staff.middleCClefPosition = #4 \key f \major c'1 % The standard choral tenor clef \set Staff.clefGlyph = #"clefs.G" \set Staff.clefPosition = #-2 \set Staff.clefTransposition = #-7 \set Staff.middleCPosition = #1 \set Staff.middleCClefPosition = #1 \key f \major c'1 % A non-standard clef \set Staff.clefPosition = #0 \set Staff.clefTransposition = #0 \set Staff.middleCPosition = #-4 \set Staff.middleCClefPosition = #-4 \key g \major c'1 \break % The following clef changes do not preserve % the normal relationship between notes, key signatures % and clefs: \set Staff.clefGlyph = #"clefs.F" \set Staff.clefPosition = #2 c'1 \set Staff.clefGlyph = #"clefs.G" c'1 \set Staff.clefGlyph = #"clefs.C" c'1 \set Staff.clefTransposition = #7 c'1 \set Staff.clefTransposition = #0 \set Staff.clefPosition = #0 c'1 % Return to the normal clef: \set Staff.middleCPosition = #0 c'1 }
Vedi anche
Guida alla notazione: Chiavi mensurali, Chiavi gregoriane, Intavolature predefinite, Intavolature personalizzate, Formattazione delle notine.
File installati: ‘scm/parser-clef.scm’.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Clef_engraver, Clef, ClefModifier, clef-interface.
Problemi noti e avvertimenti
I numeri di ottavazione assegnati alle chiavi sono trattati come oggetti grafici
separati. Quindi qualsiasi \override
all’oggetto Clef dovrà essere
applicato, con un altro \override
, all’oggetto ClefModifier.
\new Staff \with { \override Clef.color = #blue \override ClefModifier.color = #red } \clef "treble_8" c'4
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Armatura di chiave
Nota: I nuovi utenti sono talvolta confusi dalla gestione delle
alterazioni e delle armature di chiave. In LilyPond i nomi delle
note costituiscono l’input grezzo; le armature e le chiavi determinano
come questo venga mostrato. Una nota non alterata come c
significa ‘Do naturale’, indipendentemente dall’armatura o dalla
chiave. Per maggiori informazioni si veda
Altezze e armature di chiave.
L’armatura di chiave indica la tonalità di un brano. È costituita da un insieme di alterazioni (bemolle o diesis) all’inizio del rigo. L’armatura di chiave può essere modificata:
\key altezza modo
modo
deve essere \major
o \minor
per ottenere rispettivamente un’armatura di altezza
-maggiore o
altezza
-minore. È anche possibile usare i nomi tradizionali
dei modi, chiamati anche modi ecclesiastici:
\ionian
, \dorian
, \phrygian
, \lydian
,
\mixolydian
, \aeolian
e \locrian
.
\relative { \key g \major fis''1 f fis }
Si possono definire ulteriori modi elencando le alterazioni per ogni grado della scala quando il modo inizia col Do.
freygish = #`((0 . ,NATURAL) (1 . ,FLAT) (2 . ,NATURAL) (3 . ,NATURAL) (4 . ,NATURAL) (5 . ,FLAT) (6 . ,FLAT)) \relative { \key c \freygish c'4 des e f \bar "||" \key d \freygish d es fis g }
Le alterazioni dell’armatura di chiave possono essere collocate in
posizioni diverse da quelle tradizionali o anche in più di un’ottava, usando
le proprietà flat-positions
e sharp-positions
di KeySignature
. I valori di queste proprietà specificano
l’estensione delle posizioni del rigo in cui potranno comparire
le alterazioni. Se viene specificata una sola posizione, le
alterazioni vengono collocate entro l’ottava che finisce in quella
posizione del rigo.
\override Staff.KeySignature.flat-positions = #'((-5 . 5)) \override Staff.KeyCancellation.flat-positions = #'((-5 . 5)) \clef bass \key es \major es g bes d' \clef treble \bar "||" \key es \major es' g' bes' d'' \override Staff.KeySignature.sharp-positions = #'(2) \bar "||" \key b \major b' fis' b'2
Frammenti di codice selezionati
Impedire l’inserimento dei segni di bequadro quando cambia l’armatura di chiave
Quando l’armatura di chiave cambia, vengono inseriti automaticamente i
segni di bequadro per annulare le alterazioni di precedenti armature. Si
può evitare questo comportamento impostando su f
(falso) la proprietà
printKeyCancellation
nel contesto Staff
.
\relative c' { \key d \major a4 b cis d \key g \minor a4 bes c d \set Staff.printKeyCancellation = ##f \key d \major a4 b cis d \key g \minor a4 bes c d }
Armature di chiave non tradizionali
Il comando \key
comunemente usato imposta la proprietà
keyAlterations
del contesto Staff
.
Per creare armature di chiave non standard, tale proprietà va
impostata esplicitamente.
Il formato di questo comando è una lista:
\set Staff.keyAlterations = #`(((ottava . grado) . alterazione) ((ottava
. grado) . alterazione) ...)
dove, per ogni elemento della lista, ottava
indica l’ottava (0 è
l’ottava dal Do centrale al Si precedente), grado
indica la nota
all’interno dell’ottava (0 significa Do e 6 significa Si) e alterazione
può essere ,SHARP ,FLAT ,DOUBLE-SHARP
etc.
Altrimenti, usando il formato breve per ogni elemento della lista,
(grado . alterazione)
, ciò indica che la stessa alterazione deve
essere presente in tutte le ottave. Per le scale microtonalidove un
“diesis” non è 100 centesimi, alterazione
si riferisce alla
proporzione di un duecentesimo di tono intero.
\include "arabic.ly" \relative do' { \set Staff.keyAlterations = #`((0 . ,SEMI-FLAT) (1 . ,SEMI-FLAT) (2 . ,FLAT) (5 . ,FLAT) (6 . ,SEMI-FLAT)) %\set Staff.extraNatural = ##f re reb \dwn reb resd dod dob dosd \dwn dob | dobsb dodsd do do | }
Vedi anche
Glossario musicale: church mode, scordatura.
Manuale di apprendimento: Altezze e armature di chiave.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: KeyChangeEvent, Key_engraver, Key_performer, KeyCancellation, KeySignature, key-signature-interface.
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Segni di ottavazione
I segni di ottavazione introducono un’ulteriore trasposizione di ottava nel rigo:
\relative a' { a2 b \ottava #-2 a2 b \ottava #-1 a2 b \ottava #0 a2 b \ottava #1 a2 b \ottava #2 a2 b }
Frammenti di codice selezionati
Changing ottava text
Internally, \ottava
sets the properties ottavation
(for
example, to 8va
or 8vb
) and middleCPosition
. To
override the text of the bracket, set ottavation
after invoking
\ottava
.
Short text is especially useful when a brief ottava is used.
{ c'2 \ottava #1 \set Staff.ottavation = #"8" c''2 \ottava #0 c'1 \ottava #1 \set Staff.ottavation = #"Text" c''1 }
Aggiungere un segno di ottava a una sola voce
Se il rigo ha più di una voce, l’ottavazione in una voce trasporrà la posizione delle note in tutte le voci per la durata della parentesi dell’ottava. Se si intende applicare l’ottavazione a una sola voce, si possono impostare esplicitamente middleCPosition e la parentesi di ottava. In questo frammento, la chiave di basso ha di norma il MiddleCPosition impostato su 6, ovvero sei posizioni sopra la linea centrale, dunque nella porzione con l’ottava il MiddleCPosition è più alto di sette posizioni (un’ottava).
{ \clef bass << { <g d'>1~ q2 <c' e'> } \\ { r2. \set Staff.ottavation = #"8vb" \once \override Staff.OttavaBracket.direction = #DOWN \set Voice.middleCPosition = #(+ 6 7) <b,,, b,,>4 ~ | q2 \unset Staff.ottavation \unset Voice.middleCPosition <c e>2 } >> }
Modificare l’inclinazione dell’estensore dell’ottava
È possibile cambiare l’inclinazione dell’estensore dell’ottava.
\relative c'' { \override Staff.OttavaBracket.stencil = #ly:line-spanner::print \override Staff.OttavaBracket.bound-details = #`((left . ((Y . 0) ; Change the integer here (attach-dir . ,LEFT) (padding . 0) (stencil-align-dir-y . ,CENTER))) (right . ((Y . 5) ; Change the integer here (padding . 0) (attach-dir . ,RIGHT) (text . ,(make-draw-dashed-line-markup (cons 0 -1.2)))))) \override Staff.OttavaBracket.left-bound-info = #ly:line-spanner::calc-left-bound-info-and-text \override Staff.OttavaBracket.right-bound-info = #ly:line-spanner::calc-right-bound-info \ottava #1 c1 c'''1 }
Vedi anche
Glossario musicale: ottavazione.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Ottava_spanner_engraver, OttavaBracket, ottava-bracket-interface.
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Trasporto strumentale
Quando si scrivono partiture che comprendono strumenti traspositori, alcune parti possono essere scritte a un’altezza diversa dall’intonazione reale. In questi casi, è necessario specificare la chiave dello strumento traspositore, altrimenti l’output MIDI e le citazioni in altre parti produrranno altezze errate. Per maggiori informazioni sulle citazioni, si veda Citare altre voci.
\transposition altezza
L’altezza da usare per \transposition
deve corrispondere al suono
effettivamente prodotto quando un c'
scritto sul rigo viene
suonato dallo strumento traspositore. Tale altezza viene inserita in
modalità assoluta; dunque, uno strumento che produce un suono reale un
tono sopra la notazione deve usare \transposition d'
.
\transposition
va usato soltanto se le altezze non
sono scritte in intonazione reale.
Ecco un frammento per violino e clarinetto in Si bemolle, le cui parti sono inserite usando le note e l’armatura di chiave che appaiono nei rispettivi righi sulla partitura del direttore. I due strumenti suonano all’unisono.
\new GrandStaff << \new Staff = "violin" \with { instrumentName = "Vln" midiInstrument = "violin" } \relative c'' { % non strettamente necessario, ma meglio ricordarlo \transposition c' \key c \major g4( c8) r c r c4 } \new Staff = "clarinet" \with { instrumentName = \markup { Cl (B\flat) } midiInstrument = "clarinet" } \relative c'' { \transposition bes \key d \major a4( d8) r d r d4 } >>
\transposition
può essere modificato nel corso di un brano. Ad
esempio, un clarinettista potrebbe essere costretto a passare da un
clarinetto in La a uno in Si bemolle.
flute = \relative c'' { \key f \major \cueDuring "clarinet" #DOWN { R1 _\markup\tiny "clarinet" c4 f e d R1 _\markup\tiny "clarinet" } } clarinet = \relative c'' { \key aes \major \transposition a aes4 bes c des R1^\markup { muta in B\flat } \key g \major \transposition bes d2 g, } \addQuote "clarinet" \clarinet << \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \flute \new Staff \with { instrumentName = "Cl (A)" } \clarinet >>
Vedi anche
Glossario musicale: intonazione reale, strumento traspositore.
Guida alla notazione: Citare altre voci, Trasposizione.
Frammenti di codice: Altezze.
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Alterazioni automatiche
Esistono diverse convenzioni sul modo di scrivere le alterazioni. LilyPond ha una funzione per specificare lo stile di gestione delle alterazioni adottato. Questa funzione viene richiamata nel modo seguente:
\new Staff << \accidentalStyle voice { … } >>
La gestione delle alterazioni si applica di norma all’attuale Staff
(con
l’eccezione degli stili piano
e piano-cautionary
, che sono
spiegati dopo). Questa funzione accetta un secondo argomento opzionale che
determina in quale ambito debba essere cambiato lo stile. Ad esempio, per
usare lo stesso stile in tutti i righi dell’attuale StaffGroup
, si usa:
\accidentalStyle StaffGroup.voice
Sono supportati i seguenti modi di gestire le alterazioni. Il seguente esempio mostra tutti gli stili:
musicA = { << \relative { cis''8 fis, bes4 <a cis>8 f bis4 | cis2. <c, g'>4 | } \\ \relative { ais'2 cis, | fis8 b a4 cis2 | } >> } musicB = { \clef bass \new Voice { \voiceTwo \relative { <fis a cis>8[ <fis a cis> \change Staff = up cis' cis \change Staff = down <fis, a> <fis a>] \showStaffSwitch \change Staff = up dis'4 | \change Staff = down <fis, a cis>4 gis <f a d>2 | } } } \new PianoStaff { << \context Staff = "up" { \accidentalStyle default \musicA } \context Staff = "down" { \accidentalStyle default \musicB } >> }
Si noti che le ultime linee di questo esempio possono essere sostituite dal seguente frammento, se si vuole usare lo stesso stile in entrambi i righi.
\new PianoStaff { << \context Staff = "up" { %%% change the next line as desired: \accidentalStyle Score.default \musicA } \context Staff = "down" { \musicB } >> }
-
default
-
Questo è il comportamento predefinito del compositore tipografico. Corrisponde alla pratica comunemente impiegata dal diciottesimo secolo: le alterazioni vengono ricordate fino alla fine della misura in cui si trovano, limitatamente all’ottava di appartenenza. Quindi, nell’esempio seguente non compare alcun segno di bequadro prima del
b
nella seconda misura o prima dell’ultimoc
: -
voice
-
Normalmente le alterazioni mantengono la propria validità a livello di
Staff
. Tuttavia in questo stile le alterazioni vengono gestite individualmente per ogni voce. Al di fuori di quest’aspetto, lo stile è analogo adefault
.Di conseguenza, le alterazioni relative a una voce non vengono cancellate nelle altre voci. Un risultato spesso non desiderabile: nell’esempio seguente è difficile capire se il secondo
a
sia naturale o diesis. L’opzionevoice
deve essere quindi usata solo se ogni voce è destinata a un esecutore diverso. Se la partitura deve essere letta da un unico musicista (come nel caso della partitura del direttore, o di uno spartito per pianoforte), allora è preferibile usaremodern
omodern-cautionary
. -
modern
-
Questa regola corrisponde alla pratica comune del ventesimo secolo. Omette i segni di bequadro supplementari che in passato erano di norma anteposti al diesis che segue un doppio diesis o a un bemolle che segue un doppio bemolle. La regola
modern
presenta le stesse alterazioni didefault
, con due aggiunte che servono a evitare ambiguità: i segni di annullamento delle alterazioni temporanee sono anteposti alle note sulla stessa ottava della misura successiva e alle note in ottave diverse nella stessa misura. In questo esempio, dunque, i bequadri delb
e delc
nella seconda misura del rigo superiore: -
modern-cautionary
-
Questa regola è simile a
modern
, ma le alterazioni ‘supplementari’ sono segnate come alterazioni di precauzione (con parentesi). La loro dimensione può essere cambiata attraverso la proprietàfont-size
diAccidentalCautionary
. -
modern-voice
-
Questa regola viene usata per le alterazioni su più voci destinate sia agli esecutori che suonano una singola voce sia a quelli che suonano tutte le voci. Le alterazioni sono mostrate su tutte le voci, ma sono annullate su ogni voce dello stesso rigo (
Staff
). Quindi, l’alterazione dell’a
nell’ultima misura viene annullata perché l’annullamento precedente si trovava in una voce diversa, mentre quella deld
nel rigo inferiore viene annullata a causa dell’alterazione in un’altra voce della misura precedente: -
modern-voice-cautionary
-
Questa regola è analoga a
modern-voice
, ma con le alterazioni supplementari (quelle non mostrate davoice
) segnate come alterazioni di precauzione. Tutte le alterazioni mostrate dadefault
sono mostrate con questa regola, ma alcune di esse sono indicate come alterazioni di precauzione. -
piano
-
Questa regola riflette la pratica del ventesimo secolo per la notazione per pianoforte. Il suo comportamento è molto simile allo stile
modern
, ma in questo caso le alterazioni vengono annullate in tutti i righi che si trovano nello stessoGrandStaff
oPianoStaff
, dunque tutte gli annullamenti delle note finali.È lo stile predefinito per gli attuali
GrandStaff
ePianoStaff
. -
piano-cautionary
-
È uguale a
piano
ma con le alterazioni supplementari mostrate come alterazioni di precauzione. -
choral
-
Questa regola è una combinazione degli stili
modern-voice
epiano
. Mostra tutte le alterazioni richieste dai cantanti che seguono solo la propria voce, e mostra anche le ulteriori alterazioni per tutti i lettori che seguono tutte le voci di un interoChoirStaff
contemporaneamente.Questo stile di alterazioni si applica al
ChoirStaff
corrente per impostazione predefinita. -
choral-cautionary
-
Questo stile è identico a
choral
ma con le alterazioni extra in forma di alterazioni di cortesia. -
neo-modern
-
Questa regola si riferisce a una pratica tipica della musica contemporanea: le alterazioni sono mostrate come in
modern
, ma vengono ripetute se la stessa nota appare in seguito nella stessa misura – a meno che la seconda occorrenza non segua direttamente la prima. -
neo-modern-cautionary
-
Questa regola è simile a
neo-modern
, ma le alterazioni ‘supplementari’ sono mostrate come alterazioni di precauzione (con parentesi). La loro dimensione può essere modificata attraverso la proprietàfont-size
diAccidentalCautionary
. -
neo-modern-voice
-
Questa regola viene usata per le alterazioni su più di una voce che devono essere lette sia da musicisti che suonano una singola voce sia da musicisti che suonano tutte le voci. Le alterazioni per ogni voce sono mostrate come nello stile
neo-modern
, ma vengono annullate attraverso le voci nello stesso rigo (Staff
). -
neo-modern-voice-cautionary
-
Questa regola è simile a
neo-modern-voice
, ma le alterazioni supplementari sono indicate come alterazioni di precauzione. -
dodecaphonic
-
Questa regola riflette una regola introdotta dai compositori all’inizio del ventesimo secolo nel tentativo di abolire la gerarchia tra suoni naturali e non naturali. Con questo stile, ogni nota presenta un segno di alterazione, anche i suoni naturali.
-
dodecaphonic-no-repeat
-
Come nello stile delle alterazioni dodecafonico ogni nota ha un segno di alterazione, ma le alterazioni sono soppresse per tutte le altezze ripetute immediatamente nello stesso rigo.
-
dodecaphonic-first
-
In modo analogo allo stile delle alterazioni dodecafonico ogni altezza ha un segno di alterazione, ma solo la prima volta che si incontra in una misura. Le alterazioni vengono ricordate solo per l’ottava corrente ma in tutte le voci.
-
teaching
-
Questa regola è pensata per gli studenti: permette di generare facilmente degli spartiti di scale con le alterazioni di precauzione inserite in modo automatico. Alle alterazioni, indicate come nello stile
modern
, vengono aggiunte ulteriori segni di precauzione per tutti i diesis e bemolle specificati dall’armatura di chiave, fuorché nel caso di ripetizioni immediatamente successive di una stessa nota. -
no-reset
-
È identico a
default
, ma le alterazioni mantengono la propria validità ‘per sempre’, non solo all’interno della singola misura: -
forget
-
È il contrario di
no-reset
: le alterazioni non vengono ricordate affatto – pertanto, tutte le alterazioni si riferiscono all’armatura di chiave, indipendentemente dal materiale musicale precedente.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Accidental, Accidental_engraver, GrandStaff, PianoStaff, Staff, AccidentalSuggestion, AccidentalPlacement, accidental-suggestion-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Le note simultanee non vengono considerate nell’individuazione
automatica delle alterazioni; vengono prese come riferimento solo
le note precedenti e l’armatura di chiave. Se la stessa nota
occorre simultaneamente con alterazioni diverse, può essere necessario
forzare le alterazioni con !
o ?
: ‘<f! fis!>’.
L’annullamento di precauzione delle alterazioni avviene in relazione alla
misura precedente. Tuttavia, nel blocco \alternative
che segue
una sezione \repeat volta N
, è auspicabile che l’annullamento sia
calcolato in base alla precedente misura eseguita, non alla precedente
misura stampata. Nell’esempio seguente il Do naturale della seconda
volta non richiede il segno di bequadro:
Si può usare il seguente espediente: si definisce una funzione che
imposti localmente lo stile delle alterazioni su forget
:
forget = #(define-music-function (music) (ly:music?) #{ \accidentalStyle forget #music \accidentalStyle modern #}) { \accidentalStyle modern \time 2/4 \repeat volta 2 { c'2 } \alternative { cis' \forget c' } }
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Ambitus
Il termine ambitus (pl. ambitus) indica l’ambito di altezze di una determinata voce all’interno di una composizione musicale. Può indicare anche l’estensione di uno strumento musicale, ovvero l’intera gamma di suoni che può produrre. L’ambitus viene usato nelle parti vocali in modo che gli esecutori possano capire facilmente se siano adeguate alle loro possibilità.
L’ambitus viene indicato all’inizio del brano, prima della chiave iniziale. L’intervallo è individuato graficamente da due teste di nota che rappresentano l’altezza più bassa e più alta. Le alterazioni sono mostrate solo se non fanno parte dell’armatura di chiave.
\layout { \context { \Voice \consists "Ambitus_engraver" } } \relative { aes' c e2 cis,1 }
Frammenti di codice selezionati
Un ambitus per voce
L’ambitus può essere specificato per voce. In tal caso occorre spostarlo manualmente per evitare collisioni.
\new Staff << \new Voice \with { \consists "Ambitus_engraver" } \relative c'' { \override Ambitus.X-offset = #2.0 \voiceOne c4 a d e f1 } \new Voice \with { \consists "Ambitus_engraver" } \relative c' { \voiceTwo es4 f g as b1 } >>
Ambitus su più voci
Se si aggiunge l’incisore Ambitus_engraver
al contesto Staff
viene
creato un solo ambitus per il rigo, anche nel caso di righi che hanno più
voci.
\new Staff \with { \consists "Ambitus_engraver" } << \new Voice \relative c'' { \voiceOne c4 a d e f1 } \new Voice \relative c' { \voiceTwo es4 f g as b1 } >>
Modifica dell’intervallo dell’ambitus
È possibile cambiare le impostazioni predefinite dell’intervallo tra le teste di nota dell’ambitus e la linea che le collega.
\layout { \context { \Voice \consists "Ambitus_engraver" } } \new Staff { \time 2/4 % Default setting c'4 g'' } \new Staff { \time 2/4 \override AmbitusLine.gap = #0 c'4 g'' } \new Staff { \time 2/4 \override AmbitusLine.gap = #1 c'4 g'' } \new Staff { \time 2/4 \override AmbitusLine.gap = #1.5 c'4 g'' }
Vedi anche
Glossario musicale: ambitus.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Ambitus_engraver, Voice, Staff, Ambitus, AmbitusAccidental, AmbitusLine, AmbitusNoteHead, ambitus-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Le collisioni non vengono gestite in presenza di un ambitus multiplo su più di una voce.
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1.1.4 Teste di nota
Questa sezione suggerisce i modi in cui modificare la testa di una nota.
Teste di nota speciali | ||
Testa di nota con nome della nota | ||
Teste di nota a forma variabile | ||
Improvvisazione |
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Teste di nota speciali
L’aspetto delle teste delle note può essere modificato:
\relative c'' { c4 b \override NoteHead.style = #'cross c4 b \revert NoteHead.style a b \override NoteHead.style = #'harmonic a b \revert NoteHead.style c4 d e f }
L’elenco di tutti gli stili per le teste di nota è in Stili delle teste di nota.
Lo stile barrato (cross
) viene usato per rappresentare varie
intenzioni musicali. I seguenti comandi generici predefiniti modificano
la testa della nota nei contesti del rigo e dell’intavolatura e possono
essere usati per rappresentare qualsiasi significato musicale:
\relative { c''4 b \xNotesOn a b c4 b \xNotesOff c4 d }
Questo comando può essere usato all’interno e all’esterno degli accordi per generare teste barrate sia nel contesto del rigo che in quello dell’intavolatura:
\relative { c''4 b \xNote { e f } c b < g \xNote c f > b }
Potete utilizzare, al posto di \xNote
, \xNotesOn
e
\xNotesOff
, i comandi \deadNote
, \deadNotesOn
e
\deadNotesOff
. Il termine dead note è di uso comune
tra i chitarristi.
Esiste anche una scorciatoia simile per le forme a diamante:
\relative c'' { <c f\harmonic>2 <d a'\harmonic>4 <c g'\harmonic> f\harmonic }
Comandi predefiniti
\harmonic
,
\xNotesOn
,
\xNotesOff
,
\xNote
.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida alla notazione: Stili delle teste di nota, Note in un accordo, Indicazione di armonici e note smorzate.
Guida al funzionamento interno: note-event, Note_heads_engraver, Ledger_line_engraver, NoteHead, LedgerLineSpanner, note-head-interface, ledger-line-spanner-interface.
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Testa di nota con nome della nota
La nota ‘easy play’ inserisce il nome della nota dentro la testa. Viene usata nella musica per principianti. Per rendere le lettere leggibili, occorrerebbe usare un carattere più grande. A questo proposito si veda Impostare la dimensione del rigo.
#(set-global-staff-size 26) \relative c' { \easyHeadsOn c2 e4 f g1 \easyHeadsOff c,1 }
Comandi predefiniti
\easyHeadsOn
,
\easyHeadsOff
.
Frammenti di codice selezionati
Numeri dentro le teste di nota
Le teste di nota con nome della nota usano la proprietà note-names
dell’oggetto NoteHead
per determinare cosa appaia
all’interno della testa. È possibile sovrascrivere questa proprietà
e mostrare numeri corrispondenti ai gradi della scala.
Si può creare un semplice incisore che faccia questo per ogni oggetto testa di nota che incontra.
#(define Ez_numbers_engraver (make-engraver (acknowledgers ((note-head-interface engraver grob source-engraver) (let* ((context (ly:translator-context engraver)) (tonic-pitch (ly:context-property context 'tonic)) (tonic-name (ly:pitch-notename tonic-pitch)) (grob-pitch (ly:event-property (event-cause grob) 'pitch)) (grob-name (ly:pitch-notename grob-pitch)) (delta (modulo (- grob-name tonic-name) 7)) (note-names (make-vector 7 (number->string (1+ delta))))) (ly:grob-set-property! grob 'note-names note-names)))))) #(set-global-staff-size 26) \layout { ragged-right = ##t \context { \Voice \consists \Ez_numbers_engraver } } \relative c' { \easyHeadsOn c4 d e f g4 a b c \break \key a \major a,4 b cis d e4 fis gis a \break \key d \dorian d,4 e f g a4 b c d }
Vedi anche
Guida alla notazione: Impostare la dimensione del rigo.
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: note-event, Note_heads_engraver, NoteHead, note-head-interface.
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Teste di nota a forma variabile
In alcune notazioni, la forma della testa della nota corrisponde alla funzione armonica di una nota nella scala. Questa notazione era comune nei canzonieri americani del diciannovesimo secolo. Gli stili possibili sono Sacred Harp, Southern Harmony, Funk (Harmonia Sacra), Walker e Aiken (Christian Harmony):
\relative c'' { \aikenHeads c, d e f g2 a b1 c \break \sacredHarpHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \southernHarmonyHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \funkHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break \walkerHeads c,4 d e f g2 a b1 c \break }
Le forme variano in base al grado della scala; la
scala è determinata dal comando \key
. Se si scrive in
tonalità minore, il grado della scala può essere determinato
in base alla relativa maggiore:
\relative c'' { \key a \minor \aikenHeads a b c d e2 f g1 a \break \aikenHeadsMinor a,4 b c d e2 f g1 a \break \sacredHarpHeadsMinor a,2 b c d \break \southernHarmonyHeadsMinor a2 b c d \break \funkHeadsMinor a2 b c d \break \walkerHeadsMinor a2 b c d \break }
Comandi predefiniti
\aikenHeads
,
\aikenHeadsMinor
,
\funkHeads
,
\funkHeadsMinor
,
\sacredHarpHeads
,
\sacredHarpHeadsMinor
,
\southernHarmonyHeads
,
\southernHarmonyHeadsMinor
,
\walkerHeads
,
\walkerHeadsMinor
.
Frammenti di codice selezionati
Applicazione degli stili delle teste di nota in base al grado della scala
La proprietà shapeNoteStyles
può essere usata per definire vari
stili di teste di nota per ogni grado della scala (definita dall’armatura
di chiave o dalla proprietà tonic
). Questa proprietà richiede un
insieme di simboli, che può essere puramente arbitrario (sono permesse
espressioni geometriche come triangle
, cross
e xcircle
)
o basato sull’antica tradizione tipografica americana (sono consentiti
anche alcuni nomi di nota latini).
Detto questo, per imitare gli antichi canzionieri americani, ci sono vari
stili predefiniti disponibili attraverso dei comodi comandi come
\aikenHeads
o \sacredHarpHeads
.
Questo esempio mostra modi diversi di ottenere teste di nota di varie forme e illustra la possibilità di trasporre una melodia senza perdere la corrispondenza tra le funzioni armoniche e gli stili delle teste.
fragment = { \key c \major c2 d e2 f g2 a b2 c } \new Staff { \transpose c d \relative c' { \set shapeNoteStyles = ##(do re mi fa #f la ti) \fragment } \break \relative c' { \set shapeNoteStyles = ##(cross triangle fa #f mensural xcircle diamond) \fragment } }
La lista completa di tutti gli stili delle teste si trova in Stili delle teste di nota.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida alla notazione: Stili delle teste di nota.
Guida al funzionamento interno: note-event, Note_heads_engraver, NoteHead, note-head-interface.
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Improvvisazione
L’improvvisazione viene talvolta indicata con teste tagliate: l’esecutore può scegliere qualsiasi nota ma deve seguire il ritmo indicato. Si possono creare queste teste:
\new Voice \with { \consists "Pitch_squash_engraver" } \relative { e''8 e g a a16( bes) a8 g \improvisationOn e8 ~ 2 ~ 8 f4 f8 ~ 2 \improvisationOff a16( bes) a8 g e }
Comandi predefiniti
\improvisationOn
,
\improvisationOff
.
Vedi anche
Frammenti di codice: Altezze.
Guida al funzionamento interno: Pitch_squash_engraver, Voice, RhythmicStaff.
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1.2 Ritmi
Questa sezione tratta i ritmi, le pause, le durate, la disposizione delle travature e le battute.
1.2.1 Inserimento delle durate | ||
1.2.2 Inserimento delle pause | ||
1.2.3 Aspetto dei ritmi | ||
1.2.4 Travature | ||
1.2.5 Battute | ||
1.2.6 Questioni ritmiche particolari |
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1.2.1 Inserimento delle durate
Durata | ||
Gruppi irregolari | ||
Scalare le durate | ||
Legature di valore |
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Durata
Le durate delle note si inseriscono usando numeri e punti. Il numero è basato
sul valore reciproco della lunghezza della nota. Per esempio, una nota di un
quarto si indica col valore numerico di 4
perché il suo valore è 1/4,
mentre una minima si indica col 2
, la croma con l’8
e così via.
La minor durata esprimibile per una nota indipendente è di 128
; è
possibile inserire anche valori inferiori, ma solo all’interno di travature.
Vedi anche Travature.
Per le note più lunghe di un intero si usano i comandi \longa
(due volte
una breve) e \breve
. Solo nella notazione per musica antica è possibile
specificare una nota che dura quattro volte una breve, attraverso il comando
\maxima
. Vedi Notazione antica.
\relative { \time 8/1 c''\longa c\breve c1 c2 c4 c8 c16 c32 c64 c128 c128 }
Ecco gli stessi valori con la disposizione automatica delle travature disabilitata.
\relative { \time 8/1 \autoBeamOff c''\longa c\breve c1 c2 c4 c8 c16 c32 c64 c128 c128 }
Le durate isolate, ovvero le durate prive di altezza, in una sequenza musicale prenderanno la loro altezza dalla nota o accordo precedenti.
\relative { a' a a2 a a4 a a1 a }
Le durate isolate prendono l’altezza dalla nota o accordo precedenti.
\relative { \time 8/1 c'' \longa \breve 1 2 4 8 16 32 64 128 128 }
Le altezze isolate, ovvero le altezze prive di durata, in una sequenza musicale
prenderanno la loro durata dalla nota o accordo precedenti. Se non c’è alcuna
durata precedente, il valore predefinito è sempre 4
, una nota di
un quarto.
\relative { a' a a2 a a4 a a1 a }
Inserire un punto (.
) dopo la durata per ottenere note “puntate”. Le
figure con doppio punto si indicano aggiungendo due punti, e così via.
\relative { a'4 b c4. b8 a4. b4.. c8. }
Per evitare collisioni con le linee del rigo, di norma i punti delle note sono spostati in su. Tuttavia all’interno di passaggi polifonici possono essere posizionati manualmente, sopra o sotto il rigo a seconda delle necessità. Vedi Direzione e posizionamento.
Alcune durate non possono essere rappresentate usando solo durate e punti ma soltanto tramite legature di valore tra due o più note. Vedi Legature di valore.
Per sapere come specificare durate che allineino le sillabe del testo alle note, si veda Musica vocale.
Le note possono essere distanziate in modo proporzionale alla loro durata. Vedi Notazione proporzionale.
Comandi predefiniti
\autoBeamOn
,
\autoBeamOff
,
\dotsUp
,
\dotsDown
,
\dotsNeutral
.
Frammenti di codice selezionati
Note brevi alternative
Le note brevi sono disponibili anche con due linee verticali su ciascun lato della testa invece di una sola e in stile barocco.
\relative c'' { \time 4/2 c\breve | \override Staff.NoteHead.style = #'altdefault b\breve \override Staff.NoteHead.style = #'baroque b\breve \revert Staff.NoteHead.style a\breve }
Modifica del numero di punti di aumentazione per nota
Il numero di punti di aumentazione su una singola nota può essere modificato in modo indipendente dai punti posizionati dopo la nota.
\relative c' { c4.. a16 r2 | \override Dots.dot-count = #4 c4.. a16 r2 | \override Dots.dot-count = #0 c4.. a16 r2 | \revert Dots.dot-count c4.. a16 r2 | }
Vedi anche
Glossario musicale: breve, longa, maxima, durata, Nomi di durata delle note e delle pause.
Guida alla notazione: Travature, Legature di valore, Gambi, Inserimento delle durate, Inserimento delle pause, Musica vocale, Notazione antica, Notazione proporzionale.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Dots, DotColumn.
Problemi noti e avvertimenti
Non c’è un limite massimo o minimo alla durata di una pausa, ma è
il numero dei glifi ad essere limitato, dunque si possono indicare
pause comprese tra 128
e \maxima
.
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Gruppi irregolari
I gruppi irregolari sono costituiti da un’espressione musicale
introdotta dal comando \tuplet
, che moltiplica la velocità
dell’espressione musicale per una frazione:
\tuplet frazione { musica }
Il numeratore della frazione apparirà sopra o sotto le note; eventualmente, con l’aggiunta opzionale di una parentesi quadra. Il gruppo irregolare più comune è la terzina, in cui 3 note hanno la durata di 2:
\relative { a'2 \tuplet 3/2 { b4 b b } c4 c \tuplet 3/2 { b4 a g } }
In caso di lunghi passaggi di gruppi irregolari, dover scrivere
un comando \tuplet
per ogni gruppo è scomodo. È possibile
specificare direttamente la durata di un gruppo irregolare prima
della musica per far sì che i gruppi siano suddivisi automaticamente:
\relative { g'2 r8 \tuplet 3/2 8 { cis16 d e e f g g f e } }
Le parentesi dei gruppi irregolari si possono posizionare manualmente sopra o sotto il rigo:
\relative { \tupletUp \tuplet 3/2 { c''8 d e } \tupletNeutral \tuplet 3/2 { c8 d e } \tupletDown \tuplet 3/2 { f,8 g a } \tupletNeutral \tuplet 3/2 { f8 g a } }
È possibile annidare i gruppi irregolari:
\relative { \autoBeamOff c''4 \tuplet 5/4 { f8 e f \tuplet 3/2 { e[ f g] } } f4 }
La modifica di gruppi irregolari annidati che iniziano simultaneamente
richiede l’uso di \tweak
.
Per modificare la durata delle note senza che appaia la parentesi quadra del gruppo irregolare, si veda Scalare le durate.
Comandi predefiniti
\tupletUp
,
\tupletDown
,
\tupletNeutral
.
Frammenti di codice selezionati
Inserire vari gruppi irregolari usando una sola volta il comando \tuplet
La proprietà tupletSpannerDuration
imposta la durata di ognuno dei
gruppi irregolari compresi tra parentesi dopo il comando \tuplet
.
In questo modo si possono inserire molti gruppi irregolari consecutivi
all’interno di una singola espressione \tuplet
, risparmiando così
tempo e spazio.
Ci sono vari modi per impostare tupletSpannerDuration
. Il
comando \tupletSpan
la imposta su una certa durata e poi
la annulla quando invece di una durata viene specificato
\default
. Altrimenti si può usare un argomento
opzionale con \tuplet
.
\relative c' { \time 2/4 \tupletSpan 4 \tuplet 3/2 { c8^"\\tupletSpan 4" c c c c c } \tupletSpan \default \tuplet 3/2 { c8^"\\tupletSpan \\default" c c c c c } \tuplet 3/2 4 { c8^"\\tuplet 3/2 4 {...}" c c c c c } }
Modifica del numero del gruppo irregolare
Di norma compare sulla parentesi del gruppo irregolare solo il
numeratore del numero del gruppo irregolare, ovvero il numeratore
dell’argomento del comando \tuplet
. Ma è possibile
mostrare la frazione num:den del numero del gruppo irregolare
oppure nascondere del tutto il numero.
\relative c'' { \tuplet 3/2 { c8 c c } \tuplet 3/2 { c8 c c } \override TupletNumber.text = #tuplet-number::calc-fraction-text \tuplet 3/2 { c8 c c } \omit TupletNumber \tuplet 3/2 { c8 c c } }
Numeri non predefiniti per i gruppi irregolari
LilyPond fornisce anche funzioni di formattazione che permettono di creare numeri di gruppi irregolari diversi dalla frazione vera e propria, così come di aggiungere un valore di nota al numero o alla frazione di un gruppo irregolare.
\relative c'' { \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::non-default-tuplet-denominator-text 7) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::non-default-tuplet-fraction-text 12 7) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::append-note-wrapper (tuplet-number::non-default-tuplet-fraction-text 12 7) (ly:make-duration 3 0)) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::append-note-wrapper tuplet-number::calc-denominator-text (ly:make-duration 2 0)) \tuplet 3/2 { c8 c8 c8 c8 c8 c8 } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::append-note-wrapper tuplet-number::calc-fraction-text (ly:make-duration 2 0)) \tuplet 3/2 { c8 c8 c8 c8 c8 c8 } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::fraction-with-notes (ly:make-duration 2 1) (ly:make-duration 3 0)) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } \once \override TupletNumber.text = #(tuplet-number::non-default-fraction-with-notes 12 (ly:make-duration 3 0) 4 (ly:make-duration 2 0)) \tuplet 3/2 { c4. c4. c4. c4. } }
Controllare la visibilità della parentesi del gruppo irregolare
Il comportamento predefinito relativo alla visibilità della parentesi quadra del gruppo irregolare è di mostrare una parentesi a meno che non ci sia una travatura della stessa lunghezza del gruppo.
Per controllare la visibilità di tale parentesi, si imposta la proprietà
'bracket-visibility
su #t
(mostra sempre la parentesi),
#'if-no-beam
(mostra la parentesi solo se non c’è una travatura,
che è il comportamento predefinito) o #f
(non mostrare mai la parentesi).
L’ultima opzione equivale a omettere l’oggetto @code{TupletBracket}
dall’output.
music = \relative c'' { \tuplet 3/2 { c16[ d e } f8] \tuplet 3/2 { c8 d e } \tuplet 3/2 { c4 d e } } \new Voice { \relative c' { << \music s4^"default" >> \override TupletBracket.bracket-visibility = #'if-no-beam << \music s4^"'if-no-beam" >> \override TupletBracket.bracket-visibility = ##t << \music s4^"#t" >> \override TupletBracket.bracket-visibility = ##f << \music s4^"#f" >> \omit TupletBracket << \music s4^"omit" >> } }
Consentire l’interruzione del rigo all’interno di gruppi irregolari con travature
Questo esempio artificioso mostra come permettere interruzioni del rigo sia manuali che automatiche all’interno di un gruppo irregolare con travature. Si noti che le travature di questi gruppi irregolari fuori dal ritmo devono essere disposte manualmente.
\layout { \context { \Voice % Permit line breaks within tuplets \remove "Forbid_line_break_engraver" % Allow beams to be broken at line breaks \override Beam.breakable = ##t } } \relative c'' { a8 \repeat unfold 5 { \tuplet 3/2 { c[ b a] } } % Insert a manual line break within a tuplet \tuplet 3/2 { c[ b \bar "" \break a] } \repeat unfold 5 { \tuplet 3/2 { c[ b a] } } c8 }
Vedi anche
Glossario musicale: terzina, gruppo irregolare, polimetrico.
Manuale di apprendimento: Metodi di modifica.
Guida alla notazione:
Direzione e posizionamento,
Gestione del tempo,
Scalare le durate,
Il comando \tweak
,
Notazione polimetrica.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: TupletBracket, TupletNumber, TimeScaledMusic.
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Scalare le durate
La durata di singole note, pause o accordi può essere moltiplicata
per una frazione N/M
aggiungendo *N/M
(o *N
se M
è 1). Questo non cambierà l’aspetto delle note o delle pause, ma
la durata così alterata verrà utilizzata per calcolare la posizione
all’interno della misura e per impostare la durata nel file MIDI.
Si possono combinare molteplici fattori, come *L*M/N
. I fattori
fanno parte della durata: quindi se non si specifica una durata per
le note successive, la durata ripresa dalla nota precedente
includerà il fattore di scalatura.
Nell’esempio seguente le prime tre note occupano esattamente due tempi, ma non sono indicate come gruppo irregolare.
\relative { \time 2/4 % Trasforma le durate in terzine a'4*2/3 gis a % Durate normali a4 a % Raddoppia la durata dell'accordo <a d>4*2 % Durata di un quarto, ma appare come un sedicesimo b16*4 c4 }
Anche la durata delle pause spaziatrici può essere modificata
con un moltiplicatore. Può essere utile per saltare molte misure; per
esempio s1*23
.
Frammenti musicali più lunghi possono essere compressi secondo la stessa proporzione, come moltiplicando ogni nota, accordo o pausa per una medesima frazione. In questo modo, l’aspetto della musica non cambia ma la durata interna delle note viene moltiplicata per la frazione num/den. Ecco un esempio che mostra come la musica possa essere compressa e espansa:
\relative { \time 2/4 % Durate normali <c'' a>4 c8 a % Scala la musica di *2/3 \scaleDurations 2/3 { <c a f>4. c8 a f } % Scala la musica di *2 \scaleDurations 2/1 { <c' a>4 c8 b } }
Questo comando torna utile nella notazione polimetrica, si veda Notazione polimetrica.
Vedi anche
Guida alla notazione: Gruppi irregolari, Pause invisibili, Notazione polimetrica.
Frammenti di codice: Rhythms.
Problemi noti e avvertimenti
Il calcolo della posizione in una misura deve considerare tutti i fattori di dimensionamento applicati alle note di quella misura e gli esigui residui delle misure precedenti. Questo calcolo viene fatto con numeri razionali. Se un numeratore o un denominatore intermedi in quel calcolo eccedono di 2^30, l’esecuzione e la composizione tipografica si arresteranno in quel punto senza indicare un errore.
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Legature di valore
Una legatura di valore connette le teste di due note della stessa altezza successive. Dunque, la legatura di valore prolunga la durata di una nota.
Nota: Le legature di valore non devono essere confuse con le legature di portamento, che articolano un passaggio, o con le legature di frase, che delimitano una frase musicale. Una legatura di valore serve semplicemente a prolungare la durata di una nota, in modo analogo al punto di valore.
La legatura di valore si inserisce aggiungendo il simbolo tilde (~
)
alla prima di ogni coppia di note legate. Esso indica che la nota deve
essere legata alla nota successiva, che deve essere della stessa altezza.
{ a'2~ 4~ 16 r r8 }
Le legature di valore possono avvantaggiarsi dell’interpretazione dell’ ‘ultima altezza esplicita’ per le durate isolate:
{ a'2~ 4~ 16 r r8 }
Le legature di valore si usano per unire due note a cavallo di una stanghetta di battuta, oppure quando non si possono usare i punti per esprimere una particolare durata. Le legature si dovrebbero usare anche per unire note dalle durate superiori all’unità di suddivisione della misura:
\relative { r8 c'4.~ 4 r4 | r8^"non" c2~ 8 r4 }
Per legare una successione di note la cui durata si prolunga per più misure intere, è più semplice ricorrere alla suddivisione automatica delle note, come è spiegato in Divisione automatica delle note. Questo metodo divide automaticamente le note lunghe e le connette da misura a misura.
Quando si applica una legatura di valore a degli accordi, vengono legate tutte le teste delle note della stessa altezza. In assenza di altezze corrispondenti, non verrà creata alcuna legatura. Singoli suoni degli accordi possono essere legati inserendo la legatura all’interno dell’accordo stesso.
\relative c' { <c e g>2~ 2 | <c e g>4~ <c e g c> <c~ e g~ b> <c e g b> | }
Quando la battuta della "seconda volta" di un ritornello inizia con una nota legata a quella precedente, occorre indicare la legatura nel modo seguente:
\relative { \repeat volta 2 { c g <c e>2~ } \alternative { % Prima volta: la nota seguente viene legata in modo normale { <c e>2. r4 } % Seconda volta: la nota seguente ha una legatura ripetuta { <c e>2\repeatTie d4 c } } }
Le legature L.v. (laissez vibrer) indicano che le note non devono essere terminate nettamente. Si usa nella notazione per pianoforte, arpa e altri strumenti a corda e a percussione. Si inseriscono così:
<c' f' g'>1\laissezVibrer
Le legature di valore possono essere impostate manualmente per avere la curva in su o in giù, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Le legature di valore possono essere tratteggiate, punteggiate, oppure tracciate secondo una successione di tratti continui e tratti interrotti.
\relative c' { \tieDotted c2~ 2 \tieDashed c2~ 2 \tieHalfDashed c2~ 2 \tieHalfSolid c2~ 2 \tieSolid c2~ 2 }
Si possono specificare modelli di tratteggiatura personalizzati:
\relative c' { \tieDashPattern #0.3 #0.75 c2~ 2 \tieDashPattern #0.7 #1.5 c2~ 2 \tieSolid c2~ 2 }
Le definizioni dei modelli di tratteggiatura delle legature di valore hanno la stessa struttura di quelle per le legature di portamento. I dettagli relativi ai modelli complessi di tratteggiatura sono trattati in Legature di portamento.
Sovrascrivere le proprietà di formattazione whiteout e layer degli oggetti che devono creare uno spazio vuoto tra le legature di valore.
\relative { \override Tie.layer = #-2 \override Staff.TimeSignature.layer = #-1 \override Staff.KeySignature.layer = #-1 \override Staff.TimeSignature.whiteout = ##t \override Staff.KeySignature.whiteout = ##t b'2 b~ \time 3/4 \key a \major b r4 }
Comandi predefiniti
\tieUp
,
\tieDown
,
\tieNeutral
,
\tieDotted
,
\tieDashed
,
\tieDashPattern
,
\tieHalfDashed
,
\tieHalfSolid
,
\tieSolid
.
Frammenti di codice selezionati
Usare le legature di valore con un arpeggio
Le legature di valore vengono usate talvolta per scrivere un arpeggio. In questo
caso, le due note da legare devono non essere consecutive. Per ottenere tale risultato
occorre impostare la proprietà tieWaitForNote
su #t
. Questa
funzionalità serve anche a legare un tremolo a un accordo e in generale
qualsiasi coppia di note consecutive.
\relative c' { \set tieWaitForNote = ##t \grace { c16[ ~ e ~ g] ~ } <c, e g>2 \repeat tremolo 8 { c32 ~ c' ~ } <c c,>1 e8 ~ c ~ a ~ f ~ <e' c a f>2 \tieUp c8 ~ a \tieDown \tieDotted g8 ~ c g2 }
Disegnare manualmente le legature di valore
Le legature di valore possono essere disegnate a mano cambiando la
proprietà tie-configuration
dell’oggetto TieColumn
. Il
primo numero indica la distanza dal centro del rigo nell’unità di
metà spazio rigo, mentre il secondo numero indica la
direzione (1 = su, -1 = giù).
Si noti che LilyPond fa una distinzione tra valori precisi e imprecisi
per il primo numero. Se si usa un valore preciso (ovvero un intero o
una frazione come (/ 4 5)
), il valore serve come posizione verticale
approssimata che viene ulteriormente aggiustata da LilyPond per far sì che
la legatura di valore eviti le linee del rigo. Se si usa un valore impreciso,
come una virgola mobile, viene usato per la posizione verticale senza ulteriori
regolazioni.
\relative c' { <c e g>2~ <c e g> \override TieColumn.tie-configuration = #'((0.0 . 1) (-2.0 . 1) (-4.0 . 1)) <c e g>2~ <c e g> \override TieColumn.tie-configuration = #'((0 . 1) (-2 . 1) (-4 . 1)) <c e g>2~ <c e g> }
Vedi anche
Glossario musicale: legatura di valore, laissez vibrer.
Guida alla notazione: Legature di portamento, Divisione automatica delle note.
Frammenti di codice: Expressive marks, Rhythms.
Guida al funzionamento interno: LaissezVibrerTie, LaissezVibrerTieColumn, TieColumn, Tie.
Problemi noti e avvertimenti
Cambiare rigo mentre una legatura di valore è attiva non produce una legatura obliqua.
Il cambio di chiave o di ottava durante una legatura di valore non è una situazione ben definita. In questi casi è preferibile usare una legatura di portamento.
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1.2.2 Inserimento delle pause
Le pause si inseriscono insieme alla musica contenuta nelle espressioni musicali.
Pause | ||
Pause invisibili | ||
Pause d’intero |
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Pause
Le pause si inseriscono allo stesso modo delle note, ma con il carattere r
.
Le durate più lunghe di un intero usano i seguenti comandi predefiniti:
\new Staff { % Queste due linee servono solo ad abbellire questo esempio \time 16/1 \omit Staff.TimeSignature % Mostra una pausa di maxima, equivalente a quattro brevi r\maxima % Mostra una pausa di longa, equivalente a due brevi r\longa % Mostra una pausa di breve r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 }
Le pause d’intero, poste al centro della misura, devono essere inserite come pause multiple. Si possono usare sia per una sola misura sia su più misure, come è spiegato in Pause d’intero.
Per indicare esplicitamente la posizione verticale di una pausa, si scrive
la nota corrispondente seguita da \rest
. Una pausa della durata della
nota verrà collocata nella posizione della nota sul rigo. Questo
permette una precisa formattazione manuale della musica polifonica, dato che
il formattatore automatico che gestisce le collisioni tra pause non interviene su
questo tipo di pause.
\relative { a'4\rest d4\rest }
Frammenti di codice selezionati
Stili di pausa
Esistono vari stili di pausa.
\new Staff \relative c { \omit Score.TimeSignature \cadenzaOn \override Staff.Rest.style = #'mensural r\maxima^\markup \typewriter { mensural } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 s32 s64 s128 s128 \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'neomensural r\maxima^\markup \typewriter { neomensural } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 s32 s64 s128 s128 \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'classical r\maxima^\markup \typewriter { classical } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 s128 \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'z r\maxima^\markup \typewriter { z-style } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 s128 \bar "" \break \override Staff.Rest.style = #'default r\maxima^\markup \typewriter { default } r\longa r\breve r1 r2 r4 r8 r16 r32 r64 r128 s128 }
Vedi anche
Glossario musicale: breve, longa, maxima.
Guida alla notazione: Pause d’intero.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Rest.
Problemi noti e avvertimenti
Non c’è un limite massimo o minimo alla durata di una pausa, ma è il numero dei glifi ad essere limitato: si possono indicare pause da un centoventottesimo fino alla maxima (otto volte una semibreve).
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Pause invisibili
Una pausa invisibile (chiamata anche ‘pausa spaziatrice’) si inserisce come
come una nota col nome s
:
\relative c'' { c4 c s c | s2 c | }
Le pause spaziatrici possono essere usate soltanto nella modalità note e
nella modalità accordi. In altre situazioni, ad esempio quando si inserisce
il testo vocale, si usa il comando \skip
per saltare un valore musicale.
\skip
richiede una durata esplicita, ma questo requisito viene ignorato
se il testo desume le proprie durate dalle note presenti in una melodia ad esso
associata attraverso \addlyrics
o \lyricsto
.
<< { a'2 \skip2 a'2 a'2 } \new Lyrics { \lyricmode { foo2 \skip 1 bla2 } } >>
Dato che \skip
è un comando, non modifica la durata predefinita delle
note che seguono, diversamente da s
.
<< { \repeat unfold 8 { a'4 } } { a'4 \skip 2 a' | s2 a' } >>
Una pausa spaziatrice crea implicitamente i contesti Staff
e Voice
se non esistono già, proprio come accade per le note e le pause:
{ s1 s s }
\skip
si limita a saltare un valore musicale, non crea nessun tipo di
output.
% Questo input è corretto, ma non produce niente \skip 1 \skip1 \skip 1
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti.
Guida alla notazione: Note nascoste, Visibilità degli oggetti.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: SkipMusic.
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Pause d’intero
Le pause per una o più misure d’intero si inseriscono, come le note, col
carattere maiuscolo R
:
% L'insieme delle misure di pausa vengono riportate in una sola misura \compressMMRests { R1*4 R1*24 R1*4 b'2^"Tutti" b'4 a'4 }
La durata delle pause multiple è identica alla notazione di durata usata per le note e deve essere sempre un numero intero di misure/lunghezze, quindi occorre spesso usare dei punti di aumentazione o delle frazioni:
\compressMMRests { \time 2/4 R1 | R2 | \time 3/4 R2. | R2.*2 | \time 13/8 R1*13/8 | R1*13/8*12 | \time 10/8 R4*5*4 | }
Una pausa d’intero appare al centro della misura con la durata di una semibreve o di una breve, in base all’indicazione di tempo.
\time 4/4 R1 | \time 6/4 R1*3/2 | \time 8/4 R1*2 |
Di norma una pausa multipla viene scorporata sul pentagramma in modo da mostrare esplicitamente tutte le misure per cui si prolunga. Altrimenti, è possibile indicarla collocando in una sola misura un simbolo di pausa multipla, col numero di misure per cui la pausa si prolunga posto al di sopra della misura stessa:
% Comportamento predefinito \time 3/4 r2. | R2.*2 | \time 2/4 R2 | \time 4/4 % Tutte le misure di pausa sono riportate in una singola misura \compressMMRests { r1 | R1*17 | R1*4 | } % Le misure della pausa multipla sono scorporate di nuovo \time 3/4 R2.*2 |
Si possono aggiungere delle annotazioni alle pause multiple.
\compressMMRests { \time 3/4 R2.*10^\markup { \italic "ad lib." } }
Quando una pausa multipla segue immediatamente un comando \partial
, potrebbero
non apparire i relativi avvertimenti del controllo battuta.
Comandi predefiniti
\textLengthOn
,
\textLengthOff
,
\compressMMRests
,
Frammenti di codice selezionati
Regolazione della lunghezza delle pause multiple
Le pause multiple hanno una lunghezza che dipende dalla loro durata totale
e tale lunghezza è regolata da MultiMeasureRest.space-increment
. Nota
che il valore predefinito è 2.0
.
\relative c' { \compressEmptyMeasures R1*2 R1*4 R1*64 R1*16 \override Staff.MultiMeasureRest.space-increment = 2.5 R1*2 R1*4 R1*64 R1*16 }
Modificare la forma delle pause multiple
Se la pausa multipla dura dieci misure o un numero inferiore a dieci, nel rigo
apparirà una serie di pause di longa e di breve (chiamate in tedesco “Kirchenpausen”
- pause ecclesiastiche); altrimenti apparirà una semplice linea. Il numero
predefinito di dieci può essere cambiato sovrascrivendo la proprietà
expand-limit
..
\relative c'' { \compressMMRests { R1*2 | R1*5 | R1*9 \override MultiMeasureRest.expand-limit = #3 R1*2 | R1*5 | R1*9 } }
Posizionamento delle pause multiple
Diversamente dalle pause normali, non esiste un comando predefinito per cambiare la posizione sul rigo di un simbolo di pausa multipla di qualsiasi tipo connettendolo a una nota. Tuttavia, nella musica polifonica le pause multiple nelle voci dispari e pari sono separate verticalmente. Il posizionamento delle pause multiple si controlla nel modo seguente:
\relative c'' { % Multi-measure rests by default are set under the fourth line R1 % They can be moved using an override \override MultiMeasureRest.staff-position = #-2 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #0 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #2 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #3 R1 \override MultiMeasureRest.staff-position = #6 R1 \revert MultiMeasureRest.staff-position \break % In two Voices, odd-numbered voices are under the top line << { R1 } \\ { a1 } >> % Even-numbered voices are under the bottom line << { a1 } \\ { R1 } >> % Multi-measure rests in both voices remain separate << { R1 } \\ { R1 } >> % Separating multi-measure rests in more than two voices % requires an override << { R1 } \\ { R1 } \\ \once \override MultiMeasureRest.staff-position = #0 { R1 } >> % Using compressed bars in multiple voices requires another override % in all voices to avoid multiple instances being printed \compressMMRests << \revert MultiMeasureRest.direction { R1*3 } \\ \revert MultiMeasureRest.direction { R1*3 } >> }
Testo a margine delle pause multiple
Il testo a margine di una pausa multipla viene centrato sopra o sotto di essa. Se il testo è lungo, la misura non si espanderà. Per espandere la pausa multipla in modo che si allinei col testo, conviene usare un accordo vuoto con del testo attaccato prima della pausa multipla.
Il testo così attaccato a una nota spaziatrice viene allineato a sinistra della posizione in cui la nota sarebbe posta nella misura, ma se la lunghezza della misura è determinata dalla lunghezza del testo, il testo verrà centrato.
\relative c' { \compressMMRests { \textLengthOn <>^\markup { [MAJOR GENERAL] } R1*19 <>_\markup { \italic { Cue: ... it is yours } } <>^\markup { A } R1*30^\markup { [MABEL] } \textLengthOff c4^\markup { CHORUS } d f c } }
Vedi anche
Glossario musicale: pausa multipla.
Guida alla notazione: Durata, Testo, Formattazione del testo, Scritte.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: MultiMeasureRest, MultiMeasureRestNumber, MultiMeasureRestScript, MultiMeasureRestText.
Problemi noti e avvertimenti
Se una diteggiatura viene posta su una pausa multipla (ad esempio
R1*10-4
), il numero della diteggiatura può collidere col numero
del contatore delle battute.
Non è possibile condensare automaticamente molteplici pause normali in in una singola pausa multipla.
Le pause multiple non considerano le collisioni di pausa.
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1.2.3 Aspetto dei ritmi
Indicazione di tempo | ||
Indicazioni metronomiche | ||
Anacrusi | ||
Musica in tempo libero | ||
Notazione polimetrica | ||
Divisione automatica delle note | ||
Mostrare i ritmi della melodia |
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Indicazione di tempo
L’indicazione di tempo si imposta così:
\time 2/4 c''2 \time 3/4 c''2.
I cambi di indicazione di tempo a metà misura sono trattati in Anacrusi.
Le indicazioni di tempo appaiono all’inizio di un brano e ogni volta che l’indicazione cambia. Se il cambio ha luogo alla fine di un rigo, appare un’indicazione di tempo di precauzione. Si può modificare questo comportamento predefinito, come è spiegato in Visibilità degli oggetti.
\relative c'' { \time 2/4 c2 c \break c c \break \time 4/4 c c c c }
Il simbolo di indicazione di tempo usato nei tempi 2/2 e 4/4 può essere sostituito da un numero:
\relative c'' { % Stile predefinito \time 4/4 c1 \time 2/2 c1 % Passaggio allo stile numerico \numericTimeSignature \time 4/4 c1 \time 2/2 c1 % Ritorno allo stile predefinito \defaultTimeSignature \time 4/4 c1 \time 2/2 c1 }
Le indicazioni di tempo mensurali sono trattate in Indicazioni di tempo mensurali.
Oltre a impostare l’indicazione di tempo che appare nel pentagramma, il comando
\time
imposta anche i valori delle proprietà basate sull’indicazione di
tempo, ovvero baseMoment
, beatStructure
e beamExceptions
.
I valori predefiniti di queste proprietà si trovano in
‘scm/time-signature-settings.scm’.
Si può sovrascrivere il valore predefinito di beatStructure
nel comando
\time
stesso specificandolo come primo argomento opzionale:
\score { \new Staff { \relative { \time 2,2,3 7/8 \repeat unfold 7 { c'8 } | \time 3,2,2 7/8 \repeat unfold 7 { c8 } | } } }
Oppure si possono impostare tutti i valori predefiniti di queste variabili relative
all’indicazione di tempo, incluse baseMoment
e beamExceptions
.
I valori possono essere impostati in modo indipendente per diverse indicazioni
di tempo. I nuovi valori hanno effetto appena viene eseguito un nuovo
comando \time
che abbia lo stesso valore dell’indicazione di tempo
specificata nelle nuove impostazioni:
\score { \new Staff { \relative c' { \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 3,1 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 { c8 } | } } }
\overrideTimeSignatureSettings
prende quattro argomenti:
-
timeSignatureFraction
, una frazione che indica l’indicazione di tempo a cui questi valori si riferiscono. -
baseMomentFraction
, una frazione che contiene il numeratore e il denominatore dell’unità di tempo. -
beatStructure
, una lista Scheme che indica la struttura dei battiti nella misura, nell’unità dibaseMomentFraction
. -
beamExceptions
, una lista di associazione (alist) che contiene regole di disposizione delle travature che vanno oltre la fine ad ogni battito, come descritto in Impostare il comportamento delle travature automatiche.
I valori modificati delle proprietà predefinite dell’indicazione di tempo possono essere ripristinati ai valori originali:
\score { \relative { \repeat unfold 8 { c'8 } | \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 3,1 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 { c8 } | \revertTimeSignatureSettings 4/4 \time 4/4 \repeat unfold 8 { c8 } | } }
Si possono stabilire valori diversi delle proprietà predefinite dell’indicazione
di tempo per righi diversi spostando Timing_translator
e
Default_bar_line_engraver
dal contesto Score
al contesto
Staff
.
\score { \new StaffGroup << \new Staff { \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 3,1 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 {c''8} } \new Staff { \overrideTimeSignatureSettings 4/4 % timeSignatureFraction 1/4 % baseMomentFraction 1,3 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 4/4 \repeat unfold 8 {c''8} } >> \layout { \context { \Score \remove "Timing_translator" \remove "Default_bar_line_engraver" } \context { \Staff \consists "Timing_translator" \consists "Default_bar_line_engraver" } } }
Un ulteriore metodo per modificare queste variabili relative all’indicazione di tempo, che evita di mostrare di nuovo l’indicazione di tempo al momento del cambio, è descritto in Impostare il comportamento delle travature automatiche.
Comandi predefiniti
\numericTimeSignature
,
\defaultTimeSignature
.
Frammenti di codice selezionati
Indicazione di tempo che mostra solo il numeratore (invece della frazione)
Talvolta un’indicazione di tempo non deve mostrare la frazione intera (ad esempio
7/4), ma solo il numeratore (7 in questo caso). Si può ottenere facilmente con
\override Staff.TimeSignature.style = #'single-digit
,
che cambia lo stile in modo permanente. Con \revert
Staff.TimeSignature.style
, questa impostazione può essere annullata. Per
applicare lo stile a cifra singola (single-digit
) a una sola indicazione
di tempo, si usa il comando \override
preceduto da \once
.
\relative c'' { \time 3/4 c4 c c % Change the style permanently \override Staff.TimeSignature.style = #'single-digit \time 2/4 c4 c \time 3/4 c4 c c % Revert to default style: \revert Staff.TimeSignature.style \time 2/4 c4 c % single-digit style only for the next time signature \once \override Staff.TimeSignature.style = #'single-digit \time 5/4 c4 c c c c \time 2/4 c4 c }
Vedi anche
Glossario musicale: indicazione di tempo
Guida alla notazione: Indicazioni di tempo mensurali, Impostare il comportamento delle travature automatiche, Gestione del tempo.
File installati: ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: TimeSignature, Timing_translator.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Indicazioni metronomiche
Un’indicazione metronomica è semplice da scrivere:
\relative { \tempo 4 = 120 c'2 d e4. d8 c2 }
Le indicazioni metronomiche si possono rappresentare anche come una gamma di due numeri:
\relative { \tempo 4 = 40 - 46 c'4. e8 a4 g b,2 d4 r }
Al loro posto si possono usare delle indicazioni di tempo testuali:
\relative { \tempo "Allegretto" c''4 e d c b4. a16 b c4 r4 }
Un’indicazione metronomica, se combinata con del testo, viene posta automaticamente tra parentesi:
\relative { \tempo "Allegro" 4 = 160 g'4 c d e d4 b g2 }
In generale, il testo può essere qualsiasi oggetto di tipo testuale:
\relative { \tempo \markup { \italic Faster } 4 = 132 a'8-. r8 b-. r gis-. r a-. r }
È possibile scrivere un’indicazione metronomica tra parentesi e senza testo includendo una stringa vuota nell’input:
\relative { \tempo "" 8 = 96 d''4 g e c }
In una parte per uno strumento che ha lunghi periodi pieni di pause,
le indicazioni di tempo sono talvolta molto ravvicinate. Il comando
\markLengthOn
aggiunge dello spazio orizzontale per impedire
che le indicazioni di tempo si sovrappongano; \markLengthOff
ripristina il comportamento predefinito, per cui le indicazioni di
tempo non sono tenute in considerazione ai fini della spaziatura
orizzontale.
\compressMMRests { \markLengthOn \tempo "Molto vivace" R1*12 \tempo "Meno mosso" R1*16 \markLengthOff \tempo "Tranquillo" R1*20 }
Frammenti di codice selezionati
Posizionare il metronomo e i numeri di chiamata sotto il rigo
Di norma, il metronomo e i numeri di chiamata vengono posizionati sopra il
rigo. Per metterli sotto il rigo basta impostare correttamente la proprietà
direction
di MetronomeMark
o RehearsalMark
.
\layout { indent = 0 ragged-right = ##f } { % Metronome marks below the staff \override Score.MetronomeMark.direction = #DOWN \tempo 8. = 120 c''1 % Rehearsal marks below the staff \override Score.RehearsalMark.direction = #DOWN \mark \default c''1 }
Modificare il tempo senza mostrare l’indicazione metronomica
Per cambiare il tempo del file MIDI senza che appaia l’indicazione metronomica, basta renderla invisibile.
\score { \new Staff \relative c' { \tempo 4 = 160 c4 e g b c4 b d c \set Score.tempoHideNote = ##t \tempo 4 = 96 d,4 fis a cis d4 cis e d } \layout { } \midi { } }
Creare indicazioni metronomiche in modalità testuale
Si possono creare nuove indicazioni metronomiche in modalità testuale, ma non modificheranno il tempo del file MIDI.
\relative c' { \tempo \markup { \concat { ( \smaller \general-align #Y #DOWN \note {16.} #1 " = " \smaller \general-align #Y #DOWN \note {8} #1 ) } } c1 c4 c' c,2 }
I dettagli si trovano in Formattazione del testo.
Vedi anche
Glossario musicale: metronomo, indicazione di tempo, indicazione metronomica.
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Creazione dell’output MIDI.
Frammenti di codice: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: MetronomeMark.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Anacrusi
Le misure parziali, come l’anacrusi o la battuta
in levare, si inseriscono col comando \partial
:
\partial durata
Quando si usa \partial
all’inizio di una partitura, la
durata
è la lunghezza della musica che precede la
prima battuta.
\relative { \time 3/4 \partial 4. r4 e'8 | a4 c8 b c4 | }
Quando si usa \partial
dopo l’inizio di una partitura, la
durata è la lunghezza rimanente della misura corrente.
Non crea una battuta con un nuovo numero.
\relative { \set Score.barNumberVisibility = #all-bar-numbers-visible \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \time 9/8 d''4.~ 4 d8 d( c) b | c4.~ 4. \bar "||" \time 12/8 \partial 4. c8( d) e | f2.~ 4 f8 a,( c) f | }
Il comando \partial
è obbligatorio quando l’indicazione
di tempo cambia in mezzo a una misura, ma si può usare anche da solo.
\relative { \set Score.barNumberVisibility = #all-bar-numbers-visible \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \time 6/8 \partial 8 e'8 | a4 c8 b[ c b] | \partial 4 r8 e,8 | a4 \bar "||" \partial 4 r8 e8 | a4 c8 b[ c b] | }
Il comando \partial
imposta la proprietà Timing.measurePosition
,
che è un numero razionale che indica quanto tempo della misura è trascorsa.
Vedi anche
Glossario musicale: anacrusi.
Guida alla notazione: Abbellimenti.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Timing_translator.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Musica in tempo libero
Nella musica in un tempo determinato l’inserimento delle stanghette e dei numeri di
battuta è calcolato automaticamente. Nella musica in tempo libero (per esempio,
la cadenza), un simile comportamento non è desiderabile, e può essere
‘disabilitato’ col comando \cadenzaOn
e poi ‘riabilitato’
quando necessario con \cadenzaOff
.
\relative c'' { c4 d e d \cadenzaOn c4 c d8[ d d] f4 g4. \cadenzaOff \bar "|" d4 e d c }
La numerazione delle battute riprende dopo la cadenza.
\relative c'' { % Mostra tutti i numeri di battuta \override Score.BarNumber.break-visibility = #all-visible c4 d e d \cadenzaOn c4 c d8[ d d] f4 g4. \cadenzaOff \bar "|" d4 e d c }
Se si inserisce un comando \bar
dentro una cadenza non viene iniziata
una nuova misura, anche se appare una stanghetta nell’output. Quindi qualsiasi
alterazione, che di solito si considera sempre attiva fino alla fine della
misura, sarà ancora valida dopo la stanghetta stampata da \bar
. Se si
desidera che le alterazioni successive appaiano, si dovranno inserire
manualmente delle alterazioni forzate o di precauzione, come è spiegato
in Alterazioni.
\relative c'' { c4 d e d \cadenzaOn cis4 d cis d \bar "|" % Il primo cis viene stampato senza alterazione anche se si trova dopo \bar cis4 d cis! d \cadenzaOff \bar "|" }
La disposizione automatica delle travature viene disabilitata da
\cadenzaOn
. Quindi tutte le travature nelle cadenze devono
essere inserite manualmente. Si veda Travature manuali.
\relative { \repeat unfold 8 { c''8 } \cadenzaOn cis8 c c c c \bar"|" c8 c c \cadenzaOff \repeat unfold 8 { c8 } }
Questi comandi predefiniti hanno effetto su tutti i righi di una partitura, anche
quando inseriti in un solo contesto Voice
. Per modificare questo comportamento,
si sposta Timing_translator
dal contesto Score
al contesto
Staff
. Si veda Notazione polimetrica.
Comandi predefiniti
\cadenzaOn
,
\cadenzaOff
.
Vedi anche
Glossario musicale: cadenza.
Guida alla notazione: Visibilità degli oggetti, Notazione polimetrica, Travature manuali, Alterazioni.
Frammenti di codice: Rhythms.
Problemi noti e avvertimenti
Le interruzioni automatiche di linea e di pagina possono aver luogo solo dopo una stanghetta di battuta; quindi, per consentire delle interruzioni nei lunghi passaggi di musica in tempo libero è necessario inserire manualmente delle stanghette ‘invisibili’:
\bar ""
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Notazione polimetrica
La notazione polimetrica è supportata esplicitamente o tramite la modifica manuale del simbolo d’indicazione di tempo (e la trasformazione della durata delle note).
Diverse indicazioni di tempo con misure di uguale lunghezza
Si sceglie una normale indicazione di tempo per ogni rigo e si imposta
timeSignatureFraction
sulla frazione desiderata. Quindi si usa
la funzione \scaleDurations
per scalare la durata delle note di
ogni rigo in modo che rientrino nella comune indicazione di tempo.
L’esempio seguente presenta simultaneamente musica con indicazioni di tempo di 3/4, 9/8 e 10/8. Nel secondo rigo le durate appaiono come moltiplicate per 2/3 (perché 2/3 * 9/8 = 3/4), mentre nel terzo rigo le durate appaiono come moltiplicate per 3/5 (perché 3/5 * 10/8 = 3/4). È possibile che si debbano inserire a mano le travature, perché la scalatura delle durate influenzerà le regole della disposizione automatica delle travature.
\relative << \new Staff { \time 3/4 c'4 c c | c4 c c | } \new Staff { \time 3/4 \set Staff.timeSignatureFraction = 9/8 \scaleDurations 2/3 \repeat unfold 6 { c8[ c c] } } \new Staff { \time 3/4 \set Staff.timeSignatureFraction = 10/8 \scaleDurations 3/5 { \repeat unfold 2 { c8[ c c] } \repeat unfold 2 { c8[ c] } | c4. c \tuplet 3/2 { c8[ c c] } c4 } } >>
Diverse indicazioni di tempo con misure di lunghezza differenti
Si può dare a ogni rigo la sua indicazione di tempo indipendente spostando
Timing_translator
e Default_bar_line_engraver
nel contesto
Staff
.
\layout { \context { \Score \remove "Timing_translator" \remove "Default_bar_line_engraver" } \context { \Staff \consists "Timing_translator" \consists "Default_bar_line_engraver" } } % Ora ogni rigo ha la sua indicazione di tempo. \relative << \new Staff { \time 3/4 c'4 c c | c4 c c | } \new Staff { \time 2/4 c4 c | c4 c | c4 c | } \new Staff { \time 3/8 c4. | c8 c c | c4. | c8 c c | } >>
Indicazioni di tempo composto
Si creano con la funzione \compoundMeter
. La sintassi è:
\compoundMeter #'(lista di liste)
La struttura più semplice è una singola lista, dove l’ultimo numero indica il numero inferiore dell’indicazione di tempo e i numeri precedenti indicano i numeri superiori del segno di tempo.
\relative { \compoundMeter #'((2 2 2 8)) \repeat unfold 6 c'8 \repeat unfold 12 c16 }
Si possono costruire tempi più complessi tramite ulteriori liste. Le modalità di disposizione automatica delle travature varieranno a seconda di questi valori.
\relative { \compoundMeter #'((1 4) (3 8)) \repeat unfold 5 c'8 \repeat unfold 10 c16 } \relative { \compoundMeter #'((1 2 3 8) (3 4)) \repeat unfold 12 c'8 }
Vedi anche
Glossario musicale: polimetrico, indicazione di tempo polimetrico, tempo.
Guida alla notazione: Travature automatiche, Travature manuali, Indicazione di tempo, Scalare le durate.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: TimeSignature, Timing_translator, Default_bar_line_engraver, Staff.
Problemi noti e avvertimenti
Sebbene le note che si presentano nello stesso momento in ciascuno dei vari righi siano poste nello stesso punto orizzontale, le stanghette (in ciascun rigo) potrebbero causare una spaziatura difforme in ciascuna delle diverse indicazioni di tempo.
L’uso di un blocco midi
con notazione polimetrica potrebbe causare
avvertimenti indesiderati di controllo di battuta. In questo caso, spostare
Timing_translator
dal contesto Score
al contesto Staff
all’interno del blocco midi
.
\midi { \context { \Score \remove "Timing_translator" } \context { \Staff \consists "Timing_translator" } }
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Divisione automatica delle note
Le note le cui durate eccedono il valore della battuta possono essere convertite
automaticamente in note con legature di valore a cavallo delle stanghette sostituendo l’incisore Note_heads_engraver
con Completion_heads_engraver
. Analogalmente, le pause le cui durate
eccedono il valore della battuta possono essere divise automaticamente
sostituendo Rest_engraver
con Completion_rest_engraver
. Nell’esempio
seguente, le note e le pause che eccedono la durata di battuta vengono divise e
le note sono anche connesse con legature di valore a cavallo della stanghetta.
\new Voice \with { \remove "Note_heads_engraver" \consists "Completion_heads_engraver" \remove "Rest_engraver" \consists "Completion_rest_engraver" } \relative { c'2. c8 d4 e f g a b c8 c2 b4 a g16 f4 e d c8. c2 r1*2 }
Questi incisori dividono tutte le note e le pause in corrispondenza della stanghetta e inseriscono le legature di valore. Uno dei suoi usi possibili è la verifica di partiture complesse: se le misure non sono riempite interamente, le legature di valore mostrano esattamente di quanto è ecceduta ogni misura.
La proprietà completionUnit
imposta la durata preferita per le note
divise.
\new Voice \with { \remove "Note_heads_engraver" \consists "Completion_heads_engraver" } \relative { \time 9/8 g\breve. d''4. \bar "||" \set completionUnit = #(ly:make-moment 3 8) g\breve. d4. }
Questi incisori dividono le note che hanno una durata ridimensionata, come quelle dei gruppi irregolari, in note con lo stesso fattore di ridimensionamento della nota di input.
\new Voice \with { \remove "Note_heads_engraver" \consists "Completion_heads_engraver" } \relative { \time 2/4 r4 \tuplet 3/2 {g'4 a b} \scaleDurations 2/3 {g a b} g4*2/3 a b \tuplet 3/2 {g4 a b} r4 }
Vedi anche
Glossario musicale: legatura di valore
Manuale di apprendimento: Gli incisori, Aggiungere e togliere gli incisori.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Note_heads_engraver, Completion_heads_engraver, Rest_engraver, Completion_rest_engraver, Forbid_line_break_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
In accordo col comportamento precedente, note e pause la cui durata è
più lunga di una misura, come c1*2
, sono divise in note prive
di fattore di ridimensionamento, { c1 c1 }
. La proprietà
completionFactor
controlla questo comportamento e impostandola
su #f
fa sì che le note e le pause divise abbiano il fattore di
ridimensionamento delle durate di input.
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Mostrare i ritmi della melodia
È possibile mostrare soltanto il ritmo di una melodia usando il rigo ritmico. Tutte le altezze delle note su tale rigo sono appiattite e il rigo stesso ha una sola linea
<< \new RhythmicStaff { \new Voice = "myRhythm" \relative { \time 4/4 c'4 e8 f g2 r4 g g f g1 } } \new Lyrics { \lyricsto "myRhythm" { This is my song I like to sing } } >>
I diagrammi degli accordi per chitarra di solito mostrano i ritmi di
accompagnamento. Si possono visualizzare usando l’incisore
Pitch_squash_engraver
e il comando \improvisationOn
.
<< \new ChordNames { \chordmode { c1 f g c } } \new Voice \with { \consists "Pitch_squash_engraver" } \relative c'' { \improvisationOn c4 c8 c c4 c8 c f4 f8 f f4 f8 f g4 g8 g g4 g8 g c4 c8 c c4 c8 c } >>
La musica contenente accordi può essere usata anche come input per
RhythmicStaff
e per essere usata con l’incisore
Pitch_squash_engraver
se gli accordi vengono prima ridotti
a note singole con la funzione musicale \reduceChords
:
\new RhythmicStaff { \time 4/4 \reduceChords { <c>2 <e>2 <c e g>2 <c e g>4 <c e g>4 } }
Comandi predefiniti
\improvisationOn
,
\improvisationOff
,
\reduceChords
.
Frammenti di codice selezionati
Ritmi di accompagnamento per chitarra
Per la musica per chitarra, è possibile mostrare i ritmi di accompagnamento, insieme alle note della melodia e ai nomi e ai diagrammi degli accordi.
\include "predefined-guitar-fretboards.ly" << \new ChordNames { \chordmode { c1 | f | g | c } } \new FretBoards { \chordmode { c1 | f | g | c } } \new Voice \with { \consists "Pitch_squash_engraver" } { \relative c'' { \improvisationOn c4 c8 c c4 c8 c f4 f8 f f4 f8 f g4 g8 g g4 g8 g c4 c8 c c4 c8 c } } \new Voice = "melody" { \relative c'' { c2 e4 e4 f2. r4 g2. a4 e4 c2. } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { This is my song. I like to sing. } } >>
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: RhythmicStaff, Pitch_squash_engraver.
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1.2.4 Travature
Travature automatiche | ||
Impostare il comportamento delle travature automatiche | ||
Travature manuali | ||
Travature a raggiera |
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Travature automatiche
Le travature sono inserite automaticamente:
\relative c'' { \time 2/4 c8 c c c \time 6/8 c8 c c c8. c16 c8 }
Se queste impostazioni automatiche non sono soddisfacenti, si può definire esplicitamente la disposizione delle travature, come è spiegato in Travature manuali. Le travature devono essere inserite manualmente se devono estendersi oltre le pause.
La disposizione automatica delle travature, se non necessaria, può essere
disabilitata con \autoBeamOff
e riabilitata con \autoBeamOn
:
\relative c' { c4 c8 c8. c16 c8. c16 c8 \autoBeamOff c4 c8 c8. c16 c8. \autoBeamOn c16 c8 }
Nota: Se si usano le travature per indicare i melismi nelle parti vocali, occorre
disabilitare la disposizione automatica delle travature con \autoBeamOff
e le travature devono essere indicate manualmente. L’uso di \partCombine
insieme a \autoBeamOff
può produrre risultati imprevisti. Si vedano i
frammenti di codice per avere maggiori informazioni.
Si possono creare dei modelli di disposizione delle travature diversi da quelli automatici predefiniti, come è spiegato in Impostare il comportamento delle travature automatiche.
Comandi predefiniti
\autoBeamOff
,
\autoBeamOn
.
Frammenti di codice selezionati
Travature che attraversano le interruzioni di linea
Le interruzioni di linea sono di norma proibite quando le travature attraversano la stanghetta di una battuta. Si può cambiare questo comportamento nel modo seguente:
\relative c'' { \override Beam.breakable = ##t c8 c[ c] c[ c] c[ c] c[ \break c8] c[ c] c[ c] c[ c] c }
Modificare la distanza delle travature angolari
Le travature angolari vengono inserite automaticamente quando viene
rilevata un’ampia distanza tra le teste di nota. Questo comportamento
può essere regolato attraverso la proprietà auto-knee-gap
. Viene
disegnata una travatura angolare se la distanza è più grande del valore
di auto-knee-gap
più la larghezza della travatura (che dipende dalla
durata delle note e dall’inclinazione della travatura). Il valore predefinito
di auto-knee-gap
è 5.5 spazi rigo.
{ f8 f''8 f8 f''8 \override Beam.auto-knee-gap = #6 f8 f''8 f8 f''8 }
PartCombine e autoBeamOff
La funzione \autoBeamOff
, se usata insieme a
\partCombine
, può essere difficile da comprendere.
È preferibile usare invece
\set Staff.autoBeaming = ##f
per assicurarsi che la disposizione delle travature sia disabilitata per tutto il rigo.
\partCombine
funziona con 3 voci – gambo in su singolo,
gambo in giù singolo, gambo in su unito.
L’uso di \autoBeamOff
all’interno del primo argomento di partCombine
ha effetto sulla voce che è attiva al momento in cui la funzione viene elaborata,
ovvero sul gambo in su singolo o sul gambo in giù unito. L’uso di \autoBeamOff
nel secondo argomento avrà effetto sulla voce che ha il gambo in giù singolo.
Per poter usare \autoBeamOff
per impedire tutte le disposizioni automatiche
delle travature, se usato con \partCombine
, è necessario richiamare
tre volte la funzione \autoBeamOff
.
{ %\set Staff.autoBeaming = ##f % turns off all autobeaming \partCombine { \autoBeamOff % applies to split up stems \repeat unfold 4 a'16 %\autoBeamOff % applies to combined up stems \repeat unfold 4 a'8 \repeat unfold 4 a'16 } { \autoBeamOff % applies to down stems \repeat unfold 4 f'8 \repeat unfold 8 f'16 | } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Travature manuali, Impostare il comportamento delle travature automatiche.
File installati: ‘scm/auto-beam.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Auto_beam_engraver, Beam_engraver, Beam, BeamEvent, BeamForbidEvent, beam-interface, unbreakable-spanner-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Le proprietà di una travatura sono determinate all’inizio della sua costruzione e qualsiasi ulteriore modifica alle sue proprietà che venga fatta prima che la travatura sia stata completata non avrà effetto finché non inizia la successiva, nuova travatura.
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Impostare il comportamento delle travature automatiche
Quando la disposizione automatica delle travature è abilitata, la disposizione
delle travature è determinata da tre proprietà di contesto:
baseMoment
, beatStructure
e beamExceptions
.
I valori predefiniti di queste variabili possono essere sovrascritti, come
vedremo tra breve, oppure si possono anche cambiare i valori predefiniti stessi,
come è spiegato in Indicazione di tempo.
Se è definita una regola beamExceptions
per l’indicazione di
tempo corrente, tale regola soltanto determina la
disposizione delle travature; i valori di baseMoment
e
beatStructure
vengono ignorati. Se non è definita
alcuna regola beamExceptions
per l’indicazione di tempo
corrente, la disposizione delle travature è determinata dai
valori di baseMoment
e beatStructure
.
Disposizione delle travature basata su baseMoment
e beatStructure
Dato che le indicazioni di tempo più comuni hanno delle regole beamExceptions
già definite, occorre disabilitarle se la disposizione automatica deve basarsi
su baseMoment
e beatStructure
. Le regole beamExceptions
si
disabilitano con questo comando
\set Timing.beamExceptions = #'()
Quando beamExceptions
è impostato su #'()
, o per
impostazione esplicita o perché non sono state definite internamente
le beamExceptions
per l’indicazione di tempo corrente, le
estremità delle travature si trovano sulle suddivisioni come specificato
dalle proprietà di contesto baseMoment
e
beatStructure
. beatStructure
è una lista Scheme
che definisce la lunghezza di ogni suddivisione in rapporto alla misura in unità
di baseMoment
. Per impostazione predefinita, baseMoment
è uno fratto il denominatore dell’indicazione di tempo e ogni unità
di baseMoment
corrisponde a una singola suddivisione.
Per ogni indicazione di tempo esistono valori separati per beatStructure
e baseMoment
. Le modifiche di queste variabili hanno effetto solo
sulle indicazioni di tempo attive, dunque tali modifiche devono essere
poste dopo il comando \time
che inizia una nuova indicazione di
tempo, non prima. I nuovi valori assegnati a una certa indicazione di
tempo sono mantenuti e reintrodotti ogni volta che quell’indicazione di
tempo viene ristabilita.
\relative c''{ \time 5/16 c16^"predefinito" c c c c | % È improbabile che per un tempo di 5/16 sia stata definita beamExceptions, % ma disabilitiamola lo stesso per sicurezza \set Timing.beamExceptions = #'() \set Timing.beatStructure = 2,3 c16^"(2+3)" c c c c | \set Timing.beatStructure = 3,2 c16^"(3+2)" c c c c | }
\relative { \time 4/4 a'8^"predefinito" a a a a a a a % Disabilita beamExceptions perché è senz'altro definita % per il tempo 4/4 \set Timing.beamExceptions = #'() \set Timing.baseMoment = #(ly:make-moment 1/4) \set Timing.beatStructure = 1,1,1,1 a8^"cambiato" a a a a a a a }
Le modifiche alle impostazioni delle travature possono essere limitate a contesti specifici. Se non si specifica alcuna impostazione in un contesto di livello più basso, verrà applicata l’impostazione del contesto che lo contiene.
\new Staff { \time 7/8 % Nessun bisogno di disabilitare beamExceptions perché non è definita per il tempo 7/8 \set Staff.beatStructure = 2,3,2 << \new Voice = one { \relative { a'8 a a a a a a } } \new Voice = two { \relative { \voiceTwo \set Voice.beatStructure = 1,3,3 f'8 f f f f f f } } >> }
Quando si usano più voci, occorre specificare il contesto Staff
se
si vuole applicare la disposizione delle travature a tutte le voci del
rigo:
\time 7/8 % ritmo 3-1-1-2 % Se non si specifica il contesto, la modifica viene applicata a Voice e quindi non funziona correttamente % Dato che le voci sono autogenerate, tutto il ritmo avrà come baseMoment (1 . 8) \set beatStructure = 3,1,1,2 << \relative {a'8 a a a16 a a a a8 a} \\ \relative {f'4. f8 f f f} >> % Funziona correttamente se si specifica il contesto Staff \set Staff.beatStructure = 3,1,1,2 << \relative {a'8 a a a16 a a a a8 a} \\ \relative {f'4. f8 f f f} >>
Il valore di baseMoment
può essere regolato in modo da
cambiare il comportamento delle travature, se si vuole. In questo caso
occorre cambiare anche il valore di beatStructure
così che sia
compatibile col nuovo valore di baseMoment
.
\time 5/8 % Nessun bisogno di disabilitare beamExceptions perché non è definita per il tempo 5/8 \set Timing.baseMoment = #(ly:make-moment 1/16) \set Timing.beatStructure = 7,3 \repeat unfold 10 { a16 }
baseMoment
è un momento, ovvero un’unità della durata musicale. Una
quantità di tipo moment viene creata dalla funzione Scheme
ly:make-moment
. Per maggiori informazioni su questa funzione, si
veda Gestione del tempo.
Per impostazione predefinita, baseMoment
ha un valore di uno fratto il
denominatore dell’indicazione di tempo. Le eccezioni a questa regola si
trovano in ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Disposizione delle travature con beamExceptions
Le regole speciali di disposizione automatica delle travature (diverse da quelle
che determinano la corrispondenza della travatura alla suddivisione) sono definite
nella proprietà beamExceptions
.
Il valore di beamExceptions
, una struttura dati Scheme piuttosto
complessa, è più facile da generare con la funzione \beamExceptions
.
A tale funzione viene passato uno o più schemi ritmici della misura,
specificati con travature manuali. Le misure devono essere separate da
un controllo di battuta |
dato che la funzione non ha altro
modo per determinare la lunghezza della misura. Ecco un semplice esempio:
\relative c'' { \time 3/16 \set Timing.beatStructure = 2,1 \set Timing.beamExceptions = \beamExceptions { 32[ 32] 32[ 32] 32[ 32] } c16 c c | \repeat unfold 6 { c32 } | }
Nota: Il valore di beamExceptions
deve essere una lista completa
di eccezioni, ovvero bisogna includere tutte le eccezioni che si vogliono
applicare. Non è possibile aggiungere, rimuovere o modificare soltanto
una eccezione. Anche se questo può sembrare scomodo, significa anche che
non c’è bisogno di conoscere le attuali impostazioni delle travature per
poter specificare un nuovo modello di disposizione delle travature.
Quando cambia l’indicazione di tempo, vengono impostati i valori predefiniti
di Timing.baseMoment
, Timing.beatStructure
e
Timing.beamExceptions
. L’impostazione dell’indicazione di tempo
ripristina le impostazioni automatiche delle travature del contesto Timing
ai valori predefiniti.
\relative a' { \time 6/8 \repeat unfold 6 { a8 } % raggruppamento (4 + 2) \set Timing.beatStructure = 4,2 \repeat unfold 6 { a8 } % ritorno al comportamento predefinito \time 6/8 \repeat unfold 6 { a8 } }
Le impostazioni predefinite della disposizione automatica delle travature per ogni tempo sono definite in ‘scm/time-signature-settings.scm’. La loro modifica è descritta in Indicazione di tempo.
Molte impostazioni di travature automatiche per le indicazioni di tempo hanno
un elemento beamExceptions
. Ad esempio, il tempo 4/4 cerca di creare
due travature nella misura se ci sono solo note di un ottavo. La regola
beamExceptions
può sovrascrivere l’impostazione di beatStructure
se beamExceptions
non viene annullato.
\time 4/4 \set Timing.baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set Timing.beatStructure = 3,3,2 % Le travature non saranno raggruppate in (3 3 2) a causa di beamExceptions \repeat unfold 8 {c8} | % Il raggruppamento delle travature è (3 3 2) perché abbiamo tolto le impostazioni predefinite di beamExceptions \set Timing.beamExceptions = #'() \repeat unfold 8 {c8}
Analogalmente, le note di un ottavo in un tempo 3/4 sono raggruppate in
un’unica travatura. Per raggrupparle secondo le suddivisioni, azzera beamExceptions
.
\time 3/4 % il comportamento predefinito è un gruppo di (6) a causa di beamExceptions \repeat unfold 6 {a8} | % Le travature saranno raggruppate in (1 1 1) a causa dei valori predefiniti di baseMoment e beatStructure \set Timing.beamExceptions = #'() \repeat unfold 6 {a8}
Spesso, nelle partiture di età classica e romantica, le travature
iniziano a metà della misura in un tempo 3/4; ma la pratica moderna
preferisce evitare l’impressione ingannevole di un tempo 6/8 (vedi Gould, p. 153).
Situazioni simili si incontrano anche per il tempo 3/8. Questo comportamento è
controllato dalla proprietà di contesto beamHalfMeasure
, che ha effetto
soltanto sulle indicazioni di tempo che hanno 3 come numeratore:
\relative a' { \time 3/4 r4. a8 a a | \set Timing.beamHalfMeasure = ##f r4. a8 a a | }
Come funziona la disposizione automatica delle travature
Quando la disposizione automatica delle travature è abilitata, la disposizione
delle travature è determinata dalle proprietà di contesto
baseMoment
, beatStructure
e beamExceptions
.
Nel determinare l’aspetto delle travature vengono applicate le seguenti regole, in ordine di priorità:
-
Se si specifica una travatura manuale con
[…]
imposta la travatura in quel modo, altrimenti -
se è definita una regola di fine della travatura in
beamExceptions
per il tipo di travatura in questione, la usa per determinare i punti corretti in cui le travature possono terminare, altrimenti -
se è definita una regola di fine della travatura in
beamExceptions
per un tipo di travatura più lunga, la usa per determinare i punti corretti in cui le travature possono terminare, altrimenti -
usa i valori di
baseMoment
ebeatStructure
per determinare l’estensione delle suddivisioni della misura e terminare le travature alla fine delle suddivisioni.
Nelle regole precedenti, il tipo di travatura è la durata della nota più corta nel gruppo della travatura.
Le regole predefinite per le travature si trovano in ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Frammenti di codice selezionati
Suddividere le travature
Le travature di note consecutive di un sedicesimo (o più brevi) non
vengono suddivise, ovvero i tre (o più) tratti della travatura si
estendono, senza spezzarsi, sugli interi gruppi di note.
Questo comportamento può essere modificato in modo da suddividere le
travature in sottogruppi attraverso la proprietà
subdivideBeams
. Se impostata, le travature che comprendono più
sottogruppi verranno suddivise a intervalli definiti dal
valore attuale di baseMoment
, riducendo le travature multiple
al numero di travature che indica il valore metrico della suddivisione.
Se il gruppo successivo alla suddivisione è più breve del valore
metrico corrente (di solito perché la travatura è incompleta), il
numero di travature riflette il gruppo di suddivisione più lungo
possibile. Tuttavia, se rimane una sola nota dopo la divisione, questa
restrizione non viene applicata.
Si noti che baseMoment
, se non impostata
esplicitamente, equivale a uno fratto il denominatore dell’attuale
indicazione di tempo. Deve quindi essere impostata su una frazione
che stabilisca la durata del sottogruppo di travature; lo si può fare
usando la funzione ly:make-moment
, come è mostrato in questo
frammento di codice. Inoltre quando baseMoment
cambia, anche
beatStructure
deve essere modificato per accordarsi con
baseMoment
:
\relative c'' { c32[ c c c c c c c] \set subdivideBeams = ##t c32[ c c c c c c c] % Set beam sub-group length to an eighth note \set baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set beatStructure = 2,2,2,2 c32[ c c c c c c c] % Set beam sub-group length to a sixteenth note \set baseMoment = #(ly:make-moment 1/16) \set beatStructure = 4,4,4,4 c32[ c c c c c c c] % Shorten beam by 1/32 \set baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set beatStructure = 2,2,2,2 c32[ c c c c c c] r32 % Shorten beam by 3/32 \set baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set beatStructure = 2,2,2,2 c32[ c c c c] r16. r2 }
Travatura che segue strettamente il battito
Si possono impostare i tratti di suddivisione della travatura in modo che siano rivolti verso la relativa pulsazione. La prima travatura fa sì che non spuntino i tratti di suddivisione (comportamento predefinito); la seconda travatura è orientata verso la pulsazione.
\relative c'' { \time 6/8 a8. a16 a a \set strictBeatBeaming = ##t a8. a16 a a }
Segni per la conduzione, segni di raggruppamento della misura
Il raggruppamento delle pulsazioni all’interno della misura è regolato dalla
proprietà di contesto beatStructure
. I valori di beatStructure
per
varie indicazioni di tempo vengono stabiliti in scm/time-signature-settings.scm
.
Questi valori possono essere impostati o modificati con \set
. Altrimenti, si
può usare \time
per impostare sia l’indicazione di tempo che la struttura
delle pulsazioni. Per farlo si specifica il raggruppamento interno delle pulsazioni in
una misura in una lista di numeri (nella sintassi di Scheme) prima dell’indicazione
di tempo.
\time
agisce nel contesto Timing
, dunque non reimposterà i
i valori di beatStructure
e baseMoment
che sono impostati in
altri contesti di più basso livello, come Voice
.
Se si include l’incisore Measure_grouping_engraver
in uno dei
contesti che regolano l’aspetto, appariranno i segni di raggruppamento
della misura. Tali segni facilitano la lettura di musica moderna ritmicamente
complessa.
Nell’esempio la misura di 9/8 è raggruppata in due diversi schemi usando
due metodi differenti, mentre la misura di 5/8 è raggruppata in base alle
impostazioni predefinite in scm/time-signature-settings.scm
:
\score { \new Voice \relative c'' { \time 9/8 g8 g d d g g a( bes g) | \set Timing.beatStructure = 2,2,2,3 g8 g d d g g a( bes g) | \time 4,5 9/8 g8 g d d g g a( bes g) | \time 5/8 a4. g4 | } \layout { \context { \Staff \consists "Measure_grouping_engraver" } } }
Estremità delle travature nel contesto Score
Le regole relative alle estremità delle travature definite nel contesto Score
si applicano a tutti i righi, ma possono essere modificate anche ai livelli
Staff
e Voice
:
\relative c'' { \time 5/4 % Set default beaming for all staves \set Score.baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set Score.beatStructure = 3,4,3 << \new Staff { c8 c c c c c c c c c } \new Staff { % Modify beaming for just this staff \set Staff.beatStructure = 6,4 c8 c c c c c c c c c } \new Staff { % Inherit beaming from Score context << { \voiceOne c8 c c c c c c c c c } % Modify beaming for this voice only \new Voice { \voiceTwo \set Voice.beatStructure = 6,4 a8 a a a a a a a a a } >> } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Indicazione di tempo.
File installati: ‘scm/time-signature-settings.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Auto_beam_engraver, Beam, BeamForbidEvent, beam-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Se una partitura finisce prima del termine di una travatura automatica, cui
mancano ancora delle note, quest’ultima travatura non apparirà.
Lo stesso vale per le voci polifoniche, inserite con
<< … \\ … >>
. Una voce polifonica non apparirà se termina
quando una travatura automatica è ancora in attesa di note.
Per aggirare questi problemi occorre impostare manualmente l’ultima travatura
della voce o della partitura.
Timing
è un alias del contesto Score
. Questo significa che
la modifica della disposizione delle travature in un rigo avrà effetto anche
sugli altri righi.
Quindi un’impostazione di tempo in un rigo successivo reimposterà la disposizione
personalizzata delle travature definita in un rigo precedente.
Per evitare questo problema si può impostare l’indicazione di tempo su
un solo rigo.
<< \new Staff { \time 3/4 \set Timing.baseMoment = #(ly:make-moment 1/8) \set Timing.beatStructure = 1,5 \set Timing.beamExceptions = #'() \repeat unfold 6 { a'8 } } \new Staff { \repeat unfold 6 { a'8 } } >>
Si possono cambiare anche le impostazioni predefinite delle travature, in modo che sia usata sempre la disposizione delle travature desiderata. Le modifiche nelle impostazioni della travatura automatica per le indicazioni di tempo sono descritte in Indicazione di tempo.
<< \new Staff { \overrideTimeSignatureSettings 3/4 % timeSignatureFraction 1/8 % baseMomentFraction 1,5 % beatStructure #'() % beamExceptions \time 3/4 \repeat unfold 6 { a'8 } } \new Staff { \time 3/4 \repeat unfold 6 { a'8 } } >>
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Travature manuali
In alcuni casi potrebbe essere necessario scavalcare l’algoritmo di
disposizione automatica delle travature. Ad esempio, questo algoritmo
non inserirà delle travature tra le pause o tra le stanghette; e nelle
partiture corali la disposizione delle travature è spesso determinato dall’articolazione
del testo piuttosto che da quella musicale. Tali travature possono essere
specificate manualmente indicandone l’inizio e la fine con
[
e ]
.
\relative { r4 r8[ g' a r] r g[ | a] r }
La direzione delle travature può essere impostata manualmente attraverso gli indicatori di direzione:
\relative { c''8^[ d e] c,_[ d e f g] }
Le note individuali possono essere contrassegnate con \noBeam
per impedire
che vengano inserite in una travatura:
\relative { \time 2/4 c''8 c\noBeam c c }
Le travature degli abbellimenti e quelle delle note normali possono coesistere simultaneamente. Gli abbellimenti privi di travatura non vengono inseriti nella travatura delle note normali.
\relative { c''4 d8[ \grace { e32 d c d } e8] e[ e \grace { f16 } e8 e] }
Si può ottenere un controllo manuale delle travature ancora più preciso agendo sulle
proprietà stemLeftBeamCount
e stemRightBeamCount
, che specificano
il numero di travature da creare a sinistra e a destra della nota successiva.
Se una di queste proprietà viene impostata, il suo valore verrà usato una volta
sola, e la proprietà sarà poi cancellata. In questo esempio, l’ultima nota f
ha una
sola travatura a sinistra: la travatura corrispondente alla sottodivisione di un ottavo
all’interno dell’intero raggruppamento.
\relative a' { a8[ r16 f g a] a8[ r16 \set stemLeftBeamCount = #2 \set stemRightBeamCount = #1 f16 \set stemLeftBeamCount = #1 g16 a] }
Comandi predefiniti
\noBeam
.
Frammenti di codice selezionati
Code e punte delle travature
È possibile ottenere delle codette su note isolate e dei tratti di suddivisione all’estremità
della travatura con una combinazione di stemLeftBeamCount
,
stemRightBeamCount
e una coppia di indicatori della travatura []
.
Per ottenere delle codette rivolte a destra, si usa la coppia di indicatori
[]
e si imposta stemLeftBeamCount
a zero (vedi Example 1).
Per ottenere delle codette rivolte a sinistra, si imposta invece
stemRightBeamCount
(Example 2).
Perché i tratti di suddivisione alla fine di un gruppo di note unite da
travatura siano rivolti a destra, si imposta stemRightBeamCount
su un
valore positivo. Perché i tratti di suddivisione all’inizio di un gruppo di note
unite da travatura siano rivolti a sinistra, si imposta invece
stemLeftBeamCount
(Example 3).
Talvolta, ad esempio per una nota isolata circondata da pause, ha senso
avere una coda che punti sia a destra che a sinistra. Lo si può fare con
una coppia di indicatori di travatura []
da soli (Example 4).
(Nota che \set stemLeftBeamCount
è sempre equivalente a
\once \set
. In altre parole, le impostazioni che definiscono
il conteggio delle travature non “permangono”, quindi la coppia di code
attaccate al 16[]
solitario nell’ultimo esempio non hanno nulla a
che fare con l’impostazione \set
di due note prima.)
\score { << % Example 1 \new RhythmicStaff { \set stemLeftBeamCount = #0 c16[] r8. } % Example 2 \new RhythmicStaff { r8. \set stemRightBeamCount = #0 16[] } % Example 3 \new RhythmicStaff { 16 16 \set stemRightBeamCount = #2 16 r r \set stemLeftBeamCount = #2 16 16 16 } % Example 4 \new RhythmicStaff { 16 16 \set stemRightBeamCount = #2 16 r16 16[] r16 \set stemLeftBeamCount = #2 16 16 } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Abbellimenti.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Beam, BeamEvent, Beam_engraver, beam-interface, Stem_engraver.
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Travature a raggiera
Le travature a raggiera servono a indicare che un gruppo di note determinato
deve essere eseguito a un tempo progressivamente accelerato (o rallentato), senza
cambiare l’andamento complessivo del brano. L’estensione della
travatura a raggiera deve essere indicato a mano con [
e
]
, e la convergenza o divergenza delle travature si determina specificando la
la direzione della proprietà Beam
di grow-direction
.
Perché il ritardando o l’accelerando indicati dalla
travatura a raggiera trovino riscontro nella disposizione delle note e
nell’esecuzione del file MIDI, le note devono essere raggruppate in un’espressione
musicale delimitata da parentesi graffe e preceduta dal comando
featherDurations
, che specifica il rapporto tra le durate
delle prime e delle ultime note del gruppo.
Le parentesi quadre indicano l’estensione della travatura, mentre quelle graffe indicano quali note devono avere una durata modificata. Di norma queste parentesi delimitano lo stesso gruppo di note, ma questo non è tassativo: i due comandi sono indipendenti.
Nell’esempio seguente le otto note da un sedicesimo occupano esattamente lo stesso tempo di una nota di due quarti, ma la prima nota dura la metà dell’ultima e le note intermedie si allungano gradualmente. Le prime quattro note da un trentaduesimo sono progressivamente più veloci, mentre le ultime quattro presentano lo stesso tempo.
\relative c' { \override Beam.grow-direction = #LEFT \featherDurations #(ly:make-moment 2/1) { c16[ c c c c c c c] } \override Beam.grow-direction = #RIGHT \featherDurations #(ly:make-moment 2/3) { c32[ d e f] } % ripristina le travature normali \override Beam.grow-direction = #'() { g32[ a b c] } }
La spaziatura rappresenta la durata effettiva delle note solo in modo approssimato, mentre il tempo nel file MIDI è esatto.
Comandi predefiniti
\featherDurations
.
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
Problemi noti e avvertimenti
Il comando \featherDurations
funziona solamente con frammenti di
musica molto brevi e quando i numeri della frazione sono piccoli.
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1.2.5 Battute
Stanghette | ||
Numeri di battuta | ||
Controlli di battuta e del numero di battuta | ||
Segni di chiamata |
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Stanghette
Le stanghette delimitano le misure e sono usate anche per indicare i ritornelli. Di norma, le stanghette semplici sono inserite automaticamente in base all’indicazione di tempo.
Si possono inserire altri tipi di stanghette col comando \bar
. Ad
esempio, di solito si usa una stanghetta finale al termine di un brano:
\relative { e'4 d c2 \bar "|." }
Se l’ultima nota di una misura non termina entro la stanghetta inserita automaticamente, non viene segnalato un errore: si presuppone che la nota continui nella misura successiva. Ma se ci sono tante misure simili in sequenza, la musica potrebbe apparire compressa oppure scorrere fuori dalla pagina. Questo accade perché le interruzioni di linea automatiche si verificano solo al termine di misure complete, ovvero quando tutte le note terminano prima dell’inizio di una misura.
Nota: Una durata errata può impedire un’interruzione di linea, causando una linea di musica altamente compressa oppure a musica che prosegue fuori dalla pagina.
Le interruzioni di linea sono permesse anche in caso si stanghette inserite a mano anche all’interno di misure incomplete. Per permettere un’interruzione di linea senza che appaia una stanghetta si usa:
\bar ""
Questo comando inserirà una stanghetta invisibile e consentirà (senza però forzarla) un’interruzione di linea in questo punto. Il conteggio dei numeri di battuta non incrementa. Per forzare un’interruzione di linea si veda Interruzioni di linea.
Si possono inserire questa e altre stanghette speciali in qualsiasi punto. Quando coincidono con la fine di una misura, sostituiscono la stanghetta semplice che sarebbe stata posta automaticamente. Quando non coincidono con la fine di una misura, la stanghetta specificata viene inserita in quel punto.
Si noti che le stanghette manuali hanno una funzione puramente visiva. Non hanno alcun effetto sulle proprietà di una normale stanghetta, come i numeri della misura, le alterazioni, le interruzioni di linea, etc. Non influiscono nemmeno sul conteggio e sulla posizione delle stanghette automatiche successive. Quando una stanghetta manuale è posta nel punto in cui si trova già una normale stanghetta, le caratteristiche della stanghetta originale non sono alterate.
Sono disponibili per l’inserimento manuale due tipi di stanghette semplici e cinque tipi di stanghette doppie:
\relative { f'1 \bar "|" f1 \bar "." g1 \bar "||" a1 \bar ".|" b1 \bar ".." c1 \bar "|.|" d1 \bar "|." e1 }
oltre alle stanghette puntate e tratteggiate:
\relative { f'1 \bar ";" g1 \bar "!" a1 }
e a nove tipi di stanghette per le ripetizioni:
\relative { f'1 \bar ".|:" g1 \bar ":..:" a1 \bar ":|.|:" b1 \bar ":|.:" c1 \bar ":.|.:" d1 \bar "[|:" e1 \bar ":|][|:" f1 \bar ":|]" g1 \bar ":|." a1 }
Inoltre, una stanghetta può apparire come un semplice segno di spunta:
f'1 \bar "'" g'1
Tuttavia,dato che questi segni di spunta sono tipicamente usati nella notazione
gregoriana, è preferibile usare \divisioMinima
, come è descritto
nella sezione Divisiones della parte dedicata al canto gregoriano.
LilyPond supporta la notazione gregoriana russa e fornisce una stanghetta speciale per questo tipo di notazione:
f'1 \bar "k"
I dettagli di questo tipo di notazione sono spiegati in Scrivere in notazione quadrata di Kiev.
Per i segni di tipo segno interni al rigo, ci sono tre tipi di stanghette che differiscono nel comportamento quando incontrano un’interruzione di linea:
\relative c'' { c4 c c c \bar "S" c4 c c c \break \bar "S" c4 c c c \bar "S-|" c4 c c c \break \bar "S-|" c4 c c c \bar "S-S" c4 c c c \break \bar "S-S" c1 }
Sebbene LilyPond preveda l’inserimento manuale delle stanghette che indicano i ritornelli, ciò non consente il riconoscimento della musica come una sezione da ripetere. Tali sezioni devono essere inserite con i vari comandi di ripetizione (vedi Ripetizioni), che creano automaticamente le stanghette appropriate.
Inoltre si può specificare ".|:-||"
, che è equivalente a
".|:"
tranne in presenza di un’interruzione di linea, dove
crea una doppia stanghetta alla fine della linea e una stanghetta
di inizio ripetizione all’inizio della linea successiva.
\relative c'' { c4 c c c \bar ".|:-||" c4 c c c \break \bar ".|:-||" c4 c c c }
Esistono sei diverse combinazioni di ripetizioni e indicazioni di segno:
\relative c'' { c4 c c c \bar ":|.S" c4 c c c \break \bar ":|.S" c4 c c c \bar ":|.S-S" c4 c c c \break \bar ":|.S-S" c4 c c c \bar "S.|:-S" c4 c c c \break \bar "S.|:-S" c4 c c c \bar "S.|:" c4 c c c \break \bar "S.|:" c4 c c c \bar ":|.S.|:" c4 c c c \break \bar ":|.S.|:" c4 c c c \bar ":|.S.|:-S" c4 c c c \break \bar ":|.S.|:-S" c1 }
Esiste inoltre un comando \inStaffSegno
che crea una stanghetta
con segno in congiunzione con un’appropriata stanghetta di ripetizione se
usata con un comando \repeat volta
, vedi Ripetizioni normali..
Si possono definire nuovi tipi di stanghette con \defineBarLine
:
\defineBarLine tipo-stanghetta #'(fine inizio span)
Le variabili di \defineBarLine
possono includere la stringa
‘vuota’ ""
,che è equivalente a una stanghetta invisibile.
Oppure possono essere impostate su #f
, che fa sì che non
appaia alcuna stanghetta.
Dopo averla definita, si può richiamare la nuova stanghetta col comando
\bar
tipo-stanghetta.
Attualmente sono disponibile dieci tipi di stanghetta:
\defineBarLine ":" #'("" ":" "") \defineBarLine "=" #'("=" "" "") \defineBarLine "[" #'("" "[" "") \defineBarLine "]" #'("]" "" "") \new Staff { s1 \bar "|" s1 \bar "." s1 \bar "!" s1 \bar ";" s1 \bar ":" s1 \bar "k" s1 \bar "S" s1 \bar "=" s1 \bar "[" s1 \bar "]" s1 \bar "" }
La stanghetta "="
crea una stanghetta doppia da combinare con il
il segno. Non va usata per creare una stanghetta doppia indipendente; in questo caso è preferibile usare \bar
"||".
Il segno "-"
introduce le annotazioni alle stanghette che
servono a distinguere quelle che hanno aspetto identico ma
un diverso comportamento in corrispondenza delle interruzioni di linea e/o
un diverso modo di connettere le stanghette tra i righi.
La parte che segue il segno "-"
non viene usato per costruire
la stanghetta.
\defineBarLine "||-dashedSpan" #'("||" "" "!!") \new StaffGroup << \new Staff \relative c'' { c1 \bar "||" c1 \bar "||-dashedSpan" c1 } \new Staff \relative c'' { c1 c1 c1 } >>
Inoltre, lo spazio " "
fa da spaziatore e fa sì che le stanghette tra i
righi siano allineate correttamente alle stanghette principali:
\defineBarLine ":|.-sbagliata" #'(":|." "" "|.") \defineBarLine ":|.-giusta" #'(":|." "" " |.") \new StaffGroup << \new Staff { c1 \bar ":|.-sbagliata" c1 \bar ":|.-giusta" c1 } \new Staff { c1 c1 c1 } >>
Se servono ulteriori elementi, LilyPond fornisce un modo semplice per definirli. Maggiori informazioni sulla modifica e l’aggiunta delle stanghette sono presenti nel file ‘scm/bar-line.scm’.
Nelle partiture con molti righi, un comando \bar
inserito
in un rigo viene applicato automaticamente a tutti i righi.
Le stanghette risultanti sono connesse tra i diversi righi
di un StaffGroup
, PianoStaff
o GrandStaff
.
<< \new StaffGroup << \new Staff \relative { e'4 d \bar "||" f4 e } \new Staff \relative { \clef bass c'4 g e g } >> \new Staff \relative { \clef bass c'2 c2 } >>
Il comando ‘\bar tipo-stanghetta’ è una scorciatoia di
‘\set Timing.whichBar = tipo-stanghetta’. Una stanghetta
viene creata ogni volta che si imposta la proprietà whichBar
.
Il tipo di stanghetta predefinita per le stanghette inserite automaticamente
è "|"
. Si può modificare in qualsiasi momento con
‘\set Timing.defaultBarType = tipo-stanghetta’.
Vedi anche
Guida alla notazione: Interruzioni di linea, Ripetizioni, Raggruppare i righi.
File installati: ‘scm/bar-line.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno:
BarLine (creata al livello Staff
),
SpanBar (tra i righi),
Timing_translator (per le proprietà di Timing).
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Numeri di battuta
I numeri di battuta appaiono all’inizio di ogni linea tranne la prima.
Il numero viene salvato nella proprietà currentBarNumber
, che
viene aggiornata automaticamente per ogni misura. Può anche essere
impostata a mano:
\relative c' { c1 c c c \break \set Score.currentBarNumber = #50 c1 c c c }
I numeri di battuta possono essere mostrati a intervalli regolari
anziché solo all’inizio di ogni linea. Per farlo occorre
sovrascrivere il comportamento predefinito e permettere ai
numeri di battuta di apparire anche in punti diversi dall’inizio
della linea. Questo comportamento è regolato dalla proprietà
break-visibility
di BarNumber
, che considera tre
valori impostabili su #t
o #f
, i quali indicano se
il numero di battuta corrispondente debba essere visibile
o no. L’ordine dei tre valori è end of line visible
, middle of
line visible
, beginning of line visible
. Nell’esempio seguente
i numeri di battuta compaiono in tutti i punti possibili:
\relative c' { \override Score.BarNumber.break-visibility = ##(#t #t #t) \set Score.currentBarNumber = #11 % Permette la visualizzazione del primo numero di battuta \bar "" c1 | c | c | c \break c1 | c | c | c }
Frammenti di codice selezionati
Mostrare il numero di battuta nella prima misura
Il primo numero di battuta di una partitura viene soppresso se è inferiore
o uguale a ‘1’. Se si imposta barNumberVisibility
su
all-bar-numbers-visible
, verrà mostrato il numero di battuta della
prima misura e di tutte quelle successive. Si noti che perché funzioni è
necessario inserire una stanghetta invisibile prima della prima nota.
\layout { indent = 0 ragged-right = ##t } \relative c' { \set Score.barNumberVisibility = #all-bar-numbers-visible \bar "" c1 | d | e | f \break g1 | e | d | c }
Mostrare i numeri di battuta a intervalli regolari
I numeri di battuta possono essere resi visbili a intervalli regolari
attraverso la proprietà barNumberVisibility
. In questo esempio
vengono mostrati ogni due misure eccetto alla fine della linea.
\relative c' { \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \set Score.currentBarNumber = #11 % Permit first bar number to be printed \bar "" % Print a bar number every second measure \set Score.barNumberVisibility = #(every-nth-bar-number-visible 2) c1 | c | c | c | c \break c1 | c | c | c | c }
Stampare i numeri di battuta a intervalli regolari variabili
L’intervallo dei numeri di battuta può essere modificato cambiando la
funzione di contesto {set-bar-number-visibility}
.
\relative c' { \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \context Score \applyContext #(set-bar-number-visibility 4) \repeat unfold 10 c'1 \context Score \applyContext #(set-bar-number-visibility 2) \repeat unfold 10 c }
Numeri di battuta racchiusi in rettangoli o cerchi
I numeri di battuta possono apparire anche all’interno di rettangoli o cerchi.
\relative c' { % Prevent bar numbers at the end of a line and permit them elsewhere \override Score.BarNumber.break-visibility = #end-of-line-invisible \set Score.barNumberVisibility = #(every-nth-bar-number-visible 4) % Increase the size of the bar number by 2 \override Score.BarNumber.font-size = #2 % Draw a box round the following bar number(s) \override Score.BarNumber.stencil = #(make-stencil-boxer 0.1 0.25 ly:text-interface::print) \repeat unfold 5 { c1 } % Draw a circle round the following bar number(s) \override Score.BarNumber.stencil = #(make-stencil-circler 0.1 0.25 ly:text-interface::print) \repeat unfold 4 { c1 } \bar "|." }
Numeri di battuta alternativi
Si possono impostare due metodi alternativi di numerazione della battuta, utili specialmente per le ripetizioni.
\relative c'{ \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers \repeat volta 3 { c4 d e f | } \alternative { { c4 d e f | c2 d \break } { f4 g a b | f4 g a b | f2 a | \break } { c4 d e f | c2 d } } c1 \break \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers-with-letters \repeat volta 3 { c,4 d e f | } \alternative { { c4 d e f | c2 d \break } { f4 g a b | f4 g a b | f2 a | \break } { c4 d e f | c2 d } } c1 }
Allineare i numeri di battuta
Per impostazione predefinita i numeri di battuta sono allineati a destra rispetto al loro oggetto genitore. Di solito si tratta del margine sinistro della linea oppure, se i numeri appaiono all’interno della linea, del lato sinistro della stanghetta. I numeri possono essere posizionati anche direttamente sopra la stanghetta oppure allineati a sinistra della stanghetta.
\relative c' { \set Score.currentBarNumber = #111 \override Score.BarNumber.break-visibility = #all-visible % Increase the size of the bar number by 2 \override Score.BarNumber.font-size = #2 % Print a bar number every second measure \set Score.barNumberVisibility = #(every-nth-bar-number-visible 2) c1 | c1 % Center-align bar numbers \override Score.BarNumber.self-alignment-X = #CENTER c1 | c1 % Left-align bar numbers \override Score.BarNumber.self-alignment-X = #LEFT c1 | c1 }
Togliere i numeri di battuta da uno spartito
I numeri di battuta possono essere tolti rimuovendo l’incisore
Bar_number_engraver
dal contesto Score
.
\layout { \context { \Score \omit BarNumber % or: %\remove "Bar_number_engraver" } } \relative c'' { c4 c c c \break c4 c c c }
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: BarNumber, Bar_number_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
I numeri di battuta possono collidere con la parte superiore della parentesi quadra di
StaffGroup
, se presente. Per evitare la collisione, si può usare la
proprietà padding
di BarNumber
per posizionare correttamente
il numero. Si veda
StaffGroup e
BarNumber per
maggiori informazioni.
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Controlli di battuta e del numero di battuta
I controlli di battuta aiutano a rilevare gli errori di durata. Il controllo
di battuta si inserisce col simbolo della barra verticale, |
, in un qualsiasi
punto in cui è previsto l’inserimento di una stanghetta. Se vengono trovati controlli
di battuta in punti diversi, viene creata una lista di avvisi nel file di log
che mostra i numeri di linea e le linee in cui il controllo è fallito. Nell’esempio
seguente il secondo controllo di battuta segnalerà un errore.
\time 3/4 c2 e4 | g2 |
Una durata non corretta può generare uno spartito completamente alterato, specialmente nel caso di brani polifonici. Quindi il primo passo da compiere per correggere l’input è la verifica dei controlli di battuta e delle durate errate.
Se i controlli di battuta successivi sono spostati dello stesso intervallo musicale, viene mostrato solo il primo messaggio di avviso. Così l’avvertimento si concentra sulla causa dell’errore di tempo.
I controlli di battuta possono essere usati anche all’interno del testo vocale:
\lyricmode { \time 2/4 Twin -- kle | Twin -- kle | }
Attenzione: i segni di controllo di ottava nel testo vocale sono elaborati nel momento musicale in cui la sillaba che segue il segno di controllo viene elaborata. Se il testo è associato alle note di una voce che ha una pausa all’inizio di una battuta, non è possibile individuare alcuna sillaba all’inizio di quella battuta e apparirà un avvertimento se viene posto un controllo di battuta in quel punto del testo vocale.
È anche possibile ridefinire l’azione da prendere quando si incontra
un controllo di battuta o simbolo di barra verticale, |
, nell’input,
in modo che avvenga qualcosa di diverso dal controllo di battuta. Si può
fare assegnando un’espressione musicale a "|"
.
Nell’esempio seguente |
, invece di controllare la fine di una
battuta, viene usato per inserire una stanghetta doppia ovunque appaia
nell’input.
"|" = \bar "||" { c'2 c' | c'2 c' c'2 | c' c'2 c' }
Quando si copiano brani di una certa ampiezza, può essere d’aiuto verificare che i
numeri di battuta di LilyPond corrispondano all’originale a partire dal quale
si sta scrivendo il brano. Si può abilitare con \barNumberCheck
, ad
esempio,
\barNumberCheck #123
genererà un avvertimento se currentBarNumber
non è 123
nel momento in cui viene elaborato.
Vedi anche
Frammenti di codice: Rhythms.
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Segni di chiamata
Per creare un segno di chiamata si usa il comando \mark
.
\relative c'' { c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark \default }
Il segno viene incrementato automaticamente se si usa \mark
\default
, ma è possibile usare anche un numero intero come argomento in
modo da impostare il segno manualmente. Il valore da usare viene salvato
nella proprietà rehearsalMark
.
\relative c'' { c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark #8 c1 \mark \default c1 \mark \default }
La lettera ‘I’ viene saltata, come vuole la tradizione tipografica. Se si desidera includere la lettera ‘I’, si può usare uno dei seguenti comandi, a seconda dello stile che si vuole (solo lettere, lettere in un quadrato o lettere in un cerchio).
\set Score.markFormatter = #format-mark-alphabet \set Score.markFormatter = #format-mark-box-alphabet \set Score.markFormatter = #format-mark-circle-alphabet
\relative c'' { \set Score.markFormatter = #format-mark-box-alphabet c1 \mark \default c1 \mark \default c1 \mark #8 c1 \mark \default c1 \mark \default }
Lo stile viene definito dalla proprietà markFormatter
. È una
funzione che accoglie come argomenti il segno corrente (un numero intero) e
il contesto corrente. Dovrebbe restituire un oggetto testuale. Nell’esempio
seguente, markFormatter
viene prima impostato su una procedura
predefinita e dopo alcune misure su una procedura che produce un
numero racchiuso in un quadrato.
\relative c'' { \set Score.markFormatter = #format-mark-numbers c1 \mark \default c1 \mark \default \set Score.markFormatter = #format-mark-box-numbers c1 \mark \default \set Score.markFormatter = #format-mark-circle-numbers c1 \mark \default \set Score.markFormatter = #format-mark-circle-letters c1 }
Il file ‘scm/translation-functions.scm’ contiene le
definizioni di format-mark-letters
(il formato predefinito),
format-mark-box-letters
, format-mark-numbers
e
format-mark-box-numbers
. Possono essere usate come fonte
di ispirazione per creare altre funzioni di formattazione.
Si possono usare format-mark-barnumbers
,
format-mark-box-barnumbers
e
format-mark-circle-barnumbers
per ottenere i numeri di battuta
invece di numeri o lettere crescenti.
Si possono specificare manualmente altri stili di segni di chiamata:
\mark "A1"
Si noti che Score.markFormatter
non ha effetto sui segni specificati
in questo modo. Tuttavia, è possibile applicare un \markup
alla
stringa.
\mark \markup { \box A1 }
I glifi musicali (come il Segno) possono essere posti dentro il
comando \mark
\relative c' { c1 \mark \markup { \musicglyph "scripts.segno" } c1 \mark \markup { \musicglyph "scripts.coda" } c1 \mark \markup { \musicglyph "scripts.ufermata" } c1 }
L’elenco dei simboli che possono essere prodotti con \musicglyph
si
trova in Il font Emmentaler.
Per le più comuni modifiche relative al posizionamento dei segni di chiamata, si
veda Formattazione del testo. Per ottenere un controllo più preciso si consiglia
di studiare il funzionamento della proprietà break-alignable-interface
descritta in Allineamento degli oggetti.
Il file ‘scm/translation-functions.scm’ contiene le
definizioni di format-mark-numbers
e
format-mark-letters
, che possono essere usate come fonte di
ispirazione per creare altre funzioni di formattazione.
Vedi anche
Guida alla notazione: Il font Emmentaler, Formattazione del testo, Allineamento degli oggetti.
File installati: ‘scm/translation-functions.scm’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: MarkEvent, Mark_engraver, RehearsalMark.
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1.2.6 Questioni ritmiche particolari
Abbellimenti | ||
Allineamento sulle cadenze | ||
Gestione del tempo |
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Abbellimenti
Gli abbellimenti sono degli ornamenti musicali che hanno un carattere in corpo più piccolo e non alterano la durata della misura.
\relative { c''4 \grace b16 a4( \grace { b16 c16 } a2) }
Esistono altri tre tipi di abbellimenti possibili; l’acciaccatura – un
abbellimento in tempo libero indicato da una nota con legatura di portamento
e un gambo barrato – e l’appoggiatura, che sottrae un valore determinato
della nota principale a cui corrisponde e ha un gambo non barrato. È anche
possibile creare un abbellimento con gambo barrato, come l’acciaccatura, ma
privo di legatura di portamento, in modo da collocarla tra note
già poste sotto una legatura: si usa il comando \slashedGrace
.
\relative { \acciaccatura d''8 c4 \appoggiatura e8 d4 \acciaccatura { g16 f } e2 \slashedGrace a,8 g4 \slashedGrace b16 a4( \slashedGrace b8 a2) }
Il posizionamento degli abbellimenti è sincronizzato sui diversi righi. Nell’esempio seguente, ci sono due abbellimenti da un sedicesimo ogni abbellimento da un ottavo
<< \new Staff \relative { e''2 \grace { c16 d e f } e2 } \new Staff \relative { c''2 \grace { g8 b } c2 } >>
Se si desidera risolvere una nota su un abbellimento, si usa il
comando \afterGrace
. Considera due argomenti: la nota principale e
gli abbellimenti che la seguono.
\relative { c''1 \afterGrace d1 { c16[ d] } c1 }
In questo modo, gli abbellimenti sono collocati dopo l’inizio della nota principale. Il momento temporale in cui sono posti gli abbellimenti è una certa frazione della durata della nota principale. L’impostazione predefinita di
afterGraceFraction = 3/4
può essere ridefinita nel livello superiore. Ma è anche possibile specificare
la frazione per ogni singolo comando \afterGrace
.
L’esempio seguente mostra le diverse spaziature che si ottengono con la frazione
predefinita, impostandola a 15/16
e infine a 1/2
della nota
principale.
<< \new Staff \relative { c''1 \afterGrace d1 { c16[ d] } c1 } \new Staff \relative { c''1 \afterGrace 15/16 d1 { c16[ d] } c1 } \new Staff \relative { c''1 \afterGrace 1/2 d1 { c16[ d] } c1 } >>
Lo spazio tra la nota principale e l’abbellimento può essere definito anche attraverso delle pause spaziatrici. L’esempio seguente sposta l’abbellimento di uno spazio equivalente ai 7/8 della nota principale.
\new Voice \relative { << { d''1^\trill_( } { s2 s4. \grace { c16 d } } >> c1) }
L’espressione musicale introdotta dal comando \grace
avrà delle
impostazioni tipografiche speciali; per esempio, per rimpicciolire il
tipo di carattere e impostare le direzioni. Dunque le modifiche che
sovrascrivono tali impostazioni speciali devono essere poste all’interno
del blocco \grace
. Lo stesso vale per le modifiche che ripristinano
i valori predefiniti. Nell’esempio seguente la direzione predefinita del
gambo viene prima sovrascritta e poi ripristinata.
\new Voice \relative { \acciaccatura { \stemDown f''16-> \stemNeutral } g4 e c2 }
Frammenti di codice selezionati
Usare il gambo barrato degli abbellimenti con le teste normali
Il gambo barrato presente nelle acciaccature può essere applicato in altre situazioni.
\relative c'' { \override Flag.stroke-style = #"grace" c8( d2) e8( f4) }
Modificare l’aspetto degli abbellimenti di un intero brano
L’aspetto di tutte le espressioni contenute nei blocchi \grace
di un
brano può essere modificato con le funzioni add-grace-property
e
remove-grace-property
. L’esempio seguente toglie la definizione
della direzione di Stem
nell’abbellimento, in modo che gli abbellimenti
non siano sempre rivolti in su, e barra le teste di nota.
\relative c'' { \new Staff { $(remove-grace-property 'Voice 'Stem 'direction) $(add-grace-property 'Voice 'NoteHead 'style 'cross) \new Voice { \acciaccatura { f16 } g4 \grace { d16 e } f4 \appoggiatura { f,32 g a } e2 } } }
Ridefinire le impostazioni predefinite globali degli abbellimenti
Le impostazioni globali predefinite degli abbellimenti sono salvate negli
identificatori startGraceMusic
, stopGraceMusic
,
startAcciaccaturaMusic
, stopAcciaccaturaMusic
,
startAppoggiaturaMusic
e stopAppoggiaturaMusic
, che
sono definiti nel file ly/grace-init.ly
. Ridefinendoli si
possono ottenere effetti diversi.
startAcciaccaturaMusic = { <>( \override Flag.stroke-style = #"grace" \slurDashed } stopAcciaccaturaMusic = { \revert Flag.stroke-style \slurSolid <>) } \relative c'' { \acciaccatura d8 c1 }
Posizionare gli abbellimenti con dello spazio fluttuante
Se si imposta la proprietà 'strict-grace-spacing
, le colonne musicali
degli abbellimenti ’fluttuano’, ovvero si scollegano dalle note normali:
prima vengono spaziate le note normali, poi le colonne musicali degli
abbellimenti vengono messe a sinistra delle colonne delle note principali.
\relative c'' { << \override Score.SpacingSpanner.strict-grace-spacing = ##t \new Staff \new Voice { \afterGrace c4 { c16[ c8 c16] } c8[ \grace { b16 d } c8] c4 r } \new Staff { c16 c c c c c c c c4 r } >> }
Vedi anche
Glossario musicale: acciaccatura, acciaccatura, appoggiatura.
Guida alla notazione: Scalare le durate, Travature manuali.
File installati: ‘ly/grace-init.ly’.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: GraceMusic, Grace_beam_engraver, Grace_auto_beam_engraver, Grace_engraver, Grace_spacing_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Una acciaccatura con molte note raggruppate sotto una travatura è priva della barra trasversale e ha il medesimo aspetto di una appoggiatura composta da varie note raggruppate sotto una travatura.
La sincronizzazione degli abbellimenti può nascondere delle sorprese, perché vengono sincronizzati anche altri elementi della notazione del rigo, come le armature di chiave, le stanghette, etc. Fai attenzione quando metti insieme righi che hanno degli abbellimenti con righi che non ne hanno. Ad esempio
<< \new Staff \relative { e''4 \bar ".|:" \grace c16 d2. } \new Staff \relative { c''4 \bar ".|:" d2. } >>
Si può ovviare a questo problema inserendo degli abbellimenti della durata corrispondente negli altri righi. Riprendendo l’esempio precedente
<< \new Staff \relative { e''4 \bar ".|:" \grace c16 d2. } \new Staff \relative { c''4 \bar ".|:" \grace s16 d2. } >>
L’uso del comando \grace
nella parte con le pause spaziatrici è
obbligatorio, anche se la parte visibile usa \acciaccatura
o
\appoggiatura
, perché altrimenti apparirà un orribile frammento
di legatura di portamento che connette la nota di abbellimento invisibile
alla nota seguente.
Le sezioni con abbellimenti devono essere usate solamente all’interno di espressioni musicali sequenziali. Non è permesso annidare o affiancare gruppi di abbellimenti; potrebbero verificarsi blocchi del programma o altri errori se non si rispetta questa limitazione.
Ogni abbellimento generato nell’output MIDI ha una durata di 1/4 della sua
vera durata. Se la durata complessiva degli abbellimenti è maggiore della
durata della nota che li precede, verrà generato l’errore
“Going back in MIDI time
”. A meno che non si diminuisca la durata degli
abbellimenti, ad esempio:
c'8 \acciaccatura { c'8[ d' e' f' g'] }
diventa:
c'8 \acciaccatura { c'16[ d' e' f' g'] }
Oppure si cambia esplicitamente la durata musicale:
c'8 \acciaccatura { \scaleDurations 1/2 { c'8[ d' e' f' g'] } }
Vedi Scalare le durate.
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Allineamento sulle cadenze
Nell’ambito di una partitura per orchestra, le cadenze presentano un problema peculiare: quando si scrive una partitura che include una cadenza o un altro passaggio solistico, tutti gli altri strumenti devono saltare esattamente la durata complessiva delle note del passaggio, altrimenti inizieranno troppo presto o troppo tardi.
Una possibile soluzione a questo problema consiste nell’uso delle funzioni
mmrest-of-length
e skip-of-length
. Queste funzioni Scheme
prendono come argomento una sezione di musica salvata in una variabile e generano
una pausa multipla o \skip
della lunghezza esatta del brano.
MyCadenza = \relative { c'4 d8 e f g g4 f2 g4 g } \new GrandStaff << \new Staff { \MyCadenza c'1 \MyCadenza c'1 } \new Staff { #(mmrest-of-length MyCadenza) c'1 #(skip-of-length MyCadenza) c'1 } >>
Vedi anche
Glossario musicale: cadenza.
Frammenti di codice: Rhythms.
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Gestione del tempo
Il tempo è gestito da Timing_translator
, che si trova
nel contesto Score
. Un suo alias,
Timing
, viene aggiunto nel contesto nel quale si
trova Timing_translator
. Per assicurarsi che l’alias
Timing
sia disponibile, occorre istanziare esplicitamente
il contesto che lo contiene (come Voice
o
Staff
).
Si usano le seguenti proprietà di Timing
per tenere traccia
del tempo in una partitura.
-
currentBarNumber
Il numero di battuta corrente. Un esempio che mostra l’uso di questa proprietà si trova in Numeri di battuta.
-
measureLength
La durata delle misure nel tempo corrente. Per un tempo di 4/4 è 1, per un tempo di 6/8 è 3/4. Il suo valore determina quando debbano essere inserite le stanghette e come debbano essere generate le travature automatiche.
-
measurePosition
Il punto della misura in cui ci si trova. Questa quantità viene reimpostata sottraendo
measureLength
ogni volta chemeasureLength
viene raggiunto o superato. Quando questo accade,currentBarNumber
viene incrementato.-
timing
Se impostato su
#t
, le variabili precedenti sono aggiornate ad ogni momento temporale. Se impostato su#f
, l’incisore rimane nella misura corrente per un tempo indefinito.
Si può cambiare il tempo impostando esplicitamente una qualsiasi di
queste variabili. Nel prossimo esempio, viene visualizzata l’indicazione
di tempo predefinita di 4/4, ma measureLength
è impostato su 5/4.
A 4/8 della terza misura, measurePosition
si sposta in avanti
di 1/8 fino a 5/8, diminuendo quella misura di 1/8.
Quindi la stanghetta successiva si troverà a 9/8 invece che a 5/4.
\new Voice \relative { \set Timing.measureLength = #(ly:make-moment 5/4) c'1 c4 | c1 c4 | c4 c \set Timing.measurePosition = #(ly:make-moment 5/8) b4 b b8 | c4 c1 | }
Come mostra l’esempio, ly:make-moment n/m
definisce una durata
di n/m della nota intera. Ad esempio, ly:make-moment 1/8
corrisponde
alla durata di un ottavo mentre ly:make-moment 7/16
a quella di sette
sedicesimi.
Vedi anche
Guida alla notazione: Numeri di battuta, Musica in tempo libero.
Frammenti di codice: Rhythms.
Guida al funzionamento interno: Timing_translator, Score.
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1.3 Segni di espressione
Questa sezione elenca vari segni di espressione che si possono usare in una partitura.
1.3.1 Segni di espressione collegati alle note | ||
1.3.2 Indicazioni espressive curvilinee | ||
1.3.3 Indicazioni espressive lineari |
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1.3.1 Segni di espressione collegati alle note
Questa sezione spiega come creare segni di espressione collegati alle note: articolazioni, abbellimenti e dinamiche. Sono trattati anche i metodi per creare nuove indicazioni dinamiche.
Articolazioni e abbellimenti | ||
Dinamiche | ||
Nuove indicazioni dinamiche |
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Articolazioni e abbellimenti
I diversi simboli che rappresentano articolazioni, ornamenti e altre indicazioni esecutive possono essere collegati a una nota con questa sintassi:
nota\nome
I valori possibili per nome
sono elencati in
Elenco delle articolazioni. Ad esempio:
\relative { c''4\staccato c\mordent b2\turn c1\fermata }
Alcune di queste articolazioni hanno delle abbreviazioni che ne semplificano
l’inserimento. Le abbreviazioni sono attaccate al nome della nota e la
loro sintassi è composta da un trattino -
seguito da un simbolo
che indica l’articolazione. Esistono abbreviazioni predefinite per
marcato, chiuso, tenuto, staccatissimo,
accento, staccato e portato.
L’output corrispondente è:
\relative { c''4-^ c-+ c-- c-! c4-> c-. c2-_ }
Le regole per il posizionamento predefinito delle articolazioni sono definite in ‘scm/script.scm’. Articolazioni e ornamenti possono essere posizionati manualmente sopra o sotto il rigo; si veda Direzione e posizionamento.
Le articolazioni sono oggetti Script
. Le loro proprietà sono
descritte in dettaglio in
Script.
Oltre alle articolazioni, si può attaccare alle note anche un testo,
posto tra virgolette o in un blocco \markup{}
. Si veda Scritte.
Ulteriori informazioni sull’ordine degli oggetti Script e TextScript collegati alle note si trovano in Posizionamento degli oggetti.
Frammenti di codice selezionati
Modificare i valori predefiniti per le abbreviazioni delle articolazioni
Le abbreviazioni sono definite in ‘ly/script-init.ly’, dove sono
assegnati valori predefiniti alle variabili dashHat
, dashPlus
,
dashDash
, dashBang
, dashLarger
, dashDot
e
dashUnderscore
. Questi valori predefiniti possono essere
modificati. Ad esempio, per associare l’abbreviazione -+
(dashPlus
)
al simbolo del trillo invece che al simbolo + predefinito, si assegna il
valore trill
alla variabile dashPlus
:
\relative c'' { c1-+ } dashPlus = "trill" \relative c'' { c1-+ }
Controllo dell’ordine verticale degli script
L’ordine verticale degli script è determinato dalla proprietà
'script-priority
. Più il numero è piccolo, più sarà posto
vicino alla nota. In questo esempio, il simbolo di diesis (oggetto
TextScript
) ha prima la priorità più bassa, dunque è posto più
in basso nel primo esempio. Nel secondo, il trillo (oggetto Script
) ha
la priorità più bassa, quindi si trova all’interno. Quando due oggetti hanno
la stessa priorità, l’ordine in cui sono inseriti determina quale viene
prima.
\relative c''' { \once \override TextScript.script-priority = #-100 a2^\prall^\markup { \sharp } \once \override Script.script-priority = #-100 a2^\prall^\markup { \sharp } }
Creare un gruppetto ritardato
Creare un gruppetto ritardato, dove la nota più bassa del gruppetto usa
l’alterazione, richiede vari \override. La proprietà
outside-staff-priority
deve essere impostata su #f
, perché
altrimenti questa avrebbe la precedenza sulla proprietà avoid-slur
.
Cambiando le frazioni 2/3
e 1/3
si aggiusta la posizione
orizzontale.
\relative c'' { c2*2/3 ( s2*1/3\turn d4) r << { c4.( d8) } { s4 s\turn } >> \transpose c d \relative c'' << { c4.( d8) } { s4 \once \set suggestAccidentals = ##t \once \override AccidentalSuggestion.outside-staff-priority = ##f \once \override AccidentalSuggestion.avoid-slur = #'inside \once \override AccidentalSuggestion.font-size = -3 \once \override AccidentalSuggestion.script-priority = -1 \single \hideNotes b8-\turn \noBeam s8 } >> }
Vedi anche
Glossario Musicale: tenuto, accento, staccato, portato.
Manuale di apprendimento: Posizionamento degli oggetti.
Guida alla notazione: Scritte, Direzione e posizionamento, Elenco delle articolazioni, Trilli.
File installati: ‘scm/script.scm’.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Script, TextScript.
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Dinamiche
Le indicazioni dinamiche assolute si indicano con un comando che segue una
nota, come ad esempio c4\ff
. Le indicazioni dinamiche disponibili
sono \ppppp
, \pppp
, \ppp
, \pp
, \p
,
\mp
, \mf
, \f
, \ff
, \fff
,
\ffff
, \fffff
, \fp
, \sf
, \sff
,
\sp
, \spp
, \sfz
e \rfz
. Le indicazioni
dinamiche possono essere posizionate manualmente sopra o sotto il
rigo, come è spiegato in dettaglio in Direzione e posizionamento.
\relative c'' { c2\ppp c\mp c2\rfz c^\mf c2_\spp c^\ff }
Un’indicazione di crescendo inizia con \<
e termina
con \!
, un’indicazione dinamica assoluta o un’ulteriore indicazione
di crescendo o decrescendo. Un’indicazione di decrescendo inizia
con \>
e termina nello stesso modo, ovvero con \!
, un’indicazione
dinamica assoluta oppure un altro segno di crescendo o decrescendo.
Si possono usare \cr
e \decr
al posto di \<
e
\>
; si possono usare \endcr
e \enddecr
al posto di
\!
per terminare unindicazione di crescendo o decrescendo,
rispettivamente. Le forcelle vengono create con questa notazione.
\relative c'' { c2\< c\! d2\< d\f e2\< e\> f2\> f\! e2\> e\mp d2\> d\> c1\! }
Una forcella che termina con \!
si estenderà fino al margine
destro della nota a cui è assegnato \!
. Nel caso in cui sia
terminata con l’inizio di un altro segno di crescendo o
decrescendo, si estenderà fino al centro della nota a
cui è assegnato il successivo \<
o \>
. La forcella
successiva partirà dal margine destro della stessa nota invece che
dal margine sinistro, come accade quando si termina con \!
.
Una forcella che termina sul battere si fermerà alla stanghetta
precedente.
\relative { c''1\< | c4 a c\< a | c4 a c\! a\< | c4 a c a\! }
Le forcelle terminate con indicazioni dinamiche assolute invece che da
\!
avranno un aspetto simile. Tuttavia, la lunghezza dell’indicazione
dinamica assoluta stessa può cambiare il punto in cui finisce la
forcella precedente.
\relative { c''1\< | c4 a c\mf a | c1\< | c4 a c\ffff a }
Occorre usare le pause spaziatrici per attaccare più di un’indicazione a una nota. Questo è utile soprattutto quando si aggiunge un crescendo e un decrescendo alla stessa nota:
\relative { c''4\< c\! d\> e\! << f1 { s4 s4\< s4\> s4\! } >> }
Il comando \espressivo
permette di indicare un crescendo e
un decrescendo sulla stessa nota. Tuttavia, si tenga presente che
viene implementato come articolazione, non come dinamica.
\relative { c''2 b4 a g1\espressivo }
Le indicazioni di crescendo testuali iniziano con \cresc
, quelle di
decrescendo con \decresc
o \dim
.
Le linee di estensione sono aggiunte automaticamente.
\relative { g'8\cresc a b c b c d e\mf | f8\decresc e d c e\> d c b | a1\dim ~ | a2. r4\! | }
Le indicazioni testuali per i cambi di dinamica possono essere impiegate anche per sostituire le forcelle:
\relative c'' { \crescTextCresc c4\< d e f\! | \dimTextDecresc g4\> e d c\! | \dimTextDecr e4\> d c b\! | \dimTextDim d4\> c b a\! | \crescHairpin \dimHairpin c4\< d\! e\> d\! | }
Per creare nuove indicazioni dinamiche assolute o testi da allineare alle dinamiche, si veda Nuove indicazioni dinamiche.
Il posizionamento verticale della dinamica è gestito da DynamicLineSpanner.
Esiste un contesto Dynamics
che permette di posizionare le indicazioni
dinamiche su un’apposita linea orizzontale. Si usano le pause spaziatrici
per indicarne la collocazione temporale (le note in un contesto Dynamics
occupano
infatti il rispettivo valore musicale, ma senza comparire sul rigo).
Il contesto Dynamics
può contenere altri elementi utili come
indicazioni testuali, estensori del testo e indicazioni di pedalizzazione del pianoforte.
<< \new Staff \relative { c'2 d4 e | c4 e e,2 | g'4 a g a | c1 | } \new Dynamics { s1\< | s1\f | s2\dim s2-"rit." | s1\p | } >>
Comandi predefiniti
\dynamicUp
,
\dynamicDown
,
\dynamicNeutral
,
\crescTextCresc
,
\dimTextDim
,
\dimTextDecr
,
\dimTextDecresc
,
\crescHairpin
,
\dimHairpin
.
Frammenti di codice selezionati
Impostare il comportamento delle forcelle sulle stanghette
Se la nota che termina una forcella si trova sul primo battito di una
battuta, la forcella si ferma prima della stanghetta che precede la
nota. Si può controllare questo comportamento modificando la
proprietà 'to-barline
.
\relative c'' { e4\< e2. e1\! \override Hairpin.to-barline = ##f e4\< e2. e1\! }
Impostare la lunghezza minima delle forcelle
Se le forcelle sono troppo corte, possono essere allungate modificando
la proprietà minimum-length
dell’oggetto Hairpin
.
\relative c'' { c4\< c\! d\> e\! << f1 { s4 s\< s\> s\! } >> \override Hairpin.minimum-length = #5 << f1 { s4 s\< s\> s\! } >> }
Spostare le estremità delle forcelle
Le estremità delle forcelle possono essere spostate in modo relativo alla
loro posizione predefinita (offset) impostando la proprietà shorten-pair
dell’oggetto Hairpin
. Valori positivi spostano le estremità a
destra, valori negativi le spostano a sinistra. Diversamente dalla
proprietà minimum-length
, questa proprietà modifica solo l’aspetto
della forcella; non cambia la spaziatura orizzontale (inclusa la posizione
delle dinamiche confinanti). Questo metodo è quindi utile per ritoccare
una forcella entro lo spazio ad essa allocato.
{ c'1~\< c'2~ c'\! \once \override Hairpin.shorten-pair = #'(2 . 2) c'1~\< c'2~ c'\! \once \override Hairpin.shorten-pair = #'(-2 . -2) c'1~\< c'2~ c'\! c'1~\p-\tweak shorten-pair #'(2 . 0)\< c'2~ c'\ffff }
Forcelle con notazione al niente
Le forcelle di dinamica possono essere rappresentate con ua punta
tonda (notazione “al niente”) impostando la proprietà circled-tip
dell’oggetto Hairpin
su #t
.
\relative c'' { \override Hairpin.circled-tip = ##t c2\< c\! c4\> c\< c2\! }
Stampare le forcelle in vari stili
Il segno di dinamica della forcella può avere diversi stili
\relative c'' { \override Hairpin.stencil = #flared-hairpin a4\< a a a\f a4\p\< a a a\ff a4\sfz\< a a a\! \override Hairpin.stencil = #constante-hairpin a4\< a a a\f a4\p\< a a a\ff a4\sfz\< a a a\! \override Hairpin.stencil = #flared-hairpin a4\> a a a\f a4\p\> a a a\ff a4\sfz\> a a a\! \override Hairpin.stencil = #constante-hairpin a4\> a a a\f a4\p\> a a a\ff a4\sfz\> a a a\! }
Dinamiche e segni testuali allineati verticalmente
Tutti gli oggetti DynamicLineSpanner
(forcelle e testi di dinamica)
sono posti a una distanza minima dal rigo determinata da 'staff-padding
.
Se si imposta 'staff-padding
su un valore abbastanza grande,
le dinamiche saranno allineate.
music = \relative c' { a'2\p b\f e4\p f\f\> g, b\p c2^\markup { \huge gorgeous } c^\markup { \huge fantastic } } { \music \break \override DynamicLineSpanner.staff-padding = #3 \textLengthOn \override TextScript.staff-padding = #1 \music }
Nascondere la linea di estensione per le dinamiche testuali
I cambi di dinamica in stile testuale (come cresc. e dim.) appaiono con una linea tratteggiata che mostra la loro estensione. Questa linea può essere soppressa nel modo seguente:
\relative c'' { \override DynamicTextSpanner.style = #'none \crescTextCresc c1\< | d | b | c\! }
Nascondere la linea di estensione per le dinamiche testuali
Il testo usato per i crescendo e i decrescendo può essere cambiato
modificando le proprietà di contesto crescendoText
e
decrescendoText
.
Lo stile della linea dell’estensore può essere cambiato modificando la
proprietà 'style
di DynamicTextSpanner
. Il valore predefinito
è 'dashed-line
; gli altri valori possibili sono 'line
,
'dotted-line
e 'none
.
\relative c'' { \set crescendoText = \markup { \italic { cresc. poco } } \set crescendoSpanner = #'text \override DynamicTextSpanner.style = #'dotted-line a2\< a a2 a a2 a a2 a\mf }
Vedi anche
Glossario Musicale: al niente, crescendo, decrescendo, forcella. Manuale di apprendimento: Articolazioni e dinamiche.
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Nuove indicazioni dinamiche, Miglioramento dell’output MIDI, Gestione delle dinamiche nel MIDI.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: DynamicText, Hairpin, DynamicLineSpanner, Dynamics.
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Nuove indicazioni dinamiche
Il modo più semplice per creare indicazioni dinamiche è usare
gli oggetti \markup
.
moltoF = \markup { molto \dynamic f } \relative { <d' e>16_\moltoF <d e> <d e>2.. }
In modalità markup, si possono creare dinamiche editoriali (racchiuse tra parentesi normali o quadrate). La sintassi della modalità markup è descritta in Formattazione del testo.
roundF = \markup { \center-align \concat { \bold { \italic ( } \dynamic f \bold { \italic ) } } } boxF = \markup { \bracket { \dynamic f } } \relative { c'1_\roundF c1_\boxF }
È possibile creare semplicemente indicazioni dinamiche centrate verticalmente con la
funzione make-dynamic-script
.
sfzp = #(make-dynamic-script "sfzp") \relative { c'4 c c\sfzp c }
In generale, make-dynamic-script
assume come argomento qualsiasi
oggetto markup. Il tipo di carattere per la dinamica contiene solo i
caratteri f,m,p,r,s
e z
; dunque, se si desidera creare un’indicazione
dinamica che contenga testo semplice e simboli di punteggiatura, occorre
usare dei comandi markup che ripristinino la famiglia e la codifica del tipo
di carattere per il testo normale, ad esempio \normal-text
. Il
vantaggio nell’uso di make-dynamic-script
al posto di un normale
markup è l’allineamento verticale degli oggetti markup e delle forcelle
collegate alla stessa testa di nota.
roundF = \markup { \center-align \concat { \normal-text { \bold { \italic ( } } \dynamic f \normal-text { \bold { \italic ) } } } } boxF = \markup { \bracket { \dynamic f } } mfEspress = \markup { \center-align \line { \hspace #3.7 mf \normal-text \italic espress. } } roundFdynamic = #(make-dynamic-script roundF) boxFdynamic = #(make-dynamic-script boxF) mfEspressDynamic = #(make-dynamic-script mfEspress) \relative { c'4_\roundFdynamic\< d e f g,1~_\boxFdynamic\> g1 g'1~\mfEspressDynamic g1 }
Si può usare anche la forma Scheme della modalità markup. La sintassi è spiegata in Markup construction in Scheme.
moltoF = #(make-dynamic-script (markup #:normal-text "molto" #:dynamic "f")) \relative { <d' e>16 <d e> <d e>2..\moltoF }
Per allineare a sinistra il testo di dinamica invece di centrarlo su una
nota, si usa un \tweak
:
moltoF = \tweak DynamicText.self-alignment-X #LEFT #(make-dynamic-script (markup #:normal-text "molto" #:dynamic "f")) \relative { <d' e>16 <d e> <d e>2..\moltoF <d e>1 }
Le impostazioni dei tipi di carattere in modalità markup sono descritti in Scelta del tipo di carattere e della dimensione.
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Scelta del tipo di carattere e della dimensione, Miglioramento dell’output MIDI, Gestione delle dinamiche nel MIDI.
Extending LilyPond: Markup construction in Scheme.
Frammenti: Expressive marks.
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1.3.2 Indicazioni espressive curvilinee
Questa sezione spiega come creare varie indicazioni espressive con forma curvilinea: legature di portamento, legature di frase, respiri, portamenti indeterminati discendenti (cadute) o ascendenti.
Legature di portamento | ||
Legature di frase | ||
Respiri | ||
Portamenti indeterminati discendenti (cadute) e ascendenti |
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Legature di portamento
Le legature di portamento si inseriscono con delle parentesi:
Nota: Nella musica polifonica, una legatura di portamento deve terminare nella stessa voce in cui è iniziata.
\relative { f''4( g a) a8 b( a4 g2 f4) <c e>2( <b d>2) }
Le legature di portamento possono essere posizionate manualmente sopra o sotto il rigo, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Tracciare due legature di portamento simultanee o sovrapposte richiede una
particolare attenzione. Di solito le legature di portamento più esterne
indicano in realtà una legatura di frase e le legature di frase possono essere
sovrapposte a una normale legatura, vedi Legature di frase. Quando invece
si vogliono usare molteplici legature di portamento normali in una sola
voce, l’inizio e la fine di ogni legatura devono essere preceduti da un
\=
seguito da una chiave identificativa (un simbolo o un numero intero
non negativo).
\fixed c' { <c~ f\=1( g\=2( >2 <c e\=1) a\=2) > }
Le legature di portamento possono essere continue, punteggiate o tratteggiate. Lo stile predefinito è quello continuo:
\relative { c'4( e g2) \slurDashed g4( e c2) \slurDotted c4( e g2) \slurSolid g4( e c2) }
Le legature di portamento possono essere anche semitratteggiate (half-dashed), ovvero con la prima metà tratteggiata e la seconda continua; oppure semicontinue (half-solid), ovvero con la prima metà continua e la seconda tratteggiata:
\relative { c'4( e g2) \slurHalfDashed g4( e c2) \slurHalfSolid c4( e g2) \slurSolid g4( e c2) }
Si possono definire modelli di tratteggio personalizzati per le legature di portamento:
\relative { c'4( e g2) \slurDashPattern #0.7 #0.75 g4( e c2) \slurDashPattern #0.5 #2.0 c4( e g2) \slurSolid g4( e c2) }
Comandi predefiniti
\slurUp
,
\slurDown
,
\slurNeutral
,
\slurDashed
,
\slurDotted
,
\slurHalfDashed
,
\slurHalfSolid
,
\slurDashPattern
,
\slurSolid
.
Frammenti di codice selezionati
Uso delle doppie legature di portamento per gli accordi legati
Alcuni compositori scrivono due legature di portamento per indicare gli
accordi legati. Si può ottenere questo risultato impostando doubleSlurs
.
\relative c' { \set doubleSlurs = ##t <c e>4( <d f> <c e> <d f>) }
Posizionare il testo a margine dentro le legature di portamento
I testi a margine devono avere la proprietà outside-staff-priority
impostata su false per poter apparire dentro le legature di portamento.
\relative c'' { \override TextScript.avoid-slur = #'inside \override TextScript.outside-staff-priority = ##f c2(^\markup { \halign #-10 \natural } d4.) c8 }
Legature di portamento con complesse strutture di tratteggio
Le legature di portamento possono avere schemi di tratteggio complessi
definendo la proprietà dash-definition
. dash-definition
è
una lista di dash-elements
. Un dash-element
è una lista
di parametri che definiscono il comportamento del tratteggio per un
segmento della legatura.
La legatura di portamento è definita come il parametro t della curva di
bezier che va da 0 sul margine sinistro della legatura fino a 1 su quello
destro. dash-element
è una lista di (inizio-t fine-t frazione-trattino
punto-trattino)
. La regione della legatura di portamento che va da inizio-t
a
fine-t
avrà una frazione frazione-trattino
di ogni
punto-trattino
nero. punto-trattino
viene definito in spazi
rigo. frazione-trattino
è impostato su 1 per una legatura di portamento
continua.
\relative c' { \once \override Slur.dash-definition = #'((0 0.3 0.1 0.75) (0.3 0.6 1 1) (0.65 1.0 0.4 0.75)) c4( d e f) \once \override Slur.dash-definition = #'((0 0.25 1 1) (0.3 0.7 0.4 0.75) (0.75 1.0 1 1)) c4( d e f) }
Vedi anche
Glossario Musicale: legatura di portamento.
Manuale di apprendimento: Sul non annidamento di parentesi e legature di valore.
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Legature di frase.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Slur.
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Legature di frase
Le legature di frase, che indicano una frase musicale, si
scrivono con i comandi \(
e \)
:
\relative { c''4\( d( e) f( e2) d\) }
A livello tipografico, una legatura di frase si comporta in modo pressoché
identico a una normale legatura di portamento. Sono però trattate
come oggetti diversi; ad esempio, \slurUp
non ha effetto su una
legatura di frase. Le legature di frase possono essere posizionate
sopra o sotto il rigo, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Per inserire più legature di frase simultanee o sovrapposte si usa \=
,
come per le normali legature di portamento (vedi Legature di portamento).
Le legature di frase possono essere continue, puntate o tratteggiate. Lo stile predefinito è quello continuo:
\relative { c'4\( e g2\) \phrasingSlurDashed g4\( e c2\) \phrasingSlurDotted c4\( e g2\) \phrasingSlurSolid g4\( e c2\) }
Le legature di frase possono essere anche semitratteggiate (la prima metà tratteggiata, la seconda continua) o semicontinue (la prima metà continua, la seconda tratteggiata):
\relative { c'4\( e g2\) \phrasingSlurHalfDashed g4\( e c2\) \phrasingSlurHalfSolid c4\( e g2\) \phrasingSlurSolid g4\( e c2\) }
Si possono definire modelli di tratteggio personalizzati anche per le legature di frase:
\relative { c'4\( e g2\) \phrasingSlurDashPattern #0.7 #0.75 g4\( e c2\) \phrasingSlurDashPattern #0.5 #2.0 c4\( e g2\) \phrasingSlurSolid g4\( e c2\) }
Le definizioni dei modelli di tratteggio per le legature di frase hanno la stessa struttura di quelle per le legature di portamento. Per maggiori informazioni sui modelli complessi di tratteggio si consultino i frammenti in Legature di portamento.
Comandi predefiniti
\phrasingSlurUp
,
\phrasingSlurDown
,
\phrasingSlurNeutral
,
\phrasingSlurDashed
,
\phrasingSlurDotted
,
\phrasingSlurHalfDashed
,
\phrasingSlurHalfSolid
,
\phrasingSlurDashPattern
,
\phrasingSlurSolid
.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Sul non annidamento di parentesi e legature di valore.
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento, Legature di portamento.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: PhrasingSlur.
Respiri
I respiri si inseriscono col comando \breathe
:
{ c''2. \breathe d''4 }
Diversamente da altri segni di espressione, il respiro non è associato
alla nota precedente ma è un evento musicale separato. Dunque tutti i
segni espressivi attaccati alla nota precedente, tutte le parentesi quadre
che indicano le travature manuali e le parentesi che indicano le legature
di portamento e di frase devono essere poste prima di \breathe
.
Un respiro termina una travatura automatica; per evitare questo comportamento, si veda Travature manuali.
\relative { c''8 \breathe d e f g2 }
È supportata la divisio, indicatore del respiro nella musica antica. Maggiori dettagli in Divisiones.
Frammenti di codice selezionati
Cambiare il simbolo del segno di respiro
Il glifo del respiro può essere modificato sovrascrivendo la proprietà
text
dell’oggetto di formattazione BreathingSign
con
qualsiasi testo incluso in un blocco markup.
\relative c'' { c2 \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \breathe d2 }
Usare un segno di spunta come simbolo di respiro
La musica vocale e per fiati usa frequentemente il segno di spunta come segno di respiro. Questo indica un respiro che sottrae un po’ di tempo alla nota precedente invece di prendere una piccola pausa, indicata dal segno di respiro rappresentato dalla virgola. Il segno può essere spostato un po’ su per allontanarlo dal rigo.
\relative c'' { c2 \breathe d2 \override BreathingSign.Y-offset = #2.6 \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.tickmark" } c2 \breathe d2 }
Inserire una cesura
I segni di cesura possono essere creati sovrascrivendo la proprietà 'text
dell’oggetto BreathingSign
. È disponibile anche un segno di cesura
curvo.
\relative c'' { \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.caesura.straight" } c8 e4. \breathe g8. e16 c4 \override BreathingSign.text = \markup { \musicglyph "scripts.caesura.curved" } g8 e'4. \breathe g8. e16 c4 }
Vedi anche
Glossario Musicale: cesura.
Guida alla notazione: Divisiones.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: BreathingEvent, BreathingSign, Breathing_sign_engraver.
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Portamenti indeterminati discendenti (cadute) e ascendenti
I portamenti indeterminati verso il basso (cadute) e verso l’alto possono
essere aggiunti alle note col comando \bendAfter
. La direzione del
portamento è indicata con un più o un meno (su o giù). Il numero indica
l’intervallo per cui il portamento si estenderà oltre la nota principale.
\relative c'' { c2\bendAfter #+4 c2\bendAfter #-4 c2\bendAfter #+6.5 c2\bendAfter #-6.5 c2\bendAfter #+8 c2\bendAfter #-8 }
Frammenti di codice selezionati
Cambiare la forma dei portamenti indeterminati verso il basso o verso l’alto
La proprietà shortest-duration-space
può essere modificata per cambiare
la forma dei portamenti indeterminati verso il basso o verso l’alto.
\relative c'' { \override Score.SpacingSpanner.shortest-duration-space = #4.0 c2-\bendAfter #5 c2-\bendAfter #-4.75 c2-\bendAfter #8.5 c2-\bendAfter #-6 }
Vedi anche
Glossario Musicale: portamento indeterminato verso il basso, portamento indeterminato verso l’alto.
Frammenti: Expressive marks.
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1.3.3 Indicazioni espressive lineari
Questa sezione spiega come creare varie indicazioni espressive che seguono una traiettoria lineare: glissandi, arpeggi e trilli.
Glissando | ||
Arpeggio | ||
Trilli |
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Glissando
Un glissando si crea attaccando \glissando
a una nota:
\relative { g'2\glissando g' c2\glissando c, \afterGrace f,1\glissando f'16 }
Un glissando può collegare note appartenenti a righi diversi:
\new PianoStaff << \new Staff = "right" { e'''2\glissando \change Staff = "left" a,,4\glissando \change Staff = "right" b''8 r | } \new Staff = "left" { \clef bass s1 } >>
Un glissando può collegare le note negli accordi. Se è necessario qualcosa
di diverso dal normale abbinamento uno a uno delle note, si possono definire
le connessioni tra le note attraverso \glissandoMap
, dove le note
di un accordo sono numerate a partire da zero nell’ordine in cui appaiono
nel file di input ‘.ly’.
\relative { <c' e>1\glissando g' | <c, e>1\glissando | <g' b> | \break \set glissandoMap = #'((0 . 1) (1 . 0)) <c, g'>1\glissando | <d a'> | \set glissandoMap = #'((0 . 0) (0 . 1) (0 . 2)) c1\glissando | <d f a> | \set glissandoMap = #'((2 . 0) (1 . 0) (0 . 1)) <f d a'>1\glissando | <c c'> | }
Si possono adottare diversi stili di glissando. Maggiori dettagli in Stili della linea.
Frammenti di codice selezionati
Glissando contemporaneo
Un glissando contemporaneo senza una nota finale può essere creato usando una nota nascosta e un tempo di cadenza.
\relative c'' { \time 3/4 \override Glissando.style = #'zigzag c4 c \cadenzaOn c4\glissando \hideNotes c,,4 \unHideNotes \cadenzaOff \bar "|" }
Aggiungere i segni di tempo per i glissandi lunghi
I battiti saltati nei glissandi molto lunghi vengono talvolta segnalati con delle indicazioni di tempo, che consistono solitamente in dei gambi privi di teste di nota. Questi gambi possono essere usati anche per contenere segni di espressione intermedi.
Se i gambi non si allineano bene al glissando, può essere necessario riposizionarli leggermente.
glissandoSkipOn = { \override NoteColumn.glissando-skip = ##t \hide NoteHead \override NoteHead.no-ledgers = ##t } glissandoSkipOff = { \revert NoteColumn.glissando-skip \undo \hide NoteHead \revert NoteHead.no-ledgers } \relative c'' { r8 f8\glissando \glissandoSkipOn f4 g a a8\noBeam \glissandoSkipOff a8 r8 f8\glissando \glissandoSkipOn g4 a8 \glissandoSkipOff a8 | r4 f\glissando \< \glissandoSkipOn a4\f \> \glissandoSkipOff b8\! r | }
Lasciare che i glissandi vadano a capo
Per permettere a un glissando di andare a capo se capita su un’interruzione di
riga, si impostano le proprietà breakable
e after-line-breaking
su #t
:
glissandoSkipOn = { \override NoteColumn.glissando-skip = ##t \hide NoteHead \override NoteHead.no-ledgers = ##t } \relative c'' { \override Glissando.breakable = ##t \override Glissando.after-line-breaking = ##t f1\glissando | \break a4 r2. | f1\glissando \once \glissandoSkipOn \break a2 a4 r4 | }
Estendere i glissandi sulle volte delle ripetizioni
Un glissando che si estende in vari blocchi \alternative
può
essere simulato aggiungendo all’inizio di ogni blocco \alternative
una nota di abbellimento nascosta da cui inizia un glissando. La nota di
abbellimento deve avere la stessa altezza della nota da cui parte il
glissando iniziale. In questo frammento si usa una funzione musicale
che prende come argomento l’altezza della nota di abbellimento.
Attenzione: nella musica polifonica la nota di abbellimento deve avere una nota di abbellimento corrispondente in tutte le altre voci.
repeatGliss = #(define-music-function (grace) (ly:pitch?) #{ % the next two lines ensure the glissando is long enough % to be visible \once \override Glissando.springs-and-rods = #ly:spanner::set-spacing-rods \once \override Glissando.minimum-length = #3.5 \once \hideNotes \grace $grace \glissando #}) \score { \relative c'' { \repeat volta 3 { c4 d e f\glissando } \alternative { { g2 d } { \repeatGliss f g2 e } { \repeatGliss f e2 d } } } } music = \relative c' { \voiceOne \repeat volta 2 { g a b c\glissando } \alternative { { d1 } { \repeatGliss c \once \omit StringNumber e1\2 } } } \score { \new StaffGroup << \new Staff << \new Voice { \clef "G_8" \music } >> \new TabStaff << \new TabVoice { \clef "moderntab" \music } >> >> }
Vedi anche
Glossario Musicale: glissando.
Guida alla notazione: Stili della linea.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Glissando.
Problemi noti e avvertimenti
Non è supportato il testo lungo la linea del glissando (ad esempio gliss.).
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Arpeggio
Un arpeggio su un accordo (detto anche accordo spezzato)
si ottiene aggiungendo \arpeggio
all’accordo:
\relative { <c' e g c>1\arpeggio }
Si possono scrivere vari tipi di arpeggio.
\arpeggioNormal
ripristina l’arpeggio normale:
\relative { <c' e g c>2\arpeggio \arpeggioArrowUp <c e g c>2\arpeggio \arpeggioArrowDown <c e g c>2\arpeggio \arpeggioNormal <c e g c>2\arpeggio }
Si possono creare simboli di arpeggio speciali in forma di parentesi:
\relative { <c' e g c>2 \arpeggioBracket <c e g c>2\arpeggio \arpeggioParenthesis <c e g c>2\arpeggio \arpeggioParenthesisDashed <c e g c>2\arpeggio \arpeggioNormal <c e g c>2\arpeggio }
Le proprietà del tratteggio della parentesi dell’arpeggio sono regolate
dalla proprietà 'dash-definition
, descritta in Legature di portamento.
Gli arpeggi possono essere scritti in modo esplicito con le legature di valore. Per maggiori dettagli si veda Legature di valore.
Comandi predefiniti
\arpeggio
,
\arpeggioArrowUp
,
\arpeggioArrowDown
,
\arpeggioNormal
,
\arpeggioBracket
,
\arpeggioParenthesis
,
\arpeggioParenthesisDashed
.
Frammenti di codice selezionati
Creare degli arpeggi che attraversano il rigo del pianoforte
In un rigo per pianoforte (PianoStaff
), è possibile far sì che un
arpeggio attraversi i righi impostando la proprietà PianoStaff.connectArpeggios
.
\new PianoStaff \relative c'' << \set PianoStaff.connectArpeggios = ##t \new Staff { <c e g c>4\arpeggio <g c e g>4\arpeggio <e g c e>4\arpeggio <c e g c>4\arpeggio } \new Staff { \clef bass \repeat unfold 4 { <c,, e g c>4\arpeggio } } >>
Creare degli arpeggi che attraversano i righi in altri contesti
Si possono creare arpeggi che attraversano i righi in contesti diversi da
GrandStaff
, PianoStaff
e StaffGroup
se l’incisore
Span_arpeggio_engraver
è incluso nel contesto Score
.
\score { \new ChoirStaff { \set Score.connectArpeggios = ##t << \new Voice \relative c' { <c e>2\arpeggio <d f>2\arpeggio <c e>1\arpeggio } \new Voice \relative c { \clef bass <c g'>2\arpeggio <b g'>2\arpeggio <c g'>1\arpeggio } >> } \layout { \context { \Score \consists "Span_arpeggio_engraver" } } }
Creare degli arpeggi che attraversano note appartenenti a voci diverse
Si può disegnare un arpeggio che attraversa delle note in voci diverse
dello stesso rigo se si aggiunge l’incisore Span_arpeggio_engraver
nel
contesto Staff
:
\new Staff \with { \consists "Span_arpeggio_engraver" } \relative c' { \set Staff.connectArpeggios = ##t << { <e' g>4\arpeggio <d f> <d f>2 } \\ { <d, f>2\arpeggio <g b>2 } >> }
Vedi anche
Glossario Musicale: arpeggio.
Guida alla notazione: Legature di portamento, Legature di valore.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: Arpeggio, Slur, PianoStaff.
Problemi noti e avvertimenti
Non è possibile mostrare simultaneamente arpeggi connessi e non connessi in un
PianoStaff
.
L’arpeggio in forma di parentesi non può essere impostato con facilità negli arpeggi che attraversano i righi; occorre ricorrere a metodi più complessi descritti in Gambi trasversali ai righi.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Trilli
I trilli senza linea di estensione si ottengono col comando
\trill
; si veda Articolazioni e abbellimenti.
I trilli con linea di estensione si ottengono con
\startTrillSpan
e \stopTrillSpan
:
\relative { d''1\startTrillSpan d1 c2\stopTrillSpan r2 }
Un estensore del trillo che va a capo ricomincerà esattamente sopra la prima nota della nuova riga.
\relative { d''1\startTrillSpan \break d1 c2\stopTrillSpan r2 }
È possibile tracciare trilli consecutivi senza dover esplicitare i comandi
\stopTrillSpan
, perché il trillo successivo diventerà
automaticamente il limite destro di quello precedente.
\relative { d''1\startTrillSpan d1 b1\startTrillSpan d2\stopTrillSpan r2 }
I trilli possono essere anche combinati con le note di abbellimento. La sintassi di questo costrutto e il metodo per posizionare in modo preciso gli abbellimenti sono descritti in Abbellimenti.
\relative { d''1~\afterGrace d1\startTrillSpan { c32[ d]\stopTrillSpan } c2 r2 }
I trilli che richiedono una nota ausiliaria dall’altezza esplicita si
ottengono col comando \pitchedTrill
. Il primo argomento è la nota
principale e il secondo è la nota trillata, che appare come una testa
di nota senza gambo e racchiusa tra parentesi.
\relative { \pitchedTrill d''2\startTrillSpan fis d2 c2\stopTrillSpan r2 }
L’alterazione del primo trillo con notina in una misura viene sempre visualizzata, anche per i bequadri.
{ \key d \major \pitchedTrill d'2\startTrillSpan cis d\stopTrillSpan \pitchedTrill d2\startTrillSpan c d\stopTrillSpan \pitchedTrill d2\startTrillSpan e d\stopTrillSpan }
Alterazioni successive (della stessa nota nella stessa misura) devono essere aggiunte manualmente.
\relative { \pitchedTrill eis''4\startTrillSpan fis eis4\stopTrillSpan \pitchedTrill eis4\startTrillSpan cis eis4\stopTrillSpan \pitchedTrill eis4\startTrillSpan fis eis4\stopTrillSpan \pitchedTrill eis4\startTrillSpan fis! eis4\stopTrillSpan }
Comandi predefiniti
\startTrillSpan
,
\stopTrillSpan
.
Vedi anche
Glossario Musicale: trillo.
Guida alla notazione: Articolazioni e abbellimenti, Abbellimenti.
Frammenti: Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: TrillSpanner.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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1.4 Ripetizioni
La ripetizione è un concetto chiave in musica e può essere resa con varie forme di notazione. LilyPond supporta i seguenti tipi di ripetizioni:
-
volta
La musica ripetuta non viene scritta per intero ma racchiusa tra barre di ripetizione. Se la ripetizione si trova all’inizio di un brano, la stanghetta di ritornello è posta soltanto alla fine della ripetizione. I finali alternativi (volte) appaiono da sinistra a destra e sono evidenziati da delle parentesi. Questa è la notazione standard per le ripetizioni con finali alternativi.
-
unfold
La musica ripetuta viene scritta per intero, tante volte quante sono specificate dal
numero-ripetizioni
. È utile quando si scrive musica ripetitiva.-
percent
Si tratta di ripetizioni del singolo tempo (battito) o della battuta. Hanno l’aspetto di una barra obliqua o di segni di percentuale.
-
tremolo
Si usa per scrivere travature a tremolo.
1.4.1 Ripetizioni lunghe | ||
1.4.2 Ripetizioni brevi |
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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1.4.1 Ripetizioni lunghe
Questa sezione spiega come inserire ripetizioni lunghe (solitamente di più battute). Tali ripetizioni possono essere in due forme: racchiuse tra segni di ritornello oppure ricopiate interamente (adatte a scrivere musica ripetitiva). Si possono anche controllare manualmente i segni di ripetizione.
Ripetizioni normali | ||
Indicazioni di ripetizione manuali | ||
Ripetizioni ricopiate |
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Ripetizioni normali
La sintassi per una normale ripetizione è
\repeat volta numero-di-ripetizioni espressione-musicale
dove espressione-musicale
è la musica da ripetere.
Un’unica ripetizione senza finale alternativo:
\relative { \repeat volta 2 { c''4 d e f } c2 d \repeat volta 2 { d4 e f g } }
Il segno di inizio della ripetizione, per impostazione predefinita, non
appare nella prima misura. È tuttavia possibile aggiungerlo inserendo
a mano la battuta \bar ".|:"
prima della prima nota.
\relative { \repeat volta 2 { \bar ".|:" c''4 d e f } c2 d \repeat volta 2 { d4 e f g } }
I finali alternativi si ottengono con \alternative
. Ogni gruppo
di alternative deve essere a sua volta racchiuso tra parentesi.
\repeat volta numero-di-ripetizioni espressione-musicale \alternative { { espressione-musicale } }
dove espressione-musicale
è la musica.
Se il numero di ripetizioni è superiore a quello dei finali alternativi, alle prime ripetizioni viene assegnata la prima alternativa.
Una singola ripetizione con un finale alternativo:
\relative { \repeat volta 2 { c''4 d e f | } \alternative { { c2 e | } { f2 g | } } c1 }
Molteplici ripetizioni con un finale alternativo:
\relative { \repeat volta 4 { c''4 d e f | } \alternative { { c2 e | } { f2 g | } } c1 }
Molteplici ripetizioni con più di un finale alternativo:
\relative { \repeat volta 3 { c''4 d e f | } \alternative { { c2 e | } { f2 g | } { a2 g | } } c1 }
Nota: Se ci sono due o più finali alternativi, non ci deve essere
niente tra la parentesi di chiusura di uno e quella di apertura di
quello successivo all’interno di un blocco \alternative
,
altrimenti non si otterrà il numero atteso di finali.
Nota: Se si usa \relative
dentro a un blocco
\repeat
senza istanziare esplicitamente il
contesto Voice
, appare un rigo in più (non desiderato). Vedi
Appare un rigo in più.
Se una ripetizione che non ha finali alternativi inizia in mezzo a una
misura, solitamente termina in un punto corrispondente nel mezzo di una
misura successiva (così che tra le due estremità ci sia una misura
completa). In questo caso i segni di ripetizione non sono delle “vere”
e proprie stanghette, dunque né i controlli di battuta né i comandi
\partial
devono essere messi lì:
\relative { c'4 e g \repeat volta 4 { e4 | c2 e | g4 g g } g4 | a2 a | g1 | }
Se una ripetizione senza finali alternativi inizia con una misura parziale,
si applicano gli stessi principi dell’esempio precedente, a parte il fatto
che è richiesto un comando \partial
all’inizio della misura:
\partial 4 \repeat volta 4 { e'4 | c2 e | g4 g g } g4 | a2 a | g1 |
Si possono aggiungere delle legature di valore a un secondo finale:
\relative { c''1 \repeat volta 2 { c4 d e f~ } \alternative { { f2 d } { f2\repeatTie f, } } }
Il comando \inStaffSegno
può essere usato per generare una stanghetta
composita che incorpora il simbolo di segno nella stanghetta di ripetizione
appropriata se usato col comando \repeat volta
. Il tipo corretto di
stanghetta di ripetizione, ovvero inizio della ripetizione, fine della
ripetizione e doppia ripetizione, viene selezionato automaticamente. Il
corrispondente segno “D.S.” deve essere agiunto manualmente.
Lontano da una ripetizione:
\relative { e'1 \inStaffSegno f2 g a b c1_"D.S." \bar "|." }
All’inizio di una ripetizione:
\relative { e'1 \repeat volta 2 { \inStaffSegno % inizio ripetizione f2 g a b } c1_"D.S." \bar "|." }
Alla fine di una ripetizione:
\relative { e'1 \repeat volta 2 { f2 g a b \inStaffSegno % fine ripetizione } f2 g a b c1_"D.S." \bar "|." }
Tra due ripetizioni:
\relative { e'1 \repeat volta 2 { f2 g a b } \inStaffSegno % doppia ripetizione \repeat volta 2 { f2 g a b } c1_"D.S." \bar "|." }
Si possono impostare simboli alternativi delle stanghette modificando nel
contesto Score le proprietà segnoType
, startRepeatSegnoType
,
endRepeatSegnoType
o doubleRepeatSegnoType
per il tipo di
stanghetta richiesto. I tipi di stanghetta alternativi devono essere
selezionati dai tipi predefiniti o dai tipi precedentemente definiti col
comando \defineBarLine
(vedi Stanghette).
\defineBarLine ":|.S[" #'(":|." "S[" "") \defineBarLine "]" #'("]" "" "") \relative { e'1 \repeat volta 2 { f2 g a b \once \set Score.endRepeatSegnoType = ":|.S[" \inStaffSegno } f2 g \bar "]" a b c1_"D.S." \bar "|." }
Frammenti di codice selezionati
Accorciare le parentesi delle volte
Per impostazione predefinita, le parentesi delle volte si estendono per
tutta l’alternativa, ma si possono accorciare impostando
voltaSpannerDuration
. Nell’esempio seguente, la parentesi dura
una misura, che ha una durata di 3/4.
\relative c'' { \time 3/4 c4 c c \set Score.voltaSpannerDuration = #(ly:make-moment 3/4) \repeat volta 5 { d4 d d } \alternative { { e4 e e f4 f f } { g4 g g } } }
Aggiungere le parentesi delle volte a altri righi
L’incisore Volta_engraver
risiede nel contesto Score
, quindi
le parentesi delle ripetizioni appaiono di norma soltanto sul rigo superiore.
Questo comportamento può essere modificato aggiungendo l’incisore
Volta_engraver
al contesto Staff
in cui si desidera
far apparire le parentesi; si veda anche il frammento “Volta multirigo”.
<< \new Staff { \repeat volta 2 { c'1 } \alternative { c' } } \new Staff { \repeat volta 2 { c'1 } \alternative { c' } } \new Staff \with { \consists "Volta_engraver" } { c'2 g' e' a' } \new Staff { \repeat volta 2 { c'1 } \alternative { c' } } >>
Impostare la doppia ripetizione predefinita per le volte
Esistono tre diversi stili di doppie ripetizioni per le volte, che si
possono impostare con doubleRepeatType
.
\relative c'' { \repeat volta 1 { c1 } \set Score.doubleRepeatType = #":..:" \repeat volta 1 { c1 } \set Score.doubleRepeatType = #":|.|:" \repeat volta 1 { c1 } \set Score.doubleRepeatType = #":|.:" \repeat volta 1 { c1 } }
Numeri di battuta alternativi
Si possono impostare due metodi alternativi di numerazione della battuta, utili specialmente per le ripetizioni.
\relative c'{ \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers \repeat volta 3 { c4 d e f | } \alternative { { c4 d e f | c2 d \break } { f4 g a b | f4 g a b | f2 a | \break } { c4 d e f | c2 d } } c1 \break \set Score.alternativeNumberingStyle = #'numbers-with-letters \repeat volta 3 { c,4 d e f | } \alternative { { c4 d e f | c2 d \break } { f4 g a b | f4 g a b | f2 a | \break } { c4 d e f | c2 d } } c1 }
Vedi anche
Glossario Musicale: ripetizione, volta.
Guida alla notazione: Stanghette, Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto, Modifica di legature di valore e di portamento, Gestione del tempo.
File installati: ‘ly/engraver-init.ly’.
Frammenti: Repeats.
Guida al funzionamento interno: VoltaBracket, RepeatedMusic, VoltaRepeatedMusic, UnfoldedRepeatedMusic.
Problemi noti e avvertimenti
Le legature di portamento che si estendono da un blocco \repeat
verso
un blocco \alternative
funzioneranno solo nel primo finale
alternativo. L’aspetto grafico di una legatura di portamento che
continua negli altri finali alternativi può essere simulato
con \repeatTie
se la legatura si estende solo su una nota
del blocco dell’alternativa, sebbene questo metodo non funzioni
in TabStaff
. Altri metodi che si possono adattare per indicare
legature di portamento che continuano su varie note dei blocchi di
alternativa, e che funzionano anche nei contesti TabStaff
,
sono presentati in Modifica di legature di valore e di portamento.
Inoltre le legature di portamento non possono ricollegarsi dalla fine di un’alternativa all’inizio della ripetizione.
I glissandi che si estendono da un blocco \repeat
in un blocco
\alternative
funzioneranno soltanto per il primo finale
alternativo. L’aspetto grafico di un glissando che continua negli
altri finali alternativi può essere indicato creando un
glissando che inizia su una nota di abbellimento nascosta. Vedere ad
esempio il frammento “Estendere i glissandi attraverso le ripetizioni” nei
Frammenti Selezionati in Glissando.
Se una ripetizione che inizia con una misura incompleta ha un blocco
\alternative
che contiene modifiche alla proprietà
measureLength
, l’uso di \unfoldRepeats
causerà
l’erroneo posizionamento delle stanghette e degli avvisi di controllo
di battuta.
Una ripetizione annidata come la seguente
\repeat … \repeat … \alternative
è ambigua, perché non è chiaro a quale \repeat
appartenga il
blocco \alternative
. Questa ambiguità si risolve facendo in
modo che \alternative
appartenga sempre al blocco \repeat
interno. Per chiarezza, si consiglia di usare le parentesi in queste
situazioni.
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Indicazioni di ripetizione manuali
Nota: Questi metodi vengono usati solo per mostrare tipi di ripetizioni
inusuali, e potrebbero causare un comportamento inaspettato. Nella
maggior parte dei casi, le ripetizioni devono essere create col
comando standard \repeat
oppure stampando le stanghette
opportune. Maggiori informazioni in Stanghette.
La proprietà repeatCommands
permette di controllare la formattazione
delle ripetizioni. Il suo valore è una lista Scheme dei comandi di ripetizione.
-
start-repeat
Stampa una stanghetta
.|:
.\relative { c''1 \set Score.repeatCommands = #'(start-repeat) d4 e f g c1 }
Come vuole la pratica comune di incisione, i segni di ripetizione non vengono stampati all’inizio di un brano.
-
end-repeat
Stampa una stanghetta
:|.
:\relative { c''1 d4 e f g \set Score.repeatCommands = #'(end-repeat) c1 }
-
(volta numero) … (volta #f)
Crea una nuova volta col numero specificato. La parentesi della volta deve essere terminata esplicitamente, altrimenti non sarà stampata.
\relative { f''4 g a b \set Score.repeatCommands = #'((volta "2")) g4 a g a \set Score.repeatCommands = #'((volta #f)) c1 }
Comandi di ripetizione multipli possono trovarsi nello stesso punto:
\relative { f''4 g a b \set Score.repeatCommands = #'((volta "2, 5") end-repeat) g4 a g a c1 \set Score.repeatCommands = #'((volta #f) (volta "95") end-repeat) b1 \set Score.repeatCommands = #'((volta #f)) }
Si può includere del testo nella parentesi della volta. Il testo può consistere di un numero, di più numeri o di un’indicazione testuale, si veda Formattazione del testo. Il modo più semplice per usare del testo è definirlo prima e poi includerlo nella lista Scheme,
voltaAdLib = \markup { 1. 2. 3... \text \italic { ad lib. } } \relative { c''1 \set Score.repeatCommands = #(list(list 'volta voltaAdLib) 'start-repeat) c4 b d e \set Score.repeatCommands = #'((volta #f) (volta "4.") end-repeat) f1 \set Score.repeatCommands = #'((volta #f)) }
Vedi anche
Guida alla notazione: Stanghette, Formattazione del testo.
Frammenti: Repeats.
Guida al funzionamento interno: VoltaBracket, RepeatedMusic, VoltaRepeatedMusic.
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Ripetizioni ricopiate
Col comando unfold
, le ripetizioni possono servire a semplificare
la scrittura di musica ripetitiva. La sintassi è
\repeat unfold numero-di-ripetizioni espressione-musicale
dove espressione-musicale
è la musica e
numero-di-ripetizioni
è il numero di volte per
cui è ripetuta espressione-musicale
.
\relative { \repeat unfold 2 { c''4 d e f } c1 }
In alcuni casi, specialmente in un contesto \relative
, la funzione
\repeat unfold
non equivale a riscrivere l’espressione
musicale più volte. Ad esempio
\repeat unfold 2 { a'4 b c }
non equivale a
a'4 b c | a'4 b c
Le ripetizioni dispiegate (unfold) possono avere dei finali alternativi.
\relative { \repeat unfold 2 { c''4 d e f } \alternative { { c2 g' } { c,2 b } } c1 }
Se il numero di ripetizioni è maggiore del numero di finali alternativi, la prima alternativa viene applicata più volte, finché le alternative rimaste non esauriscono il numero totale delle ripetizioni.
\relative { \repeat unfold 4 { c''4 d e f } \alternative { { c2 g' } { c,2 b } { e2 d } } c1 }
Se il numero di finali alternativi è maggiore del numero di ripetizioni, solo le prime alternative vengono applicate. Le alternative rimanenti saranno ignorate e non verranno stampate.
\relative { \repeat unfold 2 { c''4 d e f } \alternative { { c2 g' } { c,2 b } { e2 d } } c1 }
È anche possibile annidare molteplici funzioni unfold
(con o
senza finali alternativi).
\relative { \repeat unfold 2 { \repeat unfold 2 { c''4 d e f } \alternative { { c2 g' } { c,2 b } } } c1 }
Gli accordi si ripetono col simbolo di ripetizione dell’accordo
q
. Vedi Ripetizione di un accordo.
Nota: Se si usa \relative
dentro a un blocco \repeat
senza istanziare esplicitamente il contesto Voice
, appare un rigo
in più (non desiderato). Vedi
Appare un rigo in più.
Vedi anche
Guida alla notazione: Ripetizione di un accordo.
Frammenti: Repeats.
Guida al funzionamento interno: RepeatedMusic, UnfoldedRepeatedMusic.
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1.4.2 Ripetizioni brevi
Questa sezione tratta il modo in cui inserire brevi ripetizioni. Le ripetizioni brevi possono avere due forme: segni di tratto obliquo o percentuale per rappresentare le ripetizioni di una singola nota, di una singola misura o di due misure; tremolo negli altri casi.
Ripetizioni con percentuale | ||
Ripetizioni con tremolo |
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Ripetizioni con percentuale
Brevi sezioni ripetute vengono stampate la prima volta volta e le ripetizioni vengono sostituite da un apposito segno.
La sintassi è
\repeat percent numero espressione-musicale
dove espressione-musicale
è l’espressione musicale da ripetere.
Fraseggi più brevi di una misura vengono sostituiti dal tratto obliquo.
\relative c'' { \repeat percent 4 { c128 d e f } \repeat percent 4 { c64 d e f } \repeat percent 5 { c32 d e f } \repeat percent 4 { c16 d e f } \repeat percent 4 { c8 d } \repeat percent 4 { c4 } \repeat percent 2 { c2 } }
Fraseggi di una o due misure vengono sostituiti da simboli simili alla percentuale.
\relative c'' { \repeat percent 2 { c4 d e f } \repeat percent 2 { c2 d } \repeat percent 2 { c1 } }
\relative { \repeat percent 3 { c''4 d e f | c2 g' } }
Fraseggi più brevi di una misura ma con durate miste adottano un simbolo di doppia percentuale.
\relative { \repeat percent 4 { c''8. <d f>16 } \repeat percent 2 { \tuplet 3/2 { r8 c d } e4 } }
Frammenti di codice selezionati
Contatore della ripetizione con segno percentuale
Le ripetizioni di misura che hanno più di due ripetizioni possono avere un contatore se si cambia la proprietà opportuna, come mostra questo esempio:
\relative c'' { \set countPercentRepeats = ##t \repeat percent 4 { c1 } }
Visibilità del conto della ripetizione con segno percentuale
I contatori della ripetizione con segno percentuale possono essere mostrati a
intervalli regolari impostando la proprietà di contesto repeatCountVisibility
.
\relative c'' { \set countPercentRepeats = ##t \set repeatCountVisibility = #(every-nth-repeat-count-visible 5) \repeat percent 10 { c1 } \break \set repeatCountVisibility = #(every-nth-repeat-count-visible 2) \repeat percent 6 { c1 d1 } }
Ripetizioni con segni di percentuale isolati
Si possono stampare anche segni di percentuale isolati.
makePercent = #(define-music-function (note) (ly:music?) "Make a percent repeat the same length as NOTE." (make-music 'PercentEvent 'length (ly:music-length note))) \relative c'' { \makePercent s1 }
Vedi anche
Glossario Musicale: percent repeat, simile.
Frammenti: Repeats.
Guida al funzionamento interno: RepeatSlash, RepeatSlashEvent, DoubleRepeatSlash, PercentRepeat, PercentRepeatCounter, PercentRepeatedMusic, Percent_repeat_engraver, DoublePercentEvent, DoublePercentRepeat, DoublePercentRepeatCounter, Double_percent_repeat_engraver, Slash_repeat_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Le ripetizioni con percentuale non contengono nient’altro che il segno di percentuale; in particolare, i cambi di tempo non saranno ripetuti.
\repeat percent 3 { \time 5/4 c2. 2 \time 4/4 2 2 }
Qualsiasi cambio di tempo o comando \partial
devono trovarsi in
passaggi paralleli esterni a qualsiasi ripetizione con percentuale,
per esempio su una traccia di tempo separata.
<< \repeat percent 3 { c2. 2 2 2 } \repeat unfold 3 { \time 5/4 s4*5 \time 4/4 s1 } >>
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Ripetizioni con tremolo
I tremoli possono avere due forme: alternanza tra due note, o due accordi, e rapida ripetizione di una singola nota o accordo. I tremoli costituiti da un’alternanza si indicano con delle travature che collegano le note o gli accordi che si alternano, mentre i tremoli che consistono in una rapida ripetizione di una nota singola si indicano aggiungendo delle travature o dei tratti di suddivisione obliqui alla singola nota.
Per inserire i segni del tremolo tra le note, si usa \repeat
con
lo stile tremolo:
\relative c'' { \repeat tremolo 8 { c16 d } \repeat tremolo 6 { c16 d } \repeat tremolo 2 { c16 d } }
La sintassi di \repeat tremolo
prevede specificamente che
all’interno delle parentesi siano indicate due note, e che il numero di ripetizioni corrisponda
a un valore espresso in durate di note normali o puntate.
Dunque \repeat tremolo 7
è valido e produce una nota doppiamente puntata,
mentre \repeat tremolo 9
non è valido.
La durata del tremolo equivale alla durata dell’espressione musicale tra
parentesi moltiplicata per il numero di ripetizioni:
\repeat tremolo 8 { c16 d16 }
corrisponde a un tremolo di una semibreve,
rappresentata come due semibrevi unite dalle travature del tremolo.
Ci sono due modi di inserire dei segni di tremolo su una singola nota. Anche
in questo caso si usa la sintassi \repeat tremolo
, ma la nota non deve
essere racchiusa tra parentesi:
\repeat tremolo 4 c'16
Si può ottenere lo stesso output aggiungendo :N
dopo
la nota, dove N
indica la durata della suddivisione
(deve essere almeno 8). Se N
è 8, viene aggiunta una
travatura al gambo della nota. Se N
è omesso, viene
usato l’ultimo valore:
\relative { c''2:8 c:32 c: c: }
Frammenti di codice selezionati
Tremoli attraverso i righi
Dato che \repeat tremolo
si aspetta esattamente due argomenti musicali per
i tremoli di accordi, la nota o l’accordo che cambiano rigo in un tremolo che
attraversa i righi devono essere posti tra parentesi graffe insieme al
comando \change Staff
.
\new PianoStaff << \new Staff = "up" \relative c'' { \key a \major \time 3/8 s4. } \new Staff = "down" \relative c'' { \key a \major \time 3/8 \voiceOne \repeat tremolo 6 { <a e'>32 { \change Staff = "up" \voiceTwo <cis a' dis>32 } } } >>
Vedi anche
Frammenti: Repeats.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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1.5 Note simultanee
La polifonia in musica si riferisce alla coesistenza simultanea di più di una voce in un brano musicale. In LilyPond la polifonia si riferisce alla coesistenza di più voci sullo stesso rigo.
1.5.1 Una voce | ||
1.5.2 Più voci |
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Note simultanee ] | [ Su : Note simultanee ] | [ Note in un accordo > ] |
1.5.1 Una voce
In questa sezione vengono spiegate le note simultanee che fanno parte di un’unica voce.
Note in un accordo | ||
Ripetizione di un accordo | ||
Espressioni simultanee | ||
Cluster |
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Una voce ] | [ Su : Una voce ] | [ Ripetizione di un accordo > ] |
Note in un accordo
Un accordo si forma racchiudendo una serie di altezze tra <
e >
e può essere seguito da una durata, come accade per le
semplici note.
\relative { <a' c e>1 <a c e>2 <f a c e>4 <a c>8. <g c e>16 }
Proprio come per le note, si possono specificare le articolazioni da riferire all’accordo.
\relative { <a' c e>1\fermata <a c e>2-> <f a c e>4\prall <a c>8.^! <g c e>16-. }
Si possono specificare abbellimenti e articolazioni per ogni nota che fa parte dell’accordo.
\relative { <a' c\prall e>1 <a-> c-^ e>2 <f-. a c-. e-.>4 <a-+ c-->8. <g\fermata c e\turn>16 }
Tuttavia, alcuni elementi della notazione, come le dinamiche e le forcelle, devono essere attaccate all’accordo invece che alle sue singole note, altrimenti non appariranno. Altri elementi della notazione, come le diteggiature e le legature di portamento, saranno posizionate in modo nettamente diverso se attaccate alle note di un accordo invece che a un accordo intero o a singole note.
\relative { <a'\f c( e>1 <a c) e>\f <a\< c e>( <a\! c e>) <a c e>\< <a c e> <a c e>\! }
Un accordo si comporta semplicemente come un contenitore di note, articolazioni e altri elementi. Di conseguenza, un accordo privo di note non ha una durata. Qualsiasi articolazione attaccata a un accordo vuoto si troverà nel momento musicale della nota o accordo seguenti e si combinerà con questi (possibilità più complesse di combinazione sono spiegate in Espressioni simultanee):
\relative { \grace { g'8( a b } <> ) \p \< -. -\markup \italic "sempre staccato" \repeat unfold 4 { c4 e } c1\f }
Si può usare la modalità relativa per indicare l’altezza degli accordi. La prima nota di ogni accordo è sempre relativa alla prima nota dell’accordo che lo precede oppure, se non c’è un accordo precedente, è relativa all’altezza dell’ultima nota che precede l’accordo. Le altezze di tutte le altre note dell’accordo sono relative alla nota che le precede all’interno dell’accordo.
\relative { <a' c e>1 <f a c> <a c e> <f' a c> <b, e b,> }
Maggiori informazioni sugli accordi si trovano in Notazione per accordi.
Vedi anche
Glossario Musicale: accordo.
Manuale d’apprendimento: Combinare le note negli accordi.
Guida alla notazione: Notazione per accordi, Articolazioni e abbellimenti, Ottava relativa, Più voci.
Frammenti: Simultaneous notes.
Problemi noti e avvertimenti
Gli accordi che contengono più di due altezze in uno spazio del rigo, come ad esempio ‘<e f! fis!>’, presentano le teste di tali note sovrapposte. A seconda della situazione, si può migliorare l’aspetto con
- l’uso temporaneo di Più voci, ‘<< f! \\ <e fis!> >>’,
- la trascrizione enarmonica di una o più altezze, ‘<e f ges>’, oppure
- i Cluster.
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Ripetizione di un accordo
Per inserire la musica più rapidamente, si può usare una scorciatoia che ripete
l’accordo precedente. Il simbolo di ripetizione dell’accordo è q
:
\relative { <a' c e>1 q <f a c>2 q }
Come nel caso dei normali accordi, il simbolo di ripetzione dell’accordo si può usare con le durate, le articolazioni, i testi a margine, le legature di portamento, le travature, etc. dato che solo le altezze dell’accordo precedente vengono duplicate.
\relative { <a' c e>1\p^"text" q2\<( q8)[-! q8.]\! q16-1-2-3 q8\prall }
Il simbolo di ripetizione dell’accordo ricorda sempre l’ultimo accordo inserito, quindi è possibile inserire l’accordo più recente anche se nel frattempo sono state inserite altre note (senza accordi) o pause.
\relative { <a' c e>1 c'4 q2 r8 q8 | q2 c, | }
Tuttavia questo simbolo non conserva le dinamiche, le articolazioni o gli abbellimenti dell’accordo precedente.
\relative { <a'-. c\prall e>1\sfz c'4 q2 r8 q8 | q2 c, | }
Per far sì che alcuni elementi siano conservati, si può invocare esplicitamente
la funzione \chordRepeats
con un’ulteriore argomento che indica una
lista di tipi di evento da mantenere, a meno che eventi di quel tipo non
siano già presenti nell’accordo q
stesso.
\relative { \chordRepeats #'(articulation-event) { <a'-. c\prall e>1\sfz c'4 q2 r8 q8-. } | q2 c, | }
In questo esempio l’uso di \chordRepeats
all’interno di un blocco
\relative
produce risultati indesiderati: gli eventi di un accordo,
una volta espansi, non si distinguono più per essere stati inseriti
come accordi normali, quindi \relative
assegna un’ottava basata
sul contesto corrente.
Dato che \relative
annidati non si influenzano l’un l’altro, si può
usare un altro \relative
dentro \chordRepeats
per stabilire
le relazioni di ottava prima di espandere gli accordi ripetuti. In questo
caso l’intero contenuto del \relative
più interno non influenza
quello esterno; ecco perché in questo esempio la nota finale è stata
specificata con un’ottava diversa.
\new Voice \relative c'' { \chordRepeats #'(articulation-event) \relative { <a'-. c\prall e>1\sfz c'4 q2 r8 q8-. } | q2 c | }
Le interazioni con \relative
si verificano solo con chiamate esplicite
di \chordRepeats
: l’espansione implicita all’inizio della creazione
della partitura viene fatta in un momento in cui tutti i \relative
sono
stati già elaborati.
Vedi anche
Guida alla notazione: Notazione per accordi, Articolazioni e abbellimenti.
File installati: ‘ly/chord-repetition-init.ly’.
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Espressioni simultanee
Una o più espressioni musicali racchiuse tra due coppie di parentesi uncinate sono considerate simultanee. Se la prima espressione inizia con una nota singola o se l’intera espressione simultanea appare esplicitamente all’interno di una voce, sarà posta in un solo rigo; altrimenti gli elementi dell’espressione simultanea saranno messi in righi separati.
Gli esempi seguenti mostrano espressioni simultanee su un rigo:
\new Voice { % voce singola esplicita << \relative { a'4 b g2 } \relative { d'4 g c,2 } >> }
\relative { % prima nota singola a' << \relative { a'4 b g } \relative { d'4 g c, } >> }
Questo può essere utile se le sezioni simultanee hanno durate identiche, ma i tentativi di collegare note con durate diverse allo stesso gambo causerà degli errori. Le note, le articolazioni e le modifiche delle proprietà in una singola voce (‘Voice’) sono raccolte e create secondo l’ordine della musica:
\relative { <a' c>4-. <>-. << c a >> << { c-. <c a> } { a s-. } >> }
Per poter inserire gambi o travature multiple e variare le durate o altre proprietà di note riferibili allo stesso momento musicale, occorre usare più voci.
L’esempio seguente mostra come le espressioni simultanee possano generare implicitamente righi multipli:
% nessuna singola nota precede l'espressione simultanea << \relative { a'4 b g2 } \relative { d'4 g2 c,4 } >>
In questo caso le durate diverse non causano problemi perché sono interpretate in voci diverse.
Problemi noti e avvertimenti
Se le note appartenenti a due o più voci, senza che sia stato specificato uno spostamento, hanno i gambi nella stessa direzione, il messaggio
attenzione: questa voce ha bisogno di un'impostazione \voiceXx o \shiftXx
apparirà durante la compilazione del file. Si può evitare con:
\override NoteColumn.ignore-collision = ##t
Tuttavia, questo comando non si limita a eliminare l’avvertimento, ma impedisce qualsiasi risoluzione delle collisioni, e potrebbe comportare altri effetti indesiderati (vedi anche i Problemi noti in Risoluzione delle collisioni).
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Cluster
Un cluster prescrive l’esecuzione simultanea di tutti i suoni compresi in un determinato intervallo. Può
essere rappresentato come un involucro che contiene le note che ne fanno parte. Si
inserisce applicando la funzione \makeClusters
a una sequenza
di accordi, ad esempio:
\relative \makeClusters { <g' b>2 <c g'> }
Si possono inserire insieme sullo stesso rigo le normali note e i cluster, anche contemporaneamente. In tal caso non viene fatto alcun tentativo di evitare automaticamente collisioni tra le note normali e i cluster.
Vedi anche
Glossario Musicale: cluster.
Frammenti: Simultaneous notes.
Guida al funzionamento interno: ClusterSpanner, ClusterSpannerBeacon, Cluster_spanner_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
I cluster hanno un buon aspetto solo se durano almeno per due accordi; altrimenti appaiono troppo stretti.
I cluster non hanno un gambo e non possono indicare delle durate da soli, ma la lunghezza del cluster è determinata dalle durate degli accordi che lo definiscono. Più cluster distinti devono essere separati da una pausa.
I cluster non generano output MIDI.
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1.5.2 Più voci
Questa sezione presenta le note simultanee in più voci o più righi.
Polifonia su un solo rigo | ||
Stili di voce | ||
Risoluzione delle collisioni | ||
Accorpare le pause | ||
Combinazione automatica delle parti | ||
Scrivere la musica in parallelo |
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Polifonia su un solo rigo
Istanziare esplicitamente le voci
La struttura di base necessaria per ottenere più voci indipendenti in un solo rigo è illustrata nell’esempio seguente:
\new Staff << \new Voice = "prima" \relative { \voiceOne r8 r16 g'' e8. f16 g8[ c,] f e16 d } \new Voice= "seconda" \relative { \voiceTwo d''16 c d8~ 16 b c8~ 16 b c8~ 16 b8. } >>
Le voci sono istanziate esplicitamente e vengono contrassegnate da dei nomi. I
comandi \voiceOne
… \voiceFour
impostano le voci in
modo che la prima e terza voce abbiano i gambi in su, la seconda e la quarta
voce i gambi in giù, le teste di nota della terza e quarta voce siano
spostate orizzontalmente e le pause in ciascuna voce siano spostate
automaticamente per evitare collisioni. Il comando \oneVoice
ripristina tutte le impostazioni della voce alle direzioni neutrali
predefinite.
Passaggi polifonici temporanei
Un passaggio polifonico temporaneo si può creare col seguente costrutto:
<< { \voiceOne … } \new Voice { \voiceTwo … } >> \oneVoice
In questo esempio la prima espressione all’interno di un passaggio polifonico
temporaneo è posta nel contesto Voice
che era in uso immediatamente
prima del passaggio polifonico e quello stesso contesto Voice
continua
dopo la sezione temporanea. Le altre espressioni comprese nelle parentesi
uncinate vengono assegnate a voci temporanee distinte. Questo permette di
assegnare il testo a una voce che continua prima, durante e dopo una sezione
polifonica:
\relative << \new Voice = "melody" { a'4 << { \voiceOne g f } \new Voice { \voiceTwo d2 } >> \oneVoice e4 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { This is my song. } >>
I comandi \voiceOne
e \voiceTwo
sono necessari per
definire le impostazioni di ogni voce.
Il costrutto con la doppia barra inversa (backslash)
Il costrutto << {…} \\ {…} >>
, in cui due (o
più) espressioni sono separate da due barre inverse (backslash), si
comporta diversamente dal costrutto simile privo delle due barre:
tutte le espressioni in questo costrutto vengono assegnate
a nuovi contesti Voice
. Questi nuovi contesti Voice
vengono creati implicitamente e ad essi vengono assegnati dei nomi
prestabiliti "1"
, "2"
, etc.
Il primo esempio potrebbe essere riscritto nel modo seguente:
<< \relative { r8 r16 g'' e8. f16 g8[ c,] f e16 d } \\ \relative { d''16 c d8~ 16 b c8~ 16 b c8~ 16 b8. } >>
Questa sintassi si usa quando non importa che le voci temporanee siano
create e poi eliminate. A queste voci create implicitamente vengono
assegnate le impostazioni equivalenti all’uso dei comandi
\voiceOne
… \voiceFour
, nell’ordine in cui
appaiono nell’input.
Nell’esempio seguente, la voce intermedia ha i gambi in su, dunque viene inserita in terza posizione in modo che diventi la terza voce, che ha i gambi in su. Si usano le pause spaziatrici per evitare il raddoppio delle pause ordinarie.
<< \relative { r8 g'' g g g f16 ees f8 d } \\ \relative { ees'8 r ees r d r d r } \\ \relative { d''8 s c s bes s a s } >>
In tutti i brani, a eccezione di quelli più semplici, è consigliabile creare contesti
Voice
espliciti come è spiegato in
Contesti e incisori e
Definire esplicitamente le voci.
Ordine delle voci
Quando si inseriscono più voci nel file di input, conviene usare il seguente ordine:
Voce 1: la più alta Voce 2: la più bassa Voce 3: la seconda più alta Voce 4: la seconda più bassa Voce 5: la terza più alta Voce 6: la terza più bassa etc.
Sebbene possa sembrare controintuitivo, ciò semplifica il processo automatico di formattazione. Si noti che le voci con numero dispari hanno i gambi in su, quelle con numero pari hanno i gambi in giù:
\new Staff << \time 2/4 { f''2 } % 1: la più alta \\ { c'2 } % 2: la più bassa \\ { d''2 } % 3: seconda più alta \\ { e'2 } % 4: seconda più bassa \\ { b'2 } % 5: terza più alta \\ { g'2 } % 6: terza più bassa >>
Quando si desidera inserire le voci in un ordine diverso, conviene usare
il comando \voices
:
\new Staff \voices 1,3,5,6,4,2 << \time 2/4 { f''2 } % 1: la più alta \\ { d''2 } % 3: seconda più alta \\ { b'2 } % 5: terza più alta \\ { g'2 } % 6: terza più bassa \\ { e'2 } % 4: seconda più bassa \\ { c'2 } % 2: la più bassa >>
Nota: Il testo e gli estensori (come le legature di portamento e di valore, le forcelle, etc.) non possono ‘attraversare’ le voci.
Durate identiche
Nel caso speciale in cui si desideri inserire sezioni musicali parallele
con il medesimo ritmo, si possono combinare in un unico contesto
Voice
, formando dunque degli accordi. Per farlo, vanno racchiuse
in un semplice costrutto musicale simultaneo all’interno di una
voce esplicita:
\new Voice << \relative { e''4 f8 d e16 f g8 d4 } \relative { c''4 d8 b c16 d e8 b4 } >>
Questo metodo produce strane travature e avvertimenti se le sezioni musicali non hanno lo stesso ritmo.
Comandi predefiniti
\voiceOne
,
\voiceTwo
,
\voiceThree
,
\voiceFour
,
\oneVoice
.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Le voci contengono la musica, Definire esplicitamente le voci.
Guida alla notazione: Righi delle percussioni, Pause invisibili, Gambi.
Frammenti: Simultaneous notes.
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Stili di voce
Si possono assegnare colori e forme diverse a ciascuna voce per facilitarne l’identificazione:
<< \relative { \voiceOneStyle d''4 c2 b4 } \\ \relative { \voiceTwoStyle e'2 e } \\ \relative { \voiceThreeStyle b2. c4 } \\ \relative { \voiceFourStyle g'2 g } >>
Il comando \voiceNeutralStyle
permette di ripristinare l’aspetto
predefinito.
Comandi predefiniti
\voiceOneStyle
,
\voiceTwoStyle
,
\voiceThreeStyle
,
\voiceFourStyle
,
\voiceNeutralStyle
.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Sento le Voci, Altre fonti di informazione.
Frammenti: Simultaneous notes.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Risoluzione delle collisioni
Le teste di note che si trovano in voci diverse ma hanno stessa altezza, stessa testa e direzione del gambo opposta vengono unite automaticamente; invece, le note che hanno la stessa testa o la stessa direzione del gambo non vengono unite. Le pause opposte a un gambo in una voce diversa vengono spostate verticalmente. L’esempio seguente mostra tre diverse circostanze, sul primo e terzo movimento della prima battuta e sul primo movimento della seconda battuta, in cui l’unione automatica delle teste di nota non funziona.
<< \relative { c''8 d e d c d c4 g'2 fis } \\ \relative { c''2 c8. b16 c4 e,2 r } \\ \relative { \oneVoice s1 e'8 a b c d2 } >>
Note con teste diverse possono essere unite come è mostrato sotto. In questo esempio le teste delle note nel primo battito della prima battuta sono unite:
<< \relative { \mergeDifferentlyHeadedOn c''8 d e d c d c4 g'2 fis } \\ \relative { c''2 c8. b16 c4 e,2 r } \\ \relative { \oneVoice s1 e'8 a b c d2 } >>
Le minime e le semiminime, invece, non sono unite, perché sarebbe difficile distinguerle.
Anche le teste di note con diversi punti, come nel terzo movimento della prima battuta, possono essere unite:
<< \relative { \mergeDifferentlyHeadedOn \mergeDifferentlyDottedOn c''8 d e d c d c4 g'2 fis } \\ \relative { c''2 c8. b16 c4 e,2 r } \\ \relative { \oneVoice s1 e'8 a b c d2 } >>
La minima e la croma all’inizio della seconda misura sono unite
per errore, perché l’unione automatica non riesce a completare
correttamente l’unione quando tre o più note sono allineate sulla
stessa colonna di note: in questo caso la testa di nota unita non
è corretta. Per far sì che l’unione selezioni la testa di nota
corretta, occorre applicare il comando \shift
alla nota
che non deve essere unita. In questo esempio si usa \shiftOn
per
spostare il Sol superiore (g) fuori dalla colonna e di
conseguenza \mergeDifferentlyHeadedOn
funziona correttamente.
<< \relative { \mergeDifferentlyHeadedOn \mergeDifferentlyDottedOn c''8 d e d c d c4 \shiftOn g'2 fis } \\ \relative { c''2 c8. b16 c4 e,2 r } \\ \relative { \oneVoice s1 e'8 a b c d2 } >>
Il comando \shiftOn
permette (senza forzare) lo spostamento delle note
in una voce. Quando si applica \shiftOn
a una voce, una nota o
accordo in quella voce vengono spostati solo se il suo gambo altrimenti entrerebbe
in collisione col gambo di un’altra voce, e solo se i gambi
che collidono puntano nella stessa direzione. Il comando \shiftOff
impedisce che si verifichi questo tipo di spostamento.
Per impostazione predefinita, le voci più esterne (solitamente la prima e
la seconda voce) hanno specificato \shiftOff
, mentre le voci più
interne (terza e successive) hanno specificato \shiftOn
. Quando si
applica uno spostamento, le voci con i gambi in su (voci dispari)
vengono spostate a destra, e le voci con i gambi in giù (voci pari)
vengono spostate a sinistra.
Ecco un esempio che aiuta a visualizzare come un’espressione simultanea abbreviata viene espansa internamente.
Nota: Attenzione: con tre o più voci, l’ordine verticale delle voci nel file di input non deve essere lo stesso dell’ordine verticale delle voci del rigo!
\new Staff \relative { %% inserimento abbreviato << { f''2 } % 1: più alta \\ { g,2 } % 2: più bassa \\ { d'2 } % 3: più alta centrale \\ { b2 } % 4: più bassa centrale >> %% espansione interna dell'input precedente << \new Voice = "1" { \voiceOne \shiftOff f'2 } \new Voice = "2" { \voiceTwo \shiftOff g,2 } \new Voice = "3" { \voiceThree \shiftOn d'2 } % sposta a destra \new Voice = "4" { \voiceFour \shiftOn b2 } % sposta a sinistra >> }
Due ulteriori comandi, \shiftOnn
e \shiftOnnn
,
mettono a disposizione altri livelli di spostamento che possono
essere specificati in modo temporaneo per risolvere delle collisioni
in situazioni complesse – vedi
Esempio musicale.
Le note vengono unite solo se presentano opposta direzione dei gambi (come accade, ad esempio, nella prima o seconda voce o quando i gambi sono impostati esplicitamente in direzioni opposte).
Comandi predefiniti
\mergeDifferentlyDottedOn
,
\mergeDifferentlyDottedOff
,
\mergeDifferentlyHeadedOn
,
\mergeDifferentlyHeadedOff
.
\shiftOn
,
\shiftOnn
,
\shiftOnnn
,
\shiftOff
.
Frammenti di codice selezionati
Voci ulteriori per evitare le collisioni
In alcuni casi di musica polifonica complessa sono necessarie delle voci
ulteriori per evitare le collisioni tra note. Se servono più di
quattro voci parallele, si possono aggiungere altre voci definendo
una variabile con la funzione Scheme function context-spec-music
.
voiceFive = #(context-spec-music (make-voice-props-set 4) 'Voice) \relative c'' { \time 3/4 \key d \minor \partial 2 << \new Voice { \voiceOne a4. a8 e'4 e4. e8 f4 d4. c8 } \new Voice { \voiceTwo d,2 d4 cis2 d4 bes2 } \new Voice { \voiceThree f'2 bes4 a2 a4 s2 } \new Voice { \voiceFive s2 g4 g2 f4 f2 } >> }
Spostare le note puntate in polifonia
Quando una nota puntata della voce più alta viene spostata per evitare una
collisione con una nota di un’altra voce, il comportamento predefinito è
spostare la nota più alta a destra. Tale comportamento può essere
modificato tramite la proprietà prefer-dotted-right
di
NoteCollision
.
\new Staff \relative c' << { f2. f4 \override Staff.NoteCollision.prefer-dotted-right = ##f f2. f4 \override Staff.NoteCollision.prefer-dotted-right = ##t f2. f4 } \\ { e4 e e e e e e e e e e e } >>
Forzare lo spostamento orizzonatale delle note
Quando il motore tipografico non riesce a risolvere una situazione, si può usare la sintassi che sovrascrive le decisioni tipografiche. L’unità di misura usata è lo spazio del rigo.
\relative c' << { <d g>2 <d g> } \\ { <b f'>2 \once \override NoteColumn.force-hshift = #1.7 <b f'>2 } >>
Vedi anche
Glossario Musicale: polifonia.
Manuale d’apprendimento: Note simultanee, Le voci contengono la musica, Esempio musicale.
Frammenti: Simultaneous notes.
Guida al funzionamento interno: NoteColumn, NoteCollision, RestCollision.
Problemi noti e avvertimenti
Se si usa \override NoteColumn.ignore-collision = ##t
,
le note con teste diverse che si trovano in voci
diverse saranno unite in modo non corretto.
\mergeDifferentlyHeadedOn << \relative { c'16 a' b a } \\ \relative { c'2 } >> \override NoteColumn.ignore-collision = ##t << \relative { c'16 a' b a } \\ \relative { c'2 } >>
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Accorpare le pause
In caso di voci multiple, di solito si accorpano le pause che capitano in
entrambe. Per farlo si usa l’incisore Merge_rests_engraver
.
voiceA = \relative { d''4 r d2 | R1 | } voiceB = \relative { fis'4 r g2 | R1 | } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "non accorpato" } << \new Voice { \voiceOne \voiceA } \new Voice { \voiceTwo \voiceB } >> \new Staff \with { instrumentName = "accorpato" \consists "Merge_rests_engraver" } << \new Voice { \voiceOne \voiceA } \new Voice { \voiceTwo \voiceB } >> >> }
Impostando la proprietà di contesto suspendRestMerging
su ##t
è
possibile disattivare temporaneamente l’accorpamento delle pause.
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Combinazione automatica delle parti
La combinazione automatica delle parti si usa per combinare in un unico rigo due parti musicali separate. Ciò è utile soprattutto quando si scrivono partiture orchestrali. Viene stampata una sola voce se le due parti musicali sono identiche, ma nei punti in cui sono diverse viene aggiunta una seconda voce. Le direzioni dei gambi sono impostate in su e in giù in base alla voce di appartenenza, mentre le sezioni solistiche e a due sono a loro volta identificate e contrassegnate.
La sintassi per la combinazione automatica delle parti è:
\partCombine espressione-musicale1 espressione-musicale2
L’esempio seguente illustra il funzionamento di base: le parti sono poste su un unico rigo in modo polifonico e le direzioni dei gambi sono regolate di conseguenza. Si usano le stesse variabili per le parti indipendenti e il rigo combinato.
instrumentOne = \relative { c'4 d e f | R1 | d'4 c b a | b4 g2 f4 | e1 | } instrumentTwo = \relative { R1 | g'4 a b c | d4 c b a | g4 f( e) d | e1 | } << \new Staff \instrumentOne \new Staff \instrumentTwo \new Staff \partCombine \instrumentOne \instrumentTwo >>
Entrambe le parti hanno note identiche nella terza misura, dunque viene
stampata una sola nota. Le direzioni dei gambi e delle legature di portamento e
di valore sono impostate automaticamente, a seconda che l’esecuzione delle parti sia
solistica o all’unisono. Quando si rende necessario, in
caso di polifonia, la prima parte (nel contesto one
) ha i gambi
in “su”, mentre la seconda (nel contesto two
) ha sempre i
gambi in “giù”. In caso di parti solistiche, la prima e seconda
parte sono contrassegnate rispettivamente con “Solo” e “Solo II”.
Le parti (a due) all’unisono sono contrassegnate con la
scritta “a2”.
Il comportamento predefinito del combinatore delle parti è
quello di unire due note della stessa altezza in una nota a due,
combinare in un accordo note della stessa durata e separate da un intervallo
inferiore alla nona e separare in voci distinte le note con un intervallo
superiore alla nona (o quando le voci collidono). Tale comportamento può
essere modificato con un argomento opzionale di una coppia di numeri dopo
il comando \partCombine
: il primo indica l’intervallo in cui le note
iniziano a essere combinate (il valore predefinito è zero) e il secondo
dove le note vengono divise in note distinte. Impostando il secondo argomento
su zero, il combinatore delle parti divide le note che hanno un intervallo
di una seconda o più; impostandolo su uno, divide le note di una terza o
più, e così via.
instrumentOne = \relative { a4 b c d | e f g a | b c d e | } instrumentTwo = \relative { c'4 c c c | c c c c | c c c c | } << \new Staff \partCombine \instrumentOne \instrumentTwo \new Staff \partCombine #'(2 . 3) \instrumentOne \instrumentTwo >>
Entrambi gli argomenti di \partCombine
sono interpretati come
contesti Voice
separati, dunque se la musica viene inserita in
modo relativo entrambe le parti devono contenere una funzione
\relative
, ovvero:
\partCombine \relative … espressione-musicale1 \relative … espressione-musicale2
Un blocco \relative
che racchiude un \partCombine
non ha
effetto sulle altezze di espressione-musicale1
e
espressione-musicale2
.
Nelle partiture professionali, spesso le voci sono tenute separate per
lunghi passaggi anche se alcune note sono le stesse in entrambe le voci
e potrebbero essere stampate come unisono. Combinare le note in un
accordo o mostrare una voce come solista, dunque, non è la scelta
ideale, perché la funzione \partCombine
considera ogni nota
individualmente. In questo caso si può sovrascrivere la funzione
\partCombine
con uno dei comandi elencati sotto. Tutti i comandi
devono essere preceduti da \once
per applicarli soltanto alla
nota successiva dell’espressione musicale.
-
\partCombineApart
mantiene le note su due voci distinte, anche se potrebbero essere combinate in un accordo o in un unisono. -
\partCombineChords
unisce le note in un accordo. -
\partCombineUnisono
unisce entrambe le voci come “unisono”. -
\partCombineSoloI
stampa soltanto la prima voce e la contrassegna come un “Solo”. -
\partCombineSoloII
stampa soltanto la seconda voce e la contrassegna come un “Solo”. -
\partCombineAutomatic
termina le funzioni dei comandi precedenti e ripristina il funzionamento predefinito di\partCombine
.
instrumentOne = \relative c' { \partCombineApart c2^"separato" e | \partCombineAutomatic e2^"automatico" e | \partCombineChords e'2^"accordo" e | \partCombineAutomatic c2^"automatico" c | \partCombineApart c2^"separato" \once \partCombineChords e^"accordo una volta sola" | c2 c | } instrumentTwo = \relative { c'2 c | e2 e | a,2 c | c2 c' | c2 c | c2 c | } << \new Staff { \instrumentOne } \new Staff { \instrumentTwo } \new Staff { \partCombine \instrumentOne \instrumentTwo } >>
Uso di \partCombine col testo vocale
Il comando \partCombine
non è progettato per funzionare col
testo vocale; al punto che se una delle voci è nominata in modo
esplicito per poterle assegnare del testo, l’unione delle parti
smette di funzionare. Tuttavia, questo risultato si può ottenere
usando un contesto NullVoice
. Vedi Polifonia con testo in comune.
Frammenti di codice selezionati
Combinare due parti sullo stesso rigo
Lo strumento di unione delle parti (il comando \partCombine
) permette
di combinare varie parti sullo stesso rigo. Indicazioni testuali come
“solo” e “a2” sono aggiunte automaticamente; per toglierele basta
impostare la proprietà printPartCombineTexts
su f
.
Per le partiture vocali (inni), non c’è bisogno di aggiungere i testi
“solo/a2”, quindi dovrebbero essere disattivati. Tuttavia potrebbe
convenire non usarlo se c’è una qualche parte solista, perché non
verrebbe indicata. In tali casi è preferibile usare la notazione
polifonica normale.
Questo frammento illustra i tre modi con cui due parti possono essere stampate
su uno stesso rigo: normale polifonia, \partCombine
senza testo e
\partCombine
con testo.
%% Combining pedal notes with clef changes musicUp = \relative c'' { \time 4/4 a4 c4.( g8) a4 | g4 e' g,( a8 b) | c b a2. } musicDown = \relative c'' { g4 e4.( d8) c4 | r2 g'4( f8 e) | d2 \stemDown a } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "Standard polyphony" } << \musicUp \\ \musicDown >> \new Staff \with { instrumentName = "PartCombine without text" printPartCombineTexts = ##f } \partCombine \musicUp \musicDown \new Staff \with { instrumentName = "PartCombine with text" } \partCombine \musicUp \musicDown >> \layout { indent = 6.0\cm \context { \Score \override SystemStartBar.collapse-height = #30 } } }
Modificare le indicazioni testuali di partCombine
Quando si usa la funzionalità di combinazione automatica delle parti, si può modificare il testo delle sezioni soliste e dell’unisono:
\new Staff << \set Staff.soloText = #"girl" \set Staff.soloIIText = #"boy" \set Staff.aDueText = #"together" \partCombine \relative c'' { g4 g r r a2 g } \relative c'' { r4 r a( b) a2 g } >>
Vedi anche
Glossario Musicale: a due, parte.
Guida alla notazione: Scrittura delle parti.
Frammenti: Simultaneous notes.
Guida al funzionamento interno: PartCombineMusic, Voice.
Problemi noti e avvertimenti
Tutte le funzioni \partCombine…
possono accettare soltanto due
voci.
Le funzioni \partCombine…
non possono essere inserite all’interno
di un blocco \tuplet
o \relative
.
Se printPartCombineTexts
è attivo e le due voci eseguono le stesse
note “in modo discontinuo” nella stessa misura, potrebbe apparire
il testo a2
più di una volta in quella misura.
\partCombine
sa soltanto quando una nota inizia in una voce
(Voice
); non può, ad esempio, ricordare se una nota in una
voce è già iniziata quando combina le note già iniziate nell’altra
voce. Questo può portare a vari problemi inattesi, tra cui la stampa
non corretta dei segni “Solo” e “Unisono”.
\partCombine
tiene tutti gli estensori (legature di portamento e
di valore, forcelle, etc.) nella stessa voce, quindi se uno di questi
estensori inizia o termina in una voce diversa potrebbe essere
stampato incorrettamente o non essere stampato affatto.
Se la funzione \partCombine
non riesce a combinare le due espressioni
musicali (ovvero quando le due voci hanno durate diverse), assegnerà alle
voci, internamente, nomi personalizzati: rispettivamente one
e
two
. Ciò significa che se c’è un “passaggio” a un contesto
Voice
nominato diversamente, gli eventi in quel contesto verranno
ignorati.
Consultare i Problemi noti e avvertimenti in Intavolature predefinite
se si usa \partCombine
con l’intavolatura, e la Nota in
Travature automatiche se si usa la disposizione automatica delle travature.
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Scrivere la musica in parallelo
La musica che contiene parti diverse può essere messa in parallelo nel codice
di input. La funzione \parallelMusic
accetta una lista contenente
i nomi di un insieme di variabili da creare e un’espressione musicale. Il
contenuto delle misure alternate nell’espressione diventa il valore delle
rispettive variabili, in modo che possano essere usate successivamente per
stampare la musica.
Nota: L’uso dei controlli di battuta |
è obbligatorio e le misure
devono avere la stessa durata.
\parallelMusic voiceA,voiceB,voiceC { % Battuta 1 r8 g'16 c'' e'' g' c'' e'' r8 g'16 c'' e'' g' c'' e'' | r16 e'8.~ 4 r16 e'8.~ 4 | c'2 c'2 | % Battuta 2 r8 a'16 d'' f'' a' d'' f'' r8 a'16 d'' f'' a' d'' f'' | r16 d'8.~ 4 r16 d'8.~ 4 | c'2 c'2 | } \new StaffGroup << \new Staff << \voiceA \\ \voiceB >> \new Staff { \clef bass \voiceC } >>
L’uso del modo relativo è permesso. Attenzione: il comando \relative
non deve essere messo dentro \parallelMusic
. Le note sono relative
alla nota precedente della voce, non a quella precedente nell’input. In altre
parole, le note relative di voiceA
ignorano le note in voiceB
.
\parallelMusic voiceA,voiceB,voiceC { % Battuta 1 r8 g16 c e g, c e r8 g,16 c e g, c e | r16 e8.~ 4 r16 e8.~ 4 | c2 c | % Battuta 2 r8 a,16 d f a, d f r8 a,16 d f a, d f | r16 d8.~ 4 r16 d8.~ 4 | c2 c | } \new StaffGroup << \new Staff << \relative c'' \voiceA \\ \relative c' \voiceB >> \new Staff \relative c' { \clef bass \voiceC } >>
Questo è molto utile nella musica per pianoforte. Questo esempio combina sezioni di quattro battute consecutive con quattro variabili:
global = { \key g \major \time 2/4 } \parallelMusic voiceA,voiceB,voiceC,voiceD { % Battuta 1 a8 b c d | d4 e | c16 d e fis d e fis g | a4 a | % Battuta 2 e8 fis g a | fis4 g | e16 fis g a fis g a b | a4 a | % Bar 3 ... } \score { \new PianoStaff << \new Staff { \global << \relative c'' \voiceA \\ \relative c' \voiceB >> } \new Staff { \global \clef bass << \relative c \voiceC \\ \relative c \voiceD >> } >> }
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Organizzare i brani con le variabili.
Frammenti: Simultaneous notes.
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1.6 Notazione del rigo
Questa sezione spiega come modificare l’aspetto del rigo, come stampare partiture multirigo e come aggiungere indicazioni di tempo e citazioni in corpo più piccolo nel rigo.
1.6.1 Aspetto del rigo | ||
1.6.2 Modificare singoli righi | ||
1.6.3 Scrittura delle parti |
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1.6.1 Aspetto del rigo
Questa sezione presenta i diversi metodi per creare e raggruppare i righi.
Istanziare nuovi righi | ||
Raggruppare i righi | ||
Gruppi di righi annidati | ||
Separare i sistemi |
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Istanziare nuovi righi
Il rigo musicale si crea con i comandi \new
o
\context
. Ulteriori dettagli in Creazione e citazione di un contesto.
Il contesto di base del rigo è Staff
:
\new Staff \relative { c''4 d e f }
Il contesto DrumStaff
crea un rigo di cinque linee impostato
per una tipica batteria. Ogni strumento viene mostrato con un
simbolo diverso. Gli strumenti si inseriscono nella modalità percussioni,
che si attiva col comando \drummode
: ogni strumento viene indicato
con un nome. Ulteriori dettagli in Righi delle percussioni.
\new DrumStaff { \drummode { cymc hh ss tomh } }
RhythmicStaff
crea un rigo con una sola linea che mostra
soltanto i valori ritmici dell’input. Le durate reali vengono
mantenute. Ulteriori dettagli in Mostrare i ritmi della melodia.
\new RhythmicStaff { c4 d e f }
TabStaff
crea un’intavolatura (o tablatura) con sei corde
nell’accordatura standard per chitarra. Ulteriori dettagli
in Intavolature predefinite.
\new TabStaff \relative { c''4 d e f }
Ci sono due contesti del rigo specifici per la notazione di musica
antica, MensuralStaff
e VaticanaStaff
, descritti
in Contesti predefiniti.
Il contesto GregorianTranscriptionStaff
crea un rigo per
il canto gregoriano moderno. Non mostra le stanghette delle battute.
\new GregorianTranscriptionStaff \relative { c''4 d e f e d }
Si possono creare nuovi contesti per un singolo rigo, come è spiegato dettagliatamente in Definizione di nuovi contesti.
Vedi anche
Glossario musicale: rigo,
Guida alla notazione: Creazione e citazione di un contesto, Righi delle percussioni, Mostrare i ritmi della melodia, Intavolature predefinite, Contesti predefiniti, Simbolo del rigo, Contesti del canto gregoriano, Contesti mensurali, Definizione di nuovi contesti.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: Staff, DrumStaff, GregorianTranscriptionStaff, RhythmicStaff, TabStaff, MensuralStaff, VaticanaStaff, StaffSymbol.
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Raggruppare i righi
Esistono vari contesti per raggruppare insieme singoli righi in modo da formare sistemi multirigo. Ogni contesto di raggruppamento imposta il comportamento delle stanghette e lo stile del segno che delimita l’inizio del sistema.
Se non si specifica alcun contesto, vengono usate le proprietà predefinite: il gruppo inizia con una linea verticale e le stanghette non sono collegate.
<< \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { c''1 c } >>
Nel contesto StaffGroup
, il gruppo inizia con una parentesi quadra e le
stanghette attraversano tutti i righi.
\new StaffGroup << \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { c''1 c } >>
Nel contesto ChoirStaff
, il gruppo inizia con una parentesi quadra, ma le
stanghette non sono collegate.
\new ChoirStaff << \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { c''1 c } >>
Nel contesto GrandStaff
, il gruppo inizia con una parentesi graffa e
le stanghette sono collegate da rigo a rigo.
\new GrandStaff << \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { c''1 c } >>
Il contesto PianoStaff
è identico a GrandStaff
, con l’unica
differenza che permette di mostrare il nome dello strumento direttamente. Ulteriori
dettagli in Nomi degli strumenti.
\new PianoStaff \with { instrumentName = "Piano" } << \new Staff \relative { c''1 c } \new Staff \relative { \clef bass c1 c } >>
Ogni contesto per il gruppo di righi imposta la proprietà
systemStartDelimiter
su uno dei seguenti valori:
SystemStartBar
, SystemStartBrace
o
SystemStartBracket
. È presente anche un quarto delimitatore,
SystemStartSquare
, ma deve essere indicato esplicitamente.
Si possono definire nuovi contesti di gruppi di rigo. I dettagli sono spiegati in Definizione di nuovi contesti.
Frammenti di codice selezionati
Usare una parentesi quadra all’inizio di un gruppo di righi
Si può usare il segno SystemStartSquare
(uno dei segni che delimitano
l’inizio del sistema) impostandolo esplicitamente in un contesto
StaffGroup
o ChoirStaff
.
\score { \new StaffGroup { << \set StaffGroup.systemStartDelimiter = #'SystemStartSquare \new Staff { c'4 d' e' f' } \new Staff { c'4 d' e' f' } >> } }
Mostrare la parentesi anche se c’è un solo rigo nel sistema
Se c’è un solo rigo in uno dei tipi di rigo ChoirStaff
o
StaffGroup
, la parentesi e la stanghetta iniziale non
appaiono. Si può modificare questo comportamento predefinito
sovrascrivendo collapse-height
e impostando un valore
inferiore al numero di linee del rigo.
Nei contesti PianoStaff
e GrandStaff
, dove i sistemi
iniziano con una parentesi graffa invece di una parentesi quadra,
occorre impostare un’altra proprietà, come si vede nel secondo
sistema dell’esempio.
\score { \new StaffGroup << % Must be lower than the actual number of staff lines \override StaffGroup.SystemStartBracket.collapse-height = #4 \override Score.SystemStartBar.collapse-height = #4 \new Staff { c'1 } >> } \score { \new PianoStaff << \override PianoStaff.SystemStartBrace.collapse-height = #4 \override Score.SystemStartBar.collapse-height = #4 \new Staff { c'1 } >> }
Formattazione mensurale (stanghette tra i righi)
La formattazione mensurale, in cui le stanghette non appaiono sui righi ma
nello spazio tra i righi, si può ottenere usando StaffGroup
al posto
di ChoirStaff
. La stanghetta sui righi viene nascosta con
\hide
.
global = { \hide Staff.BarLine s1 s % the final bar line is not interrupted \undo \hide Staff.BarLine \bar "|." } \new StaffGroup \relative c'' { << \new Staff { << \global { c1 c } >> } \new Staff { << \global { c c } >> } >> }
Vedi anche
Glossario musicale: graffa, parentesi quadra, accollatura.
Guida alla notazione: Nomi degli strumenti, Definizione di nuovi contesti.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: Staff, StaffGroup, ChoirStaff, GrandStaff, PianoStaff, SystemStartBar, SystemStartBrace, SystemStartBracket, SystemStartSquare.
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Gruppi di righi annidati
I contesti dei gruppi di righi possono essere annidati fino a qualsiasi livello. In questo caso, ogni contesto inferiore crea una nuova parentesi accanto alla parentesi del gruppo superiore.
\new StaffGroup << \new Staff \relative { c''2 c | c2 c } \new StaffGroup << \new Staff \relative { g'2 g | g2 g } \new StaffGroup \with { systemStartDelimiter = #'SystemStartSquare } << \new Staff \relative { e'2 e | e2 e } \new Staff \relative { c'2 c | c2 c } >> >> >>
Si possono definire nuovi gruppi di righi annidati. Ulteriori dettagli in Definizione di nuovi contesti.
Frammenti di codice selezionati
Annidare i righi
Si può usare la proprietà systemStartDelimiterHierarchy
per creare
gruppi di righi annidati più complessi. Il comando \set
StaffGroup.systemStartDelimiterHierarchy
prende come argomento una lista
alfabetica dell’insieme di righi prodotti. Prima di ogni rigo si può
assegnare un delimitatore di inizio del sistema. Deve essere racchiuso
tra parentesi e collega tutti i righi compresi tra le parentesi. Gli
elementi nella lista possono essere omessi, ma la prima parentesi quadra
collega sempre tutti i righi. Le possibilità sono SystemStartBar
,
SystemStartBracket
, SystemStartBrace
e
SystemStartSquare
.
\new StaffGroup \relative c'' << \override StaffGroup.SystemStartSquare.collapse-height = #4 \set StaffGroup.systemStartDelimiterHierarchy = #'(SystemStartSquare (SystemStartBrace (SystemStartBracket a (SystemStartSquare b) ) c ) d) \new Staff { c1 } \new Staff { c1 } \new Staff { c1 } \new Staff { c1 } \new Staff { c1 } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Raggruppare i righi, Nomi degli strumenti, Definizione di nuovi contesti.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: StaffGroup, ChoirStaff, SystemStartBar, SystemStartBrace, SystemStartBracket, SystemStartSquare.
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Separare i sistemi
Se il numero di sistemi per pagina cambia di pagina in pagina, è consuetudine
separare i sistemi con un segno separatore. Per impostazione predefinita
questo segno è disattivo, ma può essere attivato con un’opzione
in \paper
.
\book { \score { \new StaffGroup << \new Staff { \relative { c''4 c c c \break c4 c c c } } \new Staff { \relative { c''4 c c c \break c4 c c c } } >> } \paper { system-separator-markup = \slashSeparator % i seguenti comandi servono soltanto alla formattazione di questa documentazione paper-width = 100\mm paper-height = 100\mm tagline = ##f } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione della pagina.
Frammenti: Staff notation.
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1.6.2 Modificare singoli righi
Questa sezione spiega come modificare gli attributi specifici di un rigo, per esempio il numero di linee o la dimensione del rigo. Vengono descritti anche i metodi per iniziare e finire un rigo e per impostare le sezioni ossia.
Simbolo del rigo | ||
Righi ossia | ||
Nascondere i righi |
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[ < Modificare singoli righi ] | [ Su : Modificare singoli righi ] | [ Righi ossia > ] |
Simbolo del rigo
I comandi \stopStaff
e \startStaff
servono a fermare o
(ri)avviare le linee del rigo, per impedire che appaiano in un punto
della partitura.
\relative { \stopStaff f''4 d \startStaff g, e f'4 d \stopStaff g, e f'4 d \startStaff g, e }
Comandi predefiniti
\startStaff
,
\stopStaff
.
Le linee di un rigo appartengono all’oggetto StaffSymbol
(che comprende
i tagli addizionali) e si possono modificare tramite le proprietà di
StaffSymbol
; però queste modifiche devono essere fatte prima che
il rigo sia (ri)avviato.
Si può cambiare il numero di linee del rigo:
\relative { f''4 d \stopStaff \override Staff.StaffSymbol.line-count = #2 \startStaff g, e | f'4 d \stopStaff \revert Staff.StaffSymbol.line-count \startStaff g, e | }
Si può cambiare anche la posizione di ogni linea del rigo. Un elenco di
numeri definisce la posizione di ogni linea. I valori consueti sono
0
per la linea centrale e (-4 -2 0 2 4)
per le altre. La linea del rigo appare solo se è presente il suo valore,
quindi questo comando permette di variare anche il numero delle linee,
oltre alla loro posizione.
\relative { f''4 d \stopStaff \override Staff.StaffSymbol.line-positions = #'(1 3 5 -1 -3) \startStaff g, e | f'4 d \stopStaff \override Staff.StaffSymbol.line-positions = #'(8 6.5 -6 -8 -0.5) \startStaff g, e | }
Per conservare le tipiche direzioni dei gambi (nella metà inferiore del rigo i gambi puntano in su, mentre in quella superiore sono rivolti in giù), occorre allineare la linea centrale (o lo spazio) del rigo personalizzato alla posizione della linea centrale normale (0). Potrà essere necessario regolare la posizione della chiave e del Do centrale per adattarsi alle nuove linee. Si veda Chiave.
Si può modificare lo spessore della linea del rigo. Per impostazione predefinita, questa modifica ha effetto anche sui tagli addizionali e sui gambi.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.thickness = #3 } \relative { f''4 d g, e }
È anche possibile impostare lo spessore dei tagli addizionali in modo indipendente dalle linee del rigo.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.thickness = #2 \override StaffSymbol.ledger-line-thickness = #'(0.5 . 0.4) } \relative { f'''4 a, a,, f }
Il primo valore viene moltiplicato per lo spessore della linea del rigo, il secondo per la spaziatura del rigo; la somma dei due valori definisce il nuovo valore dello spessore del taglio addizionale.
Si possono modificare le posizioni verticali dei tagli addizionali:
\new Staff \with { \override StaffSymbol.ledger-positions = #'(-3 -2 -1 2 5 6) } \relative { f'''4 a, a,, f }
Si possono far apparire ulteriori tagli addizionali sopra o sotto le teste delle note, a seconda della posizione corrente relativa alle altre teste, anch’esse con i propri tagli addizionali.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.ledger-extra = #4 } \relative { f'''4 a, d, f, }
Si possono far apparire i tagli addizionali anche dentro il rigo quando servono
delle linee personalizzate. L’esempio mostra la posizione predefinita dei
tagli addizionali quando la proprietà ledger-position
è impostata e
quando non lo è. Nell’esempio il comando \stopStaff
serve ad annullare
il comando \override
per l’oggetto StaffSymbol
.
\relative d' { \override Staff.StaffSymbol.line-positions = #'(-8 0 2 4) d4 e f g \stopStaff \startStaff \override Staff.StaffSymbol.ledger-positions = #'(-8 -6 (-4 -2) 0) d4 e f g }
Si può cambiare la distanza tra le linee del rigo. Tale modifica ha effetto anche sulla spaziatura della linea.
\new Staff \with { \override StaffSymbol.staff-space = #1.5 } \relative { f'''4 d, g, e, }
Frammenti di codice selezionati
Rendere alcune linee del rigo più spesse delle altre
In ambito didattico può essere utile rendere più spesso una linea del
rigo (per esempio, la linea centrale, o per sottolineare la linea
della chiave di Sol). Per farlo si possono aggiungere altre linee
e posizionarle molto vicino alla linea che deve essere evidenziata,
usando la proprietà line-positions
dell’oggetto StaffSymbol
.
{ \override Staff.StaffSymbol.line-positions = #'(-4 -2 -0.2 0 0.2 2 4) d'4 e' f' g' }
Vedi anche
Glossario musicale: linea, taglio addizionale, rigo (o pentagramma).
Guida alla notazione: Chiave.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: StaffSymbol, staff-symbol-interface.
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Righi ossia
I righi ossia si possono creare aggiungendo un nuovo rigo simultaneo nel punto giusto:
\new Staff \relative { c''4 b d c << { c4 b d c } \new Staff { e4 d f e } >> c4 b c2 }
Tuttavia, questo esempio non produce quel che normalmente si desidera. Per creare righi ossia che siano sopra il rigo originale, non abbiano indicazione di tempo né chiave e abbiano un tipo di carattere più piccolo, sono necessarie delle modifiche manuali. Il Manuale d’apprendimento descrive una tecnica specifica per ottenere questo risultato, a partire da Annidare le espressioni musicali.
L’esempio seguente usa la proprietà alignAboveContext
per allineare
il rigo ossia. Questo metodo conviene quando sono necessari solo pochi
righi ossia.
\new Staff = "main" \relative { c''4 b d c << { c4 b d c } \new Staff \with { \remove "Time_signature_engraver" alignAboveContext = "main" \magnifyStaff #2/3 firstClef = ##f } { e4 d f e } >> c4 b c2 }
Se si hanno molti righi ossia isolati, è meglio creare un contesto
Staff
vuoto con un identificativo del contesto specifico; i righi
ossia possono essere creati chiamando questo contesto e usando
\startStaff
e \stopStaff
nei punti richiesti. I vantaggi
di questo metodo sono più evidenti se il brano è più lungo del seguente
esempio.
<< \new Staff = "ossia" \with { \remove "Time_signature_engraver" \hide Clef \magnifyStaff #2/3 } { \stopStaff s1*6 } \new Staff \relative { c'4 b c2 << { e4 f e2 } \context Staff = "ossia" { \startStaff e4 g8 f e2 \stopStaff } >> g4 a g2 \break c4 b c2 << { g4 a g2 } \context Staff = "ossia" { \startStaff g4 e8 f g2 \stopStaff } >> e4 d c2 } >>
Altrimenti si può usare il comando \RemoveAllEmptyStaves
per creare i righi ossia. Questo metodo conviene quando i righi ossia
si trovano subito dopo un’interruzione di linea. Ulteriori informazioni
su \RemoveAllEmptyStaves
si trovano in Nascondere i righi.
<< \new Staff = "ossia" \with { \remove "Time_signature_engraver" \hide Clef \magnifyStaff #2/3 \RemoveAllEmptyStaves } \relative { R1*3 c''4 e8 d c2 } \new Staff \relative { c'4 b c2 e4 f e2 g4 a g2 \break c4 b c2 g4 a g2 e4 d c2 } >>
Frammenti di codice selezionati
Allineare verticalmente gli ossia e il testo vocale
Questo frammento mostra come usare le proprietà di contesto
alignBelowContext
e alignAboveContext
per
controllare il posizionamento del testo vocale e degli ossia.
\paper { ragged-right = ##t } \relative c' << \new Staff = "1" { c4 c s2 } \new Staff = "2" { c4 c s2 } \new Staff = "3" { c4 c s2 } { \skip 2 << \lyrics { \set alignBelowContext = #"1" lyrics4 below } \new Staff \with { alignAboveContext = #"3" fontSize = #-2 \override StaffSymbol.staff-space = #(magstep -2) \remove "Time_signature_engraver" } { \tuplet 6/4 { \override TextScript.padding = #3 c8[^"ossia above" d e d e f] } } >> } >>
Vedi anche
Glossario musicale: ossia, rigo (pentagramma), rigo temporaneo.
Manuale d’apprendimento: Annidare le espressioni musicali, Dimensione degli oggetti, Lunghezza e spessore degli oggetti.
Guida alla notazione: Nascondere i righi.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: StaffSymbol.
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Nascondere i righi
Le linee del rigo si possono nascondere togliendo l’incisore
Staff_symbol_engraver
dal contesto Staff
. Altrimenti
si può usare \stopStaff
.
\new Staff \with { \remove "Staff_symbol_engraver" } \relative { a''8 f e16 d c b a2 }
I righi vuoti si possono nascondere (per la cosiddetta ‘partitura alla francese’)
applicando il comando \RemoveEmptyStaves
a un contesto, che può
essere fatto globalmente (in un blocco \layout
) oppure soltanto per
righi specifici (in un blocco \with
). Questo comando toglie tutti i
righi vuoti di una partitura eccetto quelli nel primo sistema. Per nascondere
anche quelli del primo sistema usare il comando \RemoveAllEmptyStaves
.
I contesti supportati sono Staff
, RhythmicStaff
e
VaticanaStaff
.
Nota: Un rigo viene considerato vuoto quando contiene soltanto pause multiple, pause, salti, pause spaziatrici o una combinazione di questi elementi.
\layout { \context { \Staff \RemoveEmptyStaves } } \relative << \new Staff { e'4 f g a \break b1 \break a4 b c2 } \new Staff { c,4 d e f \break R1 \break f4 g c,2 } >>
\RemoveAllEmptyStaves
si può usare anche per creare sezioni ossia
per un rigo. I dettagli si trovano in Righi ossia.
Comandi predefiniti
\RemoveEmptyStaves
,
\RemoveAllEmptyStaves
.
Vedi anche
Glossario musicale: rigo temporaneo.
Manuale d’apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti.
Guida alla notazione: Modifica delle impostazioni predefinite di un contesto, Simbolo del rigo, Righi ossia, Note nascoste, Pause invisibili, Visibilità degli oggetti.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: ChordNames, FiguredBass, Lyrics, Staff, VerticalAxisGroup, Staff_symbol_engraver.
Problemi noti e avvertimenti
Se si toglie l’incisore Staff_symbol_engraver
vengono nascoste
anche le stanghette. Se si forza la visibilità delle stanghette,
potrebbero verificarsi degli errori di formattazione. In questo caso,
conviene usare i seguenti comandi invece di togliere l’incisore:
\omit StaffSymbol \override NoteHead.no-ledgers = ##t
Per i problemi noti e gli avvertimenti relativi a
\Staff \RemoveEmptyStaves
si veda
Modifica delle impostazioni predefinite di un contesto.
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1.6.3 Scrittura delle parti
Questa sezione spiega come inserire in una partitura le indicazioni di tempo e i nomi degli strumenti. Mostra anche come citare altre voci e come formattare le citazioni in corpo più piccolo.
Nomi degli strumenti | ||
Citare altre voci | ||
Formattazione delle notine |
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Nomi degli strumenti
I nomi degli strumenti possono essere fatti apparire, alla sinistra dei righi,
nei contesti Staff
, PianoStaff
, StaffGroup
, GrandStaff
e ChoirStaff
. Il valore di instrumentName
viene usato per il
primo rigo e quello di shortInstrumentName
per tutti i righi successivi.
\new Staff \with { instrumentName = "Violin " shortInstrumentName = "Vln. " } \relative { c'4.. g'16 c4.. g'16 \break | c1 | }
Si può usare \markup
per creare nomi più complessi:
\new Staff \with { instrumentName = \markup { \column { "Clarinetti" \line { "in B" \smaller \flat } } } } \relative { c''4 c,16 d e f g2 }
Se due o più contesti del rigo sono raggruppati insieme, i nomi degli strumenti,
sia quello normale che quello abbreviato, vengono centrati automaticamente.
Per allineare al centro i nomi degli strumenti che vanno a capo, occorre
usare \center-column
:
<< \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \relative { f''2 g4 f } \new Staff \with { instrumentName = \markup { \center-column { "Clarinet" \line { "in B" \smaller \flat } } } } \relative { c''4 b c2 } >>
Tuttavia, se i nomi degli strumenti sono lunghi, potranno essere centrati
solo aumentando i valori di indent
e short-indent
.
Ulteriori dettagli su queste impostazioni si trovano in
Variabili \paper
per spostamenti e indentazioni.
<< \new Staff \with { instrumentName = "Alto Flute in G" shortInstrumentName = "Flt." } \relative { f''2 g4 f \break g4 f g2 } \new Staff \with { instrumentName = "Clarinet" shortInstrumentName = "Clar." } \relative { c''4 b c2 \break c2 b4 c } >> \layout { indent = 3.0\cm short-indent = 1.5\cm }
Per impostare i nomi degli strumenti in altri contesti (come ChordNames
o
FiguredBass
), si deve aggiungere l’incisore Instrument_name_engraver
a quel contesto. Ulteriori dettagli in Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto.
shortInstrumentName
può essere cambiato all’interno di un brano, insieme
a altre impostazioni necessarie al nuovo strumento. Tuttavia, di
instrumentName
apparirà solo la prima definizione e le modifiche
successive saranno ignorate:
prepPiccolo = <>^\markup \italic { muta in Piccolo } prepFlute = <>^\markup \italic { muta in Flauto } setPiccolo = { <>^\markup \bold { Piccolo } \transposition c'' } setFlute = { <>^\markup \bold { Flute } \transposition c' } \new Staff \with { instrumentName = "Flute" shortInstrumentName = "Flt." } \relative { g'1 g g g \break g1 g \prepPiccolo R R \break \set Staff.instrumentName = "Piccolo" \set Staff.shortInstrumentName = "Picc." \setPiccolo g1 g g g \break g1 g \prepFlute R R \break \set Staff.instrumentName = "Flute" \set Staff.shortInstrumentName = "Flt." \setFlute g1 g g g }
Vedi anche
Guida alla notazione:
Variabili \paper
per spostamenti e indentazioni,
Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: InstrumentName, PianoStaff, Staff.
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Citare altre voci
È molto comune che una voce usi le stesse note di un’altra voce. Per esempio, il primo e il secondo violino che suonano la stessa frase durante un particolare passaggio del brano. Per evitare di reinserire la musica di nuovo per la seconda voce, si può far sì che una voce citi l’altra.
Il comando \addQuote
, usato nell’ambito di più alto livello, definisce
un flusso musicale da cui poter citare i frammenti.
Il comando \quoteDuring
serve a indicare il punto in cui inizia la
citazione. È seguito da due argomenti: il nome della voce citata, come è
definito da \addQuote
, e un’espressione musicale per la durata
della citazione.
fluteNotes = \relative { a'4 gis g gis | b4^"quoted" r8 ais\p a4( f) } oboeNotes = \relative { c''4 cis c b \quoteDuring "flute" { s1 } } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \fluteNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe" } \oboeNotes >> }
Se l’espressione musicale usata in \quoteDuring
contiene note invece
di pause spaziatrici o multiple, la citazione apparirà in forma polifonica
e potrebbe causare risultati indesiderati.
fluteNotes = \relative { a'4 gis g gis | b4^"quoted" r8 ais\p a4( f) } oboeNotes = \relative { c''4 cis c b \quoteDuring "flute" { e4 r8 ais b4 a } } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \fluteNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe" } \oboeNotes >> }
Se un comando \unfoldRepeats
in un’espressione musicale deve essere
stampato quando si usa \quoteDuring
, allora anch’esso deve contenere
il suo comando \unfoldRepeats
;
fluteNotes = \relative { \repeat volta 2 { a'4 gis g gis } } oboeNotesDW = \relative { \repeat volta 2 \quoteDuring "incorrect" { s1 } } oboeNotesW = \relative { \repeat volta 2 \quoteDuring "correct" { s1 } } \addQuote "incorrect" { \fluteNotes } \addQuote "correct" { \unfoldRepeats \fluteNotes } \score { \unfoldRepeats << \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \fluteNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe (incorrect)" } \oboeNotesDW \new Staff \with { instrumentName = "Oboe (correct)" } \oboeNotesW >> }
Il comando \quoteDuring
usa le impostazioni \transposition
sia
della parte citata sia di quella che cita per produrre delle note per la parte
che cita che abbiano la stessa altezza di quelle nella parte citata.
clarinetNotes = \relative c'' { \transposition bes \key d \major b4 ais a ais | cis4^"quoted" r8 bis\p b4( f) } oboeNotes = \relative { c''4 cis c b \quoteDuring "clarinet" { s1 } } \addQuote "clarinet" { \clarinetNotes } \score { << \new Staff \with { instrumentName = "Clarinet" } \clarinetNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe" } \oboeNotes >> }
La musica citata include tutte le articolazioni, dinamiche, annotazioni, etc.
presenti nel frammento citato. È possibile scegliere quali di questi oggetti
far apparire usando la proprietà di contesto quotedEventTypes
.
fluteNotes = \relative { a'2 g2 | b4\<^"quoted" r8 ais a4\f( c->) } oboeNotes = \relative { c''2. b4 | \quoteDuring "flute" { s1 } } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \score { << \set Score.quotedEventTypes = #'(note-event articulation-event crescendo-event rest-event slur-event dynamic-event) \new Staff \with { instrumentName = "Flute" } \fluteNotes \new Staff \with { instrumentName = "Oboe" } \oboeNotes >> }
Le citazioni possono anche essere contrassegnate; si veda Uso delle etichette.
Vedi anche
Guida alla notazione: Trasporto strumentale, Uso delle etichette.
File installati: ‘scm/define-event-classes.scm’.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: Music classes, QuoteMusic, Voice.
Problemi noti e avvertimenti
Solo il contenuto della prima voce in un comando \addQuote
sarà preso in considerazione per la citazione; quindi se l’espressione
musicale contiene comandi \new
o \context Voice
, il loro
contenuto non verrà citato. La citazione degli abbellimenti non è
supportata e potrebbe causare il crash di LilyPond; la citazione di
terzine annidate potrebbe produrre una notazione mediocre.
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Formattazione delle notine
Il modo più semplice per formattare le notine è creare esplicitamente un
contesto CueVoice
all’interno della parte.
\relative { R1 << { e'2\rest r4. e8 } \new CueVoice { \stemUp d'8^"flute" c d e fis2 } >> d,4 r a r }
Si può usare il comando \cueClef
all’interno di un contesto
CueVoice
esplicito se è richiesto un cambiamento di chiave; in
questo modo la chiave apparirà nella dimensione giusta per le notine.
Si può poi usare il comando \cueClefUnset
per tornare alla chiave
originale, di nuovo nella dimensione giusta.
\relative { \clef "bass" R1 << { e'2\rest r4. \cueClefUnset e,8 } \new CueVoice { \cueClef "treble" \stemUp d''8^"flute" c d e fis2 } >> d,,4 r a r }
I comandi \cueClef
e \cueClefUnset
si possono usare anche
senza un esplicito contesto CueVoice
.
\relative { \clef "bass" R1 \cueClef "treble" d''8^"flute" c d e fis2 \cueClefUnset d,,4 r a r }
Per posizionamenti complessi delle notine, per esempio includere la
trasposizione o inserire delle notine da varie sorgenti musicali, si
possono usare i comandi \cueDuring
o \cueDuringWithClef
. Questi
sono delle varianti più specializzate di \quoteDuring
, introdotto in Citare altre voci
nella sezione precedente.
La sintassi è:
\cueDuring nomecitazione #direzione musica
e
\cueDuringWithClef nomecitazione #direzione #chiave musica
La musica delle misure che corrispondono a nomecitazione
viene aggiunta in un contesto CueVoice
e si colloca in simultanea
con musica
, creando quindi una situazione polifonica. La
direzione
prende l’argomento UP
o DOWN
, e
corrisponde alla prima e alla seconda voce rispettivamente, determinando
come le notine appaiono in relazione all’altra voce.
fluteNotes = \relative { r2. c''4 | d8 c d e fis2 | g2 d | } oboeNotes = \relative c'' { R1 <>^\markup \tiny { flute } \cueDuring "flute" #UP { R1 } g2 c, } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \new Staff { \oboeNotes }
È possibile controllare quali aspetti della musica vengono citati con
\cueDuring
impostando la proprietà quotedCueEventTypes
. Il
suo valore predefinito è '(note-event rest-event
tie-event beam-event tuplet-span-event)
, che significa che vengono citati
solo note, pause, legature di valore, travature e gruppi irregolari, ma
non le articolazioni, le indicazioni dinamiche, il testo a margine, etc.
Nota: Quando una voce inizia con cueDuring
, come
nell’esempio seguente, il contesto Voice
deve essere dichiarato
esplicitamente, altrimenti l’intera espressione musicale appartiene al
contesto CueVoice
.
oboeNotes = \relative { r2 r8 d''16(\f f e g f a) g8 g16 g g2. } \addQuote "oboe" { \oboeNotes } \new Voice \relative c'' { \set Score.quotedCueEventTypes = #'(note-event rest-event tie-event beam-event tuplet-span-event dynamic-event slur-event) \cueDuring "oboe" #UP { R1 } g2 c, }
Si può usare il comando \markup
per mostrare il nome dello strumento
citato. Se le citazioni in corpo più piccolo richiedono un cambio di chiave, si
può fare manualmente, ma anche il ripristino della chiave originale dovrà essere
fatto manualmente al termine delle citazioni.
fluteNotes = \relative { r2. c''4 d8 c d e fis2 g2 d2 } bassoonNotes = \relative c { \clef bass R1 \clef treble <>^\markup \tiny { flute } \cueDuring "flute" #UP { R1 } \clef bass g4. b8 d2 } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \new Staff { \bassoonNotes }
Altrimenti si può usare la funzione \cueDuringWithClef
. Questo comando
prende un ulteriore argomento per specificare il cambio di chiave da usare
per le citazioni in corpo più piccolo ma mostrerà automaticamente la chiave originale appena le
citazioni sono finite.
fluteNotes = \relative { r2. c''4 d8 c d e fis2 g2 d2 } bassoonNotes = \relative c { \clef bass R1 <>^\markup { \tiny "flute" } \cueDuringWithClef "flute" #UP "treble" { R1 } g4. b8 d2 } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \new Staff { \bassoonNotes }
Come \quoteDuring
, \cueDuring
prende in considerazione la
trasposizione degli strumenti. Le citazioni in corpo più piccolo vengono mostrate nelle altezze
necessarie allo strumento che riprende la citazione per riprodurre gli
stessi suoni dello strumento citato.
Per trasporre le citazioni in corpo più piccolo in modo diverso, si usa
\transposedCueDuring
. Questo comando prende un ulteriore
argomento per specificare (in modalità assoluta) l’altezza da usare nella partitura
per rappresentare il Do centrale in intonazione reale. È utile nel caso di citazioni
da uno strumento che ha un registro completamente diverso.
piccoloNotes = \relative { \clef "treble^8" R1 c'''8 c c e g2 c4 g g2 } bassClarinetNotes = \relative c' { \key d \major \transposition bes, d4 r a r \transposedCueDuring "piccolo" #UP d { R1 } d4 r a r } \addQuote "piccolo" { \piccoloNotes } << \new Staff \piccoloNotes \new Staff \bassClarinetNotes >>
Il comando \killCues
toglie le citazioni in corpo più piccolo da un’espressione
musicale, in modo che la stessa espressione musicale possa essere
usata per produrre sia la parte strumentale con le citazioni in corpo più piccolo sia l’intera
partitura. Il comando \killCues
toglie soltanto le note e gli
eventi citati da \cueDuring
. Altre annotazioni relative alle citazioni in corpo più piccolo,
come i cambi di chiave e il nome che identifica lo strumento sorgente,
possono essere contrassegnate per includerle in modo selettivo nella
partitura; si veda Uso delle etichette.
fluteNotes = \relative { r2. c''4 d8 c d e fis2 g2 d2 } bassoonNotes = \relative c { \clef bass R1 \tag #'part { \clef treble <>^\markup { \tiny "flute" } } \cueDuring "flute" #UP { R1 } \tag #'part \clef bass g4. b8 d2 } \addQuote "flute" { \fluteNotes } \new Staff { \bassoonNotes } \new StaffGroup << \new Staff { \fluteNotes } \new Staff { \removeWithTag #'part { \killCues { \bassoonNotes } } } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Citare altre voci, Trasporto strumentale, Nomi degli strumenti, Chiave, Suggerimenti musicali, Uso delle etichette.
Frammenti: Staff notation.
Guida al funzionamento interno: CueVoice, Voice.
Problemi noti e avvertimenti
Quando si usa \cueDuring
, si possono verificare delle collisioni tra
le pause nel contesto Voice
e quelle in CueVoice
. Quando si usa
\cueDuringWithClef
o \transposedCueDuring
, l’argomento ulteriore
richiesto da entrambi deve venire dopo la citazione e la direzione.
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[ < Formattazione delle notine ] | [ Su : Notazione musicale ] | [ Interne al rigo > ] |
1.7 Note editoriali
Questa sezione tratta dei vari modi con cui cambiare l’aspetto delle note e aggiungere un’analisi o un accento didattico.
1.7.1 Interne al rigo | ||
1.7.2 Esterne al rigo |
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Note editoriali ] | [ Su : Note editoriali ] | [ Scelta della dimensione del tipo di carattere > ] |
1.7.1 Interne al rigo
Questa sezione spiega come aggiungere enfasi agli elementi interni al rigo.
Scelta della dimensione del tipo di carattere | ||
Indicazioni di diteggiatura | ||
Note nascoste | ||
Colorare gli oggetti | ||
Parentesi | ||
Gambi |
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[ < Interne al rigo ] | [ Su : Interne al rigo ] | [ Indicazioni di diteggiatura > ] |
Scelta della dimensione del tipo di carattere
Nota:
Per le dimensioni del testo, leggere Scelta del tipo di carattere e della dimensione.
Per la dimensione del rigo, leggere Impostare la dimensione del rigo.
Per le citazioni in corpo piccolo, leggere Formattazione delle notine.
Per i righi ossia, leggere Righi ossia.
Per modificare la dimensione di un elemento della notazione senza cambiare
anche la dimensione del rigo, si può specificare un fattore di ingrandimento
col comando \magnifyMusic
:
\new Staff << \new Voice \relative { \voiceOne <e' e'>4 <f f'>8. <g g'>16 <f f'>8 <e e'>4 r8 } \new Voice \relative { \voiceTwo \magnifyMusic 0.63 { \override Score.SpacingSpanner.spacing-increment = #(* 1.2 0.63) r32 c'' a c a c a c r c a c a c a c r c a c a c a c a c a c a c a c } } >>
L’\override
in questo esempio serve a eludere un difetto del programma,
spiegato in “Known issues and warnings” alla fine di questa sezione.
Se la testa di una nota di dimensione normale è accorpata con una più piccola, potrebbe essere necessario ripristinare la dimensione della nota più piccola (con ‘\once \normalsize’) in modo che i gambi e le alterazioni siano allineati correttamente:
\new Staff << \key fis \minor \mergeDifferentlyDottedOn \new Voice \relative { \voiceOne \magnifyMusic 0.63 { \override Score.SpacingSpanner.spacing-increment = #(* 1.2 0.63) \once \normalsize cis'32( cis' gis b a fis \once \normalsize d d' \once \normalsize cis, cis' gis b a gis \once \normalsize fis fis' \once \normalsize fis, fis' ais, cis b gis \once \normalsize eis eis' \once \normalsize a, a' bis, d cis b \once \normalsize gis gis') } } \new Voice \relative { \voiceTwo cis'8. d16 cis8. fis16 fis8. eis16 a8. gis16 } >>
Il comando \magnifyMusic
non è adatto per le citazioni in corpo
piccolo, gli abbellimenti o i righi ossia, per i quali esistono
metodi di inserimento più appropriati. È invece utile quando la
dimensione della notazione cambia in una singola parte strumentale
su un rigo e quando gli abbellimenti non sono la scelta appropriata,
come nei passaggi di tipo cadenza o in casi simili agli esempi
precedenti. Impostando il valore di \magnifyMusic
su 0.63
si duplicano le dimensioni del contesto CueVoice
.
Nota: Il comando \magnifyMusic
non deve essere
usato quando si ridimensiona anche il rigo. Maggiori informazioni
in Impostare la dimensione del rigo.
Ridimensionare oggetti della formattazione individualmente
Un singolo oggetto della formattazione può essere ridimensionato
coi comandi \tweak
o \override
per regolare la sua
proprietà font-size
:
\relative { % ridimensiona una testa di nota <f' \tweak font-size -4 b e>-5 % ridimensiona una diteggiatura bes-\tweak font-size 0 -3 % ridimensiona un'alterazione \once \override Accidental.font-size = -4 bes!-^ % ridimensiona un'articolazione \once \override Script.font-size = 4 bes!-^ }
Il valore predefinito di font-size
per ogni oggetto della
formattazione è elencato nella Guida al funzionamento interno. La
proprietà font-size
può essere impostata solo per quegli
oggetti che supportano l’interfaccia di formattazione font-interface
.
Se font-size
non è specificato nella lista ‘Standard settings’
dell’oggetto, il suo valore è 0. Si veda
All layout objects.
Capire la proprietà fontSize
La proprietà di contesto fontSize
regola la dimensione relativa di
tutti gli elementi della notazione basati su un glifo in un contesto:
\relative { \time 3/4 d''4---5 c8( b a g) | \set fontSize = -6 e'4-- c!8-4( b a g) | \set fontSize = 0 fis4---3 e8( d) fis4 | g2. }
Il valore di fontSize
è un numero che indica la dimensione
relativa alla dimensione standard dell’altezza del rigo corrente.
Il valore predefinito di fontSize
è 0; aggiungendo 6 a qualsiasi
valore di fontSize
si raddoppia la dimensione dei glifi e
togliendo 6 si dimezza. Ogni punto aumenta la dimensione di circa
il 12%.
Dato che le unità logaritmiche della proprietà font-size
non sono
del tutto intuitive, viene fornita per comodità la funzione Scheme
magnification->font-size
. Per esempio, per ridurre la notazione
musicale al 75% della dimensione predefinita si usa:
\set fontSize = #(magnification->font-size 0.75)
La funzione Scheme magstep
fa l’opposto: converte un valore
di font-size
in un fattore di ingrandimento.
La proprietà fontSize
avrà effetto soltanto sugli elementi
della notazione che sono disegnati con glifi, come le teste di
nota, le alterazioni, i segni, etc. Non modificherà la dimensione
del rigo stesso né ridimensionerà proporzionalmente gambi, travature
o la spaziatura orizzontale. Per ridimensionare gambi, travature
e spaziatura orizzontale insieme alla dimensione degli elementi della
notazione (senza cambiare la dimensione del rigo), si usa il comando
\magnifyMusic
presentato prima. Per ridimensionare tutto,
compreso il rigo, leggere Impostare la dimensione del rigo.
Ogni volta che la proprietà di contesto fontSize
è impostata, il
suo valore viene aggiunto al valore della proprietà del grob font-size
per i singoli oggetti di formattazione, prima che siano stampati i glifi.
Ciò può creare confusione quando si impostano individualmente le proprietà
font-size
mentre è impostato anche fontSize
:
% il valore predefinito di font-size per NoteHead è 0 % il valore predefinito di font-size per Fingering è -5 c''4-3 \set fontSize = -3 % la dimensione effettiva per NoteHead è ora -3 % la dimensione effettiva per Fingering è ora -8 c''4-3 \override Fingering.font-size = 0 % la dimensione effettiva per Fingering è ora -3 c''4-3
Sono anche disponibili le seguenti scorciatoie:
Comando | Equivalente a | Dimensione relativa |
\teeny | \set fontSize = -3 | 71% |
\tiny | \set fontSize = -2 | 79% |
\small | \set fontSize = -1 | 89% |
\normalsize | \set fontSize = 0 | 100% |
\large | \set fontSize = 1 | 112% |
\huge | \set fontSize = 2 | 126% |
\relative c'' { \teeny c4.-> d8---3 \tiny c4.-> d8---3 \small c4.-> d8---3 \normalsize c4.-> d8---3 \large c4.-> d8---3 \huge c4.-> d8---3 }
La modifica della dimensione del tipo di carattere si ottiene ridimensionando
la dimensione, tra quelle predefinite, più vicina a quella desiderata. La
dimensione standard (per font-size = 0
) dipende dall’altezza
standard del rigo: per un rigo di 20pt, viene scelto un tipo di carattere
di 11pt.
Comandi predefiniti
\magnifyMusic
,
\teeny
,
\tiny
,
\small
,
\normalsize
,
\large
,
\huge
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Scelta del tipo di carattere e della dimensione, Impostare la dimensione del rigo, Formattazione delle notine, Righi ossia.
File installati: ‘ly/music-functions-init.ly’, ‘ly/property-init.ly’.
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: font-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Attualmente ci sono due bug che impediscono una corretta spaziatura
orizzontale quando si usa \magnifyMusic
. C’è un solo modo
per eludere questi bug e non funziona in tutte le circostanze.
Nell’esempio seguente, sostituire la variabile mag con un
valore a piacere. Si può provare anche a togliere uno o entrambi
i comandi \newSpacingSection
e/o i comandi \override
e \revert
:
\magnifyMusic mag { \newSpacingSection \override Score.SpacingSpanner.spacing-increment = #(* 1.2 mag) [music] \newSpacingSection \revert Score.SpacingSpanner.spacing-increment }
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Indicazioni di diteggiatura
Le indicazioni di diteggiatura si inseriscono con ‘nota-numero’:
\relative { c''4-1 d-2 f-4 e-3 }
Si può usare il testo incluso dentro \markup
o tra virgolette per
indicare un cambio di dito.
\relative { c''4-1 d-2 f\finger \markup \tied-lyric "4~3" c\finger "2 - 3" }
Si può aggiungere il simbolo del pollice per indicare che una nota deve essere suonata col pollice (ad esempio, nella musica per violoncello).
\relative { <a'_\thumb a'-3>2 <b_\thumb b'-3> }
È possibile indicare la diteggiatura di ogni singola nota di un accordo specificandola dopo ciascuna altezza.
\relative { <c''-1 e-2 g-3 b-5>2 <d-1 f-2 a-3 c-5> }
Le indicazioni di diteggiatura possono essere poste sopra o sotto il rigo, come è spiegato in Direzione e posizionamento.
Frammenti di codice selezionati
Controllare il posizionamento delle diteggiature di un accordo
Il posizionamento dei numeri della diteggiatura può essere regolato in modo preciso. Perché l’orientamento funzioni, occorre usare il costrutto per gli accordi <> anche per le note singole. Si può impostare in modo simile l’orientamento dei numeri di corda e delle diteggiature della mano destra.
\relative c' { \set fingeringOrientations = #'(left) <c-1 e-3 a-5>4 \set fingeringOrientations = #'(down) <c-1 e-3 a-5>4 \set fingeringOrientations = #'(down right up) <c-1 e-3 a-5>4 \set fingeringOrientations = #'(up) <c-1 e-3 a-5>4 \set fingeringOrientations = #'(left) <c-1>2 \set fingeringOrientations = #'(down) <e-3>2 \set stringNumberOrientations = #'(up left down) <f\3 a\2 c\1>1 \set strokeFingerOrientations = #'(down right up) <c\rightHandFinger #1 e\rightHandFinger #2 c'\rightHandFinger #4 > }
Far sì che la diteggiatura appaia dentro il rigo
Per impostazione predefinita, le diteggiature orientate verticalmente sono poste fuori dal rigo; questo comportamento tuttavia può essere disabilitato. Occorre fare attenzione alle situazioni in cui le diteggiature e i gambi sono rivolti nella stessa direzione: normalmente le diteggiature evitano soltanto i gambi con travature. Questa impostazione predefinita può essere cambiata in modo da evitare tutti i gambi oppure nessuno. L’esempio seguente mostra queste due opzioni, così come tornare al comportamento predefinito.
\relative c' { <c-1 e-2 g-3 b-5>2 \override Fingering.staff-padding = #'() <c-1 e-2 g-3 b-5>4 g'-0 a8[-1 b]-2 g-0 r \override Fingering.add-stem-support = ##f a[-1 b]-2 g-0 r \override Fingering.add-stem-support = ##t a[-1 b]-2 g-0 r \override Fingering.add-stem-support = #only-if-beamed a[-1 b]-2 g-0 r }
Vedi anche
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento.
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: FingeringEvent, fingering-event, Fingering_engraver, New_fingering_engraver, Fingering.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Note nascoste
Le note nascoste (o invisibili o trasparenti) possono essere utili nella preparazione di esercizi di teoria e composizione.
\relative { c''4 d \hideNotes e4 f \unHideNotes g a \hideNotes b \unHideNotes c }
Questo comando rende invisibili le teste, i gambi e le code delle note, e le pause. Le travature sono invisibili se iniziano su una nota nascosta. Mentre gli oggetti attaccati a note invisibili sono comunque visibili.
\relative c'' { e8(\p f g a)-- \hideNotes e8(\p f g a)-- }
Comandi predefiniti
\hideNotes
,
\unHideNotes
.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti.
Guida alla notazione: Pause invisibili, Visibilità degli oggetti, Nascondere i righi.
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Note_spacing_engraver, NoteSpacing.
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Colorare gli oggetti
Si possono assegnare dei colori a ciascun oggetto. I nomi dei colori validi sono elencati nell’Elenco dei colori.
\override NoteHead.color = #red c''4 c'' \override NoteHead.color = #(x11-color 'LimeGreen) d'' \override Stem.color = #blue e''
Si può accedere all’intera gamma di colori definita per X11 con la
funzione Scheme x11-color
. La funzione prende un argomento,
che può essere un simbolo nella forma 'FooBar
o una
stringa nella forma "FooBar"
. La prima forma è più
veloce da scrivere e più efficiente. Tuttavia, la seconda forma
permette di accedere ai colori X11 attraverso la forma del nome
che ha più di una parola.
La funzione x11-color
, se non riesce a comprendere il parametro,
restituisce il colore nero.
\new Staff \with { instrumentName = \markup { \with-color #(x11-color 'red) "Clarinet" } } \relative c'' { \override Staff.StaffSymbol.color = #(x11-color 'SlateBlue2) gis8 a \override Beam.color = #(x11-color "medium turquoise") gis a \override Accidental.color = #(x11-color 'DarkRed) gis a \override NoteHead.color = #(x11-color "LimeGreen") gis a % this is deliberate nonsense; note that the stems remain black \override Stem.color = #(x11-color 'Boggle) b2 cis }
I colori RGB esatti si specificano con la funzione Scheme rgb-color
.
\new Staff \with { instrumentName = \markup { \with-color #(x11-color 'red) "Clarinet" } } \relative c'' { \override Staff.StaffSymbol.color = #(x11-color 'SlateBlue2) \override Stem.color = #(rgb-color 0 0 0) gis8 a \override Stem.color = #(rgb-color 1 1 1) gis8 a \override Stem.color = #(rgb-color 0 0 0.5) gis4 a }
Vedi anche
Guida alla notazione:
Elenco dei colori, Il comando \tweak
.
Frammenti: Editorial annotations.
Problemi noti e avvertimenti
Un colore X11 non ha necessariamente la stessa identica tonalità di un normale colore dal nome simile.
Non tutti i colori X11 sono distinguibili in un browser web. Per esempio,
un browser potrebbe non mostrare alcuna differenza tra LimeGreen
e ForestGreen
. Per il web si consiglia di usare i colori normali
(ovvero blue
, green
, red
).
Le note in un accordo non possono essere colorate separatamente con un
\override
; al suo posto si usa \tweak
o l’equivalente
\single\override
, vedi Il comando \tweak
.
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Parentesi
Gli oggetti possono essere messi tra parentesi se si usa il comando \parenthesize
prima dell’evento musicale. Se precede un accordo, viene messa tra parentesi
ogni nota dell’accordo. Si possono mettere tra parentesi anche singole note
di un accordo.
\relative { c''2 \parenthesize d c2 \parenthesize <c e g> c2 <c \parenthesize e g> }
Si possono mettere tra parentesi anche oggetti diversi dalle note. Per le
articolazioni è necessario usare un trattino prima del comando \parenthesize
.
\relative { c''2-\parenthesize -. d c2 \parenthesize r }
Vedi anche
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Parenthesis_engraver, ParenthesesItem, parentheses-interface.
Problemi noti e avvertimenti
Se si mette tra parentesi un accordo, viene creata una parentesi per ogni nota dell’accordo invece di una sola grande parentesi per l’intero accordo.
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Gambi
Per ogni nota viene creato automaticamente un oggetto Stem
(gambo).
Vale anche per le semibrevi e le pause, anche se i loro gambi sono resi
invisibili.
I gambi si possono posizionare sopra o sotto, vedi Direzione e posizionamento.
Comandi predefiniti
\stemUp
,
\stemDown
,
\stemNeutral
.
Frammenti di codice selezionati
Direzione predefinita dei gambi sulla linea centrale del rigo
La direzione predefinita dei gambi sulla linea centrale del rigo si
imposta con la proprietà neutral-direction
dell’oggetto Stem
.
\relative c'' { a4 b c b \override Stem.neutral-direction = #up a4 b c b \override Stem.neutral-direction = #down a4 b c b }
Cambiare automaticamente la direzione del gambo della nota centrale in base alla melodia
LilyPond può modificare la direzione del gambo della nota centrale di un
rigo in modo che segua la melodia: occorre aggiungere l’incisore
Melody_engraver
al contesto Voice e sovrascrivere la
proprietà neutral-direction
di Stem.
\relative c'' { \time 3/4 a8 b g f b g | c b d c b c | } \layout { \context { \Voice \consists "Melody_engraver" \autoBeamOff \override Stem.neutral-direction = #'() } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Direzione e posizionamento.
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Stem_engraver, Stem, stem-interface.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
[ < Gambi ] | [ Su : Note editoriali ] | [ Nuvoletta di aiuto > ] |
1.7.2 Esterne al rigo
Questa sezione spiega come dare risalto agli elementi nel rigo attraverso delle note esterne al rigo.
Nuvoletta di aiuto | ||
Linee della griglia | ||
Parentesi analitiche |
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[ < Esterne al rigo ] | [ Su : Esterne al rigo ] | [ Linee della griglia > ] |
Nuvoletta di aiuto
Si possono contrassegnare e nominare gli elementi della notazione tramite una nuvoletta quadrata. La sua funzione principale è spiegare la notazione.
\relative c'' { \new Voice \with { \consists "Balloon_engraver" } { \balloonGrobText #'Stem #'(3 . 4) \markup { "Sono un gambo" } a8 \balloonGrobText #'Rest #'(-4 . -4) \markup { "Sono una pausa" } r <c, g'-\balloonText #'(-2 . -2) \markup { "Sono la testa di una nota" } c>2. } }
Ci sono due funzioni musicali, balloonGrobText
e
balloonText
; la prima si usa nella forma
\once \override
per attaccare del testo a un qualsiasi
oggetto grafico (grob), mentre la seconda viene usata come
\tweak
, solitamente all’interno degli accordi, per
attaccare del testo a una singola nota.
Il testo nella nuvoletta influenza la spaziatura delle note, ma è possibile modificare questo comportamento:
\relative c'' { \new Voice \with { \consists "Balloon_engraver" } { \balloonGrobText #'Stem #'(3 . 4) \markup { "Sono un gambo" } a8 \balloonGrobText #'Rest #'(-4 . -4) \markup { "Sono una pausa" } r \balloonLengthOn <c, g'-\balloonText #'(-2 . -2) \markup { "Sono la testa di una nota" } c>2. } }
Comandi predefiniti
\balloonLengthOn
,
\balloonLengthOff
.
Vedi anche
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Balloon_engraver, BalloonTextItem, balloon-interface.
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Linee della griglia
Si possono disegnare delle linee verticali tra i righi sincronizzate con le note.
Si deve usare l’incisore Grid_point_engraver
per creare le
estremità delle linee, mentre l’incisore Grid_line_span_engraver
serve
a disegnare le linee. Per impostazione predefinita, le linee della griglia sono
allineate orizzontalmente sotto e sul lato sinistro delle teste di nota.
Le linee si estendono a partire dalle linee centrali di ciascun rigo.
gridInterval
deve specificare la durata che separa le linee.
\layout { \context { \Staff \consists "Grid_point_engraver" gridInterval = #(ly:make-moment 1/4) } \context { \Score \consists "Grid_line_span_engraver" } } \score { \new ChoirStaff << \new Staff \relative { \stemUp c''4. d8 e8 f g4 } \new Staff \relative { \clef bass \stemDown c4 g' f e } >> }
Frammenti di codice selezionati
Modificare l’aspetto delle linee della griglia
L’aspetto delle linee della griglia può essere modificato sovrascrivendo alcune delle loro proprietà.
\score { \new ChoirStaff << \new Staff { \relative c'' { \stemUp c'4. d8 e8 f g4 } } \new Staff { \relative c { % this moves them up one staff space from the default position \override Score.GridLine.extra-offset = #'(0.0 . 1.0) \stemDown \clef bass \once \override Score.GridLine.thickness = #5.0 c4 \once \override Score.GridLine.thickness = #1.0 g'4 \once \override Score.GridLine.thickness = #3.0 f4 \once \override Score.GridLine.thickness = #5.0 e4 } } >> \layout { \context { \Staff % set up grids \consists "Grid_point_engraver" % set the grid interval to one quarter note gridInterval = #(ly:make-moment 1/4) } \context { \Score \consists "Grid_line_span_engraver" % this moves them to the right half a staff space \override NoteColumn.X-offset = #-0.5 } } }
Vedi anche
Frammenti: Editorial annotations.
Guida al funzionamento interno: Grid_line_span_engraver, Grid_point_engraver, GridLine, GridPoint, grid-line-interface, grid-point-interface.
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Parentesi analitiche
Nell’analisi musicale si usano le parentesi per indicare la struttura dei brani musicali. Sono supportate delle semplici parentesi orizzontali.
\layout { \context { \Voice \consists "Horizontal_bracket_engraver" } } \relative { c''2\startGroup d\stopGroup }
Le parentesi analitiche si possono annidare.
\layout { \context { \Voice \consists "Horizontal_bracket_engraver" } } \relative { c''4\startGroup\startGroup d4\stopGroup e4\startGroup d4\stopGroup\stopGroup }
Frammenti di codice selezionati
Parentesi analitiche sopra il rigo
Delle semplici parentesi analitiche orizzontali vengono aggiunte, per impostazione predefinita, sotto il rigo. L’esempio seguente mostra un modo per posizionarle sopra il rigo.
\layout { \context { \Voice \consists "Horizontal_bracket_engraver" } } \relative c'' { \once \override HorizontalBracket.direction = #UP c2\startGroup d2\stopGroup }
Parentesi analitiche con etichette
Si può aggiungere del testo alle parentesi analitiche tramite la proprietà
text
del grob HorizontalBracketText
. L’aggiunta di vari frammenti
di testo alle parentesi che iniziano nello stesso momento musicale richiede
l’uso del comando \tweak
.
Dopo un’interruzione di linea il testo viene messo tra parentesi.
\layout { \context { \Voice \consists "Horizontal_bracket_engraver" \override HorizontalBracket.direction = #UP } } { \once\override HorizontalBracketText.text = "a" c''\startGroup d''\stopGroup \once\override HorizontalBracketText.text = "a'" e''\startGroup d''\stopGroup | c''-\tweak HorizontalBracketText.text \markup \bold \huge "b" \startGroup -\tweak HorizontalBracketText.text "a" \startGroup d''\stopGroup e''-\tweak HorizontalBracketText.text "a'" \startGroup d''\stopGroup\stopGroup | c''-\tweak HorizontalBracketText.text foo \startGroup d'' e'' f'' | \break g'' a'' b'' c'''\stopGroup }
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: Horizontal_bracket_engraver, HorizontalBracket, horizontal-bracket-interface, HorizontalBracketText, horizontal-bracket-text-interface, Staff.
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1.8 Testo
Questa sezione spiega come includere del testo (con vari tipi di formattazione) nelle partiture musicali.
Alcuni elementi testuali che non sono trattati qui sono discussi in altre sezioni specifiche: Musica vocale, Titoli e intestazioni.
1.8.1 Inserimento del testo | ||
1.8.2 Formattazione del testo | ||
1.8.3 Tipi di carattere |
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[ < Testo ] | [ Su : Testo ] | [ Scritte > ] |
1.8.1 Inserimento del testo
Questa sezione presenta vari modi di aggiungere del testo a una partitura.
Nota: Per scrivere caratteri accentati e speciali (come quelli di altre lingue), basta inserire semplicemente i caratteri nel file LilyPond, purché il file sia salvato in formato UTF-8. Ulteriori informazioni in Codifica del testo.
Scritte | ||
Estensori del testo | ||
Indicazioni testuali | ||
Testo separato |
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Scritte
Si possono aggiungere a una partitura delle semplici indicazioni con del “testo tra virgolette”, come mostrato nell’esempio seguente. Tali indicazioni possono essere posizionate sopra o sotto il rigo, usando la sintassi descritta in Direzione e posizionamento.
\relative { a'8^"pizz." g f e a4-"scherz." f }
In realtà questa sintassi è una scorciatoia; si può specificare una formattazione
del testo più complessa usando in modo esplicito un blocco \markup
, come
è spiegato in Formattazione del testo.
\relative { a'8^\markup { \italic pizz. } g f e a4_\markup { \tiny scherz. \bold molto } f }
Le indicazioni testuali, di norma, non influenzano la spaziatura delle note. Ma è possibile far sì che la loro larghezza venga presa in considerazione: nell’esempio seguente la prima stringa di testo non influenza la spaziatura, mentre la seconda sì.
\relative { a'8^"pizz." g f e \textLengthOn a4_"scherzando" f }
Oltre alle scritte, si possono attaccare alle note anche le articolazioni. Ulteriori informazioni in Articolazioni e abbellimenti.
Per maggiori informazioni sull’ordinamento relativo delle scritte e delle articolazioni si veda Posizionamento degli oggetti.
Comandi predefiniti
\textLengthOn
,
\textLengthOff
.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Posizionamento degli oggetti.
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Direzione e posizionamento, Articolazioni e abbellimenti.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
Problemi noti e avvertimenti
Per verificare che le scritte e il testo vocale siano entro i margini occorrono ulteriori calcoli. Nei casi in cui è richiesta un’esecuzione leggermente più veloce, usare
\override Score.PaperColumn.keep-inside-line = ##f
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Estensori del testo
Alcune indicazioni esecutive, per esempio rallentando o accelerando, appaiono in forma testuale e vengono estese lungo molteplici note con delle linee punteggiate. Tali oggetti, chiamati “estensori” (spanner), si creano collegando due note con la seguente sintassi:
\relative { \override TextSpanner.bound-details.left.text = "rit." b'1\startTextSpan e,\stopTextSpan }
La stringa testuale da stampare viene impostata attraverso le proprietà
dell’oggetto. Per impostazione predefinita, appare in corsivo, ma si
può ottenere una formattazione diversa tramite i blocchi \markup
, come
è spiegato in Formattazione del testo.
\relative { \override TextSpanner.bound-details.left.text = \markup { \upright "rit." } b'1\startTextSpan c e,\stopTextSpan }
Lo stile della linea, così come la stringa testuale, può essere definito come una proprietà dell’oggetto. Questa sintassi è descritta in Stili della linea.
Comandi predefiniti
\textSpannerUp
,
\textSpannerDown
,
\textSpannerNeutral
.
Problemi noti e avvertimenti
LilyPond è capace di gestire un solo estensore del testo per ogni voce.
Frammenti di codice selezionati
Estensore testuale della dinamica personalizzato
Si possono definire estensori testuali personalizzati che fanno uso delle
forcine e dei crescendo testuali. \<
e \>
generano le
forcine, \cresc
etc. generano gli estensori testuali.
% Some sample text dynamic spanners, to be used as postfix operators crpoco = #(make-music 'CrescendoEvent 'span-direction START 'span-type 'text 'span-text "cresc. poco a poco") \relative c' { c4\cresc d4 e4 f4 | g4 a4\! b4\crpoco c4 | c4 d4 e4 f4 | g4 a4\! b4\< c4 | g4\dim a4 b4\decresc c4\! }
Estensore testuale della dinamica personalizzato
Funzioni postfix per estensori testuali personalizzati del crescendo. Gli
estensori devono iniziare sulla prima nota della misura; e bisogna usare
-\mycresc
, altrimenti l’inizio dell’estensore viene assegnato alla
nota successiva.
% Two functions for (de)crescendo spanners where you can explicitly % give the spanner text. mycresc = #(define-music-function (mymarkup) (markup?) (make-music 'CrescendoEvent 'span-direction START 'span-type 'text 'span-text mymarkup)) mydecresc = #(define-music-function (mymarkup) (markup?) (make-music 'DecrescendoEvent 'span-direction START 'span-type 'text 'span-text mymarkup)) \relative c' { c4-\mycresc "custom cresc" c4 c4 c4 | c4 c4 c4 c4 | c4-\mydecresc "custom decresc" c4 c4 c4 | c4 c4\! c4 c4 }
Vedi anche
Guida alla notazione: Stili della linea, Dinamiche, Formattazione del testo.
Frammenti: Text, Expressive marks.
Guida al funzionamento interno: TextSpanner.
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Indicazioni testuali
Si possono aggiungere vari elementi testuali a una partitura tramite la sintassi descritta in Segni di chiamata:
\relative { \mark "Verse" c'2 g' \bar "||" \mark "Chorus" g2 c, \bar "|." }
Questa sintassi permette di porre del testo sopra una stanghetta;
una formattazione del testo più complessa è possibile grazie al
blocco \markup
, come è spiegato in Formattazione del testo:
\relative { <c' e>1 \mark \markup { \italic { colla parte } } <d f>2 <e g> <c f aes>1 }
Questa sintassi permette anche di stampare segni speciali, come coda, segno o corona, se si specifica il nome appropriato del simbolo, come è spiegato in Notazione musicale nel blocco markup:
\relative { <bes' f>2 <aes d> \mark \markup { \musicglyph "scripts.ufermata" } <e g>1 }
Tali oggetti vengono posizionati soltanto sopra il rigo superiore della partitura; a seconda che siano inseriti alla fine o a metà di una battuta, possono trovarsi sopra la stanghetta o tra le note. Se inserito prima di un’interruzione di linea, l’indicazione apparirà all’inizio della linea successiva.
\relative c'' { \mark "Allegro" c1 c \mark "assai" \break c c }
Comandi predefiniti
\markLengthOn
,
\markLengthOff
.
Frammenti di codice selezionati
Posizionare le indicazioni alla fine di una linea
È possibile posizionare le indicazioni alla fine della linea corrente, invece che all’inizio della linea successiva. In tali casi, può essere preferibile allineare l’estremità destra dell’indicazione alla stanghetta.
\relative c'' { g2 c d,2 a' \once \override Score.RehearsalMark.break-visibility = #end-of-line-visible \once \override Score.RehearsalMark.self-alignment-X = #RIGHT \mark "D.C. al Fine" \break g2 b, c1 \bar "||" }
Stampare le indicazioni su ogni rigo
Sebbene le indicazioni testuali siano di norma collocate solo sopra il rigo più alto, è possibile farle apparire su ogni rigo.
\score { << \new Staff { c''1 \mark "molto" c'' } \new Staff { c'1 \mark "molto" c' } >> \layout { \context { \Score \remove "Mark_engraver" \remove "Staff_collecting_engraver" } \context { \Staff \consists "Mark_engraver" \consists "Staff_collecting_engraver" } } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Segni di chiamata, Formattazione del testo, Notazione musicale nel blocco markup, Il font Emmentaler.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: MarkEvent, Mark_engraver, RehearsalMark.
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Testo separato
Un blocco \markup
può esistere di per sé, fuori da qualsiasi
blocco \score
, come un’ “espressione di livello superiore”. Questa
sintassi è descritta in Struttura del file.
\markup { Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow... }
Ciò permette di stampare il testo in modo autonomo dalla musica, ed è utile soprattutto quando il file di input contiene vari brani musicali, come è spiegato in Molteplici partiture in un libro.
\score { c'1 } \markup { Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow... } \score { c'1 }
Blocchi di testo separati possono essere estesi per molte pagine, rendendo possibile la realizzazione di documenti o libri interamente con LilyPond. Questa funzionalità, e la sintassi specifica che richiede, è descritta in Testo formattato su più pagine.
Comandi predefiniti
\markup
,
\markuplist
.
Frammenti di codice selezionati
Testo separato su due colonne
Il testo separato può essere disposto su varie colonne con i comandi di
\markup
:
\markup { \fill-line { \hspace #1 \column { \line { O sacrum convivium } \line { in quo Christus sumitur, } \line { recolitur memoria passionis ejus, } \line { mens impletur gratia, } \line { futurae gloriae nobis pignus datur. } \line { Amen. } } \hspace #2 \column \italic { \line { O sacred feast } \line { in which Christ is received, } \line { the memory of His Passion is renewed, } \line { the mind is filled with grace, } \line { and a pledge of future glory is given to us. } \line { Amen. } } \hspace #1 } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Formattazione del testo, Struttura del file, Molteplici partiture in un libro, Testo formattato su più pagine.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
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1.8.2 Formattazione del testo
Questa sezione presenta la formattazione del testo basilare e quella avanzata,
usando la sintassi specifica della modalità \markup
.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Introduzione al testo a margine
Un blocco \markup
permette di comporre del testo con un’ampia
sintassi chiamata “modalità markup”.
La sintassi di markup è simile alla solita sintassi di LilyPond: un’espressione
\markup
viene racchiusa tra parentesi graffe {… }
. Una
singola parola viene considerata un’espressione minima, e quindi non è
necessario racchiuderla tra parentesi.
Diversamente dalle indicazioni testuali “tra virgolette”, i blocchi
\markup
possono contenere espressioni o comandi di markup annidati,
inseriti col carattere di barra inversa \
. Tali comandi hanno
effetto solo sulla prima espressione che segue.
\relative { a'1-\markup intenso a2^\markup { poco \italic più forte } c e1 d2_\markup { \italic "string. assai" } e b1^\markup { \bold { molto \italic agitato } } c }
Un blocco \markup
può contenere anche stringhe di testo tra
virgolette. Tali stringhe vengono trattate come espressioni testuali
minime, e quindi qualsiasi comando di markup o carattere speciale
(come \
e #
) apparirà alla lettera senza influenzare
la formattazione del testo. Le stesse doppie virgolette possono essere
stampate facendole precedere da una barra inversa.
\relative { a'1^"\italic markup..." a_\markup { \italic "... prints \"italic\" letters!" } a a }
Perché sia trattata come un’espressione distinta, una lista di parole deve
essere racchiusa tra virgolette doppie o preceduta da un comando. Il modo
in cui le espressioni musicali sono definite influenza il modo in cui
saranno sistemate, centrate e allineate; nell’esempio seguente, la seconda
espressione di \markup
viene trattata nello stesso modo della prima:
\relative c'' { c1^\markup { \center-column { a bbb c } } c1^\markup { \center-column { a { bbb c } } } c1^\markup { \center-column { a \line { bbb c } } } c1^\markup { \center-column { a "bbb c" } } }
I markup possono essere salvati in delle variabili, che possono poi essere attaccate direttamente alle note:
allegro = \markup { \bold \large Allegro } { d''8.^\allegro d'16 d'4 r2 }
Una lista completa dei comandi specifici di \markup
si trova in
Comandi per markup.
Vedi anche
Guida alla notazione: Comandi per markup.
Frammenti: Text.
File installati: ‘scm/markup.scm’.
Problemi noti e avvertimenti
I messaggi di errore di sintassi relativi alla modalità markup possono essere poco chiari.
[ << Notazione musicale ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Notazione specialistica >> ] |
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Scelta del tipo di carattere e della dimensione
La modalità markup permette di cambiare il tipo di carattere:
\relative { d''1^\markup { \bold { Più mosso } \italic { non troppo \underline Vivo } } r2 r4 r8 d,_\markup { \italic quasi \smallCaps Tromba } f1 d2 r }
Si può modificare la dimensione del tipo di carattere, rispetto alla dimensione globale del rigo, in vari modi.
Si può impostare su una dimensione predefinita.
\relative b' { b1_\markup { \huge Sinfonia } b1^\markup { \teeny da } b1-\markup { \normalsize camera } }
oppure in modo proporzionale rispetto al valore precedente.
\relative b' { b1_\markup { \larger Sinfonia } b1^\markup { \smaller da } b1-\markup { \magnify #0.6 camera } }
Può essere aumentata o diminuita rispetto al valore impostato per la dimensione globale del rigo.
\relative b' { b1_\markup { \fontsize #-2 Sinfonia } b1^\markup { \fontsize #1 da } b1-\markup { \fontsize #3 camera } }
Si può impostare anche su una dimensione fissa (in punti), indipendentemente dalla dimensione globale del rigo.
\relative b' { b1_\markup { \abs-fontsize #20 Sinfonia } b1^\markup { \abs-fontsize #8 da } b1-\markup { \abs-fontsize #14 camera } }
Se il testo contiene degli spazi, è meglio racchiuderlo tutto tra virgolette, in modo che la dimensione di ciascun spazio sia adatta alla dimensione degli altri caratteri.
\markup \fontsize #6 \bold { Sinfonia da camera } \markup \fontsize #6 \bold { "Sinfonia da camera" }
È possibile stampare il testo come pedice o apice. Per impostazione predefinita, questo appaiono in corpo più piccolo, ma si può usare anche un corpo normale:
\markup { \column { \line { 1 \super st movement } \line { 1 \normal-size-super st movement \sub { (part two) } } } }
La modalità di markup fornisce un modo semplice per scegliere famiglie di caratteri diverse. Se non specificato altrimenti, viene scelto automaticamente il carattere tipografico con grazie (il tipo romano); nell’ultima linea dell’esempio seguente non c’è differenza tra la prima e la seconda parola.
\markup { \column { \line { Act \number 1 } \line { \sans { Scene I. } } \line { \typewriter { Verona. An open place. } } \line { Enter \roman Valentine and Proteus. } } }
Alcune di queste famiglie di caratteri, usate per elementi specifici come i numeri o le dinamiche, non forniscono tutti i caratteri, come accennato in Nuove indicazioni dinamiche e Indicazioni di ripetizione manuali.
Se usati all’interno di una parola, alcuni comandi che cambiano il tipo di carattere o la formattazione potrebbero produrre uno spazio vuoto indesiderato. Si può facilmente risolvere concatenando insieme gli elementi testuali:
\markup { \column { \line { \concat { 1 \super st } movement } \line { \concat { \dynamic p , } \italic { con dolce espressione } } } }
Una lista completa dei comandi per cambiare il tipo di carattere o per usare tipi di carattere personalizzati si trova in Font.
È possibile anche definire i propri gruppi di tipi di carattere, come è spiegato in Tipi di carattere.
Comandi predefiniti
\teeny
,
\tiny
,
\small
,
\normalsize
,
\large
,
\huge
,
\smaller
,
\larger
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Font, Nuove indicazioni dinamiche, Indicazioni di ripetizione manuali, Tipi di carattere.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
Problemi noti e avvertimenti
L’uso dei comandi di dimensionamento dei caratteri \teeny
, \tiny
,
\small
, \normalsize
, \large
e \huge
produce
una spaziatura della linea imprevedibile rispetto all’uso di \fontsize
.
Allineamento del testo
Questa sottosezione spiega come posizionare il testo nella modalità markup. Gli oggetti markup possono anche essere spostati interamente tramite la sintassi descritta in Spostare gli oggetti.
Gli oggetti di markup possono essere allineati in vari modi. Per impostazione predefinita, l’indicazione testuale è allineata rispetto al suo margine sinistro: nell’esempio seguente, non c’è differenza tra il primo e il secondo markup.
\relative { d''1-\markup { poco } f d-\markup { \left-align poco } f d-\markup { \center-align { poco } } f d-\markup { \right-align poco } }
L’allineamento orizzontale può essere ritoccato usando un valore numerico:
\relative { a'1-\markup { \halign #-1 poco } e' a,-\markup { \halign #0 poco } e' a,-\markup { \halign #0.5 poco } e' a,-\markup { \halign #2 poco } }
Alcuni oggetti possono avere proprie procedure di allineamento, e dunque non sono influenzate da questi comandi. È possibile spostare tali oggetti di markup tutti insieme, come mostrato ad esempio in Indicazioni testuali.
L’allineamento verticale è un po’ più complesso. Come si è detto prima, gli oggetti di markup possono essere spostati tutti insieme; tuttavia è anche possibile spostare elementi specifici all’interno di un blocco markup. In questo caso l’elemento da spostare deve essere preceduto da un punto di riferimento, che può essere un altro elemento markup o un oggetto invisibile. L’esempio seguente illustra queste due possibilità; l’ultimo markup in questo esempio non ha un punto di riferimento e di conseguenza non si muove.
\relative { d'2^\markup { Acte I \raise #2 { Scène 1 } } a' g_\markup { \null \lower #4 \bold { Très modéré } } a d,^\markup { \raise #4 \italic { Une forêt. } } a'4 a g2 a }
Alcuni comandi possono cambiare l’allineamento sia orizzontale che verticale degli oggetti testuali in modalità markup. Qualsiasi oggetto interessato da questi comandi deve essere preceduto da un punto di riferimento:
\relative { d'2^\markup { Acte I \translate #'(-1 . 2) "Scène 1" } a' g_\markup { \null \general-align #Y #3.2 \bold "Très modéré" } a d,^\markup { \null \translate-scaled #'(-1 . 2) \teeny "Une forêt." } a'4 a g2 a }
Un oggetto markup può includere varie linee di testo. Nell’esempio seguente, ogni elemento o espressione viene posizionato sulla sua linea, allineato a sinistra o centrato:
\markup { \column { a "b c" \line { d e f } } \hspace #10 \center-column { a "b c" \line { d e f } } }
Analogalmente, una lista di elementi o espressioni può essere distesa per riempire l’intera larghezza orizzontale della linea (se c’è un solo elemento, verrà centrato sulla pagina). Queste espressioni possono a loro volta includere del testo multilinea o una qualsiasi altra espressione di markup:
\markup { \fill-line { \line { William S. Gilbert } \center-column { \huge \smallCaps "The Mikado" or \smallCaps "The Town of Titipu" } \line { Sir Arthur Sullivan } } } \markup { \fill-line { 1885 } }
Indicazioni testuali lunghe possono andare a capo automaticamente in base alla larghezza della linea specificata. Possono essere allineate a sinistra o giustificate, come mostra l’esempio seguente.
\markup { \column { \line \smallCaps { La vida breve } \line \bold { Acto I } \wordwrap \italic { (La escena representa el corral de una casa de gitanos en el Albaicín de Granada. Al fondo una puerta por la que se ve el negro interior de una Fragua, iluminado por los rojos resplandores del fuego.) } \hspace #0 \line \bold { Acto II } \override #'(line-width . 50) \justify \italic { (Calle de Granada. Fachada de la casa de Carmela y su hermano Manuel con grandes ventanas abiertas a través de las que se ve el patio donde se celebra una alegre fiesta) } } }
Una lista completa dei comandi di allineamento del testo si trova in Align.
Vedi anche
Manuale d’apprendimento: Spostare gli oggetti.
Guida alla notazione: Align, Indicazioni testuali.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
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Notazione grafica nel blocco markup
Si possono aggiungere vari oggetti grafici a una partitura attraverso i comandi di markup.
Alcuni comandi di markup consentono di decorare gli elementi testuali con degli elementi grafici, come è illustrato nell’esempio seguente.
\markup \fill-line { \center-column { \circle Jack \box "in the box" \null \line { Erik Satie \hspace #3 \bracket "1866 - 1925" } \null \rounded-box \bold Prelude } }
Alcuni comandi possono richiedere un aumento del padding intorno al testo; per farlo si usano dei comandi di markup, descritti in modo esaustivo in Align.
\markup \fill-line { \center-column { \box "Charles Ives (1874 - 1954)" \null \box \pad-markup #2 "THE UNANSWERED QUESTION" \box \pad-x #8 "A Cosmic Landscape" \null } } \markup \column { \line { \hspace #10 \box \pad-to-box #'(-5 . 20) #'(0 . 5) \bold "Largo to Presto" } \pad-around #3 "String quartet keeps very even time, Flute quartet keeps very uneven time." }
Si possono produrre altri elementi grafici o simboli che non richiedono alcun testo. Come con qualsiasi espressione di markup, tali oggetti possono essere combinati.
\markup { \combine \draw-circle #4 #0.4 ##f \filled-box #'(-4 . 4) #'(-0.5 . 0.5) #1 \hspace #5 \center-column { \triangle ##t \combine \draw-line #'(0 . 4) \arrow-head #Y #DOWN ##f } }
Le funzionalità grafiche avanzate comprendono la possibilità di includere file di immagini convertite nel formato Encapsulated PostScript (eps), oppure di inserire la grafica direttamente nel file di input, usando del codice PostScript nativo. In tal caso, può essere utile specificare esplicitamente la dimensione del disegno, come è mostrato sotto:
c'1^\markup { \combine \epsfile #X #10 "./context-example.eps" \with-dimensions #'(0 . 6) #'(0 . 10) \postscript " -2 3 translate 2.7 2 scale newpath 2 -1 moveto 4 -2 4 1 1 arct 4 2 3 3 1 arct 0 4 0 3 1 arct 0 0 1 -1 1 arct closepath stroke" } c'
Una lista completa dei comandi specifici per la grafica si trova in Graphic.
Vedi anche
Guida alla notazione: Align, Dimensioni, Note editoriali, Graphic.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’, ‘scm/stencil.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
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Notazione musicale nel blocco markup
Si possono aggiungere vari elementi della notazione musicale dentro un oggetto markup.
Per le note e le alterazioni esistono dei comandi markup appositi:
a'2 a'^\markup { \note {4} #1 = \note-by-number #1 #1 #1.5 } b'1_\markup { \natural \semiflat \flat \sesquiflat \doubleflat } \glissando a'1_\markup { \natural \semisharp \sharp \sesquisharp \doublesharp } \glissando b'
Anche altri oggetti della notazione possono essere stampati in modalità markup:
\relative { g1 bes ees\finger \markup \tied-lyric "4~1" fis_\markup { \dynamic rf } bes^\markup { \beam #8 #0.1 #0.5 } cis d-\markup { \markalphabet #8 \markletter #8 } }
Più in generale, qualsiasi simbolo musicale disponibile può essere incluso separatamente in un oggetto markup, come è illustrato sotto. Una lista completa di questi simboli e dei loro nomi si trova in Il font Emmentaler.
\relative { c''2 c'^\markup { \musicglyph "eight" } c,4 c,8._\markup { \musicglyph "clefs.G_change" } c16 c2^\markup { \musicglyph "timesig.neomensural94" } }
Un altro modo per stampare glifi non testuali è descritto in Tipi di carattere in dettaglio. È utile per stampare parentesi di varie dimensioni.
La modalità markup supporta anche i diagrammi per strumenti specifici:
\relative { c''1^\markup { \fret-diagram-terse "x;x;o;2;3;2;" } c^\markup { \harp-pedal "^-v|--ov^" } c c^\markup { \combine \musicglyph "accordion.discant" \combine \raise #0.5 \musicglyph "accordion.dot" \raise #1.5 \musicglyph "accordion.dot" } }
Questi diagrammi sono documentati in Instrument Specific Markup.
È possibile annidare perfino un’intera partitura in un oggetto markup:
\relative { c'4 d^\markup { \score { \relative { c'4 d e f } } } e f | c d e f }
Una lista completa dei comandi relativi alla notazione musicale si trova in Music.
Vedi anche
Guida alla notazione: Music, Il font Emmentaler, Tipi di carattere in dettaglio.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’, ‘scm/fret-diagrams.scm’, ‘scm/harp-pedals.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
Problemi noti e avvertimenti
La spaziatura verticale di un blocco \score
interno a un oggetto markup
è regolata da baseline-skip
. Le impostazioni in \paper
vengono
ignorate.
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Testo formattato su più pagine
Sebbene gli oggetti di markup standard non possano avere interruzioni, una specifica sintassi permette di inserire linee di testo che possono estendersi per varie pagine:
\markuplist { \justified-lines { Un testo molto lungo di linee giustificate. ... } \wordwrap-lines { Un altro paragrafo molto lungo. ... } ... }
Questa sintassi accetta una lista di oggetti di markup, che possono essere
- il risultato di un comando \markuplist,
- una lista di markup,
- una lista di \markuplists.
Una lista completa dei comandi che si possono usare con \markuplist si trova in Comandi per una lista di markup.
Vedi anche
Guida alla notazione: Comandi per una lista di markup.
Estendere LilyPond: New markup list command definition.
File installati: ‘scm/define-markup-commands.scm’.
Frammenti: Text.
Guida al funzionamento interno: TextScript.
Comandi predefiniti
\markuplist
.
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1.8.3 Tipi di carattere
Questa sezione presenta il modo in cui sono gestiti i tipi di carattere e come possono essere modificati nelle partiture.
Tipi di carattere in dettaglio | ||
Tipi di carattere per singolo oggetto | ||
Tipi di carattere per l’intero documento |
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Tipi di carattere in dettaglio
I tipi di carattere vengono gestiti attraverso varie librerie. FontConfig rileva i tipi di carattere disponibili nel sistema; i tipi selezionati sono riprodotti con Pango.
I tipi di carattere della notazione musicale possono essere descritti come un insieme di glifi specifici, ordinati in varie famiglie. La seguente sintassi permette di usare vari glifi Feta di LilyPond direttamente nella modalità markup:
a'1^\markup { \vcenter { \override #'(font-encoding . fetaBraces) \lookup "brace120" \override #'(font-encoding . fetaText) \column { 1 3 sf } \override #'(font-encoding . fetaMusic) \lookup "noteheads.s0petrucci" } }
Tuttavia, tutti questi glifi, ad eccezione delle graffe di varie
dimensioni contenute in fetaBraces
, sono già utilizzabili
con la sintassi ben più semplice descritta in Notazione musicale nel blocco markup.
Quando si usano i glifi contenuti in fetaBraces
, la dimensione
della graffa viene specificata dalla parte numerica del nome del glifo,
in unità arbitrarie. Può essere specificato qualsiasi numero intero da
0
a 575
compresi, dove 0
corrisponde alla graffa
più piccola. Il valore ottimale deve essere determinato per tentativi.
Questi glifi sono tutte graffe sinistre; le graffe destre si possono
ottenere con la rotazione, vedi Rotazione degli oggetti.
Sono disponibili tre famiglie di font: il font roman (con grazie), il font sans (senza grazie) e il font monospaziato typewriter.
Per il backend svg
:
Famiglia | Font predefinito |
---|---|
roman | serif |
sans | sans-serif |
typewriter | monospace |
serif
, sans-serif
, e monospace
sono
generic-family
(famiglie generiche) nelle specifiche
SVG e CSS.
Per gli altri backend:
Famiglia | Font predefinito (alias) | Elenchi di definizione di alias |
---|---|---|
roman | LilyPond Serif | TeX Gyre Schola, C059, Century SchoolBook URW, Century Schoolbook L, DejaVu Serif, ..., serif |
sans | LilyPond Sans Serif | TeX Gyre Heros, Nimbus Sans, Nimbus Sans L, DejaVu Sans, ..., sans-serif |
typewriter | LilyPond Monospace | TeX Gyre Cursor, Nimbus Mono PS, Nimbus Mono, Nimbus Mono L, DejaVu Sans Mono, ..., monospace |
LilyPond Serif
, LilyPond Sans Serif
,
e LilyPond Monospace
sono font alias definiti
nel file di configurazione FontConfig specifico per LilyPond
00-lilypond-fonts.conf
.
Se un carattere non esiste nel primo font elencato, il font successivo
dell’elenco verrà usato al suo posto per quel carattere.
I dettagli delle definizioni degli alias si trovano nel file
00-lilypond-fonts.conf
all’interno della directory
di installazione.
Ogni famiglia può avere forme e serie differenti. L’esempio seguente
illustra la possibilità di scegliere famiglie, forme, serie e
dimensioni alternative. Il valore specificato per font-size
è
la modifica relativa alla dimensione predefinita.
\override Score.RehearsalMark.font-family = #'typewriter \mark \markup "Ouverture" \override Voice.TextScript.font-shape = #'italic \override Voice.TextScript.font-series = #'bold d''2.^\markup "Allegro" \override Voice.TextScript.font-size = #-3 c''4^smaller
Una sintassi simile si usa nella modalità markup; tuttavia in questo caso è preferibile usare la sintassi più semplice spiegata in Scelta del tipo di carattere e della dimensione:
\markup { \column { \line { \override #'((font-shape . italic) (font-size . 4)) Idomeneo, } \line { \override #'(font-family . typewriter) { \override #'(font-series . bold) re di } \override #'(font-family . sans) Creta } } }
Quando si usano i font OpenType, sono disponibili le funzionalità dei font. Nota bene: non tutti i font OpenType hanno a disposizione tutte le funzioni. Se si richiede una funzionalità che non esiste nel font scelto, tale funzionalità viene semplicemente ignorata.
% Maiuscoletto vero \markup { Stile normale: Hello HELLO } \markup { \caps { Maiuscoletto: Hello } } \markup { \override #'(font-features . ("smcp")) { Maiuscoletto vero: Hello } } % Stili numerici \markup { Stile numerico normale: 0123456789 } \markup { \override #'(font-features . ("onum")) { Stile numerico vecchio: 0123456789 } } % Alternative stilistiche \markup { \override #'(font-features . ("salt 0")) { Alternative stilistiche 0: εφπρθ } } \markup { \override #'(font-features . ("salt 1")) { Alternative stilistiche 1: εφπρθ } } % Funzionalità multiple \markup { \override #'(font-features . ("onum" "smcp" "salt 1")) { Funzionalità multiple: Hello 0123456789 εφπρθ } }
L’elenco completo delle funzionalità del font OpenType è consultabile qui: https://www.microsoft.com/typography/otspec/featurelist.htm
Per identificare le funzionalità dei font OpenType leggere qui: http://lists.gnu.org/archive/html/lilypond-devel/2017-08/msg00004.html
Sebbene sia semplice passare a un tipo di carattere preconfigurato, è anche possibile usare altri tipi, come viene spiegato nelle sezioni successive: Tipi di carattere per singolo oggetto e Tipi di carattere per l’intero documento.
Vedi anche
Guida alla notazione: Il font Emmentaler, Notazione musicale nel blocco markup, Rotazione degli oggetti, Scelta del tipo di carattere e della dimensione, Font.
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Tipi di carattere per singolo oggetto
Si può usare nella partitura qualsiasi tipo di carattere che sia installato nel sistema operativo e riconosciuto da FontConfig, usando la seguente sintassi:
\override Staff.TimeSignature.font-name = "Bitstream Charter" \override Staff.TimeSignature.font-size = #2 \time 3/4 a'1_\markup { \override #'(font-name . "Bitstream Vera Sans,sans-serif, Oblique Bold") { Vera Oblique Bold } }
font-name può essere definito da una lista separata da virgola di ‘font’ e una lista separata da spazi di ‘stili’. Se il ‘font’ nella lista è installato e contiene il glifo richiesto, verrà usato, altrimenti sarà usato al suo posto il font successivo.
Lanciando lilypond con la seguente opzione si ottiene un elenco di tutti i tipi di carattere disponibili nel sistema operativo:
lilypond -dshow-available-fonts
Vedi anche
Guida alla notazione: Tipi di carattere in dettaglio, Tipi di carattere per l’intero documento.
Frammenti: Text.
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Tipi di carattere per l’intero documento
È possibile modificare i tipi di carattere usati come tipi predefiniti nelle famiglie roman, sans e typewriter specificandoli, in questo ordine, come è mostrato nell’esempio seguente, che ridimensiona automaticamente i caratteri col valore impostato per la dimensione globale del rigo. In modo analogo a Tipi di carattere per singolo oggetto, si può indicare con una lista separata da virgole di ‘font’. Gli ‘stili’ dei font, invece, non possono essere definiti. I tipi di carattere sono spiegati in Tipi di carattere in dettaglio.
\paper { #(define fonts (make-pango-font-tree "Times New Roman" "Nimbus Sans,Nimbus Sans L" "Luxi Mono" (/ staff-height pt 20))) } \relative c'{ c1-\markup { roman, \sans sans, \typewriter typewriter. } }
Nota: make-pango-font-tree
reimposta i font della notazione sui
predefiniti Emmentaler.
La sintassi seguente permette di cambiare font specifici, lasciando gli
altri ai valori predefiniti. L’esempio seguente produce lo stesso risultato
dell’esempio precedente di make-pango-font-tree
.
Come con make-pango-font-tree
, è possibile specificare un elenco
separato da virgola di “font” per le categorie roman
, sans
e typewriter
.
Se non si cambia la dimensione del rigo dal valore predefinito di 20 pt,
#:factor (/ staff-height pt 20)
non è necessario.
\paper { #(define fonts (set-global-fonts #:roman "Times New Roman" #:sans "Nimbus Sans,Nimbus Sans L" #:typewriter "Luxi Mono" #:factor (/ staff-height pt 20) ; non necessario se la dimensione del rigo è predefinita )) }
È possibile specificare anche i font della notazione. Il prossimo esempio ha anch’esso lo stesso risultato degli esempi precedenti, perché imposta i font della notazione predefiniti. Maggiori informazioni in Cambiare il tipo di carattere della notazione.
\paper { #(define fonts (set-global-fonts #:music "emmentaler" ; predefinito #:brace "emmentaler" ; predefinito #:roman "Times New Roman" #:sans "Nimbus Sans,Nimbus Sans L" #:typewriter "Luxi Mono" #:factor (/ staff-height pt 20) ; non necessario se la dimensione del rigo è predefinita )) }
Nota: ogni chiamata della funzione set-global-fonts
reimposta completamente
i font sia della notazione principale che del testo. Se una categoria non è
specificata, allora verrà usato il font predefinito per quella categoria.
Ogni chiamata di set-global-fonts
cambia i font di ciascun blocco
\book
che la segue.
Se ci sono molteplici blocchi \book
e si vogliono usare font diversi
per ciascuno, basta ripetere set-global-fonts
, in questo modo:
\paper { #(define fonts (set-global-fonts … )) } \book { … } \paper { #(define fonts (set-global-fonts … )) } \book { … }
Vedi anche
Guida alla notazione: Tipi di carattere in dettaglio, Tipi di carattere per singolo oggetto, Scelta del tipo di carattere e della dimensione, Font, Cambiare il tipo di carattere della notazione.
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2. Notazione specialistica
Questo capitolo spiega come creare la notazione musicale per particolari tipi di strumento o per stili specifici.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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2.1 Musica vocale
Questa sezione spiega come scrivere la musica vocale e assicurarsi che il testo sia allineato con le note della melodia.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Musica vocale ] | [ Su : Musica vocale ] | [ Riferimenti per la musica vocale > ] |
2.1.1 Notazione comune per la musica vocale
Questa sezione tratta le questioni relative alla maggior parte delle tipologie di musica vocale.
Riferimenti per la musica vocale
Questa sezione indica dove trovare informazioni dettagliate sulle questioni comuni a qualsiasi tipo di musica vocale.
- La maggior parte degli stili di musica vocale usa il testo semplice per le parti vocali. Un’introduzione a questo tipo di notazione è disponibile in Impostare canzoni semplici.
-
La musica vocale richiede solitamente l’uso della modalità
markup
, sia per il testo musicale che per altri elementi testuali (i nomi dei personaggi, etc.). Questa sintassi è spiegata in Introduzione al testo a margine. - L’Ambitus può essere aggiunto all’inizio dei righi per la voce, come è spiegato in Ambitus.
- Le indicazioni dinamiche sono di norma posizionate sotto il rigo, ma nella musica corale sono posizionate solitamente sopra il rigo per evitare il testo, come è spiegato in Struttura di una partitura corale.
Vedi anche
Glossario musicale: ambitus.
Manuale di apprendimento: Impostare canzoni semplici.
Guida alla notazione: Introduzione al testo a margine, Ambitus, Struttura di una partitura corale.
Frammenti: Vocal music.
Inserimento del testo vocale
Il testo vocale viene inserito in una speciale modalità di input, che
può essere introdotta dai comandi \lyricmode
, \addlyrics
o
\lyricsto
. In questa speciale modalità, l’input d
non
viene analizzato come l’altezza Re, ma come una sillaba di
una lettera. In altre parole, le sillabe si inseriscono come le note,
ma le altezze sono sostituite dal testo.
Per esempio:
\lyricmode { Three4 blind mice,2 three4 blind mice2 }
Ci sono due metodi principali per determinare il posizionamento
orizzontale delle sillabe. Si può indicare la durata di ogni
sillaba esplicitamente, come nell’esempio precedente; oppure
si può lasciare che il testo sia allineato automaticamente a
una melodia o a un’altra voce del brano, usando \addlyrics
o
\lyricsto
. Il primo metodo è descritto sotto in
Durate manuali delle sillabe; il secondo in
Durate automatiche delle sillabe.
Una parola o sillaba del testo inizia con un carattere alfabetico (seguito da altri caratteri, vedi dopo) ed è terminata da uno spazio bianco o da un numero. I caratteri successivi al primo nella sillaba possono essere un qualsiasi carattere che non sia un numero o uno spazio bianco.
Dato che qualsiasi carattere che non sia un numero o uno spazio
viene considerato come parte della sillaba, una parola è valida
anche se finisce con }
, causando spesso il seguente errore:
\lyricmode { lah lah lah}
In questo esempio, la parentesi }
è inclusa nella sillaba finale,
dunque
la parentesi iniziale non viene chiusa e la compilazione del file
probabilmente non riuscirà. Le parentesi devono quindi essere
sempre circondate da uno spazio:
\lyricmode { lah lah lah }
La punteggiatura, i caratteri accentati, quelli di lingue diverse dall’inglese e i caratteri speciali (come il simbolo del cuore o le virgolette oblique) possono essere inseriti direttamente nel file di input, purché sia salvato nella codifica UTF-8. Ulteriori informazioni in Caratteri speciali.
\relative { d''8 c16 a bes8 f e' d c4 } \addlyrics { „Schad’ um das schö -- ne grü -- ne Band, }
Le virgolette normali possono essere usate nel testo vocale, ma devono essere precedute da un carattere di barra inversa e l’intera sillaba deve essere racchiusa tra altre virgolette. Per esempio,
\relative { \time 3/4 e'4 e4. e8 d4 e d c2. } \addlyrics { "\"I" am so lone -- "ly,\"" said she }
La definizione completa di come può iniziare una parola nella modalità
testo è un po’ più complessa. Può iniziare con un carattere alfabetico,
_
, ?
, !
, :
, '
, i caratteri di controllo
^A
fino a ^F
, ^Q
fino a ^W
, ^Y
,
^^
, qualsiasi carattere a 8-bit con un codice ASCII superiore a
127 oppure una combinazione a due caratteri di una barra inversa
seguita da `
, '
, "
o ^
.
Per avere un maggior controllo sull’aspetto del testo si può usare
\markup
all’interno del testo. Per una spiegazione delle
molte opzioni disponibili leggere Formattazione del testo.
Frammenti di codice selezionati
Formattazione delle sillabe del testo vocale
La modalità markup può essere usata per formattare le singole sillabe del testo vocale.
mel = \relative c'' { c4 c c c } lyr = \lyricmode { Lyrics \markup { \italic can } \markup { \with-color #red contain } \markup { \fontsize #8 \bold Markup! } } << \new Voice = melody \mel \new Lyrics \lyricsto melody \lyr >>
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Canzoni.
Guida alla notazione: Durate automatiche delle sillabe, Tipi di carattere, Formattazione del testo, Modalità di inserimento, Durate manuali delle sillabe, Caratteri speciali.
Guida al funzionamento interno: LyricText.
Frammenti: Text.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Inserimento del testo vocale ] | [ Su : Notazione comune per la musica vocale ] | [ Durate automatiche delle sillabe > ] |
Allineamento del testo alla melodia
Il testo vocale viene interpretato in \lyricmode
e stampato in un
contesto Lyrics
, vedi Tutto sui contesti.
\new Lyrics \lyricmode { … }
Due varianti di \lyricmode
impostano un contesto associato
usato per sincronizzare le sillabe del testo con la musica. Il più
comodo \addlyrics
segue immediatamente il contenuto musicale
del contesto della voce con cui deve essere sincronizzato, creando
implicitamente un contesto Lyrics. Il più versatile \lyricsto
richiede sia di specificare il contesto della voce associata con un
nome sia di creare esplicitamente un contesto Lyrics che contenga il
testo. Maggiori dettagli in Durate automatiche delle sillabe.
Ci sono due modi per allineare il testo a una melodia:
-
Il testo può essere allineato automaticamente in modo che le
durate delle sillabe siano prese da un’altra voce o (in
circostanze speciali) da una melodia associata, usando
\addlyrics
,\lyricsto
o impostando la proprietàassociatedVoice
. Ulteriori informazioni in Durate automatiche delle sillabe.<< \new Staff << \time 2/4 \new Voice = "one" \relative { \voiceOne c''4 b8. a16 g4. r8 a4 ( b ) c2 } \new Voice = "two" \relative { \voiceTwo s2 s4. f'8 e4 d c2 } >> % prende le durate e l'allineamento dalle note in "one" \new Lyrics \lyricsto "one" { Life is __ _ love, live __ life. } % prende le durate e l'allineamento dalle note in "one" inizialmente % poi passa a "two" \new Lyrics \lyricsto "one" { No more let \set associatedVoice = "two" % deve essere impostato prima della sillaba sins and sor -- rows grow. } >>
La prima strofa mostra il modo normale di inserire il testo.
La seconda strofa mostra come cambiare la voce da cui prendere le durate per le sillabe del testo. Ciò è utile se le parole di strofe diverse si distribuiscono lungo le note in modo differente e tutte le durate sono disponibili nei contesti della voce. Ulteriori dettagli in Strofe.
-
Il testo può essere allineato indipendentemente dalla durata
delle note se le durate delle sillabe vengono specificate esplicitamente
e inserite con
\lyricmode
.<< \new Voice = "one" \relative { \time 2/4 c''4 b8. a16 g4. f8 e4 d c2 } % usa la durata esplicita precedente di 2; \new Lyrics \lyricmode { Joy to the earth! } % durate esplicite, impostate su un ritmo diverso \new Lyrics \lyricmode { Life4 is love,2. live4 life.2 } >>
La prima strofa non è allineata con le note perché le durate non sono state specificate, e il valore precedente di 2 viene usato per ogni parola.
La seconda strofa mostra come le parole possano essere allineate in modo del tutto indipendente dalle note. Ciò è utile se le parole di strofe diverse si distribuiscono lungo le note in modo differente e le durate necessarie non sono disponibili in un contesto musicale. Ulteriori dettagli in Durate manuali delle sillabe. Questa tecnica è utile anche quando si imposta un dialogo sopra una musica, come si può vedere negli esempi in Dialogo sopra la musica.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Allineare il testo alla melodia.
Guida alla notazione: Tutto sui contesti, Durate automatiche delle sillabe, Strofe, Durate manuali delle sillabe, Dialogo sopra la musica, Durate manuali delle sillabe.
Guida al funzionamento interno: Lyrics.
Durate automatiche delle sillabe
Il testo vocale può essere allineato automaticamente alle note di una melodia in tre modi:
-
specificando il nome del contesto Voice contenente la melodia
con
\lyricsto
, -
introducendo il testo con
\addlyrics
e inserendolo subito dopo il contesto Voice contenente la melodia, -
impostando la proprietà
associatedVoice
, l’allineamento del testo può essere cambiato su un contesto Voice con un nome diverso in qualsiasi momento musicale.
In tutti questi tre metodi è possibile disegnare dei trattini tra le sillabe di una parola e delle linee di estensione oltre la fine di una parola. Maggiori dettagli in Estensori e trattini.
Il contesto Voice
contenente la melodia al quale il testo si
deve allineare non deve essere “morto”, altrimenti
il testo successivo a quel punto verrà perduto. Questo può accadere
se ci sono dei momenti in cui quella voce non ha nulla da fare.
Metodi per mantenere attivi i contesti sono descritti in
Conservazione di un contesto.
Uso di \lyricsto
Il testo vocale può essere allineato a una melodia automaticamente
specificando il nome del contesto voce con \lyricsto
:
<< \new Voice = "melody" \relative { a'1 a4. a8 a2 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { These are the words } >>
In questo modo il testo viene allineato alle note del contesto Voice
con quel nome, che deve già esistere. Ecco perché di solito il contesto
Voice
viene indicato prima, seguito dal contesto Lyrics
.
Il testo segue il comando \lyricsto
. Il comando \lyricsto
invoca la modalità testo automaticamente. Per impostazione predefinita,
il testo viene posizionato sotto le note. Altri posizionamenti sono
descritti in Posizionamento verticale del testo.
Uso di \addlyrics
Il comando \addlyrics
è solo una comoda scorciatoia da usare
per evitare di impostare il testo tramite una struttura più complessa.
{ MUSICA } \addlyrics { TESTO VOCALE }
equivale a
\new Voice = "blah" { MUSICA } \new Lyrics \lyricsto "blah" { TESTO VOCALE }
Ecco un esempio,
{ \time 3/4 \relative { c'2 e4 g2. } \addlyrics { play the game } }
Si possono aggiungere più strofe aggiungendo più sezioni
\addlyrics
:
{ \time 3/4 \relative { c'2 e4 g2. } \addlyrics { play the game } \addlyrics { speel het spel } \addlyrics { joue le jeu } }
Il comando \addlyrics
non può gestire le impostazioni
polifoniche. Inoltre non può essere usato per associare il
testo alla voce per intavolatura (TabVoice
).
In questi casi bisogna usare \lyricsto
.
Uso di associatedVoice
La melodia a cui allineare il testo vocale può essere cambiata
impostando la proprietà associatedVoice
,
\set associatedVoice = "lala"
Il valore della proprietà (qui: "lala"
) deve essere il nome
di un contesto Voice
. Per ragioni tecniche, il comando \set
deve essere posizionato una sillaba prima prima di quella alla quale
si riferisce il cambio di voce.
Ecco un esempio che ne dimostra l’utilizzo:
<< \new Staff << \time 2/4 \new Voice = "one" \relative { \voiceOne c''4 b8. a16 g4. r8 a4 ( b ) c2 } \new Voice = "two" \relative { \voiceTwo s2 s4. f'8 e8 d4. c2 } >> % inizialmente prende le note e le durate da "one" % poi passa a "two" \new Lyrics \lyricsto "one" { No more let \set associatedVoice = "two" % must be set one syllable early sins and sor -- rows grow. } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Estensori e trattini, Conservazione di un contesto, Posizionamento verticale del testo.
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Durate manuali delle sillabe
In alcune musiche vocali complesse, si potrebbe voler posizionare
il testo in modo totalmente indipendente dalle note. In tali casi
non bisogna usare \lyricsto
o \addlyrics
e nemmeno
impostare associatedVoice
. Le sillabe verranno invece
inserite come se fossero note, ma col testo al posto delle altezze,
e la durata di ogni sillaba sarà indicata esplicitamente dopo la
sillaba.
Si possono mostrare le linee tratteggiate tra le sillabe come sempre, mentre le linee di estensione non appaiono se non c’è una voce associata.
Ecco due esempi:
<< \new Voice = "melody" \relative { c''2 a f f e e } \new Lyrics \lyricmode { c4. -- a -- f -- f -- e2. -- e } >>
<< \new Staff { \relative { c''2 c2 d1 } } \new Lyrics { \lyricmode { I2 like4. my8 cat!1 } } \new Staff { \relative { c'8 c c c c c c c c8 c c c c c c c } } >>
Questa tecnica è utile quando si scrivono dialoghi , vedi Dialogo sopra la musica.
Per cambiare l’allineamento delle sillabe, basta impostare la
proprietà self-alignment-X
:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 c'2 e4 g2 f } \new Lyrics \lyricmode { \override LyricText.self-alignment-X = #LEFT play1 a4 game4 } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Dialogo sopra la musica.
Guida al funzionamento interno: Lyrics, Voice.
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Più sillabe in una nota
Per assegnare più di una sillaba a una singola nota mantenendo uno
spazio tra le sillabe, occorre mettere la frase tra virgolette o
usare il carattere _
. Altrimenti si può usare il simbolo
tilde (~
) per ottenere una legatura di valore per il testo.
{ \relative { \autoBeamOff r8 b' c fis, fis c' b e, } \addlyrics { \override LyricHyphen.minimum-distance = #1.0 % Ensure hyphens are visible Che_in ques -- ta_e_in quel -- l'al -- tr'on -- da } \addlyrics { "Che in" ques -- "ta e in" quel -- l'al -- tr'on -- da } \addlyrics { Che~in ques -- ta~e~in quel -- l'al -- tr'on -- da } }
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: LyricCombineMusic.
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Più note in una sillaba
Talvolta, in particolare nella musica medievale e barocca, molte note vengono cantate in una sillaba; si chiama melisma (vedi melisma). La sillaba di un melisma viene solitamente allineata a sinistra della prima nota del melisma.
Quando un melisma si trova su una sillaba diversa dall’ultima in
una parola, quella sillaba di solito viene collegata a quella successiva
con una linea tratteggiata. Ciò si indica inserendo un doppio
trattino --
, subito dopo la sillaba.
Altrimenti, se un melisma si trova sull’ultima o unica sillaba in
una parola, solitamente appare una linea di estensione dalla fine
della sillaba all’ultima nota del melisma. Ciò si indica inserendo
un doppio trattino basso, __
, subito dopo la parola.
Esistono cinque modi per indicare i melismi:
-
I melismi vengono creati automaticamente sulle note legate insieme:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 f''4 g2 ~ | 4 e2 ~ | 8 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e __ } >>
-
I melismi possono essere creati automaticamente dalla musica inserendo
delle legature di portamento sulle note di ogni melisma. Questo è
il modo più comune di inserire il testo:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 f''4 g8 ( f e f ) e8 ( d e2 ) } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e __ } >>
Attenzione: le legature di frase non causano la creazione di melismi.
-
Le note sono considerate un melisma se le loro travature sono
disposte manualmente, purché la travatura automatica sia disabilitata.
Vedi Impostare il comportamento delle travature automatiche.
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 \autoBeamOff f''4 g8[ f e f] e2. } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e } >>
Ovviamente ciò non è adatto ai melismi su note più lunghe degli ottavi.
-
Un gruppo di note privo di legature sarà trattato come un melisma
se sono comprese tra
\melisma
\melismaEnd
.<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 f''4 g8 \melisma f e f \melismaEnd e2. } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e } >>
-
Un melisma può essere definito interamente nel testo inserendo un
solo trattino basso,
_
, per ogni nota ulteriore da aggiungere al melisma.<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 f''4 g8 f e f e8 d e2 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- _ _ _ e __ _ _ } >>
È possibile avere legature di portamento e di valore e travature manuali
nella melodia senza che indichino i melismi. Per farlo si imposta
melismaBusyProperties
:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 \set melismaBusyProperties = #'() c'4 d ( e ) g8 [ f ] f4 ~ 4 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- e e -- le -- i -- son } >>
Altre impostazioni di melismaBusyProperties
possono essere
usate per includere o escludere selettivamente legature di valore
e di portamento e travature dal rilevamento automatico del melisma;
consultare melismaBusyProperties
in
Tunable context properties.
Altrimenti, se si vuole ignorare tutte le indicazioni di melisma, basta
impostare ignoreMelismata
su vero; vedi Strofe con ritmi diversi.
Se un melisma è necessario in un passaggio in cui melismaBusyProperties
è attivo, lo si può indicare inserendo un singolo trattino basso nel testo
per ogni nota che debba essere inclusa nel melisma:
<< \new Voice = "melody" \relative { \time 3/4 \set melismaBusyProperties = #'() c'4 d ( e ) g8 [ f ] ~ f4 ~ 4 } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Ky -- ri -- _ e __ _ _ _ } >>
Comandi predefiniti
\autoBeamOff
,
\autoBeamOn
,
\melisma
,
\melismaEnd
.
Vedi anche
Glossario musicale: melisma.
Manuale di apprendimento: Allineare il testo alla melodia.
Guida alla notazione: Allineamento del testo alla melodia, Durate automatiche delle sillabe, Impostare il comportamento delle travature automatiche, Strofe con ritmi diversi.
Guida al funzionamento interno: Tunable context properties.
Problemi noti e avvertimenti
Le linee di estensione sotto i melismi non vengono creati automaticamente; devono essere inseriti a mano con un doppio trattino basso.
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Estensori e trattini
Nell’ultima sillaba di una parola, i melismi sono talvolta indicati con una lunga linea orizzontale che inizia dalla sillaba del melisma e termina in quella successiva. Tale linea viene chiamata linea di estensione e si inserisce con ‘ __ ’ (notare gli spazi prima e dopo i due caratteri).
Nota: I melismi appaiono nella partitura come linee di estensione, che si inseriscono con un doppio trattino basso; ma i melismi brevi si possono inserire anche saltando note singole but short melismata can also be entered by skipping individual notes, which are entered as single underscore characters; these do not make an extender line to be typeset by default.
Il trattino centrato si inserisce con ‘ -- ’ tra le sillabe di una stessa parola (notare gli spazi prima e dopo i due caratteri). Il trattino sarà centrato tra le sillabe e la sua lunghezza sarà regolata a seconda dello spazio tra le sillabe.
Nelle partiture compresse i trattini possono essere eliminati.
Questo comportamento è controllato da due proprietà di LyricHyphen
:
minimum-distance
(distanza minima tra le due sillabe) e
minimum-length
(soglia sotto la quale i trattini vengono rimossi).
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: LyricExtender, LyricHyphen.
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2.1.2 Tecniche specifiche per il testo vocale
Lavorare con testo e variabili | ||
Posizionamento verticale del testo | ||
Posizionamento orizzontale delle sillabe | ||
Testo e ripetizioni | ||
Testi alternati | ||
Polifonia con testo in comune |
Lavorare con testo e variabili
Si possono creare delle variabili contenenti il testo vocale, ma questo deve essere inserito in modalità testo vocale:
musicOne = \relative { c''4 b8. a16 g4. f8 e4 d c2 } verseOne = \lyricmode { Joy to the world, the Lord is come. } \score { << \new Voice = "one" { \time 2/4 \musicOne } \new Lyrics \lyricsto "one" { \verseOne } >> }
Non è necessario aggiungere le durate se la variabile viene richiamata
con \addlyrics
o \lyricsto
.
Se la musica ha un ordine diverso e più complesso, conviene definire
prima le variabili che contengono la musica e il testo, poi impostare
la gerarchia di righi e testo, omettendo il testo stesso, e infine
aggiungere il testo all’interno di un blocco \context
. Ciò
garantisce che le voci richiamate da \lyricsto
siano sempre
state definite prima. Per esempio:
sopranoMusic = \relative { c''4 c c c } contraltoMusic = \relative { a'4 a a a } sopranoWords = \lyricmode { Sop -- ra -- no words } contraltoWords = \lyricmode { Con -- tral -- to words } \score { \new ChoirStaff << \new Staff { \new Voice = "sopranos" { \sopranoMusic } } \new Lyrics = "sopranos" \new Lyrics = "contraltos" \new Staff { \new Voice = "contraltos" { \contraltoMusic } } \context Lyrics = "sopranos" { \lyricsto "sopranos" { \sopranoWords } } \context Lyrics = "contraltos" { \lyricsto "contraltos" { \contraltoWords } } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Posizionamento verticale del testo.
Guida al funzionamento interno: LyricCombineMusic, Lyrics.
Posizionamento verticale del testo
A seconda del tipo di musica, il testo può trovarsi sopra o sotto
il rigo oppure tra i righi. Posizionare il testo sotto il rigo
associato è il modo più semplice, infatti basta definire il
contesto Lyrics
sotto il contesto Staff
;
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { c''4 c c c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Here are the words } } >> }
Per posizionare il testo sopra il rigo ci sono due metodi. Il metodo più semplice (e preferito) consiste nell’usare la stessa sintassi precedente e indicare in modo esplicito la posizione del testo:
\score { << \new Staff = "staff" { \new Voice = "melody" { \relative { c''4 c c c } } } \new Lyrics \with { alignAboveContext = "staff" } { \lyricsto "melody" { Here are the words } } >> }
Altrimenti si possono usare due passaggi. Prima si dichiara il
contesto Lyrics (privo di contenuto) prima dei contesti Staff e
Voice, poi il comando \lyricsto
viene posizionato dopo la
voce a cui si riferisce tramite \context
. Ecco un esempio:
\score { << \new Lyrics = "lyrics" \with { % il testo sopra un rigo deve avere questo override \override VerticalAxisGroup.staff-affinity = #DOWN } \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { c''4 c c c } } } \context Lyrics = "lyrics" { \lyricsto "melody" { Here are the words } } >> }
Quando ci sono due voci in righi separati, si può posizionare il testo tra i righi usando uno di questi metodi. Ecco un esempio del secondo metodo:
\score { \new ChoirStaff << \new Staff { \new Voice = "sopranos" { \relative { c''4 c c c } } } \new Lyrics = "sopranos" \new Lyrics = "contraltos" \with { % il testo sopra un rigo deve avere questo override \override VerticalAxisGroup.staff-affinity = #DOWN } \new Staff { \new Voice = "contraltos" { \relative { a'4 a a a } } } \context Lyrics = "sopranos" { \lyricsto "sopranos" { Sop -- ra -- no words } } \context Lyrics = "contraltos" { \lyricsto "contraltos" { Con -- tral -- to words } } >> }
Si possono generare altre combinazioni di testo e righi a partire da questi esempi oppure studiando i modelli nel Manuale di apprendimento, vedi Modelli per gruppi vocali.
Frammenti di codice selezionati
Ottenere la spaziatura del testo della vecchia versione 2.12
Il motore di spaziatura verticale è cambiato a partire dalla versione 2.14. Ciò può far sì che il testo vocale abbia un posizionamento diverso.
È possibile impostare delle proprietà dei contesti Lyric
e Staff
che facciano sì che il motore di spaziatura si comporti come nella versione 2.12.
global = { \key d \major \time 3/4 } sopMusic = \relative c' { % VERSE ONE fis4 fis fis | \break fis4. e8 e4 } altoMusic = \relative c' { % VERSE ONE d4 d d | d4. b8 b4 | } tenorMusic = \relative c' { a4 a a | b4. g8 g4 | } bassMusic = \relative c { d4 d d | g,4. g8 g4 | } words = \lyricmode { Great is Thy faith -- ful -- ness, } \score { \new ChoirStaff << \new Lyrics = sopranos \new Staff = women << \new Voice = "sopranos" { \voiceOne \global \sopMusic } \new Voice = "altos" { \voiceTwo \global \altoMusic } >> \new Lyrics = "altos" \new Lyrics = "tenors" \new Staff = men << \clef bass \new Voice = "tenors" { \voiceOne \global \tenorMusic } \new Voice = "basses" { \voiceTwo \global \bassMusic } >> \new Lyrics = basses \context Lyrics = sopranos \lyricsto sopranos \words \context Lyrics = altos \lyricsto altos \words \context Lyrics = tenors \lyricsto tenors \words \context Lyrics = basses \lyricsto basses \words >> \layout { \context { \Lyrics \override VerticalAxisGroup.staff-affinity = ##f \override VerticalAxisGroup.staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 0) (minimum-distance . 2) (padding . 2)) } \context { \Staff \override VerticalAxisGroup.staff-staff-spacing = #'((basic-distance . 0) (minimum-distance . 2) (padding . 2)) } } }
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Modelli per gruppi vocali.
Guida alla notazione: Ordine di disposizione dei contesti, Creazione e citazione di un contesto.
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Posizionamento orizzontale delle sillabe
Per aumentare lo spazio tra le righe del testo, si imposta la proprietà
minimum-distance
di LyricSpace
.
\relative c' { c c c c \override Lyrics.LyricSpace.minimum-distance = #1.0 c c c c } \addlyrics { longtext longtext longtext longtext longtext longtext longtext longtext }
Per applicare questa modifica a tutti i testi della partitura, impostare la
proprietà nel blocco \layout
.
\score { \relative { c' c c c c c c c } \addlyrics { longtext longtext longtext longtext longtext longtext longtext longtext } \layout { \context { \Lyrics \override LyricSpace.minimum-distance = #1.0 } } }
Frammenti di codice selezionati
Allineamento del testo vocale
L’allineamento orizzontale del testo vocale si imposta attraverso la
proprietà self-alignment-X
dell’oggetto LyricText
.
#-1
è sinistra, #0
è centro e #1
è destra;
si possono usare anche #LEFT
, #CENTER
e #RIGHT
.
\layout { ragged-right = ##f } \relative c'' { c1 c1 c1 } \addlyrics { \once \override LyricText.self-alignment-X = #LEFT "This is left-aligned" \once \override LyricText.self-alignment-X = #CENTER "This is centered" \once \override LyricText.self-alignment-X = #1 "This is right-aligned" }
Problemi noti e avvertimenti
Verificare che le annotazioni testuali e il testo vocale stiano dentro i margini richiede ulteriori calcoli. Se si desidera velocizzare un po’ l’elaborazione, tale funzionalità può essere disabilitata:
\override Score.PaperColumn.keep-inside-line = ##f
Per far sì che il testo eviti anche le stanghette, usare
\layout { \context { \Lyrics \consists "Bar_engraver" \consists "Separating_line_group_engraver" \hide BarLine } }
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Testo e ripetizioni
Ripetizioni semplici
Le ripetizioni in musica sono trattate in un’altra sezione: Ripetizioni. Questa sezione spiega come aggiungere del testo vocale a delle parti musicali ripetute.
Il testo che si riferisce a una sezione musicale ripetuta deve avere lo stesso costrutto di ripetizione della musica, se le parole non sono modificate.
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 2 { b4 b b b } } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. \repeat volta 2 { Ri -- petu -- to due. } } } >> }
Le parole verranno poi espanse correttamente se le ripetizioni sono ripetute.
\score { \unfoldRepeats { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 2 { b4 b b b } } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. \repeat volta 2 { Ri -- petu -- to due. } } } >> } }
Se la sezione ripetuta deve essere ripetuta di nuovo con parole diverse, è sufficiente inserire tutte le parole:
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat unfold 2 { b4 b b b } } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. Parole della prima volta. Parole della seconda volta. } } >> }
Quando le parole che si riferiscono a una ripetizione sono diverse,
le parole di ogni ripetizione devono essere inserite in contesti
Lyrics
separati, annidati correttamente in sezioni parallele:
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 2 { b4 b b b } } } } \new Lyrics \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. << { Parole della prima volta. } \new Lyrics { \set associatedVoice = "melody" Parole della seconda volta. } >> } >> }
Si possono aggiungere più strofe in modo analogo:
\score { << \new Staff { \new Voice = "singleVoice" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 3 { b4 b b b } c4 c c c } } } \new Lyrics \lyricsto "singleVoice" { Non ri -- petu -- to. << { Parole della prima volta. } \new Lyrics { \set associatedVoice = "singleVoice" Parole della seconda volta. } \new Lyrics { \set associatedVoice = "singleVoice" Parole della terza volta. } >> La sezione fi -- nale. } >> }
Tuttavia, se questo costrutto si trova all’interno di un contesto
multirigo come ChoirStaff
, il testo della seconda e terza
strofa apparirà sotto il rigo inferiore.
Per posizionarli correttamente usare alignBelowContext
:
\score { << \new Staff { \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 3 { b4 b b b } c4 c c c } } } \new Lyrics = "firstVerse" \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. << { Parole della prima volta. } \new Lyrics = "secondVerse" \with { alignBelowContext = "firstVerse" } { \set associatedVoice = "melody" Parole della seconda volta. } \new Lyrics = "thirdVerse" \with { alignBelowContext = "secondVerse" } { \set associatedVoice = "melody" Parole della terza volta.. } >> La sezione fi -- nale. } \new Voice = "harmony" { \relative { f'4 f f f \repeat volta 2 { g8 g g4 g2 } a4 a8. a16 a2 } } >> }
Ripetizioni con finali alternativi
Se le parole della sezione ripetuta sono le stesse, e nessuno dei finali
alternativi inizia con una pausa, si può usare la stessa identica struttura sia
per il testo che per la musica. Ciò comporta il vantaggio che
unfoldRepeats
espanderà correttamente sia la musica che il testo vocale.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { a'4 a a a \repeat volta 2 { b4 b } \alternative { { b b } { b c } } } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Non ri -- petu -- to. \repeat volta 2 { Ripe -- tu -- } \alternative { { to due. } { to due. } } } } >> }
Ma quando la sezione ripetuta ha parole diverse o uno dei blocchi
\alternative
inizia con una pausa, non si può usare il costrutto della
ripetizione per le parole e bisogna inserire manualmente i comandi \skip
per le note delle sezioni alternative prive di un testo corrispondente.
Attenzione: non usare il trattino basso, _
, per saltare le note,
perché il trattino basso indica un melisma e fa sì che la sillaba
precedente sia allineata a sinistra.
Nota: Il comando \skip
deve essere seguito da un numero,
ma questo numero viene ignorato se nel testo vocale la durata delle
sillabe deriva dalla durata delle note in una melodia associata attraverso
addlyrics
o lyricsto
. Ogni \skip
salta una
singola nota di un qualsiasi valore, senza tener conto del valore del
numero che segue.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { \repeat volta 2 { b'4 b } \alternative { { b b } { b c } } c4 c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Parole della prima volta. \repeat unfold 2 { \skip 1 } Termina qui. } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Pa -- role \repeat unfold 2 { \skip 1 } seconda volta. } } >> }
Quando una nota è legata verso uno o più finali alternativi, si usa
una legatura di valore per portare quella nota nel primo finale
alternativo e \repeatTie
per portarla nel secondo e nei successivi.
Questa struttura comporta dei problemi di difficile allineamento quando
è presente il testo; si può ottenere un risultato più accettabile
aumentando la lunghezza delle sezioni alternative in modo che le note
legate siano contenute interamente al loro interno.
La legatura crea un melisma nella prima alternativa, ma non nella seconda e nelle successive, dunque per allineare il testo correttamente occorre disabilitare la creazione automatica dei melismi dopo la sezione delle volte e inserire dei salti manuali.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { \set melismaBusyProperties = #'() \repeat volta 2 { b'4 b ~} \alternative { { b b } { b \repeatTie c } } \unset melismaBusyProperties c4 c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { \repeat volta 2 { Ecco una __ } \alternative { { \skip 1 strofa } { \skip 1 sec } } onda strofa. } } >> }
Se \unfoldRepeats
precede una sezione contenente \repeatTie
,
bisogna togliere \repeatTie
per evitare che appaiano entrambi i
tipi di legatura.
Quando la sezione ripetuta ha parola diverse, non si può mettere il
testo in un blocco \repeat
e bisogna inserire manualmente i
comandi \skip
, come si è visto prima.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { \repeat volta 2 { b'4 b ~} \alternative { { b b } { b \repeatTie c } } c4 c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Ecco una __ strofa. \repeat unfold 2 { \skip 1 } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Eccone un' \repeat unfold 2 { \skip 1 } altra da cantare. } } >> }
Se si desidera mostrare gli estensori e i trattini subito prima o dopo un finale alternativo, questi vanno inseriti a mano.
\score { << \new Staff { \time 2/4 \new Voice = "melody" { \relative { \repeat volta 2 { b'4 b ~} \alternative { { b b } { b \repeatTie c } } c4 c } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Ecco una __ strofa. \repeat unfold 2 { \skip 1 } } } \new Lyrics { \lyricsto "melody" { Ecco "una_" \skip 1 "_" sec -- onda strofa. } } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Conservazione di un contesto, Ripetizioni.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Testi alternati
Quando solo le parole e le durate di due parti differiscono mentre le altezze sono le stesse, conviene disabilitare temporaneamente la rilevazione automatica dei melismi e indicare il melisma nel testo cantato:
\score { << \new Voice = "melody" { \relative c' { \set melismaBusyProperties = #'() \slurDown \slurDashed e4 e8 ( e ) c4 c | \unset melismaBusyProperties c } } \new Lyrics \lyricsto "melody" { They shall not o -- ver -- come } \new Lyrics \lyricsto "melody" { We will _ } >> }
Quando sia la musica che le parole differiscono, è meglio nominare i contesti della voce in cui musica e testo sono diversi e assegnare il testo a quei contesti specifici:
\score { << \new Voice = "melody" { \relative { << { \voiceOne e'4 e8 e } \new Voice = "splitpart" { \voiceTwo c4 c } >> \oneVoice c4 c | c } } \new Lyrics \lyricsto "melody" { They shall not o -- ver -- come } \new Lyrics \lyricsto "splitpart" { We will } >> }
Nella musica corale è comune avere una voce divisa in varie
misure. Il costrutto << {…} \\ {…} >>
,
in cui due (o più) espressioni musicali sono separate dalla
doppia barra inversa, potrebbe sembrare il modo giusto di
impostare le voci divise. Tuttavia questo costrutto assegna
tutte le espressioni al suo interno a
NUOVI contesti Voice, dunque nessun testo cantato
sarà impostato per esse perché il testo si collegherà al contesto
della voce originale. Di norma, non è ciò che si desidera.
Il costrutto adatto in questa situazione è il passaggio polifonico
temporaneo, spiegato nella sezione Passaggi polifonici temporanei
in Polifonia su un solo rigo.
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Polifonia con testo in comune
Quando due voci contenenti durate diverse condividono lo stesso testo cantato, allineare il testo a una delle voci può creare dei problemi nell’altra voce. Per esempio, il secondo estensore del testo nell’esempio seguente è troppo corto, perché il testo è allineato solo alla voce superiore:
soprano = \relative { b'8( c d c) d2 } alto = \relative { g'2 b8( a g a) } words = \lyricmode { la __ la __ } \new Staff << \new Voice = "sopranoVoice" { \voiceOne \soprano } \new Voice { \voiceTwo \alto } \new Lyrics \lyricsto "sopranoVoice" \words >>
Per ottenere il risultato desiderato, si allinea il testo a un
nuovo contesto NullVoice
contenente una giusta combinazione
delle due voci. Le note del contesto NullVoice
non appaiono
nello spartito, ma servono soltanto ad allineare il testo nel
modo corretto:
soprano = \relative { b'8( c d c) d2 } alto = \relative { g'2 b8( a g a) } aligner = \relative { b'8( c d c) b( a g a) } words = \lyricmode { la __ la __ } \new Staff << \new Voice { \voiceOne \soprano } \new Voice { \voiceTwo \alto } \new NullVoice = "aligner" \aligner \new Lyrics \lyricsto "aligner" \words >>
Questo metodo si può usare anche con la funzione \partCombine
,
che di per sé non accetta il testo cantato:
soprano = \relative { b'8( c d c) d2 } alto = \relative { g'2 b8( a g a) } aligner = \relative { b'8( c d c) b( a g a) } words = \lyricmode { la __ la __ } \new Staff << \new Voice \partCombine \soprano \alto \new NullVoice = "aligner" \aligner \new Lyrics \lyricsto "aligner" \words >>
Problemi noti e avvertimenti
La funzione \addlyrics
funziona solo con testi vocali collegati
a contesti Voice
e non può essere usata con NullVoice
.
La funzione \partCombine
è descritta in
Combinazione automatica delle parti.
Infine, si può usare questo metodo anche quando le voci si trovano su righi diversi e non è limitata a due sole voci:
soprano = \relative { b'8( c d c) d2 } altoOne = \relative { g'2 b8( a b4) } altoTwo = \relative { d'2 g4( fis8 g) } aligner = \relative { b'8( c d c) d( d d d) } words = \lyricmode { la __ la __ } \new ChoirStaff \with {\accepts NullVoice } << \new Staff << \soprano \new NullVoice = "aligner" \aligner >> \new Lyrics \lyricsto "aligner" \words \new Staff \partCombine \altoOne \altoTwo >>
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2.1.3 Strofe
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Aggiungere i numeri di strofa
I numeri di strofa si aggiungono impostando stanza
:
\new Voice \relative { \time 3/4 g'2 e4 a2 f4 g2. } \addlyrics { \set stanza = "1. " Hi, my name is Bert. } \addlyrics { \set stanza = "2. " Oh, ché -- ri, je t'aime }
Questi numeri appaiono prima dell’inizio della prima sillaba. Due linee di una strofa possono anche essere raggruppate insieme, per esempio in caso di una ripetizione con testo diverso:
leftbrace = \markup { \override #'(font-encoding . fetaBraces) \lookup "brace80" } stanzaOneOne = \lyricmode { \set stanza = \markup { \column { \vspace #.33 "1. "} \leftbrace } Child, you’re mine and I love you. Lend thine ear to what I say. } stanzaOneThree = \lyricmode { Child, I have no great -- er joy Than to have you walk in truth. } \new Voice { \repeat volta 2 { c'8 c' c' c' c' c' c'4 c'8 c' c' c' c' c' c'4 } } \addlyrics { \stanzaOneOne } \addlyrics { \stanzaOneThree }
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Aggiungere le dinamiche alle strofe
Le strofe che hanno un volume diverso possono essere indicate con un
segno di dinamica all’inizio di ogni strofa. In LilyPond, tutto ciò
che si trova di fronte a una strofa va nell’oggetto StanzaNumber
;
lo stesso vale per i segni di dinamica. Per ragioni tecniche, bisogna
impostare la strofa fuori da \lyricmode
:
text = { \set stanza = \markup { \dynamic "ff" "1. " } \lyricmode { Big bang } } << \new Voice = "tune" { \time 3/4 g'4 c'2 } \new Lyrics \lyricsto "tune" \text >>
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Aggiungere i nomi dei cantanti alle strofe
Si possono aggiungere anche i nomi dei cantanti. Appariranno
all’inizio del rigo, proprio come per i nomi degli strumenti.
Si creano impostando vocalName
. Una versione abbreviata
si inserisce con shortVocalName
.
\new Voice \relative { \time 3/4 g'2 e4 a2 f4 g2. } \addlyrics { \set vocalName = "Bert " Hi, my name is Bert. } \addlyrics { \set vocalName = "Ernie " Oh, ché -- ri, je t'aime }
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Strofe con ritmi diversi
Spesso, strofe diverse di una canzone sono collegate a una melodia in
modi leggermente diversi. Tali variazioni possono essere colte con
\lyricsto
.
Ignorare i melismi
Può capitare ad esempio che il testo abbia un melisma in una strofa,
ma varie sillabe in un’altra. Una possibile soluzione consiste
nel far sì che la voce più veloce ignori il melisma, impostando
ignoreMelismata
nel contesto Lyrics.
<< \relative \new Voice = "lahlah" { \set Staff.autoBeaming = ##f c'4 \slurDotted f8.[( g16]) a4 } \new Lyrics \lyricsto "lahlah" { più len -- ta } \new Lyrics \lyricsto "lahlah" { più \set ignoreMelismata = ##t velo -- ce \unset ignoreMelismata ancora } >>
Problemi noti e avvertimenti
Diversamente dalla maggior parte dei comandi \set
,
\set ignoreMelismata
non funziona se preceduto da \once
.
Bisogna usare \set
e \unset
per contrassegnare il testo
in cui il melisma deve essere ignorato.
Aggiungere le sillabe agli abbellimenti
Per impostazione predefinita, gli abbellimenti (ovvero le note inserite
con \grace
) non sono assegnati alle sillabe quando si usa
\lyricsto
, ma tale comportamento può essere modificato:
<< \new Voice = melody \relative { f'4 \appoggiatura a32 b4 \grace { f16 a16 } b2 \afterGrace b2 { f16[ a16] } \appoggiatura a32 b4 \acciaccatura a8 b4 } \new Lyrics \lyricsto melody { normal \set includeGraceNotes = ##t case, gra -- ce case, after -- grace case, \set ignoreMelismata = ##t app. case, acc. case. } >>
Problemi noti e avvertimenti
Come per associatedVoice
, includeGraceNotes
deve essere
impostato al più tardi una sillaba prima di quella da mettere sotto
un abbellimento. Per il caso di un abbellimento proprio all’inizio
di un brano, meglio usare un blocco \with
o \context
:
<< \new Voice = melody \relative c' { \grace { c16( d e f } g1) f } \new Lyrics \with { includeGraceNotes = ##t } \lyricsto melody { Ah __ fa } >>
Passare a una melodia alternativa
Sono possibili variazioni più complesse nell’impostare testo e musica.
La melodia su cui è impostato il testo può essere modificata all’interno
del contesto del testo impostando la proprietà associatedVoice
:
<< \relative \new Voice = "lahlah" { \set Staff.autoBeaming = ##f c'4 << \new Voice = "alternative" { \voiceOne \tuplet 3/2 { % mostra chiaramente le associazioni. \override NoteColumn.force-hshift = #-3 f8 f g } } { \voiceTwo f8.[ g16] \oneVoice } >> a8( b) c } \new Lyrics \lyricsto "lahlah" { Ju -- ras -- sic Park } \new Lyrics \lyricsto "lahlah" { % Complicato: bisogna impostare associatedVoice % una sillaba prima di quella cui si applica! \set associatedVoice = "alternative" % si applica a "ran" Ty -- ran -- no -- \set associatedVoice = "lahlah" % si applica a "rus" sau -- rus Rex } >>
Il testo per la prima strofa viene impostato sulla melodia
‘lahlah’ nel solito modo, ma la seconda strofa è impostata
inizialmente sul contesto lahlah
e passa poi alla melodia
alternative
per le sillabe da ‘ran’ a ‘sau’:
\set associatedVoice = "alternative" % si applica a "ran" Ty -- ran -- no -- \set associatedVoice = "lahlah" % si applica a "rus" sau -- rus Rex
In questo esempio alternative
è il nome del contesto Voice
contenente la terzina.
Attenzione al posizionamento del comando \set associatedVoice
: appare
una sillaba troppo presto, ma ciò è corretto.
Nota: Il comando set associatedVoice
deve essere inserito
una sillaba prima di quella in cui deve verificarsi il passaggio
alla nuova voce. In altre parole, il passaggio alla voce associata
accade una sillaba dopo quella che ci si aspetterebbe. Ciò è dovuto
a ragioni tecniche e non è un difetto di LilyPond.
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Stampare le strofe alla fine
Talvolta si allinea una sola strofa alla musica e le strofe
rimanenti appaiono in forma di versi alla fine del brano.
Per ottenere ciò si aggiungono le strofe ulteriori in un
blocco \markup
esterno al blocco della partitura.
Nell’esempio seguente si possono notare due modi di forzare
le interruzioni di linea in un blocco \markup
.
melody = \relative { e' d c d | e e e e | d d e d | c1 | } text = \lyricmode { \set stanza = "1." Ma- ry had a lit- tle lamb, its fleece was white as snow. } \score { << \new Voice = "one" { \melody } \new Lyrics \lyricsto "one" \text >> \layout { } } \markup { \column{ \line { Verse 2. } \line { All the children laughed and played } \line { To see a lamb at school. } } } \markup { \wordwrap-string " Verse 3. Mary took it home again, It was against the rule." }
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Stampare le strofe alla fine in molteplici colonne
Quando un brano ha molte strofe, queste sono spesso stampate in molteplici colonne lungo la pagina. Un numero di strofa rientrato spesso introduce ciascuna strofa. L’esempio seguente mostra come riprodurre questo output in LilyPond.
melody = \relative { c'4 c c c | d d d d } text = \lyricmode { \set stanza = "1." This is verse one. It has two lines. } \score { << \new Voice = "one" { \melody } \new Lyrics \lyricsto "one" \text >> \layout { } } \markup { \fill-line { \hspace #0.1 % sposta la colonna in avanti rispetto al margine sinistro; % può essere tolto se lo spazio nella pagina è stretto \column { \line { \bold "2." \column { "This is verse two." "It has two lines." } } \combine \null \vspace #0.1 % aggiunge spazio verticale tra le strofe \line { \bold "3." \column { "This is verse three." "It has two lines." } } } \hspace #0.1 % aggiunge spazio orizzontale tra le colonne; \column { \line { \bold "4." \column { "This is verse four." "It has two lines." } } \combine \null \vspace #0.1 % aggiunge spazio verticale tra le strofe \line { \bold "5." \column { "This is verse five." "It has two lines." } } } \hspace #0.1 % dà ulteriore spazio sul margine destro; % può essere tolto se lo spazio nella pagina è stretto } }
Vedi anche
Guida al funzionamento interno: LyricText, StanzaNumber.
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2.1.4 Canzoni
Riferimenti per canzoni | ||
Canzonieri |
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Riferimenti per canzoni
Le canzoni si scrivono solitamente su tre righi: la melodia per il cantante nel rigo superiore e due righi per l’accompagnamento di pianoforte in basso. Il testo della prima strofa appare immediatamente sotto il rigo superiore. Se ci sono solo poche altre strofe, queste possono essere poste subito sotto la prima; ma se ci sono più strofe di quante ne possano essere contenute lì la seconda strofa e le successive vengono stampate dopo la musica come testo separato.
Tutti gli elementi della notazione necessari per scrivere canzoni sono descritti dettagliatamente in altre parti della documentazione:
- Per costruire la struttura del rigo: Aspetto del rigo.
- Per scrivere la musica per pianoforte: Tastiera e altri strumenti multirigo.
- Per scrivere il testo da associare a una linea melodica: Notazione comune per la musica vocale.
- Per posizionare il testo: Posizionamento verticale del testo.
- Per inserire le strofe: Strofe.
- Le canzoni hanno spesso i nomi degli accordi che appaiono sopra i righi. Questo argomento è trattato in Visualizzazione accordi.
- Per stampare i diagrammi degli accordi per l’accompagnamento per chitarra o altri strumenti a tasti: “Fret diagram markups” in Notazione comune per strumenti a corde con tasti.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Canzoni.
Guida alla notazione: Notazione comune per la musica vocale, Visualizzazione accordi, Aspetto del rigo, Tastiera e altri strumenti multirigo, Posizionamento verticale del testo, Strofe.
Frammenti: Vocal music.
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Canzonieri
I canzonieri (in inglese lead sheet) si ottengono combinando le parti vocali con la ‘modalità per accordi’; la sintassi è spiegata in Notazione per accordi.
Frammenti di codice selezionati
Canzoniere semplice
Mettendo insieme nomi degli accordi, melodia e testo si ottiene un canzoniere (in inglese “lead sheet”):
<< \chords { c2 g:sus4 f e } \new Staff \relative c'' { a4 e c8 e r4 b2 c4( d) } \addlyrics { One day this shall be free __ } >>
Vedi anche
Guida alla notazione: Notazione per accordi.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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2.1.5 Musica corale
Questa sezione tratta le questioni che hanno a che fare più direttamente con la musica corale, compresi inni, cori polifonici, oratori, etc.
Riferimenti per musica corale | ||
Struttura di una partitura corale |
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[ < Musica corale ] | [ Su : Musica corale ] | [ Struttura di una partitura corale > ] |
Riferimenti per musica corale
La musica corale viene solitamente rappresentata con due, tre o quattro
righi in un gruppo ChoirStaff
. L’accompagnamento, se richiesto,
è posto sotto in un gruppo PianoStaff
, che viene solitamente
rimpicciolito per le prove di opere corali a cappella. Le note
di ogni parte vocale sono inserite in un contesto Voice
e a ogni
rigo viene assegnato una sola parta vocale (ovvero un contesto Voice
) o
una coppia di parti vocali (due contesti Voice
).
Le parole vengono poste nei contesti Lyrics
, o sotto ciascun rigo
musicale corrispondente oppure una strofa sopra e una sotto il rigo musicale
se questo contiene musica per due parti.
Vari argomenti comuni nella musica corale sono trattati dettagliatamente in altre sezioni della documentazione:
- Un’introduzione alla creazione di una partitura vocale SATB si trova nel manuale di apprendimento: Partitura vocale a quattro parti SATB. È disponibile anche un modello integrato che semplifica la scrittura di musica vocale SATB: Modelli integrati.
- Vari modelli adatti per vari stili di musica corale si trovano anche nel manuale di apprendimento: Modelli per gruppi vocali.
-
Le informazioni relative a
ChoirStaff
ePianoStaff
si trovano in Raggruppare i righi. - Le teste di nota a forma variabile, come quelle usate nello stile Sacred Harp e notazione simile, sono descritte in Teste di nota a forma variabile.
-
Quando due parti vocali si trovano su uno stesso rigo, i gambi, le
legature, etc. della parte più alta sono dirette in su e quelle della
parte più bassa sono rivolte in giù. Per farlo si usa
\voiceOne
e\voiceTwo
, come è spiegato in Polifonia su un solo rigo. - Quando una parte vocale si divide temporaneamente, si devono usare i passaggi polifonici temporanei (vedi Polifonia su un solo rigo).
Comandi predefiniti
\oneVoice
,
\voiceOne
,
\voiceTwo
.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Partitura vocale a quattro parti SATB, Modelli per gruppi vocali.
Guida alla notazione: Ordine di disposizione dei contesti, Raggruppare i righi, Teste di nota a forma variabile, Polifonia su un solo rigo.
Frammenti: Vocal music.
Guida al funzionamento interno: ChoirStaff, Lyrics, PianoStaff.
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Struttura di una partitura corale
La musica corale contenente quattro righi, con o senza accompagnamento del pianoforte, viene solitamente disposta in due sistemi per pagina. A seconda della dimensione della pagina, ottenere ciò può richiedere modifiche a varie impostazioni predefinite. Occorre considerare le seguenti impostazioni:
- La dimensione globale del rigo può essere modificata per cambiare la dimensione degli elementi della partitura. Vedi Impostare la dimensione del rigo.
- Le distanze tra i sistemi, i righi e il testo cantato possono essere tutte regolate in modo indipendente. Vedi Spaziatura verticale.
- Le dimensioni delle variabili di disposizione verticale possono essere mostrate per facilitare la regolazione della spaziatura verticale. Questa e altre possibilità per far entrare la musica in meno pagine sono descritte in Riduzione del numero di pagine di una partitura.
- Se il numero dei sistemi per pagina cambia da uno a due, è uso comune indicare ciò con un separatore di sistema tra i due sistemi. Vedi Separare i sistemi.
- Per maggiori informazioni sulle proprietà di formattazione della pagina, leggere Formattazione della pagina.
Le indicazioni dinamiche sono poste, per impostazione predefinita, sotto
il rigo, ma nella musica corale sono poste solitamente sopra il rigo per
evitare il testo cantato. Il comando predefinito \dynamicUp
permette
di ottenere ciò per le indicazioni dinamiche in un singolo contesto Voice
.
Se ci sono molti contesti Voice
, questo comando dovrebbe essere posto
in ciascuno di essi. Ma esiste la possibilità di usare una sola volta la
sua forma estesa, che sposta tutte le indicazioni dinamiche dell’intera
partitura sopra i loro rispettivi righi, come mostrato in questo esempio:
\score { \new ChoirStaff << \new Staff { \new Voice { \relative { g'4\f g g g } } } \new Staff { \new Voice { \relative { d'4 d d\p d } } } >> \layout { \context { \Score \override DynamicText.direction = #UP \override DynamicLineSpanner.direction = #UP } } }
Comandi predefiniti
\dynamicUp
, \dynamicDown
, \dynamicNeutral
.
Vedi anche
Guida alla notazione: Modificare la spaziatura, Visualizzare la spaziatura, Riduzione del numero di pagine di una partitura, Formattazione della pagina, Formattazione della partitura, Separare i sistemi, Impostare la dimensione del rigo, Interruzioni, Spaziatura verticale.
Guida al funzionamento interno: VerticalAxisGroup, StaffGrouper.
Frammenti di codice selezionati
Usare arpeggioBracket per rendere i divisi più visibili
Si può usare arpeggioBracket
per indicare la divisione delle
voci quando non ci sono gambi che forniscano questa informazione. Questo
caso è frequente nella musica corale.
\include "english.ly" \score { \relative c'' { \key a \major \time 2/2 << \new Voice = "upper" << { \voiceOne \arpeggioBracket a2( b2 <b d>1\arpeggio) <cs e>\arpeggio ~ <cs e>4 } \addlyrics { \lyricmode { A -- men. } } >> \new Voice = "lower" { \voiceTwo a1 ~ a a ~ a4 \bar "|." } >> } \layout { ragged-right = ##t } }
Vedi anche
Guida alla notazione: Indicazioni espressive lineari.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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2.1.6 Opera e musical
La musica, il testo cantato e i dialoghi delle opere e dei musical sono di solito impostati in una o più delle seguenti forme:
- Una partitura del direttore contenente l’intera partitura orchestrale e le parti vocali, insieme a un libretto con le battute d’entrata se ci sono dei passaggi parlati.
- Le parti orchestrali contenenti la musica degli strumenti individuali dell’orchestra o della band.
- Una partitura vocale contenente tutte le parti vocali con accompagnamento del pianoforte. L’accompagnamento di solito è una riduzione orchestrale e in questo caso il nome dello strumento orchestrale originale viene spesso indicato. Le partiture vocali talvolta hanno anche le didascalie e il libretto con le battute d’entrata.
- Un libro vocale contenente soltanto le parti vocali (nessun accompagnamento), talvolta insieme al libretto.
- Un libretto contenente i passaggi estesi dei dialoghi parlati solitamente presenti nei musical, insieme alle parole delle parti cantate. Le didascalie sono solitamente incluse. È possibile usare LilyPond per creare i libretti, ma dato che non contengono musica è preferibile usare altri metodi.
Le sezioni della documentazione di LilyPond che trattano gli argomenti necessari per creare partiture negli stili più comuni nell’opera e nei musical sono indicati nei riferimenti seguenti. A questi seguono sezioni che trattano le tecniche specifiche che sono peculiari per le partiture di opera e musical.
Riferimenti per opera e musical | ||
Nomi dei personaggi | ||
Suggerimenti musicali | ||
Musica parlata | ||
Dialogo sopra la musica |
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
[ < Opera e musical ] | [ Su : Opera e musical ] | [ Nomi dei personaggi > ] |
Riferimenti per opera e musical
- La partitura di un direttore d’orchestra contiene molti righi e testi vocali raggruppati. I modi per raggruppare i righi sono mostrati in Raggruppare i righi. Per annidare gruppi di righi leggere Gruppi di righi annidati.
- La stampa di righi vuoti nelle partiture musicali e vocali dei direttori è solitamente soppressa. Per creare tale partitura leggere Nascondere i righi.
- La scrittura di parti orchestrali è trattata in Scrittura delle parti. Altre sezioni del capitolo Notazione specialistica potrebbero essere rilevanti, a seconda dell’orchestrazione usata. Molti strumenti sono strumenti traspositori, vedi Trasporto strumentale.
- Se il numero di sistemi per pagina cambia da pagina a pagina, è di uso comune separare i sistemi con un segno separatore di sistemi. Vedi Separare i sistemi.
- Per maggiori informazioni sulle proprietà di formattazione della pagina leggere Formattazione della pagina.
-
Si possono inserire suggerimenti di dialogo, didascalie e note a pié di
pagina, vedi Creazione di note a piè di pagina e Testo. Didascalie estese
possono essere aggiunte anche con una sezione di markup indipendenti
tra i due blocchi
\score
, vedi Testo separato.
Vedi anche
Glossario musicale: Partitura senza righi vuoti, Rigo temporaneo, Strumento traspositore.
Guida alla notazione: Creazione di note a piè di pagina, Raggruppare i righi, Nascondere i righi, Trasporto strumentale, Gruppi di righi annidati, Formattazione della pagina, Separare i sistemi, Trasposizione, Scrittura delle parti, Inserimento del testo.
Frammenti: Vocal music.
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Nomi dei personaggi
I nomi dei personaggi sono solitamente mostrati a sinistra del rigo quando il rigo è dedicato a quel personaggio soltanto:
\score { << \new Staff { \set Staff.vocalName = \markup \smallCaps Kaspar \set Staff.shortVocalName = \markup \smallCaps Kas. \relative { \clef "G_8" c'4 c c c \break c4 c c c } } \new Staff { \set Staff.vocalName = \markup \smallCaps Melchior \set Staff.shortVocalName = \markup \smallCaps Mel \clef "bass" \relative { a4 a a a a4 a a a } } >> }
Quando due o più personaggi condividono lo stesso rigo, il nome del personaggio è solitamente collocato sopra il rigo all’inizio di ogni sezione appartenente a quel personaggio. È possibile fare ciò con i markup. Spesso si usa un tipo di carattere preciso a questo scopo.
\relative c' { \clef "G_8" c4^\markup \fontsize #1 \smallCaps Kaspar c c c \clef "bass" a4^\markup \fontsize #1 \smallCaps Melchior a a a \clef "G_8" c4^\markup \fontsize #1 \smallCaps Kaspar c c c }
Altrimenti, se ci sono molti cambi di personaggi, è più semplice impostare una variabile per salvare le definizioni di ogni personaggio, in modo che il cambio di personaggio possa essere indicato in modo facile e conciso.
kaspar = { \clef "G_8" \set Staff.shortVocalName = "Kas." \set Staff.midiInstrument = "voice oohs" <>^\markup \smallCaps "Kaspar" } melchior = { \clef "bass" \set Staff.shortVocalName = "Mel." \set Staff.midiInstrument = "choir aahs" <>^\markup \smallCaps "Melchior" } \relative c' { \kaspar c4 c c c \melchior a4 a a a \kaspar c4 c c c }
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Organizzare i brani con le variabili.
Guida alla notazione: Testo, Comandi per markup.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Suggerimenti musicali
I suggerimenti musicali possono essere inseriti nelle pariture vocali, nei libri vocali e nelle parti orchestrali per indicare quale musica in un’altra parte precede immediatamente un’entrata. I suggerimenti sono spesso inseriti anche nella riduzione per pianoforte nelle partiture vocali per indicare cosa sta suonando ogni strumento dell’orchestra. Ciò aiuta il direttore quando non è disponibile la partitura completa.
Il meccanismo di base per inserire i suggerimenti è spiegato dettagliatamente in Citare altre voci e Formattazione delle notine. Ma quando si devono inserire molti suggerimenti, per esempio per aiutare il direttore in una partitura vocale, il nome dello strumento deve essere posizionato attentamente proprio prima dell’inizio delle citazioni in corpo più piccolo (“cue notes”). L’esempio seguente mostra come si fa.
flute = \relative { s4 s4 e'' g } \addQuote "flute" { \flute } pianoRH = \relative { c''4. g8 % posiziona il nome dello strumento citato proprio prima delle citazioni in corpo piccolo, % e sopra il rigo <>^\markup { \right-align { \tiny "Flute" } } \cueDuring "flute" #UP { g4 bes4 } } pianoLH = \relative { c4 <c' e> e, <g c> } \score { \new PianoStaff << \new Staff { \pianoRH } \new Staff { \clef "bass" \pianoLH } >> }
Se viene citato uno strumento traspositore, la parte strumentale deve
specificare la sua armatura di chiave in modo che la conversione delle
sue notine sia fatta automaticamente. Il prossimo esempio mostra questa
trasposizioone per un clarinetto in Si bemolle. Le note in questo esempio
si trovano in basso nel rigo, quindi viene specificato DOWN
in
\cueDuring
(in modo che i gambi vadano giù) e il nome dello strumento
è posizionato sotto il rigo.
clarinet = \relative c' { \transposition bes fis4 d d c } \addQuote "clarinet" { \clarinet } pianoRH = \relative c'' { \transposition c' % posiziona il nome dello strumento citato sotto il rigo <>_\markup { \right-align { \tiny "Clar." } } \cueDuring "clarinet" #DOWN { c4. g8 } g4 bes4 } pianoLH = \relative { c4 <c' e> e, <g c> } \score { << \new PianoStaff << \new Staff { \new Voice { \pianoRH } } \new Staff { \clef "bass" \pianoLH } >> >> }
Da questi due esempi è evidente che inserire molte citazioni in corpo piccolo in una partitura vocale sarebbe noioso, e le note della parte per pianoforte sarebbero confuse. Tuttavia, come mostra il frammento seguente, è possibile definire una funzione musicale per ridurre l’input e rendere più chiare le note per pianoforte.
Frammenti di codice selezionati
Aggiungere citazioni orchestrali a una partitura vocale
L’esempio seguente mostra un approccio per simplificare l’aggiunta di
citazioni orchestrali a una riduzione per pianoforte di una partitura
vocale. La funzione musicale \cueWhile
prende quattro argomenti:
la musica da cui prendere la citazione, come è definita da \addQuote
,
il nome da inserire prima delle notine, poi o #UP
o #DOWN
per
specificare o \voiceOne
col nome sopra il rigo o \voiceTwo
col nome sotto il rigo, e infine la musica per pianoforte che deve apparire
in parallelo alle notine. Il nome dello strumento citato è posto a sinistra
delle notine. Molti passaggi possono essere citati, ma non possono
sovrapporsi l’un l’altro nel tempo.
cueWhile = #(define-music-function (instrument name dir music) (string? string? ly:dir? ly:music?) #{ \cueDuring $instrument #dir { \once \override TextScript.self-alignment-X = #RIGHT \once \override TextScript.direction = $dir <>-\markup { \tiny #name } $music } #}) flute = \relative c'' { \transposition c' s4 s4 e g } \addQuote "flute" { \flute } clarinet = \relative c' { \transposition bes fis4 d d c } \addQuote "clarinet" { \clarinet } singer = \relative c'' { c4. g8 g4 bes4 } words = \lyricmode { here's the lyr -- ics } pianoRH = \relative c'' { \transposition c' \cueWhile "clarinet" "Clar." #DOWN { c4. g8 } \cueWhile "flute" "Flute" #UP { g4 bes4 } } pianoLH = \relative c { c4 <c' e> e, <g c> } \score { << \new Staff { \new Voice = "singer" { \singer } } \new Lyrics { \lyricsto "singer" \words } \new PianoStaff << \new Staff { \new Voice { \pianoRH } } \new Staff { \clef "bass" \pianoLH } >> >> }
Vedi anche
Glossario musicale: Notine o Citazioni in corpo più piccolo.
Guida alla notazione: Allineamento degli oggetti, Direzione e posizionamento, Formattazione delle notine, Citare altre voci, Uso delle funzioni musicali.
Frammenti: Vocal music.
Guida al funzionamento interno: CueVoice.
Problemi noti e avvertimenti
\cueDuring
inserisce automaticamente un contesto CueVoice
e
tutte le notine sono poste in quel contesto. Ciò significa che non è
possibile avere due sequenze sovrapposte di notine con questa tecnica.
Si possono inserire sequenze sovrapposte solo dichiarando esplicitamente
contesti CueVoice
distinti e usando \quoteDuring
per estrarre
e inserire le notine.
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Musica parlata
Effetti come il ‘parlato’ o ‘Sprechgesang’ chiedono all’esecutore di parlare senza intonare note ma andando comunque a ritmo; tali effetti si indicano con teste di nota barrate, come è illustrato in Teste di nota speciali.
[ << Notazione specialistica ] | [Inizio][Contenuti][Indice] | [ Input e output >> ] |
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Dialogo sopra la musica
Il dialogo parallelo alla musica appare solitamente sopra i righi in corsivo, con l’inizio di ogni frase collegato a un momento musicale ben preciso.
In caso di brevi intromissioni può bastare un semplice \markup
.
\relative { a'4^\markup { \smallCaps { Alex - } \italic { He's gone } } a a a a4 a a^\markup { \smallCaps { Bethan - } \italic Where? } a a4 a a a }
In caso di frasi più lunghe può essere necessario espandere la musica per poter far entrare le parole. Non c’è modo di fare ciò del tutto automaticamente in LilyPond e sarà necessario anche qualche intervento manuale per formattare la pagina.
In caso di frasi lunghe o di passaggi con molti dialoghi serrati, l’uso di un contesto Lyrics darà risultati migliori. Il contesto Lyrics non deve essere associato a una voce musicale; occorre invece assegnare a ogni parte del dialogo una durata esplicita. Se c’è un vuoto nel dialogo, la parola finale deve essere separata dal resto e la durata divisa tra le due così che la musica sottostante abbia spazio sufficiente.
Se il dialogo si estende per più di un rigo sarà necessario inserire
manualmente dei \break
e aggiustare il posizionamento del dialogo
per evitare di entrare nel margine destro. La parola finale dell’ultima
misura di un rigo deve anche essere separata, come mostrato prima.
Ecco un esempio che illustra come fare.
music = \relative { \repeat unfold 3 { a'4 a a a } } dialogue = \lyricmode { \markup { \fontsize #1 \upright \smallCaps Abe: "Say this over measures one and" }4*7 "two"4 | \break "and this over measure"4*3 "three"4 | } \score { << \new Lyrics \with { \override LyricText.font-shape = #'italic \override LyricText.self-alignment-X = #LEFT } { \dialogue } \new Staff { \new Voice { \music } } >> }
Vedi anche
Guida alla notazione: Durate manuali delle sillabe, Testo.
Internal Reference: LyricText.
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2.1.7 Canti salmi e inni
La musica e le parole per canti, sali e inni di solito segue un formato ben definito in ciascuna chiesa. Sebbene i formati possano differire da chiesa a chiesa, i problemi tipografici che si possono incontrare sono generalmente simili e sono trattati in questa sezione.
Riferimenti per canti e salmi | ||
Impostare un canto | ||
Salmi | ||
Misure parziali nei motivi degli inni |
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Riferimenti per canti e salmi
La composizione tipografica dei canti gregoriani in vari stili di notazione antica è descritta in Notazione antica.
Vedi anche
Guida alla notazione: Notazione antica.
Frammenti: Vocal music.
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Impostare un canto
Le impostazioni per il canto moderno usano la notazione moderna insieme ad alcuni elementi della notazione antica. Alcuni di questi elementi e metodi sono mostrati in questa sezione.
I canti usano spesso note di un quarto senza gambi per indicare l’altezza, mentre le durate vengono dal ritmo parlato delle parole.
stemOff = { \hide Staff.Stem } \relative c' { \stemOff a'4 b c2 | }
Nei canti le stanghette sono spesso omesse oppure si usano delle stanghette più brevi o punteggiate per indicare le pause nella musica. Per omettere tutte le stanghette da tutti i righi si disattiva l’incisore delle stanghette:
\score { \new StaffGroup << \new Staff { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } \new Staff { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } >> \layout { \context { \Staff \remove "Bar_engraver" } } }
Le stanghette possono anche essere tolte solo in certi righi:
\score { \new ChoirStaff << \new Staff \with { \remove "Bar_engraver" } { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } \new Staff { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } >> }
Per togliere le stanghette da una sezione musicale soltanto basta
trattarla come una cadenza. Se la sezione è lunga potrebbe essere
necessario inserire delle stanghette fittizie con \bar ""
per
mostrare dove si deve interrompere la linea.
\relative a' { a4 b c2 | \cadenzaOn a4 b c2 a4 b c2 \bar "" a4 b c2 a4 b c2 \cadenzaOff a4 b c2 | a4 b c2 | }
Nei canti le pause si indicano con stanghette modificate.
\relative a' { a4 \cadenzaOn b c2 a4 b c2 \bar "'" a4 b c2 a4 b c2 \bar ";" a4 b c2 \bar "!" a4 b c2 \bar "||" }
Altrimenti, talvolta si usa la notazione usata nel canto gregoriano per
le pause anche se il resto della notazione è moderna. Nell’esempio
seguente si usa un segno \breathe
modificato:
divisioMinima = { \once \override BreathingSign.stencil = #ly:breathing-sign::divisio-minima \once \override BreathingSign.Y-offset = #0 \breathe } divisioMaior = { \once \override BreathingSign.stencil = #ly:breathing-sign::divisio-maior \once \override BreathingSign.Y-offset = #0 \breathe } divisioMaxima = { \once \override BreathingSign.stencil = #ly:breathing-sign::divisio-maxima \once \override BreathingSign.Y-offset = #0 \breathe } finalis = { \once \override BreathingSign.stencil = #ly:breathing-sign::finalis \once \override BreathingSign.Y-offset = #0 \breathe } \score { \relative { g'2 a4 g \divisioMinima g2 a4 g \divisioMaior g2 a4 g \divisioMaxima g2 a4 g \finalis } \layout { \context { \Staff \remove "Bar_engraver" } } }
Nei canti viene solitamente omessa l’indicazione di tempo e spesso anche la chiave.
\score { \new Staff { \relative { a'4 b c2 | a4 b c2 | a4 b c2 | } } \layout { \context { \Staff \remove "Bar_engraver" \remove "Time_signature_engraver" \remove "Clef_engraver" } } }
I canti per salmi della tradizione anglicana sono solitamente o singoli, con 7 battute musicali, oppure doppi, con due gruppi di 7 battute. Ogni gruppo di 7 battute è diviso a metà, che corrispondono alle metà di ciascun verso, di solito separato da una doppia stanghetta. Si usano solo semibrevi e minime. La prima battuta di ogni metà contiene sempre un solo accordo di semibrevi, che viene chiamato la “nota recitativa”. I canti sono centrati sulla pagina.
SopranoMusic = \relative { g'1 | c2 b | a1 | \bar "||" a1 | d2 c | c b | c1 | \bar "||" } AltoMusic = \relative { e'1 | g2 g | f1 | f1 | f2 e | d d | e1 | } TenorMusic = \relative { c'1 | c2 c | c1 | d1 | g,2 g | g g | g1 | } BassMusic = \relative { c1 | e2 e | f1 | d1 | b2 c | g' g | c,1 | } global = { \time 2/2 } % Si usa un blocco markup per centrare il canto sulla pagina \markup { \fill-line { \score { % centered << \new ChoirStaff << \new Staff << \global \clef "treble" \new Voice = "Soprano" << \voiceOne \SopranoMusic >> \new Voice = "Alto" << \voiceTwo \AltoMusic >> >> \new Staff << \clef "bass" \global \new Voice = "Tenor" << \voiceOne \TenorMusic >> \new Voice = "Bass" << \voiceTwo \BassMusic >> >> >> >> \layout { \context { \Score \override SpacingSpanner.base-shortest-duration = #(ly:make-moment 1/2) } \context { \Staff \remove "Time_signature_engraver" } } } % End score } } % End markup
Altri approcci per impostare un canto simile sono illustrati nel primo dei seguenti frammenti.
Frammenti di codice selezionati
Notazione per canti e salmi
Questa forma di notazione è utilizzata per i salmi, dove i versi non sono sempre della stessa lunghezza.
stemOff = \hide Staff.Stem stemOn = \undo \stemOff \score { \new Staff \with { \remove "Time_signature_engraver" } { \key g \minor \cadenzaOn \stemOff a'\breve bes'4 g'4 \stemOn a'2 \bar "||" \stemOff a'\breve g'4 a'4 \stemOn f'2 \bar "||" \stemOff a'\breve^\markup { \italic flexe } \stemOn g'2 \bar "||" } }
I cantici e altri testi liturgici possono essere impostati in modo più libero e possono usare elementi della notazione della musica antica. Le parole sono spesso mostrate sotto e allineate con le note. In questo caso le note sono spaziate in base alle sillabe invece che alle durate delle note.
Modello per notazione antica – trascrizione moderna di musica gregoriana
Questo esempio mostra come realizzare una trascrizione moderna di musica gregoriana. La musica gregoriana non presenta la suddivisione in misure né gambi; impiega soltanto le teste della minima e della semiminima, e dei segni appositi che indicano pause di diversa lunghezza.
\include "gregorian.ly" chant = \relative c' { \set Score.timing = ##f f4 a2 \divisioMinima g4 b a2 f2 \divisioMaior g4( f) f( g) a2 \finalis } verba = \lyricmode { Lo -- rem ip -- sum do -- lor sit a -- met } \score { \new Staff << \new Voice = "melody" \chant \new Lyrics = "one" \lyricsto melody \verba >> \layout { \context { \Staff \remove "Time_signature_engraver" \remove "Bar_engraver" \hide Stem } \context { \Voice \override Stem.length = #0 } \context { \Score barAlways = ##t } } }
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Visibilità e colore degli oggetti, Modelli per gruppi vocali.
Guida alla notazione: Notazione antica, Stanghette, Modifica dei componenti aggiuntivi di un contesto, Scrivere il canto gregoriano, Musica in tempo libero, Visibilità degli oggetti.
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Salmi
Le parole di un salmo anglicano sono solitamente stampate in versi separati centrati sotto il canto.
I canti singoli (7 battute) si ripetono per ogni verso. I canti doppi (con 14 battute) si ripetono per ogni coppia di versi. Sono inseriti dei segni nelle parole per mostrare come si combinano col canto. Ogni verso è diviso a metà e tale divisione è indicata solitamente dai due punti, che corrispondono alla doppia stanghetta in musica. Le parole che precedono i due punti sono cantate insieme alle prime tre battute della musica; quelle successive insieme alle restanti quattro battute.
Stanghette singole (o in alcuni libri di salmi una virgola inversa
o segno simile) sono inserite tra le parole per indicare dove
cadono le stanghette nella musica. In modalità markup una stanghetta
singola può essere inserita usando il simbolo di controllo battuta
|
.
\markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { O come let us sing | unto the | Lord : let } \line { us heartily rejoice in the | strength of | our } \line { sal- | -vation. } } } } }
Altri simboli potrebbero richiedere i glifi dei tipi di carattere fetaMusic
.
Maggiori informazioni in Tipi di carattere.
tick = \markup { \raise #1 \fontsize #-5 \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { O come let us sing \tick unto the \tick Lord : let } \line { us heartily rejoice in the \tick strength of \tick our } \line { sal \tick vation. } } } } }
Se c’è una semibreve in una battuta, tutte le parole che si riferiscono a quella battuta sono recitate su quella nota singola col ritmo del parlato. Dove ci sono due note in una battuta ci saranno solo una o due sillabe corrispondenti. Se ci sono più di due sillabe, si inserisce solitamente un punto per indicare dove si trova il cambio di nota.
dot = \markup { \raise #0.7 \musicglyph "dots.dot" } tick = \markup { \raise #1 \fontsize #-5 \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { O come let us sing \tick unto \dot the \tick Lord : let } \line { us heartily rejoice in the \tick strength of \tick our } \line { sal \tick vation. } } } } }
In alcuni libri di salmi si usa un asterisco, al posto di una virgola, per indicare una pausa in una sezione recitata, mentre le sillabe accentate o leggermente allungate sono indicate in grassetto.
dot = \markup { \raise #0.7 \musicglyph "dots.dot" } tick = \markup { \raise #1 \fontsize #-5 \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { Today if ye will hear his voice * } \line { \concat { \bold hard en } | not your | hearts : as in the pro- } \line { vocation * and as in the \bold day of tempt- | } \line { -ation | in the | wilderness. } } } } }
In altri libri di salmi si usa un simbolo di accento sopra la sillaba per indicare l’accento.
tick = \markup { \raise #2 \fontsize #-5 \musicglyph "scripts.rvarcomma" } \markup { \fill-line { \column { \left-align { \line { O come let us \concat { si \combine \tick ng } | unto the | Lord : let } \line { us heartily \concat { rejo \combine \tick ice } in the | strength of | our } \line { sal- | -vation. } } } } }
L’uso di \markup
per centrare il testo e disporre le linee in
colonne è descritto in Formattazione del testo.
La maggior parte di questi elementi sono mostrati in uno dei due versi del modello Salmi.
Vedi anche
Manuale di apprendimento: Salmi, Modelli per gruppi vocali.
Guida alla notazione: Tipi di carattere, Formattazione del testo.
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Misure parziali nei motivi degli inni
Le melodie degli inni spesso iniziano e terminano ogni rigo musicale
con misure parziali, così che ciascun rigo musicale corrisponda
esattamente a un rigo di testo. Per fare ciò è necessario un comando
\partial
all&rsqu